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Bedini, Maria Angela y Fabio Bronzini. "L'abbraccio città-campagna". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 112 (abril de 2015): 60–76. http://dx.doi.org/10.3280/asur2015-112004.

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Chelotti, Marcella. "L'élite municipale della Apulia tra città e campagna". Cahiers du Centre Gustave Glotz 7, n.º 1 (1996): 283–90. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.1996.1413.

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Barker, Graeme y Tom Rasmussen. "The Archaeology of an Etruscan Polis: A Preliminary Report on the Tuscania Project (1986 and 1987 Seasons)". Papers of the British School at Rome 56 (noviembre de 1988): 25–42. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009557.

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ARCHEOLOGIA DI UNA POLIS ETRUSCA: RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO TUSCANIA (STAGIONI 1986 E 1987)La comunicazione riguarda i risultati preliminari delle prime due stagioni di intensa ricognizione di superficie nella campagna circostante la città di Tuscania. Questo progetto della British School at Rome in collaborazione con l'università di Manchester, è diacronico in quanto si raccolgono reperti di superficie di tutti i periodi principali dalla preistoria al medioevo, ma con particolare interesse per il periodo etrusco, e si cerca di documentare tramite la sola ricognizione di superficie, la gerarchia di insediamento di un tipico centro etrusco di media grandezza. Nella prima fase di questo progetto sono stati percorsi transetti immediatamente a nord, sud, ovest ed est della città. Risultati preliminari sono pubblicati alle figure 2–5: queste carte sono solo provvisorie—non includono i dati “off site”, e le suddivisioni cronologiche derivano esclusivamente dall'analisi della ceramica fine; il futuro studio della ceramica grezza e delle tegole apporterà certamente qualche correzione a tale cronologia. Ciò nonostante due degli elementi interessanti già emersi sono l'improvvisa proliferazione di insediamenti avvenuta nel periodo etrusco, e l'esistenza di un “territorio agricolo” che si estendeva per un raggio di 4 o 5 km attorno alia città, mentre in epoca romana ville e fattorie erano distribuite più o meno regolarmente in tutta la campagna.
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Zoni, Federico. "Le dimore medievali dell’emilia occidentale". Rodis. Journal of Medieval and Post-Medieval Archaeology, n.º 3 (11 de marzo de 2021): 28. http://dx.doi.org/10.33115/a/26046679/3_6.

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Le abitazioni sono uno dei migliori indicatori materiali per indagare il contesto economico, sociale e politico del paesaggio medievale. L’obiettivo di questo contributo è quello di proporre una lettura del rapporto tra città e campagna nei secoli bassomedievali proprio a partire da questo tipo di indicatore materiale. Guardando ai modelli architettonici, alle tipologie costruttive e ai materiali impiegati è possibile riconoscere il lavoro di maestranze più o meno specializzate. Analizzando inoltre la distribuzione di manufatti riconducibili ai medesimi modelli architettonici tra paesaggio urbano e rurale è possibile capire come sia cambiata la centralità dei centri urbani tra pieno e bassomedievo. In particolare sembra emergere, in sintonia con molti altri aspetti della cultura materiale, un ruolo predominante della città come produttore ed esportare di modelli nuovi nel territorio a partire dall’età comunale, ovvero nel momento in cui le città iniziarono a definire politicamente e militarmente i propri distretti territoriali di riferimento.
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De Lucia, Vezio. "I nuovi rapporti città campagna e la tutela del territorio agricolo". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 2 (junio de 2013): 47–53. http://dx.doi.org/10.3280/aim2012-002007.

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Carrosio, Giovanni. "Conservazione o transizione? Le reti di teleriscaldamento tra città e campagna". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 126 (diciembre de 2019): 32–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2019-126003.

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Ferrara, Mario. "Campagne napoletane. Archeologie degli ordinamenti scomparsi". CRIOS, n.º 19 (mayo de 2021): 72–83. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019007.

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Lo scopo di questa ‘campagna fotografica' è di leggere nel periurbano napoletano un ordine scomparso, attraverso la messa in forma di ricorrenze, analogie, allineamenti e altre tracce. Un lavoro da archeologo, che pone il fotografo in una posizione critica, che richiede un'attenta comprensione dei luoghi, mediante una loro lettura sistema¬tica, seriale. Una comprensione che potrà avvenire solo mettendo in atto quell'ope¬razione di immersione totale dell'autore nel paesaggio, richiamando quel concetto di criss-crossed landscape del filosofo Wittgenstein: conoscere un territorio vuol dire attraversarlo in lungo ed in largo, osservandolo da vari punti di vista. Di fondo, la con¬vinzione che la serialità della fotografia, come composizione armonica di un ordine invisibile, possa rivelare e mettere in mostra le potenzialità latenti dei luoghi. Nel caso del periurbano, spazio contradditorio e complesso, questa operazione consente di dare valore alla continua transizione città-campagna che in esso avviene, e alla sua latente possibilità di diventare spazio relazionale tra società e ambiente.
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Clerici, Maria Antonietta y Maria Luisa Faravelli. "Verso una nuova alleanza città/campagna: riflessioni sul parco agricolo sud Milano". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 106 (abril de 2013): 18–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2013-106003.

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Ferorelli, Rossella. "Blurring rural. Il cluster commerciale Casamassima: confine ibrido tra città e campagna". TERRITORIO, n.º 68 (febrero de 2014): 82–87. http://dx.doi.org/10.3280/tr2014-068015.

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Bartoletti, Roberta. "Mappare la campagna in città: immagini tra New York city e l'Italia". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 44 (mayo de 2013): 49–76. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-044004.

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Balestrieri, Mara y Tanja Congiu. "Il processo di diffusione urbana nel contesto sassarese. I conflitti tra città e campagna". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 108 (mayo de 2014): 85–111. http://dx.doi.org/10.3280/asur2013-108005.

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Magni, Carlo. "Vettori di contaminazione e integrazione fra città e campagna: le aree metropolitane di area vasta". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 102 (enero de 2015): 129–44. http://dx.doi.org/10.3280/qua2014-102010.

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Amorelli, G., E. Righi y C. Santini. "Il Parco Campagna Dedicato Alla Resistenza della Città di Modena: Un Parco per la Memoria Storica". Giornale botanico italiano 130, n.º 1 (enero de 1996): 291. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439547.

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Nardi, Sara. "Da Centumcellae a Leopoli. Città e campagna nell'entroterra di Civitavecchia dal II al IX secolo d. C." Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 105, n.º 2 (1993): 481–533. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1993.3315.

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Silvestri, Alessandro. "Pagari certa quantitati secundu la taxa". Studia Historica. Historia Medieval 40, n.º 2 (21 de diciembre de 2022): 83–116. http://dx.doi.org/10.14201/shhme202240283116.

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Nel corso della lunga campagna militare che Alfonso il Magnanimo condusse per la conquista di Napoli e del Mezzogiorno (1421-23 e 1435-42), la Sicilia svolse un ruolo fondamentale per il finanziamento della guerra, soprattutto grazie alle risorse provenienti dal regio demanio, ovvero quelle frutto delle imposte indirette e del commercio granario. Per vie delle crescenti e urgenti esigenze economiche della Corona, nell’ultima fase del conflitto Alfonso il Magnanimo ricorse in maniera più intensa alla tassazione diretta, promovendo nel contempo diverse altre strategie fiscali alternative. Tale processo, come si discute in questo articolo, emerse con particolare forza nel 1441-42, quando il sovrano elaborò un inedito programma fiscale per fare fronte al pagamento della condotta di Niccolò Piccinino e di diverse lettere di cambio. Da una parte, si richiese alle città demaniali e baronali dell’isola il pagamento di una esosa composizione per i loro supposti crimini di usura, estendendo poi tale richiesta economica a tutti i sudditi del regno nella forma di una subventio generalis; dall’altra parte, si provvide all’imposizione di un prestito forzoso ad alcuni membri delle élite politiche, urbane e religiose dell’isola.
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Lenart, Mirosław. "Contrasto tra città e campagna nella Polonia rinascimentale sullo sfondo delle aspirazioni culturali degli ex‑studenti e dei viaggiatori polacchi a Padova". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia Historicolitteraria 20 (20 de diciembre de 2020): 43–58. http://dx.doi.org/10.24917/20811853.20.3.

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Głębokie rozumienie istoty opozycji pomiędzy światem kultury, reprezentowanym przez miasto, oraz natury, związanej z życiem na wsi, uchwycone zostało na fresku Tycjana z 1511 roku, przedstawiającym cud Świętego Antoniego, a rozgrywającym się na styku tych dwóch przestrzeni. Tak wyrafinowane postrzeganie tego kontrastu, charakterystyczne dla renesansu włoskiego, nie miało swojego odzwierciedlenia w Polsce, gdzie miasta oraz związane z nimi funkcjonowanie kultury dworskiej nie miały równie bogatej reprezentacji. Masowy kontakt studentów polskich, przybywających w okresie renesansu zwłaszcza do Padwy, z kulturą willi weneckich miał jednak ogromny wpływ zwłaszcza na ideowe próby odzwierciedlenia humanistycznych modeli obecnych w literaturze, sztuce oraz stylu życia, rozwijających się na terenie Italii. Artykuł przedstawia liczne przykłady takich inspiracji oraz wskazuje na ich wyjątkowość polegającą na dostosowaniu włoskich wzorców do realiów odmiennego świata wyobraźni i wrażliwości.
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Nigro, Lorenzo, Federico Cappella, Alfredo Coppa, Francesco Genchi, Moez Achour y Mounir Fantar. "CARTAGINE: LA CITTÀ E LE NECROPOLI RAPPORTO PRELIMINARE SULLA PRIMA CAMPAGNA DI SCAVI (2021) DELL’INSTITUT NATIONAL DU PATRIMOINE E DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA «LA SAPIENZA»". Vicino Oriente 25 (2021): 1–28. http://dx.doi.org/10.53131/vo2724-587x2021_1.

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Sordyl, Krzysztof. "Powstanie i rozwój Kościoła nowacjańskiego". Vox Patrum 55 (15 de julio de 2010): 553–67. http://dx.doi.org/10.31743/vp.4356.

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Nel periodo iniziale dello sviluppo dello scisma romano di Novaziano niente lasciava prevedere che potesse minacciare l’intera Chiesa. In quel periodo Novaziano aveva mandato in Africa, Alessandria e Antiochia i suoi emissari. Grazie alla loro attività la comunità dei novaziani cresceva in potenza, e sviluppando in modo progressivo la propria dottrina è diventato un rivale significativo della Chiesa cattolica. La Chiesa di Novaziano si è diffusa in Gallia, nei terreni dell’Italia settentrionale (Milano), a Roma, in Africa, Egitto e Siria. In Oriente si è lottato a lungo contro le sue regole e abitudini. Anche nell’Asia minore i novaziani erano numerosi. Socrate fornisce molte informazioni su di loro. Racconta dettagliatamente la storia della comunità novaziana a Costantinopoli: descrive la disposizione delle loro chiese nella città e presenta la successione dei vescovi novaziani fino alla sua epoca. Eppure non vi è modo di stabilire, anche approssimativamente, il numero di singole comunità. L’ottavo canone del concilio di Nicea presumeva che in alcuni posti la chiesa di Novaziano avesse attratto la totalità della popolazione cristiana. Le informazioni sul presbitero romano e la sua chiesa non sono precise. I trattati, che si sono conservati, mostrano piuttosto la polemica teologica che la dimensione storica. La legge civile del 326 ha creato una situazione favorevole per gli appartenenti alla chiesa di Novaziano, riconoscendogli il diritto di possedere i luoghi di culto e i cimiteri. Le comunità novaziane in Oriente si sono trovate al centro della reazione antiniceana, le cui conseguenze avevano il carattere non solo teologico, ma anche esistenziale. Socrate riporta i momenti drammatici vissuti a Costantinopoli dai cattolici e dai novaziani che non volevano accettare il credo dei seguaci degli homoios. Nella prima metà del V secolo a Roma, il papa Innocente I, Bonifacio I e Celestino I chiudono le chiese dei novaziani. Cirillo invece combatteva i novaziani ad Alessandria. Socrate ricorda che a Costantinopoli, dove sicuramente era più difficile scordarsi delle sofferenze comuni, la situazione della comunità novaziana è rimasta buona fino all’ascesa al trono di Nestorio (428). La collaborazione della Chiesa e dello stato porta gradualmente alla sparizione, prima nelle grandi città, a poi addirittura in campagna, delle comunità organizzate, e finalmente degli ultimi rappresentanti della setta. Probabilmente gli ultimi novaziani asiatici collaboravano con i pauliciani. In Oriente dalla metà dell’VIII secolo sparisce la questione dei novaziani come eretici viventi. Gli ultimi cenni risalgono ai tempi di Giovanni di Damasco e Eulogio di Alessandria. In Occidente erano spariti già da molto prima: non se ne trova quasi nessuna informazione già dalla metà del V secolo. Secondo alcuni ricercatori le idee propagate dalla chiesa di Novaziano hanno influito sui bogomilisti, e anche sui catari dell’Occidente.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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De Leo, Daniela, John Forester, Giuseppe Cinà y Domencio Patassini. ""Profili" e "storie di pratiche" di quattro assessori e docenti di urbanistica / Per una nuova alleanza città-campagna. considerazioni sulla recente attività del gruppo "sustainable food planning" dell'AESOP / Per la costruzione di una "cultura del suolo"". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 116 (marzo de 2016): 157–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2016-116008.

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Aloisio, Miriam. "Impegno Ecologico: Malerba e Calvino a confronto // Environmental Commitment: Malerba and Calvino // Empeño ecológico: Malerba y Calvino". Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 8, n.º 1 (27 de abril de 2017): 153–77. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2017.8.1.1003.

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Resumen
In questo saggio si svolgerà una comparazione dei tre brevi romanzi di Calvino La formica argentina (1952), La nuvola di smog (1958), La speculazione edilizia (1957), con le opere di Malerba in cui maggiormente emerge il suo impegno ecologico: Il serpente (1966), Salto mortale (1968) e Fantasmi romani (2006). Tra questi romanzi che trattano con nerbo la tematica etico-ambientale, esiste un dialogo molto forte a livello testuale e ideologico, certamente maturato dall’amicizia e dagli scambi tra i due autori. Malerba e Calvino, uomini di città cresciuti però in stretto rapporto con la campagna, si rivelano attenti osservatori dei mutamenti economici, antropologici e ambientali che l’Italia subiva nell’epoca del boom. Lontana da qualsiasi lirismo romantico e da sentimenti nostalgici per un mitico passato, la relazione tra letteratura e ambiente affiora nei testi come una forma di denuncia ecologica contro inquinamento, speculazione edilizia e sottomissione degli organismi non-umani. Sia Malerba sia Calvino si fanno portavoce della necessità di smascherare le ideologie dominanti e boicottare le logiche binarie come natura / cultura. Nella battaglia che inscenano tra umano e non-umano emerge la loro prospettiva “ecocentrica” che attribuisce un valore intrinseco ad ogni organismo vivente e al loro spazio naturale a prescindere dalla loro utilità e profitto per l’essere umano. Abstract This essay compares Italo Calvino’s short novels La Formica Argentina (1952), La Nuvola di Smog (1958), and La Speculazione Edilizia (1957), with Luigi Malerba’s works, in which his strong environmental consciousness most comes to light: Il Serpente (1966), Salto Mortale (1968) and Fantasmi Romani (2006). These works engage in a textual and ideological “ecocentric” dialogue about the environment and society, which was certainly the result of the close friendship and professional exchanges between the two authors. This project thus participates in ecocriticism through an investigation of the textual and ideological dialogue between these texts. Rather than merely romantic lyricism and feelings of nostalgia for the mythical past, the relationship between literature and the environment emerges in the texts as a form of ecological denunciation against pollution, building development, and the subjugation of non-human organisms. Malerba and Calvino, city men who spent their upbringing in close contact with nature, reveal themselves to be attentive observers of the economical, anthropological, and environmental changes that Italy underwent in the period known as the economic boom. Both Malerba and Calvino bring to the fore the urgency to unmask dominant ideologies and to boycott perceived binary oppositions of nature versus culture. Through these texts, they stage a battle between the human and non-human, bringing together their “ecocentric” perspective with their goal of bestowing an intrinsic value to every living organism and their natural space. Resumen Este ensayo compara tres novelas cortas de Italo Calvino La formica argentina (1952), La nuvola di smog (1958), La speculazione edilizia (1957), con las obras de Luigi Malerba, en las que más manifiesta su empeño ecológico: Il serpente (1966), Salto mortale (1968) e Fantasmi romani (2006). Entre estas novelas, que tratan con vigor la temática ético-medioambientalista, existe un diálogo muy fuerte a un nivel textual e ideológico, ciertamente madurado desde la amistad y los intercambios entre los dos autores. Malerba y Calvino, hombres de ciudad pero que crecieron en cercano contacto con la naturaleza, se revelan cuidadosos observadores de los mutaciones económicas, antropológicas y medioambientales que el Italia sufría en la época del boom de los años cincuenta y sesenta. Lejana de cualquier lirismo romántico y de sentimientos nostálgicos por un pasado mítico, la relación entre literatura y medio ambiente aparece en los textos como una forma de denuncia ecológica contra la contaminación, la especulación edil y la sumisión de los organismos no-humanos. Tanto Malerba como Calvino devienen portavoces de la necesitad de desenmascarar las ideologías dominantes y boicotear las lógicas binarias como naturaleza / cultura. En la lucha que escenifican entre el humano y no-humano emerge su perspectiva “ecocéntrica” que atribuye un valor intrínseco a cada organismo viviente y a su espacio natural sin importar los beneficios económicos.
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Small, Alastair M. "Apulia before and after the Roman conquest: recent evidence from Botromagno - Ruth D. Whitehouse, John B. Wilkins and Edward Herring, with contributions by L. Burn, S. Colledge and K. Dobney, BOTROMAGNO. EXCAVATION AND SURVEY AT GRAVINA IN PUGLIA, 1979-1985 (Accordia Specialist Studies on Italy no. 9, London 2000). Pp. x + 363, 170 figs. ISBN 1 873415 23 0. £45.60. - Angela Ciancio, with contributions by G. Andreassi, D. Bartolo, L. Casavola, S. Curzio and A. Di Zanni, SILBÍON: UNA CITTÀ TRA GRECI E INDIGENI. LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DAL TERRITORIO DI GRAVINA IN PUGLIA DALL'OTTAVO AL QUINTO SECOLO A.C. (Levante Editore, Bari 1997). Pp. 283, pl. 283, figs. 239, 4 folding pls. Euros 25.82 [obtainable from Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, Via Museo, Gravina in Puglia 70024 (Bari)]. - IL PARCO DELLA PIETRA E DELL'ACQUA. CAMPAGNA INTERNAZIONALE DI RICERCA, STUDIO E VALORIZZAZIONE DELL'AREA SIDIN, 1996/1998, GRAVINA IN PUGLIA, with contributions by 20 authors (Gravina in Puglia 2000). Pp. viii + 290 [obtainable by exchange from Consorzio Sidin, Palazzo Comunale, Gravina in Puglia 70024 (Bari)]." Journal of Roman Archaeology 15 (2002): 375–79. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400014082.

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