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Fanelli, Rosa Maria. "SimilaritĂ e convergenza dei consumi alimentari in Europa". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 1 (diciembre de 2010): 145–58. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001011.

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Il lavoro proposto mira ad analizzare la "similarità " e la possibile convergenza dei consumi alimentari tra gli Stati membri dell'Unione Europea nel decennio 1993-2003 attraverso i dati di fonte Fao (Food and Agricolture Organization) e relativi ai consumi lordi delle seguenti tipologie di prodotti: cereali, carni, pesce, latte, formaggi, uova, grassi animali, grassi vegetali (oli), frutta fresca, frutta secca, ortaggi, caffé, zucchero e vino. La rilevanza dello studio proposto consiste nel mettere in luce se esistono traiettorie evolutive comuni tra i Paesi europei o se, per contro, ancora permangono differenziazioni. Tale prospettiva risulta di particolare importanza soprattutto dal punto di vista della formulazione di appropriate politiche agricole e agroalimentari rispetto alle quali si avverte oggi la necessità di un ripensamento al fine di valorizzare appieno il legame tra consumi alimentari e agricoltura, da un lato, e consumi alimentari e rischi alimentari per la salute legati alla dieta, dall'altro. Questi aspetti sono di particolare rilevanza anche per la definizione di un sistema di protezione del consumatore in grado di evitare o limitare i rischi agli operatori della catena agroalimentare. Il lavoro prende avvio dalla caratterizzazione dei consumi alimentari e delle loro recenti tendenze che rappresenta l'indispensabile cornice interpretativa dei risultati dell'analisi di "similarità " e di convergenza. Questi due ultimi aspetti sono sviluppati attraverso la costruzione di indici sintetici e di appropriate tecniche di classificazione. Infine, le conclusioni mirano a recuperare la visione di insieme del lavoro per porre in evidenza i principali aspetti di rilevo per le implicazioni di politica economica in campo agricolo e agroalimentare.
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Solomone, Mario. "Il cibo come fattore di sostenibilitŕ". CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', n.º 6 (junio de 2010): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006002.

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L'articolo rimanda a fenomeni rilevanti e significativi della complessa relazione tra alimentazione e sostenibilitŕ e mette in rilievo la mutua influenza tra produzione e consumo alimentare, proponendo uno schema di fondo per descrivere le questioni in esame. L'articolo, infatti, declina la questione della "sostenibilitŕ" rispetto al variegato universo della produzione e del consumo alimentare. L'autore procede attraverso una ricognizione di differenti aspetti che coinvolgono la relazione tra sostenibilitŕ e contesto alimentare. In particolare il testo affronta: a) le trasformazioni dei consumi nel dopoguerra; b) il rapporto tra consumo e rischi alimentari; c) il ruolo del consumo critico e le trasformazioni del sistema alimentare in conseguenza dell'emergere delle forme di consumo "alternativo"; d) i contorni del "new rural development paradigm" e di un nuovo "approccio alimentare sostenibile". L'articolo insiste sul ruolo del cibo come connettore (tra esseri umani e natura, tra cittŕ e campagna), da un lato, e come aggregatore sociale (di relazioni, reti, movimenti), dall'altro.
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Colleoni, Matteo y Licia Lipari. "Il cibo che attrae: turismo internazionale e consumi alimentari". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 115 (febrero de 2018): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-115-s1005.

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Colucci, Federica, Patrizia Menegoni, Mariella Nocenzi y Ombretta Presenti. "L'evoluzione dei modelli di consumo e degli stili alimentari tra sostenibilitŕ e benessere". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (enero de 2013): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002004.

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I consumi agro-alimentari, dal dopoguerra ad oggi, sono stati caratterizzati da successive trasformazioni che č possibile leggere attraverso l'evoluzione di quegli stessi fattori - da quello economico, a quello politico e tecnologico, fra gli altri - che hanno determinato l'attuale identitŕ culturale degli italiani. Ne emerge un profilo consumistico degli italiani legato al cibo che č analizzato in questo lavoro alla luce dei valori culturali dominanti. Un'introduzione sociologica sul significato del nesso fra etica e alimentazione nella contemporanea societŕ della ricerca della safety/ security e della sostenibilitŕ condurrŕ all'osservazione di nuove tipologie di consumo e di cibo, con particolare riguardo alle potenzialitŕ di mercato dei cibi funzionali.
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Lombardi, Pasquale y Fabio Verneau. "Dinamiche di consumo ed evoluzione degli stili alimentari attraverso l'indagine istat sui consumi delle famiglie". ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, n.º 3 (enero de 2014): 125–48. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-003008.

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Cristini, Guido. "Crisi dei consumi e marca commerciale: le opportunitÀ di copacking per le PMI alimentari". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 3 (octubre de 2012): 57–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003004.

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Nel corso dell'ultimo biennio la crisi dei consumi che ha investito anche il settore dei prodotti di largo consumo ha determinato mutamenti rilevanti in ordine alle condotte competitive sia delle imprese industriali di marca che delle insegne distributive. Tra i fenomeni che maggiormente hanno connotato il mercato in oggetto, conviene citare lo sviluppo della marca commerciale anche per le implicazioni che ne derivano per le Piccole e medie imprese1 industriali operanti nel comparto alimentare. Infatti, per una parte di tali imprese la produzione per conto rappresenta, non solo una minaccia, quanto una delle opzioni piů rilevanti sotto il profilo strategico e operativo. In questo contesto, il presente paper intende approfondire il tema delle opzioni di natura strategica che i copacker hanno di fronte, nonché analizzare le politiche di natura produttiva logistiche e di marketing da perseguire al fine di assicurarsi delle relazioni di sub-fornitura durevoli. Il lavoro analizza, pertanto, le politiche di integrazione verticale delle funzioni all'interno della filiera in questione, nel tentativo di comprendere se il processo di integrazione/ disintegrazione delle funzioni in questione abbia prodotto una maggiore efficienza complessiva della filiera o se, al contrario, si sia limitato ad avvantaggiare solo uno dei due attori.
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Viscecchia, Rosaria, Antonio Stasi y Maurizio Prosperi. "Valutazione economica di una politica di riorientamento dei consumi alimentari finalizzata alla riduzione dell'obesitŕ". ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, n.º 1 (mayo de 2012): 75–98. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001004.

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Modern lifestyle is one among the most relevant causes of alimentary disorder and environmental problems. Preventing both of them implies a win-win strategy for the improvement of social wellness (i.e. health and environmental benefits). A suitable strategy could be addressed to the partial substitution of caloric food (e.g. beef meat), which is also responsible for a large amount of greenhouse gas (ghgs) emissions, with less caloric food (e.g. vegetables), which is proved of exerting a lower impact on climate change. The analysis is referred to the Italian case study, based on data from the Italian Statistical Institute (istat). The relationship between obesity and ghgs emissions is here explained experimentally through a 5-stage methodology. In the first step, a regression model (ols method) is adopted to explain obesity rate in terms of ratio of people consuming meat more than once a week, and the ratio of people consuming vegetables less than once a day. The outcome of this analysis allows simulating a policy target in terms of obesity abatement, provided by a reasonable change in food demand. In the third step, a meta-analysis of Life Cycle Assessment (lca) studies has been performed in order to calculate the CO2 emissions of the food types we considered. In the fourth step, the observed change in food demand from the previous step is combined with lca indicators, in order to evaluate the impact of food industry on climate change. Finally, in the fifth step, the benefits of the obesity reduction are calculated considering the cost saving for health care of the obesity, which amounts to 1.700 Eur per person. In addition, the value of the CO2 emission have been compared with the value of the European Union Allowance (eua) of CO2 emissions, which was evaluated in 2009 in terms of 21.45 eur/t CO2. Consequently, we found that the effect of the policy can be estimated in terms of 1,032 Million eur, of which the impacts on human health is the most important (about 1.020 Million eur). The study shows the evidence that the consumption of food with low content of calories has a most relevant effect in the reduction of obesity, but very limited economic effect in terms of CO2 emissions.
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Degli Esposti, Fabio. "Sulla pelle dei soldati. Razioni di guerra, approvvigionamenti alimentari e speculazioni industriali (1914-1922)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 293 (agosto de 2020): 9–46. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293001.

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Nello scenario della guerra totale 1914-1918 la questione degli approvvigionamenti alimentari divenne un fattore essenziale. Il saggio prende in considerazione le politiche attuate dal governo italiano in un settore fondamentale, quello del consumo di carne. La strategia seguita fu in primo luogo quella di scoraggiare i consumi civili, che tuttavia, già piuttosto bassi, non poterono essere contratti in misura sufficiente. Le preoccupazioni sul progressivo depauperamento del patrimonio zootecnico nazionale per effetto delle massicce requisizioni militari indussero i vertici delle forze armate, dietro consiglio degli igienisti militari, a ridurre a fine 1916 anche la razione delle truppe mobilitate. Un provvedimento che, nei mesi successivi a Caporetto, suscitò accese polemiche nella classe medica, in quanto il peggioramento dell'alimentazione dei soldati fu individuata da alcuni come una delle concause del cedimento dell'autunno 1917. Una delle possibili soluzioni, l'incremento dell'importazione di carni congelate, era resa difficile da ostacoli di ordine tecnico come la pochezza della flotta frigorifera, la mancanza di grandi impianti frigoriferi e le deficienze nella rete di distribuzione che, dai porti tirrenici, doveva far arrivare il prodotto al fronte. Pur con gravi ritardi e sprechi, la guerra portò a una notevole espansione dell'industria del freddo italiana. Fra le novità del conflitto ci fu anche un fortissimo incremento nel consumo dei prodotti in conserva da parte dell'esercito. Il settore, gestito inizialmente da stabilimenti statali, vide nel corso della seconda parte del conflitto l'ingresso di un buon numero di industrie private. Queste tuttavia, secondo le indagini condotte nel dopoguerra dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra, si resero protagoniste di vere e proprie truffe nei confronti dell'amministrazione militare, rimaste in gran parte impunite.
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Lombardo, Elisa. "Catania e le vie del gusto esotico. Imprese e consumi alimentari dei cittadini stranieri immigrati". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 115 (febrero de 2018): 115–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-115-s1009.

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Giagnacovo, Maria. "Una tavola privilegiata: i consumi alimentari di un’azienda toscana attiva in Avignone alla fine del Trecento attraverso la documentazione contabile". Food and History 2, n.º 1 (enero de 2004): 59–84. http://dx.doi.org/10.1484/j.food.2.300274.

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Pérez-Pedraza, Barbara de los Ángeles, Javier Álvarez-Bermúdez y Melanie Carreón-Marruffo. "Consumo de alimentos y la publicidad alimentaria:". CULTURA EDUCACIÓN Y SOCIEDAD 14, n.º 1 (15 de diciembre de 2022): 111–24. http://dx.doi.org/10.17981/cultedusoc.14.1.2023.06.

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Resumen
Introducción: México ocupa uno de los primeros lugares en obesidad infantil en el mundo, debido a esto, recientemente el Fondo de las Naciones Unidas para la Infancia encomió al país a implementar regulaciones al contenido de la publicidad alimentaria enfocada a los niños, dada la relación de esta con el consumo de alimentos no saludables, el sobrepeso y obesidad. Objetivo: Contrastar la percepción de la publicidad alimentaria respecto al consumo adecuado e inadecuado de los diferentes grupos alimentarios en niños escolarizados del noreste de México. Métodología: Se desarrolló un estudio cuantitativo, descriptivo y comparativo, seleccionando a través de un muestreo probabilístico aleatorio una muestra de 196 niños de primero a sexto de primaria, a quienes se les aplicó un recordatorio de consumo alimentario y un cuestionario de percepción de publicidad alimentaria televisiva. Resultados y discusión: Los niños presentaron un consumo inadecuado de todos los grupos alimenticios, excepto de agua, consumiéndola adecuadamente. Así mismo, el 32.8% de los niños consideran que la publicidad alimentaria ha cambiado su forma de comer. Finalmente se encontraron diferencias significativas, pero con un tamaño del efecto pequeño entre el consumo de alimentos y la publicidad alimentaria como en el caso de sentirse fuertes viendo comerciales, consumir más lácteos y alimentos de origen animal, así como considerar que los comerciales les hacen comer más comida chatarra y consumir más azúcares. Conclusión: Es importante la regulación de los contenidos presentados en estos mensajes publicitarios, pues el segmento infantil a quienes van dirigidos es altamente influenciable.
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Gil González, Cristina y ´Ángel Luis Cortés Gracia. "Leche con galletas para desayunar y pizza para cenar: hábitos alimentarios en estudiantes de Educación Primaria". EDUCA. Revista Internacional para la calidad educativa 2, n.º 2 (1 de julio de 2022): 134–46. http://dx.doi.org/10.55040/educa.v2i2.40.

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Hoy en día en nuestro país existe un consumo excesivo de alimentos con un alto procesado industrial. Los hábitos alimentarios de la población, y especialmente de la población infantil, han cambiado tan drásticamente en los últimos años que numerosas enfermedades relacionadas con la alimentación, como el sobrepeso y la obesidad infantil, cada vez son más frecuentes en la sociedad. En este trabajo se muestran los hábitos alimentarios de los niños y niñas de un aula de 3º de Primaria en un colegio de un barrio rural cercano. Se han analizado cuadernillos de registro diario alimentario elaborados para ser completados entre septiembre y diciembre de 2019. Los resultados obtenidos reflejan que los hábitos alimentarios de la clase no son los más adecuados, existiendo un alto consumo de alimentos altamente procesados en la mayoría de las ingestas. Además, recomendaciones alimentarias como las que presenta el Plato para comer saludable de Harvard tampoco han sido observadas en casi ninguna de las ingestas. De esta manera, para reducir o al menos ralentizar la actual pandemia de obesidad infantil que existe en el país, parece necesaria una educación alimentaria efectiva que cambie la conducta alimentaria de los más jóvenes y estimule el desarrollo de un pensamiento crítico frente a los alimentos ultraprocesados.
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Zafra Aparici, Eva. "Un mundo sostenible, una pedagogía de la alimentación integrada". Agricultura Sociedad y Desarrollo 17, n.º 2 (19 de agosto de 2020): 349–73. http://dx.doi.org/10.22231/asyd.v17i2.1349.

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Resumen
Para garantizar la salud y la seguridad alimentaria es necesario garantizar la sostenibilidad del planeta. Sostenibilidad, salud y seguridad alimentaria están intrínsecamente relacionadas ya que para erradicar el hambre en el mundo y tener acceso a una alimentación saludable, es necesario que la base del sistema de producción alimentaria sea sostenible, y a la inversa. Una forma de promover cambios al respecto es la educación alimentaria que, ofrecida desde cortas edades y de un modo integral, sea capaz de fomentar formas de pensar y hacer la alimentación más justas, tanto desde el punto de vista de la salud como medioambiental. En este sentido, el artículo presenta los resultados de una investigación cualitativa cuyo objetivo ha sido conocer y analizar socio-antropológicamente los conflictos y controversias que aparecen en el proceso de transmisión y aprendizaje alimentario infantil. Concretamente, el artículo presenta los principales conflictos socio-alimentarios que los niños y niñas declaran tener en cuanto al consumo de alimentos (qué comemos), pero también se ha investigado si estos conflictos, controversias y preocupaciones plantean dudas sobre otras fases de la cadena alimentaria como la producción y la distribución (cómo y por qué comemos lo que comemos). Igualmente, se muestra hasta qué punto dichas controversias y conflictos alimentarios giran alrededor del ámbito de la salud individual, o también sobre otros aspectos colectivos y medioambientales. Todo ello permite, por un lado, conocer qué tipo de Educación Alimentaria se está implementando en nuestro contexto actual. Por otro lado, ofrece la oportunidad de proponer un modelo pedagógico más integral que eduque a las persones en la capacidad de reflexionar y ser críticas sobre su propio sistema alimentario para que ellas mismas puedan promover cambios –a nivel social y político– hacia prácticas y actitudes alimentarias más saludables y sostenibles. Prácticas y actitudes que minimicen los impactos negativos en el medioambiente y,consecuentemente, garanticen recursos para la salud de las generaciones futuras.
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Rodríguez-González, Shirley, Sergio Schneider y Gabriela Coelho-de-Souza. "Reconexión producción-consumo: cambio para la seguridad alimentaria y nutricional y el desarrollo rural." Agronomía Mesoamericana 26, n.º 2 (16 de junio de 2015): 373. http://dx.doi.org/10.15517/am.v26i2.19332.

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<p>El objetivo de este estudio fue analizar la importancia del cambio del sistema alimentario convencional para el logro de la seguridad alimentaria y nutricional y el desarrollo rural. Este texto se dividió en tres secciones. En la primera se caracterizó el sistema alimentario convencional y sus consecuencias, mostrándose la necesidad de un cambio que procure la integración de las dimensiones social, ambiental y de salud. En la segunda parte se abordó el papel del Estado en las intervenciones relacionadas con el sistema de abastecimiento alimentario, las cuales son fundamentales para la construcción de la seguridad alimentaria y nutricional y la activación de procesos en el área rural que favorezcan su desarrollo. Finalmente, se presentó la experiencia de Brasil con el Programa Nacional de Alimentación Escolar, en la cual se realizó una vinculación de los alimentos producidos por los pequeños productores con el programa de alimentación escolar, permitiendo la reconexión de la producción y el consumidor a través de mercados institucionales. Esta vinculación creó incentivos para la seguridad alimentaria y nutricional de los pequeños productores y al mismo tiempo, mejoró la disponibilidad de alimentos de mayor calidad para poblaciones vulnerables y promueve patrones alimentarios que permiten la conservación de la cultura alimentaria.</p>
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La Porta, Luiza Laubert, Fernanda Donner Alves y Carolina Guerini de Souza. "Consumo de suplementos e risco de distúrbios no comportamento alimentar em atletas adolescentes de Porto Alegre". Revista Brasileira de Educação Física e Esporte 33, n.º 1 (29 de abril de 2019): 13–20. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1981-4690.v33i1p13-20.

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O objetivo do presente estudo foi avaliar o consumo de suplementos alimentares por atletas adolescentes de diferentes modalidades esportivas de um clube de Porto Alegre, o risco de distúrbios no comportamento alimentar e possíveis associações destas variáveis com o treinamento esportivo. Trata-se de um estudo transversal com 133 atletas federados praticantes de nove modalidades esportivas em que foram avaliadoso consumo de suplementos alimentares, comportamento alimentar e insatisfação com a imagem corporal. A amostra foi composta por adolescentes sendo predominante o sexo masculino (57%), com idade média de 15,8 ± 2 anos. Mais de 30% declarou consumir suplementos, com objetivo principal de melhorar o desempenho esportivo, sendo o carboidrato e a proteína os mais citados. Dos que consumiam 80% tinhaorientação nutricional da nutricionista do clube para este uso. Participar de modalidades esportivas individuais e praticar musculação aumentaram a probabilidade de consumo de suplementos em 6 e 15 vezes, respectivamente. A avaliação do comportamento alimentar resultou em baixo risco de distúrbio, e a insatisfação com a imagem corporal foi menor nos homens que usavam suplementos (p = 0,048). Portanto,a população de atletas adolescentes estudada apresentou um maior consumo de suplementos alimentares nos atletas que praticavam esportes individuais e musculação, em sua maioria, na busca de melhora de desempenho e melhora da imagem corporal. A presença de nutricionista no clube esportivo pode estar relacionada com a baixa prevalência de distúrbios do comportamento alimentar.
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Gracia-Arnaiz, Mabel. "Comer en tiempos de “crisis”: nuevos contextos alimentarios y de salud en España". Salud Pública de México 56, n.º 6 (9 de noviembre de 2014): 648. http://dx.doi.org/10.21149/spm.v56i6.7392.

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En las sociedades industrializadas se está reflexionando cada vez más sobre el impacto de la inseguridad alimentaria, entendida como la dificultad para asegurar la accesibilidad de una parte de la población a los recursos alimentarios suficientes para garantizar su subsistencia y bienestar. Con base en datos recogidos a partir de una investigación en curso en España, este artículo discute, por un lado, si la actual crisis económica está revirtiendo algunas de las tendencias positivas que el sistema agroalimentario industrial había favorecido, como la disminución de las diferencias sociales en el consumo y el derecho a la alimentación. Por otro lado, reflexiona acerca de la creciente precarización en las estrategias alimentarias y en el estado de salud de la población, así como sobre la necesidad de considerar la desigualdad social como variable explicativa de las diversas maneras de alimentarse.
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Miranda, Rozinéia de Nazaré Alberto y Marinara Borges De Paiva. "Antropometria e consumo alimentar: identificador do estado nutricional de idosos". Nutrição Brasil 18, n.º 3 (13 de febrero de 2020): 141. http://dx.doi.org/10.33233/nb.v18i3.2839.

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O estado nutricional é um importante marcador da saúde geral do idoso. Objetivou-se neste estudo identificar através da antropometria e do consumo alimentar o estado nutricional de idosos frequentadores de uma ONG. Estudo transversal e descritivo de informações socioeconômicas e demográficas, antropometria e consumo alimentar. Participaram da pesquisa 101 idosos, 54,5% do sexo feminino, com faixa etária predominante entre 60 e 70 anos, solteiros e viúvos (36,6%), respectivamente, 53,5% declararam ter de 1 a 8 anos de estudos e 52,5% possuírem renda de um salário mínimo. Ocorreu predominância de excesso de peso através do índice de massa corporal, eutrofia pela circunferência braquial e desnutrição pela prega cutânea tricipital. Alto consumo diário de alimentos energéticos: arroz (90,1%) seguido pela farinha de mandioca (44,6%) e pão (44,6%). A respeito dos alimentos proteicos, 68,3% afirmaram consumir leite diariamente, 54% e 38% consumem de 1 a 3 vezes/semana carne vermelha e aves, respectivamente, e 39,6% relataram consumir feijão diariamente. O consumo de vegetais do grupo A foi o mais frequente (35,6%) entre os idosos. Os idosos apresentaram estado nutricional e hábitos alimentares inadequados, o que reforça a necessidade de orientações nutricionais especifica para este grupo etário.Palavras-chave: idosos, antropometria, consumo alimentar.
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Silva, Priscylla Feitosa. "Avaliação da frequência do consumo de alimentos ultraprocessados por crianças menores de 2 anos". Brazilian Journal of Health Review 6, n.º 1 (10 de enero de 2023): 607–20. http://dx.doi.org/10.34119/bjhrv6n1-048.

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Os hábitos alimentares formados no período de introdução alimentar possuem papel fundamental, pois irão refletir na vida adulta. Nessa fase, recomenda-se que a dieta seja rica em alimentos in natura ou minimamente processados e que se evite alimentos ultraprocessados. Objetivo: Analisar o perfil de consumo de alimentos ultraprocessados por crianças na fase de introdução alimentar a fim de melhorar as orientações dietéticas. Método: Estudo transversal descritivo quantitativo com 92 crianças entre 6 meses e 2 anos incompletos internadas nas enfermarias do Hospital Materno Infantil de Brasília (HMIB). Foi aplicado um Questionário de Frequência Alimentar com 15 itens alimentares subdivididos em 6 categorias de frequência de consumo. Resultados: A maioria dos pacientes possuía idade inferior a 1 ano e 6 meses (81.5%). Iogurte/leite fermentado/petit suisse e biscoito tipo maria/maizena/leite/água e sal foram os alimentos mais consumidos. Papinha pronta e refrigerante foram os menos oferecidos às crianças. Conclusão: Quanto maior a idade da criança, maior a chance dela consumir algum tipo de bebida ou alimento ultraprocessado na fase de introdução alimentar.
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Barragán Ochoa, Fernando. "¿HACIA UN MODELO AGROALIMENTARIO ÚNICO? DIVERSIDAD E IDENTIDADES ESPACIALES EN EL CONSUMO DE ALIMENTOS EN ECUADOR". Tsafiqui 12, n.º 1 (28 de junio de 2019): 68. http://dx.doi.org/10.29019/tsafiqui.v12i1.557.

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El presente artículo examina la espacialización del consumo de alimentos en Ecuador para determinar en qué medida el desarrollo del modelo agroindustrial a nivel global ha generado un modelo único de alimentación. En efecto, las tendencias alimentarias glo-bales habrían borrado las diferencias espaciales en el consumo de alimentos, un tema crucial que se contrapone a los fundamentos de la geografía de la alimentación. En una primera sección, se estudia el régimen alimentario ecuatoriano prestando atención a su evolución temporal y a las similitudes y diferencias frente a sus vecinos (Colombia y Perú), América del Sur y el mundo. En la segunda sección, para comprender los dife-rentes regímenes alimentarios al interior del país, se evalúa la presencia o ausencia de alimentos en las alacenas de los hogares ecuatorianos por provincia con datos prove-nientes de la Encuesta Nacional de Ingresos y Gastos de Hogares Urbanos y Rurales (ENIGHUR). Finalmente, en la tercera sección, la interacción del comportamiento espa-cial de los 27 productos de mayor presencia y variación espacial permite generar cinco regiones alimentarias caracterizadas por un consumo similar. El estudio permite concluir que si bien el modelo alimentario agroindustrial forma parte de las tendencias que han modificado los hábitos de consumo de los ecuatorianos, hay una expresión espacial de los regímenes alimentarios a manera de regiones. Estas regiones responden a factores biofísicos, pero sobre todo a procesos sociales de la construcción del espacio nacional, que tienen también una impronta en los elementos culturales.
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Trescastro-López, Eva María, María Eugenia Galiana-Sánchez y Josep Bernabeu-Mestre. "Políticas de seguridad alimentaria en la España del desarrollismo". Ayer. Revista de Historia Contemporánea 113, n.º 1 (15 de marzo de 2019): 247–74. http://dx.doi.org/10.55509/ayer/113-2019-10.

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En la segunda mitad del siglo xx España vivió un rápido proceso de transición alimentaria y epidemiológico-nutricional que modificó la cadena de producción, transformación y comercialización de los productos, así como el modelo de consumo. En este trabajo se ha analizado, a través del proceso de elaboración del Código Alimentario Español (CAE), cómo tuvo lugar este proceso. Los resultados constituyen un ejemplo de política indirecta de salud que buscaba responder a los retos socioeconómicos, alimentarios, nutricionales, sanitarios y científicos de la sociedad. La experiencia española puede ayudar en el abordaje de los problemas de la normalización y transición alimentaria que están experimentando las economías emergentes.
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Souza, Ariane Araújo de, Maria das Graças Barbosa Peixoto, Francisco Regis da Silva, Cláudia Machado Coelho Souza de Vasconcelos y Francisco José Maia Pinto. "Influência do estresse nos hábitos alimentares de estudantes do primeiro ano do curso de Medicina de uma universidade pública". Research, Society and Development 10, n.º 11 (29 de agosto de 2021): e223101119609. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v10i11.19609.

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Objetivo: Analisar a influência do estresse nos hábitos alimentares dos estudantes universitários. Métodos: Trata-se de estudo transversal realizado em uma universidade pública, envolvendo acadêmicos do primeiro ano do curso de Medicina, no período de novembro de 2020 a julho de 2021, dos quais 62 participaram, constituindo, assim, a amostra. Foi realizada coleta de dados através de um questionário on-line contendo 33 questões, produzido na ferramenta Google Forms. As variáveis investigadas foram: variáveis associativas (avaliação sociodemográfica e consumo alimentar) e desfecho (estresse). Foram realizadas análises descritiva e inferencial dos dados obtidos, utilizando-se testes estatísticos para estabelecer relações entre as variáveis. Resultados: Verificou-se que a maioria possuía idade abaixo dos 24 anos, vivia sem companheiro(a), tinha renda familiar maior que três salários-mínimos e apresentava IMC < 25. Além disso, a maioria consumia frutas ou copos de suco de frutas, verduras, legumes, leguminosas, proteína animal, frituras, embutidos, guloseimas, carboidratos em quantidade excessiva ou insuficiente, assim como consumia carne de gado ou frango com gordura ou não consumia carne, utilizava óleo vegetal, não acrescentava sal a mais em suas refeições e não costumava trocar almoço ou jantar por lanches. Observou-se que 32 participantes consideraram-se estressados. Na análise inferencial, pelo teste de Qui-quadrado, houve significância estatística apenas para a variável estresse e o consumo de frituras, embutidos e guloseimas. Conclusões: O estresse possui influência significativa nos hábitos alimentares dos estudantes universitários, que passam a consumir alimentos ricos em carboidratos e sódio, sendo os principais tipos de alimentos consumidos: frituras, embutidos e guloseimas.
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González-Rodríguez, Angustias, Gabriel Trave-Gonzalez, Francisca Mª García-Padilla y Almudena Garrido-Fernández. "Un acercamiento a las concepciones y prácticas alimentarias de familias de escolares". Revista de Educación de la Universidad de Granada 28 (30 de diciembre de 2021): 53–69. http://dx.doi.org/10.30827/reugra.v28i.20987.

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La mejora de los hábitos alimentarios de los escolares representa una necesidad por el impacto en su desarrollo y desempeño escolar. En el presente estudio se indaga en las concepciones de las familias acerca del hecho alimentario y sus prácticas con relación a la alimentación de sus hijos e hijas. Se ha utilizado una metodología integrada a partir de instrumentos de investigación como la encuesta y la entrevista. De este modo, se ha administrado un cuestionario a las familias del alumnado de dos cursos de 3º de Educación Primaria de un centro educativo andaluz y se han celebrado entrevistas colectivas con grupos de madres. Entre los resultados del estudio se detectan prácticas alimentarias incorrectas con respecto al consumo de fruta, verduras, hortalizas y pescado por parte de los niños-as, a la vez que éstas se acercan más a las recomendadas en el grupo de cereales, lácteos, huevos y carnes. El análisis de las declaraciones de las madres evidencia la presencia de los modelos de alimentación tradicional y medicalizado, numerosos mitos en torno a la alimentación y su predisposición a profundizar en el aprendizaje del hecho alimentario. Las conclusiones del estudio apuntan a la necesidad de emprender acciones de alfabetización alimentaria familia-escuela dadas las importantes carencias identificadas.
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Andrade, Maria Laura Siqueira de Souza, Raquel Canuto, Juliana Souza Oliveira, Silvia Patrícia Oliveira Silva Bacalhau, Fernanda Cristina Lima Pinto Tavares, Pedro Israel Cabral De Lira y Vanessa Sá Leal. "Padrões alimentares de mulheres em idade reprodutiva: realidade na Zona da Mata nordestina". DEMETRA: Alimentação, Nutrição & Saúde 15 (28 de mayo de 2020): e43552. http://dx.doi.org/10.12957/demetra.2020.43552.

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Objetivo: Verificar os padrões alimentares e os fatores associados de mulheres em idade reprodutiva. Métodos: Trata-se de estudo transversal realizado com 322 mulheres de 12 a 49 anos, residentes em Vitória de Santo Antão, Zona da Mata de Pernambuco, através de busca ativa nos domicílios. Os setores censitários foram sorteados de forma aleatória simples, abrangendo as unidades de saúde pertencentes à Estratégia de Saúde da Família. A partir do Questionário de Frequência Alimentar, identificaram-se os padrões alimentares, categorizados em baixo consumo, 1º e 2º tercil, e alto consumo, tercil superior. As variáveis independentes analisadas foram as sociodemográficas, de estilo de vida e de saúde. Resultados: Do grupo estudado, 59,3% tinham entre 20 e 39 anos e 60,9% apresentavam excesso de peso. Verificaram-se três padrões alimentares: Saudável, Comum Típico Brasileiro e Fast-food. As mulheres com idade ≥ 40 anos consumiam aproximadamente três vezes mais alimentos do padrão Saudável, quando comparadas àquelas com idade ≤ 19 anos. Em contraste, aquelas com idade ≥ 40 anos apresentaram menor probabilidade de consumir alimentos do padrão Fast-food do que as mais jovens (≤ 19 anos). Verificou-se ainda que mulheres com escolaridade superior a oito anos tinham maior probabilidade de consumir alimentos do padrão Fast-food quando comparadas aquelas com ≤ 4 anos de estudo. Conclusões: As mulheres mais jovens e as de maior escolaridade apresentaram um consumo elevado do padrão alimentar Fast-food, em comparação às mais velhas e de menor escolaridade, respectivamente.
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Pedroza Ortega, Luis Ozmar. "El Sistema Alimentario Mexicano: su acción en el campo y en la alimentación, 1980-1982". Revista de Historia y Geografía, n.º 39 (31 de octubre de 2018): 21. http://dx.doi.org/10.29344/07194145.39.1645.

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El Sistema Alimentario Mexicano (SAM) fue una política pública destinada a atender las necesidades alimentarias de la población, así como la incentivación a la producción y consumo de alimentos básicos en México durante los primeros años de la década de 1980. El objetivo de esta investigación es analizar la propuesta en materia de alimentación y producción del SAM e indagar las repercusiones de su puesta en marcha para hacer frente a la crisis económica y agrícola que había azotado al campo mexicano desde finales de la década de 1970. El artículo se fundamenta en prensa de la época y con documentos operativos del programa. Este estudio contribuye a la historiografía de la alimentación al abordar los cambios en la producción alimentaria de México durante la segunda mitad del siglo xx.AbstractThe Mexican Food System (SAM) was a public policy designed to meet the population’s food needs, as well as to encour age production and consumption of basic foods in Mexico during the first years of 1980s. This research is aimed at analyzing SAM’s proposal on food and production and repercussions of its implementation facing the economic and agricultural crisis for the Mexican countryside since the end of 1970s. The article is based on press news of that time and programmatic operative documents. This study contributes to the historiography of food by addressing changes in food production in Mexico during the second half of the 20th Century.Keywords: food, agricultural crisis, Mexican countryside, nutrition.ResumoO Sistema Alimentar Mexicano (SAM) foi uma política pública destinada a atender as necessidades alimentares da população, assim como o incentivo à produção e consumo de alimentos básicos no México durante os primeiros anos da década de 1980. O objetivo desta pesquisa é analisar qual foi a proposta em matéria de alimentação e produção do SAM e indagar quais foram as repercussões que teve sua implementação para lidar com a crise econômica e agrícola que tinha afetado ao campo mexicano desde finais da década de 1970. O artigo fundamenta-se na imprensa da época e com documentos operativos do programa. Este estudo contribui à historiografia da alimentação a abordar as mudanças na produção alimentar do México durante a segunda metade do século xx. Palavras-chave: alimentação, crise agrícola, campo mexicano, nutrição.
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Pedroza Ortega, Luis Ozmar. "El Sistema Alimentario Mexicano: su acción en el campo y en la alimentación, 1980-1982". Revista de Historia y Geografía, n.º 39 (13 de noviembre de 2018): 21. http://dx.doi.org/10.29344/07194145.39.1691.

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El Sistema Alimentario Mexicano (SAM) fue una política pública destinada a atender las necesidades alimentarias de la población, así como la incentivación a la producción y consumo de alimentos básicos en México durante los primeros años de la década de 1980. El objetivo de esta investigación es analizar la propuesta en materia de alimentación y producción del SAM e indagar las repercusiones de su puesta en marcha para hacer frente a la crisis económica y agrícola que había azotado al campo mexicano desde finales de la década de 1970. El artículo se fundamenta en prensa de la época y con documentos operativos del programa. Este estudio contribuye a la historiografía de la alimentación al abordar los cambios en la producción alimentaria de México durante la segunda mitad del siglo XX.AbstractThe Mexican Food System (SAM) was a public policy designed to meet the population’s food needs, as well as to encour age production and consumption of basic foods in Mexico during the first years of 1980s. This research is aimed at analyzing SAM’s proposal on food and production and repercussions of its implementation facing the economic and agricultural crisis for the Mexican countryside since the end of 1970s. The article is based on press news of that time and programmatic operative documents. This study contributes to the historiography of food by addressing changes in food production in Mexico during the second half of the 20th Century.Keywords: food, agricultural crisis, Mexican countryside, nutrition.ResumoO Sistema Alimentar Mexicano (SAM) foi uma política pública destinada a atender as necessidades alimentares da população, assim como o incentivo à produção e consumo de alimentos básicos no México durante os primeiros anos da década de 1980. O objetivo desta pesquisa é analisar qual foi a proposta em matéria de alimentação e produção do SAM e indagar quais foram as repercussões que teve sua implementação para lidar com a crise econômica e agrícola que tinha afetado ao campo mexicano desde finais da década de 1970. O artigo fundamenta-se na imprensa da época e com documentos operativos do programa. Este estudo contribui à historiografia da alimentação a abordar as mudanças na produção alimentar do México durante a segunda metade do século xx.Palavras-chave: alimentação, crise agrícola, campo mexicano, nutrição.
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López-Espinoza, Antonio. "Editorial / Editorial". Revista Mexicana de Trastornos Alimentarios 9, n.º 1 (19 de abril de 2018): 1–2. http://dx.doi.org/10.22201/fesi.20071523e.2018.1.556.

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Alimentarse es un comportamiento complejo que requiere de una gran cantidad de tiempo y energía por parte de los organismos. En sí mismo contempla un crisol de posibilidades que pueden ir desde el placer que otorga el comer, hasta la agonía del hambre por la restricción de alimento. Así, el comportamiento alimentario (CMA) es un tema de especial interés para la ciencia, la sociedad y los sistemas político-administrativos mundiales. Esta afirmación se sustenta en la problemática alimentaria a la que nos enfrentamos y que tiene diferentes vertientes que contemplan desde patologías como la hipertensión, la obesidad o los trastornos del comportamiento alimentario (TCA), entre otras, hasta problemas vinculados con la seguridad alimentaria, la educación o el derecho a la alimentación. Por ello, se requieren formas de aproximación científica con una profunda interrelación de conocimientos que permitan estructurar visiones integrales para dar solución a la problemática alimentaria que vivimos.En este sentido, el presente volumen monográfico de la Revista Mexicana de Trastornos Alimentarios (RMTA)/Mexican Journal of Eating Disorders (MJED) tiene como propósito principal presentar una serie de artículos que abordan el estudio e investigación del CMA desde una visión integradora del conocimiento en la materia. Con ello pretendemos mostrar la importancia de la colaboración científica multi, trans e inter-disciplinaria en la comprensión del fenómeno alimentario y, en consecuencia, la prevención y control de las patologías relacionadas con el mismo. Sin embargo, la motivación más trascendental de este monográfico es incentivar en los jóvenes estudiantes e investigadores el trabajo conjunto entre las diversas perspectivas científicas, solo con ello tendremos la oportunidad de responder al añejo cuestionamiento ¿Por qué comemos lo que comemos? Invito a la comunidad científica a disfrutar de la gran labor y dedicación que todos los investigadores participantes en este número realizaron para integrar esta aportación al campo del estudio e investigación sobre el CMA.El presente monográfico está constituido por nueve artículos originales y tres de revisión. Como primera aportación, Alma G. Martínez y colaboradores, del Centro de Investigaciones en Comportamiento Alimentario y Nutrición (CICAN) de la Universidad de Guadalajara ([UDG], México), presentan el efecto del condicionamiento aversivo a sabores en el consumo de sacarosa y estevia. Sin duda, un análisis pertinente en el estudio del fenómeno de consumo de endulzantes. A continuación, Fatima E. Housni y colaboradores, en tanto un trabajo conjunto entre el CICAN, el Centro Universitario de Ciencias Económico Administrativas de la UDG y el Tecnológico Nacional de México-Ciudad Guzmán, abordan el cambio de hábitos alimentarios en relación con la disponibilidad de alimentos novedosos. Enseguida, Rebeca Monrroy-Torres y colaboradores, de la Universidad de Guanajuato (México), presentan una investigación en la que examinan la asociación de los principales factores de riesgo nutricional con el estado nutricio, el consumo de refresco y de otras bebidas con azúcares añadidos entre adolescentes. Como resultado muestran que el grupo sin obesidad presentó un mayor consumo de refrescos, por lo que es importante establecer medidas de control sobre éste. Posteriormente, Martha G. Campos y Alfredo Cruz, de la Universidad de Veracruz (México), analizan el papel de los estilos de aprendizaje como factores predictores de los indicadores antropométricos de obesidad en usuarios del servicio de consulta externa en centros de salud. Reportan que, de manera particular, el estilo reflexivo de aprendizaje tiene un efecto sobre el peso corporal. Seguido a este artículo, Marissa E. Valenzuela y Juana M. Meléndez, del Centro de Investigación en Alimentación y Desarrollo A.C. (Sonora, México), abordan el fenómeno de la concepción y valoración del cuerpo en jóvenes del noroeste de México. Señalan que existe incongruencia entre lo que se desea, lo que se percibe y la aceptación de lo que se tiene. Posteriormente, Camila Oda-Montecinos y colaboradores, con base a un trabajo conjunto entre Chile y España, presentan una investigación en la que evalúan la insatisfacción corporal y los comportamientos alimentarios anómalos en adultos chilenos. Sus resultados muestran que la insatisfacción con el peso corporal puede interactuar e influir sobre los hábitos alimentarios y la práctica de ejercicio físico. Enseguida, Leticia A. Rivera y colaboradoras, presentan un trabajo conjunto entre la Universidad Nacional Autónoma de México, la Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo y el Instituto Nacional de Psiquiatría, en el que abordan la percepción familiar asociada al inicio de un TCA. Señalando que los aspectos familiares son elementos importantes a considerar en el tratamiento de estas psicopatologías. Seguido a ello, Jimena Mayorga y colaboradores, de la Pontificia Universidad Javeriana y el Programa Equilibrio (Colombia), presentan una observación y análisis de las comidas familiares en pacientes con TCA. Sus resultados muestran una discordancia entre el comportamiento observado en las sesiones experimentales y lo reportado por los pacientes y sus terapeutas. Finalizando la sección de artículos originales, Diana Matallana y colaboradores, a partir de un trabajo conjunto entre diferentes Universidades e Institutos de Colombia y Argentina, presentan el uso de estímulos novedosos como terapia cognitiva en pacientes con TCA. Sus resultados muestran una mejora en los índices de distintos dominios cognitivos que influyeron en la sintomatología de dichos pacientes.En la sección de artículos de revisión, Antonio López-Espinoza y colaboradores, del CICAN, presentan un análisis del estudio e investigación del CMA, cuya reflexión se centra en el aspecto evolutivo y los retos a enfrentar para quienes se dedican a esta área del conocimiento. Enseguida, Juan Argüelles y colaboradores, de la Universidad de Oviedo (España), presentan un análisis del consumo excesivo de sal y la hipertensión arterial, con énfasis en sus implicaciones para la salud pública. Su aportación central radica en fundamentar, en tanto una medida urgente, la imperiosa necesidad de establecer programas para controlar y combatir el consumo excesivo de sal. El monográfico finaliza con la aportación de Marina L. González-Torres y colaboradoras, de la Universidad Autónoma de Aguascalientes (México), quienes presentan el análisis de las prácticas alimentarias parentales y su relación con la conducta alimentaria infantil, concluyendo que algunas prácticas alimentarias están asociadas tanto a conductas alimentarias deseables como indeseables para la salud de los niños.Seguros estamos de que el contenido de este número permitirá acrecentar el conocimiento en materia de CMA, sin embargo también esperamos sea base para establecer nuevas preguntas de investigación que se consoliden en futuras investigaciones. Es pertinente señalar que gran parte de los investigadores que participaron en este monográfico son integrantes de la Red Internacional de Investigacion en Comportamiento Alimentario y Nutrición (RIICAN), para quien expreso mi gratitud por su colaboración. En nombre de todos los autores agradecemos el interés de su lectura y la disposición para continuar con la construcción de las bases empíricas y teóricas para el estudio e investigación del CMA.
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Lescano San Martín, Luis Alfonso y Leslie Cristina Lescano Bocanegra. "Situación y Perspectivas de la Agroindustria No Alimentaria en la Región La Libertad". REVISTA TECNOLOGÍA & DESARROLLO 12, n.º 1 (26 de febrero de 2016): 7–18. http://dx.doi.org/10.18050/td.v12i1.686.

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La agroindustria no alimentaria elabora productos de consumo intermedios y nales obtenidos a partir de materias primas de origen agrícola, pecuario, forestal e hidrobiológico que no se utilizan directamente en la alimentaciónhumana, entre los cuales se encuentran productos intermedios y nales para las industrias química, medicinal, de cosméticos, maderera, de pulpa y papel, del cuero, textil y tabaco. La agroindustria no alimentaria regional se desarrolla casi completamente dependiente de la agroindustria alimentaria, representando un aporte de 13,6% al sector agroindustrial, un 11,5% al sector manufacturero y un 2,2% al Valor Agregado de la Producción (VAP) regional. Estas cifras no toman en cuenta a los diferentes productos agroindustriales no alimentarios que se obtienen de los residuos agrícolas y pecuarios en las empresas agropecuarias y de las empresas agroindustriales convirtiéndolos en un ingreso económico adicional. Las perspectivas futuras de la agroindustria no alimentaria en la región La Libertad, deben ir, en una primera etapa, hacia la consolidación de las actividades con mayor valor agregado; en las cuales ya se tiene un trabajo previo y experiencia productiva para evolucionar con productos de calidad hacia la exportación. Para el desarrollo de nuevas actividades agroindustriales no alimentarias se debe identicar potenciales mercados internacionales para productos que pueden tener ventajas comparativas y deben trabajarse para llegar a obtener las ventajas competitivas necesarias hasta llegar a la exportación. Las actividades agroindustriales no alimentarias a desarrollarse deben involucrar a la agroindustria rural mediante asociaciones o alianzas estratégicas entre productores y la agroindustria convencional, tomando como modelo actividades agroindustriales exitosas que se han implementado en las diferentes regiones de nuestro País
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Latorre, Caroline Gomes, Camilla Medeiros Macedo da Rocha, Alice Bouskelá, Luana Silva Monteiro, Naiara Sperandio, Marcia Regina Viana y Jane de Carlos Santana Capelli. "Avaliação do consumo alimentar de crianças entre 6 e 24 meses usuárias de uma unidade básica da atenção primária à saúde de Macaé, Rio de Janeiro". DEMETRA: Alimentação, Nutrição & Saúde 15 (30 de marzo de 2020): e43355. http://dx.doi.org/10.12957/demetra.2020.43355.

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O estudo visa descrever a prevalência do consumo alimentar de crianças entre 6-24 meses usuárias de uma unidade básica de saúde (UBS). Realizou-se estudo descritivo de base primária, com crianças entre 6-24 meses, usuárias de uma UBS do município de Macaé-RJ, entre outubro de 2016 e fevereiro de 2017. Foi utilizado o formulário “Marcadores de Consumo Alimentar”, proposto pela Coordenação-Geral de Alimentação e Nutrição (CGAN), em contribuição ao Sistema de Vigilância Alimentar e Nutricional (Sisvan). Utilizou-se a prevalência igual ou superior a 80,0%, recomendada pelo Ministério da Saúde para os indicadores de alimentação saudável. Foram analisados dados de 33 crianças, correspondendo a 78,6% do total das crianças usuárias da UBS, na faixa etária avaliada. Ao analisar os indicadores alimentares, observou-se que as crianças entre 6-12 meses não atingiram a meta de 80,0% para o consumo de frutas, legumes, verduras de folha, carnes ou ovo. Em contrapartida, as crianças entre 12-24 meses apresentaram prevalências acima da meta para o consumo de frutas e carnes ou ovo. A metade das crianças entre 6-12 meses consumiu uma vez comida de sal; e a maioria das crianças acima de 12 meses a consumiu duas vezes. Em ambas faixas etárias, houve maior consumo de alimentos em pedaços, com significância estatística apenas para aquelas acima de 12 meses. Conclui-se que as crianças entre 12-24 meses atingiram a meta do Ministério da Saúde para o consumo de frutas e carnes ou ovo.
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Borges, Hillary Cristina, Rudi Nogueira, João Vitor Coelho Pacheco, Paula Rúbia Jornada Bastos, Rayanne Alves de Arruda, Athaid David Escalante Cayotopa, Felipe Monteiro de Araújo, Ana Caroline Santana dos Santos, Alanderson Alves Ramalho y Mônica da Silva-Nunes. "COMMODITIES AGRÍCOLAS DA AMAZÔNIA – QUEM CONSOME E POR QUÊ? ESTUDO TRANSVERSAL EM UMA POPULAÇÃO AMAZÔNICA URBANA DO ACRE." UÁQUIRI - Revista do Programa de Pós Graduação em Geografia da Universidade Federal do Acre 4, n.º 1 (2022): 171–93. http://dx.doi.org/10.29327/268458.4.1-11.

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O Brasil possui uma rica variedade de alimentos regionais que fazem parte da biodiversidade amazônica, tais como o açaí, cupuaçu, pupunha, buriti e castanhas. Além de contribuírem para a segurança alimentar, eles podem trazer inúmeros benefícios para a saúde e para a economia local. Este estudo tem o objetivo de descrever o consumo desses alimentos no município de Mâncio Lima, Acre, e avaliar quais são as variáveis individuais, domiciliares, socioeconômicas e alimentares relacionadas a esse consumo. Foram entrevistadas 824 pessoas moradoras da área urbana de Mâncio Lima, com mais de 17 anos de idade, entre janeiro e fevereiro de 2012. Os resultados mostraram que o açaí foi o alimento mais consumido e os fatores associados a essa ingesta foram consumir frutas, verduras e feijão mais de 5 vezes na semana. O consumo de cupuaçu teve associação com consumo de frutas e doces acima de 5 vezes na semana e com episódios pregressos de malária vivax. Para a castanha, houve associação com sexo feminino, dormir em áreas onde foi efetuado desmatamento, ter calçada de cimento ou tijolo em frente à casa, produzir frutas para consumo próprio e consumir feijão mais de 5 vezes na semana. O consumo de pupunha esteve associado a trabalhar em atividades de desmatamento, à produção de frutas para consumo próprio e a maior idade. Para o buriti, houve associação com já ter tido malária falciparum, consumir frutas pelo menos 5 vezes na semana, maior idade e a presença de insegurança alimentar moderada ou grave.
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Dos Santos, Mayara Araújo, Maria Elisa De Paula Eduardo Garavello y Fernanda Viegas Reichardt. "Práticas alimentares Xavante: não soberania e insegurança alimentar". Guaju 6, n.º 2 (1 de febrero de 2021): 28. http://dx.doi.org/10.5380/guaju.v6i2.76818.

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O objetivo do presente estudo foi analisar a atual dieta dos Xavante da Aldeia Etenhiritipá, localizada na Terra Indígena Pimentel Barbosa, no estado de Mato Grosso, para uma compreensão mais adequada de determinantes das condições de alimentação desse povo. Foram coletados dados acerca dos alimentos consumidos, assim como as percepções sobre a prevalência de cárie dentária na população como indicativo do alto consumo de açúcares. Optou-se por uma abordagem metodológica qualitativa utilizando as seguintes técnicas: observação participante; entrevistas abertas; e recordatório 24 horas de consumo alimentar. Como resultados, identificou-se um baixo consumo de alimentos tradicionais e o aumento da dependência e compra de itens alimentares na área urbana. Quanto à cárie dentária, a maior parte dos entrevistados mencionou algum tipo de sinal associado à doença bucal. O enfoque deu-se em construir uma explicação contextualizada sobre as práticas alimentares dentro da atual realidade do grupo.
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Homem Junior, Antonio Carlos, Jane Maria Bertocco Ezequiel, Rosemary Laís Galati, Josemir de Souza Gonçalves, Viviane Correa Santos y Rafael Akira Sato. "Grãos de girassol ou gordura protegida em dietas com alto concentrado e ganho compensatório de cordeiros em confinamento". Revista Brasileira de Zootecnia 39, n.º 3 (marzo de 2010): 563–71. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-35982010000300016.

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Avaliaram-se os efeitos de três dietas e dois regimes alimentares sobre o desempenho e as características de carcaça de cordeiros em confinamento. Trinta e seis cordeiros com peso inicial de 18,7 ± 2,4 kg foram distribuídos em delineamento inteiramente casualizado em esquema fatorial 3 × 2 e receberam dietas sem inclusão de lipídio e com inclusão de grãos de girassol ou gordura protegida. Seis cordeiros de cada dieta foram submetidos a restrição alimentar e posterior ganho compensatório, enquanto a outra metade foi alimentada à vontade por todo o período de confinamento. Foram avaliados o consumo de matéria seca, o ganho de peso e a conversão alimentar, os níveis de ureia e colesterol sanguíneos, as características de carcaça e os subprodutos do abate. No período de realimentação, o consumo dos cordeiros que passaram por restrição alimentar não diferiu do consumo dos animais alimentados sempre à vontade. Também não foi afetado pela dieta, no entanto, ao final desse período, o consumo acumulado foi 11,8% menor que nos animais submetidos previamente à restrição. O consumo até o peso de abate não foi alterado pelo regime alimentar. No período de restrição, o nível de colesterol sanguíneo nos cordeiros em restrição alimentar foi 24% superior ao daqueles sem restrição, mas, durante o período de realimentação, não houve diferença. A composição lipídica da dieta aumentou o colesterol sanguíneo em ambos os períodos, de restrição e de realimentação, e reduziu a ureia durante o período de realimentação. O desempenho avaliado ao peso de abate foi prejudicado pela restrição alimentar. Não houve efeito de regime alimentar ou da dieta sobre os parâmetros de carcaça. Fontes de lipídios elevaram a proporção de gorduras totais e reduziram o conteúdo do trato gastrintestinal. O regime alimentar com restrição prejudica o ganho e a conversão alimentar de cordeiros até o abate.
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Durán-Agüero, Samuel, Daniela Maraboli Ulloa, Gonzalo Cubillos-Schmied y Francisco Fernández-Frías. "Asociación entre hábitos alimentarios e índice de masa corporal normal en soldados chilenos". Revista Española de Nutrición Humana y Dietética 20, n.º 4 (31 de diciembre de 2016): 316. http://dx.doi.org/10.14306/renhyd.20.4.265.

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Introducción: Se han evaluado los hábitos alimentarios de diversos grupos etarios y oficios, sin embargo, hay poca información de hábitos alimentarios en soldados. El objetivo del presente estudio es asociar hábitos alimentarios con el índice de masa corporal (IMC) normal en soldados chilenos del Regimiento Buín, Chile.Material y Métodos: Se evaluó a 412 soldados, a cada uno se le aplicó una encuesta alimentaria y una evaluación antropométrica para determinar IMC. Se consideró IMC normal cuando éste se encontraba entre 18,5 a 24,9kg/m2, IMC de sobrepeso 25,0-29,9kg/m2, e IMC de obesidad ≥30,0kg/m2, en cumplimiento a las recomendaciones de la Organización Mundial de la Salud.Resultados: El 41,2% de los soldados presenta IMC normal, el 43,1% presenta sobrepeso y un 15,7% se encuentra con obesidad. Sólo el 5% cumple las recomendaciones chilenas de lácteos y frutas, en cambio casi un 40% de ellos consume <1 porción diaria de estos alimentos, un 60% consume ≤1 porción de leguminosas a la semana y un 50% consume 2 o más porciones diarias de bebidas azucaradas. Se presenta una asociación positiva de tener un IMC<25 (IMC normal) con el consumo de lácteos (>1vez/día) (OR:0,41; IC95%:0,19-0,88), leguminosas (>1vez/semana) (OR:0,29; IC95%:0,14-0,60).Conclusiones: Se observa un bajo consumo de lácteos, frutas, verduras y leguminosas, y un elevado consumo de bebidas azucaradas. Además, la ingesta de lácteos y leguminosas está asociada a IMC normal.
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Ibáñez-Zamacona, María Eugenia, Esther Rebato y Leire Escajedo San-Epifanio. "Los llamados puentes alimentarios: solidaridad, lucha contra el despilfarro y derechos humanos". Revista de Antropología Social 30, n.º 2 (13 de septiembre de 2021): 197–208. http://dx.doi.org/10.5209/raso.77899.

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La convivencia entre altas tasas de despilfarro alimentario y una creciente bolsa de personas en situación de pobreza alimentaria es una de las paradojas del sistema alimentario contemporáneo. Los puentes alimentarios son estrategias que, impulsadas por distintos actores, persiguen que alimentos aptos para el consumo que han quedado fuera del circuito comercial puedan ser reconducidos hacia personas que están en situación o riesgo de exclusión social. En algunos casos, dichas estrategias no han surgido tanto desde un deseo de atender a personas que están en situación o riesgo de inseguridad alimentaria, sino más bien desde la necesidad de dar salida a importantes cantidades de excedentes alimentarios e, incluso, con el objetivo de acceder a los beneficios fiscales y sociales que se asocian a las donaciones de alimentos. Quedan así relegadas a un segundo plano cuestiones como el impacto que este tipo de prácticas tienen en las personas receptoras de los alimentos y la compatibilidad de algunos modelos de donación con fórmulas de intervención social que están orientadas al desarrollo de la autonomía de las personas. Tras un análisis de estrategias de captación y donación de alimentos sobrantes que están en activo en distintas zonas de España, el presente trabajo analiza, desde un enfoque de derechos humanos, las luces y sombras de este tipo de estrategias a corto, medio y largo plazo
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Lara-Espinosa, Lizbeth Estefanía y Luis Geovanny Rojas Conde. "Hábitos y conocimientos alimentarios en adolescentes". Salud, Ciencia y Tecnología 2 (16 de noviembre de 2022): 111. http://dx.doi.org/10.56294/saludcyt2022111.

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Introducción: actualmente las dietas poco saludables ocasionan problemas de salud entre la población. Por lo tanto, es necesario aplicar un adecuado habito alimentario para una vida saludable y así reducir el riesgo de enfermedades a futuro.Objetivo: analizar los hábitos y conocimientos alimentarios de los adolescentes que se encuentran en un rango de edad de 14 a 17 años, identificando los factores de riesgo que pueden afectar la salud y el bienestar de la población estudiada. Método: se aplicó una metodología de enfoque cuantitativo con alcance descriptivo. Se aplicó un el cuestionario dietético sobre hábitos alimentarios, conducta alimentaria y conocimientos nutricionales. Resultados: Al analizar la muestra, se identificaron los factores de riesgo que pueden afectar la salud nutricional de la población estudiada, donde la mayor cantidad de estudiantes posee nociones acerca de estas prácticas. La mayoría poseen conocimientos confiables acerca de frecuencia en el consumo de alimentos y su variedad. Sin embargo, las dimensiones que evidenciaron una fiabilidad menor, correspondieron con los conocimientos alimentarios en los adolescentes.Conclusiones: Los resultados obtenidos en la presente investigación, permiten concluir que los adolescentes que conformaron la muestra de esta investigación poseen conocimientos confiables acerca de las variables autoeficacia, frecuencia en el consumo de alimentos, hábitos de alimentación, conocimiento de nutrición y seguridad alimentaria y comportamiento en prácticas de higiene, lo que indica que la mayor cantidad de estudiantes posee nociones acerca de estas prácticas, las cuales pueden servirle de protección.
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Rodrigues, Wellington Pereira, Priscila Dantas Gonçalves, Josefa Juliana de Oliveira, Qhetillin da Silva Santos, Robenildo dos Santos Brito, Fabíola Ferreira de Sousa, Daniela de Souza, Ana Paula Gomes Soares, Renan Sallazar Ferreira Pereira y Ingrid Borges Siqueira. "Avaliação de hábitos alimentares de universitários em Paripiranga-BA". Revista Eletrônica Acervo Saúde 11, n.º 12 (8 de julio de 2019): e540. http://dx.doi.org/10.25248/reas.e540.2019.

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Objetivo: O objetivo desse estudo foi avaliar hábitos alimentares e estilo de vida de adultos estudantes do Centro Universitário AGES. Métodos: Trata-se de estudo transversal descritivo, de campo, conduzido por 161 indivíduos, de ambos os sexos, idade de 20 a 59 anos. Os pacientes foram avaliados de acordo com a definição de alimentos funcionais. A restrição alimentar destes foi analisada por um questionário de frequência alimentar, que foi readaptado para alguns alimentos, de acordo com as categorias de consumo: habitual, não habitual, raramente consumido e nunca consumido. O estudo foi aprovado por Comitê de Ética em Pesquisa sob o parecer nº 024-2017. Resultados: Cerca de 43% dos participantes da amostra que declararam consumir refrigerante, consomem mais de um litro por dia, causando riscos à saúde. Apesar dos resultados negativos já citados, o estudo aponta que há preocupação dos estudantes na qualidade dos hábitos alimentares, quando 45% destes alegam que preferem sucos naturais, 44% dos universitários relataram que só tomam refrigerante raramente e 53% responderam que leem os rótulos dos alimentos. Conclusão: Conclui-se que foi possível perceber que o consumo de industrializados de forma geral ainda é crescente, principalmente no público adulto e universitário, fazendo-se necessário a criticidade durante a compra do produto, bem como no momento das escolhas alimentares.
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Moura Souza, Amanda de, Ilana Nogueira Bezerra, Diana Barbosa Cunha y Rosely Sichieri. "Avaliação dos marcadores de consumo alimentar do VIGITEL (2007-2009)". Revista Brasileira de Epidemiologia 14, suppl 1 (septiembre de 2011): 44–52. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-790x2011000500005.

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OBJETIVO: Avaliar as questões marcadoras de consumo alimentar do Sistema Vigilância de Fatores de Risco e Proteção para Doenças Crônicas por Inquérito Telefônico e sua evolução temporal. MÉTODOS: Foram avaliados 135.249 indivíduos de 27 cidades brasileiras, entrevistados nos anos de 2007 - 2009. Os marcadores de consumo alimentar foram descritos a partir da frequência de consumo de frutas, hortaliças, feijão, leite integral e desnatado, refrigerante normal e diet/light, e consumo de gordura aparente das carnes e a pele do frango. Avaliou-se a evolução temporal desses marcadores e, adicionalmente, testou-se a elaboração de um escore de alimentação saudável e a identificação de padrões alimentares por meio da análise de cluster. RESULTADOS: Observou-se aumento estatisticamente significativo nas frequências de consumo de feijão, leite integral e refrigerante normal e diminuição no consumo de leite desnatado. Mesmo com aumento de 11 para 13% de indivíduos que referiram consumir feijão diariamente, esses percentuais são baixos; assim como o consumo recomendado de 3 porções de frutas e 3 porções de hortaliças por dia, que foi referido por menos de 15% da população em todos os anos, com queda de 5 para 3% para as hortaliças. O refrigerante não diet foi o item com maior aumento no consumo, passando de 60 para 67%. Os itens avaliados apresentaram fraca correlação e não configuram um constructo único de alimentação saudável. CONCLUSÃO: A qualidade da dieta dos brasileiros tem piorado e é necessária melhor qualificação dos marcadores alimentares considerados de risco para doenças crônicas não-transmissíveis.
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Garcia, Rosa Wanda Diez. "Representações sobre consumo alimentar e suas implicações em inquéritos alimentares: estudo qualitativo em sujeitos submetidos à prescrição dietética". Revista de Nutrição 17, n.º 1 (marzo de 2004): 15–28. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-52732004000100002.

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OBJETIVO: Apresentar e discutir o caráter flexível que emergiu nos relatos sobre consumo alimentar em estudo qualitativo para avaliar práticas alimentares de pessoas submetidas a tratamento dietético por serem hipertensas e o impacto da preocupação com a saúde nestas. Os relatos de consumo alimentar foram analisados como representações sociais e se discutiu as implicações destas em inquéritos dietéticos. MÉTODOS: Em visita domiciliar foram entrevistados 30 hipertensos, sendo 15 de baixa renda e 15 de classe média. Para obtenção de informações sobre consumo alimentar foram aplicados os métodos recordatório alimentar de 24 horas, associado à história dietética e a um questionário de freqüência alimentar, no contexto de uma entrevista em profundidade semi-estruturada. As entrevistas foram gravadas, transcritas e analisadas em seu conteúdo. RESULTADOS: Situadas entre o discurso e as práticas, as representações expressaram flutuações e contradições sobre o consumo alimentar. Tais representações foram agrupadas em categorias apresentadas como: irregularidade da presença do alimento e das compras; modo de consumo conforme o tipo de alimento; variação do número de comensais; indução das respostas provocada pela busca de informações precisas por parte do entrevistador; falta de memória do entrevistado; imprecisão e contrariedade de relatos sobre consumo alimentar; uso de noções quantitativas cujos valores de referência são particulares ao sujeito e presença de terceiros testemunhando a entrevista. A estratégia metodológica utilizada permitiu observar que há menos precisão nas informações sobre consumo alimentar do que o esperado, por serem estas representações sociais, ou seja, construções mentais da realidade. Os resultados também sugerem que a abordagem da alimentação de sujeitos submetidos à prescrição dietética por meio de inquéritos alimentares pode ser insuficiente para conhecer suas práticas alimentares.
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Levy, Renata Bertazzi, Inês Rugani Ribeiro de Castro, Letícia de Oliveira Cardoso, Letícia Ferreira Tavares, Luciana Monteiro Vasconcelos Sardinha, Fabio da Silva Gomes y André Wallace Nery da Costa. "Consumo e comportamento alimentar entre adolescentes brasileiros: Pesquisa Nacional de Saúde do Escolar (PeNSE), 2009". Ciência & Saúde Coletiva 15, suppl 2 (octubre de 2010): 3085–97. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-81232010000800013.

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O objetivo deste artigo é descrever características de consumo e comportamento alimentar de adolescentes brasileiros e sua associação com fatores sociodemográficos. Estudou-se, em 2009, amostra representativa de alunos do 9º ano do ensino fundamental de escolas públicas e privadas das 26 capitais brasileiras e do Distrito Federal. Utilizou-se questionário autoaplicável sobre atributos sociodemográficos, consumo e comportamento alimentar, entre outros. Estimativas dos indicadores construídos foram apresentadas para o total da população e por sexo. A associação de cada um dos indicadores com variáveis sociodemográficas foi examinada por meio de regressão logística. A maioria dos adolescentes consumia regularmente feijão (62,6%), leite (53,6%) e guloseimas (50,9%), realizava pelo menos o almoço ou o jantar com a mãe ou responsável (62,6%) e comia assistindo televisão ou estudando (50,9%). Em geral, as meninas estavam mais expostas a práticas alimentares não desejáveis, e o melhor nível socioeconômico associou-se a maiores prevalências dos indicadores estudados. Os resultados revelaram consumo regular dos marcadores de alimentação não saudável e consumo inferior ao recomendado dos de alimentação saudável, apontando a necessidade de ações de promoção de saúde dirigidas a jovens.
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Rodrigues, Paulo Rogério Melo, Rosangela Alves Pereira, Diana Barbosa Cunha, Rosely Sichieri, Márcia Gonçalves Ferreira, Ana Amélia Freitas Vilela y Regina Maria Veras Gonçalves-Silva. "Fatores associados a padrões alimentares em adolescentes: um estudo de base escolar em Cuiabá, Mato Grosso". Revista Brasileira de Epidemiologia 15, n.º 3 (septiembre de 2012): 662–74. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-790x2012000300019.

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OBJETIVO: Identificar padrões alimentares de adolescentes e sua associação com características socioeconômicas, estilo de vida e estado nutricional. MÉTODOS: Investigou-se amostra probabilística de estudantes entre 14 a 19 anos de idade do ensino médio público e privado de Cuiabá/Mato Grosso (n = 1.139). Os dados foram coletados em sala de aula utilizando-se questionário autoaplicado. Para a obtenção de dados de consumo alimentar, aplicou-se questionário de frequência alimentar semiquantitativo. O estado nutricional foi classificado pelo escore z do Índice de Massa Corporal (IMC = peso/estatura²). Para a classificação socioeconômica considerou-se a escolaridade do chefe da família e a presença de bens e equipamentos no domicílio. Os padrões alimentares foram identificados por meio da análise fatorial exploratória (método de extração: análise de componentes principais) e sua associação com as características socioeconômicas, estilo de vida e estado nutricional foi estimada por modelos de regressão linear múltipla mutuamente ajustados para os outros padrões. RESULTADOS: Foram identificados três padrões alimentares: "ocidental", "tradicional" e "misto". Estudar no turno vespertino e consumir bebidas alcoólicas foram associados (p < 0,05) a maior aderência ao padrão "ocidental". Meninos de escolas públicas, com menor poder aquisitivo e IMC na faixa de normalidade aderiam ao padrão "tradicional". O padrão "misto" foi adotado pelos meninos, estudantes de escolas públicas e que relataram prática de atividade física. CONCLUSÃO: Em adolescentes, vários fatores se associam aos padrões alimentares, mas destacamos que o consumo dos alimentos tradicionais da dieta brasileira associou-se ao IMC na faixa de normalidade.
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Silva, Patricia Maria Candido, Cyro Rego Cabral Junior y Sandra Mary Lima Vasconcelos. "Ingestão do cálcio na obesidade de mulheres atendidas pelo Sistema Único de Saúde". Revista de Nutrição 23, n.º 3 (junio de 2010): 357–67. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-52732010000300004.

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OBJETIVOS: Verificar a associação entre consumo de cálcio e obesidade em uma amostra de mulheres obesas ou eutróficas. MÉTODOS: Por meio de inquéritos alimentares, estimou-se a ingestão de cálcio de 177 mulheres hipertensas e/ou diabéticas mediante recordatórios de 24h e frequência de consumo alimentar. Estudo caso-controle teve o grupo-estudo composto por 102 mulheres obesas e o grupo-controle por 75 mulheres eutróficas. Os dados de ingestão foram comparados às recomendações dietéticas e às porções de alimentos de origem animal, recomendados pela pirâmide alimentar brasileira, que são fontes de cálcio. Na análise estatística dos dois grupos segundo faixa etária, utilizou-se o coeficiente de correlação linear simples de Pearson com nível de significância de até 5% de probabilidade de erro experimental. RESULTADOS: A ingestão quantitativa de cálcio foi semelhante entre os grupos e igualmente insuficiente para atingir as recomendações nutricionais. A análise da frequência de consumo de fontes de cálcio revelou que os dois grupos apresentavam consumo inferior a três porções/dia, merecendo destaque o grande número que referiu "raramente" consumir tais alimentos. CONCLUSÃO: Não foi observada nessa população a associação entre obesidade e ingestão de cálcio. Seu consumo foi insuficiente para atingir as quantidades recomendadas, um achado relevante. Considerando a idade das mulheres estudadas e o diagnóstico de hipertensão e diabetes, é evidente a necessidade de atividades de educação nutricional para estimular o consumo de fontes alimentares de cálcio com o intuito de auxiliar no controle da hipertensão e de prevenir agravos importantes, como a obesidade e a osteoporose.
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S. Filha, Elenice de Oliveira, Jackeline Silveira Araújo, Juliana Santos Barbosa, Danielle Pereira Gaujac, Cinthia Fontes da S. Santos y Danielle Góes da Silva. "Consumo dos grupos alimentares em crianças usuárias da rede pública de saúde do município de Aracaju, Sergipe". Revista Paulista de Pediatria 30, n.º 4 (diciembre de 2012): 529–36. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-05822012000400011.

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OBJETIVO: Avaliar o consumo dos grupos alimentares em crianças usuárias da rede pública de saúde do município de Aracaju, Sergipe. MÉTODOS: Estudo transversal com crianças de 6 a 35 meses de cinco Unidades Básicas de Saúde. Para a avaliação dietética foi utilizado o recordatório alimentar de 24 horas. Os alimentos e preparações consumidos pelas crianças foram transformados em porções relacionadas aos oito grupos da Pirâmide Alimentar, e suas inadequações foram analisadas de acordo com as recomendações dos guias alimentares brasileiros. Comparou-se o consumo alimentar das faixas etárias de 6 a 11, 12 a 23 e 24 a 35 meses. Para análise das variáveis, os testes estatísticos Kruskal-Wallis e qui-quadrado foram utilizados, considerando nível de significância de 5%. RESULTADOS: Dentre as 359 crianças incluídas, observou-se consumo insuficiente de hortaliças, frutas, leite e derivados, e alto consumo de açúcares e doces. Quando comparado o consumo entre as diferentes faixas etárias, as crianças de 6 a 11 meses apresentaram menor consumo de frutas, carnes e leguminosas, e as de 24 a 35 meses tiveram maiores percentuais de ingestão excessiva de cereais, açúcares e doces, óleos e gorduras. CONCLUSÕES: O consumo alimentar das crianças apresentou inadequações nos grupos alimentares das frutas, hortaliças, leite e derivados, açúcares e doces, além de diferenças significativas no consumo entre as faixas etárias. Nesse contexto, é importante salientar a necessidade da educação alimentar e nutricional, respeitando as especificidades de cada grupo etário, visando a contribuir para a prevenção de problemas nutricionais em médio e longo prazos.
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Pereira, Karen Cristina de Andrade, Andréa Rossi Scalco y Ana Elisa Bressan Smith Lourenzani. "Estudo sobre a relação do ambiente alimentar com o comportamento de compra". Research, Society and Development 9, n.º 11 (10 de diciembre de 2020): e99391110592. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v9i11.10592.

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A má nutrição é um grande desafio a ser enfrentado no mundo, tanto em países de alta, média e baixa renda. A nutrição é influenciada pelos sistemas alimentares que são responsáveis pela produção, transformação, distribuição, preparação e consumo de alimentos. No entanto, nem sempre os sistemas alimentares proporcionam uma dieta segura e de alta qualidade para todos. Além disso, tais dietas são influenciadas pelos ambientes alimentares, que dizem respeito às fontes alimentares disponíveis para os consumidores. Os ambientes alimentares podem influenciar as escolhas alimentares, uma vez que são esses ambientes que disponibilizam os alimentos ao consumidor. Diante desse contexto, o trabalho teve como objetivo explanar sobre a relação do ambiente alimentar com o comportamento de compra. Para responder tal objetivo, foi realizada uma pesquisa exploratória de abordagem qualitativa, em que o procedimento metodológico utilizado foi a pesquisa bibliográfica. Por meio da pesquisa bibliográfica, constatou-se que o ambiente alimentar e o comportamento de consumo são componentes que constituem os sistemas alimentares. Esses, por sua vez, correspondem às fontes alimentares disponíveis e que influenciam as pessoas na tomada de decisão de compra. Portanto, mesmo que o indivíduo apresente preferências individuais no processo de escolha de alimentos, o ambiente alimentar moldará seu comportamento de consumo.
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Neutzling, Marilda Borges, Cora Luiza Pavin Araújo, Maria de Fátima Alves Vieira, Pedro Curi Hallal y Ana Maria Baptista Menezes. "Freqüência de consumo de dietas ricas em gordura e pobres em fibra entre adolescentes". Revista de Saúde Pública 41, n.º 3 (junio de 2007): 336–42. http://dx.doi.org/10.1590/s0034-89102007000300003.

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OBJETIVO: Descrever a freqüência e os fatores associados ao consumo de dietas ricas em gordura e pobres em fibra em adolescentes. MÉTODOS: Estudo de delineamento transversal com adolescentes de 10 a 12 anos, realizado em 2004/2005, em Pelotas, RS. A freqüência alimentar no ano anterior à pesquisa foi avaliada pelo questionário de Block, composto por 24 itens alimentares, pontuados de acordo com a freqüência de consumo de alimentos ricos em fibras e gorduras. Na análise bruta, as prevalências de dietas ricas em gordura e pobres em fibra foram comparadas conforme sub-grupos das variáveis independentes (sexo, cor da pele, nível socioeconômico, escolaridade materna e estado nutricional do adolescente). Para controle de fatores de confusão, uma análise multivariável por regressão de Poisson foi realizada para cada desfecho. RESULTADOS: Foram encontrados 4.452 adolescentes, representando 87,5% da coorte original. A maioria dos jovens (83,9%) consumia dieta pobre em fibra, e mais de um terço deles (36,6%) consumia dieta rica em gordura. O nível socioeconômico e a escolaridade materna mostraram-se diretamente associados com a prevalência de consumo de dietas ricas em gordura. Jovens dos níveis socioeconômicos A+B e C apresentaram menor freqüência de consumo de dietas pobres em fibra. CONCLUSÕES: A prevalência de dietas ricas em gordura e pobres em fibra foi elevada nessa população de adolescentes. Políticas públicas dirigidas aos determinantes dos hábitos alimentares são necessárias e urgentes.
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Miguel, Elizangela da Silva, Davi Lopes do Carmo, Sílvia Oliveira Lopes, Ricardo Henrique Silva Santos, Sylvia do Carmo Castro Franceschini, Luiza Carla Vidigal Castro, Glauce Dias da Costa y Silvia Eloiza Priore. "Avaliação da segurança alimentar, estado nutricional e percepção em relação ao uso de agrotóxicos na produção de alimentos". Segurança Alimentar e Nutricional 29 (28 de septiembre de 2022): e022010. http://dx.doi.org/10.20396/san.v29i00.8669399.

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A insegurança alimentar no meio rural é muito presente. Destaca-se ainda as mudanças de hábitos alimentares que podem afetar o estado nutricional e o crescente uso de agrotóxicos. Este trabalho objetivou avaliar a situação de segurança alimentar de agricultores familiares, estado nutricional e percepção em relação ao uso de agrotóxicos na produção de alimentos. O estudo foi realizado com 48 agricultores familiares, sendo coletadas informações referentes ao estado nutricional, disponibilidade domiciliar de alimentos e consumo alimentar. Além destes pontos, avaliou-se a percepção dos agricultores sobre o uso de agrotóxicos. A segurança alimentar foi avaliada pela disponibilidade de alimentos e o consumo alimentar pelo Questionário de Frequência de Consumo Alimentar. A Análise de Conteúdo foi mobilizada para avaliação da percepção do uso de agrotóxicos. Os resultados indicaram que 89,6% dos agricultores estavam em situação de segurança alimentar quanto às perspectivas da disponibilidade de alimentos, contudo 54,2% apresentam distrofia nutricional. Verificou-se ainda que menos de 50% dos agricultores familiares consumiam frutas e hortaliças todo dia, enquanto que 80% consumiam açúcares e doces diariamente. Utilizavam agrotóxicos na produção de alimentos, 75% dos agricultores, sendo que destes cerca de 70% relataram não consumir os alimentos produzidos. O Índice de Massa Corporal elevado apresentou associação com uso atual de agrotóxicos (p=0,046). Ainda, 85,4% dos agricultores afirmaram que os agrotóxicos impactam na saúde, com predomínio da percepção de riscos relacionada à manifestação de doenças. Conclui-se que se faz necessária a conscientização dos agricultores sobre a alimentação e ações voltadas para os riscos da exposição aos agrotóxicos.
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De Menezes, Carolina Sant Anna, Julia Theisen Sacramento, Mariana Dall‘Agnol Brandão, Mônica Cristina Broilo, Daniele Botelho Vinholes y Fabiana Viegas Raimundo. "Habilidades culinárias parentais e consumo infantil de alimentos in natura ou minimamente durante a pandemia COVID-19". DEMETRA: Alimentação, Nutrição & Saúde 17 (30 de abril de 2022): e63174. http://dx.doi.org/10.12957/demetra.2022.63174.

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Introdução: O Guia alimentar para a população brasileira recomenda a promoção e transmissão de habilidades culinárias como ferramenta de construção de hábitos alimentares saudáveis. Nesse contexto, a literatura demonstra a possível relação entre as habilidades culinárias parentais e a redução no consumo de alimentos de baixo valor nutricional por parte das crianças. Objetivo: Avaliar a associação entre as habilidades culinárias parentais e o consumo infantil de alimentos in natura/minimamente processados durante a pandemia de Covid-19. Métodos: Estudo transversal, realizado on-line, com pais ou responsáveis de crianças de 2-9 anos de idade. As habilidades culinárias foram avaliadas por meio de questionário baseado no Guia alimentar para a população brasileira. O consumo alimentar foi avaliado por meio do questionário estruturado adaptado do instrumento de Marcadores Alimentares do SISVAN. Resultados: Das 517 crianças avaliadas, 27,3% apresentaram baixa frequência no consumo de verduras e/ou legumes e 35% de saladas cruas. Cozinhar feijão na panela de pressão e preparar molho de tomate caseiro foram as habilidades em que um maior número de adultos relatam se sentir nada confiantes. O maior grau de habilidades culinárias parentais foi significativamente associado ao maior consumo de verduras e/ou legumes cozidos (p=0,002) e saladas cruas (p=0,024). Conclusão: Os achados do presente estudo demonstram, com base na associação entre habilidades culinárias e consumo alimentar infantil, que estratégias de educação alimentar e nutricional que fomentem o desenvolvimento dessas habilidades podem ser ações efetivas para promover hábitos alimentares saudáveis nas famílias.
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Schäfer, Antônio Augusto, Antonio José Grande, Micaela Rabelo Quadra y Fernanda Oliveira Meller. "CONSUMO E COMPORTAMENTO ALIMENTAR DE TRABALHADORES DE UMA UNIVERSIDADE: UM ESTUDO TRANSVERSAL". DEMETRA: Alimentação, Nutrição & Saúde 14 (2 de agosto de 2019): e38102. http://dx.doi.org/10.12957/demetra.2019.38102.

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Objetivo: Avaliar o consumo e o comportamento alimentar de trabalhadores. Métodos: Estudo transversal realizado com uma amostra representativa dos funcionários de universidade da cidade de Criciúma-SC. Avaliou-se, por entrevistadores treinados, a frequência de consumo de verduras/legumes, frutas, leguminosas, carnes, refrigerante, suco artificial e doces, conforme as seguintes opções de resposta: “nunca”, “quase nunca”, “1 a 2 dias”, “3 a 4 dias”, “5 a 6 dias” ou “diariamente”. O consumo regular dsses alimentos foi definido pelo consumo de, pelo menos, cinco dias na semana. Número e local das refeições, alimentar-se em frente à televisão, hábito de consumir a gordura da carne e de adicionar sal nas preparações também foram estudados. As análises foram realizadas utilizando o Stata versão 12.1. Resultados: Foram estudados 214 funcionários, metade dos quais consumia regularmente frutas, verduras e legumes. O consumo regular de doces, refrigerante e suco artificial foi referido por aproximadamente 20% dos indivíduos. Além disso, metade da amostra realizava, pelo menos, cinco refeições ao dia e tinha o hábito de comer assistindo televisão. Conclusões: Os funcionários apresentaram baixa frequência de consumo de alimentos considerados marcadores de uma alimentação saudável, como frutas, verduras, legumes e leguminosas. Ademais, grande parte deles referiu ter comportamento alimentar inadequado. Dessa forma, faz-se necessária a implementação de ações de promoção e prevenção da saúde nessa universidade voltadas à nutrição.DOI: 10.12957/demetra.2019.38102
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Antún Marte, Reyna, Cristina Díaz Beltré, Winna Rivera Soto y Linnette Rodríguez-Figueroa. "Perfil alimentario y nutricional de inmigrantes dominicanos en Puerto Rico, 2017". Ciencia y Salud 6, n.º 3 (19 de noviembre de 2022): 77–85. http://dx.doi.org/10.22206/cysa.2022.v6i3.pp77-85.

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Objetivo: describir el perfil alimentario-nutricional de dominicanos residentes en Puerto Rico (PR) y su asociación con el tiempo de residencia en ese país y la seguridad alimentaria. Métodos: estudio transversal descriptivo con una muestra no probabilística por conveniencia de 100 sujetos entre las edades de 21-64 años. Se administró un cuestionario socio-demográfico, antropométrico, perfil alimentario y prevalencia de seguridad alimentaria. Se realizaron análisis descriptivos (frecuencias, porcientos, promedios y desviación estándar) y de asociación (correlación Pearson y ji cuadrada). Resultados: la mayoría de participantes fueron mujeres (68 %), con aproximadamente 50 años de edad (46.9 ± 10.9 años). El tiempo promedio de residencia en PR fue de 16.8 ± 10 años. El consumo promedio diario de frutas y vegetales fue de 5.8 ± 2.7 veces/día. La prevalencia de sobrepeso y obesidad fue de 39 % y 37 %, respectivamente. Un 79 % reportó tener seguridad alimentaria. No se encontró asociación estadísticamente significativa entre tiempo de residencia en Puerto Rico y la frecuencia de consumo de frutas y vegetales o con el índice de masa corporal. Tampoco se encontró asociación entre seguridad alimentaria y el índice de masa corporal o el consumo de frutas y vegetales. Conclusión: alto consumo en frecuencia de frutas y vegetales entre los dominicanos entrevistados y una alta seguridad alimentaria; sin embargo, se encontró una alta prevalencia de sobrepeso y obesidad. No se encontró asociación estadísticamente significativa entre el tiempo de residencia en Puerto Rico y el IMC o el consumo de frutas y vegetales, ni entre la seguridad alimentaria y el IMC o el consumo de frutas y vegetales.
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Costa, André Gustavo Vasconcelos, Sílvia Eloíza Priore, Céphora Maria Sabarense y Sylvia do Carmo Castro Franceschini. "Questionário de freqüência de consumo alimentar e recordatório de 24 horas: aspectos metodológicos para avaliação da ingestão de lipídeos". Revista de Nutrição 19, n.º 5 (octubre de 2006): 631–41. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-52732006000500011.

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A adequada avaliação da ingestão lipídica, por meio de inquéritos alimentares, é de interesse em estudos populacionais, visto que os lipídeos estão envolvidos tanto no desenvolvimento quanto na prevenção de doenças arteriais coronarianas. Os inquéritos de consumo alimentar consistem em métodos indiretos de avaliação do estado nutricional, que estão sujeitos a erros inerentes ao indivíduo e à metodologia do estudo. É fundamental que tais métodos, particularmente o questionário de freqüência de consumo alimentar sejam validados para a população em estudo. Entre os principais erros que envolvem a avaliação de consumo de lipídeos, incluem-se a variabilidade intrapessoal, que pode ser minimizada com o aumento do número de recordatórios analisados e por técnicas estatísticas. O uso de biomarcadores para estimar o consumo alimentar a longo prazo é cada vez mais utilizado e apresenta um importante papel na correta avaliação do consumo real de lipídeos. Nesse contexto, pretende-se com este trabalho discutir aspectos metodológicos para estimar a ingestão de lipídeos pela população. Discutem-se aspectos relacionados aos erros de avaliação da ingestão alimentar, aspectos relacionados à utilização do questionário de freqüência de consumo alimentar e do recordatório de 24 horas, a importância de estudos utilizando biomarcadores e a utilização de inquéritos alimentares para estimar o consumo de lipídeos.
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Araujo, Marina Campos, Gloria Valeria da Veiga, Rosely Sichieri y Rosangela Alves Pereira. "Elaboração de questionário de frequência alimentar semiquantitativo para adolescentes da região metropolitana do Rio de Janeiro, Brasil". Revista de Nutrição 23, n.º 2 (abril de 2010): 179–89. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-52732010000200001.

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OBJETIVO: Descrever a elaboração de um questionário de frequência alimentar para adolescentes do Rio de Janeiro, Brasil. MÉTODOS: Para seleção dos itens alimentares incluídos no questionário de frequência alimentar, utilizaram-se dados de três dias de registro alimentar obtidos em uma amostra de 430 estudantes, na faixa etária de 12 a 19 anos, da rede de ensino estadual de Niterói, Rio de Janeiro. Foram incluídos os itens alimentares mais citados nos registros e que contribuíram com 95% do consumo de energia e nutrientes dos registros alimentares. As porções de referência foram as mais frequentemente referidas nos registros do estudo de base. As opções de frequência foram definidas de forma diferenciada para os diversos itens do questionário. RESULTADOS: Nos registros foram listados 306 alimentos, dos quais 249 itens foram incluídos no questionário, isoladamente ou agrupados, compondo uma lista de 90 itens. Os 14 itens alimentares mais consumidos por adolescentes do Rio de Janeiro, nesse estudo e em estudo anterior, foram associados a oito opções de frequência de consumo; 18 itens alimentares foram acoplados a sete opções de frequência e para 58 itens foram definidas cinco opções de frequência. CONCLUSÃO: O estudo permitiu a elaboração do questionário de frequência alimentar para adolescentes da Região Metropolitana do Rio de Janeiro, o qual será submetido às análises de reprodutibilidade e validade. Este questionário representa um instrumento valioso para pesquisas epidemiológicas que investiguem o consumo alimentar de adolescentes.
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Neutzling, Marilda Borges, Maria Cecília Formoso Assunção, Maura Cavada Malcon, Pedro Curi Hallal y Ana Maria Baptista Menezes. "Hábitos alimentares de escolares adolescentes de Pelotas, Brasil". Revista de Nutrição 23, n.º 3 (junio de 2010): 379–88. http://dx.doi.org/10.1590/s1415-52732010000300006.

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OBJETIVO: Descrever a frequência com que escolares adolescentes de Pelotas (RS) estão seguindo as recomendações nacionais para uma alimentação saudável. MÉTODOS: Estudo transversal aninhado a um estudo longitudinal em 2004, incluindo adolescentes de 13 e 14 anos matriculados em 32 escolas públicas de Pelotas (RS). A amostra incluiu 2.209 adolescentes. Para avaliação da frequência de consumo alimentar, foi utilizado questionário proposto pelo Instituto Nacional do Câncer. Foram construídos desfechos baseados nos dez passos para a alimentação saudável propostos pelo Ministério da Saúde do Brasil. RESULTADOS: Os hábitos alimentares saudáveis mais frequentes foram o consumo diário de feijão e leite, relatado por cerca de metade dos adolescentes. Quase metade dos jovens referiu ingerir batata frita e salgadinhos no máximo uma vez por semana. Verificou-se consumo adequado de alimentos conservados e enlatados em 44,6% dos adolescentes. Pouco menos da metade dos jovens (43,6%) nunca colocava sal adicional na comida. Quanto ao consumo de doces e outros alimentos ricos em açúcar, constatou-se que aproximadamente um terço deles consumia bolos ou biscoitos no máximo duas vezes por semana. CONCLUSÃO: Verificou-se baixa frequência de hábitos alimentares saudáveis em todos os subgrupos estudados, sendo a frequência mais baixa entre jovens de maior nível socioeconômico e entre as meninas. O hábito alimentar que apresentou mais baixa frequência - 5,3% dos adolescentes - foi o consumo de frutas e verduras cinco ou mais vezes por dia. Políticas públicas de promoção da saúde voltadas à melhoria da alimentação e nutrição dos adolescentes são necessárias e urgentes.
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