Literatura académica sobre el tema "Bene culturale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Bene culturale"

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Lupo, Eleonora. "Design, beni culturali immateriali e “attivazione dell’autentico”: progettare il valore delle eredità culturali come “open-ended knowledge system”". i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 4 (9 de enero de 2011): 44–54. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v4i.12662.

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Resumen
Quando si parla di design per i beni culturali, più che di competenze di design e ambito di applicazione del progetto, è opportuno parlare di processi di design per i beni culturali. In questa visione, la valorizzazione dei beni culturali può essere vista come un insieme di processi di design (Lupo 2009). In un ideale ciclo di vita del bene culturale, materiale o immateriale (Lupo 2009), che proponiamo come lineare (si noti che questa semplificazione viene attuata solo come artificio retorico ed espediente comunicativo) si ha all’inizio un bene culturale ancora potenziale (che non esiste in quanto non ha forma), che si concretizza in forme di bene e che, quando è collettivamente socializzato riconosciuto, diventa bene esplicito, e quindi successivamente bene fruito o attivato da una comunità nel momento in cui se ne ‘appropria’ o vi partecipa in varie forme. Nel passaggio da uno stadio all’altro si verificano dei processi che sono chiamati rispettivamente di produzione (della forma) bene culturale, riconoscimento (del senso) del bene culturale e di attivazione (della funzione) del bene culturale.
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Freda, Maria Francesca. "La salute come bene comune sostenibile". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2021): 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Resumen
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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Marozza, Maria Ilena. "Contaminazioni epistemologiche. Ernesto de Martino e lo sviluppo di un pensiero psicologico complesso". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (mayo de 2022): 225–44. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-002003.

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Resumen
Il difficile percorso intrapreso da Ernesto de Martino nell'aprire un confronto tra antropologia e psicologia ha suscitato molte perplessità nel clima culturale degli anni 1960. Prima vengono di-scussi gli ostacoli incontrati dal progetto di ricerca sulle apocalissi culturali e i deliri di fine del mondo, e successivamente viene descritto il nuovo clima culturale che si sviluppò negli anni 1980, con l'emergere di nuovi paradigmi di pensiero favorevoli a un ripensamento del rapporto tra individuo e cultura. In questa prospettiva, il pensiero pionieristico di de Martino nell'intendere la presenza umana come intrinsecamente legata alle istituzioni culturali si prestò molto bene ad aprire una strada verso lo sviluppo di una psicologia complessa.
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Cinŕ, Giuseppe. "L'identitŕ tra ricostruzione e recupero: il caso dei centri storici in Iraq". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 99 (abril de 2011): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099008.

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Resumen
I gravi ritardi che connotano la politica del recupero dei centri storici in Iraq sono fortemente segnati dalle conflittualitŕ inerenti la formazione di un'identitŕ culturale inclusiva e condivisa. Nel ripercorrere tale formazione l'autore sottolinea il controverso apporto fornito dalla cultura moderna, portatrice di nuovi valori identitari ma anche responsabile della rimozione di quelli propri alla cittŕ storica. Il testo si sofferma sulle conseguenze di questo fatto, leggibili in alcuni interventi oggi, dove una controversa nozione di bene culturale č all'origine di scelte distruttive.
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Golovlev, Alexander. "Suoni e lettere della musica: intermedialità nei transferts culturali austro-sovietici (1945-1955)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 193–206. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002010.

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Resumen
Alla liberazione di Vienna, la Società austro-sovietica rapidamente restaurata fu altrettanto veloce nello scoprire che la domanda di musica russa superava di gran lunga qualsiasi interesse per il comunismo sovietico. In una Vienna distrutta, gli spartiti erano un bene prezioso e le generose importazioni sovietiche furono influenti nel plasmare i primi repertori del dopoguerra. La ricezione austriaca differiva spesso dalle aspettative sovietiche, mostrando da un lato l'anticomunismo austriaco ma, allo stesso tempo, non ostacolando un riavvicinamento culturale a lungo termine tra austriaci e sovietici ("russi"). Contrariamente alle ipotesi sulla natura non verbale della musica, la narrativa non era meno importante del suono, poiché riguardava non solo la sfera emotiva, ma anche le implicazioni della musica sulle questioni della (inter / trans) nazionalità, dell'identità e alterità, i suoi canoni estetici socialmente accettati, le condizioni di produzione e consumo (percezione) e la posizione relativa del potere (savoir-pouvoir) di vari attori culturali. Imprimere il discorso/i culturale/i e l'habitus di un paese, il cui progetto di costruzione della nazione era incentrato sulla musica, ha permesso un improbabile, ma armonioso matrimonio tra due contesti politico-musicali che erano ideologicamente opposti, ma convergenti su idee comuni di capitale culturale e prestigio.
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Bochatey, Alberto. "Il personalismo nell’area culturale dell’America Latina". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 335–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.648.

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Resumen
L’Autore, nel suo articolo, compie un’indagine di ampio respiro sullo sviluppo della bioetica nell’area culturale dell’America Latina. Fortemente influenzata da quanto accade negli USA, la storia della bioetica in queste zone è stata legata allo sviluppo del principialismo di T.L. Beauchamp e J.F. Childress, applicato ad una serie di campi specifici quali l’assistenza e la cura del malato, la procreazione e l’aborto, la morte encefalica (principalmente in vista del trapianto di organi), l’etica della ricerca, l’ecologia. La Bioetica personalista ontologicamente fondata è ritenuta essere un campo assai propizio per proporre ed orientare verso la persona e la sua realtà trascendente e sociale, verso il bene comune e lo sviluppo nel campo medico. L’America Latina è il continente della speranza e anche la Bioetica latinoamericana può esserlo (specialmente attraverso la personalizzazione del “bios” e la rivendicazione della dimensione comunitaria e sociale dell’“ethos”). In tal senso la Bioetica personalista può contribuire alla costruzione d’un “ponte verso il futuro” e all’integrazione e alla cooperazione latinoamericana. L’articolo concentra la sua attenzione, in particolare, su tre temi particolarmente significativi: la scienza e la tecnologia, l’identità cristiana e il ruolo dell’educazione, i comitati etici ospedalieri. Per questi ed altri campi, il riferimento al personalismo è una vera sfida che comporta una risposta, un impegno ed azioni concrete.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee". Linguistica 50, n.º 1 (29 de diciembre de 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Resumen
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Lupo, Eleonora. "Design e beni culturali: creare sistemi di valore per connettere cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa". i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 8 (7 de abril de 2013): 30–39. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2013.v8i.12594.

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Resumen
La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema paese. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la democratizzazione moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ridistribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale e di sviluppo, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di connettere le comunità attraverso cultura e conoscenza.
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CHEBINI, Sabrina. "Il patrimonio gastronomico a favore della conservazione e della promozione della cultura algerina : qual è il ruolo del cinema ?" ALTRALANG Journal 2, n.º 01 (31 de julio de 2020): 143–54. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i01.53.

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Resumen
ABSTRACT: Food can be considered a cultural element, as gastronomy has played a very important role in the preservation and proclamation of the culture of a particular country, such as Algeria. This role manifests itself in all its complexity in film production, and in the relation between gastronomy-culture-cinema that has become more recent, ever closer. To treat and deepen this them well, and to try to respond to the fundamental problem presented, we have followed a methodology based essentially on the description, analysis, and analysis of the expression contain as a potential for cultural exchange. The article is divided into three parts. The first part explains the perpetual role of gastronomy in the preservation of Algerian cultural heritage, according to the role played by cinema in the promotion of Algerian culture in its appearance to the west (second part): the third part studies an attempt to interconnect these three elements: gastronomy, culture , cinema from theoretical point of view, in particular from the analysis of the threshold of XXIst century. RIASSUNTO: Il cibo può essere considerato un elemento culturale, in quanto la gastronomia ha giocato un ruolo molto importante nella conservazione e nella promozione della cultura di un Paese particolare, come l’Algeria. Un ruolo, questo, che si manifesta in tutta la sua complessità nella produzione cinematografica, e nella relazione tra gastronomia-cultura-cinema diventata in tempi recenti sempre più stretta. Per trattare e approfondire bene questo tema, e per cercare di rispondere alla problematica fondamentale esposta, abbiamo seguito una metodologia basata essenzialmente sulla descrizione, l’analisi, e l’approfondimento di ciò che queste tre forme di espressione contengono quale potenziale di interscambio culturale. L’articolo è suddiviso in tre parti. La prima intende spiegare il ruolo perpetuo della gastronomia nella consevazione del patrimonio culturale tipico algerino, la seconda il ruolo svolto dal cinema nella promozione della cultura algerina nel suo affacciarsi all’Occidente; la terza indaga un tentativo di interconnessione tra loro gastronomia, cultura e cinema da un punto di vista teorico, nello specifico, vertendo sull’analisi del caso algerino alle soglie del XXI secolo.
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Casini, Carlo. "Riflessioni sulla “legge imperfetta”: il caso della procreazione artificiale in Italia". Medicina e Morale 52, n.º 2 (30 de abril de 2003): 227–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.669.

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Resumen
Questo articolo vuole essere un contributo per cercare di applicare nel modo più corretto possibile il pensiero del Santo Padre espresso nell’Enciclica Evangelium Vitae (paragrafo n. 73) alla materia della procreazione artificiale umana con specifico riferimento alla situazione italiana. L’analisi si articola su tre fronti: giuridico, politico, educativo-culturale. Per quanto riguarda l’ambito della scienza giuridica, l’Autore, - dopo aver chiarito che “vuoto legislativo” non significa “vuoto normativo” - effettua un’opera di ricognizione per vedere quali sono le norme dell’ordinamento giuridico italiano che regolano oggi la nuova materia della procreazione artificiale. Questa “fotografia” è finalizzata a capire qual è il livello di miglioramento e di peggioramento giuridico introdotto da una ipotizzabile legge confrontando in questo senso la normativa vigente con la riforma approvata dalla Camera il 18 giugno 2002. L’indagine nel campo politico muove dall’intento di valutare il comportamento del parlamentare cattolico che intende modificare con una legge una situazione ingiusta già esistente. A tal fine vengono inizialmente ripercorse le tappe delle procedure dell’iter legislativo e poi vengono considerate le condizioni politiche che possono farlo progredire e giungere a compimento. Gli aspetti educativo-culturali riguardano l’esigenza di fare chiarezza in ordine ai valori in gioco nella loro interezza. In sostanza l’appoggio ad una legge “imperfetta” migliorativa dell’esistente e comunque espressione del massimo bene possibile raggiungibile nel dato momento storico, deve accompagnarsi ad un’opera di illuminazione delle coscienze. E’ questo compito soprattutto dell’azione pastorale della Chiesa, ma anche del parlamentare cattolico la cui posizione deve “essere chiara e a tutti nota”. Per questo, conclude Casini, “l’azione educativa non deve sentirsi estranea all’impegno per ottenere una legge, che, per quanto ‘imperfetta’, si muova nella direzione dello stesso valore che presiede al messaggio educativo e culturale. In definitiva spiegare anche le ragioni della legge ‘imperfetta’ i limiti e gli obiettivi finali irrinunciabili, è, anch’esso, un aspetto di rilevante significato educativo e culturale”.
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Tesis sobre el tema "Bene culturale"

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Tasso, Marta <1986&gt. "Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. Bene naturale o bene (anche) culturale? Primi spunti di riflessione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5130.

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Resumen
Nel presente lavoro vengono delineati la storia ed il percorso riguardanti la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale del bene seriale naturale Dolomiti alla luce della Convenzione UNESCO sul Patrimonio culturale e naturale mondiale del 1972. La tesi identifica ed evidenzia i complessi meccanismi necessari per conseguire il riconoscimento UNESCO sulla base delle indicazioni fornite dalle Linee Guida Operative alla Convenzione sul Patrimonio Mondiale. La ricerca si è sviluppata ulteriormente facendo emergere un interessante capitolo della storia dolomitica antecedente al percorso di candidatura ufficiale. Sulla base di questo significativo contributo si è ragionato sulla valenza culturale del bene Dolomiti e sui possibili sviluppi in termini di tutela dei valori culturali inclusi nel territorio dolomitico. Per raggiungere tale risultato fondamentale è stato lo studio della normativa vigente in materia di tutela ambientale, presentata nella prima parte dell' elaborato. Successivamente è stata affrontata la regolamentazione fornita dall' UNESCO utile per presentare una candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale, tenendo conto che dalla prima versione delle Linee Guida Operative ad oggi sono state redatte ben 25 versioni con relativi ampliamenti e modificazioni. L'indagine si è sviluppata nell'analisi del caso "Dolomiti" per poi provare a darne una lettura organica e complessiva fornendo degli spunti di riflessone per delle possibili evoluzioni.
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Lipreri, Vera <1987&gt. "Cultura come bene comune: la prospettiva delle occupazioni culturali in Italia. Teoria e pratiche di un modello di produzione culturale dal basso". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5023.

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Resumen
Il presente lavoro intende analizzare il recente fenomeno delle occupazioni culturali in Italia. Obiettivo finale è quello di verificare se questi nuovi spazi, basati sulla partecipazione allargata e l’orizzontalità decisionale, possano effettivamente rappresentare una terza via che permetta alla produzione culturale di affrancarsi dai modelli generalmente proposti come vincolanti: la gestione pubblica-statale e il meccanismo neo-liberista delle industrie culturali. Entrambi i paradigmi presentano infatti contraddizioni, vincoli ed effetti negativi che hanno portato alla nascita delle occupazioni culturali in molte città italiane, è dunque opportuno chiedersi: può la cultura come bene comune (commons) rappresentare un modello di produzione e gestione culturale applicabile in più contesti? Il discorso proposto si sviluppa in quattro capitoli: il primo tenta di fornire un quadro dei modelli di produzione e gestione culturale mainstream (stato e industrie culturali); è dunque fornita un’analisi, da un lato, delle politiche italiane in materia di finanziamenti alla cultura, dall’altro, del Manifesto per la Cultura del Sole 24 Ore. Il capitolo si conclude con un approfondimento sul nuovo programma di finanziamento europeo Creative Europe. Il capitolo successivo traccia un quadro delle pratiche e dei discorsi teorici nati all’interno degli spazi occupati per la cultura. Per necessità di sintesi ci si concentra su tre realtà (S.a.L.E. Docks di Venezia, Teatro Valle Occupato di Roma e Macao di Milano), delle quali si individuano peculiarità e attività principali, indicando come esse si collochino all'interno di un discorso teorico coerente e condiviso dai diversi spazi. Il capitolo procede per macro-temi: critica all’industria culturale (lavoro cognitivo/precariato, critica del grande evento, rapporto con i pubblici); rapporto con la città (occupazione vs gentrificazione/speculazione); cultura come commons (nuove forme di gestione orizzontale e partecipata); istituzionalizzazione del comune (nuovo diritto, nuova economia). Il terzo capitolo è dedicato ad Open#6, progetto realizzato da S.a.L.E. Docks, qui presentato come esempio del diverso modello di produzione realizzato dalle occupazioni culturali. Il capitolo finale tenta di sintetizzare le prospettive che si aprono per il futuro di questi spazi. Centrale è la necessità di rafforzare ed allargare la “rete” di realtà affini che si è venuta a creare negli ultimi anni. Il capitolo è concluso dall’analisi del progetto #apparecchioper, primo tentativo concreto di realizzare una rete allargata di spazi di produzione culturale indipendente, ideato da Macao, Asilo, S.a.L.E. Docks e presentato al bendo “CheFare?”.
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Greco, Elena. "Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale : Il dibattito in Italia e in Francia, 1945-2015". Thesis, Rennes 2, 2016. http://www.theses.fr/2016REN20022/document.

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Resumen
La recherche vise à retracer les origines de la notion de «paysage urbain» dans le débat sur la protection des villes historiques dans la deuxième partie du XXe siècle. Elle procède à une analyse comparée entre l'Italie et la France, dont le système juridique est caractérisé par la protection publique du patrimoine. L'analyse couvre les axes suivantes: la généalogie du terme, les variation de la notion et ses relations avec les théories relatives à la protection de la ville historique; le développement du système législatif et ses connexions possibles au débat culturel; la relation entre le débat théorique et les pratiques d’urbanisme. Cette dernière question est analysée au moyen de deux cas d’étude, Turin et Lyon. Ces deux enquêtes ont été rendues possibles par des fonds d'archives. La reconstruction du débat théorique et de l’élaboration d’un appareil législatif repose, quant à elle, sur un corpus constitué par les principales revues professionnelles italiennes et françaises.Bien que les débats français et italiens des décennies d’après la Seconde Guerre mondiale aient élaboré un concept de paysage urbain comme patrimoine particulièrement intéressant, ils ne sont pas parvenus à être traduits dans des dispositions législatives substantielles. La protection et la mise en valeur du paysage urbain demeurent des questions ouvertes. La notion de paysage urbain en tant que patrimoine doit encore être théorisée, au moins sur le plan législatif.Cette étude tente de contribuer à cette conceptualisation
This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic citiesduring the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, whose legal systems are characterized by the public protection of cultural heritage.The analysis covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and Frenchnotions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.The preservation and promotion of urban landscape are still open questions, and the concept of urban landscape as part of cultural heritage is still to be theorized, at least on a legislative level.This study attempts to contribute to this conceptualization
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Volpato, Emmanuele <1994&gt. "Valorizzazione di un bene culturale architettonico: il caso di studio della Chiesa di S. Margherita a Treviso". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15278.

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Resumen
Abstract La tesi intende prendere in esame gli aspetti storici e gestionali della chiesa di Santa Margherita a Treviso, edificio di culto dalla storia travagliata, in stato di completo abbandono dal 1997 al 2011, anno in cui il Ministero dei beni culturali e del turismo si prese carico della struttura intraprendendo una serie di lavori destinati al restauro e consolidamento strutturale dell’immobile, nonché ad ospitare la collezione Salce e offrire alla cittadinanza e agli studiosi spazi e opportunità per poter fruire di questo insigne patrimonio. Nell’analisi di questo caso, dopo aver ripercorso il passato e le vicende storiche più significative, ci si è concentrati sulla descrizione dei lavori già completati e di quelli in corso, da presentarsi presumibilmente entro il 2020. In primis verranno analizzati i vari interventi, realizzati per stralci, da un punto di vista tecnico-descrittivo e successivamente secondo una prospettiva economico gestionale. Verrà poi analizzato il percorso attraverso il quale il Ministero dei beni culturali e gli addetti ai lavori hanno deciso di investire nella valorizzazione della chiesa di Santa Margherita esplicando le motivazioni e i criteri che hanno portato alla scelta di un determinato progetto in funzione degli obiettivi preposti. Da ultimo si discuteranno le ricadute che il progetto di valorizzazione della chiesa potrà avere in termini di affluenza turistica e di entrate economiche per la città, e di vantaggi per i cittadini di Treviso.
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Catalani, Rosa y Roberta Silvagni. "Villa Rasponi a Savignano. Progetto di tutela e valorizzazione di un bene culturale complesso tra architettura storica e paesaggi di Pietro Porcinai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2669/.

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Resumen
Oggetto della tesi di laurea è il recupero di Villa Rasponi a Savignano sul Rubicone, un bene storico complesso composto da elementi di varia natura: architettonici e vegetali, di differente pregio, dalla residenza settecentesca agli annessi agricoli di servizio, al parco. Le funzioni d’uso attuali rarefatte e strettamente comuni a quelle originarie, non sono più proponibili per poter garantire la sopravvivenza e la conservazione del complesso. Questo da un punto di vista puramente economico, per l’impegno in termini finanziari che un sito di tali dimensioni richiede, a livello gestionale e circostanziale. Come intervenire su un manufatto di questa natura, tutelandolo, riqualificandolo dal punto di vista architettonico e paesaggistico e, nello stesso tempo, reinserendolo in maniera attiva in un contesto urbano e territoriale dal quale negli anni si è progressivamente distaccato e isolato, chiudendosi nell’accezione di residenza privata? Il progetto, lavorando a vari livelli e confrontandosi con differenti campi disciplinari, dal restauro di un parco storico “firmato” da Pietro Porcinai, all’inserimento di nuovi elementi architettonici, all’analisi di fattibilità finanziaria, si pone principalmente due obiettivi: 1) da un lato intervenire materialmente sul manufatto restaurando gli edifici, anche attraverso la definizione di funzioni che ne permettano la sopravvivenza, e manutenendo il parco storico. In questo senso l’aspetto su cui si insiste maggiormente è il rispetto e la valorizzazione del complesso villa–parco–giardino-annessi come unicum, che assume pregio nella sua totalità e integrità; 2) dall’altro, tenuto conto delle dimensioni, dell’importanza storica, architettonica, culturale e paesaggistica del sito, il progetto intende estendere la sua valenza anche a un intorno in primo luogo locale e poi più ampio, diventando punto di riferimento e polo attrattivo, così come lo era stato nel passato, all’epoca nella quale in esso viveva la principessa Luisa Murat. Non ci si limita dunque a considerare il caso isolato, ma si tiene conto del fatto che la Villa Rasponi sorge all’interno di un contesto, quello della Romagna, di straordinaria ricchezza e molteplicità di espressioni artistiche, architettoniche, naturalistiche che costituiscono un patrimonio di valore, in gran parte scarsamente conosciuto e per nulla. Da qui l’idea di utilizzare una porzione di paesaggio come vetrina e contenitore di informazioni su tutta l’eredità culturale romagnola, legata ad un nuovo modo di intendere il luogo, come contesto che incarna la rete di significati all’interno dei quali le azioni degli uomini diventano fatti culturali. Il complesso della Villa Rasponi, per le sue connotazioni storiche, paesaggistiche, fisiche e posizionali, diventa la concretizzazione di tale idea. Dunque, una porzione di paesaggio che si fa strumento fisico e concettuale, di comunicazione, per trasmettere, valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, architettonico e culturale di tutto il territorio in cui è inserito, diventandone icona e sintesi.
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RUBINO, ELIA. "Le mani del cielo... il cielo tra le mani. La processione dei Misteri di Campobasso, ricostruzione storico-sociale di un bene culturale immateriale del Molise". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/76221.

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Resumen
In Italia, e nello specifico in Molise, continuano a perdurare eventi festivi tradizionali che rappresentano un intangible cultural heritage ancora in gran parte da studiare in chiave interdisciplinare. La ricerca si è proposta di ricostruire il percorso storico che ha portato al consolidarsi della processione dei Misteri di Campobasso così come la conosciamo oggi, per poterne meglio comprendere le molteplici stratificazioni e in seguito per proporne una migliore valorizzazione in chiave culturale e turistica. L'evento si configura come una festa calendariale inserita nei riti di tarda primavera sincretizzati nel Corpus Domini. In particolare a Campobasso, fin dal XV secolo, ci sono notizie documentate su rituali specifici legati alle sacre rappresentazioni, messi in scena nel contesto urbano durante la processione eucaristica. La centralità della festa nel tessuto cittadino ci ha indotto ad affrontare in modo rigoroso il fenomeno ponendolo nella vita del nucleo urbano. Seguendo un approccio multidisciplinare abbiamo cercato di superare la tradizionale visione storiografica del fenomeno in modo da restituire alla ritualità la sua complessità originaria e proporre quindi un modello interpretativo in grado di nato di coglierne non solo i legami con il sociale e produttivo tessuto della città ma anche le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Partendo dalla ricognizione della bibliografia esistente abbiamo approfondito attraverso una capillare ricerca d’archivio le origini della processione. Accanto alle fonti documentali, di grande importanza sono state le fonti iconografiche (fotografie e filmati), che hanno consentito di seguire il lento processo di conservazione e diversificazione degli attuali Misteri. I luoghi della ricerca sono stati vari, per avere un quadro possibilmente completo delle fonti per la ricostruzione festiva. L'Archivio Storico della diocesi di Campobasso–Bojano, della cattedrale, delle parrocchie di San Leonardo e di Sant'Antonio abate di Campobasso. Un lungo periodo della ricerca si è svolto presso l'Archivio di Stato di Campobasso e di Napoli. Mi sono recato in più riprese all'Archivio dell’Abbazia di Montecassino a cui Gasdia aveva donato il suo cospicuo fondo. Importante il materiale risultato dallo spoglio di giornali locali presenti nella Biblioteca G.Albino di Campobasso e in quella dell’Archivio di Stato locale. Troviamo, dalla seconda metà del 1800, notizie sulla dinamica festiva, che contribuiscono alla chiarificazione della desacralizzazione della processione e del progressivo disinteresse - escludendo il periodo fascista - della città nei confronti della festa, fino alla ripresa nel dopoguerra e al rilancio ai nostri giorni. I Misteri sono risultati il prodotto di una ritualità in costante cambiamento, adattata alle logiche del tempo,che rispetta, tuttavia, un nucleo identificativo tradizionale che, dalle origini fino ad oggi, si è mantenuto tale, sia dal punto di vista della gestione processionale, sia nella riproposizione iconografica dei soggetti. Ne scaturisce un'immagine a tutto tondo della processione, che a nostro avviso potrebbe consentire una valorizzazione maggiore di questo evento.
In Italy, and specifically in Molise, they keep on persisting traditional festive events that still represent an intangible cultural heritage to a large extent to study in interdisciplinary key. The search is proposed to reconstruct the historical run that has brought to consolidate the procession of the Mysteries of Campobasso as we know it today, to be able to understand better th manifold stratifications of it and subsequently to propose a best exploitation of it in a cultural and tourist view. The event can be seen as a calendrical feast inserted in the rites in late spring syncretized in the Corpus Domini. Particularly to Campobasso, since the XV century, there are proofs of ritual specific legacies to the sacred representations, staged in the urban context during the eucharistical procession. The centrality of the feast has induced us to face in rigorous way the phenomenon setting it in the life of the urban nucleus. Following an multidisciplinar approach we have tried to overcome the traditional historiographical vision of the phenomenon in order to return his native complexity to the rituality and to propose therefore a model interpretative able not only to track back its bonds with the social and productive substratum of the city but also the transformations occurred during the centuries. Starting from the recognition of the existing bibliography we went through a capillary search of file the origins of the procession. Close to the sources documents of great importance they have been the iconografical sources (photos and documentaries), that has allowed to follow the slow process of maintenance and diversification of the current Mysteries. The places in which the research has been taken place have been different and varied, to possibly have a complete picture especially some sources for the reconstruction of the feast and these ones were, in particular, the Historical Archive of the diocese of Campobasso-Bojano, the ones of the cathedral, that of the parishes of St. Leonardo and Sant'Antonio abbot of Campobasso. A long phase of the search was carried out at the State Archive in Campobasso and Naples. I have approached in more resumptions to the Archive ofthe abbey of Montecassino to which Gasdia, Campobasso's historic, had given his conspicuous fund. A very Important material resulted by counting the present local newspapers in the Library G.Albino of Campobasso and in that of the local State Archive. We find, from the second half of 1800, news on the festive dynamics, that contributed to the clarification of the desacralization of the procession and the progressive indifference - excluding the fascist period - of the city towards the feast, up to the resumption in the postwar period and to the more and more raising in interest of our days. The Mysteries are the product of a rituality in constant change, suited for the logics of the time, that it respects, nevertheless, a traditional nucleus of identity that, from the origins until today is maintained as it is, both from the point of view of the processional management, and in the iconographic repetition of the subjects. The result is a complete picture of the procession, that could allow a great exploitation of this event.
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7

Biral, Giorgia <1989&gt. "La villa veneta: bene culturale e strumento per la valorizzazione e lo sviluppo turistico del territorio rurale. Il progetto: la valorizzazione della città di Roncade e della frazione di Biancade attraverso il binomio ville venete - Strada dei vini del Piave". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3772.

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Resumen
La villa veneta deve essere considerata come un bene culturale perchè in essa vi sono racchiusi valori storici, culturali, artistici e ambientali. Nella tesi in questione verranno prese in considerazione le ville venete presenti nella città di Roncade e nella frazione di Biancade; nello specifico verrà proposto un itinerario basato sul binomio ville venete - Strada dei vini del Piave per una maggiore valorizzazione delle dimore storiche e del territorio con la consapevolezza che le ville venete e la Strada del vino citata sono due elementi che possono creare un sistema di offerta turistica molto valido.
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8

Conte, Stefano <1987&gt. "La cultura come bene comune". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3909.

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Resumen
Il testo partendo da un analisi storica dei beni comuni e del panorama in cui si produce cultura oggi, ovvero il mono delle fabbriche culturali, vuole contestualizzare le nuove istituzioni culturali nate nel nostro paese. Spesso partite da occupazioni illegali esse si stanno proppnendo come modelli di riappropriazione di stili di vita e ricchezze, fondate sulla produzione culturale. Cercherò di presentarne pregi e difetti al fine di capire se tali istituzioni siano la forma giusta e necessaria su cui puntare a livello culturale e finanziario per uscire dalla crisi economica e del lavoro in cui versa il nostro paese.
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Triches, Paola <1964&gt. ""Acqua, bene privato?"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2882.

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Carvalho, Leandro de. "Economia criativa: acesso e distribuição de bens culturais". Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/9387.

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Resumen
Made available in DSpace on 2016-04-26T20:48:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Leandro de Carvalho.pdf: 647913 bytes, checksum: eed5eabf770713041bd4cad0aa0c8d27 (MD5) Previous issue date: 2009-05-27
Creative economy is the theme that permeates the discussion of this work. While discussing its definitions, its scope and its size, the attention was focused on two of its aspects: access and distribution of cultural goods. These aspects were chosen based on the tension that was noticed in the cultural production: on the one hand, the music and audiovisual industry with a business model that makes profit, creating scarcity through the medium (physical environment), being controled and restrict; on the other hand, the movement of technology users, especially Internet users, promoting actions that undermine the bases of cultural industry: they make the support desnecessary and the access becomes unrestricted and fast, and change the ways of distribution, through the channels of sharing and viewing of any cultural production, that can be seen using the nearest computer. In light of these events and tensions, the development of the computer is discussed in this research: from the machine for storage only, to the machine of access. It´s also discussed, at this study, the global network as the great diffuser of cultural production, especially for small producers. Finally, it was concluded that the creation of new production facilities for cultural, musical and audiovisual areas reveal an important contradiction: the environments of greatest enhancement of access, innovation, creativity and culture (based on analysis of Rifkin), could be completely appropriated by the cultural industry, taking up the changes in perceptions of the demands. However, alongside this new type of incentive, the global network provides tools in order to completely unlink creation, distribution and access, minimizing any attempt of the cultural industry in the sense of total control of what is produced and distributed as a cultural good. New possibilities for the culture producer were placed and this professional can select and, possibly, depend less on the big cultural industry in order to feed their lives, through their art
Economia criativa é o tema que permeia a discussão deste trabalho. Enquanto se discute suas definições, sua abrangência e sua dimensão, foi focada atenção em dois de seus aspectos: o acesso e a distribuição de bens culturais. Esse recorte foi escolhido pela grande tensão que se percebe nessa produção cultural: de um lado a indústria fonográfica e audiovisual com um modelo de negócio que realiza lucro, gerando escassez por meio do suporte (meio físico), sendo passível de controle e restrição; de outro lado, o movimento de usuários de tecnologia, principalmente internautas, promovendo ações que minam as bases da indústria cultural: tornam o suporte desnecessário e o acesso irrestrito e rápido, e alteram as formas de distribuição, por meio dos canais de compartilhamento e exibição de qualquer produção cultural, ao alcance do computador mais próximo. Diante desses acontecimentos e tensões, discute-se, nessa pesquisa, a evolução do computador: de máquina de armazenamento apenas, para máquina de acesso. Discute-se, também, a rede mundial como grande difusora de produção cultural, principalmente para os pequenos produtores. Por fim, concluiu-se que as novas facilidades de criação de produção cultural, nas áreas musical e audiovisual, revelam uma contradição importante: os ambientes de maior valorização do acesso, da inovação, da criatividade e da cultura (com base nas análises de Rifkin), poderiam ser completamente apropriados pela indústria cultural, aproveitando-se das mudanças nas percepções das demandas. Entretanto, paralelamente a este novo modelo de incentivo, a rede mundial passa a disponibilizar ferramentas para que a criação, a distribuição e o acesso sejam totalmente desintermediados, minimizando qualquer tentativa da indústria cultural no sentido de controle total do que é produzido e distribuído como bem cultural. Novas possibilidades para o produtor cultural foram colocadas em cena e esse profissional poderá escolher e, possivelmente, dependerá menos da grande indústria cultural para geração de seu sustento, por meio de sua arte
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Libros sobre el tema "Bene culturale"

1

Amedeo, De Dominicis, ed. La voce come bene culturale. Roma: Carocci, 2002.

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2

Fabio, Leonardis, ed. Arte sacra contemporanea: Bene culturale della Chiesa. Cinisello Balsamo (Mi) [i.e. Milan, Italy]: Silvana, 2007.

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3

Silva, Francesco. Indagine sull'editoria: Il libro come bene economico e culturale. Torino: Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1992.

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4

La nazione allo specchio: Il bene culturale nell'Italia unita (1861-2011). Manduria: P. Lacaita, 2012.

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5

Teatro Valle occupato: La rivolta culturale dei beni comuni. Roma: DeriveApprodi, 2012.

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6

Il bene culturale come strategia didattica: Conoscenza, tutela, valorizzazione e gestione del territorio calabrese. Reggio Calabria: Falzea, 2002.

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7

Lamberto, Trezzini y Associazione docenti universitari italiani di teatro., eds. Il Patrimonio teatrale come bene culturale: Convegno di studi, Parma 24-25 aprile 1990. Roma: Bulzoni, 1991.

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8

Mario, Bottoni, Cordaro Michele y Bernardi Paola, eds. Sulla cupola del Brunelleschi, sugli affreschi, sul restauro: Studi di "informatizzazione" per il bene culturale. Manziana (Roma): Vecchiarelli, 1990.

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9

Curzi, Valter. Bene culturale e pubblica utilità: Politiche di tutela a Roma tra ancien régime e restaurazione. Bologna: Minerva, 2004.

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10

Caramiello, Rosanna. L'erbario di Carlo Allioni: Catalogazione, informatizzazione e studio critico di un bene culturale storico-scientifico. Torino: Centro studi piemontesi, 2009.

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Capítulos de libros sobre el tema "Bene culturale"

1

Barile, Sergio. "Towards a Novel Conception of Bene Culturale". En Cultural Heritage and Value Creation, 53–70. Cham: Springer International Publishing, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-08527-2_2.

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2

Botvinick, Marshall. "Cultural Contexts and Sources". En Ben Jonson Volpone, 7–18. London: Macmillan Education UK, 2015. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-37982-5_2.

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3

Ravagnan, Annamaria. "La gestione associata dei beni culturali". En Cultura e salute, 71–83. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2781-7_6.

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4

Casalini, Alfonso Valentino y Giorgio Tavano Blessi. "Cultura, beni relazionali e benessere". En Cultura e salute, 59–69. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2781-7_5.

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5

Kontou, Tatiana, Victoria Mills y Kara Tennant. "Image: [Anon], ‘“The Grecian Bend.”’". En Victorian Material Culture, 119. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781315399980-20.

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6

Phillips, Thomas. "“Constant Craving Has Always Been”". En Liminal Fictions in Postmodern Culture, 123–44. New York: Palgrave Macmillan US, 2015. http://dx.doi.org/10.1057/9781137548771_6.

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7

Kontou, Tatiana, Victoria Mills y Kate Nichols. "Cuthbert Bede, ‘Photography in an Artistic Light’". En Victorian Material Culture, 490–91. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781315400266-159.

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8

Kontou, Tatiana, Victoria Mills y Kate Nichols. "Cuthbert Bede, ‘Photographic Fancies’, ‘Applying the Black Varnish’". En Victorian Material Culture, 467. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781315400266-149.

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9

Hutchings, Patrick. "Has God Been and Gone?" En Sophia Studies in Cross-cultural Philosophy of Traditions and Cultures, 35–53. Singapore: Springer Nature Singapore, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-981-19-7249-2_4.

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10

Sanders, Julie. "Print, Popular Culture, Consumption and Commodification in The Staple of News". En Refashioning Ben Jonson, 183–207. London: Palgrave Macmillan UK, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-26714-9_9.

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Actas de conferencias sobre el tema "Bene culturale"

1

Piccoli Campoy, Camila Cristina y Maria Cristina da Silva Schicchi. "TERRITÓRIO, PAISAGEM E IDENTIDADE CULTURAL: O centro histórico de Rio Claro/SP – Brasil". En Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Bogotá: Universidad Piloto de Colombia, 2022. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.10287.

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Resumen
This work aims to study the preservation of cultural heritage in the city of Rio Claro/SP. It seeks to understand the population's relationship with cultural heritage and their degree of feeling of belonging and identity with the city's historic center, which has been listed by the Condephaat (state preservation agency) and privileged area in terms of investments. However, this listing prioritized construction aspects, historical and architectural relevance and the tourist potential of the center, without the necessary intertwining with other values, such as affective and immaterials, resulting from social practices such as, for example, those related to railway´s remnants, also present in the center. This article discusses the different preservation actions on officially recognized property and other cultural references present in the center. As a result, it is expected to contribute to a critical review of the criteria for valuing and recognizing cultural heritage in order to support future municipal policies. Keywords: Heritage, memory, identity, territory. Topic: Análisis y ordenación del paisaje. Subtopic: Paisajes culturales O presente trabalho se propôs a estudar a preservação do patrimônio cultural do município de Rio Claro/SP. Busca-se compreender a relação da população com o patrimônio cultural e seu grau de sentimento de pertencimento e de identidade com o centro histórico da cidade, objeto de tombamento pelo Condephaat (órgão estadual de preservação) e área privilegiada em termos de investimentos. Contudo, esse tombamento priorizou os aspectos construtivos, a relevância histórica, arquitetônica e o potencial turístico do centro, sem o necessário entrelaçamento a outros valores, como os afetivos e os imateriais, decorrentes das práticas sociais como, por exemplo, os relacionados aos remanescentes ferroviários, também presentes no centro. Esse artigo discute as distintas ações de preservação sobre os bens reconhecidos oficialmente e outras referências culturais presentes no centro. Como resultado, espera-se contribuir com uma revisão crítica dos critérios de valorização e reconhecimento do patrimônio cultural de forma a fundamentar futuras políticas municipais. Palabras clave: Patrimônio cultural, memória, identidade, território. Bloque temático: Análisis y ordenación del paisaje. Subtema: Paisajes culturales
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CÎNDEA GÎȚĂ, Iulia Elena. "AN IN-DEPTH STUDY OF CHINESE CULTUREMES – CARRIERS OF THE MOST SUBTLE CULTURAL ALLUSIONS – EXCERPTED FROM CHINESE CONTEMPORARY NOVELS IN ROMANIAN TRANSLATION". En Synergies in Communication. Editura ASE, 2022. http://dx.doi.org/10.24818/sic/2021/04.01.

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Resumen
Culturemes are the markers of the source culture, which can reach the reader in the target language only through the ability of the translator, who must, in fact, be a great connoisseur of the most hidden cultural details. For the transposition of a foreign culture into a new culture, for a proper communication between them, a loan is needed, retrieval and processing of information so that it is accepted. The motivation behind this study is to provide an overview of how to approach culturemes in the translation of works of contemporary Chinese literature in Romanian, works characterized by great linguistic and extra-linguistic generosity. In order to achieve this goal, we followed the stages of identifying the culturemes from thirty-one Chinese contemporary novels translated in Romanian; followed by creating a corpus based on fourteen categories and five equivalence methods to ensure the cultural equivalence, coherence and homogeneity of Chinese works recreated for the Romanian reader. Finally, we performed an in-depth study of a selection of culturemes from each category, with the aim of showing their distribution in the Romanian translation of Chinese fiction. The study intends to provoke but also to help raise the awareness that translations are not only transpositions (by this we mean moving from one linguistic register to another without operating the text as part of a cultural whole, approaching it externally to all of its sources of influence from the culture in which it has been created) of a work in another language, but they have the primary role of enriching knowledge about one's culture, civilization, literature – i.e. China’s cultural heritage for the present study. Culturally-aware literary translations are the most effective and most stable manner of intercultural exchange, of international prosperity of a culture, of understanding and acknowledging the cultural specifics of one nation. The intertextual references – the culturemes – studied, are part, as will be presented, of all cultural spheres, from those denoting the daily life of the Chinese, the food and basic needs, to those denoting holidays, toponymy, units of measurement, history, but also those that are politically motivated, while also spiritual, subtle, erudite, which only close study, extensive knowledge and diligent work can drive the translator to find and transfer them to the target reader.
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SKVARCIANY, Viktorija y Kristina ASTIKĖ. "THEORETICAL ASPECTS OF CULTURAL ECONOMICS CONCEPT". En International Scientific Conference „Contemporary Issues in Business, Management and Economics Engineering". Vilnius Gediminas Technical University, 2021. http://dx.doi.org/10.3846/cibmee.2021.626.

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Resumen
Abstract. Purpose – the aim of the article is to present the concept of cultural economics upon analysing the scientific literature and to single out the factors that influence the development of cultural economics. Research methodology – analysis and synthesis of scientific literature. The articles published in CA WoS were analysed in order to extract high-quality information on the topic of cultural economics. Findings – after analysis of the scientific literature, the factors of cultural economics have been determined. They are as follows: creativity; new technologies; consumer society; public authorities; artistic forms; media, information, digitisation; local cultural identity; public sector approach to culture; theatre, cinema, museums, crafts; media, social networks; the needs for a consumer society and culture; public sector funding for culture. Research limitations – the main limitation of the current research is that the factors of cultural economics are distinguished from the scientific literature. For more precise identification, the experts should be interviewed as well. Practical implications – the distinguished factors could be used for measurement of the level of a country’s cultural economics level. Originality/Value – the article summarises
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Henning, Priscila. "Questões de autenticidade na era do patrimônio espetacular". En Encontro da História da Arte. Universidade Estadual de Campinas, 2006. http://dx.doi.org/10.20396/eha.2.2006.3797.

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Resumen
Atualmente, a questão da preservação de nosso legado arquitetônico, histórico e/ou artístico vem sendo amplamente discutida, não apenas no meio acadêmico, como pela sociedade em geral. Por todo o país surgem cada vez mais projetos de preservação cultural que unem tanto as iniciativas privadas quanto organismos públicos, muitas vezes aplaudidos pela mídia e apoiados pelos usuários. A princípio, este quadro é positivo e benéfico, pois estimula a conservação de nossos bens culturais e a retomada da própria identidade da sociedade a partir de sua trajetória ao longo do tempo. No entanto, a associação insistente da preservação do patrimônio com a indústria cultural do espetáculo, incluindo neste contexto a relação indissociável com o turismo espetacular e as distorções geradas pela indústria da informação, faz com que seja necessária a discussão de um conceito basilar que pauta a ação do preservador: a questão da autenticidade. O conceito de autenticidade desperta algumas das questões essenciais que cercam a preservação do patrimônio cultural: o que se está preservando, de que forma, e por quê? Esta questão é crucial: a partir da noção de que o bem em si, ou as dinâmicas sociais e históricas que este encerra, são justificativas para a sua conservação, torna-se necessário investigar as razões para sua distorção, desfiguração ou modificação deliberada. Para fins deste trabalho, a noção do espetáculo é ressaltada por ser uma relação contraditória, aparentemente positiva, porém que atinge diretamente a própria essência do patrimônio cultural. Ao mesmo tempo, é um espelho da sociedade contemporânea, de seus valores e mecanismos, e de sua relação com a cultura, gerando uma complexa dinâmica de significados e relações que influenciam diretamente a ação e compreensão da preservação do patrimônio cultural.
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CICEA, Claudiu, Corina MARINESCU y Nicolae PINTILIE. "ORGANIZATIONAL CULTURE IN DIFFERENT ENVIRONMENTS: EVIDENCE FROM JAPAN". En International Management Conference. Editura ASE, 2022. http://dx.doi.org/10.24818/imc/2021/02.04.

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Resumen
This study examines the organizational culture of Japan by studying the activities of three large companies in order to have a better understanding of the nation’s culture and its effects on the society. From the perspective of cultural relevance, a literature review has been conducted in order to see the basis of the Japanese behavior and the differences between Japan and other countries. The paper discusses the cultural dimensions of Japan according to Hofstede vision and makes a foray into the present by analyzing them in a number of world-renowned companies. After presenting the methodology, the paper explains the reason for the company selection and provides a detailed analysis for each of them through organizational culture components, as found in Schein and Denison. All Japanese cultural features have a long history, undergoing little change over time, although globalization has played an important role in the partial diminution of some of them. There are deeply rooted cultural elements such as beliefs, symbols, rituals, to which employees adhere and which contribute to the development of companies and society as a whole. At the end, the paper presents possible limits of the research, but also provides the basis for further studies.
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Millán-Millán, Pablo Manuel y Simona Belmondo. "The stone as constant presence: vernacular structure of the cultural heritage of Porcuna (Andalusia, Spain)". En HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15056.

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Human settlements, throughout history, have been characterised by the proximity of places of natural wealth, in order to perpetrate life and to strength their own anthropological and material culture. This is the case of Porcuna, a village in the province of Jaén (Andalusia, Spain), with more than sixty centuries of interrupted human presence. The main natural resource of the area is a deposit of sandstone used for three million years. The above-mentioned stone has been the constructive material in this territory for all the ages, marking not only its material culture but also its own social anthropology. Considering the durability of this material, it is possible to appreciate that its use has remained unvaried in spite of continuous changings concerning techniques or demands. The presentation deals with several cultural heritage buildings in Porcuna, carried out with the same local sandstone, from the Roman amphitheatre (I century b.C.) to the so-called Casa de la Piedra (XX century). Starting from this analysis, it is possible to observe that the same material has been used, over the years, in different cultural heritage buildings that have been affected by the same stone deteriorations. Basically, a single material has produced a vernacular culture conformed to different moments in the history of the village, allowing to preserve some relevant cultural heritage architectures.
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Monteiro, Caique Cahon. "Aesthetic Experience and Digital Culture: New Flows in The Space of Art Exhibition". En LINK 2021. Tuwhera Open Access, 2021. http://dx.doi.org/10.24135/link2021.v2i1.67.

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Artistic institutions are traditionally places of cultural and social memory reverberation. Such spaces have a character of institutionalisation of the cultural market. Contemporary works of art and the exhibition format are factors that shape the possibilities of consumption and experience from visitors within these spaces. By taking advantage of the artifices of their time, art and artists appropriate new digital Technologies, digital culture contextualizes this movement, interweaving new paradigms in the exhibition spaces of museums, galleries and cultural centres. It is clear that the artistic production that involves digital media at some level creates increasingly subjective and hybrid paths between machine and human in the processes. This occurs not only in the scope of raw material and in the production of their poetics and narratives, but also in every present social context, of consumption, access, and dissemination of artistic works. In the last 10 years there has been a growing number of public in cultural institutions in Brazil (data from IPEA - Institute for Applied Economic Research), this curve does not resemble any increase in investment in public policies, improvement in education or culture. This rate of increase in visitors to cultural spaces is like the increase in access to mobile devices and use of the internet and social networks, perhaps, at some level, it shows that internet access and digital culture may be enabling an environment of spontaneous dissemination for the artistic market in Brazil. With the advent of smartphones and the constant use of this technology in various moments of leisure and work, the habit of taking a picture from any work of art has become something normalised in institutions. This process can create different media flows that reformulate the visitor's experience in front of the exhibition space. In this way, the traditional and passive spectator subject is mixed with the user subject present in digital culture, with its agency potential and sharing capacity. Although these photographs present themselves in society as a cultural product, their visualisation and distribution extend to a computational level. This master's research project proposes to establish dialogues between the field of communication and the arts, especially digital culture, and aesthetic experience. The object of study is the production of photographic images made by visitors to cultural exhibitions through smartphones and shared on the Instagram social network. Through the use of artificial intelligence, it will be possible to analyse hundreds of images from the Instagram social network that were taken at the Banco do Brasil Cultural Centre, located in the city of Rio de Janeiro, Brazil (Brazilian institution with the highest number of visitors in the last 5 years). This qualitative and quantitative analysis enables a reflection on the contemporary media character present in art exhibition spaces and the observation of new experiences between public, work, and digital culture.
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Wagner, Michel. "Desenvolvimento Sustentável – Tombamento de bens imóveis com fundamento cultural, histórico e político." En 13ª Conferência Internacional da LARES. Latin American Real Estate Society, 2013. http://dx.doi.org/10.15396/lares_2013_757-1073-1-rv.

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DeLorenzo, Gary, Frederick Kohun, Vladimir Burcik, Alzbeta Belanova y Robert Skovira. "A Data Driven Conceptual Analysis of Globalization — Cultural Affects and Hofstedian Organizational Frames: The Slovak Republic Example". En InSITE 2009: Informing Science + IT Education Conference. Informing Science Institute, 2009. http://dx.doi.org/10.28945/3343.

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Resumen
It has been argued that culture effects how individuals implement, understand, live, and do business within a defined political, organizational, and ethnic environment. This essay presents a context for analyzing possible cultural shifts based on Hofstede and Hofstede’s conception that a society’s culture constituted in and presented in individuals’ views and routines determines an identifiable cultural profile. In particular, Hofstede’s indices on Power Distance, Uncertainty Avoidance, Masculinity and Individuality are applied to two populations—one a United States university population and the other from a Slovak Republic university. The overall purpose is to determine if Hofstede’s orginal research findings are the same today in an era of the internet, globalization, and economic change.
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Placencia, Greg. "Psychological and Cultural Components Affecting Rail Worker Culture: A Literature Review". En 2015 Joint Rail Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2015. http://dx.doi.org/10.1115/jrc2015-5609.

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Resumen
Developing and maintaining a healthy work environment is an important consideration to the rail industry. Several theories have been advanced to examine, understand, and influence how workers function and interact within their working environments. These include motivational theories such as Taylor’s Theory of Scientific Management and Maslow’s Hierarchy of Needs, models of moral develop such as developed by Kohlberg and Gilligan, theories of personality types like Myers–Brigg and Keirsey, and the theory of cultural dimensions developed by Hofstede. Positive work environments can contribute to safe and efficient operations, while negative work environments almost inevitably degrade performance and increase the potential for injury and accidents. Therefore understanding and managing these elements properly can greatly contribute to better organizational outcomes. This paper will then examine the underlying role of human behavior as determined by these theories appear to have played in 5 incidents at Metro–North Railroad in 2013–2014.
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Informes sobre el tema "Bene culturale"

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Bennett, W. J. y Jr. An Intensive Cultural Resources Survey at Walnut Bend Levee, Lee County, Arkansas. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, septiembre de 1985. http://dx.doi.org/10.21236/ada262376.

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2

Larson, Thomas K. Results of an Intensive Cultural Resource Inventory in the Boyer Bend Area, Brule County, South Dakota. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, septiembre de 1995. http://dx.doi.org/10.21236/ada302369.

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3

McNeil, Jimmy D. A Cultural Resources Survey of the Old Town Bend Revetment, Phillips County, Arkansas, A Negative Finding Report. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, septiembre de 1985. http://dx.doi.org/10.21236/ada262648.

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4

Nieto Freire, Teresa y Cristina Sánchez-Carretero. Foro Patrimonio e Sociedade Guía práctica para a análise dun sector clave na gobernanza do futuro 2019-2021. Editado por Rebeca Blanco Rotea. Consello da Cultura Galega, julio de 2021. http://dx.doi.org/10.17075/fpsgp.2021.

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Resumen
Este documento resulta dun traballo iniciado pola Sección de Patrimonio e Bens Culturais do Consello da Cultura Galega (CCG) en outubro de 2018 e que tiña como obxectivo trazar as liñas xerais que guiarían o desenvolvemento dun foro baixo o título «Patrimonio e Sociedade». A intención era organizar este evento ao longo do ano 2020 e encamiñalo cara á reflexión e o establecemento dunhas directrices básicas arredor da xestión integral do patrimonio cultural na nosa comunidade autónoma. Finalmente, por causa do estado de alarma que vivimos no ano 2020, o foro adiouse 6 meses, prolongándose ata xuño de 2021 e rematando coa presentación deste documento. Nel plásmanse os motivos que levaron á súa realización, a estrutura, as temáticas, a calendarización e a súa metodoloxía. Inclúe tamén unha guía práctica resultante do traballo das mesas e outros materiais que se xeraron a partir das actividades desenvolvidas no transcurso do foro; en concreto, unha mesa política cos partidos que teñen representación no Parlamento de Galicia e unhas xornadas de presentación das conclusións.
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Hinks, Stephen, Paul V. Heinrich, Ralph Draughon, Smith Jr., Cohen Susan B. y Jennifer. Cultural Resource Survey of Carrollton Bend Revetment, Mississippi River M-105.7 to 101.7-L, Jefferson and Orleans Parishes, Louisiana. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, febrero de 1993. http://dx.doi.org/10.21236/ada263099.

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Kelly, Luke. Lessons Learned on Cultural Heritage Protection in Conflict and Protracted Crisis. Institute of Development Studies (IDS), abril de 2021. http://dx.doi.org/10.19088/k4d.2021.068.

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Resumen
This rapid review examines evidence on the lessons learned from initiatives aimed at embedding better understanding of cultural heritage protection within international monitoring, reporting and response efforts in conflict and protracted crisis. The report uses the terms cultural property and cultural heritage interchangeably. Since the signing of the Hague Treaty in 1954, there has bee a shift from 'cultural property' to 'cultural heritage'. Culture is seen less as 'property' and more in terms of 'ways of life'. However, in much of the literature and for the purposes of this review, cultural property and cultural heritage are used interchangeably. Tangible and intangible cultural heritage incorporates many things, from buildings of globally recognised aesthetic and historic value to places or practices important to a particular community or group. Heritage protection can be supported through a number of frameworks international humanitarian law, human rights law, and peacebuilding, in addition to being supported through networks of the cultural and heritage professions. The report briefly outlines some of the main international legal instruments and approaches involved in cultural heritage protection in section 2. Cultural heritage protection is carried out by national cultural heritage professionals, international bodies and non-governmental organisations (NGOs) as well as citizens. States and intergovernmental organisations may support cultural heritage protection, either bilaterally or by supporting international organisations. The armed forces may also include the protection of cultural heritage in some operations in line with their obligations under international law. In the third section, this report outlines broad lessons on the institutional capacity and politics underpinning cultural protection work (e.g. the strength of legal protections; institutional mandates; production and deployment of knowledge; networks of interested parties); the different approaches were taken; the efficacy of different approaches; and the interface between international and local approaches to heritage protection.
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McIntyre, Phillip, Susan Kerrigan y Marion McCutcheon. Australian Cultural and Creative Activity: A Population and Hotspot Analysis: Wollongong. Queensland University of Technology, 2020. http://dx.doi.org/10.5204/rep.eprints.206965.

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Resumen
Wollongong’s geographic proximity to the southern sprawl of Sydney, accessible transport and cultural diversity have been an attractor for many inward bound creative migrants, helping it diversify away from its industrial past. Wollongong City Council, understanding the importance of the creative industries, has been very proactive in ensuring that the heart of the city has been well and truly activated by sectors of these industries, while the University of Wollongong and its Innovation Campus have also proved a boon to both specialist and embedded creatives. Wollongong maintains a balance between traditional creatives and newer tech-oriented operatives, most with local, national and international suppliers and clients.
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Dodson, Giles. Advancing Local Marine Protection, Cross Cultural Collaboration and Dialogue in Northland. Unitec ePress, enero de 2015. http://dx.doi.org/10.34074/rsrp.12015.

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Resumen
This research report summarises findings and observations arising from the Advancing marine protection through cross-cultural dialogue project, which examines community-driven, collaborative marine protection campaigns currently being pursued in Northland. This project consists of a series of case studies undertaken between 2012–2014 and draws on data obtained from archival research, semistructured interviews with campaign participants, and published documents. The aims of these case studies have been to compare different approaches taken towards marine protection in Northland and to understand the composition of effective marine protection campaigns, within the context of collaborative approaches to environmental management and the communicative processes underpinning these engagements. The report provides a number of insights into how contemporary marine protection campaigns have been developed and the place of cross-cultural (Māori – non-Māori) collaboration and communication within these processes.
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Dodson, Giles. Advancing Local Marine Protection, Cross Cultural Collaboration and Dialogue in Northland. Unitec ePress, enero de 2015. http://dx.doi.org/10.34074/rsrp.12015.

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This research report summarises findings and observations arising from the Advancing marine protection through cross-cultural dialogue project, which examines community-driven, collaborative marine protection campaigns currently being pursued in Northland. This project consists of a series of case studies undertaken between 2012–2014 and draws on data obtained from archival research, semistructured interviews with campaign participants, and published documents. The aims of these case studies have been to compare different approaches taken towards marine protection in Northland and to understand the composition of effective marine protection campaigns, within the context of collaborative approaches to environmental management and the communicative processes underpinning these engagements. The report provides a number of insights into how contemporary marine protection campaigns have been developed and the place of cross-cultural (Māori – non-Māori) collaboration and communication within these processes.
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Dodson, Giles. Advancing Local Marine Protection, Cross Cultural Collaboration and Dialogue in Northland. Unitec ePress, enero de 2015. http://dx.doi.org/10.34074/rsrp.12015.

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This research report summarises findings and observations arising from the Advancing marine protection through cross-cultural dialogue project, which examines community-driven, collaborative marine protection campaigns currently being pursued in Northland. This project consists of a series of case studies undertaken between 2012–2014 and draws on data obtained from archival research, semistructured interviews with campaign participants, and published documents. The aims of these case studies have been to compare different approaches taken towards marine protection in Northland and to understand the composition of effective marine protection campaigns, within the context of collaborative approaches to environmental management and the communicative processes underpinning these engagements. The report provides a number of insights into how contemporary marine protection campaigns have been developed and the place of cross-cultural (Māori – non-Māori) collaboration and communication within these processes.
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