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CORSI, FABIO. "Ciechi per la matematica? Analisi delle difficoltà matematiche per la persona non vedente". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2008. http://hdl.handle.net/11562/337675.

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Resumen
La realtà delle persone prive della vista, e la didattica della matematica, rappresentano da sempre ambiti di estremo interesse teorico e pratico per la riflessione pedagogica. Comunemente considerabili come settori a sé stanti, lo stimolo ad una ricerca comune deriva da molteplici esigenze educative: da una parte, la constatazione che molti adolescenti ciechi sono costretti ad evitare curricula di studi che implichino elevate quantità di materie scientifiche, perché sprovvisti dei mezzi per affrontarle; dall’altra, il fervente dibattito scientifico attorno alla didattica della matematica nelle scuole di ogni ordine e grado, rispetto ad una materia considerata tradizionalmente più problematica delle altre. Il percorso di ricerca che qui si delinea intende andare alle origini di queste due realtà, distinte solo in apparenza, scoprendone in primo luogo i molti elementi comuni, al fine di chiedersi se esiste una logica condivisa che permetta di superarne le rispettive difficoltà. La conclusione che ne deriva, dopo qualche anno di ricerca, è di una sconcertante semplicità: tutte le problematiche derivanti dalla psicopatologia della matematica e dall’educazione del cieco provengono dal considerale realtà divise e indipendenti, in ultima analisi nel percepirle solo ad un livello sintomatico e superficiale. Gli approcci normalmente considerati tendono, tanto per la matematica quanto per l’educazione del cieco, a considerarne solo la sintomatologia delle situazioni contingenti, senza operare un’analisi delle cause profonde. L’articolarsi dell’argomentazione porta a scoprire che l’educazione dei deprivati sensoriali e la rappresentazione matematica del mondo sottintendono la medesima radice comune. Nel primo capitolo si è cercato di riscoprire il valore storico e antropologico della rappresentazione matematica, rivalutando lo stretto legame con il quotidiano che tale materia implica. Nel capitolo secondo sono, in modo complementare, presentate le diverse situazioni di mancata comprensione del linguaggio matematico, a partire da deficit organici fino alle carenze di tipo più squisitamente educativo. La descrizione dei diversi modelli diagnostici e riabilitativi è il primo importante passo per comprendere quale collocazione sia possibile dare al cieco nel suo complesso rapporto con la matematica. Il terzo capitolo è logicamente speculare al precedente: centrato sulle persone non vedenti, si utilizzano i modelli riabilitativi esplicitati in precedenza per comprendere diverse implicazioni psicologiche afferenti alla realtà della privazione visiva. Nel quarto capitolo si riportano i resoconti più significativi degli incontri e delle interviste fatte nel corso della ricerca, prediligendo quei contributi che maggiore spessore hanno potuto dare agli elementi teorici e didattici. Alla trattazione ordinaria, seguono due appendici: la prima, una trattazione esaustiva della percettologia aptica, elaborata e messa a pubblica disposizione sul web dalla dott.sa Elena Pasquinelli, al tempo dottoranda in psicologia presso l’Università di Pisa; la seconda, utilizzata e divulgata in diversi corsi di aggiornamento per insegnanti di scuola primaria, media inferiore e superiore, esplicita in modo semplice gli elementi concettuali di base della privazione visiva. Con grande sorpresa, soprattutto di chi scrive, la presente ricerca non porta alla strutturazione dell’ennesimo modello riabilitativo specifico, né verso la cecità, né verso la matematica: la scoperta di tali e tanti elementi comuni vuole però spingere la riflessione pedagogica verso una più approfondita analisi dell’educazione e della didattica, a possibile soluzione dei diversi stati di empasse cui sono condannati, in egual misura, studenti ciechi e normodotati nelle scuole italiane.
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Rapisarda, Gianluca. "L'educazione dei ciechi e le loro principali istituzioni in Italia e in Europa". Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1583.

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Resumen
L attuale ricerca storiografica risulta carente di lavori aventi per oggetto di indagine le scuole specializzate nella formazione dei soggetti non vedenti. Pertanto il mio progetto si è prefisso lo scopo di colmare, nei limiti del possibile, queste lacune, badando bene a non effettuare delle semplici ricostruzioni storiche di tipo cronachistico ed annalistico, bensì integrando le vicende delle scuole esaminate col contesto sociale e culturale del loro territorio, con i seguenti obiettivi: ° Censire i più importanti istituti scolastici per non vedenti fondati in Sicilia, in Italia e nelle capitali dell Europa dal passato ad oggi; ° Ricostruire le vicende storiche delle principali istituzioni scolastiche per ciechi esistenti in Sicilia, in Italia e nelle capitali delle nazioni europee più rilevanti; ° Risalire all interazione sviluppatasi nel tempo tra le suddette scuole europee per non vedenti e il contesto socio-culturale dei rispettivi Paesi; ° Ravvisare le fondamentali differenze esistenti tra le tecniche educative ed i percorsi professionali scelti nella loro storia dagli Istituti per persone prive della vista.
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Monti, Lorenzo. "GlovePi: un device wearable a supporto della comunicazione many-to-many tra utenti sordo-ciechi". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13206/.

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Resumen
Questa tesi presenta la progettazione e l'implementazione di un sistema assistivo low cost ed open-source sfruttando un device wearable per supportare la comunicazione sociale aptica tra persone affette da sordocecità, utilizzando una specifica codifica: l'alfabeto Malossi. Inoltre, dopo un'attenta analisi dello stato del'arte nella quale si è evinta una necessità ancora da esplorare, il progetto è stato espanso per favorire la comunicazione sociale aptica many-to-many in ambito distribuito. Appoggiandosi ad uno scenario di riferimento, ovvero la conferenza, è stata progettata un'architettura in tal senso facendo riferimento a TuCSoN, tecnologia già consolidata. Infine, sono stati effettuati test sulle performance e sull'usabilità del guanto.
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Cecchini, Chiara <1988&gt. "Cieli di Cordoba". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4719.

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Fratani, Dominique. "Le "Mambrien" du Cieco de Ferrare". Paris 10, 1996. http://www.theses.fr/1996PA100112.

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Resumen
Poete mineur des xveme-xvieme siecles italiens, entre boiardo et arioste, le cieco semble avoir travaille essentiellement pour une cour secondaire des gonzague et sans doute pour les este. La seule oeuvre qui nous soit parvenue de lui est le mambrien, roman chevaleresque probablement compose entre 1490 et 1502, qui a connu un fort succes commercial. En depit d'une apparente dichotomie entre premiere et deuxieme partie, l'oeuvre se presente de facon relativement structuree et son analyse met en evidence a la fois une grande dependance de la rhetorique canterina et une certaine imitation de boiardo. Le point fort du roman est constitue par l'insertion dans la trame guerriere de nouvelles clairement erotico-comiques qui contribuent a alleger la narration, par un effet calcule de variatio. En depit de l'insertion de metaphores grivoises et d'un processus de rabaissement des personnages parfois parodique, par rapport a la tradition, le roman se veut volontiers moralisateur; c'est meme la une de ses caracteristiques dominantes. Au demeurant, son succes au xvieme siecle est tel que, un peu plus tard, de grands poetes comme l'arioste et le tasse ne dedaignent pas de s'en inspirer. Pour toutes ces raisons, le cieco marque une veritable etape dans l'evolution du roman chevaleresque entre boiardo et l'arioste
Minor poet of the fifteenth-sixteenth century between boiardo and ariosto, the cieco seems to have worked principally for a gonzague's secondary court and may be for the este. His only one work which remains today is the mambriano, chivalric poem probably written between 1490 and 1502, which has had a great commercial success. In spite of an apparent difference between the first and the second part, the poem appears relatively structured, and its analysis shows both a great dependance from the rhetoric canterina and an imitation of boiardo. For a part the interest of this poem lies in the insertion in the warrior adventures of some short stories, clearly erotics and comicals, which contribute to lighten the narration with a calculated effect of variatio. In spite of the insertion of saucy metaphor and of a process of reduction for the characters in relation to the tradition, the poem is willingly moralizing; and it is one of its principals characteristics. For all that, its success during the sixteenth century is so important that, later, great poets like ariosto and tasso will draw one's inspiration from some episodes of the mambriano. For all these reasons, the cieco marks a real stage in the chivalric poem's evolution between boiardo and ariosto
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Gierczycki, Andrzej. "Powstawanie i rozpad agregatów ciała stałego zawieszonych w cieczy". Praca habilitacyjna, Wydawnictwo Politechniki Śląskiej, 2005. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=10166.

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Rożeń, Antoni. "Investigation of micromixing in viscous liquids". Praca doktorska, Warszawa : Politechnika Warszawska, 1995. https://bcpw.bg.pw.edu.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=1705.

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Wilkosz, Irena. "Równowagi w wieloskładnikowych układach atmosferycznych gaz-ciecz". Praca habilitacyjna, Wydawnictwo Politechniki Śląskiej, 2000. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=8321.

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Musiał, Małgorzata. "Właściwości akustyczne i termodynamiczne cieczy jonowych - wpływ budowy, temperatury i ciśnienia". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2019. http://hdl.handle.net/20.500.12128/8699.

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Resumen
The dissertation is devoted to the analysis of acoustic and thermodynamic properties of ionic liquids. The subject of the research are 30 aprotic ionic liquids differing in the structure of the cation and anion and the alkyl chain length in the cation, which is related to different acoustic and thermodynamic properties. The aim of the work is to find out the relationship between the structure of the ionic liquid, temperature, pressure, and the thermodynamic speed of sound; to determine the influence of the structure of ionic liquids, temperature and pressure on acoustic and thermodynamic properties; and the use of the acoustic method as a tool for searching new applications of ionic liquids. In the theoretical part, the properties and applications of ionic liquids, the acoustic properties of the liquid phase (speed of sound, ultrasonic absorption and ultrasonic velocity dispersion) as well as the state of knowledge of acoustic properties and the high-pressure physicochemical properties of ionic liquids were presented. In the experimental part, the samples and measurement methods (speed of sound, density, isobaric heat capacity, viscosity, surface tension, contact angles, cytotoxicity and electrical conductivity) were characterized as well as the obtained experimental results were presented. The temperature and pressure dependence of Gibbsian properties (density, isobaric heat capacity, isothermal compressibility, isobaric thermal expansion) as well as non- Gibbsian properties (isentropic compressibility, isochoric heat capacity, internal pressure) were determined using the high-pressure speed of sound together with density and molar isobaric heat capacity at atmospheric pressure by the acoustic method. Based on the experimental high-pressure electrical conductivity, the high-pressure viscosity was determined, which allowed to determine the classical absorption under high-pressures. Based on the result obtained in this work, it was shown that the transition between globular microphases and sponge-like morphologies is reflected in the dependence of speed of sound and surface enthalpy on the length of the carbon chain in the cation. It was proved that the minimum of the speed of sound dependence on the alkyl chain length in the cation u(n) is directly related to the large, weakly coordinating anion [NTf₂]⁻ by comparing the series of bis(trifluoromethylsulfonyl)imides with 1-alkyl-3-methylimidazolium cation ([CnC₁im][NTf₂]), 1-alkyl-1-methylpyrrolidinium cation ([CnC₁pyr][NTf₂]), N-alkylpyridinium cation ([Cnpy][NTf₂]), with the series of 1-alkyl-3-methylimidazolium trifluoromethylsulfonate ([CnC₁im][TFO]). It was shown that the minimum of the u(n) dependence was shifted to a lower alkyl chain in the cation with increasing pressure. This behavior may be related to the increasing cohesive energy with pressure. It was shown that pressure-temperature dependence of internal pressure is related to the structure of ionic liquids and the nature of intermolecular interactions, and the similarities between molecular liquids and ionic liquids have been found. Moreover, new applications of selected ionic liquids as potential heat transfer media and hydraulic fluids have been found.
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Porter-Utley, Kristen E. "Revision of Passiflora subgenus Decaloba supersection Cieca (Passifloraceae)". View online version of this work, 2003. http://etd.fcla.edu/UF/UFE0001860/porterutley%5Fk.pdf.

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Włodarczyk, Patryk. "Experimental and theoretical studies on mutarotation in supercooled liquid state". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2012. http://hdl.handle.net/20.500.12128/5307.

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Resumen
Carbohydrates are a vast group of biomolecules, which are crucial for biochemical, life processes. As their chemistry and physics have been subject of extensive research, understanding their molecular dynamics in supercooled and glassy region is far from perfect. In a liquid state, many carbohydrates undergo chemical reactions classified as tautomerizations, which are the source of their structural diversity. In the present dissertation mechanism of mutarotation in few monosaccharides, i.e. D-fructose, D-ribose and L-sorbose was investigated. In order to study the mechanism and pathways of mutarotation in supercooled liquid state, the results obtained from dielectric spectroscopy and results obtained from calculations (density functional theory) were compared. The dipole moment analysis performed for D-fructose and D-ribose was used to determine direction of transformations observed by means of dielectric spectroscopy. It was concluded that the last stage of consecutive reactions, i.e. formation of the most stable tautomer (pyranose) from the chain, after quenching of a melt, is monitored. For the D-fructose and D-ribose, the most stable is /^-pyranose form, while for L-sorbose the most stable is apyranose. The mechanism of mutarotation in supercooled liquid state was studied by comparing activation energies obtained from dielectric spectroscopy and calculations. The calculations were made for internal and external proton transfer scenarios in the L-sorbose and D-fructose. It was found, that experimentally determined activation energy is higher than that calculated for external proton transfer, but much lower than the energy calculated for internal proton transfer. The unimolecular internal proton transfer as well as bimolecular external proton transfer may occur simultaneously in a supercooled liquid sample. Moreover, analysis of structural relaxation times and rate of mutarotation in the D-fructose leads to the conclusion external proton transfer in the glassy state should be suppressed. In the present thesis experimental methods other than dielectric spectroscopy proved to be useful in the kinetics studies. The rate constants derived from refractive index measurements differ slightly from those obtained by means of dielectric measurements. An impact of mutarotation on the hydrogen bonds structure in monosaccharides has been demonstrated by monitoring changes in secondary mode dynamics in dielectric spectrum. The change of relaxation time or dielectric strength during mutarotation has been shown for all monosaccharides under investigation. It has been concluded that the change of dielectric strength and relaxation time of the secondary mode may vary depending on the type of saccharide.
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Dudziak, Bartłomiej. "Modelowanie i analiza wybranych procesów dyssypacyjnych w pracy tlumika z ciecza magnetoreologiczna". Thesis, Lille 1, 2009. http://www.theses.fr/2009LIL10122/document.

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Resumen
L’objectif du travail était l’analyse et la description mathématique de phénomènes de dissipation et d’absorption d’énergie produits dans les amortisseurs magnétorhéologiques dans les conditions de charges cycliques, la détermination de l’influence des paramètres de contrôle, de construction et d’exploitation et le développement des procédures permettant d’optimiser le fonctionnement du dispositif. Les essais expérimentaux réalisés ont permis d’étudier l’efficacité de l’amortisseur magnétorhéologique en fonction des paramètres fondamentaux tels que la taille de l’entrefer permettant le passage de fluide entre les chambres d’amortisseur, l’intensité du courant passant par le bobinage et la vitesse d’oscillation des sollicitations cinématiques appliquées. La simulation du fonctionnement de l’amortisseur a été réalisée à l’aide des modèles rhéologiques de Bouc-Wen et de Gamot-Filisko modifié et les résultats de deux approches ont été comparés quantitativement et qualificativement. Afin d’identifier les paramètres du modèle, la méthode d’optimisation du recuit simulé a été appliquée. La variation des paramètres identifiés du modèle rhéologique a été représentée graphiquement sous la forme des surfaces de changements. L’extrapolation des surfaces a permis d’étendre le domaine de recherche des solutions au delà de la plage des résultats disponibles expérimentalement. Les configurations caractéristiques des isolignes des paramètres ont été remarquées. Sur cette base une méthode d’analyse et de choix de paramètres du modèle a été formulée. La méthodologie proposée peut être utile à l’étape de conception, évaluation et optimisation des paramètres de fonctionnement des dispositifs à fluide magnétorhéologique
The purpose of this work was the analysis and the mathematical description of energy absorption and dissipation processes in magnetorheological shock absorbers submitted to cyclic loading. The influence of control, construction and exploitation parameters, and the development of procedures allowing the optimization of the device operation have been investigated. Conducted experiments allowed to determine the performance of a magnetorheological damper as a function of basic parameters such as the crevice size inside the damper’s piston head, the electric current intensity in the magnetic coil and the oscillation speed of forced kinematical input motion function. The computer simulation of the damper’s operation has been carried out with the use of two rheological models: of Bouc-Wen and a modified version of simplified Gamot-Filisko. Results of both approaches have been compared in terms of quantity and quality. In order to identify the parameters of the model, the simulated annealing optimization method has been applied. The changes of identified parameters of the rheological model have been presented graphically as surfaces of variation. The extrapolation of these surfaces allowed extending the domain of searched solutions beyond the available range of experimental results. Characteristic izolines’ configurations of model variables have been observed. Basing on this observation, a method of analysis and a way of parameters selection have been presented. The proposed methodology can be useful during design process, comparison and optimization of magnetorheological fluid device operation parameters
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Szklarz, Grzegorz. "Badanie dynamiki i kinetyki krystalizacji cieczy formujących stan szklisty w różnych warunkach termodynamicznych". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2018. http://hdl.handle.net/20.500.12128/7246.

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Resumen
Praca zawiera artykuły w języku angielskim.
This PhD thesis contains the results of systematic research, the main purpose of which was to better understand the influence of variable thermodynamic conditions on the dynamics of glass transition and the kinetics of crystallization of low-molecular substances forming the glassy state. By variable thermodynamic conditions were understood here a modification of the thermodynamic parameters of the system as a result of compression as well as the use of spatial limitations of the order of "nano". It is worth to noting that in both cases it should expect significant changes in density of molecular packing, as well as changes in the nature of molecular interactions, which can influence in a significant way (not necessarily the same) into dynamic properties of the tested materials near the transition glassy as well as their crystallization behavior. The effects associated with density fluctuations are next to temperature effects the key to understanding the glass transition and crystallization processes, because even the phase diagrams of substances are two-dimensional (T, ρ), not onedimensional. Thus, the application of such an approach to the performed research allowed to look at many issues related to the dynamics of glass transition and attempts to control/modify the tendency to crystallize/vitrify the tested materials in a completely new, more synthetically way. This work is experimental in nature and is based on the results of research obtained primarily using the dielectric spectroscopy. This method is an ideal tool for studying the molecular mobility of liquids and glasses in a wide range of relaxation times as well as monitoring the kinetics of crystallization or phase transition detection. However, in the context of the conducted research, its main advantage was the relative ease of adaptation to tests conducted in the conditions of elevated pressure reaching even 1.5 GPa (!), As well as geometry limited to the "nano" scale (liquid trapped in nanoporous matrices with a pore size a dozen or several dozens nanometers). The paper presents how the increased pressure affects the dynamics of the glass transition process and the crystallization process of two model, glass-forming substances (i) propylene carbonate and (ii) fenofibrate. The most important results that have been obtained include (i) showing, in analogy to temperature measurements carried out at atmospheric pressure, the important role of the compression/decompression rate on the tendency to form glassy state/crystallization in the isothermal conditions, and showing that (ii) through skillful controlling parameters such as temperature and pressure, or choosing the thermodynamic path is possible to directly affect on the crystallization process and the obtained products. This will be particularly important, especially in the context of fenofibrate belonging to the group of cholesterol lowering drugs, which shows a rich polymorphism, what which can have a significant impact on the therapeutic effect. In this case, favoring only one selected polymorphic form, or in general, controlling the crystallization behaviors of glassforming materials using compression techniques can have important application importance. Just an interesting experimental results were provided by research conducted in limited geometry. First of all, they confirmed the latest scientific reports suggesting that the dynamics associated with the glass transition in a nanoporous medium may be subject to the same principles as supercooled macroscopic liquids. This is especially about the idea of density scaling and isochronal superposition. Nevertheless, the results of the research that was obtained as part of this doctoral dissertation call into question grated in the literature conviction that meeting one of the above rules also means fulfilling the second rule. In turn, studies on crystallization kinetics conducted for liquids trapped in nanoporous matrices showed that with the reduction of the pore size, we observe many significant changes concerning the process of the crystallization process, e.g. changes the shape of the crystallization curve from sigmoidal to exponential, decreases the value of the crystallization rate constant and the Avrami parameter, and shifts towards lower temperatures/higher subquench the maximum of crystallization rate constant. Thus, "confined" effects can play also an important role as pressure effects when it comes to the possibility of better and more conscious controlling of the tendency to crystallize glass forming materials. The obtained results bring a very high cognitive value, especially due to the fact that in the literature there is a lack of such systematic research devoted to behavior of materials forming the glassy state in various thermodynamic conditions. This may be proved by the fact that some of them concerning the influence of spatial constraints on the course of the crystallization process were strongly emphasized in the recent review on the crystallization of amorphous materials by prof. Descamps fromFrance (Int. J. Pharm. 542 (2018) 186-195).The results collected during the preparation of the present PhD thesis allow to look at the glass transition and crystallization processes in context of changes not only in temperature/thermal energy, but also density of packing molecules (generated using two alternative strategies, twodimensional spatial limits of the "nano" and elevated pressure). It is worth noting that only through such a combination it is possible to obtain a coherent and complete description of both considered processes, as well as methods for controlling/modifying the crystallization behavior of materials depending on the application or future applications.
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VALENTE, Giancarlo. "Separazione cieca di sorgenti in ambienti reali: nuovi algoritmi, applicazioni e implementazioni". Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/916995.

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Canato, Martina Ludovica <1996&gt. "Il Mambriano di Francesco Cieco da Ferrara: edizione critica dei primi 26 canti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18923.

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La tesi consiste in un'edizione critica dei primi 26 canti del Mambriano, poema cavalleresco di Francesco Cieco da Ferrara. Il testo è corredato di introduzione, note e schede riassuntive della trama e dei personaggi coinvolti.
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Rożeń, Antoni. "Mikromieszanie płynów różniących się lepkością w układach z przepływem laminarnym". Praca habilitacyjna, Warszawa : Politechnika Warszawska, 2008. https://bcpw.bg.pw.edu.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=2586.

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Hensel-Bielówka, Stella. "Wpływ ciśnienia i temperatury na relaksację beta w szkłach organicznych". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2008. http://hdl.handle.net/20.500.12128/5087.

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W niniejszej pracy przedstawione zostały wyniki badan zachowania relaksacji drugorzędowych w warunkach wysokiego ciśnienia i niskich temperatur w cieczach małocząsteczkowych. W ramach prowadzonych pomiarów, obserwowano zachowanie ró żnych rodzajów relaksacji drugorzędowych, zarówno procesów wewnątrzcząsteczkowych, jak relaksacji typu Johariego-Goldsteina oraz skrzydła nadmiarowego. Jako materiał wybrano ciecze, w których występują róż ne rodzaje oddziaływań (oddziaływania typu van der Waalsa, wiązania wodorowe). Stwierdzono, ż e zarówno pochodzenie tego procesu jak i typ oddziaływań mają znaczny wpływ na dynamikę badanych procesów. Okazało się, że ciśnienie ma bardzo mały wpływ na procesy wewnątrzcząsteczkowe (objętości aktywacji ok. 1ml/mol) i dzięki temu mo żliwe jest bardzo dobre oddzielenie tego rodzaju procesów od relaksacji a poprzez zastosowanie techniki wysokociśnieniowej. Natomiast, procesy o pochodzeniu międzycząsteczkowym charakteryzują się większymi objętościami aktywacji (ok.10ml/mol). Stąd do tego typu procesów zaliczono równie skrzydło nadmiarowe, które okazało się wysokoczęstotliwościowym zboczem relaksacji b. Równie typ oddziaływań występujących pomiędzy cząsteczkami cieczy znacząco wpływa na sposób zachowania tej cieczy w stanie przechłodzonym w warunkach wysokiego ciśnienia. Ciecze posiadające wiązania wodorowe, przy stosowaniu wysokich ciśnień, a co za tym idzie wysokich temperatur w znaczny sposób zmieniały swoja strukture i w związku z tym sposób zachowania relaksacji b. Natomiast, w przypadku cieczy van der waalsowskich obni żanie temperatury i podwyż szanie ciśnienia w dokładnie ten sam sposób wpływało na parametry związane z relaksacją b takie jak: odległość pomiędzy a i b relaksacja i szerokość pików. W konsekwencji, w przypadku skrzydła nadmiarowego w cieczach takich jak KDE, PDE czy PC, nie mo żna było rozdzielić procesów a i b za pomocą zastosowania wysokiego ciśnienia. Jako dodatkowa metodę ułatwiającą identyfikacje procesu drugorzędowego jako relaksacji wewnątrz- lub międzycząsteczkowej stosowano model sprzęż eniowy (CM). Na ogół przewidywania na podstawie tych dwóch metod pokrywały się. Jednak zaobserwowano równie przypadki, w których zależ ność ciśnieniowa pozwalała zaliczyć badaną relaksację drugorzędową do jednego typu procesów, natomiast wspomniany model do drugiego. Mo że to być spowodowane tym, że badana relaksacja drugorzędowa moż e być spowodowana zmianą konformacyjną. Wówczas będzie ona dotyczyła nie małego fragmentu cząsteczki (podstawnik) lecz będzie to ruch duż ego fragmentu, a nawet w granicznym przypadku całej cząsteczki. Stad, mogą się pojawiać sprzeczne wnioski, co do pochodzenia relaksacji pochodzącej od takiego rodzaju ruchu. Problem ten wymaga dalszych badan w kolejnych związkach. A do czasu, kiedy nie znaleziona zostanie prawdziwa przyczyna rozbież ności, i w związku z tym ograniczenia obu metod, najbezpieczniej uż ywać kilku metod identyfikacji równolegle. Dodatkowo, w trakcie badań w m-fluoroanilinie zaobserwowano przejście do nowej fazy, która z jednej strony przypomina fazę krystaliczną, a z drugiej amorficzną. Poniewa ż jest to faza występująca w wysokim ciśnieniu i badania za pomocą innych metod są utrudnione, nie wiadomo na razie czy jest to faza tzw. „plastycznego kryształu” czy też „glacjalna” i poprawna identyfikacja tej fazy wymaga dalszych badań, przede wszystkim strukturalnych.
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Masiewicz, Elżbieta. "Modele entropowe w opisie dynamiki molekularnej cieczy poddanych zmianom temperatury i ciśnienia w pobliżu przejścia do fazy szklistej". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2015. http://hdl.handle.net/20.500.12128/5769.

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Podstawę niniejszej pracy doktorskiej stanowią artykuły naukowe A1-A3. Głównym celem przeprowadzonych badań było sformułowanie nowych równań stanowiących rozszerzenie temperaturowo-objętościowe wybranych modeli entropowych, opisujących dynamikę molekularną cieczy przechłodzonych w pobliżu przejścia szklistego oraz sprawdzenie możliwości skalowania termodynamicznego w tych modelach [A2,A3]. Dodatkowo, sformułowanie uniwersalnych reguł określających własności parametru kruchości w różnych warunkach termodynamicznych [A1], pozwoliło na weryfikację wyprowadzonych równań modeli AG(T,V) i MYEGA(T,V).
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Koperwas, Kajetan. "Dynamiczne i termodynamiczne aspekty przejścia szklistego". Doctoral thesis, Katowice : Uniwersytet Śląski, 2015. http://hdl.handle.net/20.500.12128/5770.

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Głównym celem przeprowadzonych badań, których wyniki przedstawione są w artykułach A1-A4, jest sformułowanie relacji opisującej współzależność pomiędzy wielkościami termodynamicznymi podczas przejścia szklistego. Motywacją dla podjętych starań jest brak eksperymentalnie potwierdzonej relacji pomiędzy wielkościami termodynamicznymi w przejściu szklistym. Pomimo, iż intensywne badania procesu transformacji cieczy przechłodzonej do stanu szklistego prowadzone są od lat pięćdziesiątych poprzedniego stulecia, sformułowanie kompletnej teorii opisującej mechanizm przejścia szklistego jest wciąż jednym z najbardziej wymagających zadań współczesnej fizyki materii skondensowanej. Rozwiązanie powyższego problemu utrudnia fakt, że temperatura przejścia szklistego nie zależy wyłącznie od stanu termodynamicznego w jakim znajduje się układ, ale również od tempa z jakim dany układ został do powyższego stanu doprowadzony (tzn. od szybkości izobarycznego schładzania lub izotermicznej kompresji). W ciągu ponad 60 lat intensywnych badań nad procesem transformacji z metastabilnego stanu cieczy przechłodzonej do szkła zaproponowane zostały różne idee jego rozwiązania.
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Pisana, Giuseppe. "Luigi G. Jacchia, un triestino a Bologna: dai cieli di Loiano all'epopea spaziale americana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17880/.

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In questa tesi di laurea si vuole parlare della vita di Luigi Giuseppe Jacchia (1910-1996), un astronomo italo-americano del secolo scorso che all'inizio dell’era spaziale ha fornito un fondamentale contributo allo studio dell’alta atmosfera terrestre. Si vuole pertanto dare rilevanza ad un personaggio poco conosciuto in Italia, il quale ha raggiunto importanti traguardi a livello internazionale, divenendo anche Presidente della sezione atmosferica del COSPAR (il comitato internazionale per la ricerca spaziale) e della divisione atmosferica dell’Associazione Internazionale di Geomagnetismo e Aeronomia. Nato a Trieste, si trasferisce a Bologna per studiare all'università e trova lavoro all'Osservatorio Astronomico della città, dapprima come volontario e, dopo la laurea in Fisica, come assistente universitario. Si occupa principalmente di osservazioni meteorologiche e dello studio di stelle variabili. Costretto a lasciare l’Italia nel 1938 a causa delle leggi razziali (essendo ebreo), trova lavoro all'Università di Harvard, negli Stati Uniti, dove continua la sua attività con le stelle variabili. In seguito al lancio dello Sputnik I, riesce per primo a costruire un modello in grado di prevedere il moto orbitale dei satelliti artificiali. Ancora oggi i suoi modelli sono i più usati negli studi sull'alta atmosfera. Le informazioni iniziali sulla vita di Luigi, contenute soprattutto in necrologi e voci di generiche enciclopedie, erano alquanto limitate. Dopo numerose ricerche, specialmente su nuove fonti archivistiche e su fonti orali (preziosi colloqui con alcuni parenti) è stato possibile comporre un'immagine più completa della sua personalità, mettendo in evidenza il filo che lega i suoi primi studi a Bologna, la vicenda drammatica delle leggi razziali, la sua importante carriera di scienziato negli Stati Uniti, il paese al quale resterà legato fino alla scomparsa.
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Oliveira, Thiago de Paula. "Modelos mistos para a análise da tonalidade da cor da casca de mamão (Carica papaya L.) cv. \"Sunrise Solo\", avaliada ao longo do tempo por meio de um scanner e de um colorímetro". Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11134/tde-04042014-085453/.

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O mamão (Carica papaya L.) cv. \"Sunrise Solo\" é um fruto que apresenta mudança gradual e desuniforme da cor da casca, que vai de verde para amarela. Isso faz com que a metodologia instrumental para avaliação da cor, por meio de um colorímetro, seja subjetiva, devido ao número de pontos observados, bem como às localizações deles no fruto. Como alternativa, foi proposta a utilização de imagens digitalizadas de toda região da casca do fruto, obtidas por meio de um scanner de mesa. Para avaliar a precisão desses métodos, foi conduzido um experimento com 20 repetições. Cada repetição era constituída de um fruto de mamoeiro cv. \"Sunrise Solo\", mantido sob temperatura e umidade relativa controladas. A cor da casca dos frutos foi avaliada, diariamente, utilizando um colorímetro e um scanner. Com o scanner, foram digitalizadas as duas faces do fruto e, com o colorímetro, foram observados quatro pontos equidistantes, na região equatorial do mesmo. Como a avaliação para cada fruto foi feita ao longo do tempo, os dados são classificados como longitudinais. Assim, utilizaram-se modelos lineares de efeitos mistos para estudar o comportamento da tonalidade média, pois essa técnica permite o uso de diferentes estruturas de variâncias e covariâncias para as matrizes dos efeitos aleatórios e dos erros. O processo de seleção do modelo foi realizado por meio do teste da razão de verossimilhanças e dos critérios de informação AIC e BIC, resultando no mesmo preditor linear e matrizes de variâncias e covariâncias para ambas as metodologias de quantificação da cor. O modelo final apresentou um preditor linear quadrático com efeitos aleatórios para o intercepto e para os termos linear e quadrático com matriz de variâncias e covariâncias dos efeitos aleatórios não estruturada e componentes de variância com heterocedasticidade para os erros. A utilização do scanner revelou dois grupos de maturação fisiológica distintos, que podem estar relacionados ao ponto de colheita do fruto, fato que não ficou evidente ao utilizar um colorímetro. De forma geral, o uso de um scanner possibilitou obter uma avaliação precisa da maturação do fruto, além de ser mais consistentes e eficiente do que o uso de um colorímetro para estudar a tonalidade média da casca de frutos que apresentam coloração desuniforme.
Papayas (Carica papaya L.) of \"Sunrise solo\" variety are fruits that present gradual and uneven changes in the peel color, which goes from green to yellow. As a consequence, when using a colorimeter to quantify their color, the results are subjective because of the number of observed points, as well as because of their position on the fruit. A proposed alternative was to use scanned images of the whole fruit peel to quantify color. To assess the precision of these methods, an experiment with 20 replicates was carried out. Each replicate consisted of a papaya fruit, kept under controlled temperature and relative humidity. The fruits\' peel colors were assessed, daily, using a colorimeter and a scanner. With the scanner, both sides of the fruit were scanned and, with the colorimeter, four equidistant points at the equatorial region of the fruit were observed. As the assessment was made through time for a same fruit, the data are classified as longitudinal. Therefore, linear mixed effect models were used to study the behavior of the average fruit color tonality through time, as this technique allows usage of different random effects and error covariance structures. Model selection was made using likelihood-ratio tests and the Akaike and Bayesian information criteria, which resulted in the selection of the same linear predictor and covariance matrices for both color quantification methods. The final model presented a quadractic linear predictor with random effects for the intercept, linear and quadractic terms with an unstructured variance-covariance matrix for the random effects and a variance components with heterogeneity matrix for the residuals. The use of a scanner revealed two distinct phisiological maturation groups, which may be related to the harvesting time. This was not observed when using a colorimeter. In general, using a scanner made possible to obtain more consistent observations, which makes it a more efficient methodology to study the average fruit peel color tonality.
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Mena, Maino Constanza. "Ciec Centro integral de educación en ceguera Jan Van Dijk". Tesis, Universidad de Chile, 2009. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/115796.

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Rapisarda, Emanuele. "Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858). Un cieco nella Sicilia della prima metà del XIX secolo". Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1617.

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Con il presente lavoro abbiamo cercato di ricostruire e contestualizzare, attraverso anche il reperimento di materiale archivistico e bibliografico inedito, la figura dell intellettuale siciliano non vedente Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858). La tesi è articolata in tre capitoli. Il primo è dedicato a una presentazione generale della vita e delle opere di Vincenzo Tedeschi Paternò Castello, come pure del contesto storico italiano ed europeo nel quale il nostro visse ed operò. Il secondo capitolo ripercorre le tappe della travagliata carriera universitaria e il percorso scientifico di uno studioso aperto a quasi tutte le branche del sapere (dal diritto naturale alla filosofia, dall anatomia alla fisica e alla matematica). Nel terzo capitolo, infine, si ricostruisce il coinvolgimento di Tedeschi nell attività politica e amministrativa catanese. Conclude il lavoro una Bibliografia ragionata nella quale sono riportate le fonti a stampa e i manoscritti (per lo più inediti, reperiti soprattutto presso l Archivio di Stato di Catania e l Archivio Storico dell Università di Catania); gli scritti di Vincenzo Tedeschi Paternò Castello e, infine, l elenco dei testi di carattere generale e metodologico.
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Antonello, Annarosa <1967&gt. "Nei cieli di Icaro l'opera va al nero: immaginazione e sentimento per una società post-tecnologica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8409.

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Problema tematico: la società tecnologica ha offuscato, dimenticandole, le figure fonti d’ispirazione e potenza creativa: l’arte in particolare si è separata dalla sua funzione sociale specializzandosi in design e marketing, futili strumenti al servizio del consumismo. Soluzione proposta: L’arte deve tornare a farsi voce critica del presente e simbolo di futuro; forgiarsi una nuova identità autentica attraverso una metamorfosi che rievochi, recuperandolo, il legame con le origini; farsi promotrice di nuovi linguaggi nella direzione di intercettare le evoluzioni antropologiche e comportamentali prodotte dalla deriva tecnocratica in particolar modo del prodotto-uomo digital-virtuale. L’uomo dell’età tecnologica vive due livelli di realtà spesso inconciliabili: nessuno di questi due mondi ha conservato o previsto un pezzetto di cielo per poter ancora volare.
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Pagan, Dino <1987&gt. "La Guerra di Pisa (1494-1509) Una guerra locale tra cieco municipalismo che coinvolse l’Europa del primo Rinascimento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6393.

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La questione pisana sarebbe diventata per un quindicennio la pietra d’inciampo nei rapporti tra gli stati italiani e le potenze oltremontane, dal momento che gli abitanti della città tirrenica, nella disperata ricerca di un sostegno esterno, non esitarono ad allacciare volta a volta contatti con tutti gli avversari di Firenze, ai quali giunsero persino a offrire la città in dedizione”
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Ivancic, Barbara <1973&gt. "Tradurre dialogando con l'autore: l'esempio di Claudio Magris. Analisi delle traduzioni di "Un altro mare", "Microcosmi" e "Alla Cieca"". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2582/1/tesi_dott._B._Ivancic.pdf.

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Ivancic, Barbara <1973&gt. "Tradurre dialogando con l'autore: l'esempio di Claudio Magris. Analisi delle traduzioni di "Un altro mare", "Microcosmi" e "Alla Cieca"". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2582/.

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RÓZSA, RÉKA. "La commedia di origine classica dopo il Concilio di Trento. Il caso delle commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/239.

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Il presente studio ha posto come obiettivo di delineare gli sviluppi della commedia plautino-terenziana nel periodo post-tridentino esaminando le commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria (1541-1585). Il periodo di primo Cinquecento vide il «recupero» e la «reinvenzione» della commedia che partì dal modello plautino, adattando ai bisogni del tempo e del pubblico del Rinascimento. All'inizio del Cinquecento prevalse la commedia «motoria» di Plauto basata sull'intreccio, sulle beffe e sull'azione. quando la struttura della commedia iniziò a irrigidirsi, il modello pralutino venne approfondito usando elementi della «stataria», di modello terenziano, basata sullo studio dei caratteri. Tale cambiamento avvenne anche all'interno di alcuni letterati del secolo, Angelo Beolco e Pietro Aretino, entrambi fondamentali per la presente analisi. Le tre commedie in questione, composte da Luigi Groto sono molto diverse tra di loro. Ogni capitolo del presente studio analizzerà una sola commedia e ciascuna da un solo punto di vista. Il primo capitolo avrà come oggetto la proposta linguistica del Groto presentata nella sua prima commedia, intitolata La Emilia, opera di stampo chiaramente ariostesco. Nel secondo capitolo potremo conoscere il quadro offerto dal confronto di diverse concezioni della donna. Nella seconda commedia del Groto, intitolata Il Thesoro, infatti, saranno confrontate una vasta gamma di personaggi femminili, tra cui la più trasgressiva, Licinia, la giovane malmaritata. Questa commedia, chiaramente, è di stampo aretinesco. Il terzo capitolo esaminerà la struttura «hedonistica» de La Alteria, una metacommedia per eccellenza di stampo formalmente terenziano, ma con influssi dei tre maestri: Ariosto, Beolco e Aretino.
The aim of the present study is to define the development of the comedy of Plauto-Terencian origin after the Council of Trent. It will examine the comedies of Luigi Groto, comparing them with other comedies of the Sixteenth Century. There was a reinvention of the comedy based on the Plautian model in the first half of the Cinquecento. The model (called motoria), which was full of effects and lively with action, was adapted to the needs of the era and the public taste. Subsequently this model was enriched by patterns of the Terencian comedy called stataria. The stataria, differently from the motoria, gave more room to characters and to reflections of the comedy itself. Some playwrights, i.e. Angelo Beolco and Pietro Aretino, both fundamental for the study, followed this development in their plays. The three comedies that we are going to analyse, differ from each other. Every chapter is going to examine only one comedy and only from one point of view. In the first chapter, we are going to analyse the language of comedy that Groto proposed in the La Emilia (1579). This play is based on Ludovico Aroisto's elaboration of Plautus. In the second chapter, we are going to look at different perceptions of female characters in the Il Thesoro (1583), Groto's second comedy. We will see how the change in the importance of women on stage modified the other characters. In the last chapter we are going to interpret how the La Alteria (1587), based on Terence and Aretino, became a pure metacomedy, and how its hedonistic structure was influenced by Ariosto, Aretino and Beolco.
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RÓZSA, RÉKA. "La commedia di origine classica dopo il Concilio di Trento. Il caso delle commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/239.

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Il presente studio ha posto come obiettivo di delineare gli sviluppi della commedia plautino-terenziana nel periodo post-tridentino esaminando le commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria (1541-1585). Il periodo di primo Cinquecento vide il «recupero» e la «reinvenzione» della commedia che partì dal modello plautino, adattando ai bisogni del tempo e del pubblico del Rinascimento. All'inizio del Cinquecento prevalse la commedia «motoria» di Plauto basata sull'intreccio, sulle beffe e sull'azione. quando la struttura della commedia iniziò a irrigidirsi, il modello pralutino venne approfondito usando elementi della «stataria», di modello terenziano, basata sullo studio dei caratteri. Tale cambiamento avvenne anche all'interno di alcuni letterati del secolo, Angelo Beolco e Pietro Aretino, entrambi fondamentali per la presente analisi. Le tre commedie in questione, composte da Luigi Groto sono molto diverse tra di loro. Ogni capitolo del presente studio analizzerà una sola commedia e ciascuna da un solo punto di vista. Il primo capitolo avrà come oggetto la proposta linguistica del Groto presentata nella sua prima commedia, intitolata La Emilia, opera di stampo chiaramente ariostesco. Nel secondo capitolo potremo conoscere il quadro offerto dal confronto di diverse concezioni della donna. Nella seconda commedia del Groto, intitolata Il Thesoro, infatti, saranno confrontate una vasta gamma di personaggi femminili, tra cui la più trasgressiva, Licinia, la giovane malmaritata. Questa commedia, chiaramente, è di stampo aretinesco. Il terzo capitolo esaminerà la struttura «hedonistica» de La Alteria, una metacommedia per eccellenza di stampo formalmente terenziano, ma con influssi dei tre maestri: Ariosto, Beolco e Aretino.
The aim of the present study is to define the development of the comedy of Plauto-Terencian origin after the Council of Trent. It will examine the comedies of Luigi Groto, comparing them with other comedies of the Sixteenth Century. There was a reinvention of the comedy based on the Plautian model in the first half of the Cinquecento. The model (called motoria), which was full of effects and lively with action, was adapted to the needs of the era and the public taste. Subsequently this model was enriched by patterns of the Terencian comedy called stataria. The stataria, differently from the motoria, gave more room to characters and to reflections of the comedy itself. Some playwrights, i.e. Angelo Beolco and Pietro Aretino, both fundamental for the study, followed this development in their plays. The three comedies that we are going to analyse, differ from each other. Every chapter is going to examine only one comedy and only from one point of view. In the first chapter, we are going to analyse the language of comedy that Groto proposed in the La Emilia (1579). This play is based on Ludovico Aroisto's elaboration of Plautus. In the second chapter, we are going to look at different perceptions of female characters in the Il Thesoro (1583), Groto's second comedy. We will see how the change in the importance of women on stage modified the other characters. In the last chapter we are going to interpret how the La Alteria (1587), based on Terence and Aretino, became a pure metacomedy, and how its hedonistic structure was influenced by Ariosto, Aretino and Beolco.
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RANAVOLO, RAFFAELE. "Effetti della stimolazione percutanea del nervo tibiale (PTNS) su pazienti affetti da urge incontinence: risultati di uno studio doppio cieco controllato con placebo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1323.

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OBIETTIVI DELLO STUDIO. Questo è uno studio prospettico, doppio cieco, controllato con placebo, basato su una tecnica placebo originale, con lo scopo di valutare l’efficacia della stimolazione percutanea del nervo tibiale (PTNS) in pazienti di sesso femminile con incontinenza da iperattività detrusoriale. PAZIENTI E METODI. 35 pazienti di sesso femminile, con incontinenza da iperattività detrusoriale , non rispondenti alla terapia con antimuscarinici, sono state assegnate a caso al gruppo PTNS o al gruppo controllo. Il gruppo PTNS (18 pazienti) è stato trattato con 12 sessioni di PTNS. Il gruppo controllo (17 pazienti) è stato sottoposto ad un trattamento placebo originale, utilizzando un ago 34 G posizionato nella parte mediale del muscolo gastrocnemio. Le sessioni sono durate 30 minuti e sono state eseguite tre volte a settimana così come per le sessioni PTNS. Tutte le pazienti sono state valutate con diario minzionale e questionario sulla qualità di vita (I-QoL) prima e dopo il trattamento. Le pazienti che hanno mostrato una riduzione >50% degli episodi di urge incontinence sono state considerate "responders." RISULTATI. 3 pazienti (1 nel gruppo PTNS e 2 nel gruppo placebo) non hanno completato lo studio per ragioni non riferite alla tecnica. 12/17 pazienti (71%) nel gruppo PTNS e 0/15 nel gruppo placebo (p <0.001) sono state considerate "responders" secondo la definizione prima riportata. Il miglioramento del numero degli episodi di incontinenza, del numero di minzioni, del volume vuotato e del punteggio I-QoL è stato statisticamente significativo nel gruppo PTNS ma non nel gruppo placebo. CONCLUSIONI. PTNS può essere considerato un trattamento efficace dell'incontinenza da iperattività detrusoriale, con il 71% delle pazienti considerate “responders”, mentre nessuno dei pazienti trattati con placebo è stato considerato "responder". La rilevanza di un effetto placebo sembra essere trascurabile in questo gruppo di pazienti.
PURPOSE. This is a prospective double blind, placebo controlled study, based on an original placebo technique, aimed to evaluate the efficacy of percutaneous tibial nerve stimulation (PTNS) in female patients with detrusor overactivity incontinence. PATIENTS AND METHODS. 35 female patients presenting with detrusor overactivity incontinence non responding to antimuscarinic therapy, were randomly assigned either to PTNS or to control group. PTNS group (18 patients) was treated with 12 PTNS sessions. Control group (17 patients) underwent an original placebo treatment, using a 34 G needle placed in the medial part of the gastrocnemius muscle. The sessions lasted for 30 minutes and were performed 3-times per week as PTNS sessions. All patients were evaluated with bladder diaries and quality of life scores (I-QoL) before and after treatment. Patients showing a reduction >50% of urge incontinence episodes were considered responders. RESULTS. 3 patients (1 in PTNS group and 2 in placebo group) did not complete the study for reasons not related to the technique. 12/17 patients (71%) in PTNS group and 0/15 in placebo group (p<0.001) were considered �responders� according to the previously reported definition. Improvement in number of incontinence episodes, number of voids, voided volume and I-QoL score were statistically significant in PTNS group but not in placebo group. CONCLUSIONS. PTNS can be considered an effective treatment of detrusor overactivity incontinence with 71% of patients considered responders, whilst none of the patients treated with placebo was considered responders. The relevance of a placebo effect seems to be negligible in this patient population.
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Boscolo, Annalisa. "Studio sperimentale di fase IV monocentrico randomizzato in doppio cieco di confronto tra ketamina e remifentanil per l'analgosedazione di pazienti ventilati invasivamente in terapia intensiva". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424340.

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Although in the literature there are many studies comparing the efficacy of different regimens of analgo-sedation in the Intensive Care Unit (ICU), more studies are needed to directly compare ketamine versus remifentanil in terms of its ability to effectively sedate and control pain in mechanically ventilated critically-ill patients. Remifentanil, which belongs to the opioid family of drugs, is routinely used in continuous infusion in the operating room (OR) and ICU. Ketamine, a NMDA-receptor antagonist, is used more often in the OR to provide pain relief while its use is not widespread in the ICU setting as remifentanil. Ketamine is mainly given as a bolus injection, while there are no data focusing on ketamine in continuous infusion/Targeted Controlled Infusion (TCI).It does not belong to the opioid family of drugs and thus does not act mainly on the mu-receptors, its action is free of many undesired effects that are typical of prolonged opioid administration, such as: cardiovascular depression, intestinal paralysis, nausea, pruritus, tolerance and withdrawal syndromes. Moreover ketamine may have a role in decreasing the incidence of delirium and depression after long periods of ICU stay. These are the reasons why we would like to investigate the effectiveness of ketamine in continuous infusion to provide at least the same quality level of analgosedation as another routinely used analgo-sedative drug -“ remifentanil - in mechanically ventilated critically ill patients. We expect ketamine not to be inferior to remifentanil in providing adequate sedation and analgesia. At the same time, we hope to show a decreased incidence of cardiovascular depression with a subsequent reduced need for use of cathecolamines, lower rates of intestinal paralysis, nausea, pruritus, tolerance, withdrawal syndromes, delirium and depression in patients treated with ketamine in comparison to patients treated with remifentanil. To avoid adverse emergence reactions such as psychomotor agitation and visual and tactile disturbances when ketamine or remifentanil are discontinued in our protocol we made sure that the administration of both drugs is simultaneous with that of propofol in continuous infusion at any time.
Sebbene in letteratura ci siano molti studi di confronto tra l'™efficacia di differenti regimi analgosedativi in ambito intensivistico e durante procedure chirurgiche in parte complesse, al momento non c'è alcun lavoro focalizzato sul paragone diretto tra ketamina e remifentanil, somministrate in infusione continua e in associazione a propofol, in termini di abilità  nel garantire un'™efficace sedazione e controllo del dolore in pazienti critici, ricoverati in TI e ventilati meccanicamente per più di 24h. Quando la ketamina viene utilizzata in ICU, la somministrazione è in genere a boli e nulli sono i lavori basati sul suo impiego a "˜lungo-termine"™ in associazione a propofol. Alcuni studi preliminari hanno dimostrato che la ketamina gioca anche un ruolo importante nella riduzione dell'™incidenza di delirio e depressione dopo lunghi periodi di ricovero in ambito ospedaliero, o se somministrata prima dell'™inizio di un intervento di chirurgia maggiore negli adulti, soprattutto di età > 65 anni, e durante chirurgia pediatrica. Abbiamo proposto quindi uno studio clinico sperimentale, monocentrico, randomizzato, basato sull'™arruolamento di pazienti ricoverati in ISTAR 1 e 2, due rianimazioni polivalenti (direttore: Prof. C. Ori) dell'Azienda Ospedaliera di Padova. L'™attività di ricerca si è basa su un confronto diretto tra due protocolli analgo-sedativi differenti (ketamina+propofol in infusione continua vs remifentanil+propofol) in pazienti critici ventilati meccanicamente per un periodo massimo di 7 giorni e minimo di 36 ore. Nello specifico gli obiettivi di studio sono stati di indagare ed approfondire: - l'™abilità del farmaco in infusione continua di raggiungere e mantenere un valore target di RASS tra -2 and 0 durante i primi 7 gg (valore atteso: stesso livello di efficacia di ketamina vs remifentanil o di non inferiorità); - l'™incidenza di delirio nei 7 gg e a lungo termine (valore atteso: superiorità di ketamina); - monitoraggio comfort o sofferenza del paziente durante ventilazione meccanica (tramite Critical Care Pain Observational Tool, CCPOT) - incidenza di delirium a breve termine (nei primi 3 gg dopo l'™estubazione) (ICU-Confusion Assessment Method, ICU-CAM) - incidenza di deficit cognitivo/delirium alla dimissione dalla TI (Mini Mental Status Exam-test, MMSE) - incidenza di tolleranza/iperalgesia durante i primi 7 gg o sindrome astinenziale - incidenza di depressione cardiovascolare durante i primi 7 gg - durata della ventilazione meccanica - durata della degenza in ICU e mortalità™ in ICU - tollerabilità della NE ed effetti avversi durante l'™analgosedazione - incidenza depressione a 3mesi (Hospital Anxiety Depression Scale,HADS). I pazienti arruolati in questi anni di dottorato, rappresentanti il campione preliminare di uno studio assai più complesso e con una numerosità campionaria presunta molto superiore, sono stati 50 (33M e 17F) così suddivisi: - 23 (46%) pazienti arruolati nel braccio ketamina+propofol - 27 (54%) nel braccio remifentanil+propofol. A sua volta ciascun paziente è stato poi distinto in MEDICO, CHIRURGICO, TRAUMA, USTIONATO. Dall'™analisi dei dati preliminari, è emerso che l'™infusione continua di ketamina rappresenta una valida alternativa ai più comuni protocolli analgosedativi utilizzati nelle rianimazioni di tutto il mondo. La ketamina sembra avere capacità di mantenere un RASS target tra 0 e -2 (nei pazienti critici) sovrapponibile a remifentanil, con probabilità di eventi avversi pressoché identiche (circa 13% in entrambi i gruppi). Idem per quanto riguarda i dati che riguardano il dolore e il comfort paziente-ventilazione (valutazione realizzata tramite CCPOT). Buoni risultati sono stati ottenuti dall'™uso dell'™antagonista-NMDA nei pazienti con iniziale sostegno inotropo. Minor utilizzo di catecolamine ed instabilità emodinamica nei pazienti chirurgici, traumatizzati ed ustionati se trattati con ketamina vs remifentanil. Dati ancora incompleti sulle eventuali differenze di canalizzazione o tollerabilità alla nutrizione enterale tra i due protocolli. Per quanto riguarda i risultati sull'™incidenza di delirium nei primi 3 giorni dopo l'™estubazione, trend a favore dei pazienti trattati con ketamina (34% vs 44%) ma necessario approfondimento delle eventuali correlazioni con storia clinica, gravità, età, deficit cognitivo alla dimissione (MMSE) ed incidenza di ansia/depressione a lungo termine (HADS). Nello specifico per quanto riguarda il riscontro di delirium a breve termine, cioè entro i primi 3 giorni dopo l'™estubazione, e alla dimissione dalla TI, ben 4 pazienti sono risultati positivi ad entrambi i test (2 per ketamina e 2 per remifentanil) ed avevano più di 65 anni. Per concludere tale risultato lascia presupporre una possibile correlazione tra insorgenza di delirium, età e declino cognitivo/funzionale nell'™adulto.
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Harrar, Margalith. "Rendu naturel des couleurs au travers de filtres colorés : application aux verres solaires". Paris, EHESS, 2007. http://www.theses.fr/2007EHES0010.

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L'objectif de cette thèse est de déterminer de nouveaux spectres de transmission de verres solaires restituant au mieux les couleurs naturelles. Nous explorons l'apparence de surfaces colorées vues au travers de filtres teintés, en caractérisant l'effet d'un filtre teinté par la déformation des couleurs qu'il induit. Les surfaces colorées sont des échantillons pigmentés manufacturés et des surfaces naturelles. Quatre procédés d'exploration de l'apparence sont mis en place et validés: en environnement réel (cabine à lumière), en environnement virtuel (simulateur), en environnement naturel et par une modélisation mathématique (modèle d'apparence colorée CIECAM02). Des méthodes psychophysiques de dénomination de couleurs à deux tonalités et de jugement d'apparence sur échelles sémantiques sont utilisées. Une méthode originale de débruitage des résultats par analyse de Fourier est mise en place. Les filtres teintés optimaux sont générés numériquement et certains sont fabriqués
The aim of this thesis is to determine how to create new transmission spectra of sunglasses that provide good rendering of natural colors. We investigate the appearance of color surfaces seen through color filters by characterizing the effect of the color filter through the color changes it induces. Color surfaces are manufactured coated samples and natural samples. Four procedures to investigate appearance are carried out and validated: in a real environment (light booth), a virtual environment (simulator), a natural environment and by mathematical modeling (color appearance model, CIECAM02). Psychophysical methods used are two-hue color naming and appearance judgment on semantic scales. An original method of denoising results by Fourier analysis is implemented. Optimum color filters are computed and a few are manufactured
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Rapisarda, Emanuele. "Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858) : un aveugle dans la Sicile de la première moitié du XIX siècle : n cieco nella Sicilia della prima metà del XIX secolo". Paris, EHESS, 2014. http://www.theses.fr/2014EHES0026.

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Resumen
La thèse essaye de reconstruire, aussi à travers du matériel archivistique et bibliographique inédite, la figure de l’intellectuel aveugle sicilien Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858), philosophe et professeur de l’Université de Catane. La structure de la thèse est divisé en trois chapitres. Le premier est dédié à une présentation générale de la vie et des oeuvres de Vincenzo Tedeschi Paternò Castello, et aussi du contexte historique où il vécut et opéra. Les tristes vicissitudes personnelles (de la maladie aux yeux jusqu’au massacre de sa famille dans le 1849), les « batailles » (des “peinés” concours universitaires jusqu’aux actions de défense du port de Catane), les études et les recherches d’un seul homme sont ainsi insérés dans un plus vaste cadre historique caractérisé par le difficile passage de l’Ancien Régime au monde contemporaine. Le deuxième chapitre déroule les étapes de la carrière universitaire commencée avec un concours universitaire tourmenté pour la chaire de Physique et finie avec la nomination comme professeur de Métaphysique (un événement où la cécité eut un rôle déterminant) et le parcours scientifique d’un érudit ouvert à presque toutes les branches de la connaissance. Dans le troisième chapitre, enfin, on revit l’implication de Tedeschi Paternò Castello dans l’activité politique et administrative de Catane. La thèse termine avec une Bibliographie raisonnée dans laquelle on a indiqué aussi les sources et les manuscrits (surtout inédits, trouvés dans l’Archive d’Etat de Catane et l’Archive historique de l’Université de Catane ) et les écrits de Vincenzo Tedeschi Paternò Castello
The thesis tries to reconstruct, also through archival and bibliographical unpublished material, the figure of the blind sicilian intellectual Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858), philosopher and professor at the University of Catania. The structure of the thesis is divided into three chapters. The first is dedicated to an overview of the life and works of Vincenzo Tedeschi Paternò Castello Tedeschi, and also of the historical context in which he lived and worked. The second chapter analyzes the troubleds steps of his academic career, from the participation tu the Call for Chair of Physics, to the nomination as Professor of Metaphysics (an event in which blindness had an important role). In the third chapter, finally, we reconstruct the involvement of Tedeschi Paternò Castello in the political and administrative activity. The thesis ends with a reasoned Bibliography in which are also indicated sources and manuscripts (mostly unpublished, found in the State Archive of Catania and the Historical Archive of the University of Catania) and books and articles of Vincenzo Tedeschi Paternò Castello
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SABBATINELLI, JACOPO. "Impatto della supplementazione con Ubiquinolo sulla funzione endoteliale in soggetti a rischio di sviluppare patologie cardiovascolari: studio clinico spontaneo, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, a gruppi paralleli". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/252542.

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Resumen
La maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolari si traduce in un'aumentata produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS), che a loro volta causano disfunzione endoteliale riducendo la biodisponibilità del mediatore vasodilatante ossido nitrico (NO). È noto che la supplementazione con Coenzima Q10 (CoQ10) migliora la performance cardiaca nello scompenso congestizio e nella cardiopatia ischemica, ed inoltre diminuisce significativamente la pressione arteriosa. Un trial clinico in doppio-cieco, randomizzato, a gruppi paralleli, è stato condotto su 51 soggetti con rischio cardiovascolare moderato e disfunzione endoteliale per comprendere gli effetti della supplementazione con ubichinolo sulla funzione endoteliale, misurata attraverso la determinazione ecografica non invasiva della flow-mediated dilation (FMD). I soggetti sono stati randomizzati in due gruppi di trattamento (ubichinolo, 100 mg o 200 mg/die) e un gruppo placebo. Durante ciascuna visita (T0, 4 e 8 settimane), sono stati misurati pressione arteriosa e FMD, parametri sieroematici (compreso il profilo lipidico), livelli plasmatici di CoQ10 ossidato/ridotto, NO e perossinitrito. La somministrazione di ubichinolo ha aumentato fortemente i livelli plasmatici di CoQ10 totale e ridotto. I soggetti assegnati ad entrambi i gruppi di trattamento hanno mostrato un incremento nella FMD, senza differenze significative tra i due dosaggi. Tuttavia, in seguito all'analisi di biodisponibilità plasmatica di CoQ10, è stata dimostrata una relazione positiva tra l'incremento di FMD e il miglioramento dello stato ossidativo del CoQ10. Nessuna variazione significativa del profilo lipidico è stata riscontrata nei soggetti trattati. Un aumento dose-dipendente dei livelli plasmatici di NO è stato osservato nei soggetti trattati dopo 8 settimane. Esiste una correlazione positiva tra FMD e livelli di NO e, dunque, tra questi ultimi e la funzione endoteliale. La FMD e lo stato ossidativo plasmatico migliorano significativamente dopo somministrazione di ubichinolo. La biodisponibilità dell'ubichinolo si correla positivamente ai miglioramenti della FMD. Inoltre, l'influenza positiva della supplementazione con CoQ10 è indipendente dal profilo lipidico plasmatico, suggerendo un possibile effetto diretto dell'ubichinolo sulle cellule endoteliali.
Most of the major cardiovascular risk factors are characterized by an increased production of reactive oxygen species (ROS), leading to endothelial dysfunction through breakdown of the vasodilating compound nitric oxide (NO). Supplementation with Coenzyme Q10 (CoQ10) positively affects heart performance in congestive heart failure and ischemic heart disease, along with a significant blood pressure lowering effect. To understand the effects of ubiquinol supplementation on endothelial function, measured through non-invasive ultrasonographic assessment of flow-mediated dilation (FMD), a double-blind, randomized, parallel-groups clinical trial was carried out on 51 subjects with moderate cardiovascular risk and endothelial dysfunction. Subjects were randomized to receive ubiquinol, 100 or 200 mg daily, or placebo. During each visit (T0, 4-weeks, 8-weeks) blood pressure, FMD, hematologic parameters (including lipid profile), reduced/oxidized CoQ10 levels, NO and peroxynitrite plasma levels were evaluated. Ubiquinol administration strongly improved total and reduced CoQ10 plasma levels. Subjects assigned to both treatment groups showed an increased FMD compared with subjects in placebo group, with no significant difference between the two dosages. However, after CoQ10 plasma bioavailability analysis, a positive relationship between FMD increases and CoQ10 oxidative status improvements was demonstrated. No significant change in lipid profile was observed in treated subjects. A significant dose-dependent increase in NO plasma levels was observed in treated subjects after T2. NO plasma levels are positively related to FMD and, thus, to endothelial function. FMD and plasma oxidative status are significantly improved following administration of ubiquinol. Bioavailability of ubiquinol is positively correlated with FMD improvements. Positive influence of CoQ10 supplementation is independent from plasma lipid profile, suggesting a direct effect of ubiquinol on endothelial cells.
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Smuga-Kogut, Małgorzata. "Method for the preparation of bioethanol from rye straw using ionic liquid : PhD thesis summary : [synopsis]". Rozprawa doktorska, [s.n.], 2014. http://dlibra.tu.koszalin.pl/Content/1319.

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Di, Donato Roberto <1984&gt. "5-metil-tetraidrofolato nel trattamento dell'ipertensione portale in pazienti con cirrosi e in profilassi farmacologica con beta-bloccanti per il rischio di sanguinamento da varici esofagee: trial randomizzato in doppio cieco controllato con placebo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8944/1/DiDonato_Roberto_Tesi.pdf.

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Resumen
Introduzione: La cirrosi viene frequentemente complicata dall’incremento della pressione portale e dal conseguente sviluppo di varici esofago-gastriche, ascite e sanguinamento da varici. L'azione dei β-bloccanti nel ridurre il valore dell’HVPG, dipende da un diminuito afflusso portale, secondario alla riduzione dell'indice e alla vasocostrizione splancnica Purtroppo, le resistenze vascolari intraepatiche sono scarsamente influenzate dall’azione dei beta-bloccanti. Il 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF) può migliorare la funzione vascolare attraverso la sua azione sulla eNOS e sullo stress ossidativo vascolare Attualmente non è noto se il 5-MTHF possa avere lo stesso effetto sulla microcircolazione epatica. Obiettivi: Valutare l’efficacia del trattamento per 3 mesi con 5-MTHF in associazione con propranololo rispetto a propranololo + placebo, in termini di riduzione dell’HVPG nei pazienti cirrotici con ipertensione portale (PI). Obiettivi secondari sono: a) Valutare la tollerabilità del 5-MTHF nei pazienti cirrotici con PI; b) Valutare se vi sia un miglioramento del tono vascolare intraepatico mediato dalla diminuzione dello stress ossidativo e dalla maggiore biodisponibilità di NO nei pazienti con cirrosi e PI. Risultati: In entrambi i gruppi si evidenzia una riduzione del valore dell’HVPG rispetto al valore basale, ma la modificazione risultava significativamente maggiore nel gruppo trattato con 5-MTHF rispetto al gruppo placebo (20.8%, SD 15.4 nel gruppo 5-MTHF vs 9.2%, SD 21.3 nel gruppo placebo; p=0.033). Analoga riduzione si evidenzia per il valore dell’elastometria misurata con FibroScan® (21.8%, SD 34.7 nel gruppo 5-MTHF vs 4.4%, SD 32.5 nel gruppo placebo, p=0.064). Discussione: l'analisi di confronto tra il gruppo di trattamento e il gruppo placebo mostra una differenza statisticamente significativa in termini di entità di riduzione del gradiente pressorio porto-epatico. Ulteriori studi multicentrici, su coorti più ampie sono auspicabili per validare l’utilizzo del 5-MTHF+placebo nel ridurre il valore di pressione portale misurato con HVPG
Introduction: Cirrhosis is frequently complicated by the increase of portal pressure and development of esophageal varices, ascites and upper gastrointestinal bleeding. The mechanism of action of β-blockers in reducing the value of HVPG depends on a decreased portal inflow, secondary to the reduction of the index and to splanchnic vasoconstriction. Unfortunately, intrahepatic vascular resistance is poorly influenced by the action of beta-blockers. 5-methyltetrahydrofolate (5-MTHF) can improve vascular function through its action on eNOS and vascular oxidative stress Currently it is not known whether 5-MTHF may have the same effect on liver microcirculation. Objectives: to evaluate the efficacy of 3 months treatment with 5-MTHF in combination with propranolol compared to propranolol + placebo in terms of reduction of HVPG in cirrhotic patients with portal hypertension (PI). Secondary objectives are: a) to evaluate the tolerability of 5-MTHF in cirrhotic patients with PI; b) to evaluate if there is an improvement in the intrahepatic vascular tone mediated by the decrease of oxidative stress because of greater bioavailability of NO in patients with cirrhosis and PI. Results: in both groups there was a reduction in the HVPG value compared to baseline, but the change was significantly higher in the 5-MTHF group compared to the placebo group (20.8%, SD 15.4 in the 5-MTHF vs 9.2%, SD 21.3 in the placebo group, p=0.033). A similar reduction was noted for the value of elastometry measured with FibroScan® (21.8%, SD 34.7 in the 5-MTHF group vs. 4.4%, SD 32.5 in the placebo group, p = 0.064). Discussion: the comparison analysis between the treatment group and the placebo group shows a statistically significant difference in terms of reduction of porto-systemic pressure gradient. Further multi-center studies on larger cohorts are desirable to validate the use of 5-MTHF + placebo in reducing the portal pressure value measured with HVPG
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Strozik, Grzegorz. "Wybrane zagadnienia transportu i zastosowania hydromieszanin drobnofrakcyjnych produktów spalania węgla kamiennego w górnictwie podziemnym". Praca habilitacyjna, Wydawnictwo Politechniki Śląskiej, 2018. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=73238.

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SACCA', VALENTINA. "Rappresentazioni semantiche nei ciechi congeniti. Uno studio sperimentale sulle stereotipie". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3103980.

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Resumen
Negli ultimi decenni gli studi sull’embodied cognition si sono rivelati di cruciale importanza nell’ambito delle scienze cognitive, rappresentando il modello di riferimento principale per spiegare la natura della cognizione umana. Particolare attenzione è stata posta sulle interazioni tra funzioni cognitive superiori e sistema senso-motorio, allo scopo di sottolineare il ruolo guida dei processi bottom-up e quindi privilegiare i sistemi percettivi e la dimensione corporea come iniziale campo di indagine. La teoria rappresentazionale classica, invece, si è schierata contro questa tesi per sostenere la totale indipendenza dalle modalità sensoriali e suffragare l’esistenza di rappresentazioni a-modali, di tipo astratto e simbolico, formate da costruzioni mentali non direttamente associate a percezioni sensoriali. In questa prospettiva, infatti, le rappresentazioni sarebbero costituite e memorizzate in regioni non strettamente percettive della corteccia cerebrale. Negli ultimi anni entrambe le teorie sono state ampiamente discusse ed ognuna di esse in base ai suoi punti di forza si è affermata con grande successo all’interno del panorama scientifico. Tuttavia, ancora c’è qualche dubbio nel sostenere in modo assoluto l’una o l’altra prospettiva teorica. Ci sono molti autori che sostengono una visione della cognizione a-modale ed escludono l’esperienza senso-motoria dal campo di indagine, altri autori, invece, sostengono che la cognizione sia esclusivamente vincolata all’esperienza senso-motoria. In questo contesto, l’orientamento verso la versione forte o verso la versione debole della teoria simulativa si basa su considerazioni di casi concreti, in grado di dimostrare se gli elementi effettivamente implicati sono le sole rappresentazioni senso-motorie, oppure se richiedono anche elementi astratti. I casi più illuminanti, a nostro avviso, sono quelli dei non vedenti, da cui emergono interessanti spunti di riflessione e soprattutto rilevanti osservazioni che mettono in luce l’esistenza di una versione più debole dell’embodied cognition. Allo stesso tempo, questi casi consentono di suffragare le ipotesi concernenti la sopra-modalità e quindi di confermare che il cervello è programmato a prescindere dagli input sensoriali che riceve, infatti anche in condizioni di cecità congenita è in grado di proiettare alla mente immagini visive del mondo sebbene queste ultime non si fondino realmente sulla modalità sensoriale visiva. Questo vorrebbe dire che, nonostante l’esperienza sensoriale costituisca la base per la formazione delle conoscenze, nel cervello, a qualche livello, la cognizione è a-modale, in qualche misura simbolica, e non semplicemente “incorporata” o “incarnata”. Il presente lavoro di ricerca parte dallo studio della dimensione corporea e mira a valutare il ruolo dell’esperienza visiva nella formazione delle rappresentazioni mentali, prendendo come punto di riferimento i soggetti non vedenti. L’obiettivo è quello di rispondere ai dubbi sulla natura della cognizione umana e, in parte, confutare l’idea che la cognizione sia strettamente ed esclusivamente ancorata all’esperienza sensoriale (specialmente a quella visiva). I casi in esame, infatti, suggeriscono che l’esperienza senso-motoria è sì una base fondamentale nella formazione delle conoscenze ma non è l’unica esperienza chiamata in causa nei processi rappresentazionali. A giocare un ruolo altrettanto considerevole sono gli input linguistici che integrano e completano i dati raccolti attraverso gli organi di senso, ma soprattutto guidano nell’apprendimento di tutta una serie di caratteristiche che possono essere strettamente correlate con la visione. Lo scopo della ricerca diventa così duplice: • da un lato, si vuole gettar luce sulla funzione comunicativa e conoscitiva dell’attività motorio-gestuale nei non vedenti, per mostrare quanto sia fondamentale l’esperienza senso-motoria; • dall’altro lato, si vuole evidenziare l’importanza delle descrizioni verbali, per sottolineare quanto queste siano fondamentali nell’arricchimento e nella formazione delle rappresentazioni mentali. In questo scenario i comportamenti stereotipati costituiscono il principale oggetto di ricerca tramite cui analizzare la gestualità e l’attività motoria delle persone cieche. Al contempo si rivelano utili per osservare come il deficit visivo influenzi il loro sviluppo, ed altresì è possibile dimostrare che tali comportamenti hanno lo scopo di sostituire e/o anticipare la comunicazione verbale.
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Sztank, Ewa. "Równowagi fazowe ciecz-ciecz w mieszaninach imidazoliowych cieczy jonowych z diolami". Doctoral thesis, 2014. https://depotuw.ceon.pl/handle/item/900.

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Resumen
Od kilkunastu lat obserwuje się na rynku chemicznym narastające zainteresowanie cieczami jonowymi (ang. Ionic Liquids, ILs), czyli solami których temperatura topnienia jest niższa niż 373,15K. Ciecze jonowe mające wyjątkowe właściwości fizykochemiczne, zostały zakwalifikowane do nowej generacji polarnych rozpuszczalników organicznych i katalizatorów. Związki te są nielotne, niepalne, mają stabilność termiczną powyżej 450K, dużą pojemność cieplna oraz szeroki zakres temperatury stanu ciekłego. Badane są różne właściwości cieczy jonowych jak: lepkość, gęstość, temperatura topnienia, a także ich mieszalność z innymi substancjami. W zależności od budowy kationów oraz anionów cieczy jonowych, ich właściwości zmieniają się w szerokim zakresie, z tego względu ciecze jonowe nazywane są rozpuszczalnikami projektowalnymi. Niskotemperaturowe ciecze jonowe są badane w wielu placówkach naukowych. Szczególnie interesujące są ich właściwości fizykochemiczne i termodynamiczne, a zwłaszcza ich mieszalności z innymi substancjami. Wiedza na temat równowag fazowych cieczy jonowych jest konieczna w celu efektywnego wykorzystania ich jako rozpuszczalników, np. w ekstrakcji ciecz-ciecz. Niezwykle mała prężność par w szerokim zakresie temperatur oraz wysoka termiczna stabilność, odróżniające ciecze jonowe od konwencjonalnych rozpuszczalników, powodują coraz częstsze zastosowanie tych związków jonowych w procesach separacyjnych. W pracy tej zostały zbadane mieszalności cieczy jonowych z wybranymi diolami. Na podstawie skonstruowanych diagramów fazowych zostały wyznaczone parametry krytyczne tych układów za pomocą programu Sigma Plot. Diole, zaliczane do alkoholi polihydroksylowych, są bardzo ważnymi składnikami kosmetyków, żywności, paliw, leków oraz monomerów. Z uwagi na ich wysokie temperatury wrzenia, a także częstą potrzebę powtarzania procesu, konwencjonalna technika destylacji prowadząca do wydzielenia dioli z roztworów wodnych, wymaga zużycia dużych ilości energii i charakteryzuje się niewystarczającą wydajnością. Z tych względów poszukuje się nowych, ekologicznych i szybkich metod separacyjnych. Wykorzystanie cieczy jonowych do wydzielania dioli z mieszanin ciekłych może przyczynić się w przyszłości do opracowania najlepszej metody ekstrakcyjnej, prowadzącej do odzyskiwania dioli z mieszanin wieloskładnikowych. Wyniki badań przedstawione w pracy mają fundamentalne znaczenie dla poszerzenia wiedzy z zakresu mieszalności cieczy jonowych z diolami i pozwoliły na wielopłaszczyznową interpretację wyników. Różnorodność jonów budujących ciecze jonowe, daje możliwość obserwacji jak zmieniają się parametry krytyczne ich mieszalności z diolami wraz ze zmianą długości łańcucha bocznego kationu cieczy jonowych oraz w zależności od rodzaju anionu. Również budowa cząsteczek dioli, pozwala na obserwację zmiany parametrów krytycznych mieszalności wraz ze wzrostem długości łańcucha węglowego alkoholu, w zależności od liczby grup hydroksylowych oraz miejsca ich podstawienia. W badaniach wykorzystane były ciecze jonowe oparte na kationie imidazoliowym z trzema różnymi anionami: PF6- (heksafluorofosforanowym), BF4- (tetrafluoroboranowym) oraz NTf2-, bis(trifluorometylosulfonylo)imidkowym. W pracy tej przedstawiono równowagi fazowe ciecz-ciecz w układach [C4,6,8][PF6]/diole oraz [C2,4,6,8,10][NTf2]/diole. Wyniki wyraźnie ukazują jak struktura zarówno cieczy jonowych jak i dioli wpływa na równowagi fazowe omawianych układów. Okazało się, że duży wpływ na mieszalność ma długość łańcucha alkilowego imidazoliowego kationu cieczy jonowej. W przypadku krótkiego, polarnego etano-1,2-diolu górna krytyczna temperatura mieszalności rośnie wraz ze wzrostem długości łańcucha bocznego kationu danej cieczy jonowej zarówno w przypadku cieczy z anionem [PF6]-,[NTf2]-, jak również [BF4]-.W przypadku heksano-1,2-diolu zaobserwowano przeciwne zachowanie. Wykazano różnicę w mieszalności cieczy jonowych z diolami w zależności od rodzaju anionu cieczy jonowej ([BF4]-, [PF6]-,[NTf2]-). W pracy został również podkreślony wpływ na równowagi fazowe położenia drugiej grupy hydroksylowej w diolu. Analizując dane dotyczące mieszalności cieczy jonowych z anionem [PF6]- i [NTf2]- oraz izomerami propanodiolu i butanodiolu., zauważono, że w obu przypadkach mieszalność pogarsza się w miarę wzrostu odległości pomiędzy grupami hydroksylowymi izomeru, a zatem wraz ze wzrostem polarności danego izomeru Wpływ długości łańcucha alkilowego 1,2-dioli na mieszalność z cieczami jonowymi ma inny przebieg niż w przypadku 1,ω-dioli i alkoholi monohydroksylowych. W przypadku 1,2-dioli mieszalność wzrasta w miarę zmniejszenia się liczby grup alkilowych w łańcuchu diolu aż do osiągnięcia minimum, a następnie górna krytyczna temperatura mieszalności wzrasta wraz ze wzrostem polarności diolu. W przypadku 1,ω-dioli wpływ długości ich łańcucha alkilowego na mieszalność z cieczami jonowymi, nie jest tak widoczny jak w przypadku 1,2-dioli. Diole te mieszają się gorzej niż odpowiadające im 1,2-diole. Przedstawiono wyniki korelacji trzech wybranych równowag ciecz-ciecz za pomocą równania NRTL. Równanie to jest szeroko wykorzystywanym równaniem korelacyjnym opartym na teorii stężenia lokalnego i bardzo dobrze opisuje punkty eksperymentalne wybranych układów cieczy jonowych z diolami. Wyniki tej pracy mogą być wykorzystane do planowania reakcji chemicznych przy użyciu wykorzystanych cieczy jonowych i dioli.
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Kosmala-Szczurek, Beata. "Badania transportu masy w układzie rzeczywistym ciecz-ciecz w polu ultradźwiękowym". Rozprawa doktorska, 1998. https://repolis.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=2752.

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Kosmala-Szczurek, Beata. "Badania transportu masy w układzie rzeczywistym ciecz-ciecz w polu ultradźwiękowym". Rozprawa doktorska, 1998. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=2752.

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Erfurt, Karol. "Badania nad syntezą i zastosowaniem zadaniowo-specyficznych cieczy jonowych na bazie surowców biodegradowalnych". Rozprawa doktorska, 2020. https://repolis.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=69105.

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Erfurt, Karol. "Badania nad syntezą i zastosowaniem zadaniowo-specyficznych cieczy jonowych na bazie surowców biodegradowalnych". Rozprawa doktorska, 2020. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=69105.

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Jakubowska, Agata. "Ocena toksyczności wybranych cieczy jonowych". Rozprawa doktorska, 2016. https://repolis.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=36322.

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Jakubowska, Agata. "Ocena toksyczności wybranych cieczy jonowych". Rozprawa doktorska, 2016. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=36322.

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Nocoń, Witold Jacek. "Modelowanie, symulacja i sterowanie odbiorem frakcji ciekłej we wsadowym procesie sedymentacji". Rozprawa doktorska, 2003. https://repolis.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=4419.

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Nocoń, Witold Jacek. "Modelowanie, symulacja i sterowanie odbiorem frakcji ciekłej we wsadowym procesie sedymentacji". Rozprawa doktorska, 2003. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=4419.

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Bełch, Maciej. "Ciecze jonowe jako przenośniki tlenu w reakcjach epoksydacji olefin". Rozprawa doktorska, 2013. https://repolis.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=63993.

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Bełch, Maciej. "Ciecze jonowe jako przenośniki tlenu w reakcjach epoksydacji olefin". Rozprawa doktorska, 2013. https://delibra.bg.polsl.pl/dlibra/docmetadata?showContent=true&id=63993.

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Wojciechowski, Miłosz. "Dynamika cieczy w ograniczonej geometrii : zastosowanie relaksometrii Magnetycznego Rezonansu Jądrowego". Praca doktorska, 2019. https://ruj.uj.edu.pl/xmlui/handle/item/148751.

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Resumen
Praca "Dynamika cieczy w ograniczonej geometrii - zastosowanie relaksometrii Magnetycznego Rezonansu Jądrowego" opisuje szczegółowo analizę i interpretację dyspersji szybkości relaksacji spin-sieć jonożeli opartych na dwóch cieczy jonowych: Tiocyjanianie 1-etylo-3-metyloimidazoliowym ([EMIM][SCN]) oraz l-butylo-3-metyloimidazoliowym siarczanie oktylu ([BMIM][0cS04]). Mianem jonożeli określa się układy, w których ciecz jonowa została unieruchomiona w stałych matrycach. Dzięki takiemu zabiegowi można je w bezpieczniejszy sposób wykorzystać jak o elektrolity w urządzeniach elektronicznych, bateriach itp. Z perspektywy potencjalnych zastosowań istotna jest jednak znajomość tego, jak fakt uwięzienia cieczy w ograniczeniu geometrycznym wpływa na dynamikę, a pośrednio na przewodnictwo jonowe finalnego produktu. W badaniach zastosowano metodę relaksometrii Magnetycznego Rezonansu Jądrowego (MRJ) typu FFC ("Fast Field Cycling") - tzw. szybkiego przemiatania pola. Technika ta jest unikalną metodą eksperymentalną umożliwiająca zidentyfikowanie mechanizmów i skali czasowej procesów dynamicznych zachodzących w układach molekularnych i jonowych, zarówno stałych, jak i ciekłych. Obserwacja relaksacji jądrowej 'H cieczy jonowych w warunkach swobodnych (czysta ciecz) i warunkach uwięzienia geometrycznego (ciecz umieszczona w matrycy krzemowej) wykazała zmiany dynamiki molekularnej w zależności od rodzaju cieczy jonowej i jej względnej zawartości w porach matrycy. Analiza profili dyspersji szybkości relaksacji spin-sieć 'H w szerokich zakresach częstości Larmora (4 kFlz - 40 MFIz) oraz dla szerokiego zakresu temperatur (223 - 253 K dla [EMIM][SCN] oraz 243 - 303 K dla [BMIMJIOCSO4]) pozwoliła na rozróżnienie i charakterystykę różnych mechanizmów dyfuzji jonów cieczy jonowych w szerokiej skali czasowej. Dogłębna analiza zależności dyspersyjnych szybkości relaksacji spin-sieć opierała się na dopasowaniu modelu zawierającego przyczynki do całkowitej relaksacji wynikające z fluktuacji oddziaływań dipol-dipol modulowanych przez dynamikę translacyjną i rotacyjną jonów. Dzięki różnej zależności funkcyjnej od częstotliwości Larmora, wkłady te można jednoznacznie rozdzielić i określić czasy korelacji charakteryzujące dany proces. Parametry opisujące procesy dyfuzji translacyjnej i rotacyjnej otrzymane dla cieczy w postaci swobodnej wykorzystano jak o punkt odniesienia do opisu zmienionej dynamiki jonów w warunkach ograniczenia geometrycznego. Wyróżniono dwie główne frakcje cieczy jonowej: znajdującą się w centrum poru, której dynamika była zbliżona do dynamiki czystej cieczy, oraz znajdującą się bliżej powierzchni matrycy krzemowej. Wyznaczono parametry charakteryzujące dynamikę: czasy korelacji oraz względne współczynniki dyfuzji, a ich zmienność z temperaturą opisano zależnością Vogel-Fulcher-Tammann. Jednym z istotniejszych wniosków pracy jest to, że pomimo oddziaływania z powierzchnią krzemową i efektów sterycznych dynamika translacyjna dla wszystkich badanych układów zachowuje trójwymiarowy charakter.
The thesis "Dynamics of liquids in confinement - the application of Nuclear Magnetic Resonance Relaxometry" describes in detail the analysis and interpretation of the spin-lattice relaxation rate dispersion of ionogels based on two ionic liquids: l-ethyl-3-methyIimidazolium thiocyanate ([EMIM][SCN]) and I-butyl-3-methylimidazolium octyl sulphate ([BMIM][0 cS0 4 ]).The ionogel is a solid system within which the ionic liquid has been immobilized. Thanks to such solidification, they can be used in a safer way as electrolytes in electronic devices, batteries, etc. From the applicational point of view, it is important to know how the confinement affects the liquid dynamics and, indirectly, the ionic conductivity of the final product. The technique used for the research was Fast Field Cycling Nuclear Magnetic Resonance (FFC NMR) Relaxometry. This is a unique experimental method that allows to identify the mechanisms and time scale of dynamic processes in molecular and ionic systems, both solid and liquid. Observation of 1H nuclear relaxation of ionic liquids in free state (bulk liquid) and in confinement (liquid entrapped in silica matrices) revealed changes in molecular dynamics depending on the type of ionic liquid and its relative content within the pores of the matrix. Analysis of 1H NMR spinlattice relaxation rate dispersion profiles in broad Larmor frequency range (4 kHz - 40 MHz) and temperature range (223 - 253 K for [EMIM][SCN] and 243 - 303 K for [BMIM][0 cS0 4 ]) allowed to distinguish and characterize different mechanisms of ion diffusion taking place in different timescales. An in-depth analysis of the frequency dependence of spin-lattice relaxation rate was based on the model with the total relaxation rate decomposed into contributions that stem from the fluctuation of the dipole-dipole interactions modulated by the translational and rotational dynamics of the ions. Due to different functional dependence on the Larmor frequency, these contributions can be separated and the correlation times characterizing the given process can be determined. Parameters describing the translational and rotational diffusion processes obtained for liquids in a free form were used as a reference point to describe the dynamics of ions altered due to geometric confinement. Two main fractions of the ionic liquid were distinguished: first one located in the center of the pore, the dynamics of which was similar to the dynamics of the pure liquid, and the fraction of liquid closer to the surface of the silica matrix. Correlation times and relative diffusion coefficients have been determined, as well as their temperature dependence according to the Vogel-Fulcher-Tammann relationship. One of the most important conclusions of the work is that despite the interaction with the silica surface and the steric effects, the translational dynamics for all studied systems retains its three-dimensional character.
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