Literatura académica sobre el tema "Comando delle Forze Armate"

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Artículos de revistas sobre el tema "Comando delle Forze Armate"

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Bebler, Anton. "FORZE ARMATE E PLURALISMO POLITICO IN JUGOSLAVIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, n.º 1 (abril de 1992): 41–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018256.

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Resumen
IntroduzioneL'attuale professionismo militare jugoslavo e l'esercito regolare federale – Esercito Popolare Jugoslavo o EPJ – hanno avuto ufficialmente origine dai «Distaccamenti partigiani» e dall'«Armata Nazionale di Liberazione della Jugoslavia». Questa fu istituita sotto la leadership di Josip Broz, detto «Tito», nel corso della Seconda guerra mondiale, principalmente sul territorio del Regno di Jugoslavia smembrato nella primavera del 1941. I primi distaccamenti partigiani e quartier generali a livello regionale e di area apparvero alla metà dell'estate 1941, mentre un loro primo serio impiego militare contro gli occupanti e i locali governi «Quisling» si ebbe verso la fine di quello stesso anno. Tuttavia, la festa ufficiale dell'EPJ (ridenominata negli anni settanta «Giorno delle Forze Armate») non cade in nessuna di queste date, bensì il 22 dicembre.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 261 (febrero de 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Resumen
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Crisi, Alessandro. "Il test di Wartegg secondo la "metodica Crisi" nei processi di selezione e orientamento delle Forze Armate Italiane". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003009.

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Resumen
Da alcuni anni la gamma degli strumenti utilizzati nei propri processi di Selezione e Orientamento dalla Polizia di Stato e dalle Forze Armate Italiane, in particolare dalla Marina Militare, dall'Aeronautica Militare e dall'Esercito Italiano, si avvale del contributo di un nuovo strumento: il test di Wartegg (Wartegg Zeichentest o WZT) applicato secondo una nuova metodica di interpretazione, pubblicata nel 1998 e in seconda edizione riveduta e ampliata nel 2007, dall'Autore del presente articolo. Tale metodologia nel corso degli anni e grazie ai numerosi riscontri ottenuti nei vari ambiti di applicazione, č risultata in grado di soddisfare le esigenze di valutazione sia a livello di clinical assessment (grazie al software Wartegg-Selezione) sia a livello di analisi delle potenzialitŕ attitudinali (software Wartegg-Orientamento). Tali esigenze sono alla base dei processi di Selezione delle Forze Armate Italiane e della Polizia di Stato. Il Test di Wartegg č un test grafico di personalitŕ; puň essere somministrato in gruppo e le sue caratteristiche principali sono rappresentate da una profonda capacitŕ investigativa accompagnata da una estrema rapiditŕ e facilitŕ di somministrazione, di siglatura e di inserimento dei dati nel software. Tali caratteristiche rendono lo strumento particolarmente idoneo ad una sua applicazione nel caso di selezioni con numerosi partecipanti. Lo strumento č dotato, a seconda delle esigenze, di diversi programmi computerizzati che forniscono un report valutativo conclusivo. Nel 1999 il test di Wartegg č stato oggetto di una specifica sperimentazione effettuata dalla Marina Militare Italiana che, al fine di valutarne la validitŕ e l'attendibilitŕ, lo ha sottoposto ad una comparazione con i risultati ottenuti dagli strumenti utilizzati nella Selezione. L'esito altamente positivo della sperimentazione ha determinato che, a partire dal 2002, il Test di Wartegg sia entrato a far stabilmente dei processi selettivi e di orientamento della Polizia di Stato e delle Forze Armate Italiane.
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Cacciatore, Nicola. "Partigiani, patrioti, soldati. La Resistenza e gli alleati di fronte al problema dello status dei combattenti italiani (1944-1945)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 300 (noviembre de 2022): 180–204. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300021.

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Resumen
L'articolo si propone di indagare la discussione che si sviluppò internamente ai comandi britannici sull'opportunità di concedere ai partigiani italiani lo status ufficiale di combattenti, facente quindi parte di una forza armata regolare e protetti dalle convenzioni internazionali sulla guerra. La discussione nacque in risposta alle crescenti violenze tedesche durante l'estate del 1944 e proseguì poi, senza peraltro giungere a una conclusione, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. L'analisi di questi documenti permette di arricchire il quadro del rapporto che la Resistenza ebbe con le forze armate e l'idea del "nuovo" esercito dell'Italia democratica. Un'idea di riforma che, come la proposta britannica di concedere ai partigiani il riconoscimento internazionale di combattenti, non trovò mai applicazione.
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Curami, Andrea. "L'industria bellica italiana dopo Caporetto". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 261 (febrero de 2011): 653–64. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261005.

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Resumen
L'autore prende in esame la fondatezza delle affermazioni circa la straordinarietŕ dello sforzo compiuto dall'industria italiana per ripianare la perdita di artiglierie in seguito alla ritirata di Caporetto. Se tale perdita fu effettivamente consistente, va perň detto che riguardň materiali in gran parte antiquati; dopo l'ottobre 1917 in realtŕ l'industria bellica proseguě nella realizzazione dei programmi di sviluppo giŕ in atto prima dello sfondamento nemico, coordinati dal ministro delle Armi e munizioni, il generale Alfredo Dallolio, figura centrale nella mobilitazione industriale del paese. Anche il problema della scarsa disponibilitŕ di manodopera e di materie prime era stato affrontato ben prima di Caporetto e dunque non rappresentň un ostacolo per l'industria impegnata nel conflitto. L'esaltazione dello sforzo produttivo volto a ripianare le perdite di Caporetto va dunque ricondotto agli aspri scontri che opposero nel dopoguerra i gruppi industriali italiani. L'ampia pubblicistica del tempo risente della volontŕ delle diverse industrie di sottolineare, da un lato, il proprio contributo alla vittoria finale, e di difendersi, dall'altro, dalle accuse di guadagni illeciti ottenuti rifornendo le forze armate.
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Pozzi, Maura, Carlo Pistoni, Daniela Marzana, Lorenza Arpini, Sabina Moro y Elena Marta. "La rappresentazione sociale di (dis)obbedienza nei giovani militari italiani". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12861.

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Resumen
Il presente studio indaga il contenuto e la struttura della rappresentazione sociale (RS) di (dis)obbedienza, al fine di comprendere la relazione con l'autorità in un gruppo di allievi delle Forze Armate Militari. Per il raggiungimento di questo obiettivo è stato utilizzato un questionario self-report, in versione online.Le analisi sono state condotte su un campione di 389 soggetti. I risultati mostrano come i concetti di (dis)obbedienza siano considerati come diametralmente opposti: l'obbedienza risulta avere una connotazione prevalentemente positiva, connessa a termini quali "rispetto", "lealtà", "fiducia" e, di contro, la disobbedienza risulta avere un'accezione per lo più negativa, connessa a termini quali "irrispettosa", "negativa" e "sbagliata". Questi risultati avvalorano l'ipotesi che il contesto specifico abbia una forte influenza nel determinare le rappresentazioni sociali sul tema in oggetto.
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Del Prete, Simeone. "Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell'eccidio di Oderzo". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 114–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298011.

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Resumen
Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l'articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull'assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l'organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l'autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all'opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell'"eccidio di Oderzo", l'esecuzione sommaria, avvenuta tra l'aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
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Toaldo, Mattia. "L'amministrazione Reagan e il terrorismo mediorientale. I casi del Libano e della Libia". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (junio de 2011): 69–96. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001003.

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Resumen
L'articolo ricostruisce le idee e le proposte che sono state alla base della politica dell'amministrazione Reagan contro il terrorismo mediorientale, analizzando specificamente i casi dell'intervento in Libano (1982-1984) e dell'attacco contro la Libia del 1986. In entrambi i casi gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte alla minaccia terroristica ed in entrambi i casi intervennero militarmente con le loro forze armate, non attraverso Stati o organizzazioni alleate. Lo scopo č di analizzare le maggiori idee portate avanti dai diversi membri dell'amministrazione Reagan e che sarebbero divenute popolari in seguito: la guerra preventiva, il sostegno statale al terrorismo, l'estensione delle prerogative dell'esecutivo, il cambiamento di regime e l'enfasi sul terrorismo come epifenomeno, piuttosto che l'analisi dei nemici che lo utilizzavano contro gli Usa. In base a questa analisi, l'autore conclude che l'amministrazione Reagan, sebbene abbia realizzato politiche spesso inefficaci e contraddittorie contro il terrorismo mediorientale, servě da terreno di coltura per le idee e le scelte politiche di quella che sarebbe diventata, nei primi anni Duemila, la "guerra globale al terrorismo".
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Degli Esposti, Fabio. "Sulla pelle dei soldati. Razioni di guerra, approvvigionamenti alimentari e speculazioni industriali (1914-1922)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 293 (agosto de 2020): 9–46. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293001.

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Resumen
Nello scenario della guerra totale 1914-1918 la questione degli approvvigionamenti alimentari divenne un fattore essenziale. Il saggio prende in considerazione le politiche attuate dal governo italiano in un settore fondamentale, quello del consumo di carne. La strategia seguita fu in primo luogo quella di scoraggiare i consumi civili, che tuttavia, già piuttosto bassi, non poterono essere contratti in misura sufficiente. Le preoccupazioni sul progressivo depauperamento del patrimonio zootecnico nazionale per effetto delle massicce requisizioni militari indussero i vertici delle forze armate, dietro consiglio degli igienisti militari, a ridurre a fine 1916 anche la razione delle truppe mobilitate. Un provvedimento che, nei mesi successivi a Caporetto, suscitò accese polemiche nella classe medica, in quanto il peggioramento dell'alimentazione dei soldati fu individuata da alcuni come una delle concause del cedimento dell'autunno 1917. Una delle possibili soluzioni, l'incremento dell'importazione di carni congelate, era resa difficile da ostacoli di ordine tecnico come la pochezza della flotta frigorifera, la mancanza di grandi impianti frigoriferi e le deficienze nella rete di distribuzione che, dai porti tirrenici, doveva far arrivare il prodotto al fronte. Pur con gravi ritardi e sprechi, la guerra portò a una notevole espansione dell'industria del freddo italiana. Fra le novità del conflitto ci fu anche un fortissimo incremento nel consumo dei prodotti in conserva da parte dell'esercito. Il settore, gestito inizialmente da stabilimenti statali, vide nel corso della seconda parte del conflitto l'ingresso di un buon numero di industrie private. Queste tuttavia, secondo le indagini condotte nel dopoguerra dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra, si resero protagoniste di vere e proprie truffe nei confronti dell'amministrazione militare, rimaste in gran parte impunite.
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Grassia, Edoardo. "«Aviazione Legionaria»: il comando strategico-politico e tecnico-militare delle forze aeree italiane impiegate nel conflitto civile spagnolo". Diacronie, N° 7, 3 (29 de julio de 2011). http://dx.doi.org/10.4000/diacronie.3411.

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Tesis sobre el tema "Comando delle Forze Armate"

1

Moschella, Mayla <1985&gt. "IL RUOLO DELLE FORZE ARMATE NELLA STORIA TURCA, 1980-2010". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2963.

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Resumen
Questa tesi si propone di approfondire il ruolo delle Forze Armate nella storia della Repubblica turca, con particolare attenzione al periodo più recente, ovvero dal 1980 al 2010. Il primo capitolo, di natura introduttiva, ripercorre gli eventi che vanno dalla fondazione della Repubblica alla fine degli anni Settanta, (1923-1980). Vengono qui analizzate le cause e le origini del ruolo di tutela e supervisione dell'esercito e le dinamiche tra la classe politica e quella militare e tra quest'ultima e la società civile. Il secondo capitolo passa in rassegna i vent'anni che vanno dal terzo colpo di stato della storia turca alle elezioni che vedranno trionfare l'AKP (1980-2002). Vengono qui trattati il triennio del golpe militare (1980-1983), l'intervento più massiccio delle Forze Armate nelle dinamiche politiche turche, il successivo ritorno ai governi civili e i cambiamenti in seno alla società turca. Il capitolo inoltre tratta delle strategie di contenimento operate dall'esercito sull'Islam politico, forza crescente in seno alla politica turca, strategie che culminano col“colpo di stato post-moderno” del '97. Il terzo capitolo si occupa del primo periodo di governo dell'AKP e parte quindi dal 2002, anno in cui il partito vince le elezioni. La trattazione cronologica si ferma al 12 settembre 2010, data del referendum destinato a cambiare strutturalmente il ruolo delle Forze Armate e il sistema politico turco. Viene fornita una breve panoramica della storia dei partiti islamici turchi, un'analisi dell'ideologia e delle opere di governo dell'AKP e infine l'attenzione si concentra sulle forze armate, sulla loro reazione alle mosse politiche dell'AKP e sui forti cambiamenti che le investono nel decennio preso in esame. La tesi si conclude con una serie di articoli riportati e attinti dalla stampa turca e tradotti in italiano, materiale che si propone di arricchire la trattazione fornendo nuove fonti che non erano prima reperibili in italiano. Ogni articolo viene accompagnato da una scheda esplicativa e dalla versione turca originale.
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2

FARA, Vittorio. "IL SOGGETTO PRIVATO NELL'ORDINAMENTO MILITARE". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11562/712361.

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Resumen
L'evoluzione dell'ordinamento militare in senso democratico costituisce il frutto di un processo di elaborazione che ha avuto inizio con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana nel 1948. Prima dell’entrata in vigore della Carta costituzionale, nel regime statutario, l’organizzazione militare era soggetta, in larga misura, a prescrizioni interne ed era sottratta per molti versi al principio di legalità. La Costituzione ha affermato, invece, un nucleo di principi indisponibili in relazione all’impiego delle Forze armate nella funzione di difesa della Nazione: il ricorso alla guerra, l’attività della sicurezza nazionale e della difesa divengono oggetto di disciplina all'interno dei principi fondamentali della Carta costituzionale. Questi principi ispirano un cambiamento radicale nella concezione dell’uso dello strumento militare, mutando così il quadro giuridico fondamentale di riferimento e conferendo all’impiego delle Forze armate una legittimazione diversa rispetto al passato. L'evoluzione dell'ordinamento militare italiano si realizza, in particolare, nel solco del principio di legalità e attraverso l'applicazione della riserva di legge a tutti i settori di attività delle Forze armate. Questo processo, che porta l'ordinamento militare a trasformarsi sotto la spinta dei principi democratici, riguarda un nuovo modo di concepire e di disciplinare lo status del militare, riguarda il modo in cui le Forze armate sono organizzate e operano, ma riguarda anche un diverso rapporto fra Forze armate e società civile e un più stretto legame fra tutela del'interesse nazionale e ruolo dello strumento di difesa. Sotto il profilo dei contenuti della disciplina, si può rilevare che la progressiva «appropriazione» dei principi costituzionali abbia caratterizzato pressoché tutti gli ambiti in cui rileva l'attività delle Forze armate. Questo processo si può osservare innanzitutto sotto il profilo del pieno inserimento dei militari nella categoria dei cittadini pleno iure e quindi sotto l’aspetto dei diritti e delle facoltà che trovano una diretta protezione costituzionale. Ma può essere osservata anche sotto il profilo delle modalità di organizzazione e di azione, che attraverso gli istituti della rappresentanza militare e una spiccata modernizzazione della struttura militare, coniuga i tradizionali aspetti di gerarchia e prontezza di impiego, ad un pieno riconoscimento e ad una piena valorizzazione della persona all’interno di essa. L’abolizione della leva obbligatoria, l’apertura al mondo femminile, la disciplina dei diritti e dei doveri del personale militare, rappresentano alcune delle tappe fondamentali di questo processo di progressiva democratizzazione dello strumento militare. La trattazione presenta notevoli spunti d’interesse legati all’auspicata riforma, in chiave europea, di tale peculiare e delicato settore dell’organizzazione statuale.
The evolution of the Italian military law system in a democratic sense is the result of a drafting process that began with the entry into force of the Republic constitution in 1948. Before the entry into force of the Constitution, in the statutory regime, the military organization was subject to a large extent, to internal regulations and evaded in many ways to the principle of legality. The Constitution instead, a core of principles unavailable in relation to the use of the armed forces in the function of defense of the Nation: the recourse to war, the activities of national security and of the defense become the subject of discipline within the principles fundamentals of the Constitution. These principles inspire a radical change in the conception of the use of the military instrument, changing so the basic legal framework of reference and giving legimation to the use of the Armed forces different from the past. The evolution of the Italian military regulations is achieved, in particular, in the wake of the principle of legality and through the application of the saving clause in all areas of activity of the Armed forces. This process, which leads the military order to turn under the pressure of democratic principles, involves a new way of thinking and to regulate the status of the military, concerns the way in which the Armed forces are organized and operate, but also relates to a different relationship between the armed forces and civil society, and a closer link between national interest protection and role of the defense instrument. In terms of the content of the discipline, it may be noted that the progressive “ownership” of the constitutional principles has characterized almost all areas the activity of the Armed forces. This process can be seen first of all in terms of full involvement of the military in the pleno jure citizen’s category and therefore under the appearance of the rights and powers that find a direct constitutional protection. But it can also be observed in terms of the mode of organization and action, which through the of military representation institutions and a strong modernization of the military structure, combines the traditional aspects of hierarchy and quickness to use, with a full recognition and full development of the individual within it. The abolition of conscription, the opening to the world of women, the framework of rights and duties of military personnel, represent some of the milestones of this process of gradual democratization of the military organization. The discussion has, therefore, considerable points of interest related to hopeful reform in key european of this peculiar and delicate sector of the government organization.
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Libros sobre el tema "Comando delle Forze Armate"

1

Ceva, Lucio. Storia delle forze armate in Italia. Torino: UTET libreria, 1999.

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2

La condizione militare nell'ordinamento delle forze armate. Milano: Giuffrè, 2010.

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3

Ronzitti, Natalino, Mats R. Berdal y Ettore Greco. Comando e controllo delle Forze de pace Onu. Roma: Instituto affari internazionali, 1996.

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4

Biagio, Dradi Maraldi y Pieri Romano, eds. Lotta armata e resistenza delle forze armate italiane all'estero. Milano, Italy: F. Angeli, 1990.

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5

Gianfranco, Gasperini y Montanari Arianna, eds. Stereotipi vecchi e nuovi: L'immagine delle forze armate italiane. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2007.

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6

Carlo, Jean y Caforio Giuseppe, eds. Storia delle Forze armate italiane: 1945-1975 : aspetti ordinativi e sociologici. Milano: F.Angeli, 1994.

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7

Mastrangelo, Emanuele. Presenti arbitrari: I disertori delle forze armate della Repubblica sociale italiana. Genova: Associazione culturale Italia storica, 2012.

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8

Presenti arbitrari: I disertori delle forze armate della Repubblica sociale italiana. Genova: Associazione culturale Italia storica, 2012.

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9

Silvestri, Stefano, Maurizio Cremasco y Michele Nones. Il sistema di supporto logistico delle forze armate italiane: Problemi e prospettive. Roma: Istituto Affari Internazionali], 2001.

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10

Mario, Arpino y Jean Carlo, eds. Storia delle forze armate italiane dalla ricostruzione postbellica alla "ristrutturazione" del 1975. Milano: Giuffrè, 1989.

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