Literatura académica sobre el tema "Concetto di dolore"

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Artículos de revistas sobre el tema "Concetto di dolore"

1

Rogora, Chiara. "Condividere il dolore psichico in seduta". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (noviembre de 2011): 132–36. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003008.

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Resumen
Il commento al caso proposto dal dott. Luci si articola attorno alla lettura psicodinamica del concetto di identificazione proiettiva. Tale meccanismo di difesa apre ad una nuova possibile lettura del caso clinico, nell'ottica della costruzione di uno spazio intersoggettivo tra la paziente e il terapeuta. Si affronta inoltre l'approfondimento dell'inquadramento diagnostico anche sotto il profilo dei vissuti e dell'organizzazione psichica della paziente.
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2

Spagnuolo Lobb, Margherita, Federica Sciacca, Andrea Roberta Di Rosa y Michela Mazzone. "Attivazione corporea ed emotiva nel dolore: un ponte tra le neuroscienze e la terapia della Gestalt per comprendere il desiderio di aiuto del terapeuta". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2022): 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-001006.

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Resumen
L'attivazione corporea ed emotiva di fronte al dolore è stata collegata al desiderio di aiutare l'altro. Basandosi su precedenti ricerche di neuroestetica, e sul concetto di Conoscenza Relazionale Estetica nel quadro della terapia della Gestalt, la ricerca ha indagato le reazioni di 29 individui di fronte a immagini di dolore e sentimenti neutri, in rappresentazioni artistiche e in foto di attori. Gli individui sono stati testati con SCL-90-R, MAIA e IRI. I risultati confermano l'ipotesi che il desiderio di aiutare è connesso con l'attivazione corporea-emozionale, con la capacità di sentire il proprio corpo e tuttavia tenere l'emozione dell'altro. L'attivazione corporeo-emotiva è stata mostrata solo nella rappresentazione artistica del dolore. Una possibile spiegazione è che il "movimento" che attiva una persona di fronte al dolore è meglio espresso nelle immagini artistiche.
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3

della Redazione, A. cura. "Note di lettura". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 73 (junio de 2022): 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/las2022-073012.

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Tonia Cancrini, Un Tempo per l'Amore. Eros, dolore, odio (Paola Linguiti); Fabio Macioce, La vulnerabilità di gruppo. Funzione e limiti di un concetto controverso (Gianluca Gasparini); Valeria Bizzari e Raffaele Vanacore, a cura di, Il corpo vivo nel mondo. Introduzione al pensiero di Thomas Fuchs (Natalie Bragazzi); Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, Scritti di etica (Timothy Tambassi)
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4

Molteni, Massimo. "Il volto senza fine: la sofferenza della mente". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 1 (enero de 2011): 43–55. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001005.

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Resumen
Il concetto e l'esperienza umana del dolore sono cambiati nel corso della storia dell'uomo: se per gli antichi greci, cosě come anche nella Bibbia, il dolore faceva parte della vita e come tale era accettato, oggi invece esso viene rifiutato come elemento esistenziale estraneo, da eliminare il piů presto e il piů efficacemente possibile. La scienza medica ha fatto grandi passi in questa direzione, ma la possibilitŕ di attenuare o annullare il dolore fisico non ci esime dalla necessitŕ di riflettere sul vero senso della sofferenza, intesa come aspetto ineliminabile della condizione umana. La percezione della sofferenza dipende non solo dalle caratteristiche personali dell'individuo, ma anche dal contesto socioculturale in cui egli č inserito, variabili che condizionano anche la capacitŕ di comprensione della sofferenza dell'altro. Quanto piů un sistema - persona o societŕ - č complesso, tanto maggiore sarŕ la sofferenza da esso percepita. In definitiva, č inevitabile sia che l'uomo soffra sia che ricerchi la cancellazione della sofferenza: una dicotomia, questa, che acquista un suo senso e una prospettiva di risoluzione solo tramite l'apertura ad una dimensione piů ampia ed elevata rispetto a quella puramente fisica. In quest'ottica, la lotta - umana in generale e medica in particolare - contro sofferenza e dolore assume una connotazione non solo di utilitŕ immediata, ma anche di importante significato ultimo.
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5

De Col, Alessandra y Ilaria Picchio. "Figlio solo, solo un figlio, figlio unico? Quando la lealtŕ al ricordo del fratello e al dolore dei genitori č figlia di un trauma da lutto". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 36 (diciembre de 2012): 85–98. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036006.

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Resumen
In questo lavoro le autrici hanno voluto presentare un caso clinico in cui il concetto di lealtŕ al ricordo di chi č venuto a mancare e al dolore di tale trauma puň dar luogo a una sintomatologia che preannuncia una scissione psicologica, una difficoltŕ a definirsi all'interno della famiglia. L'etica e la fedeltŕ alla famiglia, la lealtŕ ad essa per proteggerla dal dolore, portano a sacrificare a volte il proprio sé. La lettura relazionale delle dinamiche della famiglia aiuta a mettere in luce la funzione della difficoltŕ a definirsi del piccolo M. In questa famiglia, come spesso accade in famiglie con bambini, M. č stato il filo di Arianna per entrare nel labirinto della sua dolorosa storia familiare e dipanarne la matassa. Tale famiglia ha aiutato anche le coterapeute a superare il loro "lutto" da separazione come coppia di terapia.
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6

Larcher, Mauro. "La dignità del morire. L’evoluzione del pensiero". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 4 (22 de marzo de 2022): 255–57. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-6.

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Resumen
“Meglio la morte” si dice abbia esclamato Luigi XIV°, il Re Sole, ingurgitando l’ennesimo intruglio che i suoi archiatri protomedici gli propinavano, peraltro senza beneficio, per sedare il dolore della gangrena alla gamba che lo avrebbe presto portato alla tomba. Anche se il concetto è un po’ tirato per i capelli, questa esclamazione potrebbe essere considerata una dichiarazione anticipata di trattamento ante litteram.
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7

Scotto, di Fasano Daniela. "Una psicoanalisi vera in seconda battuta". INTERAZIONI, n.º 1 (julio de 2012): 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001004.

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Resumen
Confortata da evidenze cliniche, l'Autore ipotizza che nei casi di trauma, abuso, maltrattamento avvenuti nei primissimi anni di vita, il sé possa restare in animazione sospesa (Vallino, 2004), in attesa di accedere a un significato condiviso, il solo che puň avviare la mentalizz- azione (Scotto di Fasano, 2003) e, quindi, consentire sia uno sguardo rivolto al senso comunicativo del sintomo sia che la sofferenza, non restando solitaria e senza senso (Pozzi, 2003), un incomprensibile fatto carne (Scotto di Fasano, 2003), possa evolvere in dolore psichico. Il fatto che ciň possa accadere nelle fasi iniziali dello sviluppo (Salomonsson, 2011) evita ai soggetti l'incarcerazione (Shore, 1994; Steiner,1996) in stati mentali patologici. A questo proposito l'Autore riflette su un concetto tendenzialmente poco esplorato perché inquietante e scomodo da pensare, tanto piů se riferito a noi stessi, alla vita mentale in- fantile e alle funzioni genitoriali e terapeutiche: l'odio, che, per quanto ingrediente indispensabile dello sviluppo mentale (Freud, 1915; Jeammet, 1989; Nielsen, 2011), č risultato e risulta arduo da esplorare e pressoché impossibile da ammettere come costitutivo della psiche, a dispetto del fatto che il pensiero, come l'oggetto, nasce nell'odio (Freud, 1915).
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8

Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna y R. Nardi. "Problematiche di fine vita: il ruolo della medicina interna ospedaliera". Italian Journal of Medicine 5, n.º 1 (10 de abril de 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.4.

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Resumen
<img src="/public/site/images/pgranata/PREFAZIONE.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Etica cristiana e malattia</strong><br /><em>E. Bianchi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Le problematiche di fine vita: quale consapevolezza da parte degli internisti?</strong><br /><em>M. Gambacorta, M. Campanini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Il concetto di terminalità: certezze e incertezze</strong><br /><em>L. Lusiani, C. Bullo</em></p><p class="titolo"><strong>Traiettorie di malattia: non sempre i pazienti e le famiglie sono informati</strong><br /><em>L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>La dignità come fattore di cura: pratica clinica nel fine vita nella medicina <em>patient centered</em></strong><br /><em>M. Felici, A. Pulerà, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>L’assistenza nel fine vita: quali responsabilità? Un approccio medico-legale al tema</strong><br /><em>A. Aprile, M. Bolcato, D. Rodriguez</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente terminale: aspetti di tipo etico</strong><br /><em>R. Cavaliere</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative, assistenza domiciliare e <em>caregiver burden</em>: il modello dell’efficienza terapeutica</strong><br /><em>L. Occhini, A. Pulerà, M. Felici</em></p><p class="titolo"><strong>Nutrizione ed idratazione nei malati terminali</strong><br /><em>R. Risicato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore nel paziente terminale</strong><br /><em>G. Civardi, M. Bosco, R. Bertè</em></p><p class="titolo"><strong>Sedazione di fine vita: aspetti decisionali clinici ed etici</strong><br /><em>M. Carassiti, A. De Benedictis, M. Del Prete, B. Vincenzi, V. Tambone</em></p><p class="titolo"><strong>La rimodulazione della terapia negli anziani in fase terminale</strong><br /><em>A. Cester, F. Busonera</em></p><p class="titolo"><strong>Ruolo dell’infermiere nel <em>comfort care</em> del paziente a fine vita in Medicina Interna</strong><br /><em>D. Simonazzi, M. Lince, S. Tanzi, G. Bordin</em></p><p class="titolo"><strong>Percorso di fine vita e diagnosi di terminalità: l’esperienza dell’Ausl di Modena e Reggio Emilia</strong><br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, P. Vacondio, G. Pinelli, G. Carrieri, G. Cioni</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE I<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, L. Lusiani, M. Gambacorta, G. Pinna, M. Campanini, A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>APPENDICE II<br />RECENSIONE - Riflessioni sul dolore </strong>di Umberto Eco<br /><em>R. Nardi</em></p>
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Fontanella, A., M. Campanini, C. Nozzoli y R. Nardi. "Medicina interna perioperatoria - Il paziente chirurgico complesso: il ruolo dell’internista nell’ospedale snello, a misura del paziente, organizzato per intensità di cure". Italian Journal of Medicine 5, n.º 1 (21 de marzo de 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.2.

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Resumen
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Perché l’internista è necessario nella gestione dei pazienti complessi candidati ad intervento chirurgico</strong><br /><em>F. Gilioli, G. Chesi</em></p><p class="titolo"><strong>La medicina interna nell’assistenza del paziente chirurgico complesso</strong><br /><em>M. Fabbri, S. Galli, A. Morettini</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente cardiopatico</strong><br /><em>G. Chesi, F. Gilioli</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong><br /><em>M. Candela</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente diabetico</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>La chirurgia nel grande anziano: rischi e opportunità</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, G. Paroni, D. Sancarlo, M. Lauriola, D. Seripa</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente candidato ad intervento chirurgico a rischio trombo-embolico</strong><br /><em>R. Re, M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>Concetto di <em>Ospedale snello</em>, <em>hospitalist</em> e di <em>co-management</em></strong><br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di Ortopedia: il percorso del paziente ricoverato per frattura prossimale di femore</strong><br /><em>R. Nardi, M. Mazzetti, C. Marchetti</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di neurochirurgia</strong><br /><em>C. Cicognani, S. Zaccaroni</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di ostetricia</strong><br /><em>A. Maina, V. Donvito, L. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel Centro Trapianti di fegato</strong><br /><em>L. Fontanella, M. Imparato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore post-operatorio in ambito internistico</strong><br /><em>M. Bosco, R. Bertè, G. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome da rialimentazione</strong><br /><em>R. Risicato, G. Scanelli, L. Tramontano, U. Politti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia infusionale pre-intra-post-operatoria: solamente un problema dell’anestesista?</strong><br /><em>F. Sgambato, G. Pinna, S. Prozzo, E. Sgambato</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente ad elevato rischio emorragico: valutazione e management</strong><br /><em>A.M. Pizzini, I. Iori</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione perioperatoria o periprocedurale della terapia anticoagulante-antiaggregante in elezione e in urgenza</strong><br /><em>A. Fontanella, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Le complicanze mediche e gli eventi avversi indesiderabili più frequenti nel paziente internistico complesso operato</strong><br /><em>M. Silingardi</em></p><p class="titolo"><strong>Pazienti <em>chirurgici</em> ricoverati in Medicina Interna: i pazienti a rischio, selezione delle priorità e delle emergenze urgenze e pianificazione dell’assistenza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Percivale</em></p><p class="titolo"><strong>Qualità, indicatori ed <em>audit</em> come strumento di miglioramento nell’assistenza del paziente complesso in chirurgia</strong><br /><em>S. De Carli, A. Montagnani</em></p><p class="titolo"><strong>Quali proposte ed evidenze per nuovi modelli organizzativi in cui l’internista può assumere un ruolo fondamentale?</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Campanini</em></p>
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Algini, Maria Luisa. "Il filo nascosto nella noia". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 2 (noviembre de 2021): 70–88. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002005.

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Quanto abbiamo scritto, ipotizzato, sostenuto, "prima" del Covid, varrà così come era stato concepito, o il ciclone che ci ha travolti costringe a ripensare tutto? L'autrice se lo chiede a proposito di un suo lavoro su quegli stati chiamati "noia", tanto frequenti nella clinica quanto poco elaborati nella letteratura psicoanalitica. Per proporre che l'esperienza della pandemia ha permesso l'emergere di continuità e di-versità, portando in luce nella dichiarazione di "noia" il filo di un dolore altrimenti indicibile.
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Tesis sobre el tema "Concetto di dolore"

1

OH, SE JUNG. "Sanzionare il dolore nella cultura cristiana: Giovanni da San Gimignano e i Sermones Funebres". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/806709.

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Capítulos de libros sobre el tema "Concetto di dolore"

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Cugno, Stefano, Valentina Forni, Daniele Rovaris, Paola Cuzziol, Enrico Molinari y Gianluca Castelnuovo. "Il concetto di dolore: definizioni, contesti di interesse e modelli teorici". En Psicologia clinica del dolore, 5–13. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1469-5_2.

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