Literatura académica sobre el tema "Cerimoniali diplomatici"

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Artículos de revistas sobre el tema "Cerimoniali diplomatici"

1

Cafagna, Ettore. "Il potere dei gesti: preminentia e reputatione nei cerimoniali diplomatici fra Repubblica di Venezia e Province Unite (1610-1623)". SOCIETÀ E STORIA, n.º 155 (abril de 2017): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2017-155002.

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2

Bortoletti, Francesca. "La voce dei poeti alla corte aragonese. La festa e il teatro". Quaderni d'italianistica 36, n.º 1 (27 de enero de 2016): 13–62. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i1.26273.

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Resumen
Nella Napoli dei Re d’Aragona (1442–1504) le presenze della poesia orale nei luoghi dell’intrattenimento umanistico e del teatro aragonese giocano un ruolo determinante nel cerimoniale cortigiano e nelle strategie di politica culturale del Regno Aragonese. Il presente studio mira a rintracciare esempi di scritture, storie e materiali legati a una recitazione estemporanea replicabile in diverse occasioni di cerimoniali di corte o degli episodi politici. Una recitazione che non può essere compresa se non messa in relazione con una visione unitaria della festa di corte che qui si propone di investigare attraverso le presenze della voce del ‘nuovo’ poeta umanista — diplomatico e oratore, storico e cerimoniere, poeta e performer — e delle sue pratiche dicitorie e recitative nella società di corte.
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3

Sfredda, Francesco. "Vienna e Berlino 1873: l'Italia unita si presenta all'Europa". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (junio de 2011): 5–38. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001001.

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Resumen
Il saggio analizza uno dei momenti cruciali della politica estera italiana nei primi anni dopo l'Unitŕ, ossia la visita ufficiale in Austria e Germania di re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Minghetti e Visconti Venosta (1873). Fra le fonti consultate dall'autore, oltre alla stampa periodica e ai documenti diplomatici editi dei tre Stati coinvolti, vi sono anche fonti primarie inedite, provenienti da archivi romani, viennesi e berlinesi. L'evento viene analizzato, oltre che dal punto di vista diplomatico, anche da quello cerimoniale e celebrativo, con una particolare attenzione al processo di nazionalizzazione dell'opinione pubblica nei tre paesi coinvolti. Il saggio dimostra che le grandi novitŕ che rivoluzionarono le relazioni internazionali alla metŕ dell'Ottocento (l'unificazione tedesca, quella italiana, l'austro-ungarico, la nascita della Terza repubblica francese) erano allora ancora precarie. Nuovi documenti sul reale atteggiamento tenuto da Bismarck verso l'Italia finiscono infine per rivalutare in senso positivo le scelte di politica estera della Destra storica, e screditare invece le posizioni sostenute allora dalla Sinistra,da Francesco Crispi.
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4

Frigo, Daniela. "Ambasciatori spagnoli e cerimoniale diplomatico negli scritti di Ferdinand de Galardi e Gregorio Leti". CHEIRON, n.º 1 (junio de 2019): 13–36. http://dx.doi.org/10.3280/che2018-001002.

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5

González Heras, Natalia. "Doni diplomatici: strumenti per il dialogo tra la Santa Sede e la Monarchia spagnola nel XVIII secolo". CHEIRON, n.º 1 (enero de 2022): 208–25. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-010.

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Resumen
Le relazioni tra la Santa Sede e la Monarchia spagnola nella seconda metà del XVIII secolo furono caratterizzate da una forte tensione. L'obiettivo principale di questo lavoro è analizzarne alcune testimonianze in determinati frangenti politici, a partire dallo studio della pratica del dono, che era parte del cerimoniale associato all'ingresso pubblico dei nunzi apostolici a Madrid. Osserveremo quattro ingressi - uno per il governo di Fernando VI (1746-1759) e tre per quello del successore, Carlo III (1759-1788) - che ci permetteranno di indagare ciò che sta dietro agli aspetti meramente materiali degli oggetti inviati dal Papa ai Re spagnoli e i membri della loro Corte nel corso del secolo.
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6

Becker, Rotraud. "Das Präzedenzrecht des Praefectus Urbis". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 175–236. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0011.

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Resumen
Riassunto Nel 1631 papa Urbano VIII conferi al suo nipote Taddeo Barberini il titolo di Praefectus Urbis, di cui erano stati insigniti a partire dal 1435 anche altri nipoti secolari dei papi, elevando percio lui e la sua famiglia al rango principesco. Come segno esteriore della sua posizione di rilievo egli avrebbe dovuto occupare, nel cerimoniale pontificio, il primo posto tra i dignitari secolari, ottenendo in tal modo la precedenza sui rappresentanti delle potenze a Roma. La disposizione provoco l’opposizione nella maggior parte dei principi che ordinarono ai loro diplomatici di non partecipare piu alle cerimonie papali, e in particolare alle processioni solenni e le messe celebrate nella Cappella Sistina. Una via per imporre il nuovo ordine gerarchico sarebbe potuta essere quella di far leva sull’imperatore, il quale si trovava in serie difficolta a causa delle vittorie svedesi, per convincerlo a chiedere al suo ambasciatore di dare la precedenza al prefetto urbano. Se ci si fosse riusciti, tutti gli altri rappresentanti diplomatici sarebbero dovuti adeguarsi. A lungo la casata Barberini tento di indurre Ferdinando II a fare questo passo, ricorrendo all’aiuto dei nunzi, a lettere lusinghiere, promesse, doni dissimulati, all’azione persuasiva di consiglieri imperiali e parenti, ma fin dall’inizio la corte imperiale era decisa di non agire senza prima accordarsi con la Francia e la Spagna. Pertanto il progetto era destinato al fallimento, perche la resistenza francese era scontata e ben nota; si evito pero, sulla base di alterne motivazioni, di dare una risposta negativa definitiva. Dai rapporti dei nunzi emerge inoltre che Ferdinando II, pur non volendo accettare un cerimoniale pontificio in cui i rappresentanti dell’imperatore e dell’Impero sarebbero stati retrocessi, si mostrava comunque attento a non inasprire le tensioni gia esistenti. Si intendeva dunque risolvere il problema rinviando, anzi astenendosi consapevolmente da ogni decisione, ma tale atteggiamento provoco ulteriori malumori e porto alla brusca fine della carriera di un nunzio. E, soprattutto, fini a danneggiare la reputazione del papato anche nei territori cattolici dell’Impero.
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7

Becker, Rotraud. "Das Präzedenzrecht des Praefectus Urbis". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (5 de marzo de 2018): 175–236. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0011.

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Resumen
Riassunto Nel 1631 papa Urbano VIII conferì al suo nipote Taddeo Barberini il titolo di Praefectus Urbis, di cui erano stati insigniti a partire dal 1435 anche altri nipoti secolari dei papi, elevando perciò lui e la sua famiglia al rango principesco. Come segno esteriore della sua posizione di rilievo egli avrebbe dovuto occupare, nel cerimoniale pontificio, il primo posto tra i dignitari secolari, ottenendo in tal modo la precedenza sui rappresentanti delle potenze a Roma. La disposizione provocò l’opposizione nella maggior parte dei principi che ordinarono ai loro diplomatici di non partecipare più alle cerimonie papali, e in particolare alle processioni solenni e le messe celebrate nella Cappella Sistina. Una via per imporre il nuovo ordine gerarchico sarebbe potuta essere quella di far leva sull’imperatore, il quale si trovava in serie difficoltà a causa delle vittorie svedesi, per convincerlo a chiedere al suo ambasciatore di dare la precedenza al prefetto urbano. Se ci si fosse riusciti, tutti gli altri rappresentanti diplomatici sarebbero dovuti adeguarsi. A lungo la casata Barberini tentò di indurre Ferdinando II a fare questo passo, ricorrendo all’aiuto dei nunzi, a lettere lusinghiere, promesse, doni dissimulati, all’azione persuasiva di consiglieri imperiali e parenti, ma fin dall’inizio la corte imperiale era decisa di non agire senza prima accordarsi con la Francia e la Spagna. Pertanto il progetto era destinato al fallimento, perché la resistenza francese era scontata e ben nota; si evitò però, sulla base di alterne motivazioni, di dare una risposta negativa definitiva. Dai rapporti dei nunzi emerge inoltre che Ferdinando II, pur non volendo accettare un cerimoniale pontificio in cui i rappresentanti dell’imperatore e dell’Impero sarebbero stati retrocessi, si mostrava comunque attento a non inasprire le tensioni già esistenti. Si intendeva dunque risolvere il problema rinviando, anzi astenendosi consapevolmente da ogni decisione, ma tale atteggiamento provocò ulteriori malumori e portò alla brusca fine della carriera di un nunzio. E, soprattutto, finì a danneggiare la reputazione del papato anche nei territori cattolici dell’Impero.
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8

Rizzo, Alessandro. "Istruire su parole e gesti della diplomazia: le istruzioni agli ambasciatori della Corona d’Aragona, Venezia e Firenze al sultanato mamelucco (1250-1517)". Anuario de Estudios Medievales 51, n.º 2 (27 de diciembre de 2021): 823–50. http://dx.doi.org/10.3989/aem.2021.51.2.12.

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[it] L’articolo prende in esame i documenti conservati che riportano le istruzioni impartite dalle autorità di tre poteri cristiani (Corona d’Aragona, Firenze e Venezia) ai loro ambasciatori diretti al sultanato musulmano mamelucco (Egitto-Siria, 1250-1517). Lo studio comparativo di tali fonti rivela come l’interazione con il sultano e i suoi funzionari fosse programmata nelle sue diverse fasi e secondo differenti modalità di comunicazione, sia verbali (messaggio orale e scritto) sia non verbali (regali, cerimoniale). L’analisi della funzione pratica e teorica delle istruzioni conservate mostrerà come questi documenti contengano indizi essenziali per decifrare i principi e le strategie che stavano alla base del dialogo diplomatico tra le potenze cristiane e i Mamelucchi.
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9

Mauro, Ida. "«Aunque no hayan mas que el nudo nombre de Embajadores». Gli ambasciatori provinciali della monarchia spagnola e il cerimoniale diplomatico". CHEIRON, n.º 1 (junio de 2019): 134–58. http://dx.doi.org/10.3280/che2018-001007.

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Libros sobre el tema "Cerimoniali diplomatici"

1

Lins, Augusto Estellita. Etiqueta, protocolo & cerimonial. 2a ed. [Brasília, DF]: Linha Gráfica Editora, 1991.

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2

Hélder de Mendonça e. Cunha. Regras do cerimonial português. 2a ed. Amadora [Portugal]: Livraria Bertrand, 1989.

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3

Brazil. Normas do cerimonial público e ordem geral de precedência. 2a ed. Brasília: Centro de Documentação e Informação, Coordenação de Publicações, 2004.

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