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Gheduzzi, Anna. "Comunicare il cibo, comunicare attraverso il cibo: Massimo Bottura". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17747/.

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Resumen
Il cibo, nella società contemporanea, invade le nostre vite a 360°. Ad essere così avvolgente non è solamente la presenza stessa del cibo quanto, in realtà, la sua comunicazione. Nel presente elaborato si prende in analisi una figura che dedica la sua quotidianità alla comunicazione della cucina, Massimo Bottura. Il celebre chef parla attraverso l’alta cucina dell’Osteria Francescana e attraverso la Onlus Food For Soul, nata ai margini di Expo 2015 per riutilizzare gli avanzi alimentari della manifestazione e trasformarli in piatti da servire a chi non può permettersi un pasto caldo. La tesi si concentra sul modo di comunicare la cucina e il cibo da parte di Bottura. L’analisi in particolare si propone di descrivere ed evidenziare eventuali differenze nel modo di trattare il cibo nei due mondi, quello stellato della Francescana e quello, frugale ma ricco di umanità, dei refettori.
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PICCHIO, STEFANO. "Territorio, cibo e salute". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/11578/278672.

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Montani, Federico. "FoodMaps la mappa del cibo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
La tesi espone la progettazione di un'app Android che offre la mappatura delle offerte di genere alimentare pubblicate dalle attività sul territorio romagnolo. La possibilità di ricevere notifiche push sulle offerte messe a disposizione dalle attività in zona per un periodo limitato di tempo. L'app ha lo scopo di incentivare le piccole attività e abbattere lo spreco alimentare. Verranno affrontati gli argomenti riguardanti l'analisi, la progettazione e l'implementazione dell'applicativo.
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Genswein, Eberle Claudia. "La funzione narrativa del cibo nel "Decameron" /". Zürich : [s.n.], 2009. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?sys=000278465.

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5

Zayed, Mohamed A. Parise Leslie V. "CIB1 mediated regulation of endothelial cells and pathological angiogenesis". Chapel Hill, N.C. : University of North Carolina at Chapel Hill, 2007. http://dc.lib.unc.edu/u?/etd,1273.

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Resumen
Thesis (Ph. D.)--University of North Carolina at Chapel Hill, 2007.
Title from electronic title page (viewed Mar. 26, 2008). "... in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Pharmacology." Discipline: Pharmacology; Department/School: Medicine.
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Chiarion, Filippo <1987&gt. "L'importanza del Made in Italy nella scelta del cibo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4903.

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Resumen
Analisi della letteratura attraverso i concetti di Country of origin. confronto di indagini per valutare gli elementi che incidono nella scelta del cibo nel mondo. Analisi delle grandezze caratteristiche del Made in Italy e valutazione degli peculiarità del Made in Italy agroalimentare nel mondo
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7

LEONE, LUCA. "NANOFOOD: IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO SUL FUTURO DEL CIBO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2470.

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Resumen
Il lavoro di ricerca ha a oggetto l’analisi del modello europeo (UE) di regolamentazione delle nanotecnologie nel settore agroalimentare, con riferimento agli aspetti etico-giuridici e sociali, ai fini della definizione del quadro normativo di riferimento nella sua relazione con la dimensione di complessità e incertezza intrinseca nel sapere scientifico-tecnologico. La prospettiva teorica da cui muove l’analisi è la co-produzione tra i linguaggi della scienza e del diritto proposta dagli STS (Science & Technologies Studies). Partendo dalla descrizione degli aspetti scientifici dei nanomateriali e delle applicazioni nanotecnologiche nel settore alimentare, il lavoro analizza, in primo luogo, le problematiche correlate alle procedure di gestione del rischio – dalle prospettive più riduzionistiche della cd. “scienza del rischio” nell'innovazione alle più complesse modalità di valutazione integrata del rischio. L’indagine s’incentra, quindi, sulle forme che la normazione sta assumendo nell'intreccio con i saperi delle nanotecnologie, attraverso un approccio comparatistico delle esperienze normative europea e statunitense. L’ultima parte del lavoro s’indirizza, infine, all’analisi delle esigenze di democraticità sottese alle suddette scelte scientifico-giuridiche, problematizzando il concetto di governance anticipatoria e responsabile delle nanotecnologie (concetto correlato all’idea di riuscire a guidare i processi di innovazione attivamente), alla luce del rapporto tra conoscenze scientifiche, politiche agroalimentari e diritto.
In recent decades technoscientific innovation has pushed the food boundaries to a new frontier of nanofood. Such a term refers to an array of food products, whose processes of growing, production and packaging involve nanoscale (nanotechnology and nanosciences) knowledges and applications. This research focuses on the analysis of the European (EU) regulatory framework in the field of agrofood nanotechnology. The analysis considers the salient features of emerging applications of nanotechnologies in the agrofood sector and compares the legal framework on nanofood in the EU with the USA’s regulatory approach. It also develops an interpretation of the normative evolution in the EU, by trying to understand what is the role of science in governing technological risks in nanofood safety, and assessing how adequate the regulatory instruments are in achieving the goal of responsible research and innovation as proposed within the process of rethinking European governance.
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LEONE, LUCA. "NANOFOOD: IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO SUL FUTURO DEL CIBO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2470.

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Il lavoro di ricerca ha a oggetto l’analisi del modello europeo (UE) di regolamentazione delle nanotecnologie nel settore agroalimentare, con riferimento agli aspetti etico-giuridici e sociali, ai fini della definizione del quadro normativo di riferimento nella sua relazione con la dimensione di complessità e incertezza intrinseca nel sapere scientifico-tecnologico. La prospettiva teorica da cui muove l’analisi è la co-produzione tra i linguaggi della scienza e del diritto proposta dagli STS (Science & Technologies Studies). Partendo dalla descrizione degli aspetti scientifici dei nanomateriali e delle applicazioni nanotecnologiche nel settore alimentare, il lavoro analizza, in primo luogo, le problematiche correlate alle procedure di gestione del rischio – dalle prospettive più riduzionistiche della cd. “scienza del rischio” nell'innovazione alle più complesse modalità di valutazione integrata del rischio. L’indagine s’incentra, quindi, sulle forme che la normazione sta assumendo nell'intreccio con i saperi delle nanotecnologie, attraverso un approccio comparatistico delle esperienze normative europea e statunitense. L’ultima parte del lavoro s’indirizza, infine, all’analisi delle esigenze di democraticità sottese alle suddette scelte scientifico-giuridiche, problematizzando il concetto di governance anticipatoria e responsabile delle nanotecnologie (concetto correlato all’idea di riuscire a guidare i processi di innovazione attivamente), alla luce del rapporto tra conoscenze scientifiche, politiche agroalimentari e diritto.
In recent decades technoscientific innovation has pushed the food boundaries to a new frontier of nanofood. Such a term refers to an array of food products, whose processes of growing, production and packaging involve nanoscale (nanotechnology and nanosciences) knowledges and applications. This research focuses on the analysis of the European (EU) regulatory framework in the field of agrofood nanotechnology. The analysis considers the salient features of emerging applications of nanotechnologies in the agrofood sector and compares the legal framework on nanofood in the EU with the USA’s regulatory approach. It also develops an interpretation of the normative evolution in the EU, by trying to understand what is the role of science in governing technological risks in nanofood safety, and assessing how adequate the regulatory instruments are in achieving the goal of responsible research and innovation as proposed within the process of rethinking European governance.
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Scott, Angela C. "Cancer-induced bone pain (CIBP) : clinical characterisation and biomarker development". Thesis, University of Edinburgh, 2010. http://hdl.handle.net/1842/24294.

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Resumen
Background: Cancer-induced bone pain (CIBP) is a major clinical problem and a considerable therapeutic challenge. Radiotherapy (XRT) is the gold standard treatment for CIBP, but only half of patients achieve adequate analgesia. Patients have increased morbidity, anxiety and depression and reduced performance and quality of life. Despite these issues, CIBP is a neglected area of clinical research. Animal models have increased current knowledge of the pathophysiology, but clinical research is needed to translate these findings from bench to bedside. Also lacking is a standardised, comprehensive tool to assess CIBP and clinical biomarkers to predict analgesic response to treatment. Aims: 1) To summarise current understanding of the pathophysiology, epidemiology, clinical features, assessment and management of malignant bone disease and CIBP. 2) To characterise CIBP using quantitative sensory testing as a measure of altered sensory processing. 3) To establish systematically the sensory, cognitive, affective and functional components of CIBP to develop a comprehensive assessment tool. 4) To explore whether clinical biomarkers can be developed to aid prediction of response to treatment for CIBP, in particular XRT. Results: Assessment of CIBP, characterising the multi-dimensional components, was clinically practical and acceptable to patients. Using objective measures of function, patients with CIBP were a frailer, less active population compared with healthy adults. Prior to treatment, pain was severe with relationships seen between CIBP and sensation, mood, fear avoidance, catastrophizing and function. Patients who dropped out prior to follow up were significantly less active, with higher levels of depression and fear avoidance behaviour. Sixty-nine percent of evaluable patients who completed two assessments (48% of all patients on an intention-to-treat basis), achieved an analgesic response to XRT for CIBP, as defined as an improvement of ≥ 30% in the Brief Pain Inventory worst pain score two months after treatment. All dimensions of pain, fear avoidance and catastrophizing improved significantly in responders, but not non-responders. Anxiety, depression and emotional distress fell by a greater degree in responders. No objective functional differences were seen after XRT. Clear evidence of altered sensory processing was seen at the site of CIBP with abnormalities in both mechanical and thermal parameters. XRT resulted in alterations in response to evoked stimuli in responders with a greater number of patients in whom sensation normalised after XRT compared with non-responders. Patients with a combination of altered sensation to thermal, pin prick and wind up stimuli showed the largest reduction in worst pain after XRT. Abnormal cool sensation at the site of CIBP was an independent predictor of analgesic response to treatment. Conclusion: Strong associations exist between CIBP, sensation, cognition, mood and function. Multi-dimensional assessment should be performed to improve quality of life. Translational research to provide targeted individualised treatment should be high on the research agenda. Future work should focus on thermal sensory processing as a potential clinical biomarker of response to palliative XRT for CIBP.
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Cowart, Miles. "Exploring the role of NIPSNAP4, CIB1, and PLK3 in megakaryocyte maturation". Access to citation, abstract and download form provided by ProQuest Information and Learning Company; downloadable PDF file, 80 p, 2007. http://proquest.umi.com/pqdweb?did=1253509361&sid=2&Fmt=2&clientId=8331&RQT=309&VName=PQD.

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Maraschi, Andrea <1985&gt. "Mangia, bevi, ama. Cibo e rituali alimentari del matrimonio nell'Occidente altomedievale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6160/1/Maraschi_Andrea_tesi.pdf.

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Resumen
La ricerca pone al centro dell’indagine lo studio dell’importanza del cibo nelle cerimonie nuziali dell’Europa occidentale nei secoli V-XI. Il corpus di fonti utilizzate comprende testi di genere diverso: cronache, annali, agiografie, testi legislativi, a cui si è aggiunta un’approfondita analisi delle antiche saghe islandesi. Dopo un'introduzione dedicata in particolare alla questione della pubblicità della celebrazione, la ricerca si muove verso lo studio del matrimonio come “processo” sulla base della ritualità alimentare: i brindisi e i banchetti con cui si sigla l’accordo di fidanzamento e i ripetuti convivi allestiti per celebrare le nozze. Si pone attenzione anche ad alcuni aspetti trasversali, come lo studio del caso della “letteratura del fidanzamento bevuto”, ossia una tradizione di testi letterari in cui il fidanzamento tra i protagonisti viene sempre ratificato con un brindisi; a questo si aggiunge un’analisi di stampo antropologico della "cultura dell’eccesso", tipica dei rituali alimentari nuziali nel Medioevo, in contrasto con la contemporanea "cultura del risparmio". L'analisi si concentra anche sulle reiterate proibizioni al clero, da parte della Chiesa, di partecipare a banchetti e feste nuziali, tratto comune di tutta l’epoca altomedievale. Infine, la parte conclusiva della ricerca è incentrata sulla ricezione altomedievale di due figure bibliche che pongono al centro della narrazione un banchetto nuziale: la parabola delle nozze e il banchetto di Cana. L’insistente presenza di questi due brani nelle parole dei commentatori biblici mostra la straordinaria efficacia del “linguaggio alimentare”, ossia di un codice linguistico basato sul cibo (e su contesti quali l’agricoltura, la pesca, ecc.) come strumento di comunicazione sociale di massa con una valenza antropologica essenzialmente universale.
The research focuses on the study of the importance of food in wedding celebrations of Western Europe from the VIth to the XIth century. It was used a corpus of sources which features texts of different genres: chronicles, annals, hagiographies, legislative texts, to which it was added a deep analysis of the ancient icelandic sagas. After an introduction mainly centred on the publicity of the celebration, the research examines marriage as a "process" from the point of view of food rituality: the toasts and the banquets set up to ratify the betrothal and the repeated banquets for the celebration of the wedding. The research also analyzes some cross matters, such as the study of the case of the "drunk betrothal literature", a literary tradition where the betrothal between the two protagonists is always ratified through a toast; furthermore, a historical-anthropological analysis deals with the "culture of exceeding", typical of medieval food rituals of marriage, compared to the contemporary "culture of saving". Then the thesis examines the reiterate prohibitions that the Church imposed to clergy relating their attendance to wedding feasts and banquets, common trait of the whole Middle Ages. Finally, the conclusive part of the study is centred on the medieval reception of two biblical figures that set as background a wedding banquet: the parable of the wedding banquet and the wedding of Cana. The persistent presence of these two scenes in the words of Bible commentators proves the extraordinary efficacy of the "food language", a linguisitic code based on food (and on backgrounds such as agriculture, fishing, etc.) as an instrument for mass social communication with an essentially universal anthropological value.
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Maraschi, Andrea <1985&gt. "Mangia, bevi, ama. Cibo e rituali alimentari del matrimonio nell'Occidente altomedievale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6160/.

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La ricerca pone al centro dell’indagine lo studio dell’importanza del cibo nelle cerimonie nuziali dell’Europa occidentale nei secoli V-XI. Il corpus di fonti utilizzate comprende testi di genere diverso: cronache, annali, agiografie, testi legislativi, a cui si è aggiunta un’approfondita analisi delle antiche saghe islandesi. Dopo un'introduzione dedicata in particolare alla questione della pubblicità della celebrazione, la ricerca si muove verso lo studio del matrimonio come “processo” sulla base della ritualità alimentare: i brindisi e i banchetti con cui si sigla l’accordo di fidanzamento e i ripetuti convivi allestiti per celebrare le nozze. Si pone attenzione anche ad alcuni aspetti trasversali, come lo studio del caso della “letteratura del fidanzamento bevuto”, ossia una tradizione di testi letterari in cui il fidanzamento tra i protagonisti viene sempre ratificato con un brindisi; a questo si aggiunge un’analisi di stampo antropologico della "cultura dell’eccesso", tipica dei rituali alimentari nuziali nel Medioevo, in contrasto con la contemporanea "cultura del risparmio". L'analisi si concentra anche sulle reiterate proibizioni al clero, da parte della Chiesa, di partecipare a banchetti e feste nuziali, tratto comune di tutta l’epoca altomedievale. Infine, la parte conclusiva della ricerca è incentrata sulla ricezione altomedievale di due figure bibliche che pongono al centro della narrazione un banchetto nuziale: la parabola delle nozze e il banchetto di Cana. L’insistente presenza di questi due brani nelle parole dei commentatori biblici mostra la straordinaria efficacia del “linguaggio alimentare”, ossia di un codice linguistico basato sul cibo (e su contesti quali l’agricoltura, la pesca, ecc.) come strumento di comunicazione sociale di massa con una valenza antropologica essenzialmente universale.
The research focuses on the study of the importance of food in wedding celebrations of Western Europe from the VIth to the XIth century. It was used a corpus of sources which features texts of different genres: chronicles, annals, hagiographies, legislative texts, to which it was added a deep analysis of the ancient icelandic sagas. After an introduction mainly centred on the publicity of the celebration, the research examines marriage as a "process" from the point of view of food rituality: the toasts and the banquets set up to ratify the betrothal and the repeated banquets for the celebration of the wedding. The research also analyzes some cross matters, such as the study of the case of the "drunk betrothal literature", a literary tradition where the betrothal between the two protagonists is always ratified through a toast; furthermore, a historical-anthropological analysis deals with the "culture of exceeding", typical of medieval food rituals of marriage, compared to the contemporary "culture of saving". Then the thesis examines the reiterate prohibitions that the Church imposed to clergy relating their attendance to wedding feasts and banquets, common trait of the whole Middle Ages. Finally, the conclusive part of the study is centred on the medieval reception of two biblical figures that set as background a wedding banquet: the parable of the wedding banquet and the wedding of Cana. The persistent presence of these two scenes in the words of Bible commentators proves the extraordinary efficacy of the "food language", a linguisitic code based on food (and on backgrounds such as agriculture, fishing, etc.) as an instrument for mass social communication with an essentially universal anthropological value.
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Grasso, Annamaria. "Sociabilità e convivialità dell'aristocrazia siciliana nell'età dei Borbone. Luoghi, cibi, riti". Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/160.

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Resumen
Sociabilita' e convivialita' dell'aristocrazia siciliana nell'eta' dei Borbone. Luoghi, cibi, riti. La tesi e'articolata in sei capitoli. Il primo prende in esame la recente storiografia sulle nobilta' europee tenendo conto dei suoi aspetti 'revisionistici', il secondo disegna un profilo generale della nobilta' siciliana in eta' borbonica, il terzo e' dedicato ai 'luoghi' materiali della sociabilita' nobiliare (palazzi, ville, giardini, circoli, accademie, confraternite, conventi) ed alla loro organizzazione e struttura dal punto di vista delle interrelazioni tra spazi e funzioni, luoghi e loro uso sociale, e quindi come luoghi di formazione della nuova identita' nobiliare. Il quarto e il quinto capitolo propongono il complesso tema della convivialita' e dell'alimentazione. Nel sesto capitolo abbiamo riportato sinteticamente i giudizi dei viaggiatori stranieri sull'aristocrazia siciliana.
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Carini, Ilaria <1988&gt. "Eccessi, metafore e sublimazioni del cibo nella letteratura cinese post-maoista". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4750.

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Tesi letteraria volta ad illustrare i diversi temi e significati attribuiti al cibo nella letteratura prodotta dal 1976 in poi. La tesi focalizza la ricerca sui testi che hanno dato al cibo un valore d'eccesso o vi hanno attribuito un significto metaforico.
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Carraro, Giulia <1990&gt. "Il Food delivery: le aziende di consegna di cibo a domicilio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8609.

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Baseotto, Margherita <1997&gt. "Il cibo come veicolo di aggregazione sociale ed esperienza da condividere". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21836.

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Resumen
Nell’antichità i romani affermavano che “de gustibus non est disputandum” quando si trovavano davanti a popolazioni con abitudini alimentari discordanti dalle proprie, ad evidenziare il peso della struttura sociale sulla scelta degli alimenti che diviene condizionata dall’agire della comunità. La struttura del pasto e i rapporti sociali delle persone che lo condividono sono correlate; infatti, c’è una stretta connessione tra comportamenti alimentari e comportamenti sociali. L’obiettivo di questa tesi è quello di comprendere il ruolo del pasto e del consumo di cibo all’interno della quotidianità delle persone nella società attuale. A questo proposito, la domanda che ci poniamo è se sia corretto, o meno, considerare il cibo come veicolo di aggregazione sociale e come esperienza da condividere con altre persone. Per rispondere agli interrogativi della ricerca l’elaborato si compone di tre capitoli prevalentemente di natura teorica, che hanno l’obiettivo di offrire una visione d’insieme del tema in questione: a partire dall’Impero Romano, proseguendo con il miglioramento continuo del consumo alimentare, a partire dal boom economico degli anni Sessanta fino ad arrivare ai giorni nostri e all’influenza del Covid-19. Successivamente, per approfondire quanto esposto nei capitoli precedenti, è stato sottoposto un questionario online ad un campione di 628 persone di diversa età nel quale si andava ad indagare la percezione del consumo di cibo all’interno della società per capire se i consumatori preferiscano consumare i loro pasti in solitudine o in compagnia. Nel particolare il questionario affronta non solo il tema del “cibo come linguaggio e come fonte di aggregazione sociale”, ma anche quello della sostenibilità alimentare e della tipologia di consumatore alla quale ogni individuo appartiene a seconda dei comportamenti alimentari. Nell’ultimo capitolo sono esposti i risultati del questionario ed appare evidente, dalle risposte ottenute, che il consumo di cibo in compagnia sia preferito rispetto al pasto consumato in solitudine. Non si tratta però di una risposta assoluta in quanto bisogna prestare attenzione a quali siano i momenti della giornata e le occasioni predilette per mangiare in compagnia. Tuttavia, è corretto affermare che il 95% delle persone considera l’occasione del “pasto assieme” come un momento di compagnia e condivisione, piuttosto che come un semplice pasto.
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PITTO, SIMONE. "PROBLEMI COSTITUZIONALI IN TEMA DI ALIMENTAZIONE E DIRITTO AL CIBO ADEGUATO". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/946974.

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Resumen
La centralità del ruolo dell’alimentazione nelle vicende umane è un dato notorio, che accomuna epoche e culture diverse fra loro. Quello tra uomo e cibo è un rapporto atavico che attiene alla soddisfazione di una necessità biologica primaria, la quale diventa a sua volta premessa e fondamento per la realizzazione di tutte le ulteriori esigenze umane, fisiche e spirituali. Intorno al cibo ruota un microcosmo di usi, costumi, culti e tradizioni, tutti fenomeni umani scanditi e accompagnati da altrettanti riti alimentari. A sua volta, l’alimentazione è sempre stata vista come esigenza fondamentale delle comunità. Uno tra i più rilevanti e primitivi fattori di coesione sociale degli individui in comunità: cibo e ricerca della protezione. V’è dunque un legame profondo tra cibo, individuo e società che non sfugge alla storia, all’antropologia e alla sociologia, e che presenta significativi elementi di rilevanza anche per il diritto. Ed invero, il diritto dell’alimentazione rappresenta un settore di indagine giuridica in via di sviluppo, con un vivo dibattito in dottrina (specie a seguito dell’EXPO di Milano del 2015) e con numerosi elementi di interesse. Nondimeno, molti restano gli elementi dubbi e critici di una branca del diritto che non è a tutti gli effetti materia giuridica e presenta elementi per certi versi compositi e frammentari ed una marcata tendenza alla multidisciplinarietà e alla specialità. Rispetto alle predette considerazioni, alcuni autori hanno avanzato interessanti suggestioni da un lato, circa i profili di rilevanza per il diritto costituzionale del diritto dell’alimentazione e, dall’altro, in merito al contributo che la dottrina costituzionalistica può apportare rispetto allo sviluppo teorico di una materia di diritto dell’alimentazione ed al fine di ovviare ad alcune delle criticità dell’attuale disciplina giuridica dell’alimentazione, fra cui la parcellizzazione e la scarsa effettività di determinate previsioni.
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Gordon, Smith Duncan Joseph. "NMR structural studies of IF1 and CI2 mutants". Thesis, University of Cambridge, 2000. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.621663.

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Bettiol, Vanderlei Rodrigo. "Estudo da influência do CIO2 sobre membranas de poliamida para osmose inversa". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2004. http://hdl.handle.net/10183/6804.

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Resumen
Água de alta pureza é utilizada para uma grande variedade de aplicações industriais, como na geração de vapor de alta pressão, na indústria de componentes eletrônicos e na fabricação de medicamentos. Os processos de separação por membranas (PSM), em particular a osmose inversa (OI), estão sendo cada vez mais utilizados na desmineralização de águas de uso industrial. As vantagens dos PSM, em relação aos processos convencionais, são que estes ocorrem sem mudança de fase, operam na temperatura ambiente e são altamente seletivos e modulares. Estes processos apresentam algumas limitações ao seu uso, sendo a principal o fouling das membranas, o qual pode ser devido à precipitação de substâncias, à adsorção ou até mesmo ao desenvolvimento microbiano. Este problema pode ser minimizado quando o sistema de OI é projetado e monitorado adequadamente, incluindo o pré o póstratamento da água. O desenvolvimento microbiano no sistema de membranas é um dos fatores que causa a maior perda de desempenho do sistema de OI. O seu controle é realizado através da utilização de agentes desinfetantes no pré-tratamento da água. O cloro é o agente oxidante mais utilizado na desinfeção da água e, mesmo em concentrações muito baixas (abaixo de 0,1 ppm), pode degradar a poliamida (PA), material amplamente utilizado na fabricação de membranas de OI. Tendo em vista este problema, o presente estudo tem como objetivo pesquisar um agente oxidante alternativo ao cloro, especificamente o dióxido de cloro, que possa ser mantido em baixas concentrações na corrente de alimentação do sistema de OI, sem danificar as membranas Os experimentos foram realizados em uma unidade de bancada de OI com escoamento tangencial, com módulo de membrana plana. Os efeitos de ClO 2 sobre a membrana de PA foram verificados a partir de alterações do seu desempenho. O desempenho da membrana de PA foi avaliado através de medidas de fluxo permeado, permeabilidade hidráulica e de retenção salina. Os resultados obtidos indicam que as membranas de PA são degradadas quando expostas a soluções contendo ClO 2 na concentração aproximada de 500 ppm. Nos experimentos onde a concentração do oxidante foi mantida em torno de 50 ppm, a degradação da membrana de PA exposta ao ClO 2 foi menor que a observada quando a membrana foi exposta ao cloro livre (aprox. 50ppm) em condições operacionais semelhantes. Observou-se ainda que pode existir uma relação entre o nível de degradação e a composição da alimentação. Como uma etapa complementar a este trabalho, foi acompanhada a partida de um sistema de OI industrial, no qual as membranas são de PA e a corrente de alimentação contém uma concentração residual de ClO 2 proveniente do sistema de pré-tratamento da água.
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Pons, Desoutter Martine. "Analyse du bilan de compétences par ses acteurs : approche ethnographique d'un CIBC". Rennes 2, 1997. http://www.theses.fr/1997REN20028.

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Resumen
Apres dix années d'existence les CIBC, a travers eux, le bilan de compétences reste un dispositif flou. A ce jour nombreux sont les partenaires sociaux et les praticiens à s'interroger sur l'utilité sociale de cette démarche centrée sur l'individu. Dotée de mon statut d'animatrice - bilan depuis 1993 dans un CIBC, j'ai tente de réaliser une analyse endogène de ce dispositif tel qu'il se donne a comprendre par les trois groupes d'acteurs en présence : - les animateurs du CIBC - les bénéficiaires (demandeurs d'emploi reçus au CIBC) - les prescripteurs publics (les conseillers professionnels de l'ANPE)les thèmes saillants de cette recherche gravitent autour des axes suivants : - le CIBC - le déroulement du bilan - la fonction d'animateur - les bénéficiaires (profil, attentes, réponses) les informations ont été recueillies a partir d'entretiens, (à la marge de questionnaires) et d'observations. Le cadre théorique choisi pour baliser ce travail privilégie l'approche ethnographique et les courants microsociologiques. En parallèle au travail de terrain, vient se greffer une analyse bibliographique en relation avec les propos relates par les acteurs directs ou indirects du CIBC. L'objectif de ce travail vise à appréhender un dispositif de l'intérieur afin d'en comprendre, les codes, les enjeux, les répartitions de pouvoirs et leurs articulations. . . De trouver les clés de l'institution afin de la rendre plus lisible. Derrière cette recherche se joue l'implication du chercheur/praticien, mais aussi la quête d'un sens lié à une fonction sociale plus large et les questions qui en découlent
After ten years of existence the CIBC, (assessment of competencies center) through them, the assessment of competence remains a vague device. To this day many social partners and therapists have been questioning the social usefulness of this process which is focused on the individual. Thanks to my status as an assessor since 1993 in a CIBC, i have attempted to achieve an endogenous analysis of this process such as it may be grasped by the three groups of actors involved: - the supervisors of the CIBC - the beneficiaries (the unemployed who come to the CIBC) - the public financiers (professional advisers of the ANPE) the prevailing themes of this research revolve around the following lines - the CIBC - the progress of the assessment - the function of the group leader in charge. - the beneficiaries (profile, expectations, answers) information has been collected from interviews, (and even at times with questionnaires) and observations. The theoretical framework which was selected to demarcate this work favours the ethnographic approach and the microsociological trends. In parallel with the fieldwork, comes in addition a bibliographical analysis in connection with statements related by indirect or direct actors of the CIBC. The aim of this work is to grasp a device from the interior so as to understand some, codes, risks, distributions of authorities and their articulations, and to find keys of the institution in order to make it more legible. Beyond this research what is at stake is the implication of the seeker/therapist, but also the quest of a meaning linked to a larger social function and the questions that derive from it
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Badii, Michela. "Processi di patrimonializzazione e politiche del cibo tradizionale nel Valdarno aretino contemporaneo". Paris, EHESS, 2008. http://www.theses.fr/2008EHES0495.

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Le présent travail entend donc affronter une ethnographie du présent dans le Valdarno arétin (Toscane), à partir de l'analyse des espaces-temps (et des lieux), dans lesquels se produit un discours d'une appartenance collective au passé, à la tradition. Dans ma mise en scène de la nourriture traditionnelle et dans les coulisses de la représentation, à la construction de la localité selon des impulses externes (politique globale) et internes (folklore). Le changement d'échelle, le rapport entre les dynamiques institutionnelles, les stratégies, et l'intimité des pratiques évidentes dans les tactiques des sujets enganés dans la "machine" patrimoniale font émerger les "oxymores " de la contemporanéité. La construction du territoire se qualifie selon un double processus de catégorisation identitaire: d'une part les discours et les pratiques des acteurs institutionnels et d'autre part, le processus d'identification de la part des acteurs, par rapport à de telles politiques
The main objective of my thesis is dealing with the economic and cultural intersections of traditional food practices between local and "global" views. Thus focusing my attention pricipally on the role of public institutions in selecting what one ought to call tradition, as well as on the emic "know-how" (material culture) treated as "object" of cultural heritage. Actually the politics and the "poetics" of food are aprticularly evident in the time and space of representation, which is influenced by global and "local-peculiar" powers (biological issues, GMOs etc. . . ), for example the Slow Food activists or the strategy -and the resistance- of local and national subjects (farmers, institutional authorities, notable, political actors). As a matter of fact the intersections of all these levels are contemporary issues within the conflictual contruction of the identity in a local community located in a Tuscan area (Valdarno aretino)
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Dority, Tyler Maxwell. "The Effect of CIBS Participation and Gender on Adolescent Residential Treatment Duration". ScholarWorks, 2016. https://scholarworks.waldenu.edu/dissertations/2533.

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Additional out-of-home placement rates for adolescents in long-term regional treatment center (LTRT) programs in the United States are between 50% and 75%. There appears to be a failure to generalize treatment to home and community in programs that do not fully integrate family involvement. The collaborative intensive bridging services (CIBS) treatment model uses intensive family therapy and brief residential treatment center (RTC) placement to reduce or eliminate use of LTRT. Using family systems theory, the purpose of this study was to determine whether participation in CIBS provided better outcomes than LTRT programs. The study used archival data collected by Family Adolescents and Children's Family Services, Inc. and children's mental health providers in a certain Minnesota county over approximately 5 years. There were 33 adolescents in the CIBS group and 33 in the LTRT group. The 3 research questions were (1) did the CIBS group have significantly fewer total out-of-home placements than the LTRT group, (2) did gender have any effect on this, and (3) were there any interaction effects on total out-of-home placement days from the combination of gender and program participation. Results of two-way ANOVA analyses showed a significant main effect for the first research question (p = .00, partial ɳ-² = .40), no significant main effect for the second (p = .46, partial ɳ-² = .01), and no significant main effect for the third (p = .15, partial ɳ-² = .03). These findings supported the position that participation in CIBS treatment resulted in statistically fewer total out-of-home placement days (TPD) than participation in LTRT. Social change implications include improved individual and family functioning for families in need as well as reduced financial expenditure for treatment.
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Sgorlon, Patrizia <1991&gt. "CIBO E MACROBIOTICA NELLA CINA ANTICA:TRADUZIONE E COMMENTO DI DUE ARTICOLI ACCADEMICI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7247.

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CONTENUTI Il cibo, la risorsa più importante per la sopravvivenza dell'uomo e di tutti gli esseri viventi, è il tema centrale dell'Esposizione Universale che si tiene a Milano quest'anno. Il cibo apporta i nutrienti che ci aiutano a conservare la nostra vitalità, tuttavia, spesso la nostra dieta è sbagliata allorché, al posto di apportarci la vita, causa la morte con obesità, anoressia, asma e così via. Si pone così l'attenzione a quello che mangiamo e a come mangiamo. Da questa riflessione nasce il desiderio di approfondire la conoscenza sull'argomento e tornare indietro nel tempo fino alla Cina antica, quando i grandi Maestri e le più importanti religioni e filosofie cinesi insegnavano cosa era giusto e cosa era sbagliato mangiare, con un unico scopo: vivere sani più a lungo possibile. Il presente elaborato si compone di tre parti, il primo capitolo spiega la macrobiotica applicata alla società contemporanea e quali sono i principali contenuti e diete che essa propone, al fine di presentare al lettore un confronto con la macrobiotica della Cina antica. Nel corso della lettura, si potrà notare come sia impossibile, parlando di cibo e abitudini alimentari nell'antichità, prescindere dall'approfondire anche un altro argomento caro alla cultura tradizionale cinese: la medicina tradizionale, con una particolare enfasi sullo Huangdi Neijing 黄帝内经 (Canone Interno dell'Imperatore Giallo). Il secondo capitolo presenta la traduzione di due articoli accademici, proprio al fine di esporre il concetto da più punti di vista, il primo articolo propone l'argomento dando una maggiore attenzione ai principi del daoismo e alla sua filosofia, il secondo articolo, al contrario, da voce al pensiero di Confucio, da un punto di vista più pragmatico. Il terzo capitolo presenta il commento traduttologico, sottolineando le differenze stilistiche e contenutistiche tra i due articoli; individua il lettore modello e presenta le diverse macrostrategie che è stato necessario adottare per conservare gli elementi di specificità della cultura, religione e medicina cinese.
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Todeschini, Barbara <1990&gt. "COME SI COMUNICA IL CIBO DI QUALITA'. ALCUNI CASI SULLE PMI VENETE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8025.

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A seguito della globalizzazione e dei cambiamenti delle abitudini alimentari e degli stili di vita degli individui, è emerso un nuovo modo di interpretare e di consumare il cibo di qualità. Questo lavoro vuole esporre in maniera esaustiva qual è il ruolo che oggi il cibo riveste nella vita di tutti i giorni, sia dal lato dei consumatori che da quello delle imprese. Dopo aver analizzato il primo segmento, verrà esposto il modo in cui le imprese comunicano il cibo di qualità, utilizzando sia gli strumenti tradizionali, che quelli digitali, in particolare ci si soffermerà sull'uso del web e dei social network applicati al settore del food. Nell'ultima parte verranno analizzati alcuni casi concreti riguardanti le PMI venete a supporto della ricerca effettuata.
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Setragno, Carolina <1992&gt. "Pianificazione del Sistema del Cibo Urbano: Strategie e politiche in ambito italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12969.

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Con il mio elaborato intendo approfondire il tema della sicurezza alimentare urbana,e in particolare focalizzarmi sulle strategie di pianificazione e gestione che città e metropoli in diverse aree del mondo stanno sviluppando per meglio controllare e ottimizzare la produzione, distribuzione, trasformazione e consumo dei prodotti alimentari, spinti soprattutto dalla volontà di diffondere una cultura di città sostenibili e Smart, nelle quali la sicurezza alimentare è garantita ad ogni abitante. L'obiettivo della ricerca è in particolare quello di analizzare il percorso in tale direzione di Torino, città pionieristica in questa direzione, confrontandolo con quello di altri comuni, europei ed internazionali, soprattutto del cosiddetto nord del mondo. Le diverse politiche internazionali delle agenzie ONU inerenti tale argomento vengono inoltre trattate.
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Zanatta, Valentina <1993&gt. "La valenza sociologica del consumo di cibo come aggregatore sociale ed esperienziale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15318.

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Il cibo non è più solo un bene in grado di soddisfare un bisogno, ma svolge il ruolo di aggregatore sociale: fa stringere relazioni e promuove la loro crescita laddove non sussistono ancora. L'elaborato indaga come sono cambiati i comportamenti e le tradizioni tra gli esseri umani, mediante un'analisi del consumo alimentare in Italia dal medioevo ai giorni nostri, e come emergono oggi sempre più nuove e seguite tendenze. La tesi approfondisce inoltre due trend in forte ascesa, la sostenibilità alimentare e l’esperienzialità, tematiche che negli ultimi anni hanno dato il via a nuove realtà e concezioni di sviluppo. Infine, all’interno dell’elaborato, si propone una ricerca esplorativa data dal confronto tra manager del settore e popolazione, per riuscire a comprendere ancora meglio il ruolo che svolge il cibo oggi.
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Quezada, Ruibal Marie-Alice Dufourt Daniel. "Le processus de conception de nouveaux produits dans l'industrie biotechnologique le cas de Ciba-Geigy /". [S.l.] : [s.n.], 2000. http://demeter.univ-lyon2.fr:8080/sdx/theses/lyon2/2000/quezada_ma.

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SANTARSIERO, VITTORIA. "Matera e i territori del cibo. Modelli di innovazione per il food system e la valorizzazione dei paesaggi rurali attraverso le politiche del cibo e i processi creativi dell’agro-industria". Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/149102.

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The following work analyses the socio-economic and spatial dynamics of “Matera food city-region” and tests the role of innovation model, food policies and creative processes to enhance urban and rural foodscape. The research looks for answers at some questions. The first is about dynamics and flows on Matera food city region considering involved spaces, actors and economies through a critical process that studies city and countryside. The second question moved to the necessity to define a model that is able to represent and interpret the analysed dynamics and flow, and to give back useful output. The third question works on results of previous phases and deepens analysis on Matera food city region to find enhanced possibilities and strategies for the territory. The critical reflection on the three answers makes necessary another demand. The fourth query deepens the role of multimedia platforms as tools to represent spaces and dynamics, and to provide ideas to innovate strategies for food territories. In the final part, this work gives an applicative example, proving the role of the platform Atlante del cibo Matera as a tool that creates links between involved actors and processes on Matera food city region and builds food governance. This research is articulated in three complementary phases, recognizable in the overall structure. First, the work deepens critically the theory, by the study of the role of food in urban planning in the last two decades. In this section the research provides definitions of food system, food space and food policy and introduces international and national governance processes on food. This phase introduces research theme and is the theoretical basis for later stages. The second section is a disciplinary work based on analysis on field and the reconstruction of food system by the interpretation of organizational models detected in the territory. The analysis regards the phases of food system (production, processing, distribution and consumption) on Matera food city region. In the final section, the comment of results is the basis to rebuild geographies of Matera food territories. Finally, this phase explains the application model, shared between city, university and enterprise. The application shows the working ability of Atlante del Cibo Matera in the formulation of strategies that enhanced territories by food. This work aims to shows the opportunity for Matera food city region to innovate itself by a vision that combines culture, rural landscapes, heritage and society through food. From this perspective innovation gives the tool for the implementation of interactive and heritage atlas that proposes participatory and synergic governance.
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è studiare l’articolazione delle dinamiche socio-economiche e spaziali nella Matera food city region, e testare la capacità degli strumenti di innovazione, delle politiche del cibo e dei processi creativi nella valorizzazione dei paesaggi rurali. Il lavoro di ricerca muove a partire dalla costruzione di risposte ad un serie di quesiti che scompongono e chiarificano l’intero percorso. Il primo riguarda la riflessione sulle dinamiche e sui flussi che interessano la food city region, considerando spazi, attori e economie implicate, attraverso un approccio che esamina criticamente la città e la campagna. Il secondo quesito muove dalla necessità di definire un modello di rappresentazione consono alla restituzione delle dinamiche osservate sul territorio e capace di restituire degli output a partire dall’interpretazione critica dei fenomeni. Il terzo riflette sulle caratteristiche della Matera food city region per individuarne potenzialità da cui articolare strategie per i territori del cibo. Il commento delle risposte alle prime questioni sarà il presupposto per la formulazione di un ulteriore quesito che riguarda il ruolo che possono avere gli strumenti innovativi in questo processo, di cui si fornirà un modello applicativo condiviso tra più attori nella parte finale dell’elaborato. Questo lavoro di ricerca si compone di tre operazioni differenti e fortemente complementari, ma tuttavia riconoscibili nella struttura della tesi. La prima riguarda lo studio critico della letteratura con una ricostruzione del ruolo assunto dal cibo nel corso dell’ultimo ventennio nella pianificazione delle città e dei territori. A seguire alcune definizioni sul sistema del cibo, sulle spazialità della ricerca e sulle politiche e regolamentazioni internazionali e nazionali. L’introduzione alla tematica della ricerca sarà la base disciplinare su cui saranno presentati i quesiti, gli obiettivi, i materiali e i metodi utilizzati. In chiusura della prima parte sarà introdotto il contesto della ricerca. La seconda parte della tesi è un lavoro più disciplinare e riferisce della ricerca sul campo attraverso la ricostruzione del sistema del cibo mediante l’analisi e l’interpretazione dei modelli organizzativi riconoscibili sul territorio in termini spaziali, ma anche quantitativi e qualitativi. Il riferimento in questa fase è stato lo studio delle performance delle varie fasi in cui è stato diviso a monte il sistema del cibo (produzione e trasformazione, trasporto e distribuzione, consumo). Una tematizzazione delle fasi dell’indagine che ha chiarito le relazioni tra spazialità, attori e dinamiche e le connessioni tra i vari processi nella fase di ricostruzione complessiva del fenomeno, svolta allo scopo di restituire una interpretazione critica del processo. Nella terza parte il commento dei risultati dell’analisi consentirà di ricostruire una lettura della geografia del territorio attraverso la lente del cibo. Saranno specificate le basi su cui è stato articolato il modello applicativo condiviso tra città, università e impresa che prova ad utilizzare uno strumento innovativo per la formulazione di strategie operative capaci di valorizzare i territori in chiave cibo. Matera e la sua food city region possono riarticolarsi in una visione che combina i processi culturali e agro-forestali dei paesaggi autentici lucani con la dimensione sistemica del cibo capace di relazionare tra loro patrimoni filiere e società. L’innovazione in tal senso può fornire gli strumenti per l’implementazione di atlanti patrimoniali interattivi e in grado di proporre governance partecipate e sinergiche.
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Stefani, Maria Luisa. "Il Libro del cibo gustoso e salutare: una bibbia culinaria per l'Unione Sovietica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11387/.

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L'obbiettivo del presente elaborato è quello di delineare la genesi del Libro del cibo gustoso e salutare (Kniga o vkusnoj i zdorovoj pišče), dai più considerato la "bibbia culinaria" dell'Unione Sovietica. Il lavoro è diviso in tre capitoli. Nel primo viene delineato il contesto politico-culturale degli anni antecedenti l’uscita del libro. Il secondo capitolo costituisce il cuore dell’elaborato ed è incentrato sulla descrizione del progetto del Commissario del popolo per l’industria alimentare Anastas Mikojan e della sua importanza, seguita dall’analisi delle due più importanti edizioni del Libro del cibo gustoso e salutare, la prima, del 1939, e quella del 1952. Infine, il terzo capitolo tratta della lettura in chiave social realista del Libro e delle reazioni che suscitò nei cittadini sovietici dell’epoca.
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Di, Giorgi Vincenzo <1988&gt. "Lo Spleen di Palermo. Rappresentazioni e identità intorno al cibo di strada palermitano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9540.

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L'alimentazione è oggi al centro di discorsi che si intersecano con svariati ambiti disciplinari. Il cibo di strada, da forma di consumo relativamente legata al commercio informale e ai mercati popolari, è stato rimodellato, rivalutato e promosso fino a raggiunge vette internazionali. Lo studio condotto in questa tesi si concentra sul caso specifico dello street food palermitano, sulle sue caratteristiche identitarie e sulle rappresentazioni che ne fanno venditori, operatori turistici e media.
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La, Cava Martina <1994&gt. "Il cibo come fattore di aggregazione sociale: influenza dell’era digitale, CSR e sostenibilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18073.

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Il consumo di cibo inteso come fattore di aggregazione sociale ha ricoperto, da sempre, un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo di comunità e società. È proprio la famiglia di oggetti comprendente il cibo quella più intima all’uomo e per la quale si è sviluppata, nel tempo, un’importante cultura materiale. Il cibo, infatti, è un vettore comunicativo che, andando al di là della mera funzione nutrizionale, crea forme di aggregazione sociale. L’elaborato analizza la trasformazione dei luoghi del comunicare, con particolare attenzione alla nascita del web 2.0 e dell’electronic Word of Mouth. Sempre più spesso, inoltre, quando un individuo parla di cibo, che sia esso in compagnia di una ristretta cerchia di amici che del vastissimo bacino di utenti della rete, è portato a condividere tutto ciò che ha contribuito a lasciare un ricordo, permettendo di parlare di marketing esperienziale. Inoltre, la società moderna è sempre più attenta ai temi della sostenibilità, ed è proprio attraverso la Corporate Social Responsibility e la nascita di un consumatore tra etica e piacere che il tema in questione può trovare consolidamento. Una pratica capace di contrastare lo spreco alimentare e contribuire ad una crescita sostenibile è quella del food sharing, coadiuvata dall’uso degli strumenti tipici della digitalizzazione. L’elaborato, nella sua parte conclusiva, indaga maggiormente i temi appena esposti attraverso interviste individuali e la diffusione di un questionario online.
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RUBIN, ANDREA. "FOOD IMMERSION. LE RAPPRESENTAZIONI DEL CIBO E DEL RISCHIO ALIMENTARE NELLA SFERA PUBBLICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50315.

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Resumen
Il lavoro di tesi consiste in una ricerca empirica sulla comunicazione del tema alimentare. Attorno al cibo si sono recentemente aggregati molti interessi: sociali, economici, industriali, commerciali, politici, mediatici ma anche scientifici. Si tratta di questioni importanti che coinvolgono l’opinione pubblica e attraggono l’attenzione dei media. In una società fortemente mediatizzata diventa rilevante osservare come il discorso pubblico sul cibo e l’alimentazione vada configurandosi nella sfera pubblica. Inoltre, l’insorgenza di numerosi progetti tecnoscientifici che coinvolgono il settore alimentare non possono non suggerire di guardare al cibo, e al suo simbolismo, come un oggetto privilegiato attraverso cui osservare anche i rapporti tra scienza, tecnologia e società. In questo studio si è iniziato a esplorare le caratteristiche della narrazione e della presenza del tema alimentare nell’arena pubblica attraverso un'analisi dei maggiori quotidiani italiani. Una prima analisi longitudinale, nel periodo 1992-2013, ha identificato – attraverso un’innovativa procedura di analisi testuale (topic detection) - la presenza di alcuni temi emergenti. Successivamente, si è proceduto a focalizzare la nostra attenzione sull'ultimo periodo (2010-2016), al fine di concentrarsi sulla maggior parte degli eventi recenti e di verificare se il discorso mediale sul cibo e l’alimentazione abbia assunto nuova rilevanza o nuove forme nell'agenda dei media e nella discussione pubblica. Il lavoro di ricerca si compone di altre due tipi differenti di analisi: da un lato, si discuteranno i risultati emersi dalla realizzazione di tre focus group che ci hanno fornito utili indicazioni sul rapporto tra cibo, media e opinione pubblica; dall’altro abbiamo cercato di individuare una relazione tra copertura mediatica e atteggiamenti espressi dall’opinione pubblica utilizzando un «indice di rischio» e i dati provenienti da alcune survey europee.
Thesis work consists in empirical research on the communication of the food theme, in a techno-scientific framework. Recently, nutrition has been linked to a lot of interests: social, economical, industrial, commercial, political, media but also scientific ones. These are significant issues that concern the public opinion and attract the media attention. In a society that revolves strongly around media, it becomes relevant to observe how the public discourse on themes like food and nutrition is being shaped among the public sphere. In addition, the rising of several techno-scientific projects that concern the field of nutrition cannot help but suggest to look at nutrition, and its symbolism, like a privileged object through which one can also observe the existing ties between science, technology and society. This study started by exploring the characteristics of the narrative of the food theme and its presence in the public arena through an analysis of the main Italian daily newspapers. One former longitudinal analysis, in the time-span 1992-2013, found- through an innovative tool of textual analysis ( topic detection)- the presence of some emerging themes. Next, we shifted our attention to the last period (2010-2016), with the aim to focus on the majority of the recent events and to verify whether the media discourse on food and nutrition gained new relevance or forms in the media agenda and in the public discussion. The research work is composed of two other different kind of analysis: on the one hand, it will discuss the emerging results from three focus groups that provided useful indications on the relationship between food, media and the public opinion; on the other hand, we sought to identify a relation between media coverage and the attitudes of the public opinion by adopting a “risk indicator” and the data from certain European surveys.
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RUBIN, ANDREA. "FOOD IMMERSION. LE RAPPRESENTAZIONI DEL CIBO E DEL RISCHIO ALIMENTARE NELLA SFERA PUBBLICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50315.

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Il lavoro di tesi consiste in una ricerca empirica sulla comunicazione del tema alimentare. Attorno al cibo si sono recentemente aggregati molti interessi: sociali, economici, industriali, commerciali, politici, mediatici ma anche scientifici. Si tratta di questioni importanti che coinvolgono l’opinione pubblica e attraggono l’attenzione dei media. In una società fortemente mediatizzata diventa rilevante osservare come il discorso pubblico sul cibo e l’alimentazione vada configurandosi nella sfera pubblica. Inoltre, l’insorgenza di numerosi progetti tecnoscientifici che coinvolgono il settore alimentare non possono non suggerire di guardare al cibo, e al suo simbolismo, come un oggetto privilegiato attraverso cui osservare anche i rapporti tra scienza, tecnologia e società. In questo studio si è iniziato a esplorare le caratteristiche della narrazione e della presenza del tema alimentare nell’arena pubblica attraverso un'analisi dei maggiori quotidiani italiani. Una prima analisi longitudinale, nel periodo 1992-2013, ha identificato – attraverso un’innovativa procedura di analisi testuale (topic detection) - la presenza di alcuni temi emergenti. Successivamente, si è proceduto a focalizzare la nostra attenzione sull'ultimo periodo (2010-2016), al fine di concentrarsi sulla maggior parte degli eventi recenti e di verificare se il discorso mediale sul cibo e l’alimentazione abbia assunto nuova rilevanza o nuove forme nell'agenda dei media e nella discussione pubblica. Il lavoro di ricerca si compone di altre due tipi differenti di analisi: da un lato, si discuteranno i risultati emersi dalla realizzazione di tre focus group che ci hanno fornito utili indicazioni sul rapporto tra cibo, media e opinione pubblica; dall’altro abbiamo cercato di individuare una relazione tra copertura mediatica e atteggiamenti espressi dall’opinione pubblica utilizzando un «indice di rischio» e i dati provenienti da alcune survey europee.
Thesis work consists in empirical research on the communication of the food theme, in a techno-scientific framework. Recently, nutrition has been linked to a lot of interests: social, economical, industrial, commercial, political, media but also scientific ones. These are significant issues that concern the public opinion and attract the media attention. In a society that revolves strongly around media, it becomes relevant to observe how the public discourse on themes like food and nutrition is being shaped among the public sphere. In addition, the rising of several techno-scientific projects that concern the field of nutrition cannot help but suggest to look at nutrition, and its symbolism, like a privileged object through which one can also observe the existing ties between science, technology and society. This study started by exploring the characteristics of the narrative of the food theme and its presence in the public arena through an analysis of the main Italian daily newspapers. One former longitudinal analysis, in the time-span 1992-2013, found- through an innovative tool of textual analysis ( topic detection)- the presence of some emerging themes. Next, we shifted our attention to the last period (2010-2016), with the aim to focus on the majority of the recent events and to verify whether the media discourse on food and nutrition gained new relevance or forms in the media agenda and in the public discussion. The research work is composed of two other different kind of analysis: on the one hand, it will discuss the emerging results from three focus groups that provided useful indications on the relationship between food, media and the public opinion; on the other hand, we sought to identify a relation between media coverage and the attitudes of the public opinion by adopting a “risk indicator” and the data from certain European surveys.
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Carigiet, Gieri Giusep. "Implementierungsprozess einer horizontalen Strategie : eine empirische Einzelfallstudie am Beispiel der Pflanzenschutzdivision der Ciba-Geigy AG /". Bern [u.a.] : Haupt, 1995. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=006978009&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Hochsch. für Wirtschafts-, Rechts- und Sozialwiss., Diss.--St. Gallen, 1995.
Auch als: St. Galler Beiträge zum unternehmerischen Wandel ; 1 u. d. T.: Prozessimplementierung im Supply Chain-Management.
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Quezada, Ruibal Marie-Alice. "Le processus de conception de nouveaux produits dans l'industrie biotechnologique : le cas de Ciba-Geigy". Lyon 2, 2000. http://theses.univ-lyon2.fr/documents/lyon2/2000/quezada_ma.

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Resumen
La thèse se propose de contribuer à la compréhension des processus par lesquels de nouveaux produits sont conçus par la firme, en prenant comme étude de cas les activités biotechnologiques du groupe suisse Ciba-Geigy. Elle montre d'abord l'influence déterminante du contexte historique et des spécificités du développement industriel suisse sur les stratégies et sur les structures d'organisation du groupe. L'analyse de sa politique économique et financière permet d'identifier la source de financement de ses activités novatrices. En mettant l'accent sur les modalités d'acquisition des savoirs et des savoir-faire, ainsi que sur les droits de protection intellectuelle, ce travail permet de mieux comprendre comment la firme capte les nouvelles connaissances scientifiques et techniques, et les utilise à des fins productrices. L'approche systémique permet de faire ressortir les interactions entre le processus d'acquisition de connaissances et compétences, d'une part, et le processus de conception d'artefacts dans le domaine pharmaceutique et la production pour l'agriculture, d'autre part. Les changements organisationnels liés à ces processus sont également pris en considération. Cette approche permet également d'examiner la conception de produits hautement complexes et qui nécessitent des compétences très diverses. Les firmes comme Ciba-Geigy ont déjà tiré parti de ces nouveaux outils dans la pratique de ses activités productrices, cependant dans le champ conceptuel la réflexion sur la complexité ne fait que s'amorcer. En conclusion, la thèse conduit à une meilleure compréhension des stratégies d'innovation des grandes entreprises du secteur bio-industriel et à un renouvellement de la théorie de la firme basé sur sa nature systémique et multidimensionnelle
The thesis aims at contributing to the comprehension of the process by which new products are designed by the firm, taking the biotechnology activities of the Swiss group Ciba-Geigy as a case study. It starts presenting the determinant influence of the historical context and the specificities of the Swiss industrial development on the strategies and organizational structures of the group. The analysis of its financial and economic policy makes possible the identification of the financing sources of innovation. In focusing on the modalities of acquisition of technical knowledge and know-how, as well as on intellectual property rights, this research permits to better understand the ways and means of how the firm acquires new technical and organizational knowledge and how they are used for production purposes. The systemic approach followed highlights the interactions between the process of acquisition of knowledge and competences, and the process of conception of artifacts in the pharmaceutical industry and the production for agriculture. The organizational changes linked to them are also considered. Through this approach, the design of highly complex products requiring a variety of capabilities is also examined. Firms as Ciba-Geigy have already profited from this new tool. However, at the conceptual level the reflection on complexity lays behind the praxis. Finally, the thesis leads to a better understanding of the innovation strategies applied by the biotechnology companies and to a renewal of the theory of the firm, based on its multidimensional and systemic nature
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Kondratiuk, Carolina Chagas. "Memórias de Ciba: caminhos trilhados, experiências corporais e a constituição de uma prática docente". Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/48/48134/tde-06092012-141017/.

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Diante da diversidade de modos de compreender e tratar o corpo na educação da infância, este estudo aborda as relações entre a história de vida de uma professora, especificamente nos aspectos que se referem às experiências corporais, e sua maneira de atuar na docência. De acordo com os procedimentos da história oral, são apresentadas as memórias de uma docente que, em sua prática, valoriza as dimensões expressiva, afetiva e cultural do corpo. Tomando como base o debate acadêmico sobre a educação corporal, o discurso de um dos atores do cenário da Educação sobre sua trajetória é analisado, focalizando as maneiras pelas quais construções coletivas são filtradas e concretizadas em um caso particular. Com o objetivo de estabelecer relações entre as experiências vividas, rememoradas e narradas e a forma com que a corporeidade aparece em sua atuação docente, o corpo foi abordado como locus de identidade e suporte para escrita da cultura. As vivências inscritas no corpo dessa mulher, mãe e educadora constituíram os modos de ser, de ver-se a si mesma, de ler o mundo e de relacionar-se com ele. Ao verificar a ligação entre a trajetória de vida e o fazer pedagógico, observou-se que o tratamento dado ao corpo na educação da infância decorre basicamente das experiências colecionadas ao longo da vida, sem qualquer influência da formação inicial. Assim, por meio desta investigação, o recorte de um caso específico retirado da trama social retorna a ela como contribuição para o debate sobre o papel do corpo na educação da infância e na formação da identidade docente.
Given the diversity of ways of understanding and treating the body in childhood education, this study examines the relationships between the life story of a teacher, specifically those aspects that refer to body experiences, and her teaching practice. In accordance with the procedures of oral history, it presents the memories of a teacher who, in her practice, enhances the expressive, emotional and cultural dimensions of the body. Based on the academic debate on body education, the speech of one of the actors from the Education scene on its trajectory is analyzed, focusing on the ways by which collective constructions are filtered and implemented in a particular case. In order to establish links between her remembered and narrated experiences and the treatment given to corporeity in her teaching practice, the body was approached as a locus of identity and as a writing surface for the inscription of culture. The experiences written on the body of this woman, mother and educator constituted the ways of being, of seeing herself, reading the world and relating to it. In verifying the connection between life story and pedagogical practice, it was observed that the treatment given to the body in early childhood education stems basically from the experiences collected over a lifetime, without any influence of initial training. Therefore, through this research, the outline of a case extracted from the social fabric returns to it as a contribution to the debate on the role of body in early childhood education and in teacher identity formation.
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Rossi, Simona <1979&gt. "Il cibo che "parla": riflessioni gastronomiche sul romanzo quebecchese dalle origini ai nostri giorni". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/559/1/rossi_simona.pdf.

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Rossi, Simona <1979&gt. "Il cibo che "parla": riflessioni gastronomiche sul romanzo quebecchese dalle origini ai nostri giorni". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/559/.

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DEMALDE', CHIARA AURORA. "Cibo e sostenibilità nei sistemi urbani. Il consumo alimentare sostenibile nella città di Milano". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52032.

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Resumen
La sostenibilità alimentare è un tema centrale nel dibattito internazionale in quanto è uno degli ambiti più delicati e importanti per il futuro dell’umanità, considerato che l’attuale sistema alimentare risulta insostenibile sia dal punto di vista ambientale, che economico e sociale. L’urgenza di ulteriori studi e ricerche in questo ambito riguarda soprattutto i sistemi urbani in quanto le città del futuro saranno sempre più popolose e le risorse naturali ed energetiche limitate e più scarse. L’emergenza alimentare è quindi uno dei temi principali della futura low carbon society e il rapporto tra cibo e città è uno dei punti chiave su cui riflettere. Dal punto di vista teorico la tesi propone una visione interdisciplinare volta ad unire i concetti della sostenibilità alimentare con la dimensione urbana, per dare forma a una visione più completa. Viene illustrata l’importanza del cibo nell’influenzare la nostra vita e i luoghi che viviamo e la forza di cambiamento contenuta in esso. Particolare attenzione è dedicata, quindi, agli studi sulla scelta alimentare in quanto è necessario indagare in profondità le motivazioni e gli ostacoli che determinano le pratiche di consumo nutrizionale dei cittadini e in che modo essi agiscono sull’attuazione di stili di vita sostenibili. Si esaminano inoltre i nuovi canali di approvigionamento alimentare “alternativi” attraverso cui i cittadini possono attuare pratiche di consumo sostenibile nel campo dell’alimentazione, sempre più frequenti e stabili soprattutto nelle città. Se ne rilevano caratteristiche, vantaggi e limiti per far luce sui motivi che spingono i cittadini a cercare e creare nuove modalità di consumo alimentare e sugli ostacoli attuativi che possono incontrare. L’ultima parte della tesi presenta i risultati di un’indagine empirica condotta nella città di Milano, volta a cogliere i fattori che determinano la scelta di consumo alimentare sostenibile dei milanesi. Oltre a considerare l’influenza dei fattori socioeconomici, la ricerca si propone di valutare il grado di incidenza di altre condizioni strutturali e territoriali, in primis l’accessibilità. Lo studio prende in esame anche i fattori valoriali e indaga l’influenza della predisposizione personale e delle attitudini al consumo sostenibile, nonché il ruolo dell’infomazione e della comunicazione. La ricerca si articola in tre fasi: una survey on-line a cittadini e a membri dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) milanesi, un’analisi spaziale della distribuzione di cibo sostenibile a Milano (effettuata tramite GIS) che permette di individuare le zone di analisi e passare all’ultima fase con le interviste in profondità effettuate a soggetti appartenenti a zone ad alta e bassa densità di cibo sostenibile. Questo permette di avere un quadro più esaustivo e di individuare drivers e barriere del consumo alimentare sostenibile nei sistemi urbani. Si riscontrano nuove evidenze empiriche e concettuali utili, sia a dare nuova linfa e orientamento in questo ambito di studi, sia a indirizzare le politiche locali verso una maggiore efficacia di azione.
Due to the current situation of economic crisis and environmental alarm together with the growing urbanization process at global level, it is becoming more and more urgent facing with problems that concern food sovereignty and urban sustainability. The result is a concrete necessity to elaborate new paradigms and methodology of research that can enlighten the situation from a theoretical and practical perspective. In the first part, an interdisciplinary approach is used to discuss the role of food and of eating practices in shaping our lives and the places we live, with reference to the literature on food sustainability and on urban food systems. A specific part is dedicated to sociological studies that show the cultural dimension of food and the evolving processes of eating habits. Moreover, it is presented the literature on ‘food choice’ that can help to understand better the rise of alternative food networks (AFN’s) which can orientate to a more sustainable way of living and buying. The last part of the thesis presents the results of an empirical research on the consumption of sustainable food in the city of Milan. The scope of the study is to identify which factors influence food choice, considering both contextual and personal factors. Thus, the focus is on the influence of spatial and economical accessibility to sustainable food but also on the incidence of values, attitudes and knowledge (including the role of information media). Three different research methods are used to investigate more effectively how sustainable food is distributed, perceived and known from milanese citizens: an on-line survey, a spatial analysis (with GIS) and qualitative interviews to residents in low and high density areas of sustainable food consumption. This research can reveal useful indications to manage new concepts and adopt a more complete view on the relationship between food and the city that includes also the sustainability issue. Furthermore, it highlights drivers and barriers on the path to enhance sustainable behaviour patterns that could be useful for researchers and to public actors in order to afford proper and effective strategies of intervention.
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Leão, Thiago Marques. "O poder normativo das comissões intergestores bipartite e a efetividade de suas normas à luz da teoria do discurso do direito". Universidade de São Paulo, 2013. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/6/6135/tde-20022014-170521/.

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Resumen
A Comissão Intergestores Bipartite (CIB) foi instituída pela Norma Operacional Básica 01/93 e responde pelos aspectos operacionais do Sistema Único de Saúde (SUS). É um espaço de negociação e pactuação entre gestores municipais e estaduais, promovendo a integração dos diferentes sistemas municipais de saúde sob coordenação do governo estadual. As normas expedidas pela CIB, na forma de resoluções, têm natureza jurídica de direitos-meio, isto é, estabelecem os procedimentos específicos para realização do direito à saúde, permitindo que todos os potenciais destinatários destas normas possam conhecer, aderir, criticar ou mesmo judicializá-las. O poder normativo da CIB decorre da previsão legislativa expressa para regular os aspectos operacionais do SUS e da legitimidade democrática, exercida diretamente pelo cidadão, ou através dos Conselho Estadual de Saúde (CES). As normas que emanam deste fórum deliberativo devem ser respeitas por integrarem o ordenamento jurídico e cumprirem sua função de instrumentalização normativa do SUS. Nesse sentido, o objetivo desta pesquisa foi discutir o poder normativos da CIB e a efetividade de suas normas, a partir do paradigma do discurso do direito. Realizamos uma análise documental, a partir das resoluções e das atas da CIB, para compreender sua dinâmica discurso-deliberativa e caracterizá-la, ou não, como um espaço de gênese democrática de direitos. Identificamos e classificamos as propostas aprovadas quanto à correspondência com as resoluções do CES, quanto ao conteúdo, à forma de aprovação à dinâmica da discussão das propostas aprovadas que resultaram em resoluções. Foi possível perceber que há um grande potencial democrático na CIB, um potencial que precisa ser explorado. Mas há também fragilidades e contradições na dinâmica das discussões no interior da Intergestores. Há indício de uma institucionalização que mina o potencial democrático-discursivo e se fecha à participação e controle social. Em tempos de uma democracia e de um sistema jurídico em crise de legitimidade, espaços como a CIB devem cada vez mais se abrir para a participação popular, estimulando uma radicalização democrática, construindo instrumentos de participação da sociedade civil e de abertura às novas formas de expressão da democracia participativa, que escapa às formas institucionais tradicionais
The Intermanager Bipartite Commission (IBC) was instituted by the Basic Operational Norm 01/93 and responds for the operational aspects of the Unified Health System (UHS). It is a forum for negotiation and pactuation between municipal and state managers, promoting the integration of the various municipal health systems coordinated by the state government. The norms issued by the IBC in the form of resolutions , have the nature of procedural rights, in other words, establish specific procedures for fulfill the right to health , allowing all potential receivers of these norms to acknowledge, support, criticize or even challenge them in court. The normative power of the ICB results from express legal prevision to regulate the operational aspects of the UHS, and its democratic legitimacy is the result of the control exercised directly by citizens or through the State Council of Health (SCH). The norms that emanate from the ICB should recognize as a part of the legal order and fulfill its operational goal inside the legal health system. Accordingly, the objective of this research was to discuss the normative power of the IBC and the effectiveness of its resolutions, under the paradigm of the discourse theory of law. The methodology was fulfilled through the documentary analysis of the resolutions and discussions of IBC, to understand its deliberative and discursive dynamics to characterize it, or not, as a forum for democratic genesis of rights. We identify and rank the proposals approved as its correspondence with the resolutions of the SCH, as its the content, its approval procedures, and the dynamics of the discussion to approve proposals that resulted in resolutions. We observed that there is a great democratic potential in IBC, a potential that needs to be explored. But there are also weaknesses and contradictions in the dynamics of the discussions within the Intermanager. There is evidence of a potential institutionalization that undermines democratic discourse and closes the IBC to social participation and control. In times of a democracy and a legal system in a crisis of legitimacy, spaces like the IBC must increasingly open to popular participation, encouraging democratic radicalization, building instruments for civil society to participate and openness to the new forms of expression of democracy, which escapes the traditional institutional forms
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Torroba, Carón Mª Amparo. "Patología cervical : valor predictivo de la técnica inmunocitoquímica p16/ki67 para detectar lesión CIN2+ subyacente". Doctoral thesis, TDR (Tesis Doctorales en Red), 2015. http://hdl.handle.net/10803/300753.

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Resumen
El carcinoma de cérvix representa la tercera neoplasia más frecuente en el mundo en las mujeres y una de las causas principales de muerte en países en vías de desarrollo. El virus del papiloma humano (VPH) es causa necesaria pero no suficiente para el desarrollo de esta neoplasia, puesto que casi todos los casos diagnosticados (99%) resultan positivos. Está totalmente asumido que el screening periódico con el test de Papanicolau es efectivo en reducir la incidencia y mortalidad del cáncer cervical, aunque en ocasiones puede presentar baja sensibilidad. La determinación de VPH-AR aporta baja especificidad, dado que la mayoría de infecciones por VPH son transitorias (hasta un 90% de las infecciones se aclaran en los dos primeros años). Nuestro estudio versará de cómo un marcador dual inmunocitoquímico (p16/ki67) puede indicar la desregulación del ciclo celular causado por oncoproteínas del VPH: E6 y E7. OBJETIVOS: El objetivo principal de esta tesis es: o Comprobar si la tinción dual con biomarcadores p16INK4a y Ki-67 que se expresan en las células de las citologías diagnosticadas de ASC y LSIL se asocia bien con lesión CIN2+ subyacente, o con progresión en un período determinado a CIN2+ Y los objetivos secundarios: o Comparar la tasa de positividad, sensibilidad y especificidad para citología con tinción dual versus determinaciónVPH-AR, para detectar lesiones CIN2+ o Ver qué relación guarda la positividad de la técnica dual p16/ki-67 con los distintos genotipos virales de alto riesgo, en los casos confirmados histológicamente como CIN2+. Frecuencia de los distintos genotipos en estas lesiones METODOLOGÍA GENERAL: • OBJETIVO PRINCIPAL: Se seleccionaron 306 pacientes a las que se les realizó técnica dual inmunocitoquímica p16/ki-67. Tras su realización se valoró como positiva o negativa. De las 306 muestras citológicas, el 50% de ellas se siguió de toma biópsica, con tres posibles diagnósticos: negativo para displasia (16), CIN1 (80) y CIN2+ (57). o El “gold standard” es el diagnóstico histológico de CIN2+ o El seguimiento de las pacientes fue de 1 día hasta 30 meses en algún caso • OBJETIVO Nº2: A 146 pacientes de las 306 se les realizó además tests de VPH: captura híbrida (HC2) y genotipado por PCR (Clart® HPV2). • OBJETIVO Nº3: De las 57 pacientes en las que se confirmaron histológicamente lesiones de CIN2+ se enviaron cortes de tejidos embebidos en parafina (TEP) a la unidad de virología para genotipado con PCR (método Clart®). RESULTADOS: OBJETIVO PRINCIPAL: o Se obtiene un aumento significativo de la sensibilidad para detectar lesión CIN2+ subyacente, manteniendo la alta especificidad que ya aportaba el test de papanicolau por sí solo. o Se observan leves diferencias en sensibilidad/especificidad entre los ASC y los LSIL OBJETIVO Nº 2: Se observa, tanto en ASC como en LSIL, una similar sensibilidad entre ambos tests (técnica dual y determinación de VPH) para detectar lesión CIN2+ subyacente cercana al 90%, existiendo sin embargo una especificidad mayor para la técnica dual, estadísticamente significativa. OBJETIVO Nº3: Se diagnosticó CIN2+ en 57 pacientes de las 306 incluídas en el estudio (18,6%). En más de la mitad de los casos (el 56%) la infección fue por un único genotipo, siendo el más frecuente el 16 (en 14 pacientes, el 50% de los casos positivos para VPH-AR), seguido del 31, y después con la misma frecuencia el 18, 45, 51 y 58. En los casos de infección múltiple también es el genotipo 16 el que más frecuentemente se asocia con otros genotipos (hasta en un 59% de los casos). El VPH 18 sólo aparece asociado en un 18% con otros genotipos. La frecuencia absoluta ha sido para el VPH16, seguido del 31 y posteriormente del 18.
Cervical cancer is the third most common neoplasia in women and still is one of the main causes of death in less developed countries. Human papillomavirus (HPV) is necessary but not sufficient cause for this neoplasia as almost all the diagnosed cases (99%) were positive for cervical cancer. Regular screening together with the performance of a Pap test are believed to be effective in lowering cervical cancer incidence and mortality rates, although it can show low sensitivity. HR-HPV tests have a low specificity as most HPV infections are temporary (up to 90% of the infections resolve within the first two years). Our study will deal with how immunocytochemistry involving dual staining for p16 and Ki-67 can show cell cycle deregulation caused by HPV oncoproteins: E7 inactivates pRb, so p16 overexpression increases dramatically, and E6 stimulates the proliferative activity of Ki-67 by interfering with p53. OBJECTIVES: The main objective of this thesis is to: o Check that dual staining of ASC and LSIL cytology with p16INK4a and Ki-67 biomarkers is associated with an underlying CIN2+ lesion, or is progressing to CIN2+ over a specific period of time. And the following secondary objectives: o Comparing positivity, sensitivity and specificity rates for positive, dual stained results for dual staining cytology to determination of HR-HPV, in order to detect CIN2+ lesions. o Observing the connection of positive dual-stained results for p16 and Ki-67 with the different high-risk viral genotypes in histologically confirmed cases of CIN2+. Frequency with which different genotypes appear in these lesions. MATERIALS AND METHODS • MAIN OBJECTIVE: 306 selected patients underwent p16/Ki-67 dual immunostaining testing. The tests were positive or negative. Out of the 306 cytology samples, 50% were followed by bioptic sampling (histological analysis of 153 patients), with three possible diagnoses: negative for dysplasia (16), CIN1 (80) and CIN2+ (57). o The gold standard is the histologic diagnosis of CIN2+. o The Clinical Follow-up of patients took from 1 day up to 30 months in some cases. • OBJECTIVE No.2: 146 patients underwent HPV testing as well: Digene Hybrid Capture (HC 2) test and a PCR-based genotyping assay (Clart® HPV2). • OBJECTIVE No.3: Sections of paraffin-embedded tissues from the 57 patients were sent to the Department of Virology for a PCR-based genotyping assay (Clart® HPV2). RESULTS: MAIN OBJECTIVE: o Three hundred and forty-nine p16/Ki-67 dual-stained cytology tests were performed in 306 patients with ASC and LSIL diagnoses, resulting in a general and important rise in sensitivity for the detection of an underlying CIN2+ lesion, maintaining the same high specificity given only by the Pap test. o Some minor differences in sensitivity and specificity are found in ASC and LSIL. OBJECTIVE No. 2: In ASC and LSIL, both tests (dual staining and determination of HPV) have a similar sensitivity of 90% when detecting any underlying CIN2+ lesion, although a statistically significantly higher specificity of dual stained cytology has been observed. OBJECTIVE No. 3: CIN2+ has been diagnosed in 57 patients out of the 306 patients who participated in this study (18,6%). In more than half of the cases (56%), the infection was due to only one genotype, the most common being genotype 16 (in 14 patients or 50% of the HR-HPV-positive cases), followed by genotype 31 and then genotypes 18, 45, 51 and 58 with the same frequency. In cases of multiple infection, it is also genotype 16 which is most frequently associated with other genotypes (in up to 59% of the cases). HPV-18 is only associated with other genotypes in 18% of the cases. In order, the following absolute frequency was observed: HPV-16, 31 and finally 18.
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BOTTIGLIERI, MARIA. "Il diritto al cibo adeguato. Tutela internazionale, costituzionale e locale di un diritto fondamentale “nuovo”". Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2015. http://hdl.handle.net/11579/105576.

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CORRADO, SARA. "Verso un produzione di cibo sostenibile. Analisi del cico di vita delle produzioni agro-alimentari". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19076.

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Resumen
Fornendo energia e nutrienti, la produzione di cibo è essenziale per la vita. Tuttavia, essa rappresenta anche una criticità ambientale. La popolazione mondiale in rapida crescita, infatti, ha bisogno di un quantitativo di cibo sempre maggiore, una delle principali cause di degrado ambientale a livello globale. Il sistema agricolo è fondato su una rete di relazioni complesse che collegano la produzione agricola, funzioni e condizioni ambientali. Una produzione agricola meno impattante è, quindi, fondamentale per non compromettere la possibilità per la future generazioni di avere accesso a un quantitativo adeguato di risorse. La metodologia LCA (life cycle assessment) ha un ruolo centrale nella valutazione di sostenibilità. Analizzando l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, infatti, permette di tenere in considerazione eventuali trasferimenti di impatti tra comparti ambientali o fai della filiera. Il principale obiettivo della presente tesi è contribuire al dibattito in corso riguardo all’armonizzazione degli approcci nell’applicazione della metodologia LCA a prodotti agro-alimentari per favorirne l’affidabilità e l’efficacia.
Providing energy and nutrients, food production is essential for life. However it represents also an important environmental concern. Indeed, the rapidly growing world population is requiring an increased food production which is one of the greatest causes of environmental degradation throughout the world. The agricultural system is based on complex relations that link agricultural productivity, environmental functions and environmental conditions. Therefore, moving towards less polluting production systems is of the utmost importance to satisfy the current demand for food without compromising the possibility for future generations to have access to a proper amount of food of adequate quality. Life cycle assessment (LCA) methodology is at the core of sustainability assessment. Indeed, considering the entire life cycle of a product or service, it allows to account for potential shifts of environmental impacts between environmental compartments or stages of the food supply chain. The overall aim of the present thesis is to contribute to the ongoing debate on the harmonisation of the approaches to carry out a LCA referred to agro-food products in order to foster its reliability and effectiveness.
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CORRADO, SARA. "Verso un produzione di cibo sostenibile. Analisi del cico di vita delle produzioni agro-alimentari". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19076.

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Fornendo energia e nutrienti, la produzione di cibo è essenziale per la vita. Tuttavia, essa rappresenta anche una criticità ambientale. La popolazione mondiale in rapida crescita, infatti, ha bisogno di un quantitativo di cibo sempre maggiore, una delle principali cause di degrado ambientale a livello globale. Il sistema agricolo è fondato su una rete di relazioni complesse che collegano la produzione agricola, funzioni e condizioni ambientali. Una produzione agricola meno impattante è, quindi, fondamentale per non compromettere la possibilità per la future generazioni di avere accesso a un quantitativo adeguato di risorse. La metodologia LCA (life cycle assessment) ha un ruolo centrale nella valutazione di sostenibilità. Analizzando l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, infatti, permette di tenere in considerazione eventuali trasferimenti di impatti tra comparti ambientali o fai della filiera. Il principale obiettivo della presente tesi è contribuire al dibattito in corso riguardo all’armonizzazione degli approcci nell’applicazione della metodologia LCA a prodotti agro-alimentari per favorirne l’affidabilità e l’efficacia.
Providing energy and nutrients, food production is essential for life. However it represents also an important environmental concern. Indeed, the rapidly growing world population is requiring an increased food production which is one of the greatest causes of environmental degradation throughout the world. The agricultural system is based on complex relations that link agricultural productivity, environmental functions and environmental conditions. Therefore, moving towards less polluting production systems is of the utmost importance to satisfy the current demand for food without compromising the possibility for future generations to have access to a proper amount of food of adequate quality. Life cycle assessment (LCA) methodology is at the core of sustainability assessment. Indeed, considering the entire life cycle of a product or service, it allows to account for potential shifts of environmental impacts between environmental compartments or stages of the food supply chain. The overall aim of the present thesis is to contribute to the ongoing debate on the harmonisation of the approaches to carry out a LCA referred to agro-food products in order to foster its reliability and effectiveness.
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TERZO, Simona. "BENEFICIAL EFFECTS OF PISTACHIO REGULAR INTAKE IN OBESITY-RELATED DYSFUNCTIONS". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/514375.

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Maniyar, Abhishek Sanjay. "From the CMB to CIB : dusty star formation, dark energy and kSZ". Thesis, Aix-Marseille, 2019. http://theses.univ-amu.fr.lama.univ-amu.fr/190919_MANIYAR_759uunye462vklkb421iixa572jct_TH.pdf.

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Resumen
Le fond diffus infrarouge (CIB) provient de l'émission IR cumulée des galaxies sur toute l'histoire de l'Univers. Ainsi, le CIB sonde la formation et l'évolution des galaxies sur une grande gamme de décalage vers le rouge. Dans cette thèse, nous utilisons les anisotropies du CIB pour: i) Mesurer l'histoire de la formation des étoiles de l'Univers et le biais effectif des halos de matière noire hébergeant les galaxies CIB jusqu'à un décalage rouge élevé. En utilisant ces mesures, nous calculons la masse typique de ces halos de matière noire, sur une grande gamme de décalage vers le rouge. ii) En utilisant le CIB comme traceur de la structure à grande échelle, la corrélation croisée avec le CMB fournit une sonde alternative de l'énergie noire. Nous montrons que le CIB, extrait sur une grande fraction du ciel, peut fournir la meilleure mesure de l'effet ISW. En utilisant un formalisme matriciel de Fisher, nous prédisons l'amélioration des contraintes sur les paramètres cosmologiques en utilisant l'ISW mesuré avec le CIB. iii) Mesurer le spectre de puissance de l'effet Sunyaev-Zel'dovich cinétique (kSZ) caché dans les données du CMB. Nous améliorons les analyses existantes en combinant les mesures du CIB (de Planck/HFI et Herschel/SPIRE) et les observations de Planck, SPT et ACT pour étendre la gamme des échelles spatiales et des fréquences afin de faciliter la mesure du kSZ. Nous développons un nouveau modèle pour le CIB (pour pouvoir tenir compte des petites échelles spatiales), et modélisons de façon cohérente l'effet SZ thermique (tSZ) et la corrélation CIBxtSZ. Ceci est nécessaire pour séparer avec précision ces différentes composantes dans le spectre de puissance
The CIB is the cumulative infrared emission from all the galaxies throughout cosmic history. Its distinct frequency-redshift dependence allows to probe a large span of redshifts. In this thesis, we utilise the CIB anisotropies detected by the Planck satellite to:i) Measure the star formation history of the Universe and the effective bias of the dark matter halos hosting the CIB galaxies to a high redshift. Using these measurements, we calculate the typical mass of the host dark matter halos for the CIB galaxies at different times.ii) Using the CIB as a tracer of the large scale structure, the cross-correlation with the CMB provides with an alternative probe of the dark energy. We showed that the CIB, extracted on a large fraction of the sky, may provide the best Integrated Sachs Wolf measurement (in terms of S/N ratio). Using a Fisher matrix formalism, we also predict the improvement on the constraints on the cosmological parameters using the ISW measured with this technique. We cross-correlate the best available maps of the CIB and the CMB and find that the dust residuals in the CIB maps are too high to detect the ISW through this method.iii) Measure the kinetic Sunyaev-Zel'dovich (kSZ) power spectrum hidden in the CMB power spectrum. We improve upon the existing analysis by combining the CIB measurements (from Planck/HFI and Herschel/SPIRE) and multi-frequency observations by Planck, SPT and ACT to extend the range of scales and frequencies to facilitate the kSZ measurement. We develop a power spectrum analysis based on physically motivated but simplistic and consistent models of foreground components (CIB, tSZ, tSZxCIB) to accurately separate the kSZ from the CMB
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Dahl, Karipidis Tim Oscar. ""Cibo" - A serious game raising awareness for the effect that different food has on the environment". Thesis, Malmö universitet, Fakulteten för teknik och samhälle (TS), 2019. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mau:diva-20094.

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Resumen
Climate change might be our time's defining issue and our way of producing and consuming food is a large contributor of global climate change. This thesis investigate the possibility of using serious gaming with the intent of raising awareness for the difference in emissions of distinct food types. With the development of a serious game, this paper aims to raise awareness for these issues among university students. The game was evaluated with nine university students and the results suggests that the use of serious gaming with the intent of raising awareness for the difference in emissions of distinct food types show potential, however it was unclear whether or not the students gained a wider understanding of the issue or only acquired some factual knowledge.
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Trivellato, Marco <1993&gt. "Il consumo di cibo etnico in Italia. Un approccio statistico per l’analisi delle preferenze del consumatore". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13675.

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Resumen
Ad oggi molte persone che vivono nei paesi sviluppati tendono a mangiare più per piacere piuttosto che per soddisfare il bisogno primario di nutrizione e sopravvivenza e vedono il momento del pasto come evento di socializzazione. Nella sua definizione più ristretta, il cibo etnico è quello che ha origine da una cultura diversa dalla propria e ha un’eredità molto radicata in un determinato territorio, che conosce e sfrutta tutti gli alimenti primari che ha a disposizione per preparare pietanze più o meno complesse. Com’era di facile previsione, l’Italia è una nazione particolare dal punto di vista gastronomico, con radici ben radicate da nord a sud e con una prevalenza di popolazione in età adulta/anziana, sussistono dunque vari punti che limitano la diffusione, l’accettazione e il consumo di prodotti etnici. Avvalendomi di uno studio empirico, questa tesi mira a indagare le preferenze dei consumatori nei confronti del cibo etnico, cercando di individuare eventuali discriminanti relative all’origine dei vari prodotti e alla sicurezza percepita.
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Segalla, Silvia. "Le radici del cibo. Donne venete e culture della cucina tipica in differenti aree della Regione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423975.

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Resumen
Traditional and local cuisines are achieving resounding success, responding to the current proliferation of food philosophies and to the worldwide circulation people, goods and information. In the wide and confusing range of dietary choices and food cultures, the grandmother's cuisine and the frank conviviality of old taverns become symbols of traditional local identities, describing not only a specific food culture but also a certain way of being and constructing social relations. Starting from these premeses, this work aims to analyse the narrations of women who worked as cooks and waitresses in the kitchen and in the front of house of old “osterie”. While the geographical setting of the research is Veneto, a Region located in North-East of Italy, the historical context ranges from the Fifties to the Seventies, a period of great socio-economic transformation for the whole Region. The inquiry is based on 39 semi-structured interviews held either in Italian or in dialect. The sociological approach of this dissertation dialogue with the Gender Studies perspective, dealing particularly with Food and Gender Studies. The osterie in which the interviewees work or used to work are all family-run businesses, where everybody's tasks and responsibilities reflect his or her position within the social and the family context. Beside this, osterie were symbols of adult and male sociability because they were considered unappropriate places for women and children as customers. Given this, women's narratives depict their everyday life focusing the attention on the cooking and the serving of food. The interactions among women, family members, and customers highlight the multiple ways in which women handle the boundaries between family and work, production and reproduction, endocuisine and esocuisine (Lévi-Strauss 1967). Against and through those boundaries, women negotiate the bordes between care and personal accessibility, key concepts of gender perspective, specifically when talking with and about women (Bimbi 2014). Cookes and waitresses' narrations depict the trasmission of culinary knowledge through practice (Giard 1994, Sutton 2001), the interaction in the front of house and between the front of house and the kitchen (Goffman 1959), the organization of culinary work (Fine 1996), the relationship between family and work responsibilities, the preparation of tipical recipes (Greimas 1979). The purpose of the analisys is to underline the complexity of women's representations and self-representations, which present no clear dichotomy between the maternal construction of a proper family (Charles, Kerr 1986, 1988; Counihan 2004, 2009; Devault 1991; Douglas 1975; Lupton 1996, 2000) and of a proper work, between food as a gift (Caillé 1998, Godbout 1996, 2000, Mauss 1966) and as a commodity.
Una grande enfasi accompagna attualmente ogni discorso sulla cucina tradizionale e locale, contraltare ideale alla proliferazione di culture e filosofie alimentari che accompagna la circolazione sempre più ampia e rapida di persone, beni e informazioni. Entro questo panorama vitale ma confuso, le identità gastronomiche locali identificate con la tradizione vera o presunta incarnata nella cucina delle nonne, nella convivialità schietta delle vecchie osterie, si prestano non solo a rappresentare abitudini e certezze alimentari, ma anche a evocare, spesso idealizzandoli, figure sociali e stili relazionali. A partire da queste premesse, il presente lavoro si propone di decostruire le auto-rappresentazioni di donne hanno lavorato come cuoche e cameriere nelle cucine e nelle sale di trattorie e osterie a conduzione familiare tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. La ricerca è stata condotta nelle sette province della Regione Veneto e si basa sulla raccolta di 39 interviste semi-strutturate effettuate in italiano o in veneto. Le narrazioni, contestualizzate entro un periodo storico di grande evoluzione sociale ed economica, sono sottoposte a un'analisi di carattere sociologico inserita in una prospettiva di genere e, in particolare, nel filone di studi che indaga la relazione tra genere e cibo. Nei locali a gestione familiare raccontati dalle interviste, l'assegnazione di compiti e responsabilità disegna il posizionamento di ciascuno entro lo spazio familiare e sociale. Raccontando la vita nel locale, e in particolare la preparazione e il servizio dei piatti, le narrazioni delineano l'interazione tra donne – diverse per età, status sociale e familiare – familiari e clienti – uomini adulti di diversa estrazione sociale – mettendo in luce le strategie di negoziazione dei confini tra vita familiare e vita lavorativa, produzione e riproduzione, endocucina ed esocucina (Lévi-Strauss 1967) e, con questi, quelli tra cura e accessibilità personale, costrutti fondamentale nella prospettiva di genere e, in particolare, nelle letture che individuano le donne come soggetti di studio (Bimbi 2014). L'analisi mette in luce la trasmissione infra-femminile delle conoscenze culinarie (Giard 1994), le dinamiche della sala, le strategie di conciliazione tra responsabilità familiari e impegni lavorativi, l’organizzazione del lavoro di cucina (DeVault 1991, Fine 1999), l’interazione tra il retroscena della cucina e la ribalta della sala (Goffman 1959), nonché l'esecuzione di alcune ricette tipiche (Greimas 1979). Decostruendo questi aspetti, il lavoro cerca di restituire la complessità delle rappresentazioni messe in scena, che costringono a problematizzare l'alternativa tra il cibo come dono (Caillé 1998; Godbout 1996, 2000; Mauss 1965), simbolo dell'amore ma anche delle costrizioni familiari (Charles, Kerr 1986, 1988; Counihan 2004, 2009; Devault 1991; Lupton 1996, 2000) e il cibo come merce, preparato e servito in base a logiche strettamente correlate all'interesse.
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Zhao, Bin Parise Leslie V. "Regulation of cell survival by CIB1, a new modulator of 3-phosphoinositide-dependent protein kinase 1 PDK1". Chapel Hill, N.C. : University of North Carolina at Chapel Hill, 2007. http://dc.lib.unc.edu/u?/etd,1403.

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Resumen
Thesis (Ph. D.)--University of North Carolina at Chapel Hill, 2007.
Title from electronic title page (viewed Apr. 25, 2008). "... in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Pharmacology." Discipline: Pharmacology; Department/School: Medicine.
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