Literatura académica sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

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Artículos de revistas sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

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Kipar, Andreas. "Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano: proposte per una sintesi sostenibile". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 99 (abril de 2011): 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

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Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
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Papa, Anna. "La complessa realtŕ della Rete tra "creativitŕ" dei fornitori di servizi Internet ed esigenze regolatorie pubbliche: la sottile linea di demarcazione tra provider di servizi "content" e di "hosting attivo"". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 221–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002004.

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La Rete Internet si presenta come una realtŕ complessa nell'ambito della quale alla funzione di trasmissione di dati si associano, acquisendo sempre maggiore rilevanza, funzioni legate all'utilizzo diffuso degli strumenti propri della societŕ dell'informazione e della comunicazione. In costante crescita sono anche i soggetti che offrono servizi legati alle funzioni ora citate, in particolare fornitori di connettivitŕ e gestori di applicazioni in grado di consentire la comunicazione e la diffusione in Internet di notizie, opinioni e contenuti. A fronte di una cosě complessa realtŕ, la legislazione nazionale, in linea con la normativa europea, in materia si presenta ancora poco sensibile alle differenziazioni dei ruoli ricoperti dai soggetti operanti in Rete, come fornitori di servizi e come utenti. Essa attribuisce centralitŕ, soprattutto sul piano della responsabilitŕ, all'Internet provider, considerato come il soggetto centrale della fruizione dei servizi Internet, pur nella tripartizione ora prevista dalla normativa nazionale (in ossequio a quella comunitaria) che distingue tra access, caching e hosting. In realtŕ, pur certi dell'importanza dei Service per il funzionamento (e il controllo) della Rete, appare ormai evidente che i fornitori di servizi Internet si presentano come un universo ben piů articolato e dinamico, con prestazioni che vanno a collocarsi nello spazio creato dalla Rete e non semplicemente nella funzione di trasmissione o conservazione dei dati immessi o prodotti. Una prima importante conseguenza č la difficoltŕ di distinguere tra "hosting" e "content" provider. Sono soprattutto questi ad essersi molto evoluti negli ultimi anni. Nel saggio ne vengono forniti tre esempi: siti istituzionali, gestori di piattaforma e curatori di luoghi di discussione. In assenza di una regolamentazione normativa, a livello europeo e nazionale, la giurisprudenza sta cercando di individuare un punto di bilanciamento tra i diversi interessi coinvolti che tenga conto delle caratteristiche e del carattere innovativo della Rete rispetto ad esperienze e contesti preesistenti. Appare tuttavia evidente che l'azione giurisprudenziale da sola non č in grado di stabilizzare e di dare affidabilitŕ ad un comparto che necessita invece di regole, frutto di una riflessione condivisa, idonee a garantire una operativitŕ "regolata", rispettosa dei diritti individuali, della concorrenza ma nel contempo capace di assecondare la profonda innovazione dell'informazione e della comunicazione che la Rete sta realizzando
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Trabattoni, Luca, Carlo Berizzi, Alessio Battistella y Sonia Luisi. "Le tecnologie appropriate nell'architettura d'emergenza". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 139–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093021.

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Negli ultimi decenni molti studi di architettura che operano in contesti di crisi umanitaria secondo l'approccio delle ‘tecnologie appropriate' stanno provando a sviluppare soluzioni alternative al progetto d'emergenza: partendo da una attenta riflessione su tecnologia e materiali, non solo ricercano soluzioni efficienti e sostenibili ma anche un'estetica e un linguaggio capaci di trarre linfa vitale dalla specificità dei luoghi. Attraverso l'analisi dell'approccio progettuale di ARCò - architettura & cooperazione, studio di Milano che opera da più di dieci anni in contesti di guerra e povertà, si intende riflettere sulle tematiche specifiche dell'architettura d'emergenza: la sostenibilità, la ricerca formale, il linguaggio e la comunicazione sono i campi entro cui si ricercano risposte adeguate, sia tecnologiche sia progettuali.
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Pulignano, Valeria. "E-democrazia al lavoro: effetti e problematicità dell'era digitale". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 160 (agosto de 2021): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160001.

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Questo contributo mette in evidenza le problematicità derivanti dagli effetti della tecnologia digitale sulla democrazia. Tre sono i temi principali che vengo affrontati. Il primo è legato al controllo di sistemi tecnologici avanzati nelle mani di una élite che rischia di aumentare il suo potere e la sua influenza sulle masse di utenti e consumatori che utilizzano le nuove tecnologie. Il secondo tema, direttamente connesso al primo, riguarda la fiducia del pubblico verso le istituzioni democratiche a seguito dell'entrata in campo di sistemi di comunicazione digitale di massa, che spesso sono portatori di disinformazione e notizie false (‘fake news'). Il terzo tema, è quello del ‘capitalismo della sorveglianza', che si lega alle relazioni industriali e di lavoro, nel senso che esamina le implicazioni che questo comporta per la democrazia, intesa come partecipazione diretta e indiretta dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
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Galdieri, Michela y Michele Domenico Todino. "Promote Assistive and AAC technologies during Covid-19". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, n.º 3 (31 de diciembre de 2021): 215–29. http://dx.doi.org/10.36253/form-10189.

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The Covid-19 health emergency has produced a rethinking of education and training systems based on open and flexible physical spaces and remote communication channels; however, socialization processes and virtual relational exchanges are still possible and at the same time authentic. Moreover, the use of telecommunication technologies augment efforts to find a new way to organize educational spaces when it is not possible to share physical space and virtual spaces must be used. Starting from the role of assistive technologies in European policies, this work presents a case study about the inclusive perspective of corporeality and action in teaching-learning process and described an experience done in a third grade class of a primary school in Rome where a teacher used an eye communicator with GRID3 software and tools of Augmentative Alternative Communication with a student with complex communication needs, main goal of this activity was to create an inclusive and sharing path for each scholar done in distance education. Promuovere le tecnologie assistive e la CAA al tempo del Covid-19. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha sollecitato un ripensamento dei sistemi educativi e formativi quali dimensioni aperte e flessibili in cui formarsi, spazi nei quali i canali di comunicazione a distanza hanno reso possibile processi di socializzazione e scambi relazionali virtuali ma non per questo meno autentici, luoghi della didattica in cui favorire gli apprendimenti mediante l’uso di tecnologie che hanno consentito di raggiungere risultati anche in assenza di condivisione di uno spazio fisico. Il lavoro presenta una riflessione sul ruolo delle tecnologie assistive nelle politiche europee, sul potenziale inclusivo della corporeità e dell’azione nei percorsi di insegnamento-apprendimento e propone la descrizione di un’esperienza svoltasi nella classe terza di una scuola primaria romana dove, in presenza di un’alunna con gravi difficoltà comunicative, la didattica ha previsto l’uso del comunicatore oculare con software GRID3 coniugato alle pratiche e agli strumenti propri della Comunicazione Aumentativa Alternativa, con l’obiettivo di creare un percorso inclusivo e partecipativo per ciascun alunno, seppure a distanza.
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Zanardi, Claudia. "Il sogno: un segreto rivelato... un segreto conservato". SETTING, n.º 31 (septiembre de 2012): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/set2011-031005.

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L'articolo prende in considerazione i sogni e gli incubi che denunciano un trauma precoce, precedente la differenziazione del Sé, una memoria rimasta impressa soltanto nel corpo. Il trauma ha creato una dissociazione del Sé primario nella mancanza di contenimento emotivo dell'ambiente circostante. La stanza analitica puň diventare uno spazio di comunicazioni inconsce, in cui il trauma puň essere rivelato in sogni e revęrie costruiti insieme nella relazione analitica. Tuttavia il significato dei sogni, non potrŕ essere tradotto in parole per evitare una ripetizione di una situazione traumatica, sconosciuta alla coscienza, che potrebbe portare alla disintegrazione del Sé. Il sogno come luogo di comunicazione inconscia tra analista e analizzando/a viene descritto nelle cornici teoriche di Ogden e Benedetti. Questi analisti, in tempi e modi diversi, hanno identificato nella coppia analitica un inconscio terapeutico comune come spazio di integrazione di un Sé frammentato. Questa funzione del sogno viene poi illustrata da una situazione clinica, in cui le interazioni inconsce tra l'analista e una giovane paziente hanno costituito la principale modalitŕ dell'analisi. Infine, un racconto di Pessoa viene utilizzato per sottolineare la funzione trasformatrice del sogno nella riparazione del Sé.
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Fuschi, Damiano. "LE RELAZIONI TRA I CITTADINI E LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ATTRAVERSO MEZZI ELETTRONICI. UN'ANALISI GIURIDICA COMPARATA". Il Politico 254, n.º 1 (7 de junio de 2021): 86–102. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.562.

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Lo scopo principale del presente lavoro è quello di individuare alcune delle criticità legate al diritto di accesso alle informazioni detenute dalle Pubbliche Amministrazioni, emerse con la diffusione dei mezzi di comunicazione elettronici. Nell'affrontare l'argomento, è importante anche definire cosa sia un documento informatico, in quanto tale concetto varia, in primo luogo, in relazione al grado di evoluzione tecnologica esistente e, in secondo luogo, non fa riferimento ad una categoria omogenea. Prendendo come esempio il contesto italiano, una descrizione di "documento informatico" è fornita dal Decreto Legislativo n. 82/2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), rappresentazione di fatti, atti o dati giuridici rilevanti".
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Galesi, Davide. "Decodificare empaticamente la diversità. L'applicazione della Consultazione Transculturale nei servizi sociali". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 2 (enero de 2021): 132–49. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002010.

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Non sempre gli operatori sociali dispongono di competenze e strumenti utili a costruire con persone di background migratorio una comunicazione effettivamente comprensiva, che dia luogo ad efficaci percorsi di intervento. Questa ricerca esplorativa basata sull'osservazione partecipante e interviste semistrutturate focalizza il dispositivo della consultazione transculturale come strumento gruppale e dialogico che, grazie alle connessioni tra dimensione psico-emotiva e socio-antropologica, consente una più appropriata valutazione di bisogni e risorse, nonché una costruzione più partecipata degli interventi, nel rispetto dei principi di unicità e autodeterminazione della persona.
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Conti, Adelaide y Brunella Marniga. "Implicazioni etiche e medico-legali nell’utilizzo di placebo nella sperimentazione clinica". Medicina e Morale 47, n.º 4 (31 de agosto de 1998): 739–57. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.828.

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Gli autori, alla luce di un caso clinico riguardante la sperimentazione farmacologica giunto all’esame di un Comitato Etico, espongono alcune considerazioni sugli aspetti etici e medico-legali dell’utilizzo di placebo. Una volta analizzato il significato del termine placebo, anche dal punto di vista storico, viene descritto l’uso di tali sostanze: sono numerosi infatti gli esempi relativi alla sperimentazione farmacologica per chiarire l’impiego dei placebo. I problemi etici implicati sono decisamente importanti: in primo luogo il rispetto dei principi di autonomia, beneficialità, non maleficienza, giustizia. Le opinioni sono contrastanti: a fronte di chi ritiene che non sia corretto né eticamente né metodologicamente sottoporre a placebo alcun paziente, si pongono coloro che ne promuovono l’utilizzo quando non sia nota altra terapia alternativa efficace. Peraltro un problema rilevante sembra essere la comunicazione al paziente della terapia a lui somministrata, in sostanza la comunicazione della verità al malato, per garantirne la piena autonomia. Tuttavia sembra che il placebo per esplicare il suo effetto debba dipendere dalla non consapevolezza e dalla suggestionabilità del paziente. Il Codice Deontologico sottolinea il principio di beneficialità e pone alcune direttive per l’uso di placebo. Il consenso informato rimane anche in questo ambito un elemento basilare, ribadito dalla Costituzione e dal Codice Penale.
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Longo, Giuseppe. "Tecnologia, reti sociali e intelligenza collettiva". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 40 (junio de 2010): 12–34. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040003.

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Oggi l'evoluzione biologica basata su mutazioni genetiche č di gran lunga superata dalla molto piů rapida evoluzione della cultura e della tecnologia. Ciň ha due conseguenze importanti: 1) la nascita dell'homo technologicus, una creatura simbiotica dove la biologia incontra la tecnologia; 2) la costituzione della Creatura Planetaria, che ha origine dall'interconnessione dei singoli simbionti uomo-macchina, ed č annunciata da Internet e dalle attivitŕ di comunicazione che vi operano, in particolare quelle che avvengono nei cosiddetti social networks. La Creatura Planetaria č una struttura singola che pervade tutto il mondo, dove hanno luogo processi comunicativi e cognitivi, che si sviluppano in un'intelligenza connettiva che tende a trascendere e ad assorbire le intelligenze individuali. Questo processo puň arricchire le capacitŕ degli individui, dato che la crescente efficienza e i costi decrescenti della comunicazione offrono grandi opportunitŕ per aumentare conoscenza e creativitŕ e ottenere nuove forme di attivitŕ intellettuale. Potrebbero esservi anche conseguenze negative, come dipendenza da computer e dal mondo virtuale, delega di attivitŕ e di capacitŕ alle macchine, vulnerabilitŕ di sistemi complessi, controllo indebito sui singoli, sfruttamento economico. Il lavoro esamina alcune importanti conseguenze di questi sviluppi.
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Tesis sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

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Marucci, Francesca <1980&gt. "I luoghi della politica - la politica dei luoghi : la topografia della comunicazione negli anni della 'Rivoluzione Romana'". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1119.

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Lo studio si concentra sulla topografia della comunicazione nel periodo della “Rivoluzione Romana” (133-31 a.C.) e verifica il valore semiotico di alcuni luoghi pubblici in cui si concentrano azioni politiche significative. A tale scopo si indagano le diverse strategie comunicative della tarda repubblica romana, associando le memorie delle fonti all’indagine sul valore culturale di quattro luoghi di Roma. Nel primo capitolo si ricostruisce la contesa politica intorno al culto, alla simbologia e al luogo dei Dioscuri (da pertinenza di una gens aristocratica a simbolo della factio popularis). L’oggetto del secondo capitolo è il tempio della Concordia: come spazio fisico (ma anche in quanto virtù politica e slogan) costituisce una dotazione permanente della factio degli optimates. Nel terzo capitolo si esaminano occasioni di interazione politica sviluppatesi in o sul teatro. La domus rostrata (IV capitolo), è indagata come elemento legittimante nell’ideologia pompeiana, un valore recepito anche dai successivi detentori della casa del Magno.
This dissertation focuses on the topography of communication during the “Roman revolution” (133-31 B.C.) and investigates the semiotic value of some public sites where highly significant political actions took place. The different strategies of communication at the time of the late Roman Republic are analysed by matching the memory of ancient sources to the investigation of the cultural value of four Roman sites. Chapter 1 reconstructs the political debate concerning the worship, the symbol and the site of the Dioscuri (from its association with an aristocratic gens to a symbol for the factio popularis). Chapter 2 revolves around the Temple of Concord, which constitutes as an actual place, as well as a political virtue and a slogan, a permanent endowment of the factio of the optimates. Chapter 3 examines cases of relationships developed in or on the theatre. The domus rostrata (Chapter 4) is taken as a legitimising element in the ideology of Pompeius, and one which was also appropriated by the subsequent proprietors of the house of Pompeius
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DE, VINCENTIS Stefania. "Il museo di arte antica in una prospettiva digitale. Progetti di Digital Art History tra teoria e applicazione all'interno dei luoghi della cultura". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2478840.

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Resumen
Quello della Digital Art History è un argomento al centro di un vivace dibattito accademico, dove il susseguirsi di più interpretazioni, spesso tra loro discordanti, faticano a definirlo un vero e proprio ambito disciplinare. Il suo stesso collocarsi all’interno delle Digital Humanities partecipa a creare confusione senza definire esattamente metodi, criteri e prassi che possano aiutare a stabilire l’effettiva valenza disciplinare della Digital Art History. Il cambiamento degli approcci museologici e museografici, grazie alle nuove tecnologie, sia per la catalogazione e la comunicazione delle collezioni costituisce, invece, un dato assodato e riconosciuto. Il museo virtuale è un concetto con cui la storia dell’arte ha iniziato a familiarizzare alla fine del XIX secolo con le prime letture delle avanguardie storiche dello spazio museale e del concetto stesso di museo, intenzionate a promuovere un modello di fruibilità e godimento estetico, interpretabile e interagibile, a portata d’individuo quando non davvero portabile. Partendo da queste premesse, l’obiettivo della tesi è di individuare i punti di congiunzione, ammesso che esistano, tra le nuove manifestazioni della Digital Art History e i progetti che interessano il museo digitale. La tesi vuole suggerire il museo come ambito privilegiato per lo sviluppo delle ricerche digitali storico artistiche, come il luogo dove gli esiti di questi studi possano diventare una risorsa accessibile a un pubblico stratificato, composto da un’utenza generica o specializzata. Saranno messi a confronto esempi di progetti digitali che riguardano sia i musei che la storia dell’arte, ma il caso trattato in maniera più approfondita, scelto per testare questa ricerca, riguarda una delle più note e “antiche” risorse digitali per la storia dell’arte: il Getty Provenance Index. Questo progetto è inserito in un piano di lavoro triennale, il Provenace Index Remodeling, che modificherà le tipologie di accesso ai diversi database che lo compongono e che influirà sulle modalità con cui questa struttura potrà essere utilizzata dagli utenti, studiosi, ricercatori, studenti, tecnici e conservatori museali.
Changes in museological and museographic approaches, thanks to new technologies both for the cataloging and communication of collections, represent an established and recognized fact. The virtual museum is a concept with which art history began to familiarize itself at the end of the nineteenth century with the first approach by historical avant-gardes to the museum space and to the concept of museum itself, intending to promote a model for an aesthetic usability and enjoyment, interpretable and interactable, personalizable when not really portable. Starting from these premises, the aim of the thesis is to identify the contact points, if any, between the new manifestations of Digital Art History and the projects that affect the digital museum. The thesis aims to suggest the museum as a privileged area for the development of historical and artistic digital research, as the place where the results of these studies become an accessible resource to the stratified audience, made up of generic or specialized users. Examples of digital projects that concern both museums and art history will be compared, but the case treated in more detail, chosen to test this research, concerns one of the most famous and "old" digital resources for the history of art: the Getty Provenance Index. This project is included in a three-year program, the Provenance Index Remodeling, which will modify the types of access to the various databases that make it up and which will influence the ways how this structure can be used by users, scholars, researchers, students, technicians and museum curators.
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Piccoli, Fabio <1976&gt. "La metropoli, la comunicazione e la persona anziana: uno studio di caso su un "luogo" metropolitano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/233/1/Tesi_Fabio_Piccoli.pdf.

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Piccoli, Fabio <1976&gt. "La metropoli, la comunicazione e la persona anziana: uno studio di caso su un "luogo" metropolitano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/233/.

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ROCCA, Rossella. "L'attaccamento ai luoghi come modello interpretativo delle relazioni dell'uomo con la cultura. Una ricerca su un campione di ragazzi tunisini della città di Mazara del Vallo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91028.

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L'attaccamento al luogo è un essenziale bisogno umano in grado di nutrire il senso dell'identità di individui e collettività, a prescindere dai cambiamenti della società. Intento principale in questo lavoro di tesi è quello dell'integrazione, legato al fenomeno dell' intercultura. Il lavoro di tesi è riferito nello specifico nella città di Mazara del Vallo, centro nevralgico di incontro di culture. Ho scelto di indagare la percezione del luogo da parte della popolazione immigrata, coinvolgendo in particolare gli adolescenti che costituiscono la cosiddetta "seconda generazione", e confrontandone le opinioni con quelle espresse dai coetanei autoctoni. L'aspetto più propriamente statistico riguarda la rilevazione delle proiezioni sociali e geografiche dei ragazzi tunisini in corrispondenza con i coetanei mazaresi. Il lavoro consta di tre parti: - L'analisi dei dati sulla presenza tunisina nella città e sull'inserimento dei giovani tunisini nel tessuto locale; - La lettura eziologica della ricerca i cui dati seguono un ordine preciso sulla base della dipendenza tra lingua per comunicare ed inserimento sociale. - Le possibili strategie di integrazione culturale al fine di riconsiderare le forme del rapporto tra i giovani tunisini e i giovani mazaresi. E' questo il punto focale della ricerca, ovvero il luogo ideale in cui realizzare l'intervento strategico, atto a determinare l'abitus formativo della pari interazione sociale. La zona di mediazione diventa formalmente lo spazio condiviso. In questo senso sono state sperimentate le strategie di cooperative Learning, che in un contesto di pluralismo possono favorire la partecipazione di tutti ai processi di costruzione della conoscenza di sé, delle proprie realtà, delle culture. In ogni attività di cooperativa svolta gli esiti si sono rivelati sempre positivi. Il lavoro cooperativo ha sviluppato competenze nella comunicazione.
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Trematerra, Alice, Giuseppe Lotti y Susanna Cerri. "Anticipare - Facilitare - Connettere - Orientare Quando il Communication design governa il processo identitario dei luoghi". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1197232.

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La ricerca si pone l’obiettivo di dimostrare, a partire da casi teorici e casi studio di rilievo internazionale il ruolo centrale del communication design nella costruzione dell’identità e del processo di comunicazione di un luogo. Raccontare l’esperienza lavorativa personale condotta all’interno del Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, è utile per affrontare la tesi scientifica su cui si fonda questa ricerca. Lo stretto legame tra grafica e architettura, l’indispensabilità di una disciplina rispetto all’altra, la comunicazione dello spazio pubblico, ma anche la continua ricerca della definizione del concetto di identità, sono alcuni dei temi di ricerca, che diventano occasione di sperimentazione. Grafica e architettura si stratificano nel tessuto urbano. Si vedrà come lo spazio pubblico viva dell’interazione spontanea con chi lo abita e come sia, entità fisica, ma anche luogo simbolico di democrazia e libertà civile.
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Grande, Paola, Nuccio Ordine y Francesco Bausi. "Forme e strategie del dialogo nel Cinquecento italiano. Ruoli degli interlocutori, formule di cortesia, luoghi, circostanze, personaggi". Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/114.

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Libros sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

1

Ferrara, Cinzia. La comunicazione dei beni culturali: Il progetto dell'identità visiva di musei, siti archeologici, luoghi della cultura. Milano: Lupetti, 2007.

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Gaffuri, Laura y Rosa Maria Parrinello, eds. Verbum e ius. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-809-9.

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Resumen
Il tema del rapporto tra Verbum e ius, tra fede, legge naturale e diritto positivo, è stato oggetto nel medioevo di un intenso dibattito. Lungi dal rimanere chiuso nei luoghi del sapere, esso è stato affidato da parte ecclesiastica a pratiche pastorali finalizzate a influire in modo concreto sulla stesura delle leggi e sugli ordinamenti non solo religiosi, ma anche civili e statuali. I saggi raccolti nel presente volume rivolgono l’attenzione a quel dibattito, ponendo al centro della propria indagine la predicazione e i predicatori che trasformarono in “comunicazione pubblica” i discorsi eruditi di esegeti, teologi, giuristi e magistri intorno ai concetti di legge, comunità e fede.
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Schwarze, Sabine, Franz Meier y Fabio Forner. I Periodici Settecenteschi Come Luogo Di Comunicazione Dei Saperi. Prospettive Storiche, Letterarie e Linguistiche. Lang GmbH, Internationaler Verlag der Wissenschaften, Peter, 2022.

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Schwarze, Sabine, Franz Meier y Fabio Forner. I Periodici Settecenteschi Come Luogo Di Comunicazione Dei Saperi: Prospettive Storiche, Letterarie E Linguistiche. Peter Lang Pub Inc, 2022.

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Schwarze, Sabine, Franz Meier y Fabio Forner. I Periodici Settecenteschi Come Luogo Di Comunicazione Dei Saperi. Prospettive Storiche, Letterarie e Linguistiche. Lang GmbH, Internationaler Verlag der Wissenschaften, Peter, 2022.

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Pizzirani, Chiara. Iconografia e rituale funerario. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche29.

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Resumen
In ogni tempo e in ogni luogo, le immagini hanno rappresentato un codice di comunicazione dalla straordinaria ricchezza semantica. Così fu anche per Etruschi, Italici e Greci, che attraverso temi, scene e schemi iconografici crearono un vero e proprio mondo di significati e di valori, nel quale le singole comunità umane potevano rispecchiarsi al loro interno e autorappresentarsi verso l’esterno. Il linguaggio che le immagini parlano è però tutt’altro che immediatamente comprensibile all’osservatore moderno. Infatti, l’immaginario non è fotografia della realtà antica, ma è, al contrario, codice comunicativo arbitrario, meditato, filtrato in conseguenza della scelta di valori che la comunità – e il singolo individuo – decidono di affidare alla memoria collettiva. L’esegesi dei significati, spesso volutamente ambigui, che le immagini sottendono rappresenta una delle più affascinanti sfide della ricerca archeologica. Per la loro straordinaria portata semantica, figure e rappresentazioni furono presto integrate all’interno della ritualità funeraria, nei singoli corredi tombali, venendo a configurarsi spesso come vero e proprio manifesto ideologico del defunto o dei defunti che in quella sepoltura trovavano la loro ultima dimora. Chiave di lettura indispensabile per comprenderne la valenza semantica originaria è l’interpretazione del contesto nel quale erano inserite. La prospettiva contestuale nella lettura delle immagini funerarie è il trait d’union imprescindibile dei contributi che questo volume raccoglie. I saggi, inoltre, si coagulano attorno ad un tema di straordinaria rilevanza nella percezione antica: la prospettiva della morte e, eventualmente, del destino oltremondano. Il volume inaugura una serie di incontri e di riflessioni sul significato delle immagini nei contesti funerari che si propone di indagare in maniera ampia, contestuale e interculturale il problema della percezione antica dell’immaginario rapportato alla dimensione funeraria, dalla selezione, alla fruizione, all’eventuale rifunzionalizzazione del segno iconico.
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Capítulos de libros sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

1

Pisa, Gianmarco. "Il confine, luogo di conflitti e attraversamenti. Testimoni di guerra e nuovi conflitti: il caso Balcani". En Margini e Confini. attraVersamenti di metodi e linguaggi tra comunicazione, didattica e possibilità della ricerca. Editoriale Scientifica, 2018. http://dx.doi.org/10.19245/25.05.bs.c05.049.

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Actas de conferencias sobre el tema "Comunicazione dei luoghi"

1

Di Giacomo, Tullia Valeria. "Riconnettere i percorsi della memoria per valorizzare e salvaguardare: la riqualificazione del corridoio fluviale dell’Aniene". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7968.

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I territori attuali, spesso frammentati dal crescente e incontrollato consumo di suolo hanno bisogno di una pianificazione che ristabilisca la continuità dei luoghi contribuendo a tessere nuove relazioni, intese come legami fisici o immateriali, ed eventualmente ricostruire preesistenti legami di senso depauperati o eliminati. Come mostrato dal crescente uso dei moderni strumenti di comunicazione che altro non fanno che creare delle reti per facilitare la comunicazione e il collegamento tra persone nello spazio digitale, allo stesso modo rimane evidente la necessità di creare delle reti di collegamento nello spazio fisico: collegando i diversi paesi, collegando gli abitanti gli uni agli altri, collegando gli abitanti con il territorio e le sue risorse storiche e ambientali. In misura ancora più marcata, si ritrova l’urgenza di restituire un senso ad alcuni luoghi che hanno subito una trasformazione e una perdita di ruolo, di uso, di cura e quindi di dignità. Il caso di studio si colloca a Roma, lungo il corso del fiume Aniene, nel corridoio fluviale che ancora sopravvive all’aggressione del consumo di suolo e che tuttavia necessita di particolari attenzioni verso la protezione della risorsa ambientale e verso la protezione dai rischi connessi dalla presenza del corso d’acqua a ridosso di zone anche fortemente urbanizzate. L’obiettivo è quello di ricucire la frammentazione urbana e impedire l’ulteriore consumo di suolo lungo questi spazi aperti che sono il risultato di interventi di urbanizzazione, i cosiddetti “vuoti” di risulta, gli SLOAP (Space Left Over After Planning).
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Resumen
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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