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Tesis sobre el tema "Caratterizzazione fisica"

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Accorsi, Eugenio. "Caratterizzazione fisica di apparati per tomosintesi digitale della mammella". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9581/.

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Resumen
In questo lavoro di tesi sono state studiate le caratteristiche di una macchina per tomosintesi Fujifilm AMULET Innovality in uso presso l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) di Meldola. Le valutazioni sono state fatte utilizzando diversi fantocci, uno dei quali costruito durante il lavoro di tesi. Per la valutazione delle immagini di mammografia digitale e di tomosintesi sono state seguite le linee guida della International Electrotechnical Commission (IEC) e della European Reference Organisation for Quality Assured Breast Screening and Diagnostic Services (EUREF). Per lo studio delle mammografie digitali sono stati valutati, utilizzando i software COQ e ImageJ, i parametri di NPS, MTF e DQE. Per lo studio delle immagini di tomosintesi sono stati appositamente sviluppati degli algoritmi in linguaggio Java, integrati poi all'interno del software COQ. Il programma sviluppato ha permesso di valutare ASF, MTF, NPS e omogeneità delle immagini ricostruite.
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Tondini, Chiara. "Caratterizzazione fisica di small cakes: proprietà termiche e diffusive". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Resumen
La qualità dei prodotti da forno è fortemente dipendente dal processo di cottura in quanto è un processo molto complesso durante il quale avvengono molteplici cambiamenti nella struttura fisica e chimica del prodotto, come l’espansione dell’impasto, l’evaporazione dell’umidità, la denaturazione delle proteine, la gelatinizzazione dell’amido e reazioni di imbrunimento. Tali fenomeni sono influenzati da trasferimenti di calore e di massa che si instaurano durante la cottura del prodotto e che determinano il passaggio del prodotto dallo stato liquido allo stato di solido poroso. Di conseguenza la conoscenza delle proprietà termiche e diffusive dei prodotti è fondamentale per uno studio dettagliato del processo di cottura, soprattutto in termini di sviluppo di modelli matematici in grado di descrivere i fenomeni di trasferimento che avvengono all’interno e sulla superficie del prodotto durante la cottura. L’obiettivo del presente lavoro è stato quindi quello di determinare le proprietà termo-fisiche (densità, conducibilità termica e calore specifico) e la diffusività di un prodotto da forno standard (small cake). I risultati ottenuti hanno confermato il fatto che le proprietà termiche e diffusive dei prodotti da forno sono influenzate dal contenuto di umidità e dalle condizioni di processo applicate (temperatura di cottura), dove la variazione di tali parametri comporta quindi un cambiamento della struttura e delle proprietà del prodotto. Nello specifico, all’aumentare del tempo di cottura si assiste ad una diminuzione lineare della densità del prodotto (da 1069 a 600 kg/m3), e a un incremento esponenziale della conducibilità termica (da 0,21 a 0,42 W/m/°C) e del calore specifico (da 2147,8 J/kg/K a 7165,8 J/kg/K). La diffusività invece tende ad aumentare in maniera esponenziale con l’incremento della temperatura del forno, da 140 a 180°C (da 2.39E-8 a 4.96E-8 m2/s). I valori ottenuti per via sperimentale sono in accordo con quelli dichiarati in letteratura.
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Casolari, Federico. "Caratterizzazione chimico-fisica di digestati dopo trattamento HTC e biologico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Resumen
La tesi si inserisce all’interno del progetto B-plas DEMO, nel quale è stato messo a punto un processo che utilizza fango di depurazione digestato per produrre poliidrossialcanoati (PHA). In questo studio è stato caratterizzato il fango digestato in ingresso, al fine di capire la sua variabilità nel tempo. Si è inoltre studiato come viene modificata la natura chimico fisica del fango digestato nella parte iniziale del processo, che prevede la carbonizzazione idrotermale (HTC) e la fermentazione acidogenica per produrre acidi grassi volatili (VFA). I VFA sono alla base della crescita dei batteri responsabili della produzione dei PHA. Nel dettaglio questo studio si propone di valutare quale sia il bilancio del carbonio e dell’azoto in tutto il processo e come i metalli tendano a ripartirsi tra la fase liquida e la fase solida durante il trattamento termico e biologico, per capire se ci possa essere un’influenza nei processi batterici. A seguito delle analisi si è visto come alcune caratteristiche del fango digestato in ingresso possano variare stagionalmente, a seconda delle biomasse che entrano nell’impianto di depurazione. Queste differenze però incidono poco sul carbonio e sull’azoto che possono essere trasferiti in soluzione a seguito del processo HTC. Per quanto riguarda i cambiamenti chimico fisici osservati durante il processo, a seguito della carbonizzazione idrotermale, si è evidenziato come, oltre all’aumento del COD e della concentrazione di azoto in soluzione, per i metalli quali Na, K, Ca, Cu, Ni e Pb ci sia un passaggio più o meno consistente dalla fase solida in sospensione nella fase liquida, senza però raggiungere concentrazioni che possano influenzare l’attività microbica. A seguito del processo biologico si osservano piccole variazioni del campione, con un leggero passaggio dalla fase liquida alla fase solida, per quanto riguarda la distribuzione del carbonio, dell’azoto e della maggior parte dei metalli.
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Badiali, Alessandro. "Caratterizzazione di matrici di fotorivelatori". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21210/.

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Resumen
Il lavoro della presente tesi è stato svolto nell'ambito di un progetto avente come scopo principale lo sviluppo di una nuova tecnica di imaging per la ricostruzione di tracce di particelle in un rivelatore ad argon liquido. Si vuole sfruttare la luce di scintillazione emessa dall'argon per realizzare immagini di tali tracce. A questo fine, è necessario utilizzare un dispositivo di imaging, composto da un sistema ottico e da un sensore. Per quanto riguarda il sistema ottico, si è optato per una maschera ad apertura codificata, mentre come sensori si intende utilizzare matrici di silicon photomultiplier (SiPM) con un elevato numero di canali. In particolare, il lavoro di questa tesi si è focalizzato sulla caratterizzazione delle matrici di SiPM impiegate. Grazie a tale sistema, sono state effettuate le prime misure che hanno indicato la fattibilità di questa tecnica innovativa per la ricostruzione di immagini.
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D'OLIMPIO, GIANLUCA. "Sintesi, Funzionalizzazione e Caratterizzazione di Materiali Bidimensionali Avanzati". Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2021. http://hdl.handle.net/11697/168999.

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Resumen
The discovery of graphene, with its unique properties, has inspired the quest for other two-dimensional (2D) materials. After considerable research efforts by the scientific community in the last 15 years, an extended atlas of 2D materials has been synthetized and investigated. Remarkably, materials beyond graphene could possess properties complementary to those of graphene, such as the presence of a direct band gap, more suitable for several applications, not limited to nano- and opto-electronics. Moreover, these materials have high potential for applications in biosensing technologies, catalysis, photocatalysis and energy storage. However, considering that most 2D materials have been newly discovered, the majority of the research efforts is focused on material synthesis and on the investigation of its electronic properties. Therefore, technological applications of 2D materials are still at the embryonic stage, also considering the difficulties in achieving large-scale and low-cost production for industrial use. Among the various 2D materials, graphene-based derivatives and metal chalcogenides represent the most promising materials for technological applications. Graphene oxide (GO) has attracted particular attention from the industrial world, since it represents a low-cost precursor of graphene for large-scale production. GO offers tremendous opportunities for the access to functionalized graphene‐based materials. More specifically, both GO and reduced GO (rGO) can be processed into a wide variety of novel materials with distinctly different morphological features, where the carbonaceous nanosheets can serve as either the sole component, as in papers and thin films, or as fillers in polymer and/or inorganic nanocomposites. In addition, GO and rGO enable efficient electro-optical, filtering and nano-biotechnological applications, as well as gas sensing devices, polymeric nanocomposites and gas barriers. On the other hand, transition-metal dichalcogenides (TMDs) belonging to the class of MTe2 (M = Ni, Pd) are particularly relevant for both fundamental and technological interest, owing to the presence of a tilted Dirac cone formed by bulk states, which implies high-mobility charge carriers. Being the Dirac cone located in the bulk, it naturally exhibits superior robustness to surface modifications compared to other Dirac materials, i.e. graphene, topological insulators and silicene. Consequently, MTe2 displays intriguing application capabilities in optoelectronics and catalysis, in consideration of its nature as type-II Dirac semimetal. In addition, among the broad class of layered metal chalcogenides, van der Waals semiconductors are particularly suitable for optoelectronic and sensing devices. Especially, recent experiments on exfoliated GaSe nanosheets reported an enhancement of performance in electrochemistry and photocatalysis opening a new way for its applications in the fields of energy and catalysis. In addition, SnSe2 represent another interesting van der Waals semiconductor with ultralow thermal conductivity. In this thesis, issues related to technology transfer of 2D materials beyond graphene were addressed. More specifically, a solution for the reduction of costs in the state-of-the-art production of GO was identified. Moreover, a sustainable eco-friendly solvent was demonstrated to be able to replace toxic solvents in the large-scale production of functional inks based on 2D materials, solving one of the most relevant problems for the 2D materials-based industry.
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Casadio, Laura. "Caratterizzazione fisica, chimica e strutturale di cementi biomedici a componente multi-minerale". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4318/.

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Benini, Leonardo. "Caratterizzazione di film sottili di PEDOT:PSS". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7825/.

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Negli ultimi 20 anni lo studio dei materiali organici dalle proprietà conduttive si è ampliato significativamente in un range di applicazioni molto vasto, che va dall'assemblaggio e costruzione di sistemi microelettronici avanzati ad applicazioni nel campo della bioelettronica e dell'ingegneria biomedica. Il presente lavoro rappresenta un punto d'incontro tra la fisica dei materiali e la ricerca in ambito biomedico e verte sullo studio delle particolari proprietà del poli(3,4-etilenediossitiofene) drogato con poli(stirene sulfonato), o PEDOT:PSS, utilizzato nella preparazione di substrati per colture cellulari. Nel primo capitolo, di natura descrittiva, viene presentata una panoramica sui polimeri conduttivi e sulle loro caratteristiche principali con particolare approfondimento sul PEDOT:PSS e sulle sue applicazioni in ambito di ricerca. Il secondo capitolo contiene una descrizione approfondita della strumentazione e delle procedure utilizzati per la caratterizzazione dei campioni: sommariamente, questi comprendono misure di resistenza superficiale, di angolo di contatto e analisi morfologiche tramite AFM. Nel terzo e ultimo capitolo vengono esposte le tecniche di preparazione dei campioni e vengono mostrati e discussi i risultati delle misure eseguite sui campioni preparati.
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Righini, Matteo. "Crescita e caratterizzazione elettrochimica di elettrodi di titania nanostrutturata". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12291/.

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La ricerca sulle fonti di energia rinnovabili è un tema di grandissima importanza. Tra queste, l’energia solare è una delle più promettenti. Essa può essere convertita in energia chimica. In questo caso, l’energia solare viene sfruttata per produrre combustibili, i cosiddetti solar fuels, fra i quali spicca l’idrogeno, che non rilascia sostanze inquinanti o gas serra durante la combustione tradizionale o in celle a combustibile. L’idrogeno può essere ottenuto dall’acqua tramite una cella fotoelettrochimica, in cui la luce solare, assorbita da un elettrodo semiconduttivo, permette che avvenga la scissione delle molecole d’acqua. Il materiale più studiato per realizzare i fotoelettrodi è la TiO2, grazie alla resistenza alla corrosione e al basso costo. In questa tesi è descritta la realizzazione, effettuata in laboratorio, di fotoelettrodi di TiO2 e le misure effettuate su di essi. Gli elettrodi sono stati prodotti tramite deposizione fisica di vapori, con la quale è stato possibile realizzare dei film sia compatti che porosi costituiti da nanoparticelle, questi ultimi tramite la condensazione in atmosfera gassosa. Sono stati prodotti elettrodi di vari spessori e in diverse condizioni durante l’evaporazione e sono stati sottoposti a trattamenti termici. Essi sono stati utilizzati come fotoanodi in una cella fotoelettrochimica sulla quale sono state compiute misure per determinare grandezze come la fotocorrente prodotta in condizioni di illuminazione e il flatband potential. Inoltre è stato discusso un modello circuitale con cui è possibile schematizzare la cella ed è stato verificato il suo effettivo funzionamento tramite misure di spettroscopia di impedenza. In questo modo si è cercato di determinare per quali valori di spessore, trattamento termico e condizioni di crescita i campioni dessero le risposte migliori. La morfologia superficiale dei campioni è stata analizzata tramite la microscopia elettronica a scansione (SEM) e quella a forza atomica (AFM).
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Bassotti, Mattia. "Fabbricazione, caratterizzazione ed applicazioni di transistor elettrochimici organici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9126/.

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Resumen
In questa tesi è stato esposto il lavoro, svolto in laboratorio, di fabbricazione degli OECTs, seguito dalle misure raccolte durante le prove effettuate, con le relative analisi e discussioni dei risultati ottenuti. É stato dimostrato che gli OECTs basati sul PEDOT:PSS sono in grado di fornire una misura della concentrazione di sostanze ossidanti.
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Cavicchioli, Luca. "Generazione e caratterizzazione dinamica di potenziali ottici mediante un dispositivo a microspecchi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16951/.

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In questa tesi si tratta della caratterizzazione dinamica dei potenziali ottici che possono essere ottenuti mediante un dispositivo a microspecchi (DMD), che sarà utilizzato in esperimenti con atomi freddi. Lo studio della superfluidità nei condensati di Bose-Einstein, e del fenomeno ad essa strettamente collegato della formazione di vortici, è uno filoni di ricerca più sviluppati nell'ambito della fisica degli atomi freddi. Gli apparati sperimentali fanno uso di complessi sistemi di generazione di potenziali ottici variabili nel tempo. Un dispositivo a microspecchi consiste di una matrice di specchi, ciascuno dei quali può essere controllato da un attuatore elettromeccanico; questo dispositivo consente quindi di modulare la radiazione luminosa che esso riflette, variandola anche nel tempo. È possibile quindi utilizzare tale dispositivo per produrre un potenziale ottico variabile nel tempo. Il lavoro sperimentale svolto per questa tesi comprende misure di tempi di commutazione e fedeltà delle immagini generate utilizzando un dispositivo a microspecchi, e lo sviluppo di un codice di controllo che, mediante un algoritmo PID, consenta di ridurre le distorsioni indotte dal sistema ottico.
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Cerasoli, Sara. "Caratterizzazione di sequenze di DNA mediante catene di Markov". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9574/.

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Questa tesi si inserisce nell’ambito di studio dei modelli stocastici applicati alle sequenze di DNA. I random walk e le catene di Markov sono tra i processi aleatori che hanno trovato maggiore diffusione in ambito applicativo grazie alla loro capacità di cogliere le caratteristiche salienti di molti sistemi complessi, pur mantenendo semplice la descrizione di questi. Nello specifico, la trattazione si concentra sull’applicazione di questi nel contesto dell’analisi statistica delle sequenze genomiche. Il DNA può essere rappresentato in prima approssimazione da una sequenza di nucleotidi che risulta ben riprodotta dal modello a catena di Markov; ciò rappresenta il punto di partenza per andare a studiare le proprietà statistiche delle catene di DNA. Si approfondisce questo discorso andando ad analizzare uno studio che si ripropone di caratterizzare le sequenze di DNA tramite le distribuzioni delle distanze inter-dinucleotidiche. Se ne commentano i risultati, al fine di mostrare le potenzialità di questi modelli nel fare emergere caratteristiche rilevanti in altri ambiti, in questo caso quello biologico.
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Maraldi, Bernardo. "Caratterizzazione di proprieta di trasporto di perovskiti ibride". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24285/.

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Resumen
In questo lavoro di tesi sono state caratterizzate le proprietà elettriche di cristalli singoli di tribromuro di metilammonio di piombo (MAPbBr3) in funzione della temperatura. E` stato osservato un comportamento ohmico del cristallo per temperature nell’intervallo 150 K ÷ 297 K. In particolare, `e stata misurata la dipendenza della resistenza e della conduttività elettrica dalla temperatura. A partire da questo risultato sono stati calcolati i valori dell’energia di attivazione EA del trasporto di carica. Per temperature superiori a 200 K si attiva trasporto ionico e l’energia di attivazione misurata vale 0.34 eV. Per basse temperature l’energia di attivazione per il trasporto elettronico `e stata misurata pari a 0.028 eV. A partire da 150 K (in corrispondenza di una transizione di fase della struttura cristallina) e per temperature inferiori la caratteristica I-V mostra un comportamento rettificante. Allo stesso tempo, sono state effettuate misure di corrente sotto illuminazione di un LED con frequenza maggiore del band gap. Le curve di fotocorrente mostrano un comportamento asimmetrico se confrontate tra tensioni positive e negative. Queste analisi ci hanno permesso di comprendere i fenomeni legati al trasporto di carica in questi cristalli che, nonostante siano interessanti per molte applicazioni, non sono ancora stati molto studiati nelle loro proprietà fisiche fondamentali.
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Mazzali, Ugo. "Caratterizzazione di componenti speciali dell'involucro edilizio". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423514.

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Resumen
In last decades, environmental aspects and in particular energy consumptions related to whole building life cycle have become an important field of research both at institutional level and in the discussions of a public opinion which is increasingly sensible to these aspects. This research study aims to investigate thermophysical behaviour of Living Walls, a new kind of vertical green cladding installed on external facades of building envelope. In the first chapter, the state of the art of the international research panorama on vertical greenery and in particular on Living Walls is proposed. What comes out from the research is that many aspects of this particular kind of green cladding are actually object of study and in this context new sperimental and theoretical informations and evaluations are needed. In the second chapter two of the most important kinds of green claddings are presented and in the third chapter heat transmission theory is analysed and focused on Living Wall behaviour. Others specific phenomenon and features typical of green claddings, such as evapotranspiration and Leaf Area Index, have been analysed. Results of two monitoring campaigns are presented in the fourth chapter. These field measurements have been performed on two prototypes of Living Walls, made available during the research period. Interactions between the cladding and the back wall in terms of surface temperatures and heat fluxes are presented. In the fifth chapter, a numerical model, which aims to reproduce the energetic behaviour of the two monitored green claddings, is developed and validated against field measurements. In the subsequent chapter a sensitivity analysis is performed on the mathematical model considering the most important variables. In the last chapter the U-Value calculation, for a facade with a Living Wall installed on, is proposed. The calculation is performed by means of the numerical model proposed in the fifth chapter and results are compared to those achievable by means of actual regulations. In Appendix A, the VBA code of the numerical model, developed in the fifth chapter, is entirely reported.
Negli ultimi decenni, gli aspetti energetici ed in particolare i consumi di energia legati all’intera vita utile degli edifici sono divenuti oggetto di studio e confronto sia nelle sedi istituzionali di tutto il mondo sia nei dibattiti di una opinione pubblica fortemente sensibilizzata. In quest’ottica si colloca questo lavoro che indaga il comportamento termofisico dei Living Walls, un nuovo tipo di rivestimento vegetale d’involucro direttamente installato sulle facciate degli edifici. Nel primo capitolo viene proposto l’attuale stato dell’arte che offre il panorama della ricerca internazionale sul tema dei rivestimenti vegetali ed in particolare dei Living Walls. Come emerge dalle ricerche effettuate vi sono molti aspetti ancora in fase di studio e conoscenza per i quali sono necessarie valutazioni di tipo teorico e sperimentale. Nel secondo e terzo capitolo vengono introdotte le due principali tipologie di rivestimento d’involucro e vengono ripresi i concetti generali di trasmissione del calore calandoli nello studio dei Living Walls. Vengono inoltre caratterizzati alcuni fenomeni e parametri tipici dei rivestimenti vegetali come l’evapotraspirazione e il Leaf Area Index. Nel quarto capitolo vengono riportati i risultati di due campagne di monitoraggio effettuate su prototipi di Living Walls resi disponibili durante la fase di ricerca. Evidenti sono apparse le interazioni tra il rivestimento e la parete dell’edificio retrostante in termini di temperatura superficiale e flussi di calore. Nel quinto capitolo viene proposto un modello numerico il cui obiettivo è quello di riprodurre il comportamento energetico dei due tipi di Living Wall monitorati. Il modello è stato validato utilizzando i dati delle campagne microclimatiche effettuate sui prototipi. Nel capitolo successivo viene effettuata l’analisi di sensitività del modello considerando le variabili ritenute più significative. Nell’ultimo capitolo viene proposto il calcolo della trasmittanza termica di una parete dotata di Living Wall, attraverso l’utilizzo del modello numerico sviluppato nei capitoli precedenti e i risultati vengono affiancati ai possibili risultati ottenibili con l’utilizzo della normativa attuale. Infine, in Appendice A, viene riportato il codice di calcolo scritto per il modello numerico sviluppato nel quinto capitolo.
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Calavalle, Francesco. "Caratterizzazione microscopica di un transistor organico a effetto di campo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7812/.

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Negli ultimi anni uno dei settori di ricerca più interessanti in ambito tecnologico è sicuramente quello dell'elettronica organica. Lo sviluppo è spinto dai vantaggi che portano i dispositivi basati su materiali organici: bassi costi di produzione, facilità di fabbricazione su grandi aree e flessibilità. In questa tesi andiamo ad esaminare un transistor organico a effetto di campo (OFET) dal punto di vista macroscopico e microscopico, cercando di mettere in relazione le sue caratteristiche morfologiche ed elettriche. Il dispositivo sottoposto ai test è un OFET realizzato con TIPS-pentacene come semiconduttore. Dai risultati ottenuti si evince che le prestazioni elettriche del transistor sono fortemente legate alla microstruttura assunta dal materiale organico durante la deposizione. I primi due capitoli illustrano i principi di funzionamento degli OFET e la tecnica SPM (scanning probe microscopy) utilizzata per l'indagine microscopica. Il terzo e quarto capitolo descrivono rispettivamente gli apparati sperimentali e i risultati ottenuti dall'indagine su due aree diverse del dispositivo.
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Biondi, Riccardo. "Caratterizzazione di materiali nanostrutturati mediante spettrofotometro". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16750/.

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Nel presente elaborato è riportato uno studio sulle proprietà ottiche di meta-materiali nano-strutturati. In particolare, mediante l'uso di uno spettrofotometro, si è osservato il fenomeno di risonanza plasmonica di superficie di nanofili metallici in matrice di allumina. I nanofili esaminati sono stati cresciuti mediante elettrodeposizione all'interno di una matrice di allumina porosa, creata con specifici parametri geometrici attraverso un processo di anodizzazione. Sempre mediante uno spettrofotometro, attraverso cui sono stati acquisiti gli spettri di assorbimento e riflessione dei materiali, è stato possibile osservare la variazione della risonanza plasmonica al cambiare dei parametri del fascio di luce, come l'angolo di incidenza o l'asse di polarizzazione, oppure delle caratteristiche del campione stesso, come l'altezza dei nanofili. È stata osservata anche l'influenza che i nanofili hanno sul fenomeno delle frange di interferenza da lamina sottile. confrontando gli spessori ricavati dagli spettri di riflessione di nanofili a diversa altezza con quello dell'allumina vuota.
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BRUNETTI, Emanuela. "Caratterizzazione di generatori SOFCs tubolari a supporto anodico". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242687.

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I sistemi basati sulla tecnologia delle celle a combustibile sono fra i più promettenti per la produzione di energia elettrica per le loro elevate efficienze energetiche, le basse emissioni ambientali e per l’ampiezza delle possibili applicazioni. La tecnologia trova impiego nei settori della generazione distribuita, della cogenerazione residenziale e industriale e della generazione portatile. Tra le varie tipologie di celle a combustibile quella ad ossidi solidi (SOFC) sta riscuotendo un interesse sempre più crescente in quanto l’alta temperatura di funzionamento rende questa tecnologia particolarmente interessante per la micro-cogenerazione. La presente tesi mostra una analisi teorica e sperimentale di un generatore SOFC tubolare a supporto anodico prodotto dalla società statunitense Acumentrics Corporation. L'attività si è concentrata sullo studio termo-fluidodinamico e della reazione elettrochimica di una singola cella a combustibile ad ossidi solidi tubolare a supporto anodico con il principale obiettivo di implementare la reazione elettrochimica in ANSYS-FLUENT per una analisi puntuale dei fenomeni che intervengono nella singola cella stessa. Inoltre lo stesso approccio è stato applicato allo studio dell'intero stack di celle a combustibile e ad un recuperatore catodico. Tutte le caratteristiche dimensionali ed operative dei componenti considerati sono stati forniti da Acumentrics Corporation. Si è inoltre compiuta la caratterizzazione sperimentale delle prestazioni di un prototipo di generatore SOFC, sempre fornito da Acumentrics Corporation. Il generatore è stato installato all'interno di un banco di prova ed alimentato ad idrogeno. Data la correlazione lineare tra alcune variabili di funzionamento i dati sono stati interpretati attraverso il metodo di analisi multivariata per l'analisi delle componenti principali. Attraverso tale metodo è stato possibile derivare regole generali che descrivono il funzionamento di un sistema e da queste regole studiare la risposta del sistema alla variazione dei parametri di funzionamento anche in condizioni diverse da quelle sperimentali.
The systems based on the technology of fuel cells are among the most promising for the production of electrical energy for their high energy efficiency, low environmental emissions and wideness of possible applications. The technology is normally proposed for distributed generation, residential and industrial cogeneration and portable generation. Among the various types of fuel cells, the solid oxide fuel cells (SOFCs) are getting a growing interest because the high operational temperatures make this technology attractive for micro-cogeneration. This thesis shows a theoretical and experimental analysis of a tubular-anode-supported SOFCs generator produced by Acumentrics Corporation. The activity was focused on the study of the thermo-fluid dynamics and electrochemical reaction of a single tubular-anode-supported solid oxide fuel cell using ANSYS-FLUENT. The same approach has been applied to the study of the of fuel cell system and to the cathodic recuperator. All the considered dimensions and components were provided by Acumentrics Corporation. Furthermore the experimental characterization of the performance of a prototype SOFC generator was carried out. The generator was installed in a test rig and it was powered by hydrogen. The data were analyzed through a multivariate method (principal component analysis). Applying this method to the experimental data, a linear correlation among some operational variables was highlighted. Through this method it was possible to derive general rules describing the operation of the system and study the response of the system to changes in operating parameters even in conditions different from the experimented one.
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Armaroli, Giovanni. "Caratterizzazione elettrica di eterostrutture basate su nitruri per applicazioni nell'elettronica veloce". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14522/.

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In questo lavoro di tesi sono state caratterizzate due eterostrutture basate su nitruri del III gruppo per applicazioni nell’elettronica ad alte frequenze. Su entrambi i campioni sono state effettuate caratterizzazioni corrente - tensione e capacità - tensione tramite contatti Schottky, con l’obiettivo di ricavare dai dati raccolti alcuni parametri fisici utili a comprendere più a fondo le proprietà delle eterostrutture analizzate. In particolare dalle caratteristiche corrente - tensione è stato possibile ricavare la resistenza in serie, il fattore di idealità, la corrente inversa di saturazione e l’altezza di barriera Schottky dei dispositivi. Dalle caratteristiche capacità - tensione è stato possibile risalire al profilo di carica dei campioni e mostrare la presenza di un 2DEG all’interfaccia tra i materiali che compongono queste eterostrutture.
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Rotella, Francesco. "Caratterizzazione del circuito di trasmissione dei segnali dell'esperimento Darkside-20k". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13814/.

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L'esperimento DarkSide-20k, dedicato alla rivelazione diretta della materia oscura (WIMP), è in fase di sviluppo. Rispetto all'attuale rivelatore di DarkSide-50, oltre ad un aumento della massa attiva, si prevedo diversi miglioramenti, come per esempio il sistema di rivelazione della ionizzazione. Il lavoro di questa tesi riguarda la caratterizzazione della scheda di trasmissione dei segnali che sarà parte integrante del sistema di presa dati dell'esperimento. In particolare si sono effettuate misure di attenuazione, impedenza differenziale e crosstalk.
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Zuddas, Andrea. "Sistema a microonde dedicato all'imaging della mammella: caratterizzazione di un prototipo sperimentale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13441/.

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Sebbene la mammografia a raggi X sia la tecnica che presenta le migliori prestazioni per una diagnosi precoce del cancro alla mammella, alcuni suoi limiti (utilizzo di radiazioni ionizzanti, presenza non trascurabile dei falsi negativi) hanno stimolato lo sviluppo di tecniche di imaging alternative. Tra queste vanno sicuramente citate l’ecografia, la risonanza magnetica nucleare e alcune metodiche recenti, quali l’imaging a microonde. Scopo di questa tesi è di caratterizzare un prototipo di sistema a microonde dedicato all’imaging della mammella. Il primo capitolo illustra le tecniche comunemente impiegate per la diagnosi del tumore al seno, evidenziando l’importanza della prevenzione e delle campagne di screening. Il secondo capitolo presenta sommariamente l’anatomia dei tessuti mammari con le rispettive proprietà dielettriche e i modelli utilizzati per descriverne la risposta dielettrica a seguito di esposizione a un campo di radiazione elettromagnetica. I metodi di imaging a microonde sfruttano infatti le differenze della permettività e della conducibilità dei vari tessuti per differenziare quelli sani da quelli tumorali. Una descrizione più formale degli algoritmi utilizzati nel sistema di ricostruzione dell’immagine viene presentata nel capitolo terzo. Il setup sperimentale del prototipo considerato è descritto nel capitolo quarto dove viene fornita una panoramica sulla nuova metodologia di prototipazione rapida offerta dalla stampa3D. I capitoli quinto e sesto riguardano lo studio condotto sui parametri dell’algoritmo sviluppato per ottimizzare il sistema di imaging determinando il punto di lavoro ottimale. Infine, si illustrano nel settimo capitolo una serie di ricostruzioni 2D e 3D di una mammella appartenente alla categoria radiologica ACR2 sia in assenza di tessuti tumorali sia a seguito di inoculazione di un fittizio tumore benigno di 1cm di diametro posto in diverse posizioni della mammella in relazione alle diverse strutture interne presenti.
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Cavana, Tommaso. "Caratterizzazione di un DMD per la generazione di potenziali ottici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16952/.

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Lo scopo di questa tesi è studiare il funzionamento di un Digital-Micromirror-Device e la sua interazione con un fascio ottico. Questo strumento ha risvolti applicativi di notevole impatto soprattutto nello studio della materia alle basse energie. Inizialmente si approfondisce il comportamento dei dipoli ottici in presenza di radiazione, descrivendone le grandezze di maggior interesse. Per comprendere meglio gli aspetti pratici dell’utilizzo di un fascio laser un capitolo è riservato allo studio del parametro M2, che descrive la tendenza di un fascio reale a perdere la propria collimazione più velocemente del corrispettivo teorico. Dopo questa prima parte teorica, verrà data una descrizione degli strumenti utilizzati durante le misurazioni; in particolare si esporranno le principali caratteristiche meccaniche e ottiche del DMD, spiegando il suo funzionamento di base. Il fulcro della tesi rimane lo studio delle proprietà diffrattive del DMD, a cui è dedicato il secondo capitolo. Qui è messo in luce il comportamento della radiazione ottica incidente sul piano degli specchi del dispositivo, di cui in particolare si studiano i fenomeni di diffrazione e interferenza, prima guardando al DMD come fosse un reticolo di diffrazione, e successivamente studiando il campo elettrico in un punto lontano dalla superficie riflettente, ottenendo una previsione teorica del profilo di intensità al variare dell’angolo di incidenza della radiazione. Nell'ultimo capitolo si analizza il contrasto di alcune immagini acquisite. Lo studio di questo parametro è decisivo per definire la qualità di un’immagine, poiché permette, insieme alla risoluzione, la distinzione di oggetti diversi. L’ultimo capitolo contiene anche i risultati delle previsioni teoriche.
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Campagna, Andrea. "Prestazioni di un prototipo in guida d'onda nella caratterizzazione chimico-fisica di aceti di vino". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12662/.

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L’obiettivo principale del lavoro di tesi è stato quello di valutare la potenzialità di una tecnica basata sull’utilizzo di uno strumento prototipale in guida d’onda, unitamente ad analisi statistica multivariata, per la stima di taluni principali parametri chimico-fisici degli aceti di vino. A partire dall’informazione spettrale, modelli di regressione multivariata (PLS) sono stati esplorati al fine di stimare il contenuto di sostanza secca, il residuo secco rifrattometrico, la conducibilità elettrica, il pH, il contenuto in aminoacidi totali ed ammine biogene, di campioni di aceto balsamico di Modena provenienti dalle acetaie di Jerez (Spagna). Le forme d’onda acquisite nell’intervallo di frequenza 1.6-2.7 GHz (guadagno e fase) sono risultate essere funzione dei principali parametri di interesse. L’analisi statistica delle forme d’onda tramite la tecnica PLS-DA ha permesso inoltre di poter classificare i campioni di aceto sulla base del valore di acidità totale riportato in etichetta.
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Dalla, Marco. "Caratterizzazione dei fotomoltiplicatori per il luminometro LUCID dell'esperimento ATLAS presso il Large Hadron Collider". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7310/.

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BRAMBILLA, WALTER. "Caratterizzazione morfodinamica della spiaggia del Poetto". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266635.

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The impact of storms on a sandy coast can drastically modify the geomorphological aspect of beaches, including along the coastal zone where beach front intense human activities cause coastal damage, as well as civil protection issues. This factor is particularly relevant along urban beaches, where managing coastal erosion and maintaining beaches are the most important forms of defence against flooding and storms. In Sardinia (western Mediterranean), the most important urban beach, Poetto, is a wide, semi-enclosed beach that is about 8 km in length and fronts the city of Cagliari. Poetto Beach is a wave-dominated urbanized sandy beach that is characterized by an inner shelf with large seagrass (Posidonia oceanica) meadows that are mainly developed on the eastern side of the submerged beach. The aim of this study is to investigate the morphodynamic behaviour of a Mediterranean urban beach using a multidisciplinary approach that includes remote sensing, field surveys and numerical models. In particular, the use of video monitoring techniques and numerical modelling provides a low cost and very reproducible methodology for: evaluating urban beach processes, including the effects of storms and human stressors; and helping local managers to properly manage the beach space. Wave data, beach profiling, sediment sampling and analyses, low-cost video monitoring techniques and numerical modelling were used to investigate the beach dynamics. A multidisciplinary methodology coupling wave data, sediment sampling and analyses, beach profiling, video monitoring techniques and numerical modelling was used to investigate the Poetto Beach dynamics. On the basis of the data obtained it was possible to apply the morphodynamic classification method of Short (1999). The classification is based on the dimensionless fall velocity Ω. The climate data (wave and wind) and morphodynamic and sedimentological characteristics of the study area were utilized to set up the numerical model. Both the Delft3D-FLOW (Lesser et al., 2004) and Delft3D-WAVE models were used to simulate the hydrodynamics and waves forcing on to Poetto Beach. The main hydrodynamic scenario identified in the area of Poetto Beach was simulated. The results derived from the wave data and sediment and beach profile analyses were coupled with a video monitoring analysis to classify Poetto Beach’s morphodynamic state. The morphodynamic classification results (Short, 1999) are compatible with morphologies detected with a coastal video monitoring system. The numerical simulation (Delft3D) showed good agreement with the field data and video image analyses for the distribution and direction of the rip and longshore currents. Finally, this study highlighted that the application of a low cost and easily reproducible methodology (video monitoring) can be very useful for investigating the dynamics of an urban beach, and can provide a helpful tool for beach managers to plan how to prevent and minimize the effects of storms and flooding.
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LOCHE, DANILO. "Preparazione e caratterizzazione di nanocompositi aerogel per applicazioni catalitiche". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2009. http://hdl.handle.net/11584/266010.

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The research has focused on the synthesis, characterization and catalytic process applications of nanocomposite aerogels, which are materials made out of an active nanophase dispersed in a highly porous matrix. Nanocomposites made of nanoparticles dispersed in a inert matrix have unique properties which mainly depend on composition, size and distribution of the nanoparticles and on morphology and porosity of the matrix. The sol-gel route is a successful technique for the synthesis of highly porous nanocomposite aerogels. Highly porous MFe2O4-SiO2 (M=Co, Ni and Mn) and FeCo(Ni)-SiO2 nanocomposite aerogels were synthesized thanks to the development and optimization of a new two-step sol-gel method followed by supercritical drying1. The samples were characterized by a multitechnique approach through conventional (thermogravimetric analysis and differential thermal analysis, XRD, TEM, N2-physisorption at 77 K) and advanced (X-ray absorption spectroscopy, XAS) techniques. The FeCo(Ni)-SiO2 nanocomposite aerogels were successfully tested as catalysts for multiwall carbon nanotubes (MWCNT) production and for liquid fuels production by Fischer-Tropsch synthesis thanks to the collaboration with the Applied and Environmental Chemistry Department of the Szeged University (Hungary), the Chemistry Departiment of the “La Sapienza” Rome University and the Organic and Industrial Chemistry Departiment of the Parma University. Casula M.F. et al., Langmuir, 2007, 23, 3509-3512
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Piccolo, Lorenzo. "Caratterizzazione di scintillatori organici per la rivelazione di neutroni termici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8344/.

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La rivelazione dei neutroni gioca un ruolo fondamentale sia nel campo della fisica nucleare di base che in diversi ambiti applicativi quali la produzione di energia in reattori a fissione, la sicurezza nazionale alle frontiere, la terapia e la diagnostica mediche. Negli anni passati la rivelazione di neutroni di bassa energia (nell'intervallo termico) si è basata principalmente sull'utilizzo di contatori proporzionali a $^3$He. Il grosso vantaggio di questi strumenti è la loro quasi totale inefficienza nella rivelazione di radiazione elettromagnetica, consentendo una caratterizzazione pulita dei flussi neutronici di bassa energia, anche quando, come spesso succede, sono accompagnati da un intenso fondo di raggi X e raggi gamma. La scarsa disponibilità di $^3$He ed il conseguente incremento del suo costo hanno stimolato, negli ultimi anni, numerosi programmi di sviluppo di nuovi rivelatori per neutroni termici in grado di rimpiazzare i troppo costosi contatori a $^3$He. In questo contesto si sono sviluppati da una parte il progetto ORIONE/HYDE dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che punta allo sviluppo di scintillatori organici a matrice siliconica in grado di rivelare sia neutroni veloci che termici, dall'altra l'applicazione di tali sviluppi ad attività connesse con il Progetto SPES nell'ambito del PRIN intitolato Sviluppo di Rivelatori e tecniche d'analisi per la sperimentazione con i fasci radioattivi dei Laboratori Nazionali dell'INFN, con particolare riferimento a SPES. All'interno di una matrice scintillante organica (ricca quindi di nuclei di Idrogeno e Carbonio) opportunamente drogata per favorire il processo di scintillazione, viene disperso un ulteriore dopante ad alta sezione d'urto di cattura neutronica (tipicamente $^{10}$B o $^6$Li). Questo scintillatore risulta sensibile alla radiazione neutronica veloce che viene rivelata tramite i processi di urto elastico ed il successivo rinculo dei nuclei che causa l'emissione di luce di scintillazione. Inoltre grazie alle grandi sezioni d'urto dei processi di cattura neutronica da parte del materiale dopante e la successiva emissione di particelle cariche anche la sensibilità ai neutroni di bassa energia (lenti e termici) viene garantita. La matrice utilizzata (polifenil-dimetil silossano) ha ottime proprietà meccaniche e, a differenza di altri materiali utilizzati per la realizzazione di scintillatori per neutroni, non risulta tossica o dannosa per l'ambiente. Inoltre il costo del materiale utilizzato è notevolmente competitivo rispetto alle alternative attualmente in commercio. In questo lavoro di tesi verranno caratterizzati alcuni di questi nuovi scintillatori drogati con $^6$Li. Verrà analizzata la loro risposta in termini di resa di luce quando esposti a flussi di particelle cariche e raggi gamma e a flussi neutronici di bassa energia. I risultati verranno paragonati a quelli ottenuti con uno scintillatore commerciale standard a matrice vetrosa.
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Pompei, Federico. "Implementazione di un nuovo sistema di verifica dosimetrica mediante matrice di rivelatori e sua caratterizzazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8921/.

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L’obiettivo principale di questa tesi è l’implementare una nuova tecnica di verifica dosimetrica dei trattamenti radioterapici ad intensità modulata. Sono stati effettuati diversi esperimenti sul sistema dosimetrico, volti a rendere operativa la tecnica e a caratterizzare il dispositivo rivelatore. Dopo i primi capitoli introduttivi, dove viene descritto lo stato attuale della lotta ai tumori con radioterapia, si passa a descrivere le tecniche radioterapiche coinvolte nello sviluppo di questa tesi per poi dettagliare gli strumenti e i metodi con cui verranno condotti gli esperimenti e infine gli esperimenti stessi. Gli esperimenti e in generale lo sviluppo di questa tesi, sono stati effettuati presso la Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord, Pesaro.
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Mc, Allister Luca Patrick. "Caratterizzazione dinamica e microfisica del medicane Zorbas (27-29 settembre 2018)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24410/.

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Il lavoro di tesi riguarda lo studio dettagliato di un medicane, verificatosi fra Mar Ionio e Grecia tra il 27 e il 29 settembre 2018, tramite un’analisi dinamica con l’utilizzo di dati di rianalisi ERA5 del centro meteo europeo ECMWF e un’analisi microfisica tramite dati di TB, intensità di precipitazione e probabilità di grandine ricavati dalla costellazione GPM. Nel primo capitolo è fornita una descrizione delle principali caratteristiche dei cicloni tropicali e dei TLC evidenziando analogie e differenze e indicando come la formazione di questi ultimi sia spesso il risultato dell’evoluzione dei cicloni extra-tropicali baroclini nel Mediterraneo; si riporta, inoltre, una breve analisi climatologica dei medicane, un elenco dei principali casi verificatisi negli ultimi decenni e una breve panoramica sullo stato dell’arte relativa al loro studio; infine è fornita una descrizione di come si forma la grandine e delle condizioni atmosferiche che ne favoriscono la crescita. Nel secondo capitolo sono illustrati nel dettaglio tutti gli strumenti utilizzati per l’analisi e gli algoritmi. Nel terzo capitolo è fornita una descrizione sinottica del ciclone in modo da inquadrare a livello generale la dinamica del ciclone e il contesto nel quale è inserito. Nel quarto capitolo sono presentate nella prima parte le variabili utilizzate suddivise in tre gruppi principali e si spiegano i metodi utilizzati per il lavoro di analisi; nella seconda parte sono presentati tutti i principali risultati ottenuti con una descrizione prevalentemente della dinamica del sistema tramite i dati ERA5 seguita da una descrizione microfisica dell’evento tramite i dati della costellazione GPM. Si sono individuate le fasi del ciclo vitale del ciclone ed è riportata un’analisi di alcuni elementi che ne hanno caratterizzato la dinamica; l’elemento innovativo del lavoro è la descrizione della grandine nel corso dell’evento messa in relazione con le fasi del ciclo vitale del ciclone.
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Ranalli, Luigi. "Caratterizzazione di bioelettrodi elastici a polimero semiconduttore nano-strutturato". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16774/.

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Nell'ambito della medicina bioelettronica vi è un grande interesse nello sviluppo di bioelettrodi elastici ad interfaccia nanostrutturata per la rilevazione dei segnali elettrici del sistema nervoso. Uno dei materiali organici più performanti è il polimero conduttivo 3,4-polietilenediossitiofene (PEDOT), drogato col polianione polistirene sulfonato (PSS) a formare il PEDOT:PSS nanocomposito. Questo composto tende però a perdere le proprietà elettrochimiche di partenza quando sottoposto a stress meccanico. Per ottenere una caratterizzazione del materiale è stata esaminata la spettroscopia di impedenza elettrochimica (EIS) come funzione della frequenza temporale di alcuni elettrodi d' oro rivestiti di PEDOT:PSS elettrodepositato, utilizzando dei substrati microfabbricati. Sono stati inoltre eseguiti confronti con bioelettrodi PEDOT:PSS con l'aggiunta di glicole polietilenico (PEG) in fase di deposizione elettrochimica, un plastificante che migliora le proprietà elastiche dei bioelettrodi. Al fine di ottenere una caratterizzazione topologica dei dispositivi, si è fatto uso di un Microscopio a Forza Atomica (AFM). Infine, è stata elaborata una metodologia per caratterizzare i dispositivi sotto l'azione di uno stress meccanico molto ricorrente nelle applicazioni mediche. Si è constato che gli spettri di impedenza dei bioelettrodi possono essere ragionevolmente descritti da un circuito equivalente formato da una resistenza in serie ad una capacità. I parametri ricavati tramite questo modello sembrano suggerire inoltre un'analogia quantitativa nel comportamento del PEDOT:PSS e del PEDOT:PSS:PEG.
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Verdi, Matteo. "Caratterizzazione di detector di raggi X basati su perovskiti". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14593/.

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La grande importanza della ricerca di materiali innovativi da impiegare come detector di raggi X è dovuta al loro utilizzo in svariati campi, dalla ricerca scientifica alla medicina, dove sono richiesti nuovi rivelatori a basso costo e a grande area. Questo spinge la ricerca ad indagare le perovskiti organometalliche che sembrano soddisfare i requisiti necessari per nuovi detector. Esse infatti possiedono un elevato assorbimento delle radiazioni ad alta energia e processabilità in fase liquida. In questa tesi sono state analizzate due perovskiti depositate da soluzione: MAPbI3 e CsMAFAPb(IBr)3. In particolare esse costituiscono lo strato attivo di due diverse tipologie di detector: fotoconduttori e celle solari. Viene dimostrato come tali dispositivi presentino una elevata sensibilità alla radiazione X e come essi possano essere impiegati come rivelatori altamente efficienti a film sottile.
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Fucci, Laura. "Caratterizzazione dosimetrica e di qualità immagine del tomografo Philips Brilliance ICT 256-slice". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8354/.

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In questo lavoro, svolto presso l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) (I.R.C.C.S) di Meldola, si sono studiate le caratteristiche di un tomografo Philips Brilliance iCT 256 strati, con l'obiettivo di individuare le variazioni di qualità delle immagini e di dose in funzione dei parametri di acquisizione dello strumento, al fine di una successiva ottimizzazione dei protocolli degli esami tomografici. Le valutazioni sono state fatte sul tomografo multistrato Philips mediante uso di diversi fantocci e dosimetri, seguendo le linee guida della pubblicazione per il controllo di qualità in tomografia computerizzata dell'International Atomic Energy Agency (IAEA). Si è utilizzato il fantoccio Catphan per la caratterizzazione della qualità dell'immagine, acquisendo immagini sia in modalità assiale che spirale e variando parametri di acquisizione quali spessore di strato, kV, mAs e pitch. Per le varie combinazioni di questi parametri sono state misurate, mediante l'utilizzo dei software ImageJ ed ImageOwl, grandezze oggettive quali risoluzione spaziale, risoluzione a basso contrasto e rumore dell'immagine acquisita. Due fantocci di polimetilmetacrilato (PMMA) head e body sono serviti, insieme ad una camera a ionizzazione di tipo pencil, per la misura di indici di dose per la tomografia computerizzata (CTDI). L'irraggiamento di questi strumenti è stato effettuato a diversi valori di tensione del tubo radiogeno e ha permesso di confrontare i valori CTDI misurati con quelli forniti dal tomografo. Si sono quindi calcolate le dosi efficaci di alcuni protocolli della macchina per poi confrontarle con livelli di riferimento diagnostici (DRL), strumenti utilizzati con l'obiettivo di raggiungere valori di dose adeguati per lo scopo clinico dell'esame. Come ulteriore valutazione dosimetrica, si è utilizzato il fantoccio antropomorfo Rando, in cui sono stati inseriti dei dosimetri a termoluminescenza (TLD) per la misura della dose organo. Dai risultati si osserva un andamento inversamente proporzionale tra tensione del tubo radiogeno e contrasto dell'immagine. Impostando valori alti di kV si ottiene però un'immagine meno rumorosa. Oltre alla tensione del tubo, si è valutato come anche lo spessore di strato e la corrente influiscano sul rumore dell'immagine. I risultati ottenuti dimostrano che i valori dei parametri oggettivi di qualità delle immagini rientrano nei limiti di attendibilità, così come i valori di CTDI visualizzati dal tomografo. Lo studio della dipendenza di questi parametri oggettivi dalle impostazione di scansione permette di ottimizzare l'acquisizione TC, ottenendo un buon compromesso fra dose impartita e qualità dell'immagine.
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Rampanti, Giorgia. "Caratterizzazione fisica di flat-cake ed impostazione di un modello matematico del processo di cottura in forno". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13676/.

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Il processo di cottura dei prodotti da forno è una fase determinante la qualità del prodotto finale. Grazie ai trasferimenti di calore ed umidità, un impasto liquido si trasforma in solido poroso e sviluppa gli attributi di qualità caratteristici. Determinare il tempo di cottura ottimale è un aspetto fondamentale nello studio del processo di cottura. Il problema deve essere impostato in funzione della tipologia di prodotto e di forno. Sperimentalmente lo studio risulta essere complicato e dispendioso. In alternativa possono essere utilizzati i metodi numerici che permettono di comprendere i fenomeni di trasferimento all’interno del prodotto ed anche di ottimizzarli tramite la gestione dei parametri di processo e il design del forno. In tale ottica, lo scopo dell’elaborato è stato quello di definire un modello matematico in grado di descrivere il trasferimento di calore ed umidità all’interno di un flat-cake durante la cottura in forno. Inoltre sono stati determinati i parametri termo-fisici (densità, conducibilità termica e calore specifico) del flat-cake ed utili alla risoluzione delle equazioni. Il modello sviluppato descrive il processo di cottura come caratterizzato da tre differenti regioni del prodotto (crosta, fronte di evaporazione ed interno) in cui l’andamento della temperatura e dell’umidità hanno comportamenti differenti. La posizione del fronte di evaporazione non è costante durante la cottura, per tale motivo, il fenomeno è stato definito come un moving boundary problem. L’introduzione del concetto di calore specifico apparente è stato utilizzato per descrivere il calore specifico del prodotto e il calore latente rilasciato durante l’evaporazione. I risultati delle misure sperimentali hanno messo in luce che la crosta e la parte interna hanno un differente comportamento termico associato alla diversa porosità della struttura e contenuto di umidità. I dati ottenuti sono in ottimo accordo con quelli presenti in letteratura per prodotti da forno simili.
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Pirolandi, Laura <1987&gt. "Caratterizzazione chimica e fisica di impasti in terra cruda e proposta di metodologie per il loro consolidamento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4730.

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Questo lavoro di tesi si propone di affrontare lo studio della reattività e delle interazioni che avvengono tra i materiali utilizzati per la realizzazione di costruzioni in terra cruda. Lo studio parte dalla caratterizzazione di campioni provenienti da un’antica raffineria di zucchero, risalente al XVI secolo, situata a 70 Km da Marrachesch e costruita con la tecnica del Pisè. La caratterizzazione è volta a comprendere quali siano i costituenti principali della terra cruda, per risalire quindi alla composizione dei vari componenti utilizzate nell’impasto originale. Dalla caratterizzazione è stato possibile risalire alla composizione mineralogica principale,dalle analisi è risultata la presenza di una particolare argilla, chiamata palygorskyte, diversamente conosciuta come attapulgite. In una seconda fase si è proceduto alla realizzazione in laboratorio di provini di terra cruda simili a quelli storici. I provini sono stati realizzati utilizzando un’argilla di colore rosato, fornita dalla San Marco Laterizi S.p.A., che presentava, ad eccezione della palygorskite, composizione mineralogica simile a quella riscontrata nei campioni della raffineria di Chichaoua. E’ stato scelto di realizzare diverse tipologie di impasto per confrontarne le caratteristiche: con poca presenza di sabbia, o con elevata presenza di sabbia, con o senza l’aggiunta di attapulgite. I provini successivamente sono stati campionati e analizzati mediante analisi Tg-dsc, Ft-ir, Xrd, Sem a diversi tempi di maturazione per poterne monitorare lo stato di idratazione e l'eventuale formazione di prodotti di reazione come silicati di calcio idrati, responsabili dell'indurimento del materiale. In un secondo momento i provini sono stati sottoposti a prove ed analisi, quali prove di assorbimento di acqua per risalita capillare, misure di densità reale tramite picnometro ad elio, analsi con porosimetro a mercurio e prove di resistenza meccanica, al fine di determinarne le proprietà fisico-meccaniche. Nell’ultima fase del lavoro è stato applicato un consolidante ed è stata valutata la risposta del materiale a tale trattamento.
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Nanetti, Federico. "Assemblaggio e caratterizzazione delle prestazioni di un nuovo rilassometro nmr con bobina a radiofrequenza di 8 cm di diametro". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5600/.

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Lo scopo di questa tesi è l'installazione di un Rilassometro ottenuto a partire da un magnete permanente situato nel Dipartimento di Fisica e Astronomia (DIFA - via Irnerio, 46), al fine di eseguire misure attendibili di Rilassometria in mezzi porosi su campioni del diametro di alcuni centimetri. Attualmente nel Dipartimento è gia presente un elettromagnete adibito a misure di questo tipo; tuttavia, questo strumento permette lo studio di campioni di piccole dimensioni (circa 220mm3) e si rivela insuffciente per lo studio di rocce, coralli e altre strutture porose di più grande dimensione senza la frantumazione del campione stesso; per questa ragione si è presentata la necessità dell'istallazione di una nuova strumentazione. Parte della strumentazione utilizzata è in disuso da parecchi anni e le caratteristiche devono essere verificate. Dopo l'assemblaggio della strumentazione (magnete, console, probe), sono state determinate le migliori condizioni in cui effettuare le misure, ovvero i parametri fondamentali dell'elettronica (frequenza di risonanza, TATT, tempo morto del probe, tempo di applicazione dell'impulso 90°) e la zona di maggiore uniformità del campo magnetico. Quindi, sono state effettuate misure di T1 e T2 su campioni bulk e su un campione di roccia saturata d'acqua, confrontando i risultati con valori di riferimento ottenuti tramite elettromagnete. I risultati ottenuti risultano consistenti con i valori attesi, con scarti - inevitabili a causa della grande differenza di volume dei campioni - molto ridotti, pertanto l'installazione del nuovo Rilassometro risulta essere completata con successo.
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Filippini, Francesco. "Caratterizzazione dei parametri ambientali per la simulazione di eventi nel telescopio ANTARES". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16351/.

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Oggi l'astronomia multimessaggero offre interessanti opportunità per investigare, in un modo mai fatto prima, l'universo. ANTARES è il più grande telescopio di neutrini sottomarino esistente, il cui obbiettivo principale è l'osservazione di neutrini astrofisici ad alta energia. Un ostacolo è senza dubbio rappresentato dal fondo costituito da neutrini e muoni originatisi nell'atmosfera terrestre. Questa tesi dunque sviluppa un approccio "Run-by-Run", all'interno della simulazione MonteCarlo condotta dalla collaborazione, il cui intento è quello di modellizzare il flusso di muoni atmosferici ad alte energie. Si è cercato quindi di individuare e selezionare gli 8000 runs che potessero rappresentare al meglio le condizioni ambientali e di stato del rivelatore, durante tutto il suo periodo di presa dati, che va da inizio 2007 fino a inizio 2018. Da questi 8000 runs si estrarranno così le informazioni necessarie, da inserire nei programmi di simulazione, in modo da riprodurre, il più fedelmente possibile, le condizioni di acquisizione dati.
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Borghesi, Mauro. "Misure di caratterizzazione su un prototipo di LiDAR basato su modulazione pseudocasuale". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7436/.

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Un LiDAR è uno strumento di misura che sta vedendo uno sviluppo enorme negli ultimi decenni e sta dando risultati di grande utilità pratica. Abbiamo svolto alcune misure di distanza utilizzando uno strumento realizzato con materiale di recupero e un semplice software scritto da noi. In una prima parte del lavoro, più teorica, si illustrerà il funzionamento dello strumen- to, basato sull’invio di fasci laser su bersagli opachi e sulla ricezione della loro riflessione. Si presterà particolare attenzione ai metodi sviluppati per poter sfruttare laser continui piuttosto che impulsati, che risulterebbero più costosi: le sequenze pseudocasuali di bit. Nella parte sperimentale invece si mostrerà l’analisi dei dati effettuata e si commen- teranno i risultati ottenuti osservando le misure, con lo scopo di verificare alcune ipotesi, fra cui si darà particolare attenzione al confronto delle diverse sequenze. Lo scopo di questo lavoro è caratterizzare lo strumento tramite l’analisi delle misure e verificare l’asserzione dell’articolo [1] in bibliografia secondo cui particolari sequenze di bit (A1 e A2) darebbero risultati migliori se utilizzate al posto della sequenza pseudocasuale di lunghezza massima, M-sequence.
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De, Gianni Ludovica. "Caratterizzazione di neutrini atmosferici e muoni atmosferici con il telescopio ANTARES". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24303/.

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I neutrini danno precise informazioni sulla posizione dei siti astrofisici di accelerazione dei raggi cosmici: essi infatti non sono deviati dal campo magnetico galattico ed extra-galattico, nè assorbiti dalla presenza di materiale, grazie alla loro neutralità di carica e alla loro scarsa tendenza a interagire. Per la rivelazione dei neutrini sono stati costruiti diversi telescopi, tra cui: IceCube, al Polo Sud, ANTARES e KM3NeT, nel Mar Mediterraneo. Questa tesi si concentra sul funzionamento di ANTARES, situato sul fondo sottomarino al largo di Tolone, con l’obiettivo di rivelare neutrini cosmici. Le principali fonti di fondo per il telescopio sono i neutrini e i muoni atmosferici; è fondamentale per la ricerca astrofisica la distinzione dei neutrini cosmici dal fondo atmosferico. E' anche necessario separare nella componente atmosferica i neutrini dai muoni, applicando dei criteri di selezione. Tra i criteri, il principale si basa sul fatto che le traiettorie dei muoni non possono essere dirette dal basso verso l'alto, mentre quelle dei secondari indotti dalle interazioni dei neutrini sì: questi ultimi, a differenza dei primi, grazie alla loro scarsa tendenza ad interagire, riescono ad attraversare tutto il diametro terrestre. Questo, però, poichè il telescopio talvolta erroneamente ricostruisce come provenienti dal basso alcune traiettorie di muoni provenienti dall'alto, non è sufficiente. Lo scopo di questa tesi è fornire una buona stima della probabilità che un evento atmosferico sia un muone: per farlo sono stati caratterizzati i muoni e i neutrini atmosferici con alcuni parametri forniti dall'algoritmo di ricostruzione degli eventi e sono stati applicati dei tagli negli eventi rilevati, per eliminare i muoni con traiettorie mal ricostruite. Il lavoro è diviso in tre capitoli, il primo dedicato alla fisica dei raggi cosmici e dei neutrini, il secondo ai meccanismi di rivelazione dei neutrini, e il terzo alla caratterizzazione degli eventi atmosferici.
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MARRAS, CLAUDIA. "Sintesi e caratterizzazione di nanocompositi aerogel altamente porosi per applicazioni catalitiche". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266214.

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This thesis has focused on the synthesis, characterization and catalytic applications of nanocomposite aerogels, made out of an active nanophase dispersed in a highly porous amorphous silica matrix. These nanocomposites have unique properties which mainly depend on the composition, size and distribution of the nanoparticles and on the morphology and porosity of the matrix. Highly porous MFe2O4-SiO2 (M = Co, Ni, Mn, Zn), NiCo2O4-SiO2, Fe/Mo-SiO2, CuO-SiO2, Cu2O-SiO2 e Cu-SiO2 nanocomposite aerogels, with variable amounts of dispersed phase, were prepared by a sol-gel procedure followed by supercritical drying and thermal treatments. This method is based on the co-hydrolysis and co-gelation of the precursors of the matrix and the dispersed phase through the pre-hydrolysis of the TEOS (tetraethoxysilane) under acid conditions followed by gelation under basic conditions, using urea as gelling agent. The detailed characterization of nanocomposite aerogels was carried out using a multitechnique approach involving conventional techniques, such as X-ray diffraction (XRD), nitrogen physisorption at 77 K and transmission electron microscopy (TEM), associated with more advanced techniques such as X-ray absorption spectroscopy (XAS), Mössbauer spectroscopy and SQUID magnetometry. These nanocomposites, thanks to their high porosity, low density and high area surface, were tested as catalysts in important industrial processes such as the synthesis of Carbon Nanotubes via Catalytic Chemical Vapour Deposition (CCVD) and the Water Gas Shift Reaction (WGSR), which plays an important role in the technology of fuel cells (FC), showing interesting catalytic activities. The tests for multiwall carbon nanotubes (MWCNT) production and for WGSR were performed in collaboration with the Applied and Environmental Chemistry Department of Szeged University (Hungary), the Chemistry Department of Rome University “La Sapienza” and the Chemical and Earth Science Department of Cagliari University.
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Marini, Diego. "Studio, microfabbricazione e caratterizzazione di dispositivi in silicio deformato per applicazioni opto-elettroniche". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6284/.

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Il silicio, materiale di base per la realizzazione di gran parte dei dispositivi microelettronici, non trova largo impiego in fotonica principalmente a causa delle sue proprietà elettromagnetiche: oltre ad un band-gap indiretto, il silicio presenta difatti una elevata simmetria reticolare che non permette la presenza di alcuni effetti, come quello elettro-ottico, che sono invece utilmente sfruttati in altri materiali per la fotonica. E’ stato recentemente dimostrato che la deformazione indotta dalla deposizione di film ad alto stress intrinseco potrebbe indurre alcuni di questi effetti, rompendo le simmetrie della struttura. In questo lavoro di tesi viene studiata, mediante simulazioni, microfabbricazione di dispositivi, e caratterizzazione sperimentale, la deformazione reticolare indotta su strutture di tipo ridge micrometriche in silicio mediante deposizione di un film di Si3N4. La deformazione e’ stata analizzata tramite simulazione, utilizzando il metodo agli elementi finiti ed analisi di strain tramite la tecnica di microscopia ottica a trasmissione Convergent-Beam Electron Diffraction. Questa tecnica permette di ottenere delle mappe 2D di strain con risoluzione spaziale micrometrica e sensibilita’ dell’ordine di 100microstrain. Il confronto fra le simulazioni e le misure ha messo in evidenza un accordo quantitativo fra le due analisi, da una parte confermando la validità del modello numerico utilizzato e dall’altro verificando l’accuratezza della tecnica di misura, impiegata innovativamente su strutture di questo tipo. Si sono inoltre stimate le grandezze ottiche: birifrangenza e variazione dell’indice di rifrazione efficace rispetto al caso deformato.di una guida SOI su cui e’ deposto uno strato di nituro. I valori stimati, per uno spessore di 350 nm sono rispettivamente di 0.014 e -0.00475. Questi valori lasciano credere che la tecnologia sia promettente, e che un’evoluzione nei processi di fabbricazione in grado migliorare il controllo delle deformazione potrebbe aprire la strada ad un utilizzo del silicio deformato nella realizzazione di dispositivi ottici ed elettro-ottici.
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Guerra, Giorgia. "Caratterizzazione di un target in niobio per la produzione di 18F-". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12255/.

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Una delle problematiche principali nella produzione di 18F- è rappresentata dal rilascio di impurezze radionuclidiche generate durante l’irraggiamento del target liquido contenente H218O.Il rilascio di tali impurezze è dovuto, principalmente, all’attivazione dei diversi metalli che compongono il foil in havar posto a contatto con il materiale bersaglio. Diverse attività di ricerca, attualmente in corso, prevedono la marcatura di nuovi radiofarmaci con 18F-, per i quali la presenza dei contaminanti interferisce in maniera critica sull’intero processo di sintesi. In questo lavoro di tesi, svolto presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, al fine di ridurre la presenza di impurezze radionuclidiche durante la produzione di 18F-, è stato modificato il target in uso tramite l’inserimento di un foil in niobio tra l’ H218O e il foil standard in havar. Sono state fatte delle previsioni teoriche sugli effetti di temperatura e tensione a cui è sottoposto il nuovo foil in niobio.In seguito, è stata effettuata una serie di misurazioni spettrometriche, tramite un rivelatore HPGe, dei campioni di acqua irraggiata contenuta nel target modificato, confrontando i risultati ottenuti con quelli relativi al target standard.Nei campioni di acqua provenienti dagli irraggiamenti del target standard sono stati identificati 51Cr, 52Mn, 54Mn, 55Co, 56Co, 57Ni, 57Co, 58Co, 94Tc, 95Tc, 96Tc e 181Re, mentre nel caso del target con il foil in niobio sono stati individuati solamente 56Co, 57Co, 58Co, 92mNb e 93mMo.Le impurezze prodotte dal target modificato presentano una minor attività ed, inoltre, l’emivita dei radionuclidi prodotti è inferiore rispetto a quelli generati nel target standard. Alla luce dei risultati ottenuti è quindi possibile concludere che le modifiche effettuate al target sono risultate efficaci nella riduzione delle impurezze radionuclidiche presenti nel prodotto finale, tanto che il nuovo target è ora utilizzato per l’attività di routine della produzione di 18F-.
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Costantini, Lorenzo. "Caratterizzazione di fotoanodi di Ti1-xVxO2 depositati tramite magnetron sputtering (a radiofrequenza)". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16353/.

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Lo scopo di questa tesi è quello di studiare il comportamento fotocatalitico di fotoanodi di biossido di titanio e di biossido di titanio drogato vanadio attorno al 3%. La sintesi di questi campioni è stata realizzata con un apparato di magnetron sputtering: per la produzione dei campioni di materiali puri si è utilizzato semplicemente un target di TiO2, mentre per quelli drogati si è dovuto ricoprire il target con del vanadio. Sono stati realizzati per ogni tipologia di fotoanodo tre diversi campioni in cui variava il tempo di deposizione nell’apparato di sputtering (24, 48, 96 minuti). Per determinare la loro efficienza di conversione della luce in energia elettrica e la risposta spettrale sono stati inseriti in una cella fotoelettrochimica. Le misure mostrano per i campioni puri un picco di efficienza per il fotoanodo da 48 minuti (che arriva attorno al 70% a 300 nm) mentre gli altri due campioni sono molto simili e a 300 nm hanno una IPCE di circa 25%. Per i campioni drogati l’efficienza di conversione è drasticamente inferiore su tutti i fotoanodi, il più prestante è quello da 24 minuti che a 300 nm ha una IPCE del 7%. La presenza del vanadio, seppur in percentuali ridotte, induce la produzione di una bassa fotocorrente tra i 400 ed i 500 nm di lunghezza d’onda, rendendo così il campione parzialmente attivo anche nell’intervallo del visibile, fatto che per fotoanodi puri di TiO2 non si verifica.
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Vecchi, Pierpaolo. "Caratterizzazione elettrica e spettroscopia superficiale di film sottili a base di silicio". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16338/.

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Questa tesi presenta la misura di proprietà elettriche e ottiche di film sottili a base di Si, in particolare ossinitruri di silicio (a-SiOxNy) e ossidi di silicio (a-SiOx) sub-stechiometrici. Questi materiali trovano applicazione nelle celle solari ad eterogiunzione in Si con due funzioni: strato passivante e contatto elettrico. Il silicio amorfo idrogenato, sia intrinseco che drogato, utilizzato finora per buffer layer ed emettitore, presenta assorbimento parassita della luce, ma l'introduzione di carbonio, azoto e/o ossigeno amplia il bandgap del materiale e ostacola la fotogenerazione di cariche. I campioni depositati con PECVD, con tutti i flussi costanti e variando quelli di N2O e CO2, hanno proprietà ottiche ed elettriche migliori del Si amorfo. Sono state depositate due serie con silano e CO2 per a-SiOx, silano e N2O per a-SiOxNy. In altre due serie è stato aggiunto anche diborano, per ottenere silicio drogato boro. Sono state effettuate misure di corrente-tensione su campioni depositati su vetro borosilicato (per eliminare la componente spuria del substrato nella misura della resistività) e misure di surface photovoltage (SPV) su campioni depositati su c-Si drogato boro per individuare bandgap dei materiali e qualità dell’interfaccia layer-substrato. È risultato che i campioni con boro hanno conduttività maggiore dei rispettivi campioni intrinseci, ma non ad alte concentrazioni di azoto e ossigeno, che causano aumento del disordine reticolare e ostacolano l’attivazione del drogante. Il carbonio, invece, introdotto nel materiale solo per alti flussi di CO2, agisce probabilmente come drogante e promuove l’aumento della conducibilità elettrica. Le misure SPV hanno individuato il bandgap del silicio amorfo intorno a 1.8 eV. È stato inoltre possibile vedere transizioni energetiche dovute ad altre fasi presenti nel materiale. Indagando un diverso range di energia è stato possibile studiare la qualità dell’interfaccia con il substrato.
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Agostini, Federica. "Caratterizzazione e calibrazione dei fotomoltiplicatori del sistema di veto di muoni per l'esperimento xenon1t". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5955/.

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Alcune osservazioni sperimentali portano ad affermare che la maggior parte della massa dell'universo è costituita da un tipo di materia definita oscura, cioè materia che interagisce solo gravitazionalmente e debolmente. I candidati più promettenti sono tipicamente identificati con le WIMP (Weakly Interacting Massive Particle). L'esperimento XENON1T per la rivelazione di materia oscura, in fase di costruzione nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, sfrutta uno spessore di 1.4 km di roccia schermante. Il rivelatore è una Time Projection Chamber contenente circa 2 tonnellate di xeno e avrà sensibilità per sezioni d’urto WIMP-nucleo spin-indipendent pari a circa 2x10-47 cm2 (per WIMP di massa 50 GeV/c2), due ordini di grandezza al di sotto degli attuali limiti. Per raggiungere tale sensibilità la TPC sarà inserita in una tank cilindrica riempita di acqua ultrapura, che fungerà sia da schermo passivo contro la radiazione esterna (gamma e neutroni di bassa energia), sia da veto per i muoni cosmici. I muoni possono infatti produrre neutroni di energia tale da raggiungere la TPC e simulare segnali tipici delle WIMP. Essi sono identificati per via della radiazione Cherenkov, emessa in seguito al loro passaggio in acqua, rivelata per mezzo di 84 fotomoltiplicatori (PMT) 8'' Hamamatsu R5912ASSY HQE. Lo studio delle prestazioni e delle caratteristiche dei PMT utilizzati nel sistema di veto di muoni sono lo scopo di questo lavoro di tesi. In particolare è stato preparato un opportuno setup per i test dei fotomoltiplicatori e sono state effettuate misure di guadagno, dark rate ed afterpulse. In una prima fase sono stati testati in aria 50 PMT presso la Sezione INFN di Bologna, nel periodo compreso tra Novembre 2012 e Marzo 2013 ed in una seconda fase sono stati testati in acqua 90 PMT presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, nel periodo compreso tra Aprile e Settembre 2013.
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Dal, Fabbro Amedeo <1994&gt. "Caratterizzazione chimico-fisica di diversi supporti per la scrittura e loro interazione con inchiostro di galla in prove di invecchiamento simulato". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21230.

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Nel presente studio sono stati indagati i meccanismi di degrado di alcuni materiali da scrittura trattati con inchiostro di tipo ferrogallico e sottoposti a invecchiamento simulato con diverse tempistiche e modalità. A tale scopo sono stati analizzati gli spettri ATR-FTIR di campioni di carta filtro e pergamena inchiostrati e non. Per le prove svolte si sono utilizzati due inchiostri prodotti in laboratorio seguendo ricette del XV e XVI secolo e uno commerciale. I risultati dell’interpretazione delle variazioni dei profili spettrali in opportuni intervalli costituiscono un contributo per l’individuazione di una procedura non distruttiva per lo studio di campioni storici.
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Gonizzi, Barsanti Andrea <1987&gt. "Sintesi e caratterizzazione di fosfori e nanofosfori a base di Sr1.7Mg0.3SiO2:Eu2+,Eu3+ per LEDs a luce bianca". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5656.

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Caratterizzazione delle proprietà di luminescenza di fosfori e nanofosfori di Sr1.7Mg0.3SiO2 drogati con diversa concentrazione di europio per la produzine di luce bianca partendo da LEDs con emissione UV.
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Pirazzini, Edoardo. "Analisi e caratterizzazione di dosimetri LiF (fluoruro di litio) per applicazioni in vivo in radiologia diagnostica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7821/.

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Scopo di questo lavoro di tesi è la caratterizzazione della risposta di una partita di dosimetri a termoluminescenza LiF:Mg,Cu,P (GR200A) a fasci X di energie e intensità variabili. In questo elaborato è presentata la teoria che sta alla base degli strumenti e delle procedure utilizzate, cioè nozioni basilari di radiologia e dosimetria assieme ad una breve trattazione riguardante i dosimetri a termoluminescenza; sono descritti gli strumenti e le attrezzature impiegate, quali il sistema di acquisizione To.Le.Do , il tubo a raggi X presente all'interno del Centro di Coordinamento delle Attività di Fisica Medica e la camera di confronto utilizzata per la taratura. Tramite l'analisi dei dati raccolti sono stati definiti, all'interno della partita, gruppi differenti di dosimetri con risposte uniformi entro livelli di confidenza differenti. Questi gruppi di dosimetri saranno utilizzati dall'U. O. di Fisica Sanitaria dell'Università di Bologna per scopi diversi, in particolare per valutazioni di dosi personali e valutazioni di dosi ambientali in locali sottoposti a controlli di radioprotezione.
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Durazzi, Francesco. "Caratterizzazione di transistor organici a effetto di campo come detector di raggi X". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12030/.

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I semiconduttori organici sono alla base dell'elettronica organica, un campo di ricerca che negli ultimi anni ha coinvolto diversi gruppi di lavoro, sia a livello accademico che industriale. Diversi studi hanno portato all'idea di impiegare materiali di questo tipo come detector di raggi X, sfruttando la loro flessibilità meccanica, la facile fabbricazione di dispositivi su larga area e tramite tecniche a basso costo (es. stampa a getto di inchiostro) e le basse tensioni operative. In questa tesi in particolare si utilizzeranno degli OFET (Organic Field-Effect Transistor) a questo scopo, dimostrando la possibilità amplificare la sensibilità alla radiazione X e di pilotare le prestazioni del detector mediante l'applicazione della tensione all'elettrodo di gate. Presenteremo quindi uno studio sperimentale atto a caratterizzare elettricamente dei transistor realizzati con differenti semiconduttori organici, prima, durante e dopo l'esposizione a raggi X, in maniera da stimarne la sensibilità, le proprietà di conduzione intrinseche e la resistenza all'invecchiamento.
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Gaeta, Riccardo. "Studio di fattibilità di imaging in fluorescenza e caratterizzazione di una telecamera EMCCD". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21662/.

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Con il lavoro svolto in questa tesi si studiano le equazioni che governano l’interazione luce-materia, al fine di esaminare la fattibilità di un implementazione di un sistema di imaging in fluorescenza per uno specifico esperimento di interferometria atomica.Inoltre si è svolto un lavoro di caratterizzazione di una telecamera EMCCD che troverà impiego nello stesso esperimento od in esperimenti simili. L’elaborato si soffermerà sulla fisica dell’interazione luce-materia prima di analizzare a fondo il problema principale di questa trattazione. Inoltre nel terzo capitolo, dopo aver mostrato il funzionamento generale di una telecamera CCD ed EMCCD, si evidenzieranno gli aspetti più importanti per una caratterizzazione in pratica di una telecamera EMCCD.
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Guglielmi, Luca. "Nuclei galattici attivi: proprietà e caratterizzazione mediante diagrammi diagnostici nell'epoca della missione Euclid". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24276/.

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Resumen
Questo elaborato è incentrato sullo studio dei nuclei galattici attivi (AGN), ossia la piccola frazione di galassie (qualche percento) in cui il buco nero centrale accresce materia in modo radiativamente efficiente, producendo una emissione in grado di coprire spesso tutte le bande dello spettro elettromagnetico e raggiungendo luminosità bolometriche dell’ordine di L(bol) ≈1048 erg s^(−1). Gli AGN rappresentano uno dei campi di ricerca di maggiore interesse nell’ambito astrofisico odierno; questo elaborato si propone di studiare la possibilità di utilizzare i dati raccolti dalla futura missione spaziale ESA Euclid, il cui lancio è previsto per la seconda metà del 2022, per ricercarli e identificarli sulla base delle loro proprietà di emissione, distinguendoli dalle galassie non attive. A questo scopo, in questo lavoro di Tesi si descrivono nel dettaglio le righe di emissione ottiche provenienti dal gas all’interno delle galassie, focalizzando l’attenzione sui diagrammi diagnostici. Tali diagrammi sono strumenti che, sfruttando i rapporti di intensità di alcune di queste righe, riescono a fornire un metodo per comprendere la natura della sorgente di eccitazione del gas, distinguendo tra nuclei galattici attivi, zone di formazione stellare e altri processi a minore efficienza radiativa. Si individuano infine quali diagrammi diagnostici ottici saranno più appropriati nell’interpretazione dei dati raccolti da Euclid, indicando gli intervalli di redshift in cui ciascuno di essi potrà essere utilizzato.
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Baldoni, Chiara. "Sviluppo e caratterizzazione di sensori elettronici a base di polimeri conduttori per ossigeno e dopamina in soluzione". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19144/.

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Questa tesi si inserisce nell’ambito della bioelettronica organica, disciplina che studia l’interazione fra dispositivi realizzati, parzialmente o interamente, con materiali organici e il mondo biologico, con lo scopo di indagare le loro applicazioni, specie volte alla risoluzione di problemi medici. In particolare, questa tesi si propone di studiare transistor elettrochimici organici (OECT), con canale e gate realizzati con il polimero PEDOT:PSS, poli(3.4-etilenediossitiofene) drogato con polistirene sulfonato. I dispositivi sono impiegati come sensori di due diverse tipologie di analiti in soluzione: dopamina (agente riducente) e ossigeno (agente ossidante). Le analisi per il sensore di dopamina sono state realizzate per quattro concentrazioni di analita (10, 50, 100, 200 µM) disciolto in una soluzione salina di PBS in diversi volumi (10, 25, 100 ml); ciò ha consentito di osservare una buona attendibilità del sensore e di verificare che il suo comportamento dipende unicamente dalle concentrazioni di analita e non dai volumi della soluzione. Le analisi per il sensore di ossigeno sono state effettuate invece in soluzione di KCl 0.1 M e in liquido cellulare, DMEM, principalmente per concentrazioni di gas fino al 5%. E’ emerso che il dispositivo è un ottimo sensore in grado di rilevare concentrazioni di ossigeno in soluzione fino a (0.24 ± 0.07)%, ha ottime capacità amplificatorie e una bassa isteresi, che rende ogni risposta valida e indipendente dalla ‘storia’ precedente del sensore.
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GAUDIO, PASQUALINO. "Sistemi X-Ray-EUV laser plasma: messa a punto caratterizzazione e applicazioni per lo studio in vivo di campioni biologici". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/930.

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