Artículos de revistas sobre el tema "Carico fisico di lavoro"

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1

Antico, Leonardo. "Pastorale della salute ed alcune responsabilità sociali della medicina". Medicina e Morale 39, n.º 3 (30 de junio de 1990): 515–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1177.

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Di fronte al diffondersi di un concetto di qualità della vita ristretto alle capacità economiche, alla efficienza fisica e alla godibilità della vita, è necessario che la scienza medica si assuma il compito di proporre una visione globale della persona nella sua unità di mente e di corpo. Da ciò deriva, secondo l'Autore, una "responabilità sociale" della medicina, chiamata a farsi carico del recupero di un equilibrio dinamico tra corpo, psiche e spirito della persona. ln ciò un ruolo determinante possono svolgere le Università, curando una più specifica preparazione dei medici di medicina generale e di veri specialisti, e disponendo lo studio e l'insegnamento circa le cause di morte prematura e inabilità (stupefacenti, fumo, incidenti sul lavoro, ecc.) e circa l'invecchiamento della popolazione, le affezioni croniche, l'assistenza domiciliare.
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Longo, Francesco, Paola Roberta Boscolo y Claudio Bongiorno Sottoriva. "Un framework per la digitalizzazione del territorio". MECOSAN, n.º 122 (diciembre de 2022): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14872.

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Resumen
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto lo stanziamento di 191,5 miliardi di euro per l'Italia.Se da un lato si innovano le infrastrutture fisiche, "l'hardware logistico", dall'altro si dovrebbe investire nel ridisegno dei servizi per gli utenti, nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro e nel rafforzare e modificare competenze e ruoli professionali, "il software organizzativo". La parte hard è stata ampiamente affrontata con un preciso processo di project management top-down che coinvolge l'intera filiera istituzionale, dal Ministero alle Regioni, e da queste alle aziende sanitarie pubbliche. La dimensione che riguarda la seconda variabile, ovvero la riprogettazione dei servizi, la reingegnerizzazione dei processi e delle competenze di lavoro è stata di fatto delegata alla piena autonomia delle regioni o, qualora queste siano altrettanto silenti, delle aziende sanitarie pubbliche.Il presente articolo presenta al proposito un framework di innovazione disruptive dei servizi territoriali, con un particolare focus sui processi di prevenzione, sui pazienti cronici e fragili e sulle nuove modalità di accesso e fruizione per tutti i pazienti occasionali. In particolare, si ritiene che i macroprocessi che più debbano essere sottoposti a un ridisegno siano i seguenti:" le modalità di accesso e di reclutamento dei pazienti ai servizi e ai programmi di prevenzione;" i modelli di presa in carico e di case management;" i modelli di programmazione e prenotazione delle prestazioni e dei setting di cura;" le modalità di dialogo e scambio di informazioni tra cittadino e SSN.
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3

Gombi, Diego, Massimo Improta y Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie che consentono ad una persona diversamente abile la gestione di un personal computer e l'ambiente domestico: l'esperienza del Centro Protesi Inail". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 92 (febrero de 2011): 12–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092002.

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Da oltre dieci anni il Centro Protesi INAIL (di seguito CPI), uno dei maggiori poli italiani per la progettazione, la realizzazione e l'applicazione di protesi, ortesi e ausili, ha inserito tra i suoi servizi quello della consulenza e della fornitura di ausili informatici e domotici. Questo servizio, nato da una sperimentazione in Emilia Romagna poi espanso a tutto il territorio Italiano attraverso l'area Ausili Informatici e domotici (AID), č rivolto principalmente a quegli utenti cui un infortunio sul lavoro ha causato gravi menomazioni fisiche, ed ha lo scopo di consentire all'utenza diversamente abile un completo controllo di un ambiente informatico e dell'ambiente domestico, sopperendo alle limitazioni imposte dall'infortunio con apparecchiature ad elevato contenuto tecnologico, o con l'utilizzo "speciale" di apparecchiature standard. La maggioranza dei casi trattati dall'AID riguarda utenti con limitata o assente mobilitŕ degli arti superiori (lesioni midollari alte parziali o complete, traumi da schiacciamento, lesioni neurologiche, esiti di amputazioni, ecc.); piů di recente la casistica si č arricchita di lesioni sensoriali (principalmente problemi a carico della vista), disturbi post traumatici del linguaggio (afasia, ecc.) e problematiche cognitive (solitamente unite a problematiche motorie in esiti di trauma cranico). Dopo una panoramica dei principali sistemi in commercio e delle procedure utilizzate dall'Inail per la fornitura degli ausili informatici e domotici saranno presentati alcuni casi studio ad esempio delle diverse tipologie di soluzioni per accrescere le potenzialitŕ di comunicazione e di autonomia dei diversi utenti disabili.
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4

Ciccotti, Anna. "I "bisogni speciali" dei siblings: il vissuto psicologico dei fratelli di ragazzi autistici nel contesto familiare". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 53 (junio de 2021): 48–74. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053004.

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La nascita di un figlio è il momento in cui si concretizza il più straordinario progetto d'amore e si sperimenta una condivisione di vi-ta, un'apertura al mondo. È altresì un evento "critico" perché porta la coppia ad affrontare una serie di situazioni nuove, alcune delle quali richiedono una ri-strutturazione del rapporto di coppia, delle consuete routines familiari: il piccolo sistema familiare da diadico diventa triadico (Larcan, 2016). Ma cosa succede quando alla criticità insita nella nascita di un figlio si aggiungono altri e ben più critici elementi, come una disabilità? Si susseguono nei genitori tante forti emozioni come tristezza e dolore, senso di colpa, ansia e paura, rabbia e invidia, che inizialmente sembrano sopraffare i genitori e viene richiesta loro un'enorme quan-tità di risorse per fronteggiare la situazione. Il momento dell'impatto con la diagnosi viene attraversato e percepito da ogni famiglia in maniera diversa in base alle esperienze personali di ognuno, ai valori sociali, al background culturale, ma anche in base alle modalità con cui la diagnosi viene formulata, alla disponibi-lità di adeguati supporti familiari e alle informazioni di cui si dispone. Un peso rilevante è dato infine dalla possibilità di usufruire di un adeguato sostegno sociale in termini di servizi di supporto sanitario e psicologico al bambino e alla famiglia (Cuzzocrea, Larcan, 2011). Non da molto tempo la letteratura ha iniziato a indagare su una tematica molto interessante e complessa che riguarda i fratelli "sani" di ragazzi affetti da problematiche fisiche o mentali: questo filone di ricerca si è dedicato allo studio dei cosiddetti siblings, termine che nel mondo anglosassone indica semplicemente un legame di fraternità, mentre nel panorama italiano, fa riferimento nello specifico a fratelli e sorelle di bambini con disabilità. Se per i genitori l'accudimento verso i figli è un processo naturale, che può diventare più difficoltoso per il disturbo di cui è affetto il figlio, per un fratello non è così scontato pensare di doversi fare carico della patologia e della vita del proprio caro, una volta che i genitori non ci saranno più. I fratelli degli autistici spesso si somigliano: sono silenziosi, pro-fondi, sognatori e diffidenti; per loro è difficile adeguarsi al modo di vivere, di scherzare, di comportarsi dei coetanei. Questo lavoro prende in considerazione il mondo emotivo, spesso ancora poco esplorato di chi vive come "fratello di" - per tutta la vita, analizzando le conseguenze della presenza del bambino con autismo sulla vita del fratello con sviluppo tipico.
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5

Lasio, Diego. "Differenze di genere e distribuzione del carico familiare nelle famiglie eterosessuali". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 2 (mayo de 2011): 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002006.

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Resumen
La ricerca sulla divisione del carico familiare nelle famiglie eterosessuali evidenzia che sono ancora le donne a farsi maggiormente carico del lavoro domestico e della cura dei figli. Perdura la convinzione che gli uomini e le donne siano essenzialmente differenti rispetto alle loro predisposizioni e, quindi, ai ruoli che possono assumere. I partner distribuiscono il carico familiare sulla base del proprio genere, come se questo fosse un aspetto fisso dell'identitŕ, ancorato al dato biologico, e non suscettibile di cambiare in relazione alle diverse condizioni storiche, sociali e culturali. Il presente lavoro, dopo aver analizzato l'approccio biologico e quello socio culturale, esamina le principali utilizzate per la spiegazione di tale iniqua distribuzione. Comprendere i motivi del forte sbilanciamento tra donne e uomini nella distribuzione del carico familiare č importante per gli effetti che tale iniquitŕ puň avere sul benessere dei partner e sulla qualitŕ della relazione.
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6

Rita Acone, Maria. "Dal profilo di rischio del lavoratore al profilo di rischio della persona: un metodo per la promozione della salute". PNEI REVIEW, n.º 2 (noviembre de 2021): 78–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002007.

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L'Autrice propone una diversa organizzazione della sanità territoriale con una maggiore attenzione alla prevenzione grazie a una periodica valutazione dello stato di salute psico-fisico delle persone. Trae spunto da due discipline: la medicina del lavoro e la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dalla prima estrapola il metodo relativo all'accertamento dei rischi fisici, chimici, biologici, psicologici e le modalità di monitoraggio dell'assistito. Dalla seconda le basi scientifiche per una visione olistica dell'individuo che tenga conto delle interazioni tra i sistemi dell'organismo e di quelle tra persona e ambiente fisico e sociale. La proposta si concretizza in un documento di valutazione del rischio, realizzato con i metodi noti nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e in una cartella clinica della salute elaborata in base ai principi della Pnei caratterizzata, quindi, da un'anamnesi specifica per definire il profilo psico-socio-culturale dell'assistito e le sue relazioni con l'ambiente fisico e sociale in cui vive. L'Autrice, infine, auspica che la necessaria raccolta sistematica dei dati in formato digitale venga realizzata con il Fascicolo Sanitario Elettronico, già utilizzato in Italia anche se in modo disomogeneo tra le regioni.
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Agovino, Massimiliano y Maria Ferrara. "Disabilità: diseguaglianza sociale ed economica. Un'analisi empirica e teorica". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 11–42. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001003.

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La disabilità in Italia è purtroppo fonte di diseguaglianza sociale ed economica. La famiglia è il soggetto che attualmente risulta essere maggiormente coinvolto nella cura della persona disabile. Partendo da tali premesse, questo lavoro dapprima fornisce un'analisi descrittiva e quantitativa della situazione socio-economica che le famiglie con persona disabile a carico vivono. In secondo luogo, il lavoro analizza l'efficacia di un aumento delle pensioni di invalidità civile, quale strumento di policy atto a superare l'attuale discriminazione sociale e ad adeguare l'Italia agli standard Europei. A tal fine l'analisi simula un modello teorico del ciclo reale. I risultati suggeriscono che un aumento delle pensioni di invalidità civile ridistribuisce ricchezza riducendo la diseguaglianza sociale ed economica tra famiglie con e senza persona con disabile a carico.
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Speranza, Mario. "L'organizzazione dei dispositivi terapeutici per gli adolescenti con disturbi psichiatrici gravi in Francia". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (julio de 2010): 127–43. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002009.

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Resumen
L'adolescenza č il periodo d'esordio potenziale dei principali disturbi psichiatrici dell'etŕ adulta. Ma l'adolescenza č anche un periodo di profonde trasformazioni dell'identitŕ che si traducono in manifestazioni sintomatiche piů meno acute non direttamente correlate con la gravitŕ del processo patologico implicato. A questa etŕ la prognosi č spesso una scommessa terapeutica che si propone di incidere sulla traiettoria naturale del disturbo. La profonda embricatura tra divenire clinico e dispositivi di presa in carico dei disturbi psichiatrici dell'adolescenza possiede una forte valenza etica. L'obiettivo di questo articolo č quello di descrivere i dispositivi terapeutici sviluppati in Francia negli ultimi anni per la presa in carico degli adolescenti con disturbi psichiatrici severi. Un'attenzione particolare sarŕ rivolta ai dispositivi di presa in carico in urgenza e a tempo pieno e al problema complesso dell'articolazione e della temporalitŕ degli interventi. Per concludere, verranno proposte alcune ri_ essioni sul lavoro istituzionale con gli adolescenti con disturbi psichiatrici severi, sul lavoro in rete e sulla necessitŕ di mantenere una prospettiva meta-osservativa della psicopatologia dell'adolescente.
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Palomba, Patrizia. "Il ritiro sociale in Italia. Il metodo di lavoro dell'Associazione Hikikomori Italia". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (junio de 2022): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002007.

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Resumen
L'articolo descrive la storia e i principi guida del metodo di intervento dell'Associazione Hikikomori Italia, che opera in quasi tutte le Regioni del Paese, grazie alla collaborazione e al confronto costante di genitori e psicologi, che nella chiarezza e diversificazione dei propri ruoli, attuano costantemente una strategia condivisa per "rompere" il muro di silenzio di ragazzi/e e giovani adulti che vivono ritirati dalla vita sociale. L'approccio sistemico alla problematica e la necessità dell'integrazione di interventi di contesti che interagiscono inevitabilmente tra loro, conducono a un metodo di lavoro "integrato e complesso" che inizia con la presa in carico della famiglia (non del singolo), prosegue con l'inserimento dei genitori nei gruppi di auto-mutuo-aiuto regionali, fino alla presa in carico del ragazzo che esprime il disagio. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede spesso interventi psico-educativi domiciliari, il coinvolgimento in piccoli gruppi di supporto tra pari, oltre a un capillare lavoro di sensibilizzazione a partire dalle scuole, ma che può coinvolgere contesti di vario genere affinché si possa svolgere un attento lavoro di prevenzione, la strategia principale su cui investire per evitare la cronicizzazione di una problematica molto complessa da affrontare in una fase più avanzata.
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Taddei, Stefano, Marco Vieri Cenerini y Duccio Vanni. "Domande, risorse e burnout in emergenza: un'indagine sugli operatori del 118". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (diciembre de 2010): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002004.

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Lo studio, facendo riferimento al modello Job Demands - Job Resources (JD-JR) della teoria della Conservazione delle Risorse (COR) esamina le condizioni di lavoro degli operatori del 118. Nella letteratura attenzione č stata data al rapporto tra burnout e JD-JR dove l'esaurimento emotivo č relato con le JD e la depersonalizzazione con le JR. Gli obiettivi dello studio sono di verificare a) il ruolo che la dimensione organizzativa del 118 ha su burnout, JD e JR; b) se il carico lavorativo percepito puň essere predittivo del burnout e c) quali JD-JR possono predire il burnout. Sono stati esaminati 130 operatori afferenti a due gruppi ad alta e bassa richiesta di lavoro. Le analisi riguardano misure di resilienza (CD-RISC), di stress e burnout (OCS-MBI) e informazioni demografiche. Dai risultati emerge un punteggio di resilienza adeguato per i due gruppi e una peggiore condizione lavorativa per quello ad alta richiesta. Il burnout sembra essere influenzato dalla complessitŕ e quantitŕ di richieste. Il carico di lavoro appare predittivo di esaurimento emotivo e depersonalizzazione, la resilienza ha una influenza solo per la realizzazione personale.
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Ardizzone, Francesca. "Misurare lo stress psico-fisico del caregiver di pazienti cronici: risultati di uno studio". Dissertation Nursing 1, n.º 1 (29 de julio de 2022): 49–63. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17647.

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INTRODUZIONE: Il carico dei caregiver è associato a un peggioramento della loro qualità di vita: aumentato rischio d'insorgenza di malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, depressione e disturbi d'ansia vengono riportati in letteratura. Ad un aumento del carico assistenziale del caregiver è associata anche una precoce istituzionalizzazione del familiare. OBIETTIVI: Misurare i livelli di burden in un campione dei caregiver informali di pazienti cronici attraverso la creazione e validazione di una versione italiana modificata del Caregiver Strain Index. METODI: Lo studio ha previsto la traduzione e modifica del Caregiver Strain Index, in seguito somministrato ad un campione di convenienza di caregivers informali di pazienti cronici arruolato nei poliambulatori di un singolo centro ospedaliero. RISULTATI La scala ha un’ottima validità di contenuto (CVI-S=0.95) e di facciata e una buona consistenza interna (α di Cronbach=0.78). Il 75% del campione presenta una situazione di burden eccessivo (Me =8, IQR = [7; 9] cutoff 8). Valori più alti sono riportati nelle donne, nei soggetti con licenza media-inferiore e laurea, nei caregiver conviventi, in quelli che assistono più persone e in quelli i cui assistiti sono affetti da Parkinson (p<0.05 per tutte le variabili). Conclusioni: La versione italiana modificata del Caregiver Strain Index è uno strumento valido, affidabile, veloce e di semplice utilizzo capace di valutare i livelli di burden nei caregivers che assistono i pazienti cronici. Gli alti livelli di burden riferiti rivelano la necessità della figura dell’infermiere case manager per la continuità assistenziale al domicilio.
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Zito, Salvatore. "Il funzionamento borderline dell'equipe di comunitŕ: un'esemplificazione clinica". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 2 (mayo de 2012): 59–71. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002005.

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La prima condizione di un reale processo di "presa in carico" del paziente in ambito comunitario č la costruzione di un contenitore, quale l'equipe multidisciplinare di lavoro, che sia in grado di prendersi carico di se stessa. Piů che come dato di fatto, concezione questa troppo facilmente incline a scivolare in una sorta di "idealizzazione" del setting "perfetto", č preferibile pensare questa come una tensione verso, una potenzialitŕ attivamente ricercata. Attraverso una serie di esempi e di brevi vignette cliniche l'autore esplora le configurazioni piů tipiche che č possibile osservare nelle equipe di lavoro. L'ipotesi di fondo č che gran parte delle cosiddette reazioni terapeutiche negative, dei blocchi o delle impasse che caratterizzano l'operativitŕ fondino la loro ragion d'essere sulla forclusione di vissuti e pensieri che troppo facilmente vengono percepiti come appartenenti esclusivamente all'universo dei pazienti. La psicoanalisi, con la sua inclinazione per l'onirico, le associazioni libere, l'attenzione liberamente fluttuante, costituisce uno sguardo in grado di alludere ad una sospensione temporanea dell'asimmetria, che permetta il recupero di una cogenza di significati e ci renda possibile comprendere l'altro a partire da noi stessi.
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Lahi, Migena y Miretta Prezza. "Le conseguenze della violenza domestica sul benessere fisico delle donne". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (marzo de 2010): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001006.

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La violenza domestica č considerata uno dei maggiori problemi di sanitŕ pubblica in tutto il mondo. L'obiettivo di questo lavoro č quello di identificare le conseguenze della violenza domestica perpetrata dagli uomini sul benessere fisico delle donne che la subiscono. A tale scopo č stata effettuata un'attenta recensione della letteratura internazionale, la quale ha portato all'identificazione di una molteplicitŕ di conseguenze sul benessere fisico e riproduttivo, e di alcuni dei meccanismi che collegano i maltrattamenti a queste conseguenze. I maltrattamenti perpetrati all'interno delle mura domestiche hanno degli effetti plurimi e devastanti, sia di lungo che di breve termine, sulla salute delle donne che li subiscono.
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Chianese, Grazia, Simona Di Matola, Francesca Cappuccio, Simona Piemontese y Laura Fiorito. "Contagio fisico, contagio emotivo: un Centro di Consultazione al lavoro". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 2 (noviembre de 2020): 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002009.

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Spensieri, Simone y Claudia Sbarboro. "L'Escuelita: presa in carico di gruppo di giovani immigrati al Ser.T." GRUPPI, n.º 3 (diciembre de 2012): 119–31. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003009.

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Il lavoro descrive l'esperienza della presa in carico di gruppo di ragazzi immigrati al Ser.T., per lo piů ecuadoriani, di etŕ compresa tra 20 e 35 anni, con problematiche di tossicodipendenza. Nel raccontare lo sviluppo di tale percorso terapeutico, cerchiamo di mettere in evidenza i significati che assumono il consumo e lo spaccio di stupefacenti per questi ragazzi, a partire dalle difficili condizioni di vita dei migranti nella nostra societŕ. Un'analisi che ci porta a valutare con un occhio politicamente attento le difficoltŕ psicopatologiche, cercando di articolarle anche alle dimensioni sociali e politico economiche che costruiscono gli spazi esistenziali in cui questi giovani tentano, annaspando, di costruire la propria vita.
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Gualandri, Mario, Roberta Fida y Francesco Avallone. "Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (marzo de 2012): 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 113 (julio de 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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Stagni Brenca, Elisa. "Fattori che incidono sul rischio potenziale di maltrattamento fisico". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (abril de 2011): 47–63. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001003.

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Il presente lavoro esamina i contributi di ricerca che hanno impiegato il(CAPI; Milner, 1986), allo scopo di sostenerne la validitŕ nel predire la propensione dei genitori al maltrattamento fisico. Tali studi, infatti, hanno evidenziato come i punteggi alladel CAPI siano significativamente correlati ai fattori che la letteratura descrive come tipici dei genitori maltrattanti e predittivi dell'abuso fisico: storia pregressa di maltrattamenti subiti durante l'infanzia; bassa autostima;esterno; stress genitoriale; ansia; rabbia e frustrazione; depressione; caratteristiche dell'ambiente familiare (conflittualitŕ, giovane etŕ e basso livello d'istruzione della madre, abuso di sostanze). Un quadro cosě delineato induce a concludere che i genitori con alti punteggi allasiano effettivamente predisposti ad applicare metodi di disciplina rigidi e coercitivi, che possono sfociare in veri e propri episodi di maltrattamento fisco.
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Fariello, Sara. "Work-life balance: la conciliazione resta un problema femminile?" SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (noviembre de 2022): 27–50. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003003.

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Il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro è un oggi obiettivo fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori che vogliano coniugare carriera e vita privata. Il rag-giungimento di buon equilibrio dipende in gran parte dal grado di condivisione del lavoro familiare tra uomini e donne: una più equa distribuzione delle attività do-mestiche e delle responsabilità genitoriali all'interno della famiglia consente alle donne una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, promuove l'assunzione da parte degli uomini dei compiti di cura. Il modello "dual earner dual carer" - ossia un modello di gender arrangement che prevede il riequilibrio del tempo di lavoro retribuito e non retribuito nella coppia - sembra essere il più adatto a realizzare la parità di genere. L'analisi dei dati statistici sull'uso del tempo mostra però che - al di là di qualche eccezione - esiste ancora un forte gap di genere rispetto alla redistribuzione del carico di lavoro domestico e familiare poiché i sistemi nazionali di welfare non sembrano ancora in grado di offrire adeguate risposte ai mutamenti che hanno investito le identità femminili e i rapporti tra i sessi.
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Margola, Davide, Michela De Micheli y Christian Orlandelli. "Minori stranieri non accompagnati: una ricerca sugli operatori di giustizia e di comunitŕ". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001005.

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La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati vede coinvolte diverse figure professionali con funzioni sia di tutela, sia di controllo. Lo studio presenta l'analisi delle interviste a 18 professionisti (operatori di giustizia, educatori di pronto intervento, educatori di comunitŕ alloggio) considerati "testimoni chiave" nelle diverse fasi del sistema di accoglienza dei minori migranti. In particolare, le modalitŕ con le quali i diversi operatori descrivono il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, insieme agli scopi e agli strumenti del lavoro sul campo, costituiscono gli obiettivi conoscitivi della ricerca. Le procedure di analisi testuale, implementate attraverso il software T-LAB, hanno evidenziato cinque nuclei tematici relativi ai legami familiari, al tema della tutela e della devianza, nonché alla questione formativa e culturale. Differenze significative sono emerse in funzione di variabili specifiche sulla base dell'area professionale di appartenenza e del genere degli operatori. In chiusura, i risultati dell'indagine vengono discussi nell'ottica dei processi d'integrazione e dei servizi di presa in carico.
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Giancotti, Viviana. "L'obesitŕ infantile in una prospettiva sistemica". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (abril de 2011): 36–49. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-001003.

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Il presente lavoro ripropone di descrivere l'utilitŕ di un approccio all'obesitŕ che superi i riduzionismi e le dicotomie con cui č stato affrontato dai vari modelli. L'approccio sistemico che correla circolarmente tutte le componenti presenti in questo fenomeno, sembra rispondere meglio a questa esigenza di integrazione. All'interno di questa visione, il trattamento integrato rappresenta una forma privilegiata di presa in carico del paziente obeso e della sua famiglia.
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Nicosia, Manuela y Valentina Pappalardo. "Lo spazio urbano come oggetto di osservazione: valenze simboliche e aspetti funzionali". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 97 (mayo de 2012): 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097008.

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Il lavoro č il risultato di un'esperienza osservativa che ha preso le mosse dall'ipotesi iniziale di Piazza della Loggia a Brescia come luogo turistico. L'osservazione del contesto fisico-sociale ha permesso di individuarne due funzioni sociali, una fruitiva (connessa ai diversi soggetti: turisti, abitanti e immigrati) ed una simbolica legata alla celebrazione della memoria collettiva, e allo stesso tempo una debole valenza di "piazza", intesa come spazio di socializzazione.
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Delle, Fratte Alessandra. "Il caso di Aurora: il dovere dell'eccellenza". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (julio de 2011): 97–109. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002007.

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Il lavoro seguente intende affrontare, attraverso l'analisi di un caso clinico, il trattamento cognitivo comportamentale del disturbo d'ansia NAS (Non Altrimenti Specificato) in un giovane soggetto adulto, di sesso femminile. Nell'affrontare il caso verrŕ dapprima illustrato il profilo anamnestico e sintomatologico della paziente e, a seguire, le varie fasi dell'intervento, dalla presa in carico valutativa al trattamento psicoterapico, fino alla conclusione della terapia – il cui esito, al termine del trattamento, ha confermato una sostanziale riduzione della sintomatologia ansiosa.
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Gardon, Michela. "La valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (abril de 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-001006.

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Il presente articolo offre una riflessione sulla presa in carico delle famiglie, nei servizi di tutela minori, all'interno del processo di intervento. Più specificatamente, intende approfondire la fase della valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali, con l'intento di offrire indicazioni e stimolare un confronto circa l'intervento psicologico più appropriato. L'intervento di natura valutativa costituisce, infatti, una fase che segue la protezione del mi-nore e anticipa il progetto per il minore. L'articolo, attraverso la descrizione di esperienze cliniche concrete, offre indicazioni circa la gestione dei possibili percorsi valutativi e evidenzia l'importanza di: considerare il contesto in cui si opera; focalizzare l'attenzione sulla specifica richiesta inerente la fase valutativa dell'intervento che ha la funzione di orientare il lavoro; individuare gli strumenti appropriati per il lavoro psicologico.
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Carratelli, Teresa Iole. "L'Uomo nello scrittore e lo Scrittore nell'uomo". PSICOANALISI, n.º 2 (febrero de 2013): 79–87. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-002005.

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L'autrice riflette sul ruolo che ha avuto lo Scrittore nell'aiutare l'Uomo-Levi a contenere il dolore fisico e mentale "senza nome" nel corso della schiavitů subita assieme alla sua Comunità nel lager e nel viaggio avventuroso del ritorno verso casa. Attraverso i suoi romanzi egli ha reso pubblico un proprio "lavoro sui-generis di autoanalisi", testimoniando come la sua capacità di osservare e di pensare sono risultati importanti fattori di sopravvivenza in quelle condizioni estreme.
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Santoro, Patrizia. "Mercato del lavoro pubblico e mancato sviluppo locale: il caso della Regione Sicilia". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (marzo de 2012): 29–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001002.

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Ormai da decenni, sappiamo che, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, l'offerta di lavoro č assorbita quasi esclusivamente dal settore dei servizi. Ma l'aspetto piů rilevante - non ancora sondato dalle statistiche ufficiali - č che questo settore č costituito per larga parte da organizzazioni direttamente o indirettamente finanziate con risorse pubbliche. Con la conseguenza che la maggioranza degli occupati meridionali sono a carico dei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Come si riflette questa anomalia del mercato del lavoro sulle capacitŕ e/o modalitŕ con cui le pubbliche amministrazioni meridionali accompagnano i processi di sviluppo? Per provare a rispondere a questa complessa domanda, l'autore, dopo avere avanzato una definizione del mercato del lavoro pubblico che va oltre il concetto di "settore pubblico allargato", tradizionalmente inteso, ricostruisce con una ricerca empirica l'entitŕ del fenomeno utilizzando come caso studio l'indotto della Regione siciliana come nucleo generatore.
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Timio, Mario. "Considerazioni Bioetiche Sul Carico Psicosociale Dei Caregiver Dei Dializzati". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 1 (4 de marzo de 2014): 62–64. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.863.

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Nel vasto campo della nefrologia solo recentemente è emerso il problema dei caregiver, volontari e non pagati, dei pazienti in dialisi. È un problema dalle numerose implicazioni, compresa la bioetica. Il crescente numero di dializzati e il parallelo incremento dei loro caregiver creano da una parte problemi ai sistemi assistenziali e, dall’altra, modificazioni psicosociali e della qualità della vita, associate a depressione, che, nel loro insieme, richiedono attenzione a chi si dedica agli altri, senza trovare chi si occupa di loro. Il tutto in una spirale di atteggiamenti di regressione psicologica e di incapacità ad affrontare situazioni cliniche e comportamentali alle quali i caregiver non sono preparati. In uno studio prospettico multicentrico sono state esaminate le risposte psicosociali dei caregiver di emodializzati, con il risultato che il 24% accusava la tipica sindrome da burn-out, il 47% riferiva difficoltà ad affrontare il quotidiano carico psicosociale e fisico e solo il 6% accettava con tranquillità e serenità di essere d’aiuto a un proprio familiare, malgrado le numerose difficoltà a cui andava incontro. Si è, inoltre, rilevato che le moderne strategie depurative domiciliari come la dialisi continua diurna e notturna comportano un grave carico psicosociale aggiuntivo per i caregiver, al punto da mettere in discussione la scelta di tali strategie quando comportano patologie depressive e consistenti abbassamenti della qualità della vita. Allora, ogni scelta va valutata sempre all’insegna dei vantaggi economici e logistici, che non possono, però, prescindere da oculati principi di bioetica clinica. (Bioethics)
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Maio, Valerio. "Diritto del lavoro e potenziamento umano. I dilemmi del lavoratore aumentato". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 167 (octubre de 2020): 513–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167003.

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Il saggio affronta il tema del potenziamento umano nel diritto del lavoro. Dopo avere distinto il potenziamento terapeutico da quello meramente performativo ed il potenziamento fisico da quello cognitivo, l'Autore cerca di individuare i limiti al potenziamento nella normativa vigen-te, limiti che individua nella nocività, nella irreversibilità e nella incommerciabilità. In particola-re, l'Autore sostiene che, a causa della debolezza del prestatore di lavoro nel mercato del lavo-ro, rimettere soltanto all'autodeterminazione del singolo la scelta in merito all'adozione di fatto-ri potenzianti si traduce, nei fatti, in una spinta generalizzata all'incremento ed alla diffusione di potenzianti tecnologici e farmacologici. Allo stesso tempo, distingue anche tra potenziamento richiesto dal datore di lavoro e potenziamento occulto, deciso autonomamente dal lavoratore per acquisire un vantaggio rispetto agli altri lavoratori. Al riguardo, l'Autore rileva come il po-tenziamento occulto sia in grado di incidere negativamente sul rapporto di lavoro pubblico e privato in ogni sua fase, dall'assunzione al licenziamento. Il saggio si conclude con alcune ri-flessioni circa la necessità di una regolazione legale del potenziamento in ambito lavorativo che, senza vietare ogni forma e tipologia, selezioni i fattori e le tecniche potenzianti lecite in maniera inderogabile per lavoratori ed aziende.
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Moretti, Carla, Elena Spina y Ugo Ciaschini. "Formazione e operativitŕ nel sociale: l'assistente sociale, l'educatore e l'operatore socio-sanitario". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 3 (diciembre de 2012): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003004.

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Gli autori in questo contributo evidenziano gli esiti di una ricerca relativa all'analisi di tre profili professionali del sociale (assistente sociale, educatore e operatore socio-sanitario), realizzata nel 2010 nel territorio della regione Marche. Con riferimento a tali profili i contenuti proposti mettono a fuoco gli aspetti connessi ai percorsi formativi e alle prassi operative messe in atto sul campo, evidenziandone i punti di forza, le criticitŕ, nonché le questioni aperte su cui appare piů urgente intervenire. In merito all'operativitŕ, tali figure professionali risentono delle condizioni di emergenza con cui i servizi si stanno misurando, oltre che dell'elevato carico di lavoro. Emerge, pertanto, uno stato di precarietŕ degli operatori che influisce sulla qualitŕ delle risposte e ne rende piů "incerto" il ruolo professionale, soprattutto nel terzo settore. D'altro canto si evidenzia come la legge 328/2000 abbia attribuito un forte rilievo alla dimensione dell'integrazione socio-sanitaria e del lavoro di rete.
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Nuzzolese, Emilio, Lucia Tattoli y Francesco Lupariello. "L'odontoiatra sentinella nel maltrattamento e trascuratezza dei minorenni". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (julio de 2021): 94–103. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001010.

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Gli odontoiatri e gli igienisti dentali durante la loro attività professionale e rapporto di cura con pazienti minorenni possono intercettare condizioni suggestive di maltrattamento. Il viso e il collo rappresentano, infatti, in più del 50% dei casi quelle aree anatomiche dove è possibile riconoscere segni di possibile maltrattamento fisico. Inoltre, le cure odontoiatriche come la seduta di igiene orale professionale possono evidenziare chiari indici di trascuratezza dentale, anch'essa forma di nocumento per l'armonico sviluppo psico-fisico del bambino e della bambina. Il contrasto del maltrattamento e della trascuratezza dei minori non può quindi rinunciare al ruolo sentinella che anche gli operatori sanitari di una struttura odontoiatrica possono offrire nella protezione di bambini e adolescenti, al di là delle responsabilità medicolegali e deontologiche sottese. Tale obiettivo potrà essere raggiunto più efficacemente attraverso idonei percorsi di sensibilizzazione al fenomeno del maltrattamento promossi da odontoiatri forensi, attraverso il coinvolgimento degli ordini professionali, delle Università e delle associazioni di categoria, ponendo così anche la medicina odontoiatrica e l'odontoiatria forense come risorse complementari nei gruppi di lavoro, di studio e di intervento finalizzati alla prevenzione e contrasto del maltrattamento sui minori.
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Paradiso, Michele, Chiara Bini, Natascia Crescenzi y Carlos Humberto Gómez Arciniegas. "LA CHIESA DI SANTA LUCIA DI GUANE - BARICHARA: ANALISI STRUTTURALE PER LA SUA SALVAGUARDIA". Revista M 15 (16 de agosto de 2019): 8–27. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2176.

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L’articolo si riferisce allo stato di degrado strutturale della Chiesa di Santa Lucia, in Guane, Comune di Barichara, nel Dipartimento di Santander (Colombia). Lo studio fu effettuato negli anni 2012-2013 in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Universidad Santo Tomás, sede Bucaramanga. E’ stata applicata la metodologia tipica indicata dalle Carte Internazionali del Restauro di ICOMOS-UNESCO. Il quadro fessurativo, complesso e preoccupante, che presentava la Chiesa, Monumento Nazionale, alla data della presa in carico del lavoro, é conseguente al cedimento verticale delle fondazioni, peraltro molto scarse, dell’angolata destra in facciata principale. Lo studio che qui si presenta indica le soluzioni di messa in sicurezza dell’edificio e le ipotesi di massima per un suo consolidamento, con tecniche non invasive. L’occasione di questo racconto é per gli autori, anche l’occasione per riflettere sulle dinamiche di gestione a livello nazionale, della conservazione del patrimono storico costruito. Dinamiche che appaiono lente, estremamente burocratizzate e accompagnate da scarso dialogo tra le istituzioni preposte alla salvaguardia del bene storico. Il lavoro si é poi concretizzato, per le due coautrici, nella loro tesi di laurea in architettura, discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze nell’a.a. 2012-2013.
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Sorrentino, Anna Maria. "L'incontro terapeutico e gli interrogativi diagnostici: un'esperienza di reciprocitŕ". TERAPIA FAMILIARE, n.º 99 (agosto de 2012): 35–53. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-099002.

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Nel presente lavoro, l'autrice descrive il proprio processo mentale nella presa in carico di pazienti al fine di offrire una traccia ai colleghi piů giovani sulle modalitŕ con cui arriva ad una ipotesi diagnostica volta ad impostare il trattamento. L'incontro terapeutico č descritto nella propria matrice intersoggettiva dove le due persone si mettono a fuoco l'un l'altra. Tale processo per il terapeuta passa da piů livelli di analisi che possiamo descrivere come attenzione agli aspetti analogici della comunicazione, allo stile interpersonale legato alle modalitŕ di attaccamento esperito, alla storia familiare e personale. I casi clinici fanno da esemplificazione di quanto illustrato con attenzione alle variabili transferali.
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Griffa, Andrea, Sara Rezzonico y Alessandro Giongo. "COVID-19 ed ecografia polmonare: un approccio innovativo alla malattia nello studio medico di medicina generale". Praxis 110, n.º 8 (junio de 2021): 431–37. http://dx.doi.org/10.1024/1661-8157/a003697.

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Sommario. La malattia da SARS-CoV-2 ha richiesto ai medici curanti uno sforzo notevole nell’adattare il proprio metodo di lavoro. In breve tempo abbiamo dovuto conoscere la malattia e attuare una strategia per la presa in carico dei pazienti. Lo scopo è quello di riuscire a fornire nella Praxis una consulenza sicura (senza contaminazioni dei pazienti), con diagnosi precoce e follow-up riproducibile. L’ecografia polmonare è risultata essere una metodica sicura e affidabile per la diagnosi di questa malattia durante la pandemia. In questo articolo viene descritta l’esperienza conseguita su 116 pazienti nel periodo compreso tra febbraio 2020 a marzo 2021.
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Minola, Valeria y Anna Paschetta. "L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento: un protocollo terapeutico con la famiglia". TERAPIA FAMILIARE, n.º 126 (noviembre de 2021): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.

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Resumen
In questo articolo presentiamo come la terapia sistemico familiare-individuale sia effi cace nella presa in carico di un nucleo familiare che vive dinamiche relazionali complesse, altrimenti messe in ombra da una diagnosi di disturbo dell'apprendimento a carico del fi glio e dalle ricadute del disagio prettamente in ambito scolastico. Presso il nostro studio, per i ragazzi e per le loro famiglie che ci consultano, lavoriamo adattando il modello proposto dalla scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Dopo un'iniziale spiegazione sulle caratteristiche del disturbo specifi co dell'apprendimento, presenteremo la teoria della multifattorialità all'origine del DSA di Simonetta, che assumiamo come cornice teorica. Questo modello si basa sugli studi delle neuroscienze, delle teorie dell'attaccamento e della psicotraumatologia che permettono la lettura dell'eziopatogenesi del sintomo analizzando diversi livelli di complessità. Nel nostro metodo di intervento, rileviamo con particolare attenzione il signifi cato che il sintomo assume quando si esprime in un particolare contesto relazionale. Per questo dove compare un disturbo dell'apprendimento riteniamo utile indagare gli attaccamenti e lo sviluppo delle personalità dei componenti della famiglia. Inoltre aiutiamo il nucleo a rileggere le proprie dinamiche relazionali in un'ottica sistemica e approfondiamo le dinamiche passate secon do la prospettiva trigenerazionale che le sottende, stando attente a rilevare l'eventuale presenza di traumi non elaborati nelle storie di sviluppo dei componenti della famiglia. Inoltre evidenziamo l'importanza dello stile di conduzione che prevede l'utilizzo delle tecniche verbali, non verbali e i diversi formati di convocazione. Presentiamo il nostro metodo di lavoro attraverso la descrizione della presa in carico psicoterapeutica di un nucleo familiare.
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Pozzi, Euro. "La diagnosi di Disturbo di Personalitŕ nella pratica dei CSM". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (julio de 2011): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002004.

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Le diagnosi formulate nelle cartelle cliniche presso i Centri di Salute Mentale non corrispondono quasi mai con la diagnosi che ha in mente lo psichiatra che ha in carico il caso. L'articolo sviluppa alcune ipotesi su tale discrepanza. Ci si sofferma in modo particolare sul fatto che se paragoniamo la letteratura sull'epidemiologia dei Disturbi di Personalitŕ e sui Disturbi Gravi di Personalitŕ con i dati a nostra disposizione risalta quanto tali disturbi siano assolutamente sottodiagnosticati. L'articolo sviluppa le ragioni di questa differenza e le conseguenze che ne derivano per la mancata terapia: i Disturbi dell'Asse II infatti richiedono che venga messa al centro della prassi terapeutica la psicoterapia con tecniche e modalitŕ specifiche e mirate. Il mancato trattamento dei Disturbi Gravi di Personalitŕ porta alla cronicizzazione dei Disturbi di Asse I. L'articolo si conclude ipotizzando una prassi di lavoro che potrebbe integrarsi con le strutture Dipartimentali giŕ disponibili.
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Giolito, Maria Rosa, Franca Cabutto y Gabriella Valente. "Abuso sessuale e maltrattamento sui minori: dall'équipe multidisciplinare alla Procura... Cappuccetto Rosso va in tribunale". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (diciembre de 2010): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003005.

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Presentiamo una riflessione sull'attivitŕ dell'équipe multidisciplinare Cappuccetto Rosso attraverso l'analisi dei dati relativi ai casi seguiti dall'équipe dal 1994 al 2006 (206 maschi e 361 femmine) e, in particolare, dei minori coinvolti in un procedimento penale in qualitŕ di parti offese presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torino (167 bambini). L'alta percentuale di archiviazioni presenti nel campione esaminato (64,9%), le frequenti audizioni in condizioni di non protezione e il divario tra i "tempi" del bambino e i tempi della giustizia possono incidere negativamente sulla piccola vittima. Auspichiamo che il nostro lavoro possa contribuire all'elaborazione di modelli di integrazione tra le diverse istituzioni che permettano una sempre piů adeguata ed efficace presa in carico del minore.
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Gorga, Maria. "Sono come tu mi vuoi. La storia di G. Alla ricerca del suo posto nel mondo". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2021): 132–38. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003009.

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Partendo dal caso clinico della giovane G., l'Autrice propone una lettura della storia raccontata secondo il modello sistemico relazionale. Verranno messi in luce gli aspetti relativi alla fase del ciclo di vita della protagonista del racconto con l'epoca storica in cui si svolgono le vicende, commentando con una proposta terapeutica ad impostazione sistemica. Viene proposta in prima battuta una presa in carico terapeutica di tipo individuale volta a sostenere la ragazza nel naturale processo di individuazione per passare ad una seconda fase del lavoro in cui è prediletto un intervento terapeutico con allargamento delle convocazioni all'intero sistema familiare di riferimento e lavorare secondo il modello di Canevaro con il rituale dello zaino.
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Bologna, Maria. "Il senso del passato. L'esperienza del sosia in psicopatologia". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (diciembre de 2012): 135–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003009.

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Scopo del lavoro č descrivere l'esperienza del DH di Psichiatria dell'AUSL di Modena che tratta prevalentemente pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA); il paradigma teorico-clinico č quello dell'integrazione funzionale. Viene descritto il setting in cui č stato possibile attuare, per un piccolo numero di pazienti, un intervento psicoterapeutico focale; questa modalitŕ di presa in carico integrata ha permesso ai pazienti di attivarsi per trattamenti evolutivi rispetto a quelli attuati precedentemente. Viene presentata una vignetta clinica come esemplificazione di trattamento integrato in cui č stato effettuato un intervento psicoterapeutico focale. Nella nostra esperienza, l'intervento focale diviene uno degli elementi di cura proposto, al pari degli altri, in un clima culturale-operativo condiviso con tutta l'équipe, integrato nell'intero programma di trattamento.
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Camedda, Manuela, Monica Piccapietra y Roberto Berrini. "La terapia familiare con gli adolescenti con comportamenti autolesionisti. Presa in carico e protocollo sperimentale all'interno della NPI". TERAPIA FAMILIARE, n.º 128 (mayo de 2022): 55–73. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128004.

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La letteratura scientifica internazionale dimostra come sia estremamente difficile ingaggiare in psicoterapia adolescenti con gravi comportamenti autolesionisti; per tale motivo l'équipe multidisciplinare della UONPIA ASST Santi Paolo e Carlo di Milano ha implementato all'interno del proprio ambulatorio un servizio specifico di psicoterapia familiare, con l'obiettivo primario di creare un protocollo di intervento integrato al lavoro di presa in carico e valutazione dei pazienti afferenti all'équipe con comportamenti autolesionisti. Lo scopo è quello di offrire al minore e alla sua famiglia un percorso di sostegno e cura dell'intero sistema familiare. L'applicazione di tale intervento con più di 50 famiglie ha favorito la creazione di un protocollo di psicoterapia familiare nel trattamento delle psicopatologie adolescenziali, promuovendo l'elaborazione di una nuova ipotesi clinica sul funzionamento familiare in presenza di un adolescente problematico.
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Savarese, Giulia, Monica Romei, Luna Carpinelli, Daniela D’Elia, Rosa Angela Villani, Marianna Giordano, Annamaria Scapicchio y Domenico Costantino. "Esperienze Sfavorevoli Infantili: un Progetto in Campania per la prevenzione e l'intervento". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (enero de 2021): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003009.

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Il brief report riporta l'impianto progettuale e i principali risultati di un Programma finanziato dalla Regione Campania e finalizzato alla prevenzione e all'intervento nei caso di abuso e maltrattamento di minori. Esso ha avuto luogo tra il 2016 e il 2018 con lo scopo di sensibilizzare e formare gli operatori regionali sul fenomeno; di creare équipe specialistiche e multidisciplinari per la presa in carico di minori e famiglie; di far emergere e condividere le buone pratiche sperimentate. I risultati sono stati molto incoraggianti, in quanto sono emersi diversi punti di forza: la condivisione del modello sperimentale con gli operatori; l'utilizzo di strumenti clinici e sociali specialistici; il continuo lavoro di integrazione tra gli interventi delle équipe specialistiche e gli enti territoriali; la formazione degli operatori coinvolti e la sensibilizzazione degli operatori non coinvolti.
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Salaffi, F., M. Carotti y C. Cervini. "Modificazioni morfo-funzionali della cartilagine nella senescenza e nell'osteoartrosi". Rivista di Neuroradiologia 7, n.º 3_suppl (octubre de 1994): 25–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s305.

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La cartilagine articolare è un tessuto connettivo avascolare, aneurale che ricopre le superfici articolari. La funzione di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche, a protezione dell'osso subcondrale, rende la supeficie articolare idonea a sostenere il carico. Le funzioni inerenti le modalità di assorbimento della sollecitazione meccanica, che fanno sì che la deformazione sia reversibile, dipendono in larga parte dalle caratteristiche della cartilagine, intesa come struttura altamente organizzata. Nell'osteoartrosi umana e nei suoi modelli animali l'alterazione strutturale dei proteoglicani cartilaginei rappresenta l'evento centrale. Vengono discusse, alla luce delle acquisizioni più recenti, le implicazioni sulle proprieta fisico-chimiche e morfo-strutturali della cartilagine articolare riguardanti le caratteristiche di base dei proteoglicani, la struttura dei collageni, l'organizzazione della matrice extracellulare e le sue modificazioni nella senescenza ed in corso di osteoartrosi con le relative conseguenze sulle proprietà biomeccaniche del disco intervertebrale. Le conoscenze relative alle alterazioni della struttura proteoglicanica e lo sviluppo di nuovi metodi di determinazione dei markers biochimici del danno cartilagineo potrebbero migliorare la comprensione delle relazioni fra senescenza ed osteoartrosi, nonchè il riconoscimento delle modificazioni più precoci e la valutazione della risposta terapeutica.
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Lupoi, Sergio y Adele Maria Rosaria Francavilla. "Quando i bambini fanno da scudo ai grandi. Imparare dall'esperienza: un percorso di co-crescita". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 36 (diciembre de 2012): 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036002.

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In questo articolo gli autori, due terapeute e il loro supervisore, presentano un caso clinico di una famiglia monogenitoriale, madre e due bambini, seguito durante il periodo della formazione. Agli incontri di terapia partecipano anche i nonni materni, in quanto sono molto presenti nella gestione quotidiana dei bambini. In questo sistema sono i bambini a farsi carico dell'emotivitŕ di tutta la famiglia, svolgendo il ruolo di "barriera emotiva" con la funzione protettiva di impedire l'emergere di sentimenti dolorosi come rabbia, tristezza, paura, legati alla morte del papŕ. Il seguente lavoro si caratterizza per la riflessione sul processo terapeutico prendendo in considerazione i diversi livelli che si intersecano, con particolare attenzione agli isomorfismi, alla loro utilizzazione in senso evolutivo, al cambiamento della famiglia e delle terapeute e al coinvolgimento del supervisore.
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Albanese, Giuseppe. "Il ritardo del Mezzogiorno come povertŕ tecnologica". SCIENZE REGIONALI, n.º 2 (junio de 2011): 71–94. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-002003.

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Nel presente contributo adottiamo una prospettiva di "contabilitŕ della crescita" per ricercare la fonte dei divari di produttivitŕ tra le regioni italiane e discriminare tra il ruolo giocato da capitale fisico, capitale umano e TFP. Vengono quindi comparati due diversi metodi: quello tradizionale dovuto a Klenow e Rodriguez-Clare (1997), Hall e Jones (1999) e Caselli (2005) e una nuova tecnica elaborata in Caselli e Coleman (2006). Il lavoro sottolinea come solo la seconda consente di distinguere appieno il ruolo della tecnologia e del capitale umano, poiché permette di distinguere tra i fattori che determinano lo skill premium. I risultati ottenuti mostrano come le differenze nella dotazione tecnologica appaiono spiegare la gran parte dei divari esistenti. Inoltre, l'analisi enfatizza l'esistenza di barriere all'adozione di tecnologie piů efficienti nel Mezzogiorno.
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Bini, Emanuela. "Rappresentazioni culturali della disabilità in contesti migratori. Risorse inclusive e approcci multidisciplinari in ambito scolastico e socio-sanitario". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (noviembre de 2022): 47–59. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003003.

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In Italia l'aumento del numero di alunni disabili migranti iscritti a scuola e presi in carico dai servizi socio-sanitari rappresenta un fenomeno piuttosto recente che implica la revisione di me-todologie di accoglienza e di accompagnamento nella costruzione del progetto educativo e ria-bilitativo al quale partecipa anche la famiglia. Nel lavoro di rete risulta necessario promuovere il dialogo tra le diverse rappresentazioni culturali della disabilità, considerando anche l'impatto del percorso migratorio sulla singola famiglia, rilevando eventuali contaminazioni dei quadri interpretativi, dinamica che promuove un bricolage culturale che influenza le modalità di cura e le aspettative di vita del minore. Nel presente articolo si indaga la necessità di individuare ri-sorse e strumenti capaci di facilitare la comunicazione tra genitori migranti, operatori socio-sanitari e insegnanti per favorire il dialogo tra diverse concezioni sulla disabilità.
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Di Guida, Anna. "Gioca con me, così posso fidarmi di me". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 1 (junio de 2021): 157–78. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001011.

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La perdita della persona amata, come un genitore, irrompe nella vita di un bambino in modalità dirompete e traumatizzante. Mentre il mondo esterno è contraddistinto dal vuoto fisico, il mondo interno tenta disperatamente di colmare la presenza dell'oggetto amato. Cosa accade quando la persona amata mette a rischio la vita dell'altro genitore, quando la morte si impone in maniera violenta e traumatica? Queste domande orientano il delicato lavoro di costruzione di confini tra mondo interno ed esterno, tra fantasia e realtà di un piccolo paziente che mediante il gioco prova ad affrontare il sentimento di perdita, la rabbia e l'angoscia per l'esperienza di mancanza. Il contributo descrive come grazie all'utilizzo del gioco e all'analisi del transfert e del controtransfert, sia possibile fare esperienza di un buon incontro per dare l'avvio alla conoscenza dell'altro e anche di sé stesso.
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DE CLERCQ, PETER. "THE 's GRAVESANDE COLLECTION IN THE MUSEUM BOERHAAVE, LEIDEN". Nuncius 3, n.º 1 (1988): 127–37. http://dx.doi.org/10.1163/182539188x00041.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Una delle collezioni chiave del Museo Boerhaave di Leida è costituita dagli strumenti filosofici originali disegnati da W. J. 's Gravesande per ricerche sperimentali e dimostrazioni didattiche, costruiti in gran parte da J. van Musschenbroek. Nel 1951 ne fu stampato il catalogo, il quale costituisce un primo resoconto e lascia aperti molti dubbi sulla genesi e sulle vicende della collezione, assorbita nel Gabinetto fisico di Leida dopo la morte di 's Gravesande nel 1742.Attingendo in parte da manoscritti rintracciati negli archivi dell'Università di Leida, l'autore intende elaborare un nuovo catalogo di questa collezione. Il presente articolo costituisce una prima informazione sul « lavoro in corso » ed è stato letto al VI Simposio sugli strumenti scientifici tenuto a Firenze dal 7 al 10 ottobre 1986.
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Sozzi, Matteo, Lorella Algeri, Matteo Corsano, Davide Crivelli, Maria Angela Daga, Francesca Fumagalli, Paola Gemignani et al. "Il ruolo dello psicologo nella presa in carico di pazienti con alterazioni delle funzioni cognitive". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 1–10. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12257.

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L'intervento degli psicologi &egrave; risultato, nella risposta alla pandemia COVID-19, fin da subito essenziale a seguito del dilagare dell'epidemia. Ora che, per alcuni aspetti, l'emergenza per la salvaguardia delle vite umane &egrave; in regressione, emerge un altro settore di intervento degli psicologi: l'ambito neuropsicologico. Le pi&ugrave; recenti evidenze empiriche suggeriscono, infatti, che l'infezione da COVID-19 possa comportare, come conseguenza del tropismo del virus per il Sistema Nervoso Centrale e dei prolungati periodi di ipossia da grave desaturazione, importanti sequele sul sistema nervoso centrale. Tali conseguenze comportano compromissioni delle funzioni cognitive, emotive e comportamentali, un quadro noto con il nome neuroCOVID. Con questo lavoro si intendono delineare indicazioni per le pratiche di valutazione e riabilitazione neuropsicologica di pazienti con COVID-19 e compromissioni cognitive-affettive-comportamentali, oltre che delineare il ruolo del neuropsicologo nel gestire la presa in carico e la cura di tale popolazione clinica.
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Galeotti, P. "Il ruolo dell'infermiere in ambulatorio di nefrologia". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 4 (26 de enero de 2018): 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1174.

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Lo scopo di questo articolo è quello di definire la figura dell'infermiere dell'Ambulatorio di Nefrologia in relazione a tutte le attività infermieristiche svolte dalla prima visita del paziente al follow-up. Una figura infermieristica complessa che, oltre alla formazione di base deve aver acquisito una cultura nefrologica specifica sia attraverso l'esperienza che attraverso la formazione continua. Vengono definite le aree di competenza nefrologica: educazione alla salute, prevenzione delle complicanze nei diversi stadi della MRC, assistenza alla ricerca clinica, idoneità al trapianto e follow-up. Particolare importanza viene data alla multidisciplinarietà, al lavoro in team per garantire al paziente e alla famiglia la presa in carico globale per tutto il percorso di cura e di uscita dalla malattia. Viene inoltre sottolineato che maggiore attenzione e sorveglianza nella prevenzione e nel processo di donazione da vivente portano nel tempo risparmio per il sistema sanitario nazionale e qualità di vita migliore per l'intero nucleo familiare dal paziente. (sian) (nursing)
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Bruno, Davide y Marie Rose Moro. "La lunga notte dell'esilio. Gruppi istituzionali e centri per immigrati in Italia". GRUPPI, n.º 3 (octubre de 2011): 95–105. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003010.

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I Centri di Permanenza Temporanei (CPT) accolgono gli stranieri in una situazione di irregolaritŕ rispetto alle leggi italiane sull'immigrazione. Si tratta essenzialmente di persone in attesa dell'esecuzione del provvedimento di espulsione o che, non trovandosi in possesso di documenti d'identitŕ, devono essere identificate. A partire da una esperienza sul campo svolta in un CPT italiano e dall'analisi della letteratura, l'autore analizza la dinamica istituzionale propria di queste strutture e le interazioni con l'esterno. Lo scopo di questo lavoro č infatti quello di interrogarci sulla funzione di questi luoghi nella societŕ. Attraverso un parallelo con istituti che hanno caratteristiche analoghe di istituzioni totali, giungeremo alla conclusione che il funzionamento di tali centri sembra essere legato alla messa in campo di meccanismi di difesa rispetto al sentimento del "perturbante", suscitato dall'incontro con lo straniero. Verranno inoltre presentati approcci terapeutici di gruppo per la presa in carico del paziente migrante, che tengano in considerazione gli aspetti di sofferenza psichica legati al trauma migratorio.
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Massara, Damiana, Marisa Manzon, Maria Rita Cavarretta y Silvia Einaudi. "Crisalide e farfalla. Quale identitŕ?" TERAPIA FAMILIARE, n.º 98 (mayo de 2012): 21–36. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-098002.

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I disordini della differenziazione sessuale (DSD), sono condizioni congenite con atipico sviluppo del sesso cromosomico, gonadico o anatomico; rappresentano una realtŕ che conduce a difficoltŕ notevoli non solo per il bambino che nasce con tale condizione, ma anche per i genitori e le famiglie, costrette a fronteggiare l'incertezza sullo sviluppo futuro dell'identitŕ di genere del proprio figlio o figlia. L'esperienza di un gruppo nato a Torino nel 2000, a partire dall'esigenza di medici endocrinologi dell'Ospedale Infantile Regina Margherita, ha permesso di avviare lo studio e la messa in atto di protocolli di presa in carico integrata, secondo un'ottica inter-professionale. I risultati ottenuti dai primi anni di lavoro hanno condotto non solo ad un maggiore e piů ricco confronto tra famiglie e tra genitori, medici e psicologi, ma anche ad una nuova metodologia, volta ad offrire ai bambini ed ai loro familiari una continuitŕ della cura, anche dopo l'etŕ pediatrica.
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