Artículos de revistas sobre el tema "Condizioni limite"

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Brunelli, Giuditta. "Minori immigrati, integrazione scolastica, divieto di discriminazione". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 1 (abril de 2010): 58–77. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001004.

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Resumen
Il saggio si sofferma sull'accesso all'istruzione obbligatoria e sulle condizioni di esercizio del diritto fondamentale all'istruzione dei minori stranieri. Su tali posizione soggettive incidono in modo significativo ipotesi di intervento quali le "classi-ponte" (o classi di inserimento) e recenti provvedimenti ministeriali (il limite massimo del 30% di alunni stranieri nelle classi previsto dalla circolare del Ministero dell'istruzione n. 2 del 2010). Dopo aver argomentato la dimensione antidiscriminatoria assunta dal principio di eguaglianza nella giurisprudenza costituzionale sulla condizione dello straniero, l'A. mette in luce i profili problematici di proposte che tendono a superare il modello di integrazione scolastica piena affermatosi in Italia negli ultimi vent'anni. L'opzione politica in favore delle classi-ponte, oltre ad apparire culturalmente arretrata e tecnicamente inadeguata, si rivela soprattutto costituzionalmente discriminatoria. A sua volta, il provvedimento sul "tetto" del 30% presenta margini non irrilevanti di ambiguitŕ (proprio in relazione alla possibile creazione "mascherata" di classi di inserimento) e dŕ luogo a numerose difficoltŕ applicative, alcune delle quali suscettibili di configurare vere e proprie discriminazioni. Si propongono pertanto, anche sulla base di indicazioni provenienti dall'Unione europea, altre modalitŕ di intervento, piů efficaci e rispettose dell'autonomia scolastica.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore y Rosa Bruna Dall'Agnola. "Discussione". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (marzo de 1999): 40–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000381.

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A nostra conoscenza, questo studio costituisce una delle descrizioni maggiormente dettagliate della qualità della vita nei pazienti psichiatrici presenti sia nella letteratura nazionale che internazionale. I dati sono stati raccolti su di un vasto campione di pazienti, che si può ritenere rappresentativo dei pazienti che frequentano abitualmente un servizio psichiatrico italiano. La percentuale di responders, pari ad oltre 1'80% dei pazienti, è da ritenersi piuttosto elevata, soprattutto se si considera la presenza piuttosto cospicua nel campione di pazienti con gravi disturbi psichici. Un limite di questi dati, come accade di frequente nelle valutazioni centrate sul paziente, tuttavia, consiste nel fatto che a rifiutare la compilazione del questionario sono stati pazienti con in media condizioni cliniche più gravi: la più elevata psicopatologia e disabilità, unitamente ad un minor numero di contatti con il servizio, fanno pensare che questi siano pazienti meno collaboranti in generale. Come ottenere informazioni su questa tipologia di pazienti, che in genere sfugge a tutte le valutazioni, rimane un problema da risolvere, che potrebbe essere in parte affrontato prendendo in considerazione le informazioni raccolte da altre fonti, quali ad esempio i familiari più stretti o l'operatore-chiave.
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Fabbroni, Roberto. "Teoria Unificata delle 4 forze: Il Vuoto, il Potenziale Quantico e le Onde Scalari che creano la vita!" Scienze Biofisiche 2, n.º 1 (9 de marzo de 2023): 1–20. http://dx.doi.org/10.48274/ibi18.

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Scopo di questo articolo è quello di fornire una spiegazione plausibile del fatto che le 4 Forze in natura che fanno già parte di una Teoria Unificata, assieme al Potenziale Quantico (Q), sono parte, o magari l’essenza, a mio avviso, di quello che viene chiamato Campo Scalare o Campo di Higgs. La proposta di tale Teoria va al di là di un formalismo matematico che è il limite attuale della riuscita di una teoria riconosciuta da tutti ma si palesa in un contesto analitico riconosciuto da tempo, grazie ad elementi significativi e certi emersi fino ad oggi. Lo sforzo di fornire questo indirizzo è anche supportato dai risultati applicativi che emergono in fase di trattamenti energetici attraverso il Metodo Summa Aurea® all’interno di quella che è la proposta di una Nuova Medicina, la “Medicina Integrativa Informazionale-MII”, che è un ulteriore livello di integrazione della medicina, in quanto basa le terapie e i trattamenti che svolge, sulla necessaria conoscenza e Consapevolezza dell’Energia-Informata che, da un punto di vista scientifico, è la base di tutto ciò che esiste in natura, esseri umani compresi. Comprendere quindi che ogni stato di malessere è una disarmonia energetica e come tale, conoscendo il funzionamento dell’energia, si può interagire sulle frequenze disarmoniche per tendere verso il ripristino delle condizioni di benessere in modo non invasivo e senza effetti collaterali. Questo è quanto tenteremo di spiegare in questo articolo.
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Moszkowicz, D., N. Portmann, J. Rufin y S. Ledoux. "Chirurgia dell’obesità: condizioni, interessi e limiti". EMC - AKOS - Trattato di Medicina 24, n.º 1 (marzo de 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(22)46086-4.

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Ciangura, C., L. Lucas-Martini y A. Toriciva. "Chirurgia dell’obesità: condizioni, interessi e limiti". EMC - AKOS - Trattato di Medicina 16, n.º 4 (diciembre de 2014): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(14)68917-8.

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Garzilli, Francesca. "Latenze del paesaggio periurbano: in dialogo con François Jullien". CRIOS, n.º 19 (mayo de 2021): 34–45. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019004.

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Il paper rilegge criticamente il territorio periurbano e le sue potenzialità a partire da un'intervista rilasciata da François Jullien in merito ad alcuni concetti, pertinenti all'oggetto di riflessione, espressi all'interno del libro "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014) . Scopo del sag¬gio è di mettere in relazione il concetto di paesaggio espresso da Jullien, riferito alla tradizione cinese, ed in particolare le sue condizioni di spazio entre ed ècart, con le caratteristiche tipiche del territorio periurbano. Questa impostazione sembra particolarmente utile per superare i limiti descrittivi e prefigurativi legati alla condizione topologica di questo spazio, frammentario, ibrido, discontinuo, contradditorio. La visione olistica sostenuta dallo studioso francese sembra infatti esaltare le potenzialità del periurbano come "campo di transizione", aiutando ad uscire da alcune secche concettuali persistenti nel dibattito disciplinare. La contaminazione tra questa interpretazione del paesaggio e gli studi provenienti dalla tradizione del landscape ecology possono così contribuire a un nuovo discorso sul paesaggio periurbano e sulle possibilità di una sua risignificazione mediante una rinnovata idea di progetto.
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Colombetti, Elena. "Tecnologia, medicina e società: un gioco di alleanze e di tensioni". Medicina e Morale 50, n.º 3 (30 de junio de 2001): 491–508. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.727.

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Resumen
All’interno dell’orizzonte delineato dal rapido progresso medico accompagnato dalla massiccia presenza della tecnologia nasce la necessità di ripensare la collocazione della medicina in relazione al più ampio contesto della società in cui essa è inserita. Esistono tensioni tra il bisogno di una copertura universale della medicina di base e il crescente costo delle prestazioni, tra i risultati teoricamente raggiungibili e la limitazione delle risorse, tra l’aspettativa individuale e l’impossibilità di sconfiggere definitivamente ogni malattia. Callahan, uno dei padri della bioetica nordamericana, pone l’accento sulla necessità di promuovere una medicina socialmente ed economicamente sostenibile e per far questo indica come categoria principale il concetto di limite. Si tratta di ripensare le priorità della società nel suo complesso, tenendo presente che in un contesto di risorse limitate la maggior spesa nel settore medico va comunque a scapito degli investimenti in un altro, e che il divario tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione (rinvenibile sia all’interno dei singoli Paesi che tra nord e sud del mondo) richiedono una concreta attenzione che si traduce anche in una maggior sforzo per ampliare la copertura di base più che ad ulteriori sforzi nella linea di costosi interventi specialistici per patologie acute. La proposta è quella di elaborare un diverso modello di progresso medico che valuti i passi non esclusivamente in termini di benefici individuali, ma anche di effetti sulla salute della popolazione, che riconosca in questo campo l’importanza delle condizioni sociali, economiche e culturali, che sappia anche accontentarsi dei livelli raggiunti nello sforzo di migliorare la salute di persone che hanno già la più alta aspettativa di vita mai raggiunta nella storia. Tutto questo deve poi fare i conti con una duplice dimensione: da una parte non può dimenticare l’intreccio esistente con le strategie e la logica di mercato che si presenta come il naturale alleato del progresso tecnologico e della sempre più esigente domanda di prestazioni, ma che non può essere assunto come unica guida delle scelte di ambito pubblico, dall’altra deve tener presente che la visione liberale o comunitaria da cui si parte per la pianificazione dell’organizzazione sociale e politica porta ad esiti molto diversi. In ultima analisi l’accettazione della finitezza, che la proposta di Callahan richiede, porta a strutturare una gerarchia di valori, ma questo comporta a sua volta una solida fondazione ontologica capace di sollevarsi al di sopra di una visione biologico-meccanicistica del problema in oggetto.
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Bovero, Michelangelo. "Che cosa è non decidibile: cinque regioni del coto vedado". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 1, n.º 1 (13 de diciembre de 2018): 129–41. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v1n1.2018.p129-141.

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Resumen
In questo articolo, l’A. richiama l’attenzione sul concetto di «sfera dell’indecidibile» coniato da Luigi Ferrajoli, ponendolo a confronto con la nozione di «coto vedado» di Ernesto Garzón Valdés e con l’analoga idea di «territorio» o «frontiera» inviolabile elaborata da Norberto Bobbio: le tre nozioni indicano l’insieme di principi e regole costituzionali che nessun potere politico può violare negli stati democratici di diritto, al centro del quale si trovano i diritti individuali fondamentali. L’A. propone un’interpretazione estensiva della teoria della democrazia di Bobbio capace di offrire una soluzione più avanzata al problema dei limiti del potere politico democratico. Invita a riconoscere nelle «regole del gioco» indicate da Bobbio le condizioni (in senso logico) della democrazia, articolate in due serie: cinque condizioni formali, contenute nelle regole di competenza e di procedura che riguardano il «chi» e il «come» delle decisioni collettive; e cinque condizioni sostanziali, contenute nei principi normativi impliciti nella «sesta regola» dell’elenco di Bobbio, che prescrivono limiti e vincoli al «che cosa», ossia alla sostanza delle medesime decisioni. Tali condizioni sostanziali corrispondono a quelle che l’A. chiama le «cinque regioni del coto vedado». L’A. torna in conclusione sulla concezione di Ferrajoli, in cui riconosce un miglioramento teorico rispetto alle elaborazioni esplicite sia di Bobbio sia di Garzón Valdés; ma sostiene che la teoria delle condizioni e precondizioni della democrazia ricavata per interpretazione estensiva dalla costruzione teorica di Bobbio offre un miglior fondamento razionale alla costruzione della «sfera dell’indecidibile».
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Mastronardi, N. y G. Piazza. "Limite a posteriori del numero di condizione in norma spettrale per matrici tridiagonali". Calcolo 29, n.º 1-2 (marzo de 1992): 81–96. http://dx.doi.org/10.1007/bf02576763.

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Oppes, Mario. "Il diritto all’informazione nella Convenzione di Oviedo: implicazioni etiche e deontologiche / The right to be informed in the Oviedo Convention and its ethical implications". Medicina e Morale 66, n.º 6 (25 de enero de 2018): 811–25. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.522.

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Il secondo comma dell’articolo 10 della Convenzione di Oviedo sancisce il diritto del paziente ad essere informato sulle sue condizioni di salute. Si tratta di un diritto che non fa parte della tradizione medica e che, sebbene oggi venga considerato scontato, è stato introdotto nella pratica clinica solo in tempi recenti. Anche la deontologia medica lo ha accolto in Italia solo col Codice del 1998. Certamente nell’affermazione di tale diritto ha svolto un ruolo fondamentale la Convenzione di Oviedo. Tuttavia per quanto ormai da tutti accettato, restano dubbi circa la possibilità di garantire, attraverso il suo riconoscimento non solo formale, un effettivo miglioramento della relazione di cura, per il bene del malato. Si tratta quindi di interpretarne correttamente il senso e capire in che misura possa permettere di andare incontro alle aspettative del malato. Attraverso una rapida analisi del contesto culturale che condiziona la percezione della malattia e definisce i bisogni di cura dell’uomo di oggi, si arriva alla conclusione che l’informazione del paziente, correttamente interpretata, può avvicinare l’offerta assistenziale alle aspettative dei malati. Questo è possibile a condizione che venga adottato un nuovo modello di medicina, capace di superare l’attuale approccio riduzionistico e meccanicistico. Si tratta in sostanza di considerare la dimensione etica della informazione che, per poter permettere al paziente di affrontare con dignità le fasi più difficili della malattia, deve intercettare i suoi bisogni più profondi attraverso una forma di comunicazione che non si limiti alla trasmissione dei soli dati tecnici, riconducibili al binomio diagnosi-prognosi. ---------- The second paragraph of Article 10 of the Oviedo Convention establishes the right of the patient to be informed of his/her health condition. This is a right that is not part of the medical tradition and that, although today is considered to be taken, has only recently been introduced into clinical practice. In Italy, this right has only been accepted from medical ethics in 1998 Ethical Code. Certainly, the Oviedo Convention played a key role in the assertion of this right. However, as far as accepted by everyone, there are still doubts about the possibility of ensuring an effective improvement of the care relationship for the sake of the patient, through its not only formal recognition. It is therefore necessary to properly interpret the meaning and to understand how much it will be possible to meet the expectations of the patient. Through a rapid analysis of the cultural context that states the perception of the disease and defines the needs of today’s human being, we conclude that properly interpreted patient information can bring the supply of care, closer to the expectations of the patients. This could be possible only if we adopt a new model of medicine, capable of overcoming the current reductive and mechanistic approach. It is essential to consider the ethical dimension of information that, in order to allow the patient to face with dignity the most difficult stages of the disease, must intercept his deeper needs through a form of communication that is not limited to the transmission of only technical data, referring to the binomial diagnosis-prognosis.
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Fracassetti, D., S. Limbo, L. Pellegrino y A. Tirelli. "Il difetto di luce nel vino bianco: Effetto ed evoluzione nel corso della conservazione". BIO Web of Conferences 15 (2019): 02028. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191502028.

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L'esposizione del vino bianco ad una radiazione luminosa impatta negativamente sulle caratteristiche sensoriali. Tale condizione può causare la comparsa di un'alterazione, nota come difetto di luce, causata dalla formazione di composti solforati, quali metantiolo (MeSH) e dimetildisolfuro (DMDS). Le reazioni indotte dalla luce originano dalla riboflavina (RF), un composto fotosensibile, e dalla metionina (MET). I trattamenti del vino bianco con bentonite o carbone attivo sono efficaci per rimuovere parte della RF e l'aggiunta al vino di tannini idrolizzabili limita la comparsa del difetto di luce in soluzione modello. Non è stata ancora chiarita l'evoluzione del difetto di luce nel vino bianco durante la shelf-life. In questo studio sono stati valutati gli effetti dei fenomeni foto-indotti in vino bianco dopo 24 mesi di conservazione. Il vino è stato addizionato di RF, MET e antiossidanti, quali glutatione, anidride solforosa e tannino di castagno, singolarmente ed in combinazione, esposto alla luce e conservato al buio. Come atteso, la RF è degradata in seguito all'esposizione alla fonte luminosa in tutte le condizioni saggiate. La diminuzione di MET è compresa nel range 21–38% in funzione degli antiossidanti aggiunti che, quando aggiunti singolarmente, limitano la formazione del difetto di luce come dimostra il minore livello di MeSH e DMDS presenti. I dati ottenuti suggeriscono che l'impiego di tannini da legno può essere un efficace strumento per limitare la comparsa del difetto di luce anche nel vino bianco.
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Paggi, Marco. "La tutela degli immigrati irregolari vittime di grave sfruttamento in ambito lavorativo". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 4 (febrero de 2011): 35–49. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004003.

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1. Le diverse condizioni di tutela dei c.d. "clandestini".2. I limiti del campo di applicazione dell'art. 18 TU.3. La difficile convivenza tra la tutela del lavoro e il governo dell'immigrazione.4. La direttiva 2009/52/CE.
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Paoli, Barbara y Michele Procacci. "Le terapie on-line: opportunità o ripiego?" QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 47 (febrero de 2021): 27–46. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11204.

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La crisi mondiale della pandemia per coronavirus (Covid-19) ha colpito la nostra vita. Nel 2020 la popolazione ha affrontato repentini cambiamenti cognitivi-emotivi e relazionali, questa condizione ha implementato l'utilizzo di comunicazioni on-line. In USA i Centers for Disease Control and Prevention hanno dichiarato che la pandemia ha aumentato i livelli di stress degli individui. Altri studi hanno confermato che i sintomi ansioso depressivi sono reazioni psicologiche comuni alla pandemia Covid-19.Il mondo della psicoterapia come sta reagendo all'impatto della pandemia? L'utilizzo della tecnologia è da tempo presente in ambito clinico anche se molti professionisti sono incerti e impreparati. Fino a poco tempo fa la terapia on-line è stata considerata sacrilega da molti. Per i terapeuti cognitivo-comportamentali (CBT) il passaggio alla terapia on-line è stato più semplice perché i professionisti si sono mostrati più flessibili nell'adattare le loro tecniche a Internet. Ma quanto i trattamenti on-line sono efficaci? Quali sono gli aspetti fondamentali?In questo articolo vogliamo descrivere le prove empiriche a supporto dell'efficacia della CBT on-line, includendo aspetti favorevoli e contrari, in contesti e popolazioni differenti, senza trascurare i limiti e le possibili criticità, al fine di riflettere sui due trattamenti e confrontarli. I risultati complessivi evidenziano poche differenze tra i due metodi. Sono molti gli studi sulla terapia cognitivo-comportamentale via Internet (iCBT), ma con risultati ancora poco esaustivi, in particolare per quanto riguarda gli esiti di condizioni psichiatriche e somatiche, pertanto, sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire l'equivalenza dei due formati di trattamento.
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Mangia, S., MA Macrì, G. Garreffa y B. Maraviglia. "Prospettive e limiti dei metodi RM nello studio della funzionalità cerebrale". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 85–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300115.

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In questo lavoro vengono affrontati alcuni argomenti che sono al centro della più recente indagine scientifica nel campo delle neuroscienze, in relazione alle metodologie che utilizzano la risonanza magnetica nucleare nello studio della funzionalita cerebrale. Soprattutto grazie alle sue caratteristiche di non invasività, la risonanza magnetica funzionale non soltanto si presenta come un formidabile strumento di ricerca finalizzato alla comprensione delle relazioni che intercorrono tra la struttura cerebrale, la funzionalità cerebrale e le patologie neurologiche, ma si prospetta anche come un'importante tecnica diagnostica di routine clinica. Tuttavia le problematiche legate a tale metodologia sono molteplici, e riguardano da una parte l'interpretazione stessa del segnale rivelato in condizioni di attivazione neuronale, dall'altra la definizione della risoluzione spazio-temporale, della specificità spaziale e della significatività statistica delle mappe di attivazione ottenute.
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Grion, Luca. "Post human e gene editing: riflessioni su perfezione e senso del limite". Medicina e Morale 68, n.º 4 (20 de diciembre de 2019): 423–36. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.597.

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Resumen
A partire dalle opportunità terapeutiche e potenzianti dischiuse dalle recenti tecniche di editing genetico, il saggio si interroga sul senso umano della fragilità e sul desiderio di miglioramento che, da sempre, accompagna l’esperienza umana. Al centro della riflessione, che mette in dialogo innovazione tecnologica e riflessione antropologica, vi è la nozione di limite, da alcuni considerato come un male da rimuovere e, da altri, come una condizione essenziale da accogliere. Dopo aver ricostruito i termini essenziali del dibattito, nelle sue battute conclusive il saggio suggerisce la necessità di prendere posizione tra mito della perfezione e vocazione al compimento: ci vuole umiltà per accettarsi per ciò che si è, senza lasciarsi tentare dell’idea di un’umanità perfetta e invulnerabile; ci vuole coraggio per sfidare gli ostacoli che impediscono alla persona di fiorire in pienezza.
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Thiel, Marie-Jo. "Esseri umani migliorati fino ai limiti della condizione umana. Prospettive etiche e teologiche / Humans enhanced to the limits of the human condition. Ethical and theological perspectives". Medicina e Morale 65, n.º 4 (6 de octubre de 2016): 459–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.443.

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L’articolo esplora il fenomeno dell’enhancement nel campo dell’assistenza sanitaria. Affronta i termini del discorso prima in modo generale, e in seguito in riferimento ad alcuni aspetti di rilevanza etica e teologica. Nel contributo si discutono, pertanto, i concetti di normalità ed efficienza, la forza e la vulnerabilità del corpo, e si esaminano in modo critico la prospettiva umanistica di contro a quella umanizzante delle tecnologie volte all’enhancement, mostrando come la creazione, ma anche le nozioni di salvezza e hybris possano rappresentare delle chiavi attraverso le quali valutare le pratiche di potenziamento.----------This paper explores the phenomenon of enhancement especially in the field of healthcare. It discerns the stakes in general terms before examining some ethical and theological issues. It thus discusses the notions of normality and efficiency, the strong and vulnerable body, and critically examines the humanistic versus humanizing perspectives of technologies involved in enhancement, showing as it does, how creation but also the notion of salvation and hubris can help to evaluate practices.
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Piazza, G. y D. Trigiante. "Limiti per il numero di condizione di una classe di matrici tridiagonali e tridiagonali a blocchi". Calcolo 26, n.º 2-4 (junio de 1989): 267–88. http://dx.doi.org/10.1007/bf02575732.

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De Col, Alessandra y Stefania Possemato. "Intimitŕ: metafora del mito". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 34 (diciembre de 2011): 43–57. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34004.

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In questo lavoro le autrici presentano la loro visione dell'alleanza e dell'intimitŕ di coppia attraverso un viaggio che č partito da lontano, dai miti del mondo greco passando per le filosofie orientali e la ritualitŕ arcaica e primitiva di alcune forme di folklore europeo, per approdare infine alla danza della differenziazione sessuale: il tango. Le autrici hanno messo in evidenza quanto l'intimitŕ di coppia sia caratterizzata da una perenne condizione di solitudine senza la quale non avrebbe modo di esistere il concetto stesso di coppia. La condizione umana di limite sessuale conduce l'uomo e la donna a un continuo incontro per muovere oltre la solitudine. Il "noi" in coppia č pertanto questo. Il viaggio inizia da Ermafrodito che ricerca la sua metŕ, la sua mezza mela, per non essere piů "da solo" e si conclude con i due ballerini di tango. Essi ballano la solitudine in coppia. In coppia si puň essere "soli" ma non si dovrebbe stare "da soli".
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Sabatino, Alice, Emanuele Trenti y Enrico Fiaccadori. "Nutrizione parenterale intradialitica: indicazioni, aspetti pratici e limiti". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 2 (25 de junio de 2014): 112–18. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.876.

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Resumen
La malnutrizione, o deplezione proteico-energetica (Protein Energy Wasting, PEW), è una condizione frequente nei pazienti con malattia renale cronica in stadio terminale (End Stage Renal Disease, ESRD) e si associa a un significativo aumento del rischio di mortalità e morbilità già caratteristicamente elevato in questa popolazione. Dal momento che uno dei meccanismi principali della PEW nell'ESRD è rappresentato dall'insufficiente assunzione di nutrienti, la supplementazione nutrizionale orale viene ampiamente utilizzata come efficace prima scelta nella prevenzione e nel trattamento della PEW. Tra gli altri approcci proposti come modalità di supporto nutrizionale per i pazienti con ESRD, la nutrizione parenterale intradialitica (IDPN) ha assunto di recente un ruolo importante in pazienti selezionati. Tuttavia, sebbene l'IDPN riesca a migliorare lo stato metabolico/nutrizionale nell'ESRD, le evidenze riguardo alla relazione tra questa modalità di supporto nutrizionale e una riduzione del tasso di ospedalizzazione e del rischio di mortalità sono ancora limitate. Questa rassegna si propone di fare il punto sulle pratiche più utilizzate nel trattamento della PEW nell'ESRD, concentrandosi in particolare sul ruolo dell'IDPN come modalità di integrazione nutrizionale per i pazienti in emodialisi. A tale scopo, verranno illustrati gli aspetti quantitativi e qualitativi dell'IDPN, i problemi pratici legati alla sua gestione, le indicazioni e i limiti della metodica.
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Staiano, Fulvia. "Diritto dei minori rom all'istruzione in condizioni di non discriminazione: il caso Orsus e altri c. Croazia". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 1 (mayo de 2011): 93–103. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001006.

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Resumen
1. Il diritto all'istruzione in condizioni di non discriminazione nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo: centralitŕ del popolo Rom - 2. La tutela dei diritti fondamentali del popolo Rom nell'ambito del Consiglio d'Europa - 3. Il caso Orsus c. Croazia - 4. I Rom come "vera minoranza europea": problemi teorici e pratici relativi all'inquadramento dei Rom nel concetto di minoranza - 5. Tutela delle minoranze o principio di non discriminazione? La scelta pragmatica della Corte europea - 6. La tutela delle minoranze nell'ambito della giurisprudenza della Corte di Strasburgo: limiti e punti di forza - Conclusione.
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Di Franco, Andrea. "I confini della cittŕ". TERRITORIO, n.º 59 (noviembre de 2011): 70–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059012.

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Parlare di confine della cittŕ, di limite urbano, oltre la formalizzazione storica data dal manufatto perduto delle mura di cinta, conduce il concetto stesso di limite verso una nuova possibilitŕ di forma per le molteplici culture, pratiche urbane, modi abitativi. Un tema chiave per istruire quest'ottica progettuale nella cittŕ contemporanea č quello della differenziazione tra gli ambiti periferici. Il rapporto tra cittŕ e territorio č attualmente connotato dalla condizione evanescente del discrimine tra assetti distinti. Differenze, specificitŕ, soglie: su questi nodi il progetto č forse ancora in grado di comprendere e formalizzare la distinzione dei molteplici paesaggi urbani e dunque svolgere una base di condivisione del senso dello spazio comune.
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Alě, Alessandro. "La produzione del progetto". TERRITORIO, n.º 57 (junio de 2011): 102–11. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057014.

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Resumen
L'articolo descrive la costruzione del nuovo Piano urbanistico di Cernusco sul Naviglio seguendo la traccia delle principali scelte effettuate nel corso dello sviluppo tecnico del lavoro. I tempi, i luoghi e le circostanze, gli obiettivi, le condizioni legislative, i limiti e le possibilitŕ operative hanno influito sulla forma del progetto e dei documenti facendo emergere i temi progressivamente e rendendo necessario aggiornare e adattare il disegno e la struttura normativa ed argomentativa del piano come un grande palinsesto. Il racconto segue la maturazione del progetto, la forma e contenuti dei documenti, i principali esiti attesi evidenziandone le molte dimensioni tecniche.
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Leonardi, M. y T. Penco. "Indicazioni attuali dell'angiografia diagnostica. Considerazioni tecnico-metodologiche: Angiografia tradizionale e digitale". Rivista di Neuroradiologia 1, n.º 3 (diciembre de 1988): 251–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100307.

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Resumen
L'angiografia digitale sottratta (ADS) si è confrontata fin dal suo primo apparire con i due problemi tecnici caratteristici della radiologia: risoluzione di contrasto e risoluzione spaziale, suscitando entusiasmi per la prima e perplessità per la seconda. II problema è stato più volte affrontato in questi anni, certo esaurientemente, ma per il continuo aggiornamento delle apparecchiature è necessario rivedere periodicamente le attuali possibilità e limiti, indispensabili per la corretta formulazione di protocolli di studio e di indicazione. Il confronto può essere fatto utilmente solo tra angiografia tradizionale (AT) e ADS arteriosa, in quanto presentano livelli di risoluzione spaziale vicini tra loro. La ADS venosa, che pure presenta vantaggi notevoli di ordine pratico e metodologico ha limiti di risoluzione spaziale notevoli rispetto alla AT; essa presenta un campo di impiego diverso, in quanto sfrutta al massimo le possibilità di risoluzione di contrasto del sistema ed un confronto con la AT è difficilmente proponibile in tema di pura qualità di immagine. La perdita di risoluzione spaziale (qualificabile intorno al 50% per condizioni operative standard) viene largamente compensata dalla possibilità di visualizzare strutture che presentano basse differenze di assorbimento Rx rispetto all'ambiente circostante. Va inoltre notato che per le condizioni operative ottimizzate la perdita di risoluzione spaziale della ADS è sicuramente piú evidente, ma bisogna tener conto dell'attuale utilizzo dell'indagine angiografica perché se la visualizzazione di vasi da 200/300 micron poteva essere importante nella diagnostica angiografica di neoplasia in epoca pre-TAC, attualmente ha perso gran parte della sua importanza. Una angiografia digitale è in grado di risolvere tutti i quesiti angiografici posti dopo la dimostrazione di massa fatta con TC o RMN.
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Carrasco De Paula, Ignacio. "La comunicazione medico-paziente: elementi per una fondazione etica". Medicina e Morale 51, n.º 4 (31 de agosto de 2002): 609–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.687.

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Resumen
L’articolo prende in esame gli aspetti etici di un tipo particolare di comunicazione, quella tra il medico e il suo paziente. L’Autore introduce l’argomento con alcune osservazioni di natura storicodottrinale (dialettica tradizione-modernità) e prosegue con una riflessione sulle categorie e condizioni etiche pertinenti ad una attività specificamente umana e, pertanto, morale, quale è la comunicazione tra il medico e il paziente. In particolare, vengono trattate le seguenti questioni: a. pregi e limiti della comunicazione medico-paziente nella medicina tradizionale (Corpus Ippocratico); b. l’avvento della tecnologia nella medicina della modernità (conquiste e insidie); c. le basi etiche della comunicazione medico-paziente nel contesto clinico.
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Curreri, Salvatore. "Parlamento e Corte costituzionale". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 3 (noviembre de 2022): 63–93. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-003004.

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Il saggio si concentra sulla giurisprudenza costituzionale in tema di vizi formali del pro-cedimento legislativo, con particolare riferimento a quella recente sulla decretazione d'urgenza e sulle modalità di approvazione della legge di bilancio, evidenziando come la essa abbia sostanzialmente rinunciato a tutelare i pochi ma essenziali momenti dell'iter legislativo sanciti dall'art. 72 Cost. Questa sostanziale rinuncia della Corte al suo potere di controllo non pare essere mutata dopo la recente apertura al conflitto di attribuzioni del singolo parlamentare che, per le condizioni e i limiti imposti, ne fanno uno strumento di fatto non attivabile, come la recente giurisprudenza non ha mancato di confermare.
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Bignamini, Angelo A. "Limits and challenges of the ICH GCP requirements". Medicina e Morale 47, n.º 4 (31 de agosto de 1998): 691–708. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.825.

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Dalla pubblicazione della GCP europea (1991) vi è stato un progressivo spostamento dal primario interesse per la protezione dei diritti del soggetto, verso la garanzia formale della completezza dei dati, a torto confusa con la “credibilità”. Ciò causa conflitti e ritardi nell'approvazione etica e sembra dovuto allo scollamento fra i criteri di stesura dei protocolli nelle aziende farmaceutiche o i criteri con cui alcune autorità sanitarie emettono raccomandazioni per l'esecuzione di studi clinici, ed i criteri secondo i quali i CdE dovrebbero valutare il protocollo per garantire una reale protezione dei diritti del soggetto: conformità con la legge civile e penale; compatibilità con la pratica terapeutica e con l'etica e la deontologia medica; adeguatezza alla condizione culturale, etica, morale e religiosa localmente prevalente; rispetto dei principi di uguale opportunità e giustizia per l'accesso allo studio. La GCP e le altre raccomandazioni sono considerate solo in questo contesto. Non sono invece considerati criteri interni allo sponsor (SOPs), né eventuali diversi criteri applicabili in altre sedi. Si suggerisce quindi a sponsor e autorità sanitarie di incorporare tali considerazioni in protocolli e raccomandazioni; di ricordare che la ricerca clinica è soprattutto un atto terapeutico; che non necessariamente un protocollo deve essere identico dappertutto, purché ne sia rispettata l'integrità. Gli elementi non chiave devono essere considerati suscettibili di adattamento secondo le specifiche caratteristiche locali. Ciò suggerisce di limitare il processo in atto di centralizzazione delle procedure di stesura e approvazione etica dei protocolli, lasciando maggiore autonomia alle realtà operative locali.
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Miazzi, Lorenzo y Giulia Perin. "Legge n. 94/2009: peggiora anche la condizione dei minori stranieri". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 4 (noviembre de 2009): 178–209. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004012.

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Resumen
1. Italia e stranieri: un paese "cattivo" anche con i bambini2. Le modifiche riguardanti i minori non accompagnati2.1. Il ritorno alla Bossi-Fini e la sterilizzazione del contributo della giurisprudenza2.2. Profili di incostituzionalitŕ e prevedibili conseguenze delle modifiche normative sul flusso migratorio dei minori non accompagnati e sulla capacitŕ del nostro ordinamento di proteggerli efficacemente2.3. Minori irregolari con parenti in Italia e conversione del permesso di soggiorno alla maggiore etŕ2.4. I minori comunitari non accompagnati che esercitano la prostituzione e il rimpatrio assistito3. I figli dei matrimoni poligami4. Le limitazioni ai "ricongiungimenti alla rovescia"5. Il reato di immigrazione illegale e i minori5.1. Il trattenimento illegale: un reato che il minore non puň commettere5.2. L'ingresso illegale del minore: un reato inapplicabile5.3. Il procedimento penale a carico del minore5.4. Gli effetti della denuncia e della condanna; in particolare, gli effetti che l'introduzione della fattispecie di reato potrŕ avere in relazione all'art. 31, co. 3, TU 286/986. Dichiarazione di nascita e riconoscimento del figlio da parte dello straniero privo di autorizzazione al soggiorno6.1. La pericolosa ambiguitŕ del nuovo testo dell'art. 6, co. 2, TU 286/986.2. Il necessario ricorso all'interpretazione sistematica per rendere il nuovo testo dell'art. 6 TU conforme alla Costituzione e alle Convenzioni internazionali7. Il diritto all'istruzione dei minori irregolari: i dubbi sollevati dall'art. 6, co. 2, TU7.1. Cosa si intende per «prestazioni scolastiche obbligatorie»?7.2. La questione dell'accesso alla scuola dell'infanzia e alla scuola superiore di secondo grado dopo il compimento della maggiore etŕ7.3. La scuola, anche quella dell'infanzia e superiore di secondo grado, «č aperta a tutti»7.4. Erogazione di servizi volti a rendere effettivo il diritto allo studio e condizione di irregolaritŕ del soggiorno8. I limiti dell'attivitŕ interpretativa9. Esercizio effettivo dei diritti fondamentali da parte del minore e dei suoi genitori e reato di irregolaritŕ del soggiorno. L'impossibile convivenza9.1. La generalizzazione del divieto di segnalazione: una necessitŕ imposta dalla Costituzione dopo i recenti interventi legislativi
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Pase, Andrea, Federico Gianoli, Luca De Felice, Marina Bertoncin, Michael Cherlet y Angela Kronenburg García. "Il respiro del Sahel. Rappresentazioni di uno spazio in movimento". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 32–59. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13366.

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Il Sahel è un'area geografica che, nel tempo, è stato oggetto di molteplici definizioni, climatico-botaniche e politiche: i suoi limiti sono stati disegnati in modi molto diversi. Non mancano posizioni di aperta contestazione del senso stesso di questa denominazione e della relativa delimitazione. Il lavoro proposto prova a immaginare una cartografia capace di rappresentare il movimento incessante di condizioni, limiti e possibilità che caratterizza questa fascia posta fra il Sahara e le umide regioni sudanesi, rendendo la definizione areale del Sahel – allo stesso tempo – possibile e fluida. Si tratta però di ripensare dalle fondamenta, dal loro ‘dato per scontato', alcuni attrezzi usuali della rappresentazione cartografica, ad esempio il concetto di ‘isoieta' per identificare le aree climatiche o di ‘confine' per racchiudere giurisdizioni politiche. Conoscenze provenienti dal fieldwork e competenze nell'elaborazione di dati satellitari e georeferenziati convergono in questo percorso di analisi e di rappresentazione.
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Barberis, Eduardo, Fabio De Blasis, Elisabetta Mancinelli y Elena Viganò. "Filiere socialmente sostenibili. Un per l'emancipazione dallo sfruttamento dei braccianti di origine straniera?" MONDI MIGRANTI, n.º 2 (julio de 2022): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002004.

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L'articolo si concentra sullo sviluppo di alcune filiere socialmente sostenibili emer-se negli ultimi dieci anni come forma di risposta dal basso allo sfruttamento del lavoro migrante. Si tratta, in particolare, di modelli di produzione-scambio-consumo che si inseriscono nell'ambito delle più ampie pratiche di resistenza alle trasformazioni del sistema agroalimentare, che fanno delle condizioni di lavoro dei braccianti di origine straniera un elemento centrale della "qualità" dei prodotti e della sostenibilità delle supply chain. A partire da uno studio realizzato nell'ambito di un progetto Fami, adottando un approccio qualitativo, il contributo ne analizza il ruolo degli attori coinvolti, le strategie adottate, le opportunità e i limiti dal punto di vista della creazione di lavoro sostenibile e dell'emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento.
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Dzierżon, Ginter. "Usunięcie z urzędu kościelnego na mocy samego prawa". Prawo Kanoniczne 52, n.º 1-2 (5 de junio de 2009): 39–57. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.1-2.01.

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Resumen
l’Autore concentra la sua attenzione sullo specifico istituto della rimozione dall’ufficio ecclesiastico che si fa per il diritto stesso. L’analisi viene focalizzata sulle disposizioni contenute nel can. 194 §§ 1- 2 CIC e dell’art. 79 § 2 del Regolamento generale della Curia Romana. L’istituto della rimozione ipso iure dall’ufficio, ovvero in virtù del diritto stesso, è caratterizzato dal fatto che il detentore dell’ufficio lo perde automaticamente qualora incorre nelle condizioni stabilite dalle citate norme. Le suddette statuizioni normative sono dei tipici atti giuridici che limitano il libero esercizio dei diritti da parte del soggetto. Perciò sono soggette ad un’interpretazione stretta (cann. 18 e 36 § 1 CIC). Ne deriva che questo meccanismo della rimozione dall’ufficio trova applicazione esclusivamente nei limiti delle suddette ipotesi normative.
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Antonelli, Paolo, Marco Fortunati, Gioele Salvatori y Daniel Giunti. "La dipendenza affettiva oggi: concettualizzazione, valutazione e trattamento". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 1 (junio de 2021): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-001003.

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Questo lavoro si propone di presentare l'attuale stato dell'arte sul tema della dipendenza affettiva, una forma di amore ossessivo ed esasperato nei confronti del proprio partner, che nuoce al benessere della persona. Nella prima parte ven-gono trattate la definizione, la fenomenologia e la prevalenza di questa condizio-ne. Vengono inoltre esposte le principali teorie riguardanti l'inquadramento noso-grafico del problema e le considerazioni diagnostiche per differenziarlo da patolo-gie simili. La seconda parte dell'articolo riporta invece le varie ipotesi sull'eziologia della dipendenza affettiva, le principali misure per il suo assessment e i trattamenti che ad oggi sono stati proposti. Nel complesso si evidenzia che, sebbene si discuta da tempo di dipendenza affettiva, tuttora la letteratura a riguardo risulta fram-mentaria e poco chiara, il che è da considerarsi, a detta degli autori, come il princi-pale limite da superare per poter aiutare efficacemente chi soffre di tale condizio-ne.
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Ranieri, Francesco. "Fatto illecito civile. Danneggiati italiani e stranieri a confronto. Tutela risarcitoria differenziata?" DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 2 (septiembre de 2011): 72–90. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002005.

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Sommario: Introduzione: italiani e stranieri di fronte al risarcimento del danno da fatto illecito; condizione di reciprocitŕ e misura del risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale - 1. Straniero e condizione di reciprocitŕ ex art. 16 preleggi (Regio Decreto 16.3.1942 n. 262) - 1.1. L'evoluzione giurisprudenziale in relazione al danno biologico - 1.2. L'evoluzione in relazione al danno morale ed al danno da perdita irreversibile del rapporto parentale - 1.3 L'evoluzione in relazione al danno patrimoniale - 2. Il danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale spettante ai congiunti residenti all'estero per la morte del familiare avvenuta in Italia. I due opposti orientamenti giurisprudenziali dei giudici di merito: liquidazione differenziata in base al rapporto di valore monetario tra l'euro e la moneta estera e liquidazione uguale per tutti - 2.1. Le argomentazioni a sostegno del secondo orientamento - 2.2. Danno punitivo, danno compensativo-satisfattivo, danno risarcitorio - 2.3. Il danno da morte del familiare. Dal danno morale soggettivo al danno esistenziale al danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale - 2.4. Criteri-guida e limiti della liquidazione equitativa del danno ad opera del giudice ex artt. 2056 e 2057 c.c. L'art. 2058 co. 2 cod. civ. a tutela del soggetto danneggiante per l'ipotesi in cui la reintegrazione specifica risulti eccessivamente onerosa per il debitore - Conclusioni: l'evoluzione giurisprudenziale dalla "sentenza Gennarino" al danno biologico al danno non patrimoniale da perdita irreversibile di un familiare.
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Siwecki, Leon. "Linguaggio Teologico su Dio incomprensibile e ineffabile". Roczniki Teologiczne 69, n.º 2 (24 de febrero de 2022): 37–55. http://dx.doi.org/10.18290/rt22692.3.

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L’articolo sviluppa alcune riflessioni circa la conoscenza «teologica» di Dio, le sue condizioni di possibilità, la sua natura, i suoi strumenti e i suoi limiti. La conoscenza teologica di Dio è quella che scaturisce dalla sua libera autocomunicazione, ed è dunque distinta, senza esserne separata, dalla conoscenza «naturale». In primo luogo l’articolo presenta il concetto teologico di Mistero poi riflette i limiti e i modelli del linguaggio teologico su Dio; alla fine approfondisce l’idea dell’analogia, come regola cristiana del linguaggio su Dio. La conoscienza cristiana di Dio non è soltanto conoscenza dell’Essere assoluto, ma anche e propriamente dell’Essere personale e interpersonale in dialogo con noi. La conoscenza personale ha certo un momento concettuale, in quanto si tratta di conoscenza propriamente umana, ma anche e soprattutto una profondità a‑concettuale, in quanto si basa sulla simpatia o più profondamente sulla «connaturalità» (connaturalitas, per usare il termine di San Tommaso), che indica un momento di libera scelta (tendenzialmente reciproca), e sulla presenza del «Tu» come realtà della nostra vita. Ogni linguaggio teologico suppone un’esperienza religiosa come incontro personale col Dio della fede, incomprensibile e ineffabile.
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Cenere, Samantha y Panos Bourlessas. "Di cosa parliamo quando parliamo di foodification? Riflessioni a partire da Porta Palazzo a Torino". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 4 (diciembre de 2022): 61–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2022oa14997.

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L'apertura di un food hall del brand Mercato Centrale e di nuovi spazi dedicati al consumo di cibo nell'area di Porta Palazzo a Torino è stata interpretata da alcuni residenti, accademici e commentatori locali come possibile veicolo di gentrificazione commerciale. L'area, caratterizzata dalla presenza di uno storico mercato e da condizioni di vulnerabilità socioeconomica diffusa, è investita da processi di trasformazione che sembrano in linea con quella foodification che la letteratura individua in zone dove nuove geografie del consumo di cibo esercitano una ‘pressione di espulsione' verso la popolazione a basso reddito locale. Tuttavia, l'articolo mostra come un'analisi più attenta dei processi in corso evidenzi, da un lato, la capacità di fattori contestuali di esercitare una ‘resistenza' verso la trasformazione e, dall'altro, i limiti della foodification sia come processo di trasformazione urbana che produce gentrificazione sia come concetto analitico
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De Caprio, Lorenzo y Annalisa Di Palma. "La medicina e la morte". Medicina e Morale 46, n.º 6 (31 de diciembre de 1997): 1139–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.862.

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La morte ha occupato in ogni epoca una posizione centrale nella medicina, e la sua stessa storia dimostra come l’impegno del medico a difendere ad oltranza la vita sia una peculiarità della moderna medicina scientifica. D’altra parte, nel passaggio da una società retta da valori tradizionali a quella moderna, gli storici registrano profondi mutamenti nel rapporto tra l’uomo e la morte. Mentre la cultura dominata dalla tradizione religiosa, pur difendendo la vita, accettava la morte come limite dell’uomo e parte integrante della condizione umana; la cultura della Modernità, nella sua ansia di dominare il mondo, ha rimosso e combattuto la morte. Quindi, solo interventi tesi ad introdurre valori umani e morali nella formazione del medico potrebbero riportare “senso” in una pratica medica che rispecchia fedelmente l’ideologia ed i valori di una società dominata dalla ragione tecnico-scientifica. I1 progresso tecnologico ha messo a disposizione dei medici mezzi capaci di salvare vite umane, ma, per l’oblio di misure umane e morali, con gli stessi mezzi, i medici si accaniscono prolungando inutilmente l’agonia del morente. I1 progresso tecnologico sembra così ritorcersi contro l’uomo. I1 dibattito bioetico aspira a ridare dignità al morente, ma s’è arrestato sul lacerante problema dell’eutanasia. Gli autori giudicano grave e pericolosa questa situazione di stallo; infatti, in un’epoca di limiti nelle risorse, la decisione sulla vita e sulla morte s’avvia ad essere condizionata unicamente da valutazioni d’ordine economico.
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Sobbrio, Paola. "Diritto all'informazione, partecipazione democratica del consumatore e Ogm". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 3 (marzo de 2010): 79–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003005.

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Il consumatore di alimenti prodotti con l'utilizzo di Ogm o che li contengono, ha diritto ad essere informato sia della loro immissione in commercio quanto dell'emissione deliberata nell'ambiente di questi organismi. Il diritto all'informazione non si limita ai soli strumenti dell'etichettatura e della tracciabilità ma si estende alla possibilità , prevista da diverse normative, per il cittadino/consumatore di rivolgersi alle Autorità competenti per richiedere tutte quelle informazioni da cui egli può trarre conoscenze sullo stato tanto dell'emissione nell'ambiente quanto dell'immissione in commercio degli Ogm. Le Autorità , inoltre, devono effettuare consultazioni pubbliche in merito alle decisioni da prendere in entrambe queste fasi. Tali consultazioni, per come vengono effettuate, non conferiscono effettività a tale diritto minando così il rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini e facendo venire meno la possibilità che il diritto all'informazione si traduca in uno strumento di partecipazione democratica che crei le condizioni per una "co-produzione di conoscenza". Questo comporta una violazione del diritto all'informazione fonte di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c.
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Fagan, Garrett G. "The reliability of Roman rebuilding inscriptions". Papers of the British School at Rome 64 (noviembre de 1996): 81–93. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010357.

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L'AFFIDABILITÀ DELLE ISCRIZIONI DA RIEDIFICAZIONI ROMANEEdmund Thomas e Christian Witschel hanno presentato (Papers of the British School at Rome 60 (1992), 135–77) un'analisi dell'affermazioni epigrafiche delle iscrizioni da riedificazioni nel tentativo di mettere in luce il simbolismo e l'ideologia della ricostruzione e la sua importanza per i Romani. In tutto il loro lavoro i suddetti autori costantemente mettono in dubbio l'affidabilità delle iscrizioni da riedificazioni romane, poiché la finalità di tali testi viene vista non come un riflesso delle condizioni dell'antichità, ma piuttosto come un mezzo per trasmettere un'ideologia della ricostruzione. In questo lavoro viene invece affermato che la natura del linguaggio epigrafico, i limiti dell'evidenze antiche e le difficoltà nell'interpretazione del materiale archeologico ed epigrafico in connessione, e, infine la funzione sociale dei monumenti epigrafici stessi rendono difficile accettare il quadro di diffusa inaffidabilità che emerge, secondo Thomas e Witschel, da tali testi. Piuttosto, le iscrizioni da riedificazioni vanno associate all'antica realtà fisica, sebbene in un linguaggio sfumato, simbolico e di formule.
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Fracassetti, D., S. Limbo y A. Tirelli. "Impiego di antiossidanti per limitare la comparsa del difetto di luce durante la shelf-life". BIO Web of Conferences 12 (2019): 02016. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191202016.

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Il difetto di luce è un'alterazione che può avvenire nel vino bianco dovuto alla formazione di composti solforati, quali metantiolo (MeSH) e dimetildisolfuro (DMDS). Tali composti derivano dalle reazioni foto-ossidative che coinvolgono la riboflavina (RF), un composto fotosensibile, e la metionina (MET). È stato recentemente osservato che l'aggiunta di tannini di legno limita la comparsa del difetto in soluzione modello. Non è stata ancora chiarita l'evoluzione del difetto di luce nel corso della shelf-life. In questo studio sono stati valutati i fenomeni foto-ossidativi in soluzione modello dopo 24 mesi di conservazione. La soluzione modello è stata addizionata di RF e MET, e di antiossidanti, quali anidride solforosa, glutatione e tannino di castagno, singolarmente ed in combinazione, ed esposta alla luce. Come atteso, RF è stata degradata con la luce in tutte le condizioni saggiate. Al contrario, la diminuzione di MET è dipendente dalla tipologia di antiossidante aggiunto, anche nei campioni conservati al buio. L'aggiunta degli antiossidanti limita la formazione del difetto di luce come dimostra il minore livello dei composti solforati, MeSH, DMDS and dimetil trisolfuro ed il minor punteggio ottenuto dall'analisi sensoriale. Gli antiossidanti testati possono svolgere un'azione protettiva contro la comparsa del difetto di luce.
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Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)". Asclepio 74, n.º 2 (2 de diciembre de 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Eckmann, Augustyn. "Poszukiwanie i widzenie Boga w życiu i nauczaniu świętego Augustyna". Verbum Vitae 16 (14 de diciembre de 2009): 211–28. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1532.

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Il punto di partenza per il pensiero teologico di sant’Agostino e la filosofia. Nelle sue ricerche lui attinge dal pensiero greco (soprattutto da Platone ), poi dalla Sacra Scrittura e dai lavori dei precedenti filosofi cristiani, e in fine dalla sua propria esperienza. Come materia principale delle sue considerazioni egli prende Dio e l’anima. In questo modo le sue richerche filosofiche hanno un carattere religioso. Il motivo per cui Agostino limita le sue indagini a questi due punti proviene dal fatto che lui cerca la verita, e cioe Dio che fa fe lice l’anima com e la parte piu im portante e piu buona dell’uomo. Sant’Agostino considera l’uomo nella sua condizione umana, la quale si carattenzza di una frattura interiore nella sua ricerca della felicita, consistente nella contemplazione di Dio. La fe lici ta dell’uomo viene non dal stesso cercare la verita, ma dal possederla.
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Pirone, Maurilio. "La governance urbana del lavoro di piattaforma. Una ricognizione europea". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 163 (agosto de 2022): 191–206. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163010.

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Resumen
Accanto ad un processo generale di digitalizzazione del lavoro è emerso un modello di impresa - quello delle piattaforme - che ha portato alla ribalta una tipologia nuova di attore economico. Queste aziende - il cui sviluppo va collocato all'interno di una tendenza più complessiva verso la de-strutturazione dei rapporti di lavoro di tipo subordinato, l'erosione del salario e una razionalità logistica - contribuiscono in maniera determinante oggi alla ridefinizione di quello che concepiamo come lavoro. Questi cambiamenti, ovviamente, non sono analizzabili meramente nei termini di un incremento tecnologico ma tagliano trasversalmente una serie di relazioni - tanto economiche quanto sociali e politiche. Detto altrimenti, l'espansione del capitalismo delle piattaforme non è stata esente, anzi è strutturalmente accompagnata da uno spettro largo di resistenze e conflitti. Lo sviluppo repentino tanto delle piattaforme quanto dei conflitti ha stimolato sempre di più un dibattito pubblico che si è spostato dalla discussione generale sul futuro del lavoro e delle nostre società alla necessità presente di governare questo sviluppo, in primis per quanto riguarda le condizioni del lavoro digitale e digitalizzato. In questo articolo si propone una mappatura a livello europeo delle differenti pratiche di governance urbana del lavoro di piattaforma analizzando limiti e possibilità.
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Acosta, Arcarazo Diego. "Misure e condizioni di integrazione per i cittadini di Paesi terzi nell'Unione europea. Un'analisi comparata e una valutazione della loro attuazione e dei limiti alla luce del diritto dell'Unione europea". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 2 (septiembre de 2012): 15–31. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-002002.

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Bocchino, Anna, Ramírez Manuel García y Eugenia M. Mosquera. "Integrazione acculturativa e psicologia della liberazione: un modello per la salute e il benessere degli immigrati". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 15–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001003.

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Resumen
L'integrazione degli immigrati costituisce un prerequisito essenziale per la coesione sociale e il progresso economico ma allo stesso tempo, rappresenta anche una sfida per la societŕ di accoglienza a causa delle condizioni di oppressione che vivono molti immigrati. Il presente articolo, descrive un approccio all'integrazione acculturativa a partire dal contributo della psicologia della liberazione. Secondo tale prospettiva, l'integrazione sociale puň essere intesa come un processo di empowerment e costruzione del sé, attraverso cui gli immigrati raggiungono uguale accesso alle risorse, alla partecipazione e al senso di appartenenza nel nuovo contesto. L'articolo č strutturato in tre parti: in primo luogo, abbiamo effettuato una rivisitazione dei modelli acculturativi maggiormente studiati in letteratura e i principali limiti ad essi connessi; in secondo luogo, abbiamo esaminato l'integrazione acculturativa partendo da un'ottica della psicologia della liberazione in cui l'integrazione č definita come un processo permanente di empowerment psicologico e politico attraverso cui gli immigrati, cambiano, ricreano, de-costruiscono e ri-costruiscono loro stessi e il loro ambiente per essere parte accettata della societŕ di accoglienza; in terzo luogo, abbiamo tentato di definire i principi teorici ed organizzativi per la costruzione di un sistema di salute giusto in cui gli immigrati hanno uguali diritti e opportunitŕ delle persone autoctone per ciň che concerne l'accesso ai servizi sanitari.
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Gentile, A. y S. La Malfa. "Il miglioramento genetico per la resistenza agli insetti: una sfida difficile ed attuale". Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, n.º 382/SFE (22 de diciembre de 2019): DECA10—DECA16. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.80.

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Resumen
Nello scenario di una nuova agricoltura, le tecniche di miglioramento genetico sono chiamate a svolgere un ruolo importante al fine di rendere i processi produttivi sostenibili anche sotto il profilo ambientale ed economico. Nei prossimi anni sarà necessario produrre di più in condizioni di risorse naturali decrescenti e al tempo stesso assicurare produzioni anche attraverso una riduzione degli input chimici. Negli ultimi cinquant’anni l’integrazione di diverse tecniche e lo sviluppo di metodi di rigenerazione in vitro e di strategie molecolari ha consentito la definizione di nuovi strumenti di miglioramento genetico. Le conoscenze genomiche degli ultimi decenni hanno, infatti, innovato gli strumenti per la realizzazione di programmi di miglioramento genetico, sia in termini di disponibilità di marcatori per selezione assistita o per selezione genomica, sia in termini di conoscenze sulla funzione dei geni responsabili di caratteri agronomici fondamentali, tra i quali la resistenza a stress biotici. I nuovi metodi molecolari, che consentono di ottenere piante cisgeniche, o con sequenze modificate mediante genome editing, si affiancano ai metodi tradizionali di miglioramento genetico superando i limiti dell’incrocio e della selezione, soprattutto con riferimento alla lunghezza dei tempi ed alla impossibilità di prevederne il risultato in termini di caratteristiche modificate. Nella nota vengono descritti i principali metodi di miglioramento genetico e le principali strategie utilizzabili per migliorare la resistenza delle piante agli insetti.
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Altavilla, Annagrazia y Alessandro Dell’Erba. "La ricerca sulle cellule staminali: la nuova sfida dell’Europa unita". Medicina e Morale 53, n.º 6 (31 de diciembre de 2004): 1133–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.621.

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La ricerca sulle cellule staminali rappresenta uno dei settori più promettenti della biotecnologia, in quanto offre la possibilità di sviluppare nuovi metodi per riparare o sostituire le cellule o i tessuti lesionati o malati e per curare alcune patologie croniche gravi. Tale ricerca può anche fornire un contributo importante alla scienza di base, aiutando a comprendere i meccanismi di proliferazione e differenziazione cellulare. Gli embrioni umani preimpanto rappresentano una delle possibili fonti di cellule staminali. Tuttavia, laddove questa ricerca prevede l’utilizzo di embrioni umani, essa solleva la questione dei principi etici in gioco e dei limiti e delle condizioni cui questa deve essere soggetta. Gli stati europei hanno adottato posizioni diverse in merito alla regolamentazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tale disparità, che riflette le tradizioni etiche, filosofiche e religiose alle quali gli stati si ispirano, conferma l’esistenza di punti di vista divergenti in Europa su quanto sia o meno eticamente suscettibile di tutela. Questo articolo esamina le legislazioni e le posizioni etiche esistenti a tal proposito in Europa, oltre che i nuovi orientamenti sui principi da applicare nella concessione di finanziamenti comunitari (nell’ambito del VI Programma quadro di ricerca europeo –FP6) per progetti di ricerca implicanti l’uso di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Tale studio intende altresì fornire degli spunti di riflessione sui nuovi traguardi dell’integrazione europea nel settore della ricerca biomedica.
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Galli, Jacopo. "L’UCRONIA COSTRUITA DI LEONARDO BENEVOLO. IL RUOLO DELL’URBANIZZAZIONE PUBBLICA NEL PROGETTO DI SAN POLO A BRESCIA". Proyecto, Progreso, Arquitectura, n.º 27 (2022): 32–47. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2022.i27.02.

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L’articolo riscopre il progetto urbano realizzato dal famoso urbanista e storico Leonardo Benevolo per il quartiere di San Polo a Brescia focalizzandosi sul metodo dell’urbanizzazione pubblica, testato per la prima volta in Italia e, nonostante il successo economico e urbano dell’operazione, mai più riproposto in seguito. La prima sezione fornisce un inquadramento delle condizioni politiche e amministrative che portarono Benevolo a Brescia e del suo rapporto con Luigi Bazoli, illuminato assessore all’urbanistica. La seconda sezione descrive il cambio di paradigma apportato dall’urbanizzazione pubblica: una rivoluzione dei sistemi di proprietà fondiaria in Italia che mirava ad allinearsi ai principali paesi europei definendo un mercato delle aree urbanizzate di proprietà pubblica che abbassasse i prezzi di costruzione consentendo una pianificazione coesa dello sviluppo urbano. La terza sezione criticizza l’operazione progettuale sottolineandone gli indubbi meriti ma facendone emergere i limiti e le possibilità inespresse. La quarta sezione mostra come San Polo sia una ucronia, un frammento unico di una storia alternativa, illustrando come nel 1962 la proposta di riforma urbanistica nazionale elaborata da Fiorentino Sullo, che avrebbe fatto dell'urbanizzazione pubblica una legge statale, avesse sollevato così grandi preoccupazioni da provocare un tentativo di colpo di stato. La conclusione re-inserisce San Polo nella contemporaneità, verificando il valore urbano dell’operazione a cinquanta anni di distanza e cercando di riportare alla luce la lezione di Benevolo, inascoltata ma ancora valevole per le sfide odierne.
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Abbatecola, Emanuela, Davide Filippi y Marco Omizzolo. "Incursioni L'inconsistenza dei diritti. Il Grave Sfruttamento del Lavoro migrante in Italia. Introduzione. Dal caporalato al padronato. Riflessioni critiche sul sistema del Grave Sfruttamento Lavorativo". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (julio de 2022): 9–36. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002001.

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L'articolo analizza la complessità del fenomeno del grave sfruttamento lavorativo e la sua sistematizzazione organica quale espressione propria del capitalismo con-temporaneo. Assunti i limiti entro cui, nel mondo accademico e nel dibattito pub-blico, si riflette su queste dinamiche, gli autori propongono una nuova definizione del concetto di grave sfruttamento lavorativo, tentando di integrare approcci e sguardi che in letteratura risultano frammentati. Questa definizione è fondata su tre dimensioni: economica, sociale-riproduttiva, ambientale, da considerare in una relazione circolare nella quale le conseguenze dell'una si ripercuotono sulle altre. In questo quadro, la condizione della forza lavoro, soprattutto migrante, si è trasfor-mata in un crocevia sul quale converge un pluralismo regolativo, formale e infor-male, che determina subordinazione e gravi forme di sfruttamento. È un processo che non è circoscrivibile nel solo ambito agricolo, ma diffuso in molteplici settori produttivi, ognuno dei quali con specifiche modalità di funzionamento. La rifles-sione supera dunque la centralità assunta negli anni dal concetto di caporalato per introdurre quella di padronato, dove le responsabilità sono da individuare nella si-stematicità dei fenomeni connessi al grave sfruttamento lavorativo.
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Bonicelli, Lorella. "Selezione nella scuola di oggi: problematicitŕ e risposte possibili". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 67–72. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003006.

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L'associazione selezione/tasso di ripetenza non č sufficiente per comprendere un fenomeno che si presenta oggi molto piů variegato e complesso. Una riflessione sull'argomento non puň non tenere conto anche di altri tipi di selezione, forse meno visibili, ma presenti nella scuola: l'insuccesso scolastico inteso come disimpegno, raggiungimento di livelli di apprendimento inferiori alle possibilitŕ, l'assenteismo e la scarsa motivazione. Nei limiti di spazio di un articolo ho cercato di dare lettura di un fenomeno decisamente complesso, cercando di cogliere anche quegli elementi di positivitŕ comunque presenti nel mondo scolastico, con riferimento sia agli studenti che ai docenti, per ritrovare un'indicazione di senso: a volte le risposte hanno radici in esperienze significative del passato, altre vanno ricercate nel nuovo, devono essere reinventate. Ogni soluzione č sempre parziale e provvisoria: la loro integrazione e il progressivo adattamento sono una condizione per affrontare seriamente il problema. Resta il fatto che "il successo formativo", nella sua accezione piů ampia, č la vera scommessa della scuola ed č su questo che deve poter investire le sue energie, senza inutili dispersioni, e con una "mission" ben precisa che la societŕ le affida con fiducia.
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Rigon, Giancarlo y Stefano Costa. "Normalitŕ e patologia in adolescenza". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (julio de 2010): 35–50. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002004.

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Il concetto di normalitŕ č cambiato nel tempo in rapporto ai mutamenti sociali e culturali. Nel campo della psichiatria del bambino e dell'adolescente la definizione di normalitŕ e di patologia deve tener conto della evolutivitŕ che caratterizza questo periodo della vita. Il limite che separa la normalitŕ dalla patologia č fortemente messo in discussione dal cambiamento delle regole di comportamento sociale in atto in questi anni. Di fronte a questi segnali di cambiamento della "normalitŕ", ci si chiede quali saranno le conseguenti modi_ che relative allo sviluppo psicologico e sociale dei bambini e degli adolescenti. Per dare risposta a questa domanda sono stai presi in esame i risultati di due studi che gli Autori hanno dedicato all'analisi del rapporto fra uso di sostanze e autolesionismo e psicopatologia in adolescenza. Pur nella diversitŕ della casistica considerata, il fattore fragilitŕ rappresenta l'elemento in comune che risulta significativo nel passaggio da una condizione di normalitŕ alla patologia franca. A partire da questo dato, vengono svolte alcune rifl essioni che investono la definizione del concetto di fragilitŕ, il valore dell'approccio diagnostico strutturale, la perdita della centralitŕ dell'Io e del conflitto nel guidare lo sviluppo del bambino e dell'adolescente a favore delle esigenze di sostegno narcisistico, le conseguenze che un tale viraggio ha sulla pratica terapeutica orientandone il passaggio dalla interpretazione al setting.
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