Literatura académica sobre el tema "Cambiamenti politici"

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Artículos de revistas sobre el tema "Cambiamenti politici"

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Fagnani, Martino Lorenzo. "Una testimonianza della transizione nei domini austriaci (1786-1796): le lettere di Pietro Bellati ad Antonio Greppi". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 1 (julio de 2021): 5–43. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001001.

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Resumen
Le lettere di Pietro Bellati, funzionario nella Milano austriaca di fine Settecento, a un Antonio Greppi ormai ritiratosi a vita privata sono una preziosa testimonianza dei cambiamenti politici e socio-culturali in Lombardia e nella cornice europea. Tramite l'analisi delle carte di Bellati, l'articolo considera come la società lombarda percepì i cambiamenti di fine secolo. Dalle lettere emerge un timore diffuso nei confronti della novità, interpretata da molti come perdita dell'equilibrio consolidato da secoli. La minaccia era quella costituita dalle spinte accentratrici dell'amministrazione austriaca, dall'intrusione della nuova polizia, dall'esautoramento della Chiesa nella giustizia, dagli eserciti che incombevano sul fronte orientale dell'Impero e dalle idee rivoluzionarie che si diffondevano dalla Francia. Ma la reazione al nuovo era così netta? Vi era un margine di accettazione del cambiamento? Tramite l'analisi dei resoconti e dei com-menti di Bellati, l'articolo considera le sfumature del caso e il tentativo di conciliare passato e futuro.
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Fabbrini, Sergio. "PARTITI E CAMBIAMENTO POLITICO NEGLI USA (1968-1988): UN CASO DI RIFORMA ISTITUZIONALE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, n.º 3 (diciembre de 1988): 357–401. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012594.

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Resumen
IntroduzioneLo scopo di questo saggio è quello di analizzare la riforma del sistema di selezione del candidato presidenziale attuata negli Stati Uniti tra il 1968 e il 1988. Data la rilevanza che ha avuto ed ha, per i partiti politici statunitensi, la scelta del candidato presidenziale, l'analisi della riforma del sistema di selezione può consentire di individuare i cambiamenti realizzatisi sia nell'organizzazione di quei partiti che nel ruolo da essi esercitato nel sistema politico.
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Colombatto, Enrico y Jonathan Macey. "A Public Choice View of Transition in Eastern Europe". Journal of Public Finance and Public Choice 12, n.º 2 (1 de octubre de 1994): 113–32. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539914.

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Abstract La recente esperienza nei paesi dell’Est europeo dimostra che i tre pilastri della transizione (privatizzazione, liberalizzazione dei prezzi e convertibilità valutaria) sono estremamente fragili, a meno che non siano realizzati all’interno di una opportuna struttura istituzionale.Questo scritto tenta di studiare il problema dal punto di vista dell’analisi delle scelte pubbliche, applicando i principi della teoria economica alla produzione delle leggi.Vengono esaminate in dettaglio ipotesi concorrenti di riforme costituzionali, ed è messo in evidenza il ruolo cruciale della nomenclatura.La conclusione è che il futuro dipende dal modo in cui avverranno i cambiamenti costituzionali e in particolare dagli effetti che essi avranno sul comportamento dei burocrati e dei politici. In generale, mentre questi mutamenti indeboliscono i politici, essi non riducono il potere dei burocrati che in tal modo diventano più potenti e, quindi, tendono ad impedire un rapido miglioramento del sistema economico.
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Mistri, Maurizio. "Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali". ARGOMENTI, n.º 30 (marzo de 2011): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Resumen
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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Morlino, Leonardo. "PROBLEMI E SCELTE NELLA COMPARAZIONE. INTRODUZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, n.º 3 (diciembre de 1990): 381–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009552.

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Resumen
IntroduzionePrimo esempio: negli ultimi quindici anni la democrazia sembra essersi affermata in diverse aree del mondo, dal Sud Europa all'America Latina, all'Est Europa; ma quali democrazie si sono realmente affermate e come spiegare complessivamente questo fenomeno?Secondo esempio: durante il 1989 e gran parte dell'anno successivo vi sono state le trasformazioni dei regimi non democratici in Europa Orientale; quali profondi cambiamenti politici vi sono effettivamente stati in quei paesi, oltretutto a un ritmo così rapido?Terzo esempio: in Italia, durante gli ultimi quaranta anni il partito comunista è stato piò forte di quello socialista; come spiegarlo?Quarto esempio: di fronte ai problemi di rappresentatività e democrazia che l'Italia ha, molti politici e intellettuali propongono certe riforme istituzionali; ma quali riforme sono le piò adatte rispetto a determinati obiettivi, quali accrescere la responsabilità dei governanti e la capacità di punizione dei governati oppure raggiungere maggiore efficacia decisionale o ancora riuscire ad innescare l'alternanza al governo tra partiti o coalizioni partitiche?
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Morlino, Leonardo. "LA SCIENZA POLITICA ITALIANA: TRADIZIONE E REALTÀ". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, n.º 1 (abril de 1991): 91–124. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009825.

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Resumen
IntroduzioneAll'indomani del secondo conflitto mondiale Leoni fissa i connotati essenziali di una scienza politica da rifondare insieme alla democrazia in Italia (Leoni 1949-50 e 1980). Dopo quasi venti anni, Sartori ritiene che «la scienza politica italiana è semplicemente in fase di parto» (Sartori 1967, 699). Che cosa si può dire dopo piò di quaranta anni? Le domande a cui rispondere per disegnare un quadro della disciplina all'inizio degli anni novanta mi paiono le seguenti: come si forma la disciplina tra gli anni cinquanta e sessanta; come giunge ad autodefinirsi al momento in cui decolla, alla fine degli anni sessanta; quali siano le difficoltà del decollo e come queste incidano sul suo sviluppo successivo; quali le modalità di crescita e di istituzionalizzazione; quali i contenuti della disciplina in questi anni e quali i cambiamenti di quei contenuti; quale la rilevanza rispetto ai problemi politici esistenti; infine, quale bilancio complessivo sia possibile tracciare.
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Lupoi, Sergio, Paola Cipolla, Simona Dell'Atti, Adele M. R. Francavilla y Roberta Menichelli. "Unioni vaganti: alla ricerca della quadratura del cerchio". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 34 (diciembre de 2011): 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34007.

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Resumen
Questo articolo analizza l'evoluzione della coppia nel XX secolo, partendo dall'osservazione che l'amore č cambiato, in quanto č diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel "tu" il proprio "io". L'individualismo č un elemento fondante della "modernitŕ liquida", effetto di una serie di cambiamenti (economici, politici, sociali, esistenziali e culturali) che stanno attraversando le societŕ dall'inizio del secolo. Anche i rapporti di coppia diventano liquidi, ovvero fragili e vacui, devono essere facilmente allentabili non appena si avverte la necessitŕ di cambiare. L'effetto č da un lato la riduzione drastica dei matrimoni, dall'altro l'emergere di nuove forme di convivenze (LAT, childfree/childless coppie, coppie omosessuali, ecc.) attraverso le quali l'individuo puň scegliere liberamente come realizzarsi. Il nostro lavoro ipotizza che le nuove forme di coppie siano un segno visibile di un grande cambiamento storico e di una crisi culturale ma al tempo stesso una risposta adattativa e funzionale per combattere il senso di impotenza ed incertezza. Seguendo questo punto di vista, gli psicoterapeuti dovrebbero valutare la richiesta d'aiuto da parte della coppia (o individuo) come una crisi in una societŕ in crisi. L'obiettivo terapeutico dovrebbe essere quello di disilludere dell'esistenza di una soluzione sicura e perenne, e aiutare i partner da una parte a pensare la coppia come un'unione imperfetta dove l'altro sarŕ sempre diverso da come uno se lo aspetta, dall'altra ad accettare il cambiamento dell'altro e il proprio e infine portare i singoli partner a conoscere ciň che porta la crisi e come di volta in volta cercare di fronteggiarla.
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Bianchi, Giovanna. "Tecniche costruttive e forme di potere nella Toscana sud-occidentale (secc. VIII-XIV)". Arqueología de la Arquitectura, n.º 4 (30 de diciembre de 2005): 47. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.75.

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Nell’articolo si tratta l’analisi delle tecniche murarie desunta da dati provenienti da ampi progetti di indagine archeologica svolti in ambito rurale nella Toscana occidentale dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo ad oggi. Nel testo si esaminano i cambiamenti dei modi di edificare a partire dall’edilizia in legno dei primi abitati di altura di VII-VIII secolo, sino agli insediamenti più strutturati di seconda metà VIII e IX secolo, caratterizzati da un primo uso della pietra e dalla presenza di maestranze specializzate. In seguito si analizza la più complessa organizzazione del cantiere propria della costruzione dei castelli di XI e XII secolo in rapporto ai poteri politici ed economici delle nascenti signorie territoriali. Un differente uso delle tecniche costruttive caratterizza la successiva formazione di nuovi borghi tra XIII e XIV secolo, spesso impiantati sui preesistenti castelli, legati ai locali organismi comunali, soggetti all’influenza politica ed economica di Pisa in questo territorio.
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Radiconcini, Leone. "Il Parti Socialiste Unifié ed il rapporto con Israele (1960-1974)." MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (febrero de 2022): 57–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002002.

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Resumen
Questo saggio indaga lo sviluppo dei rapporti politici, istituzionali e personali fra i rappresentanti del Parti Socialiste Unifié francese ed Israele (con particolare riferimento al Mapam) fra il 1960 ed il 1974. L'autore rintraccia nell'ideologia terzomondista il paradigma secondo il quale il partito francese definì la propria azione a livello internazionale ed inquadrò i fenomeni globali, fra cui anche il conflitto arabo-israeliano. Il saggio ripercorre lo sviluppo storico dell'analisi proposta dal Psu, i cambiamenti all'interno della dirigenza politica e gli effetti dei principali eventi globali sulla definizione dei rapporti internazionali del partito. Il testo scandisce il percorso fatto dal partito in tre diversi periodi, che determinarono il passaggio del Psu da aperto sostenitore delle istanze sioniste a promotore della causa nazionale palestinese, rintracciando le motivazioni di questo passaggio nella definizione dicotomica della politica internazionale promossa dal paradigma interpretativo terzomondista. L'analisi proposta si avvale di materiale documentario presente principalmente nel fondo del Psu presso l'archivio nazionale francese di Pierrefitte-sur-Seine e degli articoli del settimanale del Psu Tribune Socialiste.
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Gasperoni, Domenico. "Amministrazione sammarinese: agenzia culturale e di sviluppo economico?" RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 3 (septiembre de 2011): 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003005.

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In ogni momento di crisi e di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici del mondo esterno, la Repubblica di San Marino subisce un attentato alla sua identitŕ. Per sopravvivere si trova ogni volta costretta a ripensarsi e a riposizionarsi. L'autore illustra l'appuntamento storico di oggi, che si gioca con tre soggetti: la grande crisi economico-finanziaria mondiale, la nascita dell'Europa e un mutato e difficile rapporto con l'Italia. Fa rilevare che si č alla ricerca di un nuovo modello Paese, mediante il superamento dell'attuale "non modello economico". Per questa prospettiva, secondo l'autore, essenziale diventa il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ma di una amministrazione post-burocratica. Viene approfondita l'analisi delle attuali criticitŕ e sono indicate le strade del rinnovamento: la ricerca di unanuova, la ritaratura delle funzioni stesse dello Stato, la riprogettazione di un nuovo modello di welfare. L'autore propone un'ipotesi di lavoro secondo cui l'Amministrazione sammarinese, da problema puň essere parte della soluzione e da consumatrice di Pil, diventerŕ produttrice, anche di conoscenza.
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Tesis sobre el tema "Cambiamenti politici"

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ESPOSITO, MATTEO. "MILJENKO SMOJE: IL CRONISTA DI SPALATO, OVVERO IL RAPPORTO TRA PERIFERIA E CENTRO TRA CAMBIAMENTI STORICI, POLITICI E DI MENTALITÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/165037.

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Resumen
The purpose of this study is to examine the Miljenko Smoje’s literary world. First of all I analyzed the particularities of Split, the city where the author lived all his life long. To better understand the mentality of the people living there I decided to follow three main paths: the historical, the geographical, and the cultural one. Infact without a deep comprehension of the culture it is even impossible to really understand the smojan work. I have focussed the attention on the concept of conflict, considered as a purposeful and inclusive attitude recognized not only in spalatian mentality, but even in all Mediterranean area. Then I described the history of spalatian dialectal literature since Marko Uvodić Splićanin till feralovci. This part of the study has been dedicated in particular to the poetics analysis of the considered authors. Finally I analyzed Miljenko Smoje’s life and work, firstly across its biography and secondly by a careful study of the most important literary works such us Naše Malo misto (Our Little place) and Velo misto (Big place). In this last part of the study I wanted to demonstrate the importance of Smoje’s work inside the cultural and literary develop not only of Split, but of Croatia and Yugoslavia in general, emphasizing and underling that the use of medias (newspapers and television) have contributed to the success of this author, very popular, but still really undiscovered and poorly studied by Croatian critics.
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Faggioni, Maria Stella <1988&gt. "Cambiamenti Climatici ed Energie Rinnovabili: L'Agricoltura Veneta verso le Bioenergie". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5258.

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Resumen
Il continuo rilascio di gas serra, soprattutto in seguito ad attività antropiche, sta accentuando il fenomeno dei cambiamenti climatici; l’emissione di queste sostanze nell’atmosfera sta provocando una serie di effetti quali il riscaldamento globale ed anomalie come l’aumento della frequenza delle precipitazioni intense, temperature sopra la media, calamità e fenomeni naturali, estati eccezionalmente calde, tutte conseguenze dei cambiamenti climatici. Questo fenomeno ha un impatto non irrilevante su diversi settori economici, tra tutti quello che più ne risente è l’agricoltura, dipendendo fortemente dai regimi climatici. Tra le conseguenze in questo settore, le più evidenti sono l'aleatorietà della produzione, la modifica del calendario stagionale, effetti su qualità dei prodotti e perdite di produzione. Tuttavia anche il settore primario ha un ruolo di responsabilità nei confronti dei cambiamenti climatici, in quanto contribuisce all'emissione di gas serra nell'atmosfera ed in alcuni casi è responsabile di processi di deforestazione . L’agricoltura può però decidere di adattarsi ai cambiamenti del clima riducendone gli effetti o può decidere di attuare una strategia di mitigazione per combattere il fenomeno, riducendo il proprio contributo in termini di emissioni (agricoltura biologica) e contribuendo alla diffusione delle energie rinnovabili su ampia scala (biomassa). Nella lotta ai cambiamenti climatici si sta puntando alle energie rinnovabili dando molto rilievo all'utilizzo dei biocarburanti, il loro aumento di domanda sta però creando un clima di competizione tra settore agro-alimentare ed energetico, per quanto riguarda l’utilizzo delle terre, delle risorse idriche e dei prodotti agricoli. Le colture energetiche stanno prendono il posto di quelle agricole e stanno facendo crescere il prezzo di queste materie prime. Anche l’agricoltura veneta sta risentendo dei cambiamenti del clima, con perdite di produzione e bilanci negativi. Tra le tendenze in atto nella regione, anche qui si rivolge attenzione e risorse alle colture energetiche e alla produzione di energia rinnovabile, da materie prime derivanti dal settore agricolo o materie prodotte dagli stessi attori del settore primario. In agricoltura è quindi in aumento la coltivazione di colture energetiche, per ottenere così materie prime per energia rinnovabile, considerata tra le possibili soluzioni al fenomeno dei cambiamenti climatici; É importante però valutarne gli aspetti critici e la convenienza in termini di effetti ambientali ed economici , visto l’importanza che questa tendenza dell’agricoltura verso le colture energetiche sta assumendo in Veneto, ma anche nel mondo.
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Vanni, Alice <1992&gt. "Cambiamento climatico e Paesi MENA: COP21, attori e politiche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13320.

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Partendo dalla COP21, contestualizzerò la questione del Cambiamento Climatico in alcuni Paesi Arabi della zona MENA (Medio Oriente e Nord Africa) analizzando le problematiche ambientali, gli attori responsabili nella loro gestione e le politiche ambientali che ne sono conseguite con focus nel settore energetico. Dopodiché analizzerò un Paese della zona, ovvero l’Arabia Saudita, un caso molto particolare ed interessante. Infine, tratterò il ruolo rinnovato della Cina nella diplomazia energetica relativa alla zona MENA.
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Dell'Era, Filippo <1990&gt. "Cambiamento nelle politiche agricole giapponesi? Analisi delle trattative del TPP". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5563.

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Resumen
In questa tesi si cercherà di analizzare se un’eventuale adesione al TPP sia negativa per l’agricoltura e la politica agricola giapponese. Il primo capitolo avrà lo scopo di riassumere brevemente le peculiarità della politica agricola giapponese. Si analizzerà l’organizzazione della Nokyo e come questa sia stata fondamentale per la mobilitazione elettorale, creando così un forte legame con il Jiminto e con il Ministro dell’agricoltura (MAFF). Verrà esaminato inoltre come la riforma elettorale del ‘94, quella amministrativa del ’99 e la liberalizzazione finanziaria, abbiano indebolito il potere della Nokyo e la sua influenza sui governi. Il secondo capitolo avrà l’obiettivo di descrivere sinteticamente i cambiamenti della politica agricola giapponese nel tempo. Cercando di capire se la decisione di aderire al TPP sia un fatto isolato oppure il risultato di un cambiamento già in atto della politica agricola giapponese. Il terzo capitolo intende fornire un’analisi del processo di liberalizzazione del mercato agricolo giapponese. Partirà dall’adesione al GATT, analizzandone i punti critici per l’agricoltura giapponese. Si soffermerà sul cambio di politica estera giapponese, basato dalla sottoscrizione di FTA, ed analizzerà come i prodotti agricoli vengono trattati in questi accordi e che impatto hanno avuto sull’agricoltura giapponese. Il quarto capitolo si concentrerà invece sul TPP. Fornirà una cronologia dell’evoluzione delle trattative per l’adesione al TPP dal governo Minshuto fino ad oggi col secondo governo Abe, si sottolineerà quali fattori hanno spinto il governo Abe ad iniziare le trattative. Si concentrerà in particolare sul TPP nell’ambito agricolo, analizzando in che modo potrebbe influenzare l’agricoltura giapponese e come i paesi già aderenti al TPP abbiano trattato i prodotti agricoli più sensibili. In seguito, esaminerà le posizioni dei principali partiti politici sul tema del TPP, approfondirà le ragioni dell’opposizione all’adesione, e la posizione della Nokyo. Infine si vedrà come si è evoluta l’idea del Jiminto passando da una posizione di opposizione al TPP ad una posizione favorevole, creando del dissenso all’interno del partito stesso. Nelle conclusioni cercherò di valutare se secondo quanto raccolto nei capitoli precedenti, un’adesione al TPP sia veramente negativa per l’agricoltura e la politica agricola giapponese.
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Minet, Marco <1994&gt. "Il ruolo delle città nella lotta al cambiamento climatico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18353.

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Le città sono sia una delle principali cause del cambiamento climatico, sia una soluzione. Dalle prime scoperte della relazione tra i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera e la temperatura media globale sono passati diversi decenni prima che la politica internazionale si iniziasse a preoccupare della pericolosità per l'ambiente di un incremento della temperatura. Tuttavia, è chiaro come i trattati internazionali abbiano finora fallito nel raggiungere i propri obiettivi. In questa cornice, si sono inserite le città. Le aree urbane ospitano la maggior parte della popolazione del pianeta, e il cambiamento climatico influisce direttamente sulla vita dei cittadini. La crescita della popolazione mondiale, a cui si affianca un elevato tasso di urbanizzazione, rende le città particolarmente vulnerabili. A ciò si aggiunge il fatto che le maggiori città del mondo sorgono in zone costiere, a rischio inondazione. Negli ultimi anni, le città sono riuscite ad inserirsi al fianco degli Stati nazionali e ad essere attori chiave nelle conferenze internazionali. Si pone tuttavia un problema di finanziamento per la costruzione di infrastrutture resilienti. A tale difficoltà si aggiunge il tema della governance. Spesso, le città sono in mancanza sia di risorse economiche che tecniche. I vari livelli di governo devono perciò collaborare affinché ogni realtà locale possa attuare le politiche climatiche migliori per il proprio territorio.
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Rossetto, Francesco <1993&gt. "L'impatto del cambiamento climatico sull'economia statunitense: un'analisi macroeconomica e finanziaria". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10779.

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In questa tesi si vuole analizzare quale sia l'effetto del cambiamento climatico sull'economia statunitense. Si procede con uno studio di carattere macroeconomico e finanziario. L'analisi macroeconomica vuole dimostrare la presenza di un incidenza dell'aumento della temperatura sui consumi, investimenti e PIL. L'analisi finanziaria invece, vuole osservare gli effetti del global warming sui diversi settori di mercato.
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Sinigaglia, Giorgia <1992&gt. "Il ruolo delle città nelle politiche di contrasto al Cambiamento Climatico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14706.

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Inizialmente si spiegherà come la questione ambientale sia entrata a far parte della politica degli stati fino a diventare argomento di discussione a livello internazionale. Attraverso le Conferenze delle Parti, l’ONU ha promosso il dibattito per far sì che le nazioni prendessero impegni seri e ambiziosi per affrontare il Cambiamento Climatico. Spesso però gli accordi firmati sono divenuti inefficaci a causa di obiettivi troppo generali e del ritiro di alcuni stati dopo la firma. L’alternanza delle forze politiche al governo delle nazioni e le diverse visioni delle priorità politiche, sovente, ostacolano la realizzazione degli impegni presi internazionalmente; questo spinge i governi locali a farsi avanti come primi agenti per il contrasto al Cambiamento Climatico. Le città sono sede della maggioranza della popolazione mondiale, l’inquinamento dell’aria e i problemi di mobilità sono dunque alcune delle situazioni che le amministrazioni locali si trovano a dover gestire tutti i giorni. Negli ultimi anni alcuni governi municipali hanno creato dei networks per scambiare informazioni, conoscenze e tecnologie, per aiutarsi a far fronte a tali problematiche e per promuovere la mitigazione e l’adattamento al Cambiamento Climatico. Queste reti di città sono esempi rilevanti che dimostrano l’importanza della collaborazione interstatale e la necessità di un dialogo tra governo nazionale e autorità locali affinché si contrasti in maniera immediata ed efficace quest’emergenza ambientale.
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Bompan, Emanuele <1981&gt. "Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6471/1/Emanuele_bompan.pdf.

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Resumen
La tesi di dottorato ivi presentata si pone come obbiettivo la ricostruzione come questo sapere scientifico (la scoperta del cambiamento climatico antropico sostanziata dalla comunità scientifica di 190 paesi) ha influenzato la ricerca, la politica e il discorso pubblico nel nostro paese, l'italia. Il titolo è indicativo quando riassuntivo: Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012). Esso definisce in maniera puntuale i temi che si tratteranno: una genealogia di fenomeni storici, politici, culturali nati in nuce alla scoperta di questo cambiamento che influenzerà in maniera determinante il modo in cui viviamo, l'ambiente intorno a noi, i modelli di sviluppo, la sicurezza del nostro abitare, la forma delle nostre città. In ogni paese questa complessa scoperta ha avuto impatti differenti, un portato differente sulla ricerca e sullo sviluppo economico. Quello che in queste pagine si tenta di analizzare è come l'Italia ha assimilato il discorso del cambiamento climatico , in continua evoluzione date le sue infinite ramificazioni, e come ha reagito a livello politico e di ricerca.
How we have started talking about climate change? How policies has been shaped? How research has forced institutions and policy makers to act to cut greenhouse emission? The aim of this PhD dissertation is to trace the genealogy of the issue of climate change in Italy, in research institutions, politics and the public discourse. The author will analyze how research on anthropic climate change- related topics has arise, what measure has been taken from italian politicians, what role newspapers have played in forming the public opinion, which role has played the civil society in stressing the relevance of this phenomena. In particular the thesis use the archive of Umberto Colombo, president of ENEA, ministerial documents, and newspapers' archive, to reconstruct the history of science, politics and public discourse from 1998 to 2012.
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Bompan, Emanuele <1981&gt. "Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6471/.

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La tesi di dottorato ivi presentata si pone come obbiettivo la ricostruzione come questo sapere scientifico (la scoperta del cambiamento climatico antropico sostanziata dalla comunità scientifica di 190 paesi) ha influenzato la ricerca, la politica e il discorso pubblico nel nostro paese, l'italia. Il titolo è indicativo quando riassuntivo: Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012). Esso definisce in maniera puntuale i temi che si tratteranno: una genealogia di fenomeni storici, politici, culturali nati in nuce alla scoperta di questo cambiamento che influenzerà in maniera determinante il modo in cui viviamo, l'ambiente intorno a noi, i modelli di sviluppo, la sicurezza del nostro abitare, la forma delle nostre città. In ogni paese questa complessa scoperta ha avuto impatti differenti, un portato differente sulla ricerca e sullo sviluppo economico. Quello che in queste pagine si tenta di analizzare è come l'Italia ha assimilato il discorso del cambiamento climatico , in continua evoluzione date le sue infinite ramificazioni, e come ha reagito a livello politico e di ricerca.
How we have started talking about climate change? How policies has been shaped? How research has forced institutions and policy makers to act to cut greenhouse emission? The aim of this PhD dissertation is to trace the genealogy of the issue of climate change in Italy, in research institutions, politics and the public discourse. The author will analyze how research on anthropic climate change- related topics has arise, what measure has been taken from italian politicians, what role newspapers have played in forming the public opinion, which role has played the civil society in stressing the relevance of this phenomena. In particular the thesis use the archive of Umberto Colombo, president of ENEA, ministerial documents, and newspapers' archive, to reconstruct the history of science, politics and public discourse from 1998 to 2012.
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Marangoni, Silvia <1990&gt. "Evoluzione del network portuale e cambiamenti del waterfront urbano. Il caso di Durban". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5524.

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Resumen
From the 1970s on, the structure and connections of the port city changed substantially due to many different factors, as the availability of new IT and naval and communication technologies, globalisation, climate change, and others. The scholar Brian Hoyle developed a model of the evolution of the city-port interface in chronological phases based on these factors. The thesis will start from this base theory and then move to an analysys of the revitalisation process which is considered the end of the evolutionary series of steps. After this, a question will then be considered to be answered: Is revitalisation really the final stage of the relationships between port and city? Or are we entering a new phase in waterfront development? Hoyle himself more recently considered the beginning of a new stage in his model in which port and city re-build their funcional relations and interdependencies. This stage will be analysed through the theory of Adalberto Vallega, calling for a more intergrated and sustainable coastal management. At this point we will discover how climate change and globalisation in particular affected the global system and thus also the most common global connection nodes, city-ports. The importance of new approaches in the triangular relation city-port-industry will be highlighted. Vallega points out that in this highly globalised system it is important for the waterfront to regain it’s gateway functions too, to become again a central place, an attraction area, easy to insert in the international and regional economic and trade links. From this point, we will consider another theory by Van Klink about entering the phase of a port network, through which we will unravel the complex structure and network of today’s big ports and why it is so important to achieve a great integration and cooperation in the management of all port resources, human, financial, and material. Three different typologies of port network will be outlined and we will conclude with the new role of the port authority within this complex system. The thesis then move to the second and third chapters in which we analyse and sketch out our case study, namely the Port of Durban as a port network and its revitalisation, trying to seize its specificities and unique features. In the second chapter we start with a panoramic view of the port structure and evolution in history. Then, two attempts of integrated management will be outlined. Moreover, a recent project for a new container terminal will be described: the Durban Dig-out Port. To conclude this second part of the thesis an attempt will be made to analyse the network of South African ports outlining a study by the scholar Theo Notteboom, about setting a new network structure for container terminals in South Africa. We will discover that these changes in the structure of the container port system in South Africa could result in a higher competition between the Suez route and the Cape route by 2020. In the third chapter we will be focusing specifically on the revitalisation process in Durban, which was peculiar compared to other African ports, beacause the port and city functions remained connected and interdependent. After an introduction on revitalisation in South African ports, the Durban Point Development (DPD) project will be described in all its features, trying to understand the benefits it wants to bring to the city-port life. Also, we will then discuss the main issues that the revitalization process in Durban brought about and we will describe the final layout of the DPD Project. In the final part of the thesis we will try to forecast some future possible developments for the revitalisation process in Durban.
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Libros sobre el tema "Cambiamenti politici"

1

Sassu, Antonio, Lahcen Achy y Sergio Lodde. Tra il nuovo e il vecchio: I cambiamenti politici del Nord Africa. Roma: Aracne, 2012.

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2

Bertsch, Christoph. Jacopo Pontormo: Le quattro donne di Carmignano : un capolavoro del manierismo nel contesto dei cambiamenti politici e ideologici nella seconda Repubblica fiorentina. Firenze: Edizioni Medicea, 1998.

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3

Italy) Atelier jeunes chercheurs (Conference) (2nd 2016 Rome. Le vie della comunicazione nel Medioevo: Livelli, soggetti e spazi d'intervento nei cambiamenti sociali e politici : Progetto Atelier jeunes chercheurs.2 : giornate di studio, Roma, 20-21 ottobre 2016. Trieste: CERM, 2019.

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4

L'inquietudine del cambiamento. Roma: Carocci, 2012.

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5

Rizzo, Aldo. Big bang: Il cambiamento italiano nel cambiamento mondiale. Roma: Laterza, 1993.

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6

L' Italia in tempi di cambiamento politico. Bologna: Il Mulino, 1996.

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7

Prospero, Michele. Sinistra e cambiamento istituzionale. Roma: Philos, 1997.

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8

Fortunato, Giuseppe. Popolo sovrano: Azione per il cambiamento sociale. Napoli: Controcorrente, 2014.

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9

Partecipazione e cambiamento: Un'(auto)biografia politica della Sicilia. San Cataldo: Centro studi Cammarata, 2018.

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10

Tra declino e cambiamento: Aspetti del partito politico italiano. Bari: Cacucci, 2008.

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Capítulos de libros sobre el tema "Cambiamenti politici"

1

Bowles, Samuel, Richard Edwards y Frank Roosevelt. "Il surplus di produzione: conflitto e cambiamento". En Introduzione all’economia politica, 99–128. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1670-5_5.

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2

Ciccone, Stefano. "8. È possibile una politica maschile per il cambiamento?" En Maschi in crisi?, 113–24. Rosenberg & Sellier, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.2805.

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3

Battiston, Simone. "Il voto degli italiani in Australia fra continuità e segnali di cambiamento". En Autopsia di un diritto politico, 145–61. Accademia University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.2693.

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4

Mazzola, Roberto. "La politica delle fonti di diritto in Italia in materia di libertà religiosa e di coscienza a settant'anni dalla entrata in vigore della Costituzione". En Costituzione, religione e cambiamenti nel diritto e nella società. Pisa University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.12871/97888333921585.

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Actas de conferencias sobre el tema "Cambiamenti politici"

1

Ciccarese, L. "Foreste e politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici: quali opportunità di mercato per i proprietari forestali?" En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.139.

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2

Mairota, P. y Pietro Piussi. "Ecosistemi forestali nel paesaggio. Riflessioni sull'importanza del contesto, tra ecologia, determinanti di cambiamento, politica e strumenti normativi". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.135.

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3

Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Resumen
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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4

Corbisiero, Fabio y Antonella Avolio. "Migrazioni e networks urbani". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7987.

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Resumen
Ripercorrendo l’ampio dibattito sul tema emerge quanto numerose siano le definizioni di integrazione elaborate dagli studiosi che si sono occupati di migrazioni. Soprattutto in anni più recenti, in forza dei rilevanti cambiamenti dei fenomeni migratori in atto, in molti concordano che questi processi sono aperti a molteplici esiti, in gran parte collegati a fattori di contesto politico, sociale, economico e culturale. Questi diversi fattori rappresentano altrettante dimensioni con cui si può guardare all’integrazione, che pertanto si configura come concetto multidimensionale, oltre che dinamico, e che può essere declinato a diversi livelli di analisi. Il livello relazionale (livello meso) rappresenta il punto di convergenza di fattori di integrazione macro e micro: i percorsi di inserimento urbano spesso dipendono dall’efficacia delle reti nelle quali si è inseriti. Questo contributo presenta i risultati di una ricerca condotta nel quartiere Mercato a Napoli, che ha avuto come oggetto di analisi l’integrazione della comunità cabardina, attraverso la metodologia e gli strumenti della Social Network Analysis. There are many definitions of integration developed by scholars of migration. They agree – especially in recent years, due to the significant changes in migration – that these processes are open to multiple outcomes, largely related political, social, economic and cultural factors. These different factors represent the different dimension which you can look to the integration; a term that appears as a multidimensional concept, as well as dynamic, and can be declined at different levels of analysis. The relational level (meso-level) represents the point of convergence between macro and micro factors of integration. In fact, the urban integration processes often depend on the effectiveness of their own social networks. This paper presents the results of a survey in the Mercato neighborhood (Naples). The aim is to analyze the integration of Kabardians community, through Social Network Analysis methods.
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Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

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Resumen
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
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Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Resumen
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Arras, Francesca, Arnaldo Cecchini, Elisa Ghisu, Paola Idini y Valentina Talu. "Perché e come promuovere la camminabilitá urbana a partire dalle esigenze degli abitanti piú svantaggiati: il progetto "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!"". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7962.

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La città contemporanea è una città a misura di automobilista. Chi non vuole o non può usare l'automobile per spostarsi non è in grado di esercitare pienamente il proprio diritto urbano di accesso ed uso degli spazi e delle strade sottratti dalle automobili all'uso pubblico e collettivo. Il prerequisito per la riconquista di questo diritto urbano negato è la promozione di un vero e proprio cambiamento culturale in materia di mobilità, attraverso il coinvolgimento consapevole e responsabile degli abitanti nelle politiche e nei progetti di promozione della mobilità altra, in particolare di coloro che subiscono la maggior parte delle conseguenze negative determinate dalla presenza invasiva delle automobili nella città: bambini, anziani, persone disabili e pedoni (e ciclisti) in generale. Nell'articolo descriveremo il progetto pilota "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!" che si pone l'obiettivo di promuovere la camminabilità urbana di due quartieri marginali della città di Sassari (e, in prospettiva, di tutta la città, trattandosi un progetto facilmente replicabile) a partire dalle esigenze, dai desideri e dalla "capacità di disobbedienza" dei bambini, uno dei gruppi di abitanti più svantaggiati in materia di mobilità. Contemporary city is a car-friendly city. Those who cannot or do not want to use a car are not capable to fully exercise their fundamental urban right to access and to use the public spaces and the streets. In this paper, we argue that it is possible to make more effective policies aimed at building walkable cities making reference to the desires and needs of disadvantaged groups. In particular, we concentrate on children as one of the most vulnerable groups of inhabitants of the city. The role children can play in improving urban quality of life is fundamental, for a number of reasons, most important of which, for the purpose of this paper, is their "capability of disobedience" which might be used as a force of urban transformation. Then, we present one project through which we try to promote the urban walkability of the city of Sassari starting from children's involvement: "ExtraPedestrians: let yourself be conquered by the 'alien' mobility".
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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