Literatura académica sobre el tema "Cammino di Dante"

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Artículos de revistas sobre el tema "Cammino di Dante"

1

Nelting, David. "»...l’aere ne tremesse.«". Deutsches Dante-Jahrbuch 95, n.º 1 (23 de septiembre de 2020): 38–52. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0004.

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RiassuntoCon questo saggio si intende in primo luogo mostrare come Dante si conformi all’osservazione fisica di Alberto Magno, secondo cui l’orecchio umano sente solo quello che si trasmette »cum aere tremente«, evocando con l’emistichio »l’aere ne tremesse« (Inf. I, 48 secondo la grafia dell’Edizione Nazionale) un suono ben preciso: il ruggito del leone, che ostacola il cammino di Dante, rappresentando il peccato capitale della superbia. L’immagine dell’aria tremante attesta così sia la forte tendenza dantesca a produrre effetti sinestetici sia la sua integrazione delle dottrine fisiche contemporanee nel discorso poetico. In secondo luogo, l’emistichio sarà preso in considerazione come citazione del sonetto »Chi è questa che vèn« di Guido Cavalcanti. Si mostrerà così come Dante impieghi l’immagine dell’aria tremante, proprio perché citazione di Cavalcanti, a fini già attestabili per la Vita Nova: per distanziarsi dal predecessore, evidenziando la necessità di superare quel genere di lirica d’amore profana e così fondare una nuova poetica ‘sacrale’.
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Mehtonen, P. M. y Jaana Vaahtera. "Noble Negation: The Value of Linguistic Spaces in Dante's De vulgari eloquentia". Rhetorica 33, n.º 4 (2015): 393–408. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2015.33.4.393.

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Resumen
Riassunto: Cominciando dall'intrigante, per il lettore, descrizione del locale del primo Discorso, il De vulgari eloquentia di Dante Alighieri (c. 1304–1305) conduce chi lo legge attraverso una serie di ambigui commenti sui luoghi e spazi (curia, aula) legati al vernacolo illustre. Questo crea nuovi spazi linguistici nell'immaginazione del lettore: cammini paralleli del pensiero, congetture, suspence. Il presente saggio intende sostenere che l'affermazione e susseguente negazione – o denarrazione – dei luoghi, più o meno concreti, trasferisce la discussione di Dante, e ugualmente la lingua discussa, in uno spazio più astratto, dove la formalizzazione del volgare, o vernacolo illustre, si realizza. L'ingegnosa funzione degli spazi alternativi che emerge risulta essere sotto stimata se essi devono essere ridotti puramente al risultato di singole metafore o alla riluttanza di Dante a prendere posizione in una controversia di carattere teologico sull'origine del linguaggio. Una simile variante di narrazione non affermativa rende possibile a Dante di assegnare all'illustre vernacolo un somigliante vuoto ontologico tra l'essere e il non essere come nel caso del riferimento biblico alle prime lingue umane. L'ambiguo spazio che di conseguenza risulta essere creato per il volgare illustre è il luogo dove il volgare può essere soggetto alla razionale investigazione dantesca.
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Campana, Silvia. "peregrinaje dantesco". TEOLITERARIA - Revista de Literaturas e Teologias 12, n.º 27 (9 de septiembre de 2022): 115–28. http://dx.doi.org/10.23925/2236-9937.2022v27p115-128.

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Resumen
Dante Alighieri, “el sumo poeta, profeta de esperanza, testigo de sed infinito” (Papa Francisco) nos invita a sumergirnos en su obra cumbre, La Divina Comedia, en las profundidades del hombre, en un viaje que conduce a través de las luces y sombras que tanto él como nosotros, hoy, experimentamos en este camino de la vida. Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita. […] Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate. Estos versos nos remiten al peregrino que forja su vida en cada paso y en la acción desea, elige, sufre, ama. Es en la dinámica existencial donde ontológicamente, como una fuente, la fuente del ser, se manifiesta el drama de la libertad en el cual todos estamos inmersos. Dante es sujeto de ese drama y nos hace partícipes del mismo. En los cantos centrales del Purgatorio, XVI, XVII y XVIII el poeta canta el dinamismo de la libertad, de la responsabilidad, del bien y el mal en danza y en diálogo interdisciplinario, pero sobre todo existencial.
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Tesis sobre el tema "Cammino di Dante"

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Bassani, Claudia. "L'edizione critica del "Cammino di Dante" di ser Piero Bonaccorsi". Doctoral thesis, 2020. https://hdl.handle.net/2158/1191992.

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La tesi consiste nell'edizione critica del Cammino di Dante, sintesi topo-cronografica della Commedia dantesca, scritta dal notaio fiorentino ser Piero Bonaccorsi (1410-1477) per il frate francescano di Santa Croce Romolo de’ Medici. L’edizione del testo è preceduta da un’introduzione biografica sull'autore, del quale sono messi in risalto la carriera notarile, l'attività letteraria e i rapporti con personaggi significativi del tempo. Nella Nota al testo si presentano i sette manoscritti testimoni del Cammino di Dante, tra i quali figurano quattro autografi bonaccorsiani, e se ne definiscono i rapporti testuali.
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Libros sobre el tema "Cammino di Dante"

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Massimo, Seriacopi, ed. Commenti alla Commedia di Dante: Due commenti inediti del Trecento all'Inferno e una redazione autografa del Cammino di Dante di Piero Bonaccorsi. Reggello (Firenze): Firenzelibri, 2005.

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Un uomo in cammino: Breve viaggio nella vita e nelle opere di Dante Alighieri. Firenze: Scramasax, 2004.

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3

Babini, Enzo. Omaggio a Dante di Enzo Babini: Cento terrecotte raccontano il cammino dell'uomo, dedicate a Dante testimone del primo giubileo e cantore dell'uomo pellegrino di Dio. Ravenna: Centro dantesco dei Frati minori conventuali, 2000.

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4

Casaura, Giovanni. Il cammino di Dante: Dall'esilio dalla patria terrena alla conquista della patria celeste : analisi intertestuale di problematiche della Divina Commedia. Venafro (Isernia): Eva, 2003.

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5

Casaura, Giovanni. Il cammino di Dante: Dall'esilio dalla patria terrena alla conquista della patria celeste : analisi intertestuale di problematiche della Divina Commedia. Venafro (Isernia): Eva, 2003.

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Stefanelli, Ruggiero. Dante: Nel mezzo del cammin di nostra lingua. Bari: Adriatica, 1986.

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7

Pisano, Dario. Nel cammin di nostra vita: Dante, Petrarca e Boccaccio visti da vicino. Milano: Mimesis, 2017.

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8

"Nel mezzo del cammin de la mia vita...": Percorsi di riflessione nel 750o anniversario della nascita di Dante Alighieri. Roma: Casa editrice Leonardo da Vinci, 2015.

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9

Massimo, Seriacopi, ed. Commenti alla "Commedia" di Dante: Due commenti inediti del Trecento all'"Inferno" e una redazione autografa del "Cammino di Dante" di ser Piero Bonaccorsi. Reggello (Firenze): Firenzelibri, 2005.

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Capítulos de libros sobre el tema "Cammino di Dante"

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Meier, Franziska. "Einleitung: In der Mitte unsrer Lebensreise – Nel mezzo del cammin di nostra vita". En Dantes Göttliche Komödie, 6–10. Verlag C.H.BECK oHG, 2018. http://dx.doi.org/10.17104/9783406719301-6.

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Actas de conferencias sobre el tema "Cammino di Dante"

1

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano y Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome". En International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Resumen
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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