Literatura académica sobre el tema "Comportamento di malattia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Comportamento di malattia"

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Di Pietro, Maria Luisa. "L’educazione alla salute in adolescenza: strategie di intervento e risposte individuali". Medicina e Morale 46, n.º 5 (31 de octubre de 1997): 861–84. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.865.

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Resumen
Si sta verificando negli ultimi anni un incremento dei cosiddetti “comportamenti a rischio”(taking-risk behaviors) tra gli adolescenti. Si tratta di comportamenti che sono, in modo diretto o indiretto, responsabili di danno per la salute e/o per la vita di chi li agisce e dell’aumentata incidenza di morbilità e di mortalità in un’età della vita, che è meno esposta alla malattia e alla morte. Questa aumentata incidenza di patologie secondarie a comportamenti a rischio ha interpellato ed interpella, in senso preventivo, sia gli educatori sia quanti sono responsabili della salute pubblica che hanno proposto diverse modalità di intervento: dalla cosiddetta “riduzione del rischio” alla “strategia della paura” all’educazione alla salute. Questo articolo cerca di valutare le ricadute delle diverse strategie di intervento sul comportamento degli adolescenti, al fine di individuare se gli eventuali fallimenti o successi dipendano dai contenuti dei programmi di prevenzione o dalla personalità degli educandi. Tale valutazione è preceduta dall’analisi del perchè gli adolescenti agiscono, con elevata frequenza, comportamenti a rischio: infatti, la conoscenza del “perch锂 è elemento fondamentale per stabilire il “come” (intervenire).
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Baldoni, Franco, Bruno Baldaro y Mariagrazia Benassi. "Disturbi affettivi e comportamento di malattia nel periodo perinatale: correlazioni tra padri e madri". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003002.

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Resumen
Secondo la teoria dell'attaccamento una funzione principale dell'essere genitori č fornire una "base sicura", cioč una particolare atmosfera di sicurezza e di fiducia all'interno della relazione con la figura di attaccamento. Questa necessitŕ si manifesta anche nella vita di coppia, in particolare durante la gravidanza e nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Per studiare l'influenza di alcuni aspetti psicologici e comportamentali nelle madri e nei padri durante il periodo perinatale, gli autori hanno studiato un campione di 40 coppie valutate dal secondo trimestre di gravidanza al primo trimestre dopo il parto. In quattro occasioni a tutti i soggetti sono stati somministrati quattro questionari: il CES-D, il Symptom Questionnaire, l'Illness Behaviour Questionnaire e il Perinatal Couple Questionnaire. L'analisi statistica ha evidenziato che in questo periodo i padri manifestano alterazioni emotive con oscillazioni che sono correlate con la sofferenza materna. I padri le cui compagne hanno sofferto di disturbi affettivi durante il post-partum sono risultati piů depressi, ansiosi e irritabili, tendono a manifestare la loro sofferenza sotto forma di sintomatologia somatica e ad essere preoccupati per la propria salute e per il ruolo paterno. Gli interventi psicologici sui disturbi affettivi nel periodo perinatale dovrebbero perciň riguardare non solo la madre, ma entrambi i genitori. Nelle situazioni maggiormente a rischio, un aiuto psicoterapeutico finalizzato a ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa, le preoccupazioni ipocondriache e le difficoltŕ genitoriali puň favorire una migliore relazione di attaccamento non solo nei confronti del bambino, ma anche del proprio partner.
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Presutti, Michelle, Giorgio Soro, Giulia Cnapich y Sara Giordano. "SENSEMAKING E CURA DEL DIABETE: MAPPE COGNITIVE DI MEDICI E PAZIENTI A CONFRONTO". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (25 de junio de 2016): 323. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.262.

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Resumen
Karl Weick, esponente del cognitivismo costruttivista, considera il sensemaking come un insieme di processi cognitivi in continua costruzione, a posteriori, di significati e di senso della realtà in cui viviamo.Il sensemaking è un processo continuo di creazione di senso quotidiano: le persone percepiscono selettivamente le informazioni su sé stessi e sull’ambiente in cui vivono, tali informazioni vengono elaborate cognitivamente attraverso un processo di selezione e ritenzione in memoria delle mappe cognitive costruite.Pertanto il sensemaking costituisce un’appropriata chiave di lettura dei fenomeni comportamentali in cui sono in gioco le rappresentazioni di un problema, soprattutto quando è di estrema necessità trovare punti di contatto in merito ai rapporti causali tra gli elementi che costituiscono le diverse mappe cognitive degli individui che ne prendono parte. L’analisi delle mappe cognitive può essere utile soprattutto al fine di individuare e condividere con maggiore chiarezza quali potrebbero essere le strade per un corretto ed efficace intervento risolutivo o di trattamento del problema.Dare senso alla malattia significa, sia per il medico che per il paziente, organizzare una mappa cognitiva (connessioni causali di elementi di significato) della realtà (della malattia) in un processo continuo di esperienza.Un flusso continuo che a partire da una percezione soggettivamente selettiva degli elementi disponibili (conoscenze, esperienze, eventi,etc.), organizza tali elementi in una mappa e li traduce in uno schema operativo di comportamento. Secondo Weick la realtà individuale si costruisce, mentre l’ambiente, il contesto, sono costruiti a priori.Le mappe cognitive che gli individui costruiscono influenzeranno le successive esperienze che si troveranno a dover fronteggiare nell’ambito dello stesso problema, in questo caso inerenti alla malattia diabetica.L’utilizzo del sensemaking applicato all’analisi dei processi di cura, pertanto, può diventare utile in particolare nei contesti di trattamento in cui la compliance e l’aderenza alle cure costituisce un fattore determinante nella gestione della patologia cronica, che prevede un modello di rapporto medico- paziente protratto nel tempo e centrato sulla possibilità di confronto rispetto alle modalità di cura e riuscita della stessa.La ricerca si è proposta pertanto di indagare attarverso la somminisrazione di interviste a medici e pazienti e attarverso al successiva analisi del testo e delle ricorrenze lingusitiche elaborate attraverso appositi software di ricostruire e mettere a confronto le rispettive mappe cognitive che stanno alla base delle rappresentazioni della malattia e della sua gestione e quindi dei comportamenti conseguenti di chi cura e di chi è curato.
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Lalli, Pina. "Itinerari dello stigma: pericolositŕ del folle o rappresentazioni pericolose?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001002.

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La costruzione sociale della malattia mentale, intesa come rappresentazione collettiva, č fortemente influenzata nel mondo della tarda modernitŕ dai media; anche la rappresentazione di ciň che viene definito "pericoloso" subisce le stesse, per quanto non uniche, influenze attraverso diversi formati mediatici: cronaca, documentari e talk-show, fiction e film, piů rare trasmissioni speciali di sensibilizzazione. Il superamento della istituzione manicomiale ha reso piů prossime e visibili le persone con disagio mentale, ma ciň non pare aver modificato la paura del "coinvolgimento occulto" vissuto come minaccia del senso comune: l'altro delirante condivide la stessa rappresentazione della realtŕ di tutti? In questa prospettiva di difesa sociale la responsabilitŕ del comportamento socialmente "occulto" viene imputata, anche penalmente, all'esperto. Ne derivano da un lato un rinforzo culturale della pericolositŕ per effetto di una ricostruzione selettiva dei fatti attraverso una concatenazione semplice causa-effetto, dall'altro una convergenza verso stereotipi ulteriormente stigmatizzanti.
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De Benedittis, Giuseppe. "Ipnobioma: una nuova frontiera dell'ipnositerapia? Uno studio pilota e una revisione della letteratura". IPNOSI, n.º 2 (enero de 2022): 5–25. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002001.

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Resumen
Una crescente evidenza suggerisce che l'asse intestino-cervello possa svolgere un ruolo chiave nelle condizioni di salute e malattia attraverso una rete di comuni-cazioni bidirezionali che coinvolge percorsi neurali e immunoendocrini. Questa complessa interazione influenza profondamente sia il microbiota intestinale che il comportamento del cervello. La disbiosi del patobioma intestinale è rilevante per la patogenesi di disturbi gastrointestinali funzionali, sindromi dolorose croniche, disturbi neurologici e mentali. Di conseguenza, il targeting del microbiota intestina-le sta emergendo come una nuova, efficace prospettiva terapeutica. Tra le molte opzioni di trattamento, gli interventi psicologici, inclusa l'ipnosi, sono stati utilizzati per modulare lo Psicobioma e il suo analogo ipnotico, l'Ipnobioma. Oltre a una revisione della letteratura recente, viene riportato uno studio pilota su una paziente con Sindrome del colon irritabile (IBS) trattata con successo con ipnosi simil-quantica. L'esito positivo del trattamento è stato associato a una significativa di-minuzione di taxa microbici patologici concomitante con un aumento di taxa fi-siologici. Questi risultati preliminari suggeriscono che l'Ipnobioma può rappresentare una nuova promettente frontiera dell'ipnositerapia.
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Pinciara, Barbara. "Risvolti etici in psichiatria". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 1 (enero de 2011): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001004.

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Resumen
Da sempre la Medicina sente il bisogno di darsi delle regole e dei codici di comportamento a protezione del paziente. Ciň richiede ad ogni operatore di mettersi in gioco con autenticitŕ, apertura e costanza nel tempo: compito non facile, come testimonia il fatto che spesso la comunicazione con il paziente affetto da malattia psichica č carente o assente. Le maggiori difficoltŕ in questo senso si manifestano nelle "zone grigie" del rapporto medico-paziente: ad esempio nelle situazioni di criminalitŕ connesse alla patologia psichiatrica, nelle quali la tutela del paziente č spesso in contrasto con la necessitŕ di attuare misure protettive a livello sociale. Il medico che lavora con pazienti psichiatrici si trova spesso a dover prendere decisioni che condizionano la sua libertŕ: pensiamo ad esempio ai casi a rischio di suicidio, alla prescrizione di farmaci in grado di influenzare la qualitŕ di vita in senso medico e sociale (come gli antipsicotici), all'allontanamento da famiglie maltrattanti. Anche eventi quali l'innamoramento e la sessualitŕ tra medico e paziente pongono in primo piano la questione del rapporto personale che si instaura all'interno di questa diade tanto complessa. Per far fronte a queste difficoltŕ č necessario promuovere la comunicazione e l'alleanza terapeutica, fondate sul rispetto e sulla fiducia tra i terapeuti e con il paziente. Questo richiede all'operatore sanitario non solo di agire in modo etico, ma di "essere etico" come persona.
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Ciccone, Lino. "Aspetti etici della prevenzione della infezione da HIV". Medicina e Morale 45, n.º 2 (30 de abril de 1996): 271–79. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.915.

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Resumen
L’Autore nota come a fronte di un sostanziale accordo sulla necessità della prevenzione della infezione da Human Immunodeficiency Virus (HIV) - responsabile della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) -, esista poi una disparità di opinioni quando si deve precisare in cosa essa debba consistere. L’articolo si sofferma su alcuni dati di fatto: 1. l’AIDS non è più una malattia confinata a determinate categorie cosiddette “a rischio” (omosessuali, tossicodipendenti), ma è dilagata oltre; 2. l’HIV è un virus fragile, che può essere trasmesso solo attraverso forme di contatto profondo (rapporti sessuali, inoculo di sangue infetto (attraverso trasfusioni o scambi di siringhe infette), trasmissione materno-fetale); 3. un virus fragile come l’HIV è causa attuale di pandemia, conseguenza di una diffusa promiscuità sessuale. L’Autore ritiene, perciò, che una vera ed efficace prevenzione potrebbe essere attuata solo superando il diffuso comportamento sessuale promiscuo. Ogni altra soluzione - inclusa quella dell’utilizzo del profilattico (proposto come valido (erroneamente) mezzo di evitamento dell’infezione da HIV) - è “pseudo-prevenzione” e denota due idee di fondo: 1. il libertarismo sessuale come una conquista di libertà e di civiltà; 2. la pretesa impossibilità da parte delle persone di vivere una sessualità ben regolata, pur riconoscendone il valore. Nell’articolo si ritiene che alla base di una prevenzione che sia degna dell’uomo stiano due presupposti: 1. l’adeguata e corretta informazione; 2. l’educazione alla maturità responsabile da parte dell’individuo. E le strategie preventive devono correre a due livelli: personale (con l’insostituibile ruolo delle agenzie educative) e collettiva.
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Rosa, M. L., M. A. Canevari, N. Mavilio, S. Ballerini, D. Capello, A. Dorcaratto y E. Marinaro. "Tumori cerebrali primitivi". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 4 (noviembre de 1993): 455–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600411.

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Resumen
Nello studio delle neoplasie cerebrali primitive, anche ai fini di una indicazione per quanto riguarda la benignità o malignità delle lesioni, un adeguato inquadramento può essere ottenuto sulla scorta di conoscenze generali che si riferiscono — oltre ovviamente ai dati anamnestici — alla classificazione, al comportamento biologico-grado di malignità, alla localizzazione, ai segni di effetto massa e alla valutazione di elementi più specifici che hanno diretta espressività sulle immagini di TC e di RM quali: gli aspetti istologici, biologici e clinici. Per quanto riguarda gli aspetti istologici bisogna far riferimento alle basi patologiche delle immagini; per gli aspetti biologici alle indicazioni fornite dalle neuroimmagini che si riferiscono al tipo di accrescimento della neoplasia, all'eventuale presenza di metastasi per via liquorale e, più raramente, per via ematogena ed alla comparsa di una recidiva o meglio di una progressione della malattia. Infine è opportuno tenere in debita considerazione l'espressività clinica che comprende, oltre agli aspetti istologici e biologici, anche l'effetto compressivo sulle strutture nervose vitali (effetto massa ed ernie) e sulle vie liquorali ( idrocefalo ostruttivo) che costituiscono un elemento prognostico sfavorevole anche in caso di tumori benigni. Riteniamo quindi che l'espressività-biologica, clinica ed istopatologica in neuroradiologia rappresenti la strada da seguire per un ulteriore miglioramento nella diagnostica dei tumori cerebrali. Nel contempo è necessario ricercare una più approfondita valutazione degli aspetti funzionali mediante RM e PET ai fini di un più completo inquadramento delle lesioni anche sotto questo aspetto.
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Del Piccolo, Lidia. "Psycho-social problem disclosure during primary care consultation". Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, n.º 4 (diciembre de 2000): 257–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008393.

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RIASSUNTOScopo – Valutare come i pazienti trattano tematiche psicosociali durante la consultazione in medicina generale e se vi è un'influenza degli aspettà di personalità (dipendenza emotiva e tendenza a controllare o delegare la salute) su tale comportamento. Disegno — “Caso-controllo”. Tra i casi rientravano coloro che avevano punteggio maggiore o uguale a tre nel General Health Questionnaire (GHQ—12). L'appaiamento caso—controllo è stato fatto sulla base del medico curante, del giudizio di presenza/assenza di disagio emotivo espresso dal medico, dal sesso, dall'età e dalla presenza di malattia cronica. Setting — Sei ambulatori di Medicina Generale. Principali misure utilizzate — Scheda del medico con i dati clinici del paziente, Scheda del paziente con dati socio—demografici, Questionario sui problemi sociali, GHQ—12, Questionario sugli eventi di vita. Successivamente i pazienti sono stati ricontattati ed hanno compilato la Multidimensional Health Locus of Control Scale (MHLC), l'Interpersonal Dependency Inventory e il Social Support Questionnaire. Risultati – La probabilità di trattare tematiche psicosociali aumenta quando il medico attribuisce disagio psichico. I pazienti correttamente identificati senza disagio emotivo hanno trattato meno frequentemente temi psico-sociali, pur accennandoli, il contrario si è verificato per i pazienti riconosciuti con disagio. I pazienti con alto punteggio al GHQ-12 e non identificati dal medico (falsi negativi), più degli altri non hanno neppure fatto cenno ad aspetti psicosociali. La presentazione di problemi psicosociali non è risultata influenzata dalle misure di personalità. Conclusioni – L'assenza di accenni a temi psicosociali e la mancanza di un approccio centrato sul paziente hanno contribuito al non riconoscimento del disagio emotivo nei pazienti «falsi negativi». Un atteggiamento attivo da parte del medico nell'introdurre tematiche psicosociali può avere un notevole effetto sul riconoscimento del disagio psichico in tali pazienti.
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Andreula, C. F. y A. Carella. "Lo studio RM delle metastasi spinali extradurali". Rivista di Neuroradiologia 8, n.º 2 (abril de 1995): 181–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800208.

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Resumen
Lo studio delle metastasi vertebrali in risonanza magnetica permette di superare la rigida distinzione in lesioni osteolitiche e osteoaddensanti, uso che inizialmente proposto dalla radiologia tradizionale è stato mantenuto, pur se con critiche, anche con l'avvento di metodiche più moderne. La lesione osteorarefacente e la lesione osteosclerotica sono i due estremi di un continuum che prevede numerosi eventi di transizione non solo nell'ambito dello stesso paziente, ma addirittura in corso di malattia prima e dopo trattamento. Gli elementi di semeiotica RM sono le alterazioni di segnale e le alterazioni morfologiche. Nelle lesioni osteolitiche il processo di infiltrazione si evidenzierà come una tenue ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e netta iperintensità nelle sequenze dipendenti dalla densità protonica, dal T2 e dal T2 star. Qualora venga interessato completamente il corpo vertebrale sarà possibile apprezzare una deformazione morfologica dello stesso. Tale alterazione risentirà dei tempi di infiltrazione midollare caratterizzandosi o come esuberante con allargamento degli angoli diedri somatici dando un aspetto di vertebra «rigonfia» o come riduttiva con crollo vertebrale da collasso inizialmente interno. La somministrazione di mdc determinerà una ricostruzione morfologica del corpo vertebrale nel caso di infiltrazione totale e di omogeinizzazione di segnale con la parte sana restante della vertebra nei casi di infiltrazione parziale. Tale comportamento alla somministrazione di mdc spiega la necessità di eseguire preliminarmente le sequenze dipendenti dal T1 prima del mdc e induce ad un atteggiamento critico sulla utilità delle sequenze dopo contrasto. Le lesioni osteoddensanti o osteosclerotiche saranno caratterizzate da segnale nettamente ipointenso nelle sequenze appesantite in T1, e ipointenso nelle sequenze appesantite in T2. Tale comportamento rispecchia la formazione di tessuto osseo prodotto dagli osteoblasti, attivati o da sostanze secrete dal tumore o dalla presenza di tessuto «diverso» dal midollo osseo a capacità irritante. La somministrazione di mdc non determina variazioni del quadro in T1 per l'assenza di fenomeni reattivi vascolari. L'estrinsecazione extradurale è la complicanza più frequente della localizzazione vertebrale metastatica: le neoplasie che più frequentemente causano questo aspetto sono i carcinomi e tra questi l'origine mammaria e polmonare coprono da sole il 50% delle lesioni. Il segnale RM di questo tessuto neoformato risentirà dell'alta componente acquosa della lesione con ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e iperintensità nelle sequenze dipendenti dal T2; la somministrazione di mdc determinerà intensa impregnazione sia per l'assenza di barriera nei capillari neoformati, riproducenti il tessuto di origine extraneurale, sia per l'ampio spazio extracellulare. La localizzazione leptomeningea delle metastasi è evento oltremodo raro. Le neoplasie che più frequentemente possono dare disseminazione leptomeningea sono distinguibili in extraneurali, neurali ed ematologiche. Le lesioni hanno aspetto nodulare o a placca, oppure possono estendersi a panno sull'aracnoide, avvolgendo le radici di emergenza. Sedi più frequenti sono le parti più declivi come il cul-di-sacco durale e la cauda equina (73%), verosimilmente per motivi gravitari. In RM le lesioni appaiono come agglomerati focali di segnale isointenso al midollo nelle immagini dipendenti dal T1, e di alto segnale possono mimetizzarsi col liquor nelle sequenze dipendenti dal T2. La somministrazine di mdc rende tali noduli palesi, per l'alto tasso di impregnazione, e permette di svelare lesioni di piccole dimensioni talvolta mimetizzate per la contiguità con strutture di segnale simile. Più difficile è la semeiotica RM della cosiddetta «carcinomatosi» meningea. La diagnosi differenziale nei casi di metastasi leptomeningee nodulari, ad anamnesi oncologica muta, si pone con i neurinomi (schwannomi) della cauda; con i neurinomi multipli della neurofibromatosi tipo 2, con i piccoli ependimomi della cauda. Nel caso della carcinomatosi leptomeningea vanno scartate le leptomeningiti granulomatose (tubercolosi e sarcoidosi) e le aracnoiditi reattive e postchirurgiche.
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Tesis sobre el tema "Comportamento di malattia"

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Achilli, A. "Processi di differenziazione di cellule staminali mesenchimali da midollo osseo e da tessuto adiposo e valutazione del loro comportamento su scaffold polimerici". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/63846.

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"Human Bone Marrow and Adipose Tissue Mesenchimal Stem cells: isolation, differentiation and growth on polimeric scaffold" Tissue engineering has demonstrated his positive role in the repair of damaged tissues. This study investigated the properties of adult mesenchimal stem cells (MSCs) obteined from adipose tissue and bone marrow. The plastic-adherent (PA) and immunomagnetic by anti-nerve growth factor receptor antibodies (anti-NFGR) isolation tecniques were compared. In vitro MSCs diffusion and differentiation was studied for multiple lineage (chondrogenic, adipogenic, fibroblastic and osteoblastic). Adesive and proliferation cells properties were studied on commercial homologous idrossilapatite and on biomaterials polyurethane polimeric scaffold constructed and developed just for this research. Results suggested that adipose tissue may be a source of pluripotent stem cells and that NGFR+ cells are a population highly primitive and homogeneous. The polyurethane scaffolds aren' t citotossic and permit the diffusion and proliferation of MSCs
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Casari, Alice. "Analisi del comportamento e dello stato d'animo di pazienti malati del Morbo di Crohn tramite social networks". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7225/.

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Al giorno d'oggi una pratica molto comune è quella di eseguire ricerche su Google per cercare qualsiasi tipo di informazione e molte persone, con problemi di salute, cercano su Google sintomi, consigli medici e possibili rimedi. Questo fatto vale sia per pazienti sporadici che per pazienti cronici: il primo gruppo spesso fa ricerche per rassicurarsi e per cercare informazioni riguardanti i sintomi ed i tempi di guarigione, il secondo gruppo invece cerca nuovi trattamenti e soluzioni. Anche i social networks sono diventati posti di comunicazione medica, dove i pazienti condividono le loro esperienze, ascoltano quelle di altri e si scambiano consigli. Tutte queste ricerche, questo fare domande e scrivere post o altro ha contribuito alla crescita di grandissimi database distribuiti online di informazioni, conosciuti come BigData, che sono molto utili ma anche molto complessi e che necessitano quindi di algoritmi specifici per estrarre e comprendere le variabili di interesse. Per analizzare questo gruppo interessante di pazienti gli sforzi sono stati concentrati in particolare sui pazienti affetti dal morbo di Crohn, che è un tipo di malattia infiammatoria intestinale (IBD) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una grande varietà di sintomi. E' stato fatto riferimento a competenze mediche ed informatiche per identificare e studiare ciò che i pazienti con questa malattia provano e scrivono sui social, al fine di comprendere come la loro malattia evolve nel tempo e qual'è il loro umore a riguardo.
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Moronato, Maria Luisa. "Interazione tra Metapneumovirus aviare e Mycoplasma synoviae in broiler inoculati sperimentalmente e studio del comportamento di un vaccino per Mycoplasma synoviae in polli riproduttori pesanti". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422680.

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Section B: Mycoplasma synoviae (MS) is a poultry pathogen related to severe economic losses in all the productive sectors. A live MS vaccine (MS-H) obtained by mutagenizing an Australian field strain has recently been introduced in Italy. The aim of the present study is to evaluate the vaccine behavior in a broiler breeder group vaccinated with MS-H and the efficacy of the available laboratory tests in properly identifying its presence. Several laboratory tests (serology, PCR, cultivation and genotyping techniques) were applied in breeders and their progeny (serology, biomolecular techniques) at different times during the trial. The vaccine showed a great diffusion in the population, proved by the wide serological response and the positivity in PCR,moreover at the end of the trial (55 weeks after vacination) the MS cultivation was successfully applied. No signs of vertical transmission were evidenced. The analysis of different genes was found to be necessary in order to clearly classify all the positive samples. The application of different serological and biomolecular methods could be useful to monitor vaccinated avian flocks, moreover the development specific discriminating tests (DIVA) should be encouraged, as well as genotyping techniques to study the MS population circulating in HDPPAs. Section A: Avian Metapneumovirus (aMPV) is a respiratory pathogen causing the Turkey Rhinotracheitis (TRT). It is associated to the Swollen Head Syndrome in broilers, but its role as primary respiratory pathogen in this species is nowadays not completely defined. Mycoplasma synoviae (MS) is a respiratory bacterial pathogen whose importance increased in the last few years. The greater relevance of aMPV and MS in the poultry sector and the lack of experimental studies regarding their co-infection in broilers led to this infection model. The experimental design was based on 4 experimental groups (A-aMPV, B-aMPV+MS, C-MS, D-negative control), field isolates were used for both the pathogens’ inocula which were performed through the oculo-nasal route. At scheduled times during the trial, which lasted 35 days, 5 animal/group were euthanized for further investigations (serology, gross pathology, biomolecular techniques) and during the whole period of time animals were monitored for clinical observations. Aim of the present study was: reproducing the aMPV and aMPV+MS infection in broilers, evaluating the diffusion of these pathogens in the host and the possibility of a synergistic interaction between them. First of all, there was evidence of respiratory disease in group A (aMPV), in which signs of SHS were expressed; moreover the way of introduction of MS (eye and nostril) resulted effective in reproducing the disease, confirming the possible application of this type of infection for experimental purposes. The clinical and laboratory investigations suggests the possible synergic interaction between aMPV and MS in the nasal turbinates (group B, aMPV+MS), suggesting the possible contribute of MS in developing SHS. On the other hand, the possible addictive/synergistic interaction was not detected in any other respiratory tissue. The present results evidence the possible role of aMPV in leading the way for MS to peripheral and non-typically target tissues. Further studies could be useful to better understand the nature of the interaction between the two pathogens in different tissues and to evaluate, basing on the economic impact and epidemiological context, the possible application of control measures.
Parte A: Il Metapneumovirus aviare (aMPV) è un patogeno di tipo respiratorio, agente causale della rinotracheite del tacchino (TRT). Nel pollo la sua presenza è stata correlata alla sindrome della testa gonfia (SHS), ma il suo ruolo come agente patogeno primario non è stato ancora del tutto chiarito in questa specie. Mycoplasma synoviae (MS) è un patogeno di tipo respiratorio la cui importanza è andata incontro ad un notevole incremento negli ultimi anni. L’aumentata rilevanza di aMPV e di MS nel settore avicolo e la scarsità di studi sperimentali riguardanti la coinfezione data da questi due agenti nel broiler hanno stimolato lo sviluppo del presente studio, che ha previsto l’utilizzo di 4 gruppi sperimentali (aMPV, MS, aMPV+MS, controllo negativo) e di ceppi di campo per entrambi gli agenti, che sono stati introdotti a tramite la via oculo-nasale. Per l’intera durata della prova sperimentale (35 giorni) gli animali sono stati monitorati per effettuare le valutazioni cliniche giornaliere e a determinate scadenze sono state eseguite ulteriori indagini laboratoristiche da 5 animali per gruppo (sierologia, anatomia patologica e analisi biomolecolari). Obiettivo del presente studio è stato valutare la riproducibilità dell’infezione da aMPV nel broiler, la diffusione di ambedue i patogeni nell’ospite (infezione singola o con entrambi gli agenti eziologici) ed infine se tra i due microrganismi può stabilirsi un’interazione di tipo sinergico in animali infettati sperimentalmente. Sulla base dei risultati presenti è stato evidenziato lo sviluppo di una forma respiratoria nel pollo in presenza di aMPV con lo sviluppo di SHS; inoltre, la via di inoculo scelta anche per MS si è dimostrata efficace nello sviluppo della forma patologica. L’analisi dei dati clinici e laboratoristici suggerisce la possibile presenza di un’interazione di tipo sinergico tra i due agenti a livello dei turbinati nasali. Infine, il presente studio ha messo in luce il possibile ruolo di aMPV come apripista nei confronti dell’infezione batterica secondaria e nella diffusione di MS verso distretti periferici o considerati non target. Ulteriori studi potrebbero essere utili per meglio comprendere la natura dell’interazione tra aMPV e MS nei differenti distretti e per valutare sulla base dell’impatto economico e del contetso epidemiologico, la possibile messa in atto di misure di controllo. Parte B: Mycoplasma synoviae (MS) è un patogeno respiratorio correlato a notevoli perdite economiche nei differenti settori avicoli. Recentemente è stato introdotto sul territorio nazionale un vaccino (MS-H) ottenuto per mutagenesi da un ceppo di campo australiano. Obiettivo del presente studio è valutare il comportamento del vaccino in gruppi di polli riproduttori vaccinati con MS-H e l’efficacia degli strumenti laboratoristici disponibili nella sua corretta identificazione. Diversi test di laboratorio, quali sierologia, PCR, isolamento colturale, tecniche di genotipizzazione, sono state applicate ai riproduttori e alla loro progenie per l’intera durata della prova. Il vaccino ha mostrato una vasta diffusione nella popolazione, dimostrata dalla risposta sierologica, dalla positività in PCR e dal reisolamento dell’agente al termine della prova (55 settimane dopo la vaccinazione). L’applicazione congiunta di diverse tecniche sierologiche e di natura biomolecolare può risultare utile nel monitoraggio di gruppi vaccinati, tuttavia lo sviluppo e la validazione di metodiche DIVA di tipo biomolecolare o sierologico, come studi di genotipizzazione delle popolazioni circolanti di MS, sono auspicabili per il monitoraggio dei gruppi avicoli.
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PIETRINI, FRANCESCO. "Aspetti psicologici della sclerodermia". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1088394.

Texto completo
Resumen
Un’ampia letteratura scientifica evidenzia che il benessere fisico e psicosociale dei pazienti affetti da sclerodermia sia gravemente compromesso. Alcuni fattori di tipo clinico e psicosociale, fra cui le esperienze avverse precoci, la psicopatologia, il comportamento di malattia, la resilienza e la qualità della vita correlata alla salute, sembrano particolarmente coinvolti nell’impatto di questa malattia sulla salute del paziente. Ad oggi, tuttavia, tali dimensioni sono state per lo più indagate separatamente, in assenza di una visione complessiva sull’argomento. Lo scopo del presente elaborato è stato indagare gli aspetti psicologici sopracitati in un campione di soggetti affetti da sclerodermia ed approfondirne i rapporti con la malattia alla luce di un confronto con un campione di soggetti sani. Il presente studio ha incluso un campione clinico di 110 soggetti affetti da sclerodermia (96 femmine) ed un campione di controllo di 110 soggetti sani selezionati dalla popolazione generale ed appaiati ai casi per sesso, età e livello d’istruzione. Oltre ad un’indagine sulla presenza di esperienze avverse precoci, la valutazione dei partecipanti allo studio ha previsto l’utilizzo dei seguenti strumenti: la Mini-International Neuropsychiatric Interview (M.I.N.I. Plus) e il Self-Report Symptom Inventory- Revised (SCL-90-R) per gli aspetti psicopatologici, l’Illness Behavior Inventory (IBI) per il comportamento di malattia; il Brief Assessment of Sense of Coherence (BASOC) e la Pearlin & Schooler’s Sense of Mastery Scale (SOM) per le dimensioni di resilienza psicologica e lo Short Form (36) Health Survey (SF-36) per la qualità della vita correlata alla salute. I risultati della presente ricerca indicano che, rispetto ai controlli sani, i soggetti affetti da sclerodermia hanno una frequenza significativamente superiore di esperienze avverse precoci (soprattutto perdita della madre e di abuso sessuale) e di sintomi e disturbi psichiatrici (soprattutto episodio depressivo maggiore, attacchi di panico paucisintomatici e disturbo d’ansia generalizzata). Inoltre, rispetto ai controlli sani, i pazienti con sclerodermia mostrano un comportamento di malattia più disfunzionale, un minor senso di padronanza rispetto alla propria vita ed una qualità della vita significativamente più compromessa. Infine, delle dimensioni psicologiche valutate, quelle che hanno dimostrato una maggiore relazione funzionale con la sclerodermia sono l’ideazione paranoide, l’interferenza del comportamento di malattia sull’attività lavorativa e la compromissione dello stato di salute generale.
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