Literatura académica sobre el tema ""chirurgia epatica""
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Artículos de revistas sobre el tema ""chirurgia epatica""
Restoux, A. y C. Paugam-Burtz. "Anestesia-rianimazione per chirurgia epatica e trapianto epatico". EMC - Anestesia-Rianimazione 20, n.º 2 (abril de 2015): 1–20. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0771(15)70572-4.
Texto completoGozzoli, L., L. Ambrogio, M. Grasso, L. Ghezzo, G. P. Magro, G. B. Bradac, M. Bergui y C. Ferro. "Iperintensità dei nuclei della base nelle sequenze RM T1-W in un caso di shunt porto-sistemico senza insufficienza epatica". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 4 (agosto de 1996): 493–500. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900423.
Texto completoDella Puppa, A., P. Drigo, I. Mammi, P. Amistà, R. Iavicoli, P. A. Battistella y C. Carollo. "Angiomi cavernosi multipli cerebrali ed epatici". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 4 (noviembre de 1993): 419–27. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600407.
Texto completoZaouche, A. y K. Haouet. "Trattamento chirurgico delle cisti idatidee epatiche". EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale 13, n.º 1 (enero de 2007): 1–17. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0798(07)70490-4.
Texto completoCosta, Guido, Matteo Donadon, Carlo Carnaghi, Andrea Lania y Guido Torzilli. "Chirurgia radicale ma conservativa delle metastasi epatiche da tumore neuroendocrino del retto". L'Endocrinologo 15, n.º 4 (16 de julio de 2014): 190–92. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-014-0049-2.
Texto completoStallone, G., B. Infante y L. Gesualdo. "Malattia renale policistica autosomica dominante. Nuovi approcci terapeutici “Ottimisti per diritto”". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, n.º 3 (24 de enero de 2018): 48–54. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1233.
Texto completoTesis sobre el tema ""chirurgia epatica""
Tuci, Francesco. "Modello predittivo dell'insufficienza epatica irreversibile dopo resezione epatica per epatocarcinoma su cirrosi: il "resection score"". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424698.
Texto completoIntroduzione La resezione epatica è una delle opzioni terapeutiche ad intento curativo per l'epatocarcinoma (HCC) su cirrosi epatica, ad intento radicale, con i migliori risultati in termini di sopravvivenza e recidiva di malattia, insieme al Trapianto di fegato. Il principale limite della resezione epatica è rappresentato dal rischio di insufficienza epatica postoperatoria, gravato dalla presenza della cirrosi. Il nostro intento è di realizzare uno score predittivo dell'insufficienza epatica irreversibile postoperatoria e quindi della morte precoce, che sia di aiuto nella pratica clinica per la valutazione dell'indicazione alla resezione. Materiali e Metodi Lo studio è stato condotto retrospettivamente su 367 pazienti, sottoposti a resezione epatica per epatocarcinoma su cirrosi dal 1/01/2000 al 31/12/2013 presso il Centro di Chirurgia Epatobiliare di Padova. Attraverso una regressione logistica uni e multivariata abbiamo identificato le variabili predittive di insufficienza epatica irreversibile - morte precoce dopo resezione; con tali variabili abbiamo formulato uno score predittivo di cui abbiamo valutato la potenza prognostica della sopravvivenza a lungo termine. Lo score è stato validato con una coorte di 343 pazienti, sottoposti a resezione epatica per epatocarcinoma su cirrosi presso il Mount Sinai Istitute di New York. Risultati L'incidenza di morte precoce è stata del 10% nella coorte di studio e del 12% nella coorte di validazione. La sopravvivenza della coorte di studio e di validazione rispettivamente a 1, 3 e 5 anni è stata rispettivamente del 82% vs 85%, 57% vs 71%, 45% vs 63%. Le variabili che all'analisi multivariata sono risultate significativamente correlate con la morte precoce sono l'età (p= 0.0021), la positività all'epatite B (p= 0.0151), la sodiemia< 139 (p= 0.0089), piastrinemia< 150000 (p= 0.0002), l'AFP (p= 0.0011), il MELD>8 (p= 0.0026), il superamento dei criteri "up to seven" (p= 0.0016) per le caratteristiche tumorali. Nella coorte di studio i pazienti con punteggio dello score ottenuto> 10 avevano una sopravvivenza mediana di 32 mesi se in stadio BCLC A-0 e di 21 mesi se in stadio BCLC B-C, rispetto ad una sopravvivenza di 69 e 42 mesi per uno score<10. Nella coorte di validazione un punteggio >10 implica una sopravvivenza mediana di 25 mesi e 14 mesi nei pazienti BCLC A-0 e BCLC B-C, rispetto ad una sopravvivenza di 120 e 63 mesi, per uno score <10. Conclusione Lo score ottenuto ha potere predittivo di insufficienza epatica irreversibile e morte precoce dopo resezione, stimando anche la sopravvivenza a medio e lungo termine. La validazione esterna rende il calcolatore uno strumento potenzialmente utilizzabile nella pratica clinica nella valutazione dei candidati a resezione epatica per HCC su cirrosi.
Pacilé, Vincenzo <1975>. "Sviluppo di un modello sperimentale di insufficienza epatica acuta post- ischemica nel suino". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2804/2/vincenzo-pacil%C3%A8-Sviluppo_di_un_modello_sperimentale_di_insufficienza_epatica_acuta_post-_ischemica_nel_suino%E2%80%9D.pdf.pdf.
Texto completoPacilé, Vincenzo <1975>. "Sviluppo di un modello sperimentale di insufficienza epatica acuta post- ischemica nel suino". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2804/.
Texto completoBassi, Domenico. "Resezione epatica maggiore con modulazione del flusso portale nel ratto: studio emodinamico e ruolo della Serpina B3 sul danno cellulare". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424101.
Texto completoPresupposti studio: L'aumento del flusso sanguigno per grammo di fegato immediatamente dopo resezione epatica comporta un aumento dello shear stress intraepatico che sembra essere coinvolto nello stimolo e regolazione della rigenerazione. Un iperafflusso portale tuttavia sembra determinare un serio danno epatico a causa dell'elevato shear stress intraparenchimale. Questo fenomeno è stato studiato prevalentemente nel trapianto di fegato parziale da donatore vivente o cadavere e nei soggetti sottoposti a resezioni epatiche estreme. Ne risulta una sindrome definita come Small for Size che ha molte similitudini con l'insufficienza epatica post epatectomia e che si associa a grave morbilità e mortalità. Tra i meccanismi di rigenerazione e protezione cellulare post resezione epatica, la Serpina B3 (inibitore delle serin-proteasi con azione anti- apoptotica) potrebbe avere un ruolo nel controllo dell’apoptosi. Per prevenire il danno da elevato shear stress si è focalizzata l'attenzione sulla modulazione del flusso portale attraverso il confezionamento di shunt porto-cavali, l'embolizzazione dell'arteria splenica, la splenectomia. Scopo dello studio : è l’analisi delle variazioni emodinamiche all'ecodoppler del circolo portale e arterioso epatico in corso di resezione epatica maggiore nel ratto e in corso di resezione epatica associata a splenectomia e il loro impatto sul danno parenchimale. Lo studio ha inoltre lo scopo di valutare la correlazione tra espressione della Serpina B3 e il danno cellulare post resettivo in gruppi diversi di animali. Materiali e metodi: 23 ratti Wistar maschi sono stati suddivisi in 4 gruppi: il Gruppo A (5 animali) è stato sottoposto a resezione epatica del 30%, il Gruppo B (8) a resezione 60%, il Gruppo C (7) a resezione 60% associata a splenectomia e il Gruppo D (3) ha costituito il gruppo di controllo ed è stato sottoposto a laparotomia, ma non a resezione epatica (sham operated). Immediatamente prima dell’intervento chirurgico (T0) e a due ore (T1) si sono eseguiti prelievi ematici su ciascun ratto (dosaggio di AST, ALT, LDH, Acido lattico e Ammonio). Campionamenti di tessuto epatico sono stati eseguiti al termine della resezione e a 2 ore dalla fine dell'intervento chirurgico. Sempre a T0 e T1 è stato effettuato un eco-color doppler epato-splenico. Sui prelievi bioptici dei vari gruppi oltre ad analisi istopatologiche standard, è stata eseguita l’estrazione e la quantificazione dell’RNA della Serpina B3. Sugli stessi prelievi bioptici si è eseguito il test TUNEL per la quantificazione dell’indice apoptotico. Risultati: L’indagine doppler ha mostrato un flusso portale per grammo di fegato maggiore nel gruppo B rispetto agli altri 3 gruppi. Solamente nel gruppo B le resistenze arteriose epatiche hanno avuto un aumento significativo e le resistenze dell’arteria splenica apparivano aumentate. Nel gruppo C c’è stata una tendenza del flusso portale a diminuire dopo resezione epatica + splenectomia ed anche le resistenze arteriose epatiche tendevano a ridursi in questo stesso gruppo. L’espressione di Serpina B3 nel gruppo B è aumentata maggiormente rispetto agli altri gruppi. L’indagine TUNEL ha mostrato un maggior grado di apoptosi nel gruppo C rispetto al gruppo B e al controllo. Conclusioni: Il danno epatico post-resettivo è presente già 2 ore dopo l’epatectomia ed è probabilmente dovuto alle alterazioni emodinamiche che questa provoca. Il ruolo della Serpina B3 non è ancora chiarito nella protezione del danno dopo resezione epatica maggiore; quello che abbiamo assistito nel nostro studio è che ad una maggior espressione di Serpina B3 si associa una minore apoptosi.
Polacco, Marina. "Survival benefit della resezione epatica nel colangiocarcinoma intraepatico avanzato: un'analisi dei dati del SEER (Surveillance, Epidemiology, and End Results)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422807.
Texto completoPremesse: La resezione epatica rappresenta il trattamento di prima scelta nel trattamento del colangiocarcinoma intraepatico in stadio I e II. Il ricorso alla terapia chirurgica negli stadi più avanzati è controverso, non solo a causa di aspetti tecnici legati all’intervento resettivo, ma anche per quanto riguarda l’eventuale beneficio in termini di sopravvivenza. Scopo del lavoro: Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare il potenziale beneficio in termini di sopravvivenza della resezione epatica nel colangiocarcinoma intraepatico avanzato classificato in base alla 7^ ed 8^ edizione dell’AJCC (American Joint Committee on Cancer) e di individuare i fattori prognostici in grado di influenzare direttamente la sopravvivenza dei pazienti dopo resezione epatica. Metodologia: E’ stato condotto uno studio retrospettivo di coorte con i dati presenti del data-base del SEER (Surveillance, Epidemiology, And End Results - SEER) per identificare i pazienti di affetti da colangiocarcinoma intraepatico in stadio III e IV secondo la classificazione della 7^ edizione del sistema di stadiazione AJCC. 315 pazienti sono stati arruolati in questo studio nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2013 e sub-classificati in 2 gruppi; il gruppo A comprendeva 154 pazienti sottoposti a resezione epatica ed il gruppo B comprendeva 161 pazienti che non avevano subito una resezione epatica ma avevano ricevuto la sola chemioterapia. La popolazione selezionata è stata classificata anche in base alla 8^ edizione dell'AJCC (pubblicata in corso dello svolgimento dello studio); Dei 315 pazienti arruolati ne sono stati selezionati 233 a loro volta suddivisi in gruppo A (resezione epatica, n = 100) e nel gruppo B (chemioterapia, n= 133). A causa della presenza di dati mancanti le analisi sono state condotte su due diversi data-set: il primo comprende i set di dati completi (CC) e il secondo comprende i dati a imputazione multipla (MI) per entrambe le edizioni dell’AJCC. I pazienti nel gruppo A e B sono quindi stati abbinati tramite il Propensity Score Matching (PS) sia per la 7^ che per l’8^ edizione dell’AJCC per entrambi i data-set (CC ed MI). L’analisi dei fattori prognostici è stata condotta mediante il modello di regressione di Cox a rischi proporzionali. Risultati: Nel data-set CC della 7^ edizione dell’ AJCC per colangiocarcinoma intraepatico, dopo l’analisi PS, la sopravvivenza media per il gruppo A è risultata essere di 35 mesi (12,5-57,4) 95% CI ed a 1, 2 e 3 anni i tassi di sopravvivenza sono risultati pari a 64,3%, 51,1% e 40,8% rispettivamente. Nel gruppo B corrispondente, la sopravvivenza media è risultata essere di 14 mesi (9,1-18,8) 95% CI ed i tassi di sopravvivenza a 1, 2 e 3 anni pari a 51,6%, 16,4% e 5,5% (P = 0,007). Nel data-set CC dell’AJCC 8^ edizione dopo l’analisi PS la sopravvivenza mediana per il gruppo A è stata di 17 mesi (8,1-25,8) 95% CI e per 1, 2 e 3 anni i tassi di sopravvivenza sono stati del 57,8%, 43,4% e 32,6% rispettivamente. Nel gruppo B, la sopravvivenza media è risultata di 12 mesi (8,7-15,2) 95% CI ed i tassi di sopravvivenza a 1, 2 e 3 anni rispettivamente del 46,6%, 7,4% e 3,7% (P = 0,013). Nel data-set CC della 7^ edizione dell’ AJCC è stata dimostrata una prognosi peggiore nei pazienti di età superiore ai 65 anni (HR 1.804, 95% CI 1.139 - 2.858, P = 0.012), nelle lesioni multifocali (HR 1.588, 95% CI 0.950-2.654 , P = 0,077) e con positività linfonodale (HR 1,885, 95% CI 1,011 - 3,513, P = 0,046). Dopo l'analisi PS del data-set CC (AJCC 7^ edizione) si confermavano prognosticamente negativi l’età superiore a 65 (HR 2.618, 95% CI 1.501 - 4.569, P = 0.001) e la presenza di lesioni multifocali (HR 1.890, 95% CI 1.083 - 3.298 , P = 0,025); non si confermava invece il valore prognostico della positività linfonodale (HR 1.188, 95% CI 0. 0.680 - 2.075, P = 0.546). Per ogni analisi si è confermato il ruolo protettivo in termini di beneficio di sopravvivenza della resezione epatica rispetto al trattamento chemioterapico (data-set CC AJCC 7^ edizione pre-PS HR 0.505 CI 95% 0.313 – 0.814; P = 0.005; post-PS HR 0.567 CI 95% 0.347 – 0.926 P = 0.023). Conclusione: Nei pazienti sottoposti a resezione epatica si è dimostrato un benefico in termini di sopravvivenza rispetto ai pazienti chemiotrattati per gli stadi III e IV a della 7^ edizione dell’AJCC; un minor beneficio, sebbene presente, si è riscontrato invece nei pazienti in stadio III b dell'8^ edizione del sistema di stadiazione AJCC. Prognosticamente sfavorevoli sono risultati essere l’età superiore a 65 anni, la presenza di malattia multifocale e la presenza di metastasi linfonodali nell’analisi pre-PS. Alla luce di tali risultati sarà necessario eseguire un trial prospettico randomizzato controllato per generare un algoritmo prognostico-terapeutico basato sulle evidenze scientifiche per il trattamento del colangiocarcinoma intraepatico e per una più adeguata definizione dei fattori prognostici di malattia.
D'Amico, Francesco. "Infusione sistemica e loco-regionale di N-ACETIL-CISTEINA nel prelievo di fegato: uno studio prospettico randomizzato controllato". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3427328.
Texto completoPresupposti. Gli agenti anti- ossidanti hanno la capacità di ridurre il danno da ischemia – riperfusione degli organi destinati al trapianto di fegato (TF). In questo studio prospettico randomizzato, abbiamo testato l’impatto sull’outcome post TF dell’infusione di N-acetil-cisteina (NAC) durante la procedura di prelievo del fegato. Metodi. Il protocollo NAC prevedeva: una infusione sistemica di NAC (30 mg/kg) un’ora prima dell’inizio dell’intervento di prelievo d’organo; una infusione loco - regionale di NAC (300 mg attraverso la vena porta) subito prima del cross-clamp. Tra Dicembre 2006 e Dicembre 2007, 56 organi assegnati a candidati adulti con malattia epatica cronica listati per primo TF, sono stati inclusi in modo randomizzato nel protocollo NAC (gruppo NAC = 28 pazienti) o nella procedura standard senza NAC (gruppo no - NAC = 28 pazienti). Risultati. Le variabili del donatore e del ricevente sono risultate confrontabili nei due gruppi. Il tempo mediano di ischemia fredda è stato di 393 minuti nel gruppo NAC e di 383 minuti nel gruppo no - NAC (P>0,05). La proporzione di fegati sub - ottimali è stata del 50% nel gruppo NAC e 43% nel gruppo no – NAC (P>0,05). Il gruppo NAC ha avuto valori ematici significativamente minori di transaminasi e bilirubina dopo il TF. L’incidenza di disfunzioni epatiche precoci è stata significativamente minore (P=0,04) nel gruppo NAC (11%) che nel gruppo no - NAC (32%). Non ci sono stati casi di non funzione epatica o di re - trapianto precoce nei due gruppi. La mortalità precoce del paziente (< 3 mesi) è stata significativamente minore (P=0,05) nel gruppo NAC (4%) che nel gruppo no – NAC (21%). Conclusione. Questo studio ha dimostrato una incidenza molto bassa di disfunzione epatica e di morte precoce del paziente dopo TF quando il protocollo NAC viene utilizzato durante il prelievo di fegato.
Bonsignore, Pasquale. "Sviluppo di biomarkers per la determinazione e la valutazione prognostica della ripresa funzionale epatica post trapianto, nel fegato marginale e nel non heart beating donor". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423510.
Texto completoRiassunto Premesse generali Nell’ambito del trapianto di fegato, uno dei problemi più importanti non ancora risolti è la grande discrepanza tra la richiesta di organi e la risorsa di donazioni. Il ricorso ai così detti organi “marginali”, come quelli dei donatori a cuore non battente e con steatosi maggiore del 60%, potrebbe consentire di ampliare in maniera sensibile il pool degli organi disponibili per trapianto. L’impiego di questi fegati però è associato ad un’alta frequenza di Primary Disfunction postoperatoria a causa del danno che si sviluppa nel corso della preservazione in Cold Storage, nel contesto del processo di ischemia-riperfusione in ipotermia estrema (4°C). Si apre un’area di interesse di ricerca verso l’utilizzo di metodiche alternative nella conservazione del graft epatico come la Machine Perfusion, in grado di ridurre questo tipo di insulti e di consentire il dosaggio di biomarkers in grado di predire l’entità del danno da ischemia-riperfusione e la qualità della ripresa funzionale del graft dopo trapianto. Le grandi potenzialità di questo sistema nell’ambito della preservazione d’organo e i numerosi lavori in letteratura ci hanno spinto ad approfondire questa tematica. Scopo dello studio L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di realizzare un modello sperimentale di Machine Perfusion per la preservazione di fegati prelevati da donatore a cuore non battente, come valida alternativa alla preservazione tradizionale in Cold storage a 4°C. Ulteriore scopo del nostro progetto è stato quello di identificare eventuali biomarcatori in grado di predire l’entità del danno da ischemia-riperfusione e la qualità della ripresa funzionale del graft dopo trapianto di fegato da donatore a cuore non battente. Materiali e metodi Per questi esperimenti abbiamo utilizzato 10 maiali Landrace di circa 20 Kg ai quali abbiamo praticato, 60 minuti dopo l’arresto cardiaco, un’epatectomia totale, prelevando così il fegato. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi di 5 ciascuno: nel primo gruppo (Gruppo A) il fegato prelevato è stato perfuso in MP (Machine perfusion) per sei ore con soluzione di Celsior a 20°C. Nel secondo gruppo (Gruppo B) il fegato prelevato nei 5 animali è stato conservato per 6 ore in CS (Cold storage). In tutti i gruppi di studio il periodo di preservazione è stato seguito da un periodo di rewarming inteso come riperfusione dell’organo con sangue autologo in normotermia (37°) per due ore per valutare la risposta alla riperfusione. Durante tutte le otto ore dell’esperimento sono stati raccolti campioni ematici e istologici. Risultati Dal punto di vista biochimico (AST, ALT, LDH) e istologico (necrosi e congestione) la preservazione mediante perfusione a 20°C si è dimostrata superiore rispetto al Cold Storage. Il dosaggio di AST, ALT, Acido lattico ed LDH si è dimostrato essere un parametro attendibile per la valutazione del danno d’organo e della ripresa funzionale del graft epatico. Il dosaggio di citochine quali IL1, IL6, TNf alfa non ha mostrato alcuna significatività. Conclusioni Queste evidenze sperimentali mettono in rilievo l’efficacia di una preservazione con macchina a perfusione continua a 20°C sul grande animale. Sia dal punto di vista biochimico che istologico, infatti, abbiamo osservato che la Machine Perfusion in moderata ipotermia è di beneficio nella preservazione del graft ed offre il notevole vantaggio di poter testare, durante la perfusione, biomarcatori che possono predire l’eventuale ripresa funzione dell’organo, prima dell’esecuzione del trapianto, al fine di ridurre l’incidenza di disfunction del graft post trapianto.
Bassanello, Marco. "Il trauma epatico: dal trattamento conservativo al trapianto di fegato Analisi di centro". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425177.
Texto completoMirarchi, Mariateresa <1979>. "Resezioni epatiche eco-guidate radicali ma conservative simultanee alle resezioni colo-rettali. Un approccio sicuro al cancro colorettale avanzato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7006/1/Tesi_Dottorato_def.pdf.
Texto completoColorectal cancer(CRC) is still one of the leading causes of cancer-related death in the Western countries. Liver metastases (CRLM) are present in nearly 15% to 25% of individuals with newly diagnosed colorectal cancer and will develop in up to 50% of patient during the course of their disease. Radical liver resection remains the only potentially curative therapy for patient with CRLM, with reported 5-and 10 year actuarial survival rates of 17% to 35% and 16% to 23%, respectively. The optimal timing for surgical resection in case of syncronous presentation of primary CRC and liver metastases has long been controversial. This study aimed to determine whether simultaneous radical but conservative IOUS-guided LR and colorectal resection (CRR) are safe and effective in patient with SCRLM. Forty-eight patients received simultaneous colorectal and liver resection. Mean+SD (range) age was 64,2+9,7 (38-84) years. One patient died within 30 p.o. days; overall postoperative mortality was 2,1%. Nine patients (18,8%) developed one or more complications, 4 (8,3%) of grade III-IV sec. Clavien-Dindo and 5 (10,4%) of grade I-II. Duration of surgery was 486,6+144,0 (153-804) minutes. Postoperative hospital stay was11,9+6,6 (6-50) days. This study confirms that simultaneous colorectal and liver resections can be performed safely without significant increase of perioperative morbidity and mortality rates, also in patients undergoing ultralow anterior resection and in those requiring intermittent hepatic pedicle clamping. IOUS guidance is effective in reducing the extension of LR in patients with SCRLM, even in those with bilobar SCRLM. Since major complications are frequent after simultaneous major LR and CRR, reducing the extent of liver parenchyma removal may have a favourable impact on postoperative course. Simultaneous radical but conservative IOUS-guided LR and CRR is a safe and effective in patient with SCRLM and could serve as primary option for selected cases
Mirarchi, Mariateresa <1979>. "Resezioni epatiche eco-guidate radicali ma conservative simultanee alle resezioni colo-rettali. Un approccio sicuro al cancro colorettale avanzato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7006/.
Texto completoColorectal cancer(CRC) is still one of the leading causes of cancer-related death in the Western countries. Liver metastases (CRLM) are present in nearly 15% to 25% of individuals with newly diagnosed colorectal cancer and will develop in up to 50% of patient during the course of their disease. Radical liver resection remains the only potentially curative therapy for patient with CRLM, with reported 5-and 10 year actuarial survival rates of 17% to 35% and 16% to 23%, respectively. The optimal timing for surgical resection in case of syncronous presentation of primary CRC and liver metastases has long been controversial. This study aimed to determine whether simultaneous radical but conservative IOUS-guided LR and colorectal resection (CRR) are safe and effective in patient with SCRLM. Forty-eight patients received simultaneous colorectal and liver resection. Mean+SD (range) age was 64,2+9,7 (38-84) years. One patient died within 30 p.o. days; overall postoperative mortality was 2,1%. Nine patients (18,8%) developed one or more complications, 4 (8,3%) of grade III-IV sec. Clavien-Dindo and 5 (10,4%) of grade I-II. Duration of surgery was 486,6+144,0 (153-804) minutes. Postoperative hospital stay was11,9+6,6 (6-50) days. This study confirms that simultaneous colorectal and liver resections can be performed safely without significant increase of perioperative morbidity and mortality rates, also in patients undergoing ultralow anterior resection and in those requiring intermittent hepatic pedicle clamping. IOUS guidance is effective in reducing the extension of LR in patients with SCRLM, even in those with bilobar SCRLM. Since major complications are frequent after simultaneous major LR and CRR, reducing the extent of liver parenchyma removal may have a favourable impact on postoperative course. Simultaneous radical but conservative IOUS-guided LR and CRR is a safe and effective in patient with SCRLM and could serve as primary option for selected cases
Capítulos de libros sobre el tema ""chirurgia epatica""
Rinaldi, A., M. Catti, M. D. Leclair, Y. Héloury y G. Podevin. "Chirurgia laparoscopica epatica". En Videochirurgia pediatrica, 331–37. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1797-9_39.
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