Literatura académica sobre el tema "Comunicazione simbolica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Comunicazione simbolica"

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Chiarvesio, Maria y Eleonora Di Maria. "Innovazione, comunicazione e presidio dei mercati. le performance delle imprese del made in Italy". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 1 (junio de 2012): 131–53. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-001009.

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Le imprese manifatturiere sono chiamate a rinnovare la propria offerta attraverso un piů esplicito investimento nel marketing come funzione in grado di costruire relazioni interattive con i clienti e supportare l'innovazione simbolica e la proposta di nuovi significati da veicolare al mercato. Dal punto di vista empirico sono ancora limitati gli studi che approfondiscono le strategie di marketing, in particolare sul fronte della comunicazione, delle imprese italiane mettendo a confronto le politiche di prodotto, il ruolo del design, l'investimento in marca e le politiche distributive, con un'attenzione ai mercati esteri. Il paper sviluppa un approfondimento empirico relativo alle strategie di comunicazione delle piccole e medie imprese specializzate nei settori del made in Italy, attraverso un'analisi quantitativa relativa a oltre 400 imprese operanti nei mercati finali.
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de Rienzo, Antonio. "Il giorno in cui il tempo si è fermato. Stati primitivi di non integrazione, working through multidimensionale e nascita del soggetto analitico". STUDI JUNGHIANI, n.º 55 (agosto de 2022): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14072.

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Questo articolo si fonda su un'idea, ed è costruito intorno ad un'esperienza clinica che mi ha aiutato ad ampliarne la comprensione. L'idea, alla base del lavoro di diversi autori, è che quando il campo analitico è saturo di contenuti mentali primitivi e non integrati, il controtransfert somatico dell'analista è un prezioso indicatore di una forma di comunicazione profonda e dissociata. L'esperienza clinica, riguarda la difficile elaborazione di un controtransfert complesso e sfaccettato che ha avuto luogo durante le prime fasi dell'analisi di una paziente per me molto difficile da contenere, che comunicava in modo estremamente dissociato. Questa esperienza, descritta dettagliatamente nell'articolo, mi ha portato a formulare l'idea clinica che il campo transferale sia composto da strati distinti (psicoide, affettivo, verbale), e che ognuno di essi possa trasmettere informazioni diverse, anche contrastanti. A corollario di ciò, l'analista dovrebbe essere pronto ad accettare sensazioni, sentimenti e pensieri contrastanti allo stesso tempo, poiché potrebbero essere gli ingredienti di base di una complessa reverie. L'analista, in tale corcostanza, si troverebbe a contatto con la propria molteplicità interna allo stato grezzo, prima che un'immagine simbolica possa emergere per collegare tra loro i frammenti dell'esperienza. Tuttavia, lo scopo fondamentale di questo articolo non sta nel suggerire un'idea, ma nel condividere l'esperienza clinica di un complesso working through. Questa esperienza ha favorito, nella coppia analitica, la nascita di una nuova prospettiva relazionale più umana: la capacità di stare insieme nel tempo, in uno spazio transizionale dove non c'è né completa separazione né fusione assoluta.
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Crozzoli, Aite Livia. "Il luttto nell'esperienza analitica con il gioco della sabbia"". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (mayo de 2010): 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003002.

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Attraverso le testimonianze verbali e le rappresentazioni per immagini realizzate con il "gioco della sabbia" da persone in lutto vengono descritte nel testo le risonanze emozionali per la perdita di una persona con cui si era condivisa la vita e il processo elaborativo di chi intraprende un'esperienza terapeutica. Nel clima partecipativo della relazione analitica le persone possono condividere la loro sofferenza e la ricerca di sé, scoprendo il significato simbolico racchiuso nella sofferenza: l'aprirsi di uno spazio mentale e affettivo, aperto alla presenza dei processi interiori e all'importanza della componente relazionale. Segue la presentazione di un caso clinico e l'analisi di alcune scene del "gioco della sabbia", che evidenziano la peculiaritŕ del "pensare per immagini", un punto teorico di fondo del pensiero junghiano. Dal confronto tra i vissuti espressi nella comunicazione verbale e quelli nelle scene del "gioco della sabbia" si puň cogliere che la rappresentazione per immagini favorisce l'emergenza di contenuti profondi e simbolici, non prevedibili dalla coscienza e non ancora esprimibili con le parole.
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Lucantoni, Davide. "Covid-19 e comunicazione istituzionale e mediatica". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (agosto de 2021): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001004.

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L'articolo descrive i risultati di un'indagine condotta nell'area medio-adriatica durante la prima ondata della pandemia, sulle condizioni di vita della popolazione nel periodo di quarantena, raccogliendo informazioni sulle aspettative future del campione alla luce delle trasformazioni sociali portate dalla pandemia. Inoltre, viene fornito un quadro interpretativo in merito all'impatto che la compenetrazio-ne tra comunicazione politica e scientifica, all'interno delle dinamiche e dei mec-canismi narrativi dei diversi media, ha avuto sui comportamenti sociali e sulle formazioni identitarie in un contesto pandemico che mina la sicurezza ontologica degli individui. Infine, i dati relativi alle percezioni del campione sulla comunica-zione politica e scientifica vengono analizzati alla luce del fenomeno dell'infodemia, in particolare rispetto alle trasformazioni dell'agire comunicativo imposte dalla transizione digitale forzata del Paese. I risultati hanno mostrato che la fiducia nella credibilità e nelle fonti scientifiche è giudicata principalmente come sufficiente, anche se una parte non residuale del campione tende a dubitarne o a credere che si tratti di pura manipolazione. L'articolo sostiene che la comunicazio-ne scientifica non ha saputo uscire dall'impasse in cui lo scienziato legittima le sue affermazioni esercitando l'autorità che gli viene dogmaticamente attribuita dal buon senso, accettando la credibilità che gli viene offerta dal capitale simbolico proprio dei sistemi di credenze.
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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Resumen
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Rienzo, Antonio. "Una misteriosa orchestra. Note sulle comunicazioni sub-simboliche e sulla loro rappresentabilità nel campo transferale". STUDI JUNGHIANI, n.º 53 (julio de 2021): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2021oa12001.

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L'articolo si propone di valorizzare l'utilità clinica della dimensione corporea in seduta e la coerenza di tale atteggiamento analitico con alcune intuizioni epistemologiche di Jung e Bion. La psiche verrà considerata come un'unità complessa mente/corpo, dotata di molti livelli di funzionamento (sottosistemi) raggruppabili in tre grandi aree: corporea, affettiva, e di pensiero. Ognuna di queste aree si esprime con un linguaggio diverso e solo il lavoro di integrazione sincronica dei sottosistemi crea la sensazione di possedere un Sé coeso. La seduta analitica può essere vista come un incontro tra due sistemi complessi che si attivano reciprocamente, creando un campo transferale multidimensionale. Non ci sono significati nascosti che il paziente cercherebbe inconsciamente di occultare, ma livelli di esperienza non integrati tra loro. L'articolo si chiude con una vignetta clinica, che mostra un processo di integrazione parallela e sincronica di elementi sub-simbolici, processo che coinvolge tanto l'analista quanto il paziente. Tale integrazione amplia le prospettive relazionali e autoconoscitive di entrambi i soggetti.
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Riva, Eleonora y Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Tesis sobre el tema "Comunicazione simbolica"

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DE, GUIO SUSANNA. ""LUCHAR PARA TRANSMITIR, TRANSMITIR PARA TRANSFORMAR" LE PRATICHE POLITICO-COMUNICATIVE DEI MEDIA ALTERNATIVI IN ARGENTINA: IL CASO DELLA RED NACIONAL DE MEDIOS ALTERNATIVOS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/51136.

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Resumen
Il progetto di ricerca indaga la relazione tra agire comunicativo e agency politica, che è caratteristica costitutiva delle pratiche dei media alternativi, nel caso di studio della Red Nacional de Medios Alternativos (RNMA) argentina. Lo studio analizza inoltre le possibilità aperte e i limiti rappresentati dalla forma socio-organizzativa reticolare della RNMA rispetto ai suoi obiettivi politico-comunicativi. Adottando un approccio socio-storico (Costa & Mozejko, 2009), tali pratiche sociali sono analizzate in relazione alle condizioni materiali in cui vengono prodotte e alla capacità d’azione degli agenti sociali che le producono, considerando in maniera processuale l’influenza reciproca tra l’azione degli attori sociali e i limiti imposti dalla struttura dentro la quale si collocano le loro scelte. La ricerca analizza dunque le pratiche politico-comunicative e caratterizza il soggetto sociale che le produce e le condizioni di produzione; l’intreccio tra questi tre ordini di problemi definisce la posizione di potere occupata dalla RNMA in relazione agli altri attori sociali che intervengono nella lotta politica e simbolica per il controllo delle regole di rappresentazione della realtà sociale.
The research project investigates the relationship between communicative action and political agency, which is a constitutive characteristic of alternative media practices. The analysis focuses on an empirical case of study, the argentinian Red Nacional de Medios Alternativos (RNMA). The study also analyzes possibilities and limits linked to the RNMA reticular form of internal collective organization. By adopting a socio-historical approach (Costa & Mozejko, 2009), RNMA social practices are analyzed looking at the material conditions in which they are produced and to the agents' ability-to-act, considering the mutual influence between the actions of the social actors and the limits imposed by the social structure within which their choices are placed. The research then analyzes the RNMA political-communicative practices; characterizes the social subject who act these practices and the context of their production; the intertwining of these three orders of problems defines the position of power occupied by the RNMA in relation to the other social actors involved in the political and symbolic struggle for the control of the rules of representation of social reality
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DE, GUIO SUSANNA. ""LUCHAR PARA TRANSMITIR, TRANSMITIR PARA TRANSFORMAR" LE PRATICHE POLITICO-COMUNICATIVE DEI MEDIA ALTERNATIVI IN ARGENTINA: IL CASO DELLA RED NACIONAL DE MEDIOS ALTERNATIVOS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/51136.

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Il progetto di ricerca indaga la relazione tra agire comunicativo e agency politica, che è caratteristica costitutiva delle pratiche dei media alternativi, nel caso di studio della Red Nacional de Medios Alternativos (RNMA) argentina. Lo studio analizza inoltre le possibilità aperte e i limiti rappresentati dalla forma socio-organizzativa reticolare della RNMA rispetto ai suoi obiettivi politico-comunicativi. Adottando un approccio socio-storico (Costa & Mozejko, 2009), tali pratiche sociali sono analizzate in relazione alle condizioni materiali in cui vengono prodotte e alla capacità d’azione degli agenti sociali che le producono, considerando in maniera processuale l’influenza reciproca tra l’azione degli attori sociali e i limiti imposti dalla struttura dentro la quale si collocano le loro scelte. La ricerca analizza dunque le pratiche politico-comunicative e caratterizza il soggetto sociale che le produce e le condizioni di produzione; l’intreccio tra questi tre ordini di problemi definisce la posizione di potere occupata dalla RNMA in relazione agli altri attori sociali che intervengono nella lotta politica e simbolica per il controllo delle regole di rappresentazione della realtà sociale.
The research project investigates the relationship between communicative action and political agency, which is a constitutive characteristic of alternative media practices. The analysis focuses on an empirical case of study, the argentinian Red Nacional de Medios Alternativos (RNMA). The study also analyzes possibilities and limits linked to the RNMA reticular form of internal collective organization. By adopting a socio-historical approach (Costa & Mozejko, 2009), RNMA social practices are analyzed looking at the material conditions in which they are produced and to the agents' ability-to-act, considering the mutual influence between the actions of the social actors and the limits imposed by the social structure within which their choices are placed. The research then analyzes the RNMA political-communicative practices; characterizes the social subject who act these practices and the context of their production; the intertwining of these three orders of problems defines the position of power occupied by the RNMA in relation to the other social actors involved in the political and symbolic struggle for the control of the rules of representation of social reality
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Gardinale, Federica. "Traduzione automatica in simboli di libri per bambini con disabilità comunicative". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9817/.

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L’elaborato approfondisce il tema della traduzione in simboli. Questo particolare tipo di traduzione è pensato per chi è affetto da disabilità comunicative e presenta difficoltà nella comprensione e nell’espressione, sia a livello orale che scritto. Ad oggi, i libri tradotti in simboli sono per lo più rivolti a bambini e fanno parte degli strumenti della Comunicazione Aumentativa Alternativa, o CAA, un ambito di ricerca che ha lo scopo di individuare metodi di comunicazione “aumentativi”, ossia che accrescono le capacità comunicative di persone con disabilità. Questa comunicazione è definita, altresì, “alternativa” poiché individua modalità diverse dalla parola come, appunto, simboli, immagini e tecnologie dedicate. La CAA nasce per garantire uno dei diritti umani fondamentali, sanciti anche dall’ONU, cioè il diritto alla comunicazione. L’elaborato fornisce, innanzitutto, una panoramica generale sulla disabilità comunicativa, sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa, e sugli strumenti utilizzati in questo contesto, soffermandosi in particolare sui sistemi simbolici. In seguito, descrive dettagliatamente i libri in simboli, spiegandone obiettivi e caratteristiche, e facendo riferimento ai concetti di linguaggio, lingua, oralità e scrittura e acquisizione del linguaggio. Infine, vengono analizzati i metodi attualmente esistenti per la traduzione in simboli di libri per bambini, e viene illustrato un esempio concreto. L’ultima parte dell’elaborato si sofferma sugli aspetti in comune tra la traduzione in simboli e la traduzione tra lingue naturali, e sui metodi di quest’ultima che possono essere utili per migliorare la qualità del testo in simboli. In particolare, si farà riferimento agli strumenti di traduzione assistita e di traduzione automatica attualmente esistenti per la traduzione in simboli e verranno dati suggerimenti pratici per renderli più efficaci, rifacendosi anche alla traduzione automatica e assistita tra lingue naturali, con particolare riferimento alle tecniche di pre-editing, post-editing e scrittura controllata.
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MARTINO, EUGENIO. "Violenza e potere nell'Alto Medioevo (768-888)". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1087388.

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Resumen
La tesi, dal titolo Violenza e potere nell’Alto Medioevo (768-888), si propone come uno studio complessivo del periodo carolingio, di cui si analizza sistematicamente il valore attribuito alla violenza e al suo esercizio da parte della figura regia, tanto nel contesto sociale quanto in quello politico. Da questa prospettiva si cerca di affrontare una serie di questioni che consentono di approfondire la relazione tra potestas e violenza, mostrando il valore legittimante che la vindicta regia assunse a partire dal regno di Carlo Magno fino al declino dell’Impero carolingio, nel corso del IX secolo.
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ARCOPINTO, ANTONELLA. "SIMBOLI, COMUNICAZIONE E MARKETING RELIGIOSO". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11393/238043.

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Resumen
Il simbolismo religioso oggigiorno costituisce un argomento di grande interesse per gli ecclesiasticisti, ma anche per gli studiosi delle varie branche del diritto e non solo, in quanto abbraccia delle problematiche “umane”, relazionali, politiche, economiche, amministrative e giurisprudenziali riguardanti la società nel suo più ampio aspetto. Il simbolo religioso può essere un oggetto, un capo di vestiario, o anche una prassi, un comportamento che in astratto o in concreto viene direttamente collegato ad una determinata confessione fideistica. Attraverso una sorta di “trasfigurazione simbolica”, un singolo o una collettività si riconoscono, con più o meno intensità, in “quella” immagine sacra, assumendola come elemento della propria personalità e socialità, come terreno delle proprie radici storico – culturali; la stessa crea un legame tra soggetti che si accomunano per avere una stessa credenza, che va protetta e riservata. Il simbolo religioso, al tempo stesso, è anche generatore di conflitti, perché se da un lato unisce coloro che in quel simbolo si identificano, dall’altro separa ed allontana chi non ci si rispecchia, chi ha altri simboli “da mostrare”, chi non ne ha, creando forti tensioni sociali e dando vita a quella che è diventata una vera e propria “guerra” al simbolo e del simbolo. I dibattiti maggiormente sollevati rispetto ai simboli religiosi riguardano, ovviamente, l’esibizione degli stessi negli spazi pubblici, poiché tale esposizione sembrerebbe causare una violazione della libertà religiosa di chi non “riconosce” come proprio “quel” simbolo, nonché del principio di laicità dello Stato. È innegabile che tale argomento inneschi contraddizioni interpretative ed ideologiche all’interno dei moderni ordinamenti, poiché gli atteggiamenti “laici” rispetto al diritto di libertà religiosa possono essere completamente differenti. A tal fine vengono rappresentante nel lavoro di ricerca alcune tra le principali sentenze che riguardano l’ostensione di determinati simboli ed il conseguente bilanciamento con i principi giuridici e culturali dell’ordinamento di riferimento. Casi tipici sono le controversie sorte in Italia, Francia, Svizzera, Turchia, in alcuni casi sfociati innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale modella il proprio modus operandi a seconda del contesto nazionale, storico e culturale. In Italia, ad esempio, è emblematica la querelle dell’esposizione del crocifisso, in particolar modo nelle scuole pubbliche, nelle aule giudiziarie e nei seggi elettorali, ma sono state affrontate anche questioni inerenti al velo islamico e ad ulteriori simboli religiosi legati a confessioni che maggiormente ricoprono un ruolo importante all’interno delle società contemporanee. La seconda parte del lavoro di tesi è orienta ad uno studio potremmo dire “dinamico” del fattore religioso e del suo essere presenza all’interno della comunità. Il simbolo religioso è lo strumento che la confessione utilizza per comunicare ed “arrivare” ai propri fedeli. Da questo assunto, la scrivente ha svolto uno studio sulla semiotica del segno in generale, per poi giungere a quello religioso, costatando come il significato dello stesso possa mutare a seconda dell’ambito sociale ed etnico, ma anche a seconda della persona che ne è il destinatario. Ci si è poi soffermati sulle modalità di comunicazione sociale della Chiesa Cattolica in Italia, in quanto religione di maggioranza, evitando polemiche e problematiche legate al dato che la stessa, indiscutibilmente per storia e cultura, “occupi” molto spazio, anche rispetto ad altre confessioni, nell’ambito dei mass media. Sulla scia argomentativa dei “messaggi” religiosi, obbligatoria è stata una riflessione sulla libertà di espressione, in particolare la satira ed i suoi relativi (ed eventuali) limiti in ambito confessionale. È importante comprendere che anche nell’elaborare un paradosso o una vignetta, occorre operare nella conoscenza dell’altro, poiché in alcuni casi l’ignoranza su determinati principi e credenze, potrebbe provocare gravi offese al sentimento religioso e dunque alla persona che si indentifica in esso. I simboli, dunque, sono parte integrante delle fedi e delle relative pratiche, pertanto anche di colui che “crede”, al punto da plasmare l’identità di esso in ogni aspetto della vita quotidiana. Il trasmigrare dal mero piano spirituale all’ambito sociale conduce i simboli religiosi ad “invadere” addirittura la sfera economica, rilevando la capacità degli stessi di influenzare l’agire del soggetto che è, contemporaneamente, uomo e fedele. Interessante, infatti, è apparso analizzare l’interazione tra marketing e religione, con particolare attenzione all’utilizzo dei simboli religiosi all’interno delle campagne pubblicitarie, nonché nelle operazioni di tipo commerciale come l’acquisto di determinati prodotti. Dallo studio effettuato si evidenzia come i simboli religiosi non siano più di esclusivo dominio delle confessioni religiose, gli stessi infatti vengono spessi utilizzati come strumenti dotati di credibilità per attirare il cliente, spingendolo ad acquistare prodotti che rispecchino la loro religiosità e gli diano modo di essere maggiormente “obbediente” ai precetti religiosi, come nel particolare caso dell’alimentazione. Riguardo al lavoro di ricerca svolto, si è giunti alla conclusione che una società nell’affrontare il suo status di “multiculturale”, deve essere capace di individuare e tutelare le differenze tra le culture e le religioni che vi coabitano. È necessario che gli ordinamenti, anche con la collaborazione delle confessioni religiose stesse, elaborino e concretizzino strumenti atti a far conoscere e rispettare le differenti etnie ed i simboli rappresentativi delle stesse, a gestirne le relative controversie e a creare una concreta integrazione nei vari aspetti della vita sociale, giuridica ed economica.
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LA, MURA ILARIA. "La costruzione di senso e lo scambio di risorse simboliche. Metafore, frames e comunicazione". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/559122.

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Libros sobre el tema "Comunicazione simbolica"

1

Bonvecchio, Claudio. Inquietudine e verità: Saggi di simbolica e comunicazione. Torino: Giappichelli, 2004.

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2

Mellina, Angela. Mediazione simbolica e sviluppo della comunicazione: Valenze metaforiche del tema lunare. Roma: Aracne, 2007.

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3

Landini, Carlo Alessandro. Mozart: Il Ratto dal serraglio : strategie del testo e pragmatica simbolica : un esempio di comunicazione subliminale. Ivrea: Casa Editrice Ferraro, 1998.

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4

Internationale Walser Studientagung (6th 1988 Gressoney-Saint-Jean, Italy). Lingua e comunicazione simbolica nella cultura walser: Atti del VIo Convegno internazionale di studi walser : Sprache und symbolische Kommunikation in der Walserkultur : Akten der VI. Internationalen Studientagung in Gressoney St. Jean, 14-15 Oktober 1988. Anzola d'Ossola: Fondazione Arch. Enrico Monti, 1989.

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5

Giancarlo, Andenna, ed. Religiosità e civiltà: Le comunicazioni simboliche (secoli IX-XIII) : atti del convegno internazionale, Domodossola, Sacro Monte e Castello di Mattarella, 20-23 settembre 2007. Milano: Vita e pensiero, 2009.

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6

Settimane internazionali della Mendola, Nuova serie (2007 Domdossola, Italy, etc.). Religiosità e civiltà: Le comunicazioni simboliche (secoli IX-XIII) : atti del convegno internazionale, Domodossola, Sacro Monte e Castello di Mattarella, 20-23 settembre 2007. Milano: Vita e pensiero, 2009.

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7

Istituzione e comunicazione: Segni e simboli della rappresentazione sociale del carcere. 2a ed. Roma: SEAM, 1998.

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8

Ceroni, Elisabetta. Segni /segnali/ Simboli /sensi; Codici Della Comunicazione Non Verbale e Loro Rapporti Semiologici. Independently Published, 2018.

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