Literatura académica sobre el tema "Carte regionali dei diritti"

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Artículos de revistas sobre el tema "Carte regionali dei diritti"

1

Pennacchini, M., D. Sacchini y A. G. Spagnolo. "Evoluzione storica delle “Carte dei diritti dei morenti”". Medicina e Morale 50, n.º 4 (31 de agosto de 2001): 651–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.729.

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Resumen
L’intento perseguito dagli autori con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l’evoluzione negli ultimi decenni delle “carte” in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell’eutanasia. Tali “carte”, infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il right to death with dignity al right to death senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell’eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l’identificazione e l’analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all’elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l’evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli Usa in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della “review” storica, gli autori hanno voluto presentare la Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia elaborata nel 1999 all’interno del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
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Bompiani, Adriano. "L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti". Medicina e Morale 47, n.º 1 (28 de febrero de 1998): 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Resumen
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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Piccinini, Alberto y Salsa Ponterio. "La controriforma del lavoro". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (julio de 2010): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-003004.

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Resumen
1. L'attivitŕ interpretativa come perno della funzione giurisdizionale2. Primazia, effetto diretto, interpretazione conforme3. Il Trattato di Lisbona e la Carta dei diritti fondamentali nel sistema delle fonti4. L'adesione dell'Unione alla CEDU5. Il nuovo rapporto fra Carte. Il nuovo rapporto fra Corti.
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Rosaria Mauro, Maria. "Commercio internazionale e tutela dei diritti dei lavoratori: alla ricerca di una globalizzazione sostenibile." E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 2, n.º 6 (2021): 372–401. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2021.i02.17.

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Resumen
La liberalizzazione del commercio internazionale può promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro sia nei Paesi in via di viluppo sia nelle economie industrializzate. Peraltro, non tutti gli Stati hanno beneficiato in uguale misura di tale liberalizzazione e, in generale, della globalizzazione delle relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, questi fenomeni e gli accordi commerciali di stampo liberista che li hanno favoriti continuano a essere oggetto di un acceso dibattito. In tale contesto, uno degli aspetti più controversi è la mancanza di una protezione adeguata dei diritti dei lavoratori nell’ambito dei suddetti accordi. Partendo dall’attuale mancanza di regole specifiche nel quadro giuridico multilaterale degli scambi, l’autore analizza le cosiddette “clausole sociali” contenute negli accordi di libero scambio bilaterali e regionali di nuova generazione, con particolare riferimento ai trattati conclusi dall’Unione europea (UE). Dall’analisi emerge che tali clausole non garantiscono ancora una sufficiente protezione ai lavoratori e che, pertanto, esse andrebbero modificate.
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Gambino, Silvio. "Parabole evolutive e problematiche attuali del regionalismo, fra riforme attuate, inattuate (federalismo fiscale, Carta delle autonomie) e aleggiate (regionalismo differenziato) .. a vent'anni dalla riforma del Titolo V della Costituzione". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (enero de 2022): 63–102. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002003.

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Resumen
Dopo qualche cenno (anche di tipo metodologico) sulle problematiche evolutive del regionalismo nel primo dopoguerra repubblicano, nel contributo sono analizzate - anche in una prospettiva comparata con le omologhe forme di decentramento territoriale dei poteri osservabili negli Stati europei a forma regionale e in quelli a forma federale - alcune delle problematiche del riparto dei poteri alla luce dei venti anni successivi alle riforme costituzionali del Titolo V, per interrogarsi conclusivamente sui nuovi rapporti venutisi a determinare fra autonomia politica regionale, impatto della crisi economica, integrazione europea e problematiche di effettività dei diritti, soprattutto (sociali ma non solo).
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Saruis, Tatiana y Leonardo Catena. "Le politiche socio-assistenziali in Italia, tra discrezionalitŕ istituzionale e discrezionalitŕ operativa". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 2 (julio de 2012): 145–60. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002009.

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Resumen
La riorganizzazione del Welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificitŕ regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di Welfare territorialmente diversificato. L'assunzione del principio di sussidiarietŕ e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilitŕ di bilanciare i principi di autonomia ed equitŕ e di contenere gli "spazi" di una discrezionalitŕ che si po- trebbe definire "istituzionale". Il rischio č di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri subnazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell'area delle politiche sociali, dove l'esigibilitŕ dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalitŕ "operativa", affidata agli attori preposti alla complessa fase dell'implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalitŕ, nell'affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificitŕ ed equitŕ delle prestazioni, flessibilitŕ e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.
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Di Pietro, Maria Luisa. "La comunicazione della verità al paziente: diritti e doveri nel nursing". Medicina e Morale 39, n.º 6 (31 de diciembre de 1990): 1223–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1157.

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Resumen
Il diritto del paziente a conoscere la verità e il corrispondente obbligo di informativa da parte dell'operatore sanitario hanno subito nel tempo molteplici e controverse interpretazioni: questo è dovuto anche al modificarsi della relazione tra il paziente e l'operatore sanitario, che ai nostri tempi appare sempre di più fondata, anche fino all'estreme conseguenze, sul principio di autonomia e di autodeterminazione del malato. Nel presente articolo, partendo dall'analisi di un caso clinico e alla luce dei principi dell'etica personalista (il principio di libertà-responsabilità, la regola della fiduciarietà e della veridicità), della deontologia medica ed applicata al nursing, delle Carte sui diritti dei pazienti, si cerca di dare una risposta ai due principali interrogativi posti dal tema in esame: il paziente ha diritto a conoscere la verità sul proprio stato di salute? A chi spetta il compito di comunjcare la verità? Al medico, all'infermiere o a un familiare?
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Gerbasi, Giampaolo. "Dalla "fuga" al "ritorno" del sindacato accentrato di costituzionalità nel processo di integrazione europea tra Carte dei diritti e cooperazione tra le Corti". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (agosto de 2021): 151–221. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001006.

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In un quadro caratterizzato da convergenti spinte verso un "sindacato diffuso" delle leggi, il saggio analizza il tentativo della Corte costituzionale italiana di attrarre nel sindacato accentrato di costituzionalità le situazioni di ‘doppia pregiudizialità' in materia di diritti fondamentali, l'autore si propone di dimostrare che il nuovo filone giurisprudenziale pone le condizioni per realizzare un'integrazione più equilibrata tra il sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali e quello nazionale nonché tra i rispettivi rimedi giurisdizionali, per chiedersi infine se il sindacato accentrato di costituzionalità possa considerarsi un principio supremo dell'ordinamento opponibile sia al diritto dell'Unione che allo stesso legislatore di revisione costituzionale.
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Bilancia, Francesco. "Profili evolutivi dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo". Revista do Direito, n.º 43 (19 de mayo de 2014): 03–24. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5661.

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Resumen
Questo breve scritto intende fornire un quadro d’insieme dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento all’uso degli accordi internazionali di protezione dei diritti umani, che opera attraverso un “processo di grandiose proporzioni, il quale investe il futuro stesso dello Stato: non di questo o quello Stato, ma – se così può dirsi – della forma-Stato”. Questo processo, destinato a svolgersi in un indefinibile arco di tempo ma costantemente sostenuto dalla più attenta giurisprudenza, non avrebbe – non ha – potuto “non investire il destino della stessa (…) Costituzione ”. La lunga e complicata evoluzione del processo di “interazione” tra i diversi documenti costituzionali statali e tra questi e le Carte internazionali di protezione dei diritti fondamentali si è spesso caratterizzato per un cammino di piccoli passi, di fasi di integrazione a volte più intense, a volte più incerte, senza escludere vere e proprie battute d’arresto, ma comunque qualificato ed arricchito da importanti episodi giurisprudenziali di cui, momento per momento, la dottrina ha preteso di ricostruire la fotografia di sintesi, nell’incessante vano tentativo di ridurre la complessità a sistema. Non è, è bene dirlo subito, l’intenzione di queste brevi note che traggono, piuttosto, spunto da alcune più recenti pronunce della Corte costituzionale italiana, riferite alla Convenzione ed alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), riconducibili al percorso giurisprudenziale avviato a partire dalle sentenze nn. 348 e 349 del 2007 . Come è noto ormai la Corte costituzionale italiana riconduce il contrasto tra una norma interna ed una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo alla violazione mediata dell’art. 117, comma 1, Cost., di cui la stessa Corte costituzionale dovrà essere investita nel caso in cui il giudice interno non sia in condizione di risolvere l’antinomia per via di interpretazione conforme. A giudizio della Corte resta, infatti, preclusa al giudice di merito la strada dell’applicazione diretta della norma CEDU mediante la contestuale disapplicazione della norma interna incompatibile , ritenendo non assimilabile tale sistema di garanzie allo schema di adattamento del diritto interno al diritto comunitario e dell’UE . Piuttosto, a giudizio della Corte costituzionale resta, non solo possibile, ma addirittura necessario verificare, in sede di giudizio di costituzionalità, la specifica compatibilità in concreto della norma CEDU invocata quale parametro, per come interpretata ed applicata dalla Corte di Strasburgo, con le diverse disposizioni costituzionali. Sul piano formale della dottrina costituzionale del sistema delle fonti le disposizioni della CEDU , quindi, in quanto dotate di forza passiva superiore a quella delle norme di legge ordinaria, fungeranno da norme interposte nel giudizio di costituzionalità delle norme interne con esse incompatibili per violazione indiretta dell’art. 117 Cost. Laddove, all’opposto, stante la loro non equiparabilità formale alle disposizioni costituzionali, potrebbe darsi il caso di un giudizio di costituzionalità della legge di recepimento della Convenzione nell’ipotesi di contrasto con altre disposizioni costituzionali; non quindi più soltanto dei principi fondamentali come previsto, secondo la nota dottrina costituzionale dei “controlimiti”, con riferimento ai rapporti del diritto interno con le norme di diritto comunitario direttamente applicabili.
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Giuliani, Livia. "Editoriale del Dossier “Libertà personale dell’imputato e misure cautelari restrittive della libertà individuale nel processo penale” – La libertà personale dell’imputato tra princìpi e prassi in attesa di una riforma organica della giustizia penale italiana". Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, n.º 3 (31 de octubre de 2021): 1559. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.648.

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Resumen
Il saggio offre una sintesi del decorso evolutivo della disciplina delle misure cautelari personali alla luce dei diritti sanciti nella Carta costituzionale italiana e nelle Carte sovranazionali, ponendo in luce come il perimetro normativo già da tempo segnato al riguardo – ed oggi inserito nel contesto di un sistema multilivello – non abbia impedito prassi applicative discusse e cicliche fluttuazioni legislative. Pregevole nel suo impianto originario, sebbene perfettibile, la disciplina delle misure cautelari personali resta una normativa di settore, delineando un sottosistema fortemente sensibile agli equilibri del processo penale che non può trovare autonoma pacificazione senza una contestuale revisione del sistema penale e processuale. La congiuntura politico-economica eccezionale determinata dall’emergenza sanitaria induce a sperare che la legge delega di riforma della giustizia in corso di approvazione lasci infine apparire l’araba fenice di una efficienza del processo penale sconosciuta – a memoria di uomo vivente – al nostro ordinamento.
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Tesis sobre el tema "Carte regionali dei diritti"

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TANZARELLA, Palmina. "La disciplina dei rimedi nelle carte regionali dei diritti. La Corte europea dei diritti dell'uomo e la Corte interamericana a confronto". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2008. http://hdl.handle.net/11562/337719.

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ARTARIA, RICCARDO. "La proprietà fra Costituzione e carte europee". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/45606.

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Resumen
La proprietà, al pari degli altri diritti costituzionalmente tutelati, si apre oggi ad una tutela articolata su molteplici livelli: in particolare, l’elaborato approfondisce lo studio della Costituzione italiana, della Cedu e del diritto comunitario (nel quale ha di recente assunto forza normativa la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione). Queste Carte compongono un sistema complesso di tutela della proprietà che, se contribuisce a incrementare le garanzie di effettività per il singolo, impone nuove riflessioni: può infatti creare problemi con riguardo tanto alla composizione delle varie fonti concorrenti quanto ai rapporti fra le relative giurisdizioni esclusive di legittimità e più in generale, impegna a ripensare al ruolo della dimensione sociale della proprietà. Lo studio è infatti stato condotto secondo la logica del rapporto fra prospettiva individuale e sociale nella configurazione della proprietà, al fine di verificare come il sapiente bilanciamento fra queste due dimensioni cristallizzatosi nella disciplina costituzionale si sia aperto alla europeizzazione dei diritti vivendo una profonda trasformazione. Partendo dallo studio dell’evoluzione storico-politica delle concezioni relative alla proprietà, l’elaborato si sofferma sull’analisi dell’art. 42 Cost. evidenziando come l’imprescindibile rapporto fra proprietà e comunità politica sia svolto dallo Stato sociale disegnato in Costituzione secondo un disegno singolare, che determina la perdita di centralità della proprietà in favore del valore della persona umana sintetizzato nel principio personalista e in quello solidarista, cristallizzato nella formula della “funzione sociale”: la Costituzione supera così la naturale tensione fra il principio di eguaglianza e il riconoscimento del diritto di proprietà, prescrivendo che l’integrazione sociale sia costruita anche attraverso una disciplina della proprietà capace di armonizzare l’interesse individuale con quello della comunità, secondo la prospettiva tipica dello Stato sociale. Per questo, su un diverso piano, si è considerato che in virtù della “funzione sociale” nemmeno può dirsi che l’art. 42, comma 2, Cost. intenda costituzionalizzare un diritto fondamentale dell’individuo. A chi scrive è quindi sembrato difficile accedere all’idea, che anima il diritto di matrice europea ed ora anche la nostra giurisprudenza costituzionale, della massimizzazione della tutela della proprietà, proprio in ragione della finalità redistributiva della ricchezza che è imprescindibile per lo Stato sociale In tale ottica, si è approfondito lo studio della tutela della proprietà disegnata dalla Cedu e dal diritto dell’Unione europea; per conseguenza, si è delineata la dimensione della distanza fra il modello sociale della nostra Costituzione e il modello liberale del diritto europeo, orientato verso la maggior soddisfazione delle ragioni della proprietà. Si è quindi affrontato il problematico nodo della composizione dei diversi livelli normativi alla luce dell’art. 117, comma 1, Cost. e della relativa giurisprudenza costituzionale, rilevando che la tutela multilivello della proprietà sembra ruotare in particolare attorno alla garanzia scolpita nell’art. 1 del Prot. n. 1 alla Cedu e nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo. Tuttavia, se la prospettiva che si adotta nel pensare alla tutela dei diritti è quella dell’ampliamento della tutela stessa, come vorrebbe la Corte costituzionale, l’elemento della «funzione sociale» che innerva lo statuto costituzionale della proprietà non può che trovarsi corrispondentemente dimidiato. A dimostrazione di ciò si è approfondita la rilevante influenza del diritto sovranazionale con riguardo a taluni temi specifici: la determinazione dell’indennizzo per l’espropriazione; l’espropriazione indiretta; il bilanciamento fra diritto all’abitazione e proprietà espresso dalla disciplina in materia di sfratti. In conclusione, si è rilevato che la recente giurisprudenza costituzionale sembra trascurare il necessario bilanciamento fra interessi costituzionalmente protetti: ad avviso di chi scrive, infatti, la prevalenza della norma internazionale, sul piano interpretativo o applicativo, non è assoluta, ma trova un limite nel bilanciamento fra il principio internazionalista e gli altri princìpi supremi dell’ordinamento costituzionale, fra i quali la funzione sociale della proprietà.
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TIEGHI, GIOVANNA. "I Taxpayers' Rights e il principio costiuzionale di responsabilità alle radici della forma di Stato costituzionale. Il contribuente customer". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423065.

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Resumen
The analysis of the principles and institutes connected with the safeguard of the taxpayer in modern representative democracies has aimed at various objectives, logically linked and based on one single premise: the unquestionable importance and the absolute topical interest, from the constitutional point of view, of the question of the new role the taxpayer should take in the evolving present contemporary State, from Subject to Citizen, from Partner to Customer. The complexity of historical-economic events affecting present relationships between State and Citizens together with institutional implications of taxpayers’ rights enforces, more than ever before, new considerations on the role of the honest taxpayer and on his preferences, no longer to be disregarded. The constitutional perspective, through a comparative method, has led to an analysis of two different legislations on the matter, the U.S.A. and the Italian sets of laws. The study has been prompted on the basis of the importance Taxpayers’ Charters have acquired at an international level but has also had the collateral aim to evaluate the standards of best practice attained through the specific modernizing processes set up to update the relationship between Revenue Authorities and the Taxpayer. The comparative analysis has gone on to highlight the specific accomplishment modalities of the two different families of civil and of common law. (First Part: The Taxpayer’s Bills of Rights: mere enumeration of taxpayers’ rights or instruments of implementation of service standards?). From these considerations, the attempt to transpose the theme of the Taxpayer’s satisfaction and requirements to a context other than a specifically fiscal or commercial environment: the context of Constitutional Law. Or better, of Comparative Constitutional Law. The analysis of the two normative experiences has then focused on verifying their compatibility with the idea of a customer taxpayer and, in succession, with the possible implicit configuration of a particular subjective juridical situation of liberty. Some basic conditions have proved to be unavoidable. On one hand, a revisited interpretation of the principle of accountability in those who govern and operate in the field and the aim of creating a network of relationships (Part II, Towards new services and “quality politics” in view of the customer taxpayer’s satisfaction). On the other hand, an implementation of the involvement of the taxpayer and interaction with him through a protective approach of “liberty of choice” within a responsively organized set of rules (Part III, Towards an idea of liberty in the “Fiscal State”: Models of Taxpayers’ Choices in view of new horizons of a respectful approach and of the customer satisfaction). In this context, what emerges is the fundamental relationship between the Taxpayer’s Ombudsman and Tax Authorities in view of reaching both a valuable protection of taxpayers’ rights, and the achievement of models to be applied, with the taxpayer’s choice being taken into consideration (TCM Model 2012-2013).
L’analisi dei principi e degli istituti connessi alla tutela del contribuente nelle odierne democrazie rappresentative è stata orientata al raggiungimento di vari obiettivi, tra loro logicamente connessi e fondati su di un’unica premessa: l’indiscutibile importanza e l’assoluta attualità, sotto il profilo costituzionale, del tema riguardante il nuovo ruolo che il contribuente dovrebbe assumere come esito dell’evoluzione dello Stato costituzionale contemporaneo, da suddito a cittadino, da partner a customer. La complessità degli eventi storico-economici che oggi incidono direttamente nel rapporto tra Stato e cittadino e le implicazioni istituzionali degli ormai così noti taxpayers’ rights impongono, infatti, ora più che mai, nuove riflessioni sul ruolo stesso del contribuente onesto e sulle sue preferenze, divenute, oramai, non più sacrificabili. La prospettiva costituzionale, attraverso il metodo comparatistico, ha portato, innanzitutto, ad analizzare due diverse legislazioni in materia di diritti del contribuente, quella statunitense e quella italiana. Ciò, sia per l’importanza che le Taxpayers’ Charters hanno acquisito a livello internazionale, sia per lo scopo collaterale di valutarne gli standards di best practice raggiunti attraverso gli specifici processi di modernizzazione messi in atto per aggiornare relazione tra fisco e contribuente. L’analisi comparata ha messo, poi, in evidenza le specifiche modalità attuative delle due diverse famiglie, di civil e di common law. (Parte Prima, Le Carte dei Diritti del contribuente: mera enumerazione dei taxpayers’ rights o strumenti di implementazione di service standards?). Di qui il tentativo, consapevolmente arduo, di trasporre la tematica della soddisfazione del contribuente e delle sue esigenze, in contesto altro rispetto a quello strettamente tributario o, più precipuamente, commerciale: quello del diritto costituzionale. O meglio, del diritto costituzionale comparato. L’analisi delle due esperienze normative è stata dunque orientata alla verifica della compatibilità di esse con l’idea di contribuente-cliente e, quindi, con la configurabilità di una particolare situazione giuridica soggettiva di libertà in capo ad esso. Sono risultate imprescindibili determinate condizioni. Da un lato, la rivisitazione del principio di responsabilità in capo a chi governa e opera nel settore, e l’obiettivo di creare un network di relazioni (Parte Seconda, Verso nuovi servizi e ‘politiche di qualità’ nell’ottica della ‘soddisfazione’ del taxpayer customer). Dall’altro, la valorizzazione di forme di coinvolgimento e interazione del contribuente attraverso un approccio ampiamente garantistico della “libertà di scelta” all’interno di un ordinamento responsabilmente organizzato (Parte Terza, Per un’idea di libertà nello ‘Stato fiscale’ : modelli di taxpayers’ choice per i nuovi orizzonti del respectful approach e della customer satisfaction). In questo contesto, è emersa la centralità della relazione tra Garante del contribuente e fisco sia per l’individuazione di un punto di equilibrio nella tutela dei taxpayers’ rights, sia per la realizzazione di modelli applicativi fondati sulla scelta del contribuente (TCM Model 2012-2013).
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Iusi, Francesca. "Il diritto alla tutela giudiziaria effettiva : tra Corti e Carte dei diritti". Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/72.

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Libros sobre el tema "Carte regionali dei diritti"

1

Magherini, Simone, ed. Carte d'autore – il portale. Firenze: SEF - Centro studi "Aldo Palazzeschi", 2022. http://dx.doi.org/10.35948/9788860326072.

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Resumen
Il portale Carte d'autore online permette la consultazione di otto archivi letterari italiani, rendendo disponibili in rete manoscritti, lettere, foto, filmati, con le relative schede d'archivio (per un totale di circa 90.000 schede archivistiche, 76.000 immagini, 14.000 trascrizioni), con possibilità di un'ampia gamma di ricerche sui dati e sui testi. Nel rispetto dei diritti d'autore, la consultazione e la riproduzione di immagini è soggetta a diversi livelli di autorizzazione.
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2

1973-, Agresti Giovanni y D'Angelo Mariapia, eds. Rovesciare Babele: Economia ed ecologia delle lingue regionali e minoritarie : atti delle terze Giornate dei diritti linguistici, Teramo-Faeto, 20-23 maggio, 2009 = Renverser Babel : économie et écologie des langues régionales et minoritaires. Roma: Aracne, 2010.

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3

Francisco, Tomás y. Valiente y Romano Andrea, eds. Enunciazione e giustiziabilità dei diritti fondamentali nelle carte costituzionali europee: Profili storici e comparatistici : atti di un convegno in onore di Francisco Tomás y Valiente : Messina, 15-16 marzo 1993. Milano: Giuffrè, 1994.

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4

Nicodemo, Silvia. Le istituzioni della conoscenza nel sistema scolastico. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg272.

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Resumen
Stato, regioni ed enti locali territoriali sono costituzionalmente obbligati a rendere effettivo il diritto all’educazione e all’istruzione. La Carta costituzionale impone interventi positivi a vari livelli di governo per assicurare i diritti inerenti l’istruzione, la garanzia di livelli essenziali di prestazioni e attribuisce funzioni fondamentali nella materia agli enti locali; gli interventi pubblici hanno connotazioni di regolazione, di gestione diretta e di spesa e gli obblighi sono assunti a ogni livello di governo. Tale quadro non è smentito in sede comunitaria, che raccomanda gli stati di investire nell’infanzia. Individuati le libertà e i diritti costituzionali inerenti l’istruzione nonché la tutela della prima infanzia – diritti che hanno i contenuti dei diritti a prestazione – il volume affronta le competenze ai diversi livelli di governo, l’organizzazione della istituzione scolastica, anche nella relazione con le famiglie e con gli enti locali. In tale quadro, si esamina il ruolo dei privati, della libertà delle scuole, le problematiche inerenti i finanziamenti pubblici. Emerge la complessità del sistema delle istituzioni che producono conoscenza, educazione e istruzione, che, pur nel rispetto di vincoli finanziari, deve garantire una qualità e continuità, momento necessario per assicurare l’effettività dei diritti e libertà costituzionale.
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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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Agostini, Istituto geografico De. Carte regionali De Agostini: Con indice dei nomi : 1:250 000, 1 cm = 2,5 chilometri : Carta stradale con simbologia turistica. L'Istituto, 1998.

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