Literatura académica sobre el tema "Cognizione spaziale"
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Artículos de revistas sobre el tema "Cognizione spaziale"
Araújo, Angela Amorim De, Arthur Tibério De Lacerda Vieira, Ivanilda Lacerda Pedrosa, Márcia Virgínia Di Lorenzo Florêncio, Pablo Raphael Oliveira Honorato Da Silva y Suely Amorim De Araújo. "Annegamento negli anziani in Paraíba-Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 de noviembre de 2020, 66–82. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/anziani.
Texto completoTesis sobre el tema "Cognizione spaziale"
Centazzo, Alessandro. "Strategie di riorientamento nei bambini: uno studio in stanze grandi e piccole e in ambienti virtuali". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10069.
Texto completoLa maggior parte delle specie animali è capace di recuperare l’orientamento dopo essere stata passivamente disorientata e lo fa utilizzando le informazioni provenienti dall’ambiente, informazioni che possono essere di tipo geometrico (come per esempio la forma di una superficie contornata da margini) o di tipo non-geometrico come per esempio punti di riferimento –landmark- o, in una stanza, il colore diverso di una parete. Nel nostro lavoro abbiamo indagato la capacità di riorientamento di bambini a partire dai 6 anni. Il compito consisteva nel trovare, dopo essere stati disorientati, un oggetto che i bambini avevano visto nascondere in prossimità di un angolo di una stanza rettangolare (in prossimità di ogni angolo era presente una struttura che fingeva da nascondiglio) nella quale una parete aveva un colore diverso dalle altre. Abbiamo cercato di capire come venissero utilizzate le informazioni geometriche e non-geometriche quando queste venivano messe in conflitto tra loro (affine transformation). Per fare ciò, il colore diverso della parete veniva cambiato (passando dal lato lungo a quello corto o viceversa) tra la fase di addestramento, nella quale il soggetto vedeva dove veniva nascosto l’oggetto da cercare, e la fase di ricerca, nella quale l’oggetto doveva essere ritrovato. La nostra ricerca si è articolata in più fasi. In un primo momento abbiamo pensato di riprodurre gli esperimenti presenti in letteratura e indicativi di un utilizzo più consistente delle informazioni geometriche negli ambienti piccoli rispetto a quelli grandi. A differenza da quanto riportato in letteratura non abbiamo trovato differenze tra la stanza grande e quella piccola: in entrambe i bambini prediligono le informazioni geometriche. Successivamente abbiamo impegnato i bambini nel medesimo compito ma in stanze con caratteristiche diverse. Abbiamo utilizzato stanze nelle quali il nascondiglio aveva dimensioni dimezzate rispetto alle stanze precedenti, oppure non era presente, e stanze nelle quali abbiamo diminuito il rapporto tra le lunghezze dei lati lungo e corto (stanze che abbiamo chiamato “quasi-quadrate”). Tra le diverse tipologie di stanza è stata calcolata un’analisi della varianza che ha messo in luce che la forma (e non la dimensione) della stanza e la presenza o assenza dei nascondigli sono le due variabili che condizionano maggiormente le scelte dei soggetti. In particolare, i bambini prediligono le informazioni geometriche quando non sono presenti i nascondigli e quando le stanze sono “quasi-quadrate”. Dai nostri dati emerge che i bambini sono in grado di utilizzare tutte le informazioni a disposizione. Il prediligere un tipo piuttosto che l’altro dipende dalle caratteristiche dell’ambiente e probabilmente dalla stima di quanto una determinata informazione è affidabile per recuperare l’orientamento. La teoria della combinazione adattativa è quella che sembra spiegare meglio i risultati che abbiamo trovato.
XXV - Ciclo
1972
SERINO, SILVIA. "SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6214.
Texto completoThe question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of information
SERINO, SILVIA. "SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6214.
Texto completoThe question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of information
AIELLO, MARILENA. "Sull’origine dei disturbi del sistema numerico approssimativo nei cerebrolesi destri". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917619.
Texto completoSBRAVATTI, VALERIO. "La cognizione dello spazio sonoro filmico: un approccio neurofilmologico". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1072713.
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