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Literatura académica sobre el tema "Buchi neri supermassivi"
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Tesis sobre el tema "Buchi neri supermassivi"
Peluso, Sara. "Misurare la massa in buchi neri: il caso di Sagittarius A*". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24602/.
Texto completoHu, Liwei. "Buchi neri: da curiosita' matematica alla prima evidenza diretta". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22175/.
Texto completoBeifiori, Alessandra. "Dynamics induced by the central supermassive black holes in galaxies". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422248.
Texto completoQuesta tesi è dedicata alla misura della massa MBH dei buchi neri supermassicci (SMBH) e allo studio delle relazioni di scala tra le masse dei buchi neri e le proprietà delle galassie ospiti con lo scopo di capire il ruolo dei SMBH nell'evoluzione delle galassie. La prima parte della tesi è dedicata alla presentazione di un atlante di spettri e immagini di un ampio campione di galassie lungo tutta la sequenza morfologica di Hubble, il quale e' stato selezionato per misurare MBH (Capitolo 2). Gli spettri sono stati estratti dall'archivio di Hubble Space Telescope (HST). Il campione comprende 177 galassie vicine D <100 Mpc con spettro nucleare ottenuto con lo Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS) nell'intervallo spettrale che include le righe di emissione di [NII], Halpha e [SII]. Per 65 galassie è stato inoltre possibile misurare i parametri strutturali del sferoide e dello disco ottenuti attraverso la decomposizione fotometrica bidimensionale di immagini 2MASS e UKIDSS in banda K. Sono stati ottenuti dei robusti limiti superiori della MBH per un sottocampione di 105 galassie (Capitolo 3) di diversi tipi morfologici (E-Sc) e con diverse dispersioni di velocita' stellare sigma (58-419 km/s). Questi limiti superiori sono stati misurati dalla larghezza delle righe di emissione, assumendo che il gas ionizzato delle regioni nucleari risieda in un disco sottile di orientazione incognita ma di cui si conosce l'estensione spaziale. I limiti superiori di MBH sono consistenti con le relazioni MBH-sigma di Ferrarese & Ford (2005, Sp. Sci. Rev., 116, 523) e Lauer et al. (2007, ApJ, 670, 249) e con le determinazioni accurate di MBH dei SMBH di cui è stata risolta la sfera d'influenza. Inoltre, questi limiti superiori di MBH si dispongono parallelamente e in prossimita' della relazione MBH-sigma senza mostrare alcuna dipendenza dalla distanza degli oggetti, dal loro tipo morfologico e dalla presenza o meno di una barra. Questo significa che la larghezza delle righe di emissione rappresenta un buon tracciante del potenziale gravitazionale del buco nero. Inoltre, il grande numero di galassie, che abbiamo a disposizione, permette di escludere che le larghezze delle righe siano dovute al solo contributo delle forze non gravitazionali. Tuttavia, per valori di sigma inferiori ai 90 km/s metà dei limiti superiori eccedono sistematicamente il valore previsto dalla relazione MBH-sigma. Questa peculiarità è stata imputata al maggior contributo stellare sul potenziale gravitazionale dovuto alla presenza di ammassi stellari nucleari e alla maggiore distanza dell'oggetto. Ad alte dispersioni di velocità (sigma>220km/s) i valori di MBH sembrano concordare con i valori attesi, soprattutto per le galassie ellittiche giganti, suggerendo un appiattimento della relazione MBH-sigma. Questo fenomeno potrebbe essere dovuto al meccanismo di coevoluzione con le galassie ospiti attraverso fenomeni di interazione e fusioni in assenza di gas. Tuttavia misure più precise di sigma e luminosità in banda K sono necessarie per escludere definitivamente gli eventuali effetti sistematici. Con i risultati ottenuti si e' visto come i limiti superiori della MBH possano essere utilizzati nel confronto con le relazioni di scala (Capitolo 4). Pertanto, sono stati usati per interpretare la demografia dei SMBH, in particolare per capire se MBH risulta più strettamente connessa con il solo sferoide o con l'intera galassia. A questo scopo i limiti superiori della MBH sono stati combinati con le MBH la cui sfera di influenza e' nota per essere stata risolta. Sono stati poi raccolti i dati relativi alle dispersioni di velocità e alle velocità circolari e sono stati misurati i parametri fotometrici dall'analisi delle immagini SDSS in banda i. Sono state considerate le correlazioni tra la MBH e la dispersione di velocità stellare, la luminosità in banda i, la massa viriale e l'indice di Sersic dello sferoide, la luminosità, la massa stellare, la velocità circolare e le masse viriale e dinamica della galassia. E' stata confermato che la relazione MBH-sigma risulta la piu' stretta tra tutte le correlazioni. La MBH risulta principalmente correlata con sigma per tutti i tipi morfologici e, analogamente, il piano fondamentale dei SMBH dipende principalmente da sigma con un piccolo contributo dovuto al raggio efficace. E' stata caratterizzata la parte alta della funzione di massa dei SMBH dell'universo locale, dal momento che è proprio alle masse più alte che il legame tra l'evoluzione dei SMBH e la formazione gerarchica delle galassie e' piu' stringente. Questo è stato fatto misurando la MBH in una galassia ellittica molto massiccia, NGC 1265, usando dati della cinematica stellare ottenuti con ottica adattiva (Capitolo 5) e stimando la MBH in tre galassie molto brillanti attraverso la cinematica del gas derivata da dati di HST (Capitolo 6). Queste misure sono importanti per capire l'andamento della relazione MBH-sigma nella regione ad alte sigma. Sono state analizzati dati spettroscopici della regione centrale della radio galassia NGC 1265/3C 83.1B (Capitolo 5). Gli spettri sono stati ottenuti in banda K al telescopio Gemini Nord con lo spettrografo Near InfraRed Imager and Spectrograph (NIRI) accoppiato con il sistema di ottica adattiva Altair permettendo una risoluzione spaziale di FWHM=0''.11 (39 pc). Per la stima del contributo stellare è stato interpolato il profilo di luce della galassia con una serie di gaussiane usando in combinazione l'immagine NIRI ad alta risoluzione e un'immagine ottenuta al TNG per coprire anche le parti esterne della galassia. La cinematica stellare è stata estratta dalle bande di assorbimento del CO a 2.29 micron. Sono stati adottati modelli di Jeans per interpolare la cinematica stellare e la distribuzione di brillanza superficiale per determinare i valori di anisotropia (beta) e MBH. La qualità dei dati spettroscopici non ha permesso di misurare una cinematica molto estesa, pertanto sono state fatte delle assunzioni su (M/L)_K e su beta. Il limite superiore della MBH risulta nell'intervallo tra 1x 10e9 Msun e 3.45 x 10e9 Msun a seconda dei valori che vengono assunti per (M/L)_K e beta. Sono state osservate con STIS, la Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2), e la Advanced Camera for Surveys (ACS) montati su HST, tre galassie che per le loro grandi masse, luminosità e dispersioni di velocità sono degli ottimi candidati per ospitare dei SMBH eccezionalmente massivi: Abell 1836-BCG, Abell 2052-BCG, Abell 3565-BCG (Capitolo 6). I dati hanno fornito dettagli sulla struttura e sul profilo di massa della componente stellare, sulla profondita' ottica della polvere e sulle distribuzioni spaziale e cinematica del gas ionizzato entro le regioni più centrali delle galassie. Sono stati costruiti modelli dinamici, che tengono conto del profilo di massa osservato e includono il contributo del SMBH, per riprodurre la cinematica ottenuta dallo studio della riga di emissione di [NII]. La cinematica e la morfologia regolari di Abell 1836-BCG e Abell~3565-BCG, hanno permesso di ottenere rispettivamente MBH = 3.61 (+0.41,-0.50) x 10e9 Msun e 1.34 (+021,-0.19) x 10e9 Msun. La mancanza di moti ordinati in Abell 2052-BCG, invece, ha impedito un accurato modello dinamico. E' stato cosi stimato un limite superiore della MBH < 4.60 x 10e9 Msun. Queste misure rappresentano un importante passo avanti verso la caratterizzazione della funzione di massa dei SMBH, suggerendo un andamento più ripido della MBH-sigma nella regione ad alte sigma a causa o di una più grande dispersione della relazione o perché la legge MBH-sigma risulta diversa. Infine, è stata stimata la massa del SMBH di NGC 4278 (Capitolo 7) utilizzando il teorema del viriale e misurando le componenti larghe delle righe di emissione osservate nello spettro STIS. Si è assunto che il gas fosse uniformemente distribuito in una sfera di un certo raggio. A seconda delle dimensioni adottate per la regione in cui si formano le righe larghe, la massa va da 7 x 10e7 and 2 x 10e9 Msun, in accordo con i limiti superiori trovati seguendo altre assunzioni sulla distribuzione del gas. Il nucleo di NGC 4278 è una sorgente ultravioletta molto variabile. L'ampiezza e il tempo scala di questa variazione sono analoghi a quelli trovati per le galassie con una debole attività nucleare. Questa variabilità in ultravioletto è tipica dei nuclei galattici attivi a bassa luminosità. Le conclusioni di questa tesi possono essere riassunte in tre punti: 1) con le MBH ottenute attraverso modelli semplici siamo riusciti a mappare la relazione MBH-sigma per un campione molto ampio e vario di galassie che comprende tutta la popolazione locale dei SMBH. Queste stime risultano consistenti con la relazione MBH-sigma, senza mostrare dipendenze dovute alla distanza delle galassie, al loro tipo morfologico e alla presenza di barre. Queste stime di MBH possono essere usate per studiare l'andamento e la dispersione delle altre relazioni di scala dei SMBH. 2) Usando i risultati di questo lavoro è stato studiato il legame tra la MBH, lo sferoide e l'intera galassia (compreso l'alone di materia oscura). E' stato confermato che MBH risulta strettamente connesso con sigma indipendentemente dal tipo morfologico, e che il piano fondamentale dei buchi neri è principalmente legato da questa proprietà. 3) E' stata caratterizzata la parte alta della funzione di massa dei SMBH dell'universo locale per capire il legame tra l'evoluzione dei SMBH e la formazione gerarchica delle galassie. Questo è stato fatto misurando MBH in una galassia ellittica molto massiccia NGC~1265 usando dati della cinematica stellare ottenuti con ottica adattiva e in tre galassie molto brillanti attraverso la cinematica del gas derivata da dati di HST. Queste misure suggeriscono un andamento piu' ripido della MBH-sigma in nella regione ad alte sigma, dovuta o a una più grande dispersione della relazione o a una legge diversa che predice una crescita più veloce dei SMBH rispetto a sigma.
tundo, elena. "Supermassive Black Holes: a spectroscopic and photometric study on the connection with their host galaxies". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426936.
Texto completoUno dei più promettenti temi nell'astronomia extragalattica per i prossimi decenni sarà l'evoluzione delle galassie. E' divenuto sempre più chiaro come le loro proprietà e la loro evoluzione siano intimamente collegate alla crescita dei buchi neri supermassicci (SMBH) nei loro nuclei. Per capire la formazione delle galassie, e la loro successiva evoluzione, bisognerà chiarire la connessione tra i SMBH e le loro galassie ospiti. I SMBH sono presenti in quasi tutti i nuclei delle galassie; la loro formazione, il loro accrescimento, e il loro impatto sulla materia circostante rappresentano alcuni dei problemi ancora irrisolti nella storia della formazione delle strutture cosmiche. Per capire l'evoluzione delle galassie, è necessario studiare questo soggetto da più punti di vista. Abbiamo bisogno sia di strumenti che permettano di tracciare il comportamento dei SMBH e delle loro galassie ospiti anche ad alto redshift o in galassie attive, sia di comprendere come agisca il cosiddetto AGN "feedback" all'interno delle singole galassie. Nella prima parte di questo lavoro il nostro obiettivo è determinare un tracciante per la dispersione di velocità stellare sigma*, allo scopo di offrire uno strumento nello studio della relazione tra la massa dei SMBH M_bh e sigma* anche in galassie attive o ad alto redshift, dove sigma* non può essere misurata direttamente. Proponiamo uno studio estensivo della cinematica del gas descritta dalle tre righe d'emissione di [OIII], [NII] e Halpha utilizzando l'archivio della Sloan Digital Sky Survey (SDSS), in modo da stabilire quale sia il miglior tracciante per sigma* e in modo da capire come l'AGN influenzi la cinematica del gas. Sono stati presi in considerazione tre sottocampioni di galassie, rispettivamente AGN, Star Forming (SF) e Transition (TR). Abbiamo effettuato una nuova analisi degli spettri SDSS; poichè gli assorbimenti stellari possono influenzare o addirittura sopraffare le emissioni del gas ionizzato, è stato necessario sottrarre il continuo stellare. Una attenzione particolare è stata dedicata a stabilire la qualità dei programmi usati nel fit, e all'analisi statistica dell'idoneità delle tre righe d'emissione prese in considerazione come possibili traccianti della dispersione di velocità stellare. I risultati principali di questa prima parte possono essere riassunti nei seguenti punti: --Abbiamo dimostrato che sigma_[OIII], correla con sigma*; tuttavia la correlazione è debole, con un coefficiente di correlazione di Pearson che varia tra 0.42 a 0.55 nei tre sottocampioni di galassie AGN, SF e TR. La pendenza della relazione è statisticamente più bassa dell'unità, e nel campione degli AGN si registra la pendenza più bassa.} -- Le relazioni sigma*-sigma_[NII] e sigma*-sigma_Halpha sono più strette della sigma*-sigma_[OIII], e il coefficiente di correlazione di Pearson diventa di 0.60 e 0.62, rispettivamente per [NII] e Halpha, nel campione delle galassie AGN. Tutti i risultati delle nostre misure di scatter intrinseco e di correlazione mostrano che le righe d'emissione di [NII] and Halpha sono meglio correlate alla dispersione di velocità stellare rispetto all'[OIII]. --In tutti i casi troviamo una pendenza b<1, anche se le righe d'emissione di [NII] and Halpha mostrano pendenze generalmente maggiori di quelle trovate con la relazione sigma*-. -- Le pendenze e i coefficienti di correlazione sono simili usando qualunque delle tre righe di emissione nel sottocampione delle galassie SF; osserviamo invece che la pendenza nel campione degli AGN risulta piu' bassa nella relazione sigma*-sigma_[OIII] rispetto a quella trovata nei campioni SF e TR, con b_{AGN}
Bartalesi, Tommaso. "Fisica dell'accrescimento". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21199/.
Texto completoSacchi, Andrea. "Accretion on all time scales from TDEs to QSOs". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1269612.
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