Literatura académica sobre el tema "Competenze interculturali, cooperazione internazionale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Competenze interculturali, cooperazione internazionale"

1

De Maria, Francesco. "L'Operatore dello Sviluppo Umano nella cooperazione internazionale: dimensione formativa, ruolo professionale e competenze educative". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 112 (marzo de 2021): 129–55. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112009.

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Resumen
Il lavoro sviluppa una riflessione sul ruolo dei professionisti dell'educazione nella cooperazione internazionale, tentando di coniugare l'area dello Sviluppo Umano con quella della Formazione. Ci si muove su un terreno impervio dove in entrambi i casi la regolamentazione normativa, gli sbocchi occupazionali della formazione universitaria, il mercato del lavoro e le figure professionali presentano alcune criticità. Il campo della solidarietà internazionale esprime un bisogno di professionalizzazione delle proprie risorse umane; la dimensione formativa emerge come una categoria implicita e trasversale alle azioni di sviluppo che non può essere oggetto di interesse esclusivo di progetti realizzati in ambito educativo. Il contri-buto coglie queste sfide e, muovendosi da un'area disciplinare all'altra, cerca di definire i processi lavorativi, le aree di attività e le competenze educative dell'Operatore dello Sviluppo Umano, dunque del Professionista dell'Educazione che ricopre questo ruolo.
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Tesis sobre el tema "Competenze interculturali, cooperazione internazionale"

1

FRANZINI, MANILA. "FORMAZIONE ALLE COMPETENZE INTERCULTURALI NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/697.

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Resumen
La formazione alle competenze interculturali nasce dalla volontà di approfondire una tematica particolarmente discussa nell’ambito internazionale. Affrontare il tema della formazione alle competenze interculturali, e ancor di più nell’ambito dell’adozione internazionale, rappresenta una sfida ed un’enorme potenzialità per coloro che sono direttamente impegnati nelle attività di adozione internazionale. Lo studio ha posto in evidenza la necessità della formazione delle coppie aspiranti all’adozione e dei genitori adottivi, per poter rendere possibile una trasformazione profonda. La ricerca si compone di una parte sperimentale che ha visto il coinvolgimento della maggior parte degli enti autorizzati italiani che si occupano di formare le coppie all’adozione. Nella seconda parte dello studio, si è compiuta un’analisi in profondità dei percorsi formativi progettati e realizzati da tre enti autorizzati italiani, quali AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) e CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). E’ stato possibile delineare degli approcci specifici e degli elementi caratterizzanti tali percorsi, emersi nel confronto tra le realtà associative. Gli interrogativi iniziali e gli approfondimenti effettuati con lo studio di casi, hanno reso possibile il riconoscimento dell’incidenza della dimensione educativa nel percorso adottivo e l’individuazione di tre orientamenti formativi. I presupposti indicati, che hanno favorito l’individuazione di un quadro concettuale di riferimento ed un assetto applicativo, hanno aperto nuove prospettive di sviluppo sul tema delle competenze interculturali nell’ambito dell’adozione internazionale. Nell’ultima parte del testo si sono approfondite le definizioni intorno al concetto di competenze, ed in particolare di competenze interculturali. L’analisi sulle competenze ha mostrato l’esistenza di differenti modelli di competenze culturali, transculturali ed interculturali. Questa ricerca ha approfondito sia il significato delle competenze interculturali per le coppie e i genitori adottivi, sia le caratteristiche di una formazione alle competenze interculturali, indicando delle possibili modalità di applicazione.
Training in intercultural matters arises from the need of going into depth of a subject particularly discussed in international circles. To face the subject of training in intercultural matters and, even more in the matter of international adoption, represents a challenge and an enormous potential for those who are directly involved in the activity of international adoption. Studies have underlined necessity of training prospective and adoptive parents, in order to ensure a transformation. The research is made up of an experimental method which involves a large number of Authorised Italian Organizations which deal with training of adoptive families. In part of this study, was made a analysis of training systems realised by three Authorised Organizations, such have AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) and CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). It was possible to identify some specific approaches and some characteristic elements of these approaches, which arose when comparing realities. The initial questions and studies made when cases were examined made it possible to recognise the incidence of the educational size of the adoption schedule and the indication of three training methods. The indicated suppositions, which favoured the selection of a conceptual item of reference and possible application, opened a new prospective for development of the subject of intercultural matters in international adoption circles. In the last part of the text, the definition of the concept of competences was thoroughly defined and in particular intercultural competences. The analysis of competences showed the existence of different forms of cultural, transcultural and intercultural competences. This research has explained the significance of intercultural duties for prospective and adoptive parents. Be they the characteristics in the training of intercultural duties, indicating possible ways of application.
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FRANZINI, MANILA. "FORMAZIONE ALLE COMPETENZE INTERCULTURALI NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/697.

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Resumen
La formazione alle competenze interculturali nasce dalla volontà di approfondire una tematica particolarmente discussa nell’ambito internazionale. Affrontare il tema della formazione alle competenze interculturali, e ancor di più nell’ambito dell’adozione internazionale, rappresenta una sfida ed un’enorme potenzialità per coloro che sono direttamente impegnati nelle attività di adozione internazionale. Lo studio ha posto in evidenza la necessità della formazione delle coppie aspiranti all’adozione e dei genitori adottivi, per poter rendere possibile una trasformazione profonda. La ricerca si compone di una parte sperimentale che ha visto il coinvolgimento della maggior parte degli enti autorizzati italiani che si occupano di formare le coppie all’adozione. Nella seconda parte dello studio, si è compiuta un’analisi in profondità dei percorsi formativi progettati e realizzati da tre enti autorizzati italiani, quali AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) e CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). E’ stato possibile delineare degli approcci specifici e degli elementi caratterizzanti tali percorsi, emersi nel confronto tra le realtà associative. Gli interrogativi iniziali e gli approfondimenti effettuati con lo studio di casi, hanno reso possibile il riconoscimento dell’incidenza della dimensione educativa nel percorso adottivo e l’individuazione di tre orientamenti formativi. I presupposti indicati, che hanno favorito l’individuazione di un quadro concettuale di riferimento ed un assetto applicativo, hanno aperto nuove prospettive di sviluppo sul tema delle competenze interculturali nell’ambito dell’adozione internazionale. Nell’ultima parte del testo si sono approfondite le definizioni intorno al concetto di competenze, ed in particolare di competenze interculturali. L’analisi sulle competenze ha mostrato l’esistenza di differenti modelli di competenze culturali, transculturali ed interculturali. Questa ricerca ha approfondito sia il significato delle competenze interculturali per le coppie e i genitori adottivi, sia le caratteristiche di una formazione alle competenze interculturali, indicando delle possibili modalità di applicazione.
Training in intercultural matters arises from the need of going into depth of a subject particularly discussed in international circles. To face the subject of training in intercultural matters and, even more in the matter of international adoption, represents a challenge and an enormous potential for those who are directly involved in the activity of international adoption. Studies have underlined necessity of training prospective and adoptive parents, in order to ensure a transformation. The research is made up of an experimental method which involves a large number of Authorised Italian Organizations which deal with training of adoptive families. In part of this study, was made a analysis of training systems realised by three Authorised Organizations, such have AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) and CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). It was possible to identify some specific approaches and some characteristic elements of these approaches, which arose when comparing realities. The initial questions and studies made when cases were examined made it possible to recognise the incidence of the educational size of the adoption schedule and the indication of three training methods. The indicated suppositions, which favoured the selection of a conceptual item of reference and possible application, opened a new prospective for development of the subject of intercultural matters in international adoption circles. In the last part of the text, the definition of the concept of competences was thoroughly defined and in particular intercultural competences. The analysis of competences showed the existence of different forms of cultural, transcultural and intercultural competences. This research has explained the significance of intercultural duties for prospective and adoptive parents. Be they the characteristics in the training of intercultural duties, indicating possible ways of application.
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GAMA, ISA. "Dinamiche Interculturali e Sviluppo: Mozambico e Cooperazione Internazionale Italiana". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/987.

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Resumen
Questo studio tratta dei rapporti della cooperazione internazionale per lo sviluppo che favorisce lo scambio tra culture. Si tratta di una ricerca socio-antropologica sull’orientamento cognitivo di entrambi gli attori della cooperazione: chi fornisce e chi riceve l’aiuto. Lo studio è realizzato su due fronti: in Mozambico, in un progetto di cooperazione, e in Italia con membri delle ONG. La tesi sostiene che la cooperazione non solo propone progetti atti a modificare una situazione nei PVS, ma unisce culture favorendo lo scambio di contenuti, opinioni divergenti, abitudini, ecc., trasformandoli in un continuo processo di ‘miscegenation’. La maggior parte delle ONG implementa progetti sul principio della sussidiarietà affrontando difficoltà per stimolare l’‘azione’ per apportare cambiamenti dal basso. La cooperazione è anche fautrice della fusione di culture che genera nuove correnti di pensiero, creando opinioni critiche nei confronti delle idee prevalenti, e provvede voce a movimenti sociali dal basso. In una macro-prospettiva, la globalizzazione continua ad avere un ruolo preponderante nei PVS: il Mozambico non è ancora decolonizzato. Il termine ‘sviluppo’ mantiene tuttora un pregiudizio evolutivo Eurocentrico, e non dovrebbe essere più associato alla crescita economica, e per ottenere un mondo equo non basta ‘empower’ i poveri, è necessario ‘disempower’ i ricchi.
This study addresses the relationships on international cooperation for development that put cultures into motion. This is a socio-anthropological research that outlines the cognitive orientation of both sides in the international cooperation: who provides and who receives Aid. The locus of the investigation is an international cooperation project in Mozambique, along with interviews with Italian NGOs practitioners. The thesis argues that international cooperation not only provides projects apt to change situation in developing countries, but unites cultures that mutually exchange meanings, disagreements, habits, etc., in a continuous process of cultural ‘miscegenation’. Although most NGOs propose bottom-up approach to development, usually projects start from the top, and they face difficulties to stimulate the agency to change from below. International cooperation also generates new lines of though, and usually gives voice to counter-current social movements. In a macro perspective, globalization continues to play a dominant role in the poorest countries, and Mozambique has not been fully decolonized yet. The meaning of the term Development still maintains an Eurocentric and evolutionary bias. However, development should not be anymore associated to economic growth and if we really want to achieve an equal world, there is also the need to ‘disempower’ the rich.
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GAMA, ISA. "Dinamiche Interculturali e Sviluppo: Mozambico e Cooperazione Internazionale Italiana". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/987.

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Questo studio tratta dei rapporti della cooperazione internazionale per lo sviluppo che favorisce lo scambio tra culture. Si tratta di una ricerca socio-antropologica sull’orientamento cognitivo di entrambi gli attori della cooperazione: chi fornisce e chi riceve l’aiuto. Lo studio è realizzato su due fronti: in Mozambico, in un progetto di cooperazione, e in Italia con membri delle ONG. La tesi sostiene che la cooperazione non solo propone progetti atti a modificare una situazione nei PVS, ma unisce culture favorendo lo scambio di contenuti, opinioni divergenti, abitudini, ecc., trasformandoli in un continuo processo di ‘miscegenation’. La maggior parte delle ONG implementa progetti sul principio della sussidiarietà affrontando difficoltà per stimolare l’‘azione’ per apportare cambiamenti dal basso. La cooperazione è anche fautrice della fusione di culture che genera nuove correnti di pensiero, creando opinioni critiche nei confronti delle idee prevalenti, e provvede voce a movimenti sociali dal basso. In una macro-prospettiva, la globalizzazione continua ad avere un ruolo preponderante nei PVS: il Mozambico non è ancora decolonizzato. Il termine ‘sviluppo’ mantiene tuttora un pregiudizio evolutivo Eurocentrico, e non dovrebbe essere più associato alla crescita economica, e per ottenere un mondo equo non basta ‘empower’ i poveri, è necessario ‘disempower’ i ricchi.
This study addresses the relationships on international cooperation for development that put cultures into motion. This is a socio-anthropological research that outlines the cognitive orientation of both sides in the international cooperation: who provides and who receives Aid. The locus of the investigation is an international cooperation project in Mozambique, along with interviews with Italian NGOs practitioners. The thesis argues that international cooperation not only provides projects apt to change situation in developing countries, but unites cultures that mutually exchange meanings, disagreements, habits, etc., in a continuous process of cultural ‘miscegenation’. Although most NGOs propose bottom-up approach to development, usually projects start from the top, and they face difficulties to stimulate the agency to change from below. International cooperation also generates new lines of though, and usually gives voice to counter-current social movements. In a macro perspective, globalization continues to play a dominant role in the poorest countries, and Mozambique has not been fully decolonized yet. The meaning of the term Development still maintains an Eurocentric and evolutionary bias. However, development should not be anymore associated to economic growth and if we really want to achieve an equal world, there is also the need to ‘disempower’ the rich.
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Resumen
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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