Literatura académica sobre el tema "Avvelenamento"

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Artículos de revistas sobre el tema "Avvelenamento"

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Dall’Olio, Giuliano y G. Dall’Olio. "Avvelenamento con olio essenziale di mandorle amare: case reports". La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio - Italian Journal of Laboratory Medicine 7, n.º 1 (marzo de 2011): 58–63. http://dx.doi.org/10.1007/s13631-011-0009-9.

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Mancini, Elena, Anna Laura Chiocchini, Raffaella Rizzo, Laura Patregnani y Antonio Santoro. "L'aferesi nelle Unità di Terapia Intensiva: la parola al Nefrologo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4_suppl (8 de febrero de 2013): S49—S56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1092.

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Resumen
I trattamenti aferetici sono oggi rappresentati da un'ampia gamma di trattamenti extracorporei che possono avere indicazione in diverse patologie, che vanno dalle malattie immunologiche alla sepsi e dall'insufficienza epatica alla patologia tossicologica. In larga parte affidati ai Servizi Trasfusionali, perché programmabili e da ripetere a cadenze definite, questi trattamenti devono, però, essere eseguiti anche dai Centri Nefrologici, che devono garantirne la fattibilità in urgenza/emergenza, in condizioni che, in alcuni casi, sono con prognosi quoad vitam e, pertanto, in area intensivologica. D'altra parte, i Nefrologi hanno tutto il know how che consente loro di poter eseguire trattamenti di aferesi anche direttamente in area critica, dove è più facile che possano essere ricoverati pazienti che, a seguito della patologia di base (intossicazione, avvelenamento, epatite acuta, ecc.), sono in condizioni estremamente critiche e richiedono assistenza intensivologica per il supporto alle funzioni vitali (polmonare, cardiaca, ecc.). La plasmaferesi urgente è definibile come un trattamento aferetico che deve essere iniziato il prima possibile e comunque non oltre le 24–36 ore dopo la diagnosi, quando la vita del paziente è in pericolo e non esistono valide alternative terapeutiche. Oggi le apparecchiature per il trattamento extracorporeo dell'insufficienza renale acuta sono utilizzabili anche per eseguire trattamenti di plasma exchange classici. La grande dimestichezza tecnologica e la preparazione culturale di medici nefrologi e infermieri assicurano che i trattamenti aferetici siano eseguiti con grande competenza. Oggi, inoltre, il progresso tecnologico ha portato alla disponibilità di strumentazioni complesse che consen-tono di non sostituire più il plasma del paziente, bensì di trattarlo con apposite resine: tali modalità sono oggi applicate soprattutto nel campo della sepsi e dell'insufficienza epatica e dovrebbero, pertanto, essere nel ba-gaglio formativo del personale nefrologico di supporto all'area critica.
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Villa, A., F. Baud, B. Megarbane, F. Lapostolle, R. Garnier y C. Bismuth. "Avvelenamenti acuti più frequenti". EMC - Urgenze 11, n.º 4 (enero de 2007): 1–30. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(07)70028-5.

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Guillot, P., B. Bedock, F. Poyet, P. Szymezak, O. Jinkine y E. Alassan. "Morsi, graffi e avvelenamenti". EMC - Urgenze 17, n.º 2 (junio de 2013): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(13)64587-1.

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Politi, Pierluigi, Cristina Montomoli y Cesare Fratti. "Mortalità di una coorte di pazienti ricoverati in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, n.º 3 (diciembre de 1993): 199–204. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007028.

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Resumen
RiassuntoScopo e Setting - Nel lavoro vengono presentati i risultati di uno studio di mortalità relativo ai pazienti ricoverati presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi è Cura di Pavia nel periodo 1.1.1986-31.12.1991. Principali misure utilizzate - La mortalita della coorte è stata stimata utilizzando il rapporto standardizzato di mortalità. Il numero di morti osservato per sesso, età e causa specifica è stato confrontato con il numero di morti attese utilizzando come popolazione di riferimento quella dello stesso bacino di utenza del Servizio (USSL di Pavia), specifica per sesso ed eta. Risultati - La mortalità della coorte in studio e risultata circa tre volte quella della popolazione generale. L'eccesso di mortalita si verifica sia per quanto riguarda le cause di morte naturale, sia per quelle di morte violenta. In particolare, si verifica un eccesso di mortalità in entrambi i sessi per quanto riguarda le cause legate alle malattie del sistema circolatorio, ai disturbi psichici e ai traumatismi ed avvelenamenti.
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Tesis sobre el tema "Avvelenamento"

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Senzolo, Mara <1982&gt. "Valutazione di marker diagnostici, epidemiologia e nuove prospettive terapeutiche nell' avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti nel cane". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6677/1/senzolo_mara_tesi.pdf.

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Resumen
In Medicina Veterinaria l'avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti è conosciuto e studiato ormai da anni, essendo una delle intossicazioni più comunemente riscontrate nelle specie non target. In letteratura si rinvengono numerose pubblicazioni ma alcuni aspetti sono rimasti ancora inesplorati.Questo studio si propone di valutare il processo infiammatorio, mediante le proteine di fase acuta (APPs), in corso di fenomeni emorragici, prendendo come modello reale un gruppo di soggetti accidentalmente avvelenati da rodenticidi anticoagulanti. I 102 soggetti avvelenati presentano un valore più elevato di proteina C reattiva (CRP)con una mediana di 4.77 mg/dl statisticamente significativo rispetto alla mediana delle due popolazioni di controllo di pari entità numerica create con cross match di sesso, razza ed età; rispettivamente 0.02 mg/dl dei soggetti sani e 0.37 mg/dl dei soggetti malati di altre patologie. Inoltre all'interno del gruppo dei soggetti avvelenati un valore di CRP elevato all'ammissione può predisporre al decesso. La proteina C reattiva assume quindi un ruolo diagnostico e prognostico in questo avvelenamento. Un'altra finalità, di non inferiore importanza, è quella di definire una linea guida terapeutica con l'ausilio di biomarker coagulativi e di valutare la sicurezza della vitamina K per via endovenosa: in 73 cani, non in terapia con vitamina k, intossicati da rodenticidi anticoagulanti, i tempi della coagulazione (PT ed aPTT) ritornano nel range di normalità dopo 4 ore dalla prima somministrazione di 5 mg/kg di vitamina k per via endovenosa e nessun soggetto durante e dopo il trattamento ha manifestato reazioni anafilattiche, nessuno dei pazienti ha necessitato trasfusione ematica e tutti sono sopravvissuti. Infine si è valutata l'epidemiologia dell'ingestione dei prodotti rodenticidi nella specie oggetto di studio e la determinazione dei principi attivi mediante cromatografia liquida abbinata a spettrofotometria di massa (UPLC-MS/MS).
Anticoagulant rodenticides (AR) are the most commonly used pesticides. They inhibit vitamin K epoxide reductase stopping vitamin K recycling. This will cause depletion of active coagulation factors II-VII-IX-X potentially leading to spontaneous bleeding. The first aim of this study is to measure acute phase proteins in 102 naturally affected dogs by AR intoxication, included in group 0. Two control populations of 102 randomly healthy (group 1) and sick (group 2) dogs were created and matched to group 0 for age, sex (including neutered status), and breed. In particular C-reactive protein (CRP) concentration was significantly (p<0.001) higher in group 0 (median 4.77 mg/dl) versus group 1 (median 0.02 mg/dl) and group 2(median, 0.37 mg/dl). The inflammatory process associated with hemorrhage is probably responsible for the higher CRP concentration. In group 0,CRP concentration was higher in non survivors vs survivors (p=0.04). CRP may be a useful diagnostic and prognostic marker in dogs with AR intoxication. The second aim of this study is to evaluate time to normalisation of activated partial thromboplastin time (aPPT) and prothrombin time (PT) after 5 mg/kg intravenously(IV) vitamin K treatment in 73 dogs with naturally AR intoxication. Four hours and 8 hours post-vitamin K administration (T4 and T8) a coagulation profile was repeated. There was a significant decrease in aPTT and PT between T0 and T4 (p<0.0001). All 73 dogs survived to discharge, none received blood transfusion or had an adverse reaction to IV vitamin k, and by T4 no dogs showed clinical signs of ongoing of external bleeding. This protocol with IV vitamin K administration seems to be safe and effective in treatment of dogs with naturally occurring AR intoxication. Epidemiology of AR intoxication in dogs and determination of responsible compounds by liquid chromatography tandem mass spectrometry has been also evaluated.
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Senzolo, Mara <1982&gt. "Valutazione di marker diagnostici, epidemiologia e nuove prospettive terapeutiche nell' avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti nel cane". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6677/.

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Resumen
In Medicina Veterinaria l'avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti è conosciuto e studiato ormai da anni, essendo una delle intossicazioni più comunemente riscontrate nelle specie non target. In letteratura si rinvengono numerose pubblicazioni ma alcuni aspetti sono rimasti ancora inesplorati.Questo studio si propone di valutare il processo infiammatorio, mediante le proteine di fase acuta (APPs), in corso di fenomeni emorragici, prendendo come modello reale un gruppo di soggetti accidentalmente avvelenati da rodenticidi anticoagulanti. I 102 soggetti avvelenati presentano un valore più elevato di proteina C reattiva (CRP)con una mediana di 4.77 mg/dl statisticamente significativo rispetto alla mediana delle due popolazioni di controllo di pari entità numerica create con cross match di sesso, razza ed età; rispettivamente 0.02 mg/dl dei soggetti sani e 0.37 mg/dl dei soggetti malati di altre patologie. Inoltre all'interno del gruppo dei soggetti avvelenati un valore di CRP elevato all'ammissione può predisporre al decesso. La proteina C reattiva assume quindi un ruolo diagnostico e prognostico in questo avvelenamento. Un'altra finalità, di non inferiore importanza, è quella di definire una linea guida terapeutica con l'ausilio di biomarker coagulativi e di valutare la sicurezza della vitamina K per via endovenosa: in 73 cani, non in terapia con vitamina k, intossicati da rodenticidi anticoagulanti, i tempi della coagulazione (PT ed aPTT) ritornano nel range di normalità dopo 4 ore dalla prima somministrazione di 5 mg/kg di vitamina k per via endovenosa e nessun soggetto durante e dopo il trattamento ha manifestato reazioni anafilattiche, nessuno dei pazienti ha necessitato trasfusione ematica e tutti sono sopravvissuti. Infine si è valutata l'epidemiologia dell'ingestione dei prodotti rodenticidi nella specie oggetto di studio e la determinazione dei principi attivi mediante cromatografia liquida abbinata a spettrofotometria di massa (UPLC-MS/MS).
Anticoagulant rodenticides (AR) are the most commonly used pesticides. They inhibit vitamin K epoxide reductase stopping vitamin K recycling. This will cause depletion of active coagulation factors II-VII-IX-X potentially leading to spontaneous bleeding. The first aim of this study is to measure acute phase proteins in 102 naturally affected dogs by AR intoxication, included in group 0. Two control populations of 102 randomly healthy (group 1) and sick (group 2) dogs were created and matched to group 0 for age, sex (including neutered status), and breed. In particular C-reactive protein (CRP) concentration was significantly (p<0.001) higher in group 0 (median 4.77 mg/dl) versus group 1 (median 0.02 mg/dl) and group 2(median, 0.37 mg/dl). The inflammatory process associated with hemorrhage is probably responsible for the higher CRP concentration. In group 0,CRP concentration was higher in non survivors vs survivors (p=0.04). CRP may be a useful diagnostic and prognostic marker in dogs with AR intoxication. The second aim of this study is to evaluate time to normalisation of activated partial thromboplastin time (aPPT) and prothrombin time (PT) after 5 mg/kg intravenously(IV) vitamin K treatment in 73 dogs with naturally AR intoxication. Four hours and 8 hours post-vitamin K administration (T4 and T8) a coagulation profile was repeated. There was a significant decrease in aPTT and PT between T0 and T4 (p<0.0001). All 73 dogs survived to discharge, none received blood transfusion or had an adverse reaction to IV vitamin k, and by T4 no dogs showed clinical signs of ongoing of external bleeding. This protocol with IV vitamin K administration seems to be safe and effective in treatment of dogs with naturally occurring AR intoxication. Epidemiology of AR intoxication in dogs and determination of responsible compounds by liquid chromatography tandem mass spectrometry has been also evaluated.
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BUYCK, MARGAUX ALICE MARTHE. "L'avvelenamento criminale a Bologna tra epoca medievale e moderna (secc. XIV-XVII)". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/950504.

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Resumen
Lasciato per tanto tempo nell’ombra storiografica, l’avvelenamento è stato oggetto di un rinnovato interesse da parte degli storici in questi ultimi anni. In linea con queste recente ricerche, questa tesi di dottorato propone una riflessione attorno alla tematica dell’avvelenamento criminale a Bologne tra il Trecento e il Seicento. Come spiegano alcuni ricercatori che si sono interessati a questo delitto, l’uso criminoso delle sostanze tossiche sfugge in realtà alle scansioni tradizionali della storia, giustificando il posizionarsi della ricerca a cavallo tra due periodi. Ma fino ad ora, nessuno studio aveva ancora raggruppato nella stessa ricerca il Medioevo e l’epoca moderna : periodi storici spesso presentati come antagonisti. Eppure la scelta di studiare il fenomeno criminale in un periodo ampio di quattro secoli permette di analizzare accuratamente le evoluzioni e soprattutto le permanenze dell’avvelenamento criminale, delle sue modalità e delle reazioni de la società di fronte ad esso. Gli archivi bolognesi offrono un terreno di ricerca nuovo, con una grande ricchezza di fonti inedite e un corpus di circa 180 casi di avvelenamento. Bologna infatti, con la sua prestigiosa Università, è un carrefour per la storia del diritto e della medicina, ma anche per ciò che riguarda lo studio della società urbana e dei rapporti tra città e contado. Questa ricchezza documentaria permette un approccio pluralistico della tematica, offrendo una riflessione che si pone all’intersezione tra storia giudiziaria e criminale, storia della medicina e storia sociale. Questo approccio pluralistico offre un ampio ventaglio di nuove testimonianze sull’avvelenamento, permettendo di capire meglio questa tipologia di crimine e di confrontare la visione della dottrina, delle rappresentazioni culturali e mentali dell’avvelenamento con la realtà dei fatti.
Long left in the shadow of History, poisoning is subject of a renewed interest by historians for the last few years. Following theirs latest researches, this thesis offers a study of poison crimes in Bologna between the XIV and XVII centuries. While many researchers stand for the idea of poison crime as an historical "trans-period" object, no study has yet explicitly faced the middle-age and the modern era often presented as antagonist. But the analysis over nearly four centuries of this criminal phenomenon is insightful on the evolution and especially the persistence of criminal poisoning, its ways and means, and the society reactions to it. The Bolognese archives proved to be a relatively dense research field, providing a corpus of nearly 180 cases, of which a large number of unprecedented/unknown judicial sources. Bologna thus constitutes a true crossroads of legal and medical History, due to its prestigious university, but also on study of urban society. This documentary wealth leads a questioning at the interface of History of crime and justice, History of medicine and social History. This multifaceted approach of the topic is an opportunity to expand the range of testimonies on poisoning and confronts, by turns, doctrine, cultural and mental perception of poisoning and the effectiveness of the crime, and practical consequences.
Longtemps laissé dans l’ombre historiographique, l’empoisonnement fait l’objet ces dernières années d’un intérêt renouvelé de la part des historiens. Dans le sillon de ces ultimes recherches, cette thèse propose une étude sur les crimes de poison à Bologne entre le XIVe et le XVIIe siècle. Si de nombreux chercheurs défendent l’idée que l’empoisonnement est un objet historique « transpériode », aucune étude n’a encore confronté explicitement le Moyen Age à l’époque moderne souvent présentés comme antagonistes. Or, l’analyse du phénomène criminel sur près de quatre siècles permet de mieux appréhender les évolutions et surtout les permanences de l’empoisonnement criminel, de ses modalités et des réactions de la société face à celui-ci. Les archives bolonaises se sont avérées être un terrain de recherches relativement dense, fournissant un corpus de près de 180 affaires dont un nombre important de sources judiciaires inédites. Bologne constitue à ce titre un véritable carrefour pour l’histoire du droit, de la médecine, du fait de son université prestigieuse, mais aussi en ce qui concerne l’étude de la société urbaine. Cette richesse documentaire permet d’envisager une réflexion à l’intersection de l’histoire de la criminalité et de la justice, de l’histoire de la médecine et de l’histoire sociale. Cette approche plurielle de la thématique donne l’opportunité d’élargir l’éventail des témoignages sur l’empoisonnement en confrontant tour à tour doctrines, représentations culturelles et mentales de l’empoisonnement et effectivité du crime et de ses conséquences dans les actes de la pratique.
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Libros sobre el tema "Avvelenamento"

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Candela, Roberto Gagliano. Tossicologia forense: In schemi, tabelle e testo : in allegato : doping, principali avvelenamenti, gas tossici, stupefacenti ... Milano: Giuffrè, 2001.

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Convegno Internazionale di Micotossicologia (4th 2007 Trento). 4° Convegno Internazionale di Micotossicologia: Avvelenamenti o danni igienico-sanitari provocati da funghi superiori : aggiornamenti sulla sintomatologia e confronto di esperienze … Trento: Associazione micologica Bresadola, Centro studi micologici, 2009.

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Capítulos de libros sobre el tema "Avvelenamento"

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Porrini, Claudio y Piotr Medrzycki. "Avvelenamenti da pesticidi". En Patologia e avversità dell’alveare, 293–323. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5650-3_11.

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