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Antoncecchi, Valeria, Ugo Oliviero, Ketty Savino, Angelo Aloisio, Laura Casalino, Giuseppe D’Ascenzo, Adele Lillo, Giosuè Santoro y Giovanni Battista Zito. "Registro A.R.C.A. sul danno cardiovascolare in fase post-acuta dei pazienti affetti da COVID". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 186–91. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-5.

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Fra le manifestazioni cliniche del COVID, il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare è ad oggi un’evidenza accertata. Sono stati descritti sintomi cardiologici anche ben oltre la fase acuta e la dimissione ospedaliera, con quadri clinici variabili che possono perdurare per mesi. Al fine di valutare la frequenza e il tipo di danno cardiovascolare in pazienti con pregresso COVID-19, anche asintomatico e paucisintomatico, A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali), ha progettato e diffuso tra i suoi associati un registro ad hoc. Nel presente articolo è discusso il razionale ed illustrato il progetto dello studio.
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D'Aprile, P., F. Macina, M. Palma, G. Tripoli y A. Carella. "Studio Angio-RM della arteria trigeminale persistente". Rivista di Neuroradiologia 7, n.º 6 (diciembre de 1994): 929–34. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700612.

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Resumen
Tra le connessioni carotido-basilari embrionarie persistenti la arteria trigeminale (atp) è quella di più frequente riscontro, con una frequenza variabile, all'angiografia tradizionale, compresa tra lo 0,1 e lo 0,6%. Nella massima parte dei casi si tratta di un reperto accidentale evidenziato in soggetti esaminati per altre patologie. Sono ancora sporadiche, in letteratura, le segnalazioni di atp evidenziate nel corso di esami RM ed Angio-RM. Il significato clinico patologico della anomalia è alquanto controverso e, se nella massima parte dei casi si tratta di un reperto asintomatico, la presenza di situazioni patologiche ad essa associate è stata invocata, di volta in volta, per giustificare lesioni ischemiche (da «furto») o emorragiche (da rottura di aneurismi a carico del vaso anomalo) o situazioni irritative (per il moto di pulsazione trasmesso alle strutture nervose viciniori). L'avvento della RM e dell'Angio-RM ha permesso di ottenere mappe vascolari cerebrali comparabili a quelle angiografiche tradizionali, consentendo un rapido, semplice ed accurato rilievo di atp.
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Lattanzi, Fabio y Iannelli, Antonella. "Il controllo con test provocativi dopo rivascolarizzazione miocardica nel paziente asintomatico: tra linee guida e prassi clinica". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 1 (2016): 21–30. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-arca16-1_3.

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Puglioli, M., R. Padolecchia, P. L. Collavoli, G. Parenti, G. Orlandi y C. Paoli. "Angioplastica carotidea". Rivista di Neuroradiologia 11, n.º 4 (agosto de 1998): 431–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100402.

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Resumen
L'endoarteriectomia, come confermano i risultati degli studi multicentrici NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial), ECST (European Carotid Surgery Trial) ed ACAS (Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study), rappresenta il trattamento di elezione delle stenosi aterosclerotiche interessanti il distretto extracranico dell'arteria carotide, sia nei pazienti sintomatici (stenosi > 70%) che asintomatici (stenosi > 60%). L'intervento chirurgico è gravato da un rischio cumulativo di morbilità-mortalità (stroke/morte) che il NASCET, l'ECST e l'ACAS segnalano, rispettivamente, nel 5,8%, 7,5% e 2,3%, insieme ad altre possibili complicanze: infarto miocardico (0,9%), paralisi di nervi cranici (7,6%), ematoma del collo (5,5%), infezioni (3,4%). Qualora, per ragioni cliniche od anatomiche, il rischio chirurgico sia troppo elevato, come nei pazienti cardiopatici, diabetici, con insufficienza polmonare o renale, con restenosi, con stenosi post-attiniche o fibrodisplastiche, con stenosi carotidee prossimali o distali, con lesioni «tandem», l'angioplastica transluminale percutanea (PTA) e/o lo Stenting carotideo possono rappresentare una valida alternativa terapeutica all'endoarteriectomia. In questo articolo presentiamo la nostra casistica relativa a 41 procedure (36 PTA; 5 Stenting), eseguite su 33 pazienti negli ultimi due anni. I trattamenti sono stati rivolti a 28 arterie carotidi interne, 4 arterie carotidi esterne, 2 arterie carotidi comuni, 2 tronchi anonimi; gli stents sono stati rilasciati in 4 arterie carotidi interne e in 1 arteria carotide comune. Le procedure regolarmente portate a termine sono state 37 (32 PTA; 5 Stents), con un ottimo risultato anatomico in 36 casi. Nei controlli a 6 mesi abbiamo riscontrato una ristenosi (< 60%), asintomatica. In questo articolo illustriamo il nostro protocollo, gli insuccessi tecnici, i risultati e le complicanze.
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Simonazzi, T., M. Manfredi, M. Meleti, E. Merigo, R. Guidotti, A. Sarraj, G. Mergoni, C. Fornaini, M. Bonanini y P. Vescovi. "Lesione radiotrasparente uniloculare asintomatica mandibolare". Dental Cadmos 80, n.º 9 (noviembre de 2012): 487–88. http://dx.doi.org/10.1016/j.cadmos.2012.07.002.

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Scaletta, Jennifer, Chiara Morelli, Eleonora Salerno, Roberto Bazzacchi, Roberto Franchini y Niccolo Lombardi. "Neoformazione palatale asintomatica a lenta crescita". Dental Cadmos 90, n.º 09 (octubre de 2022): 657. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.09.2022.03.

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Fornarola, V., F. Montanari, G. Suprani, C. Dal Pozzo y S. Voce. "Un Caso Di Litiasi Vescicale Gigante Asintomatica". Urologia Journal 58, n.º 1 (febrero de 1991): 112–17. http://dx.doi.org/10.1177/039156039105800126.

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Borelli, Elena, Maria Luisa Casciana, Claudia Salemi, Silvia Sordelli y Silvia Fasoli. "IperCKemia asintomatica: la malattia di Pompe late-onset". Medico e Bambino pagine elettroniche 24, n.º 4 (30 de abril de 2021): 105–8. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxiv105.

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Resumen
The paper reports the case of a 7-year-old boy who presented with elevated alanine and aspartate transaminases. Further investigations demonstrated elevated creatine kinase (CK), so an underlying metabolic disorder was investigated even in absence of clinical manifestations. Dried blood spot (DBS) screening test for acid α-glucosidase (AAG) enzyme activity was below normal levels and molecular genetic testing for AAG gene demonstrated pathogenic mutations. The diagnosis of late-onset Pompe disease (LOPD) was finally confirmed. Thanks to the early diagnosis, the child would be under close surveillance and would timely commence enzyme replacement therapy (ERT), improving the prognosis of the disease.<br> The diagnostic delay in patients with LOPD is still common, namely between about 5 and 30 years. Clinicians need a high index of suspicion to recognize this condition as it is a rare disease and the heterogeneous clinical presentation can mimic the presentation of other neuromuscular disorders.<br> Diagnostic laboratory tests are quite fast and reliable to detect the enzymatic deficiency and enzyme replacement therapy (ERT) is available and improves long-term outcomes. Thus, it is of absolute importance that clinicians should consider the possibility of LOPD in patients who present with asymptomatic hyperCKemia.
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Mehmetaj, A., L. Caroti, P. Dattolo, G. Ferro y S. Michelassi. "La novella del buon pastore: continuare a raccontarla per non rischiare di dimenticarla". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, n.º 4 (31 de enero de 2018): 20–24. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1239.

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Resumen
Viene descritta una paziente affetta da insufficienza renale rapidamente progressiva. Il caso appare interessante soprattutto perché mette in evidenza come una condizione patologica potenzialmente letale possa manifestarsi nel paziente per lungo tempo in forma oligo-asintomatica, e quindi più facilmente aggredibile se riconosciuta precocemente, prima di manifestarsi in tutta la sua esplosività.
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Prati, P., D. Vanuzzo, M. Casaroli, R. Della Vedova, L. Prelli y A. Di Chiara. "Prevalenza di lesioni carotidee asintomatiche nella popolazione". Rivista di Neuroradiologia 3, n.º 3 (octubre de 1990): 299–305. http://dx.doi.org/10.1177/197140099000300306.

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Paredes-Muñoz, Martín Abel, Héctor Alberto Montoya-Rojas, Francis Robert Pino-Zavaleta, Víctor Manuel Ponce-Mendoza, Jhunior Darwin Heber Reyes-Chávez y Luis Arturo Camacho-Saavedra. "Rotura del seno de Valsalva: Reporte de caso". Revista Medica Herediana 31, n.º 2 (31 de julio de 2020): 116–18. http://dx.doi.org/10.20453/rmh.v31i2.3773.

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Resumen
El aneurisma del seno de Valsalva es una entidad poco frecuente, con una incidencia de 0,09 a 0,15%, en algunos casos los pacientes se presentan asintomaticos siempre que el aneurisma se encuentre integro. Si se perfora, se manifiesta como un cuadro de insuficiencia cardiaca rapidamente progresiva. Comunicamos el caso de una paciente de 27 afios sin comorbilidades, con rotura del aneurisma del seno de Valsalva y se realiza una revision bibliografica del tema.
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Alberti, C., D. Potenzoni, P. Cartellini y M. Ziveri. "Identificazione Diagnostica Di Piccoli Processi Espansivi Renali Asintomatici, Rilevati Incidentalmente". Urologia Journal 55, n.º 4 (agosto de 1988): 427–41. http://dx.doi.org/10.1177/039156038805500412.

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Duca, S. y L. Fabiani. "Siringomielia famigliare". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 2 (abril de 2002): 227–32. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500207.

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Resumen
La siringomielia, è una patologia del midollo spinale costituita da cavitazioni centro-midollari a sede cervicale, dorsale, lombare e talora bulbare. La cavità può prender origine direttamente dal canale ependimale (idromielia) oppure generare dalle adiacenze del canale ependimale (siringomielia propriamente detta). Eziopatogeneticamente si distinguono forme secondarie (relative a processi espansivi, sequele sclerofibrotiche di processi infettivo-infiammatori, esiti di traumi) e forme idiopatiche di verosimile natura disembriogenetica. Dalla letteratura internazionale i casi famigliari di siringomielia sono stimabili in circa il 2% circa della totalità dei casi. È stata studiata una famiglia composta da dieci membri (padre, madre ed otto fratelli) nella quale sono stati evidenziati clinicamente e strumentalmente tre casi di siringomielia a sede dorsale. In tutti e tre i casi, la siringomielia non era associata ad altre patologie malformative. I tre soggetti affetti da siringomielia, tutti maschi, presentavano una sintomatologia deficitaria sensitiva e motoria a carico degli arti inferiori e sono stati valutati clinicamente ed a mezzo di RM mirata all'encefalo ed al midollo nella sua totalità. Il caso sindromico più grave, è stato sottoposto ripetutamente ad interventi neurochirurgici di marsupializzazione della cavità siringomielica. Lo screening neuroradiologico, è stato, poi, esteso ad altri tre fratelli componenti la famiglia oggetto di studio: una femmina, affetta da lieve sintomatologia disestesica agli arti inferiori e due maschi, entrambi asintomatici, risultati tutti negativi all'indagine RM. Due fratelli, soggettivamente asintomatici, infine, hanno rifiutato ogni indagine clinica e neuroradiologica. Dal punto di vista epidemiologico è importante rimarcare come sia possibile un'implicazione di fattori genetici e geografici nel determinismo delle forme non sporadiche di siringomielia.
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Inno, Alessandro. "Terapia radiante: quando e perché interessa il cardiologo". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 191–94. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-9.

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La radioterapia toracica può determinare un ampio spettro di complicanze cardiovascolari a lungo termine (versamento pericardico, pericardite costrittiva con compromissione emodinamica, disfunzione diastolica progressiva, cardiomiopatia restrittiva con scompenso cardiaco, valvulopatie, coronaropatia, ipertensione polmonare, anomalie del sistema di conduzione e disfunzione autonomica). Malattie cardiovascolare pre-esistenti e fattori di rischio cardiovascolari possono aumentare il rischio di cardiotossicità da radioterapia. Il cardiologo dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nel follow-up a lungo termine allo scopo di correggere i fattori di rischio cardiovascolari, ottimizzare la terapia cardiologica nei pazienti con cardiopatia nota, eseguire indagini di screening nei pazienti asintomatici, avviare l’appropria
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Bartolo, M., A. Armentano y G. Santoro. "Malformazione dell'orecchio interno in corso di Sindrome di Apert (Acrocefalosindattilia)". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 4 (noviembre de 1993): 489–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600412.

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In corso di Sindrome di Apert o Acrocefalosindattilia è possibile rilevare anomalie a carico dell'orecchio interno. Quando esse interessano il vestibolo o i canali semicircolari, sono asintomatiche. Gli autori, dopo un breve cenno sulla Acrocefalosindattilia e sulle più frequenti anomalie dell'orecchio interno, riportano un caso di Sindrome di Apert con associata malformazione bilaterale del vestibolo e del canale semicircolare laterale, studiato con TC ad alta risoluzione.
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Di Raimondo, F., G. A. Palumbo, P. Fiumara, G. Amato, D. Buglio y R. Giustolisi. "Emangioma, plasmocitoma e mieloma multiplo del rachide". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 4 (agosto de 2002): 445–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500414.

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Nel mieloma multiplo (MM) le lesioni osteolitiche interessano prevalentemente lo scheletro assiale e la colonna vertebrale è la sede più frequente. Tipicamente la lesione erode l'osso spugnoso lasciando relativamente intatta la corticale. Alle immagini RM sono stati descritti tre pattern che in ordine decrescente sono: focale, diffuso e variegato. La patogenesi delle lesioni osteolitiche è legata ad una azione locale delle plasmacellule e delle cellule midollari non neoplastiche, le quali producono una vasta gamma di citochine che in ultima analisi stimolano gli osteoclasti. Recenti ricerche hanno dimostrato che il rapporto RANKL/OPG è critico per l'attivazione osteoclastica mentre un altro importante fattore osteoclastogenico, il MIP-1α, sembra agire attraverso una via differente. La modalità migliore per valutare le lesioni osteolitiche rimane la semplice radiografia, anche se la RM ha mostrato una maggiore sensibilità e viene usualmente impiegata nei pazienti asintomatici per predire la possibilità di fratture o di progressione di malattia. Sul piano terapeutico, la chirurgia classica non riveste un ruolo importante, mentre la nuova metodica della vertebroplastica si sta facendo strada in tutte le istituzioni. La radioterapia è confinata ad alcuni casi particolari. Il presidio medico più impiegato è costituito dai bisfosfonati, sopratutto quelli di ultima generazione che hanno dato un contributo significativo alla terapia di supporto ed hanno sicuramente migliorato la qualità di vita di questi pazienti. Esistono inoltre rari tumori costituiti da vasi sanguigni aberranti che vanno sotto il nome di emangiomi o emangioteliomi. Sono per la maggior parte benigni, ma se ne conoscono anche di diversi gradi di malignità con tendenza a recidivare. Spesso sono asintomatici e costituiscono un reperto occasionale. Presentano un aspetto radiologico abbastanza tipico. Sono sensibili alla radioterapia e possono anch'essi giovarsi della vertebroplastica.
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Rabbia, F., C. Paglieri, C. Pugni, M. L. Genesia, J. Zhong, G. Leotta, G. Papotti, P. Mulatero, P. Cerrato y F. Veglio. "Status of 24H Ambulatory Blood Pressure and Cognitive Function in Asintomatic Essential Hypertensives". High Blood Pressure & Cardiovascular Prevention 12, n.º 3 (2005): 151. http://dx.doi.org/10.2165/00151642-200512030-00012.

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Viazzi, Francesca, Giovanna Leoncini y Roberto Pontremoli. "Acido urico, spettatore o artefice dell'aumentato rischio cardiovascolare e renale?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 1 (19 de marzo de 2013): 20–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.997.

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Numerosi studi epidemiologici sottolineano una relazione tra livelli di acido urico e condizioni cliniche quali ipertensione, insulinoresistenza e malattia renale e cardiovascolare. Infatti, con la rapida diffusione di tali condizioni, si è assistito al progressivo aumento dei valori medi di acido urico nella popolazione generale (da 3.5 mg/dL negli anni ‘20 a 6.5 mg/dL negli anni ‘70). In questa revisione cercheremo di approfondire se l'acido urico possa essere considerato un promotore attivo del danno aterosclerotico o solo un marcatore indipendente di un aumentato rischio di malattia. Nonostante non vi sia ancora un'indicazione basata sulle evidenze al trattamento farmacologico dell'iperuricemia asintomatica, recenti studi suggeriscono una relazione diretta tra le variazioni di AU indotte dalla terapia e l'incidenza di eventi cardio-renali.
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Rayon, Oscar. "Manejo de la hipoglucemia asintomatica en neonatos a termino sanos por enfermeras y matronas". Enfermería Clínica 19, n.º 6 (noviembre de 2009): 358–60. http://dx.doi.org/10.1016/j.enfcli.2009.08.004.

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Russo, Benedetta y Elisabetta Pizzi. "Il caso clinico di Giulia. Il lockdown da COVID-19 come evento scatenante di episodi di alimentazione incontrollata". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2021): 115–27. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003007.

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Le autrici presentano il caso clinico di una paziente di 19 anni con un funzionamento perfezionistico, apparentemente asintomatica prima del primo lockdown dovuto alla pandemia da COVID-19. L'isolamento sociale e l'interruzione delle attività quotidiane caratteristici del lockdown inducono nella paziente sintomi depressivi e ansiosi che esitano in un incremento dell'alimentazione e del peso corporeo, percepiti come disturbanti dalla paziente. L'isolamento sembra costituire il primo evento scatenante (trigger) di stati mentali problematici gestiti con una strategia disfunzionale (l'alimentazione incontrollata), le cui conseguenze (l'incremento del peso corporeo) slatentizzano il sottostante senso di inadeguatezza e di vulnerabilità personale della paziente. Terapeuta e paziente intraprendono una psicoterapia cognitivo-comportamentale ad indirizzo metacognitivo-interpersonale, integrata con altri modelli terapeutici specifici per la regolazione emotiva (terapia dialettico-comportamentale) e la cura dei traumi (EMDR e terapia sensomotoria).
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Comelli, L. y A. Rinaldi. "Angioma Cavernoso Cerebrale". Rivista di Neuroradiologia 7, n.º 4 (agosto de 1994): 659–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700414.

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Gli angiomi cavernosi sono malformazioni vascolari che possono colpire il SNG. La loro sintomatologia di esordio consiste in crisi convulsive, cefalea, deficit neurologici focali o emorragia. In letteratura sono stati descritti vari casi familiari e, mediante il loro studio si è potuto affermare che la trasmissione è di tipo genetico, autosomico dominante. Rispetto ai casi sporadici, nelle forme familiari sono inoltre risultate più frequenti le lesioni vascolari multifocali a sede sia intra che extracerebrale. Le informazioni sulla storia naturale dell'angioma cavernoso sono state raccolte solo in questi ultimi anni, grazie all'introduzione della RM, esame che consente la sicura identificazione e la diagnosi della lesione. Il nostro studio riguarda una famiglia (madre e due figli) portatrice di angioma cavernoso cerebrale. Tutti e tre i pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico e la diagnosi è stata confermata istologicamente. Considerando la sempre maggior frequenza di casi familiari è auspicabile uno studio, nei casi di angioma cavernoso sporadico, anche sui familiari asintomatici, per una eventuale corretta pianificazione terapeutica e genetica.
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Ferrari, G., G. Giovannini, F. Tavani y A. Bacci. "Confronto tra le tecniche Angio-RM nello studio dei vasi intracranici". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2 (abril de 1997): 235–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000211.

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L'angiografia con RM ha raggiunto con una rapida evoluzione, una posizione di rilevanza nello studio dei distretti vascolari del collo ed intracranici, in pazienti asintomatici, nel sospetto di stenosi, di aneurismi e MAV. Scopo di questo lavoro intende essere l'approfondimento dei fattori che caratterizzano le varie tecniche d'esame e il confronto tra queste ultime a fronte di patologie vascolari di vario tipo. L'analisi dei fattori peculiari delle sequenze usate negli studi ARM ed in particolare delle più recenti evoluzioni, come le tecniche MOTSA o PC, permettono all'operatore di comprendere quali differenze si possano in definitiva presentare sulle immagini e quindi selezionare la sequenza più adatta alla tipologia d'esame. Dal confronto delle diverse sequenze utilizzabili nel distretto vascolare intra ed extra cranico, possiamo affermare, come riportato da numerosi autori in letteratura, che l'indagine RM impostata secondo parametri scelti con cognizione di causa, può inserirsi in protocolli diagnostici non solo con un ruolo complementare, ma anche come indagine di prima istanza.
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Colussi, Laura, Marco Sutera, Francesco Rispoli, Egidio Barbi, marco Bobbo, Thomas caiffa, Biancamaria D'Agata Mottolese et al. "Funzione cardiopolmonare in bambini con pregressa infezione da Covid-19 lieve o asintomatica e ritorno all’attività sportiva". Medico e Bambino pagine elettroniche 24, n.º 8 (31 de octubre de 2021): 226. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxiv226.

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Resumen
Aim - To evaluate the cardiopulmonary function in children returning to play sports after mild or asymptomatic SARS-CoV-2 infection. - Methods - This is a consecutive case series conducted at the Institute for Maternal and Child Health, Trieste, Italy. Paediatric patients who accessed the Institute for cardiologic and pneumological evaluation before the return to play competitive sports were recruited. According to the Italian Sports Medical Federation recommendations, echocardiogram, electrocardiogram, treadmill ECG test and pulmonary function tests were performed. - Results - 240 patients (aged 8-17 years old) were recruited. Among these, 233 children were considered for the final analysis. Out of 233, 147 (63.1%) had a mild symptomatic form of SARS-CoV-2 infection, while 86 (36.9%) were asymptomatic. The main referred symptoms were fever (n = 68, 46.3%), headache (n = 42, 28.6%), anosmia (n = 40, 27.2%), rhinitis (n = 34, 23.1%), ageusia (n = 32, 21.8%), cough (n = 22, 15%), asthenia (n = 21, 14.3%), arthralgia-myalgia (n = 20, 13.6%), sore throat (n = 14, 9.5%) and gastrointestinal symptoms (n = 9, 6.1%). No child presented evidence of cardiopulmonary function impairment after an average time of 76.1 days (SD 39.2) from SARS-CoV-2 swab positivity and a median of 68 days (IQ1 49, IQ3 98). - Conclusion - This study suggests that the diagnostic yield of cardiopulmonary tests before returning to play sports may be very low in the absence of specific symptoms.
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Carerj, Scipione, Maria Penco, Salvatore La Carrubba, Alessandro Salustri, Andrea Erlicher y Antonio Pezzano. "The DAVES (Disfunzione Asintomatica VEntricolare Sinistra) study by the Italian Society of Cardiovascular Echography: rationale and design". Journal of Cardiovascular Medicine 7, n.º 7 (julio de 2006): 457–63. http://dx.doi.org/10.2459/01.jcm.0000234762.68509.7b.

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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, Giuseppe Ferrucci, Andrea Lombardi, Armando Genovese, Antonietta Pacifico, Giuseppina Moccia, Francesco De Caro y Vincenzo De Paola. "Misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, n.º 2 (25 de julio de 2021): 83–88. http://dx.doi.org/10.48268/covid/2021/0001.1.

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Resumen
Per ottimizzare la gestione delle risorse e dei posti letto disponibili all'interno dei reparti dedicati alla gestione dei pazienti affetti da SARS Cov 2, per aumentare il turn-over dei posti letto, è stato necessario uniformare i criteri di identificazione dei setting assistenziali in relazione alla gravità del quadro clinico. In tal senso, non può non evidenziarsi che il numero di casi sintomatici che necessitavano di ricovero era in continuo aumento su tutto il territorio e, di conseguenza, tutti i pazienti asintomatici, di norma, dovevano essere gestiti a domicilio o in strutture dedicate a bassa intensità di cura, in regime di isolamento. In tal senso le dimissioni ospedaliere “protette” rappresentano il passaggio programmato e concordato di un paziente dal ricovero in ospedale ad un altro setting assistenziale; generalmente riguarda un paziente che ha problemi sanitari o sociosanitari per i quali è necessario definire una serie di interventi terapeutico-assistenziali (progetto assistenziale personalizzato) al fine di garantire la continuità assistenziale. Si applica in accordo con il paziente e prevede un coordinamento tra il medico curante e i servizi sanitari del territorio di appartenenza.
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Gallo, Marco, Sandro Bandini, Giorgio Monzani y Daniela Sacchi. "Un Raro Caso di Herpes Zoster Complicato da Paralisi Asintomatica del Nervo Frenico in un Paziente in Emodialisi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 27, n.º 4 (12 de octubre de 2015): 232–36. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2015.834.

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Gallo, Marco, Sandro Bandini, Giorgio Monzani y Daniela Sacchi. "Un Raro Caso di Herpes Zoster Complicato da Paralisi Asintomatica del Nervo Frenico in un Paziente in Emodialisi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 27, n.º 4 (26 de enero de 2018): 237. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2015.835.

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Gallo, Marco, Sandro Bandini, Giorgio Monzani y Daniela Sacchi. "Un Raro Caso di Herpes Zoster Complicato da Paralisi Asintomatica del Nervo Frenico in un Paziente in Emodialisi". Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 27, n.º 4 (octubre de 2015): 237. http://dx.doi.org/10.5301/039493621502700401.

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Garofalo, Lorella y Vincenza Mele. "Approccio bioetico e biogiuridico al “counseling” genetico per malattia di Alzheimer". Medicina e Morale 50, n.º 1 (28 de febrero de 2001): 41–59. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.716.

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Resumen
L’articolo, dopo aver analizzato gli aspetti etici legati alla medicina predittiva e dopo aver illustrato la malattia di Alzheimer da un punto di vista patologico ed eziologico, si sofferma sulla significatività etica del ruolo del counseling genetico, in particolare in relazione al caso in cui la richiesta del test predittivo venga da parte di soggetti a rischio, asintomatici, che presentano una familiarità la cui eziologia è nota, e per i quali il test è disponibile. In questo caso la riflessione etica è maggiormente problematizzante e coinvolge diversi aspetti: l’uso di test sicuri ed efficaci in strutture sanitarie ben identificate con standard di qualità garantiti; le problematiche legate alla consulenza (autonomia decisionale dell’utente, il consenso informato, l’assistenza psico-sociale); la formazione professionale del personale sanitario. In seguito gli autori riportano e commentano i dati di un’indagine conoscitiva in merito al test predittivo e alle strutture sanitarie. Infine, nel delineare le direttive etiche per i consulenti, viene messo in risalto lo spessore bioetico e biogiuridico del ruolo dell’operatore nel counseling genetico, spessore che viene ulteriormente messo in luce dalla peculiare responsabilità che l’operatore si assume nella protezione dei dati genetici.
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Eseberri, Itziar, Iñaki Milton-Laskibar, Leixuri Aguirre, Alfredo Fernández-Quintela y María Puy Portillo. "Gibel gantzatsu ez-alkoholikoa, xxi. mendeko osasun-arazoa". EKAIA Euskal Herriko Unibertsitateko Zientzia eta Teknologia Aldizkaria, n.º 37 (1 de mayo de 2020): 11–24. http://dx.doi.org/10.1387/ekaia.20834.

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Resumen
Gibel gantzatsu ez-alkoholikoa (GGEA) espektro zabaleko gaixotasuna da, zeinak gaixotasun-multzo bat hartzen baitu barnean, gibel esteatositik hasi eta gibel-minbiziraino iritsi daitekeena. Haren garapenerako arrisku faktore garrantzitsuenak obesitatea eta intsulinarekiko erresistentzia dira, gaur egun osasun-arazo pandemikoa izatera iritsi direnak. Populazioaren %25ek gibel-esteatosia pairatzen duela uste da: datu hauek gutxi gorabeherakoak dira, gaixotasuna asintomatikoa izanik duen diagnosi zaila baita. Prebalentzia altuko gaixotasuna bada ere, nabarmentzekoa da gaur egun ez dagoela oraindik tratamendu estandarizaturik, ez eta hura hasteko momentu onenari buruzko akordiorik ere. Hala ere, bi dira gaur egun gehien erabiltzen diren tratamenduak: farmakologikoa, non intsulinarekiko erresistentzia hobetzen duten eta pisu galera eragiten duten farmakoak erabiltzen diren, eta dietetikoa, energia murrizketa delarik estrategiarik erabiliena. Bestetik, GGEAren tratamenduan konposatu fenolikoak erabilgarriak izan daitezkeela frogatu da in vitro eta in vivo egindako ikerketetan. Hala ere, entsegu klinikoetan lortutako emaitzek argi uzten duten bezala, oraindik ere ikerketa gehiagoren beharra dago konposatu fenolikoak gizakietan GGEAren tratamendu gisa erabili ahal izateko.
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Caputo, N., R. Scaroni, M. Hamam, P. Mazzi, R. Scatolini, P. Cao, F. Verzini, S. Ricci, M. Celani y E. Signorini. "Lesioni ischemiche cerebrali TEA-correlate: Valutazione TC su 100 casi operati". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 3 (agosto de 1993): 331–36. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600314.

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Resumen
Per valutare l'incidenza delle lesioni ischemiche cerebrali silenti che si realizzano in corso di intervento di tromboendoarterectomia carotidea è stata passata in revisione una serie con-secutiva di 100 casi, tutti studiati preoperatoriamente e nei periodo postoperatorio precoce con esame tomodensitometrico cerebrale. Sui 100 casi considerati, 7 hanno presentato nella TC postoperatoria una lesione ischemica non evidente nella TC preoperatoria; tali lesioni hanno avuto un corrispettivo clinico in 3 pazienti mentre in 4 sono passate asintomatiche. Gli autori discutono il ruolo dell'esame tomodensitometrico cerebrale nella quantificazione obbiettiva del rischio perioperatorio con breve commento sulla disparita dei dati segnalati in letteratura per quanto riguarda questo argomento. L'esame tomodensitometrico cerebrale effettuato prima e dopo l'intervento di endoarterectomia permette diindividuare le lesioni ischemiche TEA-correlate con possibilità di dimostrare, oltre alle lesioni che hanno un corrispettivo clinico, anche quelle clinicamente mute. Un ulteriore vantaggio offerto dall'esame TC è quello di distinguere agevolmente e immediatamente la complicanza ischemica perioperatoria da quella emorragica che si realizza nello 0,5–1%.
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Manfrè, L., M. Accardi, G. Vaccaro, R. Raineri, E. Giarratano y R. Lagalla. "Valutazione dello spettro di alterazioni ischemiche cerebrali in pazienti asintomatici affetti da talassemia e talasso-drepanocitosi: Valore della RM nel protocollo terapeutico". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 221. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s299.

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Resumen
La patologia ischemica rappresenta la causa principale di lesione cerebrale nei pazienti affetti da drepanocitosi, ed è stata documentata mediante RM nei pazienti affetti da stroke. Alterazioni ischemiche possono tuttavia avere luogo anche in assenza di una obbiettività clinica. Recentemente è stato dimostrato il ruolo della RM nella valutazione delle ischemie cerebrali in pazienti affetti da talasso-drepanocitosi e da talassemia. Scopo del lavoro è stato quello di analizzare le alterazioni presenti in una coorte di pazienti affetti da tali alterazioni. 20 pazienti al di sotto di 50 anni di età, affetti da talasso-drepanocitosi (età media 29.5) e 20 affetti da talassemia (età media 31.7), previo consenso informato, sono stati sottoposti ad una valutazione T1- e T2-ponderata a livello encefalico, mediante apparecchiatura operante a medio campo e bobina in quadratura. Due centri di ricerca per la talassemia sono stati coinvolti (Palermo, Caltanissetta), selezionando unicamente i pazienti con anamnesi negativa per pregressa sindrome neurologica acuta. Le lesioni ischemiche sono state valutate soggettivamente e classificate in piccole (<0.5 cm), medie (0.5 − 1.5 cm) e ampie (>1.5 cm) ed in singole o multiple. Il 30% (6/20) dei pazienti affetti da talasso-drepanocitosi presentava multiple lesioni ischemiche con una prevalenza di lesioni medie o grandi 5/20 (25%). In un paziente veniva dimostrata la presenza di multiple malformazioni artero-venose leptomeningee, confermate al bilancio angiografico. Il 20% (4/20) dei pazienti affetti da talassemia presentava lesioni ischemiche piccole, singole in 2 casi (50%). Il trattamento trasfusionale, per quanto non scevro di rischi, viene proposto oggi nei pazienti affetti da drepanocitosi colpiti da episodio ischemico cerebrale. Il trattamento dei pazienti asintomatici affetti da talasso-drepanocitosi non è al momento codificato: una valutazione sequenziale mediante RM potrebbe identificare i pazienti “a rischio” per incidenti vascolari, indirizzandoli alla terapia adeguata (idrossiurea, trapianto di midollo, trasfusione).
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Monti, C., M. C. Malaguti y M. Marchi. "La patologia della colonna dell'anziano". Rivista di Neuroradiologia 7, n.º 3_suppl (octubre de 1994): 65–88. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s309.

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La patologia della colonna dell'anziano, intendendo arbitrariamente con questo termine soggetti di età superiore ai 60 anni, è costituita per lo più da lesioni degenerative osteo-disco-articolari, dalla osteoporosi e dalle sue complicanze. Dalla revisione di 1.000 esami di tomografia computerizzata della colonna in pazienti di età superiore a 60 anni gli Autori infatti hanno posto diagnosi in 808 casi di malattia degenerativa e di osteoporosi e in 192 casi hanno ritrovato altre patologie che, pur non essendo di esclusiva pertinenza dell'anziano, mostrano una netta predilezione per questa fascia di età. In 27 pazienti fu posta diagnosi di metastasi ed il dato, epidemiologicamente non significativo, è da porsi in relazione al carattere monospecialistico degli Istituti Ortopedici Rizzoli. In 93 casi fu posta diagnosi di tumore osseo primitivo benigno rappresentato dall'emangioma nelle sue varietà asintomatica e compressiva; i 43 casi di tumori ossei primitivi maligni sono da ascrivere in ordine decrescente al mieloma, al cordoma, ai linfomi e a rarissimi casi di emangioendotelioma. In 21 pazienti fu posta diagnosi di spondilodiscite e in 8 di malattia di Paget. Gli autori descrivono le caratteristiche clinico-radiologiche di queste lesioni enfatizzando il ruolo della tomografia computerizzata e della risonanza magnetica non solo nella individuazione e precisazione della lesione ma anche nel bilancio loco-regionale ed infine sottolineano la difficoltà della diagnosi differenziale tra metastasi, tumori primitivi maligni talora con le spondilodisciti e la malattia di Paget per cui spesso è indispensabile il ricorso alla biopsia TC-guidata.
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Boccanelli, Alessandro. "Stenosi aortica, un problema ad alta prevalenza e morbilità". Cardiologia Ambulatoriale 30, n.º 3 (9 de diciembre de 2022): 146–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-2.

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L’aumento dell’età media della popolazione a cui si è assistito negli ultimi 40 anni ha reso epidemiologicamente rilevanti le valvulopatie degenerative, tra cui la Stenosi Valvolare Aortica (SAV). La diagnosi precoce di questa condizione può consentire di allungare anche non di poco la vita dei pazienti e sicuramente migliorarne la qualità. Una causa possibile della sottodiagnosi della SAV è la scarsa consapevolezza del peso epidemiologico della malattia. La prevalenza della SAV moderata-severa nella popolazione generale tra i 70 e i 75 anni è di circa il 2%, crescente con l’età. La sclerosi valvolare aortica, premessa per lo sviluppo nel tempo di SAV, è presente nel 34% della popolazione oltre i 65 anni. Nei pazienti asintomatici con SAV moderata-severa, durante un periodo di follow up medio di 2 anni circa, il 39,4% sviluppa sintomi tali da giustificare la sostituzione valvolare. Circa il 50% dei pazienti con SAV da moderata a severa non riferisce sintomi. In letteratura, il rischio di morte improvvisa nella fase silente della SAV varia dallo 0,25% al 1,7% per anno. È molto frequente che i pazienti con SAV riferiscano con ritardo i propri sintomi. Se si considera una mortalità annua del 30% in presenza di sintomi, il loro riconoscimento precoce e il tempestivo avvio a sostituzione protesica sono fondamentali Da queste considerazioni emerge la necessità di una diagnosi precoce e possibilmente ad uno stadio di minore gravità, attraverso campagne di screening istituzionale.
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Bergonzi, G., M. Bacchi, A. Ballocchi, E. Fontana, PG Poisetti, R. Scarpioni, L. Cristinelli et al. "La Rimozione Percutanea Di Fibrina (Percutaneous Fibrin Sleeve Stripping) Dai Cateteri Venosi Centrali Permanenti per Emodialisi Può Essere Causa di Tromboembolia Polmonare Asintomatica". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 10, n.º 4 (1 de octubre de 1998): 11–16. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1998.1863.

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Bergonzi, G., M. Bacchi, A. Ballocchi, E. Fontana, PG Poisetti, R. Scarpioni, L. Cristinelli et al. "La Rimozione Percutanea Di Fibrina (Percutaneous Fibrin Sleeve Stripping) Dai Cateteri Venosi Centrali Permanenti per Emodialisi Può Essere Causa di Tromboembolia Polmonare Asintomatica". Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 10, n.º 4 (octubre de 1998): 11–16. http://dx.doi.org/10.1177/039493629801000402.

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Flores Siccha, Marjorie Katherine, Laura Mónica Perez Bazán, Marita Grimanesa Trelles Guzmán, Germán Malaga Rodriguez, César Loza Munariz y Elena Tapia Egoavil. "Infección urinaria intrahospitalaria en los servicios de hospitalización de Medicina de un hospital general." Revista Medica Herediana 19, n.º 2 (31 de octubre de 2012): 46. http://dx.doi.org/10.20453/rmh.v19i2.977.

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Resumen
Las infecciones intrahospitalarias (IIH) constituyen un gran problema de salud pública, no solo por su alta frecuencia, sino por sus consecuencias que se traducen en términos de morbi-mortalidad, aumento de costos y prolongación de estancia hospitalaria. Objetivo: El objetivo del estudio fue determinar la frecuencia de ITU- IH en los servicios de hospitalización de medicina, así como las características demográficas, factores asociados, gérmenes más frecuentemente aislados y la resistencia antibiótica de los mismos. Materiales y Métodos: Se realizó un estudio de corte transversal durante 48 horas en el Hospital Nacional Cayetano Heredia. Los pacientes con ITU IH: sintomática y bacteriuria asintomática, fueron seleccionados de acuerdo los criterios clínicos y laboratoriales del Centro de Control de Enfermedades (CDC). Resultados: La frecuencia de casos de ITU- IH, sintomática y bacteriurias asintomaticas, fue de 12%. Solo tuberculosis y la enfermedad nefrourológica estuvieron relacionados en forma independiente a la presencia de ITU-IH. El germen más frecuente fue E. coli seguido de Klebsiella pneumoniae. De las cepas de E.coli aisladas fueron resistentes a ciprofloxacina 5/ 5, ceftriaxona 3/5, amikacina y gentamicina 1/5. Conclusiones: La frecuencia de ITU-IH fue 12%. Las cepas de E. coli aisladas mostraron resistencia alta para antibióticos de primera línea como ciprofloxacina y ceftriaxona, sin embargo alta sensibilidad para aminoglicosidos.
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Blandino, A., G. Ascenti, M. Longo, I. Pandolfo y E. Scribano. "Impiego della TC nella valutazione della patologia rinosinusale in pazienti con fibrosi cistica". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 3 (junio de 1996): 297–300. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900305.

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Resumen
La sinusite cronica e la poliposi rinosinusale sono estremamente frequenti in pazienti affetti da fibrosi cistica. In questi il coinvolgimento delle cavità paranasali viene frequentemente valutato sulla base del solo esame radiografico diretto, con scarso utilizzo della TC, contrariamente a quanto avviene per lo studio delle alterazioni polmonari. Dopo visita ORL ed endoscopia, 18 giovani pazienti affetti da fibrosi cistica sono stati studiati con TC in coronale dei seni paranasali a bassa dose. In tutti i 18 pazienti la TC ha documentato opacamento dei seni mascellari, con ispessimento mucoso e ristagno di secreti densi. In 5 pazienti asintomatici e con visita ORL negativa, il meato medio è apparso normale mentre nei rimanenti 13, risultati positivi alla visita ORL e con sintomatologia compatibile con patologia flogistica rinosinusale, si è dimostrata costantemente la ostruzione dell'infundibolo (in 10 bilaterale ed in 3 monolaterale). Si è altresì rilevato opacamento dell'etmoide anteriore (9), dell'etmoide posteriore (4), del seno frontale (7) e di quello sfenoidale (4), tessuto patologico con aspetto polipoide nel meato medio (4), poliposi massiva (1). Non abbiamo riscontrato sclerosi ed ispessimento osseo delle pareti sinusali, cisti da ritenzione o mucoceli. Anche in ambito pediatrico la chirurgia endoscopica «funzionale» è indicata quale trattamento della poliposi e delle flogosi croniche o recidivanti ribelli alle comuni terapie farmacologiche. Nei pazienti sintomatici, dopo valutazione endoscopica preliminare, trova giustificazione l'impiego della TC il cui triplice ruolo è di verificare l'esistenza di processi ostruttivi, di valutare l'estensione della patologia e di esplorare con elevata accuratezza le cavità rinosinusali e le strutture limitrofe al fine di ridurre i rischi operatori.
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Loader, B., I. Linauer, S. Korkesch, I. Krammer-Effenberger, V. Zielinski, N. Schibany, A. Kaider, E. Vyskocil, D. Tscholakoff y P. Franz. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 5 (octubre de 2016): 421–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-766.

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Il presente studio retrospettivo a singolo cieco si pone come obbiettivo quello di valutare in che percentuale di casi di pazienti che si presentano con sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta, con e senza perdita oggettiva della funzione vestibulare (VFL), sia presente un conflitto neurovascolare fra il nervo vestibolococleare e la arteria cerebellare anteroinferiore (AICA). 58 pazienti con sintomatologia suggestiva per neurite vestibolare acuta, valutati con RMN presso un centro di terzo livello, sono stati confrontati con 61 pazienti asintomatici. I radiologi hanno dato valutato la presenza di conflitto neurovascolare, in assenza di dati clinici, conferendo ai rilievi oggettivi una valutazione in una scala da 0 a 3 a seconda che il contatto fosse: nesuno; inferiore a 2 mm; superiore ai 2 mm; presenza di vacular loop. I reperti neurootologici sono stati quindi raccolti all’oscuro del risultato dell’imaging. La funzione vestibolare è stata testata con prova calorica bitermica. Alla prova calorica 26 casi (45%) hanno mostrato segni oggettivi di deficit vestibolare (Gruppo A), 32 casi (55%) non hanno invece mostrato alcun deficit labirintico (Gruppo B). Il gruppo A ha incluso 13 casi (50%) con evidenza di conflitto neurovascolare (NVC), il gruppo B ha incluso 26 casi con NVC (82%) (p = 0.012) mentre i controlli hanno incluso 16 casi con NVC (26%). La differenza fra i tre gruppi ha mostrato significatività statistica (p<0.001). Il Gruppo B ha mostrati un associazione con un grading di conflitto piu elevato rispetto al Gruppo A (p = 0.009). La presenza di NVC non ha avuto un associazione statisticamente significativa ne con la presenza di SNHL ne con la presenza di acufene (p > 0.05). I nostri dati indicano che la presenza di conflitti neurovascolari a livello dell’angolo pontocerebellare è superiore in quei pazienti che in presenza di una sintomatologia compatibile con neurite vestibolare acuta abbiano una funzionalità simmetrica alla prova calorica.
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Troiano, Pasquale, Maurizio Buscemi, Emilio Campos, Luigi Mele, Fabrizio Pregliasco, Carlo Signorelli, Sandro Vergani y Matteo Piovella. "Linee Guida e raccomandazioni per l’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Organizzazione dell’attività assistenziale oculistica per evitare il contatto tra soggetti sani e soggetti positivi asintomatici contagiosi". AboutOpen 7, n.º 1 (23 de noviembre de 2020): 76–79. http://dx.doi.org/10.33393/abtpn.2020.2201.

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The Italian Ophthalmological Society (SOI) has developed clinical practice guidelines for the care of ophthalmic patients during the coronavirus disease 2019 (COVID-19) pandemic. The aim of this document is to define guidelines that would help ophthalmologists in their clinical activities through the adoption of recommended procedures to avoid common organization and management of positive asymptomatic contagious patients and healthy people. They are based on data available in scientific literature and real clinical experience. The document underlines the unique nature of ophthalmology and its impact on people’s health and wellbeing, outlines minimal requirements to be able to perform ophthalmology procedures, discusses the use of disposable devices and materials and outlines the criteria to manage potentially contagious patients and healthy people.
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Del Bianco, S. y R. Rondinelli. "Trastuzumab-containing therapies: Activity beyond disease progression in M.B.C.—A pivotal experience". Journal of Clinical Oncology 24, n.º 18_suppl (20 de junio de 2006): 10788. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2006.24.18_suppl.10788.

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10788 Background: To evaluate Trastuzumab containing successive therapies activity in patients with overexpressing metastatic breast cancer (MBC). To determine the response rate (RR), time to progression (TTP) and overall survival (OS). Methods: Pivotal study of Trastuzumab (TZB) activity in HER-2 overexpressing MBC patients enrolled in our institution from 2000 to 2005. Results: 12 pts have been evaluated. Median age: 56; 8/12 postmenopausal,. 10/12 received adjuvant chemotherapy. Hormonal receptors: 8/12 positive, 4/12 negative. 8/12 pts had visceral disease. 11/12 had metastases in ≥ 2 locations. 5/12 pts received TZB as front line for MBC. Median previous lines: 2 (0–5). TZB was first time combined as follows: paclitaxel 7/12, docetaxel 4/12, (1/12 TZB alone). Asintomatic cardiac disfunction (LVEF reduction >10%) or CHF occurred in 1/12 pts (=CHF) after 46 months of TZB-treatment, with cardiac function progressively improving after standard medical care. RR for the 1st line (TZB containing): 11/12 (CR 3/12, PR 8/12), stable disease (S): 1/12, Clinical benefit (CB) 12/12, Median TTP 9.5 m (3–61+). 9/12 pts received a 2nd TZB containing therapy. RR for 2nd TZB-containing line: 4/8 (CR 0/8), SD 4/8, CB: 8/8; Median TTP: 8 months (3–14). All the 8/8 pts received a 3rd TZB- containing therapy. RR for 3rd TZB-containing line: 5/8 (CR 1/8), SD: 3/8, CB:8/8; Median TTP: 9 months (1–11). 4/8 pts have received a 4th or more TZB containing therapy with some long-lasting RR still presents at this time. Median overall survival is 33.5 months (9–61+). Conclusions: TZB-containing therapies beyond disease progression in MBC shows an interesting activity even in heavily pre-treated women. Small number of patients perhaps, do not allow to draw any final conclusion. No significant financial relationships to disclose.
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Federici, Antonio y Marco Zappa. "Sistema informativo screening: la genesi della conoscenza come elemento di sistema". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 50 (diciembre de 2012): 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050005.

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L'articolo descrive le principali caratteristiche del Sistema Informativo (SIS) dei programmi di screening oncologico in Italia(PS). Il SIS č organizzato per rispondere al bisogno conoscitivo di valutare la qualitŕ dei PS e la loro effectiveness. Tale bisogno si declina differentemente a seconda dell'interlocutore che, in effetti, puň esprimere un interesse informativo con prioritŕ diverse. Sono state nel tempo studiate e selezionate diverse variabili, sulla base delle loro caratteristiche di qualitŕ informativa, che vengono raccolte annualmente in survey nazionali. La fonte dei dati sono i sistemi gestionali dei PS Il SIS permette di produrre numerosi indicatori che derivano dalle Linee Guida Europee e che rispondono alle seguenti necessitŕ di monitoraggio e valutazione: - un PS č un percorso e non l'esecuzione di un test e dunque bisogna misurare la qualitŕ del percorso oltre che la singola prestazione; - un PS č rivolto a una popolazione asintomatica e quindi deve tenere conto della sensibilitŕ (capacitŕ di individuare i portatori della lesione di interesse) ma anche della specificitŕ (capacitŕ di individuare e dunque non esaminare ulteriormente e soprattutto non trattare chi non č portatore della lesione di interesse). Per queste ragioni viene misurato (per esempio) sia il tasso di identificazione, sia la percentuale di richiamo ad approfondimento o il VPP; - descrivere la qualitŕ organizzativa del programma. La valutazione č compiuta mediante standard di riferimento, nella massima parte dei casi adottati dalle Linee guida Europee, secondo un'ottica di benchmark inter- e intraregionale. I risultati della valutazione sono utilizzati, mediante specifiche forme di reporting, in modo sistematico ai livelli: regionale/aziendale; di governancenazionale; internazionale (evidence generation); di societŕ civile. La survey non č un sistema statico di raccolta e viene revisionato sulla base dello sviluppo delle conoscenze. Sulla base del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-12, il SIS entrerŕ a far parte del nuovo sistema sanitario nazionale basato su un datawarehouse nazionale di dati individuali. L'intera esperienza dei PS in Italia si candida ad essere un prototipo di una governance innovativa nel panorama di devoluzione del sistema sanitario, contribuendo a identificare strumenti nuovi e a costruire una conoscenza piů approfondita del modello di governance. In questo quadro il sistema informativo/di valutazione č un esempio di sistema costruito in modo partecipato da esperti ed operatori, orientato alla valutazione della distanza osservato-atteso del beneficio di salute ottenibile con la prevenzione secondaria in oncologia.
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Gnerre, P., G. Pinna y R. Nardi. "Problematiche internistiche in corso di gravidanza". Italian Journal of Medicine 5, n.º 1 (30 de junio de 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.6.

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<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>L’internista in ostetricia</strong><br /><em>V. Donvito, A. Maina, L. Balbi, D. Manfellotto</em></p><p class="titolo"><strong>Tromboembolismo venoso in gravidanza</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Gino</em> </p><p class="titolo"><strong>Cardiopatie e gravidanza</strong><br /><em>R. Gerloni, D. Panuccio</em> </p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa in gravidanza e preeclampsia</strong><br /><em>F. Saladini, N. Lazzarin, D. Manfellotto</em></p><p class="titolo"><strong>Trombocitopenia in gravidanza</strong><br /><em>R. Mestroni, A. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie broncopolmonari in gravidanza<br /> Gravidanza ed apparato respiratorio in fisiologia e patologia</strong><br /><em>O. Para, A. Sacchetta</em></p><p class="titolo"><strong>Management del diabete mellito in gravidanza<br /> Parte 1: Gestante con diabete pregravidico</strong><br /><em>I. Ambrosino, T.M. Attardo, G. Augello</em></p><p class="titolo"><strong>Management del diabete mellito in gravidanza<br /> Parte 2: Il diabete mellito gestazionale</strong><br /><em>T.M. Attardo, I. Ambrosino, G. Augello</em></p><p class="titolo"><strong>Tireopatie in gravidanza</strong><br /><em>E. Barbagelata</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie del fegato e gravidanza</strong><br /><em>P. Crispino, L. Fontanella, M. Visconti, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><em><strong>Hyperemesis gravidarum</strong></em><br /><em>M.S. Montini, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong>Batteriuria asintomatica e infezioni delle vie urinarie sintomatiche in gravidanza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Giusti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia antibiotica in gravidanza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Giusti</em></p><p class="titolo"><strong>Conclusioni:<br /> <em>Learning points</em> per chi richiede (e per chi esegue) la consulenza</strong><br /><em>G. Pinna, R. Re</em></p><p class="titolo"> </p>
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Solís Rojas, Natalia, Enrique Muñoz Hernández y Manuel Antonio Villalobos Zúñiga. "CASO 19-2015:Feohifomicosis nasal por Exophiala dermatidis". Revista Clínica Escuela de Medicina UCR-HSJD 5, n.º 5 (6 de noviembre de 2015). http://dx.doi.org/10.15517/rc_ucr-hsjd.v5i5.21698.

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Resumen
<p>Paciente masculino de 74 años, vecino de Turrubares,domador de caballos, con antecedentespersonales patológicos de gastrectomia total,EPOC y osteoporosis. Consulta por tumoraciónviolácea de 6 meses de evolución en fosa nasalizquierda, de crecimiento lentamente progresivo,asociado a epistaxis leve, y rinorrea fétida. Medianteexamen físico, cultivo y biopsia se diagnostica feohifomicosis por Exophiala dermatidis. Tras dos meses de resección quirúrgica, se documenta recurrencia de la lesión, por lo que se decide hospitalizar para tratamiento antifungico endovenoso con anfotericina B deoxycolato y itraconazol por seis meses. Sin embargo tras dos meses de tratamiento con itraconazol, amerita nueva hospitalización por recaída clínica, realizándose escisión quirúrgica completa y cambiando tratamiento a posaconazol, cursando el paciente posteriormente asintomatico, sin necesidad de nuevas intervenciones terapéuticas.</p>
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Solís Rojas, Natalia, Enrique Muñóz Hernández y Manuel Antonio Villalobos Zúñiga. "Feohifomicosis nasal por Exophiala dermatidis". Revista Clínica Escuela de Medicina UCR-HSJD 6, n.º 2 (11 de mayo de 2016). http://dx.doi.org/10.15517/rc_ucr-hsjd.v6i2.24321.

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Resumen
Paciente masculino de 74 años, vecino de Turrubares, domador de caballos, con antecedentes personales patológicos de gastrectomía total, EPOC y osteoporosis. Consulta por tumoración violácea de 6 meses de evolución en fosa nasal izquierda, de crecimiento lentamente progresivo, asociado a epistaxis leve, y rinorrea fétida. Mediante examen físico, cultivo y biopsia se diagnostica feohifomicosis por Exophialadermatidis. Tras dos meses de resección quirúrgica, se documenta recurrencia de la lesión, por lo que se decide hospitalizar para tratamiento antifúngico endovenoso con anfotericina B deoxicolato e itraconazol por seis meses. Sin embargo, tras dos meses de tratamiento con itraconazol, amerita nueva hospitalización por recaída clínica, realizándose escisión quirúrgica completa y cambiando tratamiento a posaconazol, cursando el paciente posteriormente asintomatico, sin necesidad de nuevas intervenciones terapéuticas
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Guerriero, Elvira, Maria Escolino, Umberto Dello Iacono, Antonino Giuffrida, Pasquale La Selva, Ciro Esposito, Gianfranco Vallone y Maria Grazia Caprio. "Lesione calcifica della parete vescicale in un bambino di 5 anni asintomatico: caso clinico e review della letteratura". Journal of Radiological Review 5, n.º 4 (septiembre de 2018). http://dx.doi.org/10.23736/s2283-8376.18.00099-2.

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Ciriello, Marina y Mariaconsiglia Calabrese. "L’intervento fisioterapico nel paziente con piede diabetico". Journal of Advanced Health Care, 16 de septiembre de 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1909-006.

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Resumen
Il diabete mellito è oggi una delle più comuni malattie non trasmissibili in tutto il mondo. In molti paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione il numero di pazienti affetti cresce a ritmi vertiginosi. Tra le complicanze del diabete un ruolo sempre più rilevante assume la complicanza “piede diabetico”. È questa la complicanza che comporta per i diabetici il maggior numero di ricoveri ospedalieri, e per la quale i costi sono ingenti. Le ulcere del piede diabetico spesso si traducono in esiti gravemente avversi, come infezioni gravi, la necessità di ricovero in ospedale e amputazioni agli arti inferiori, che sono associati a una mortalità a 5 anni di circa il 50% La comparsa di un’ulcera in un paziente diabetico ne condiziona in maniera importante la qualità di vita ma anche la sopravvivenza Questa sindrome ha un decorso tipicamente subdolo ed asintomatico nelle sue fasi iniziali e l'insorgenza di sintomi conclamati è associata alla compromissione di funzionalità totale o parziale dell'area interessata. Appare quindi chiara l'importanza della prevenzione La Riabilitazione può avere un ruolo importante già nella prevenzione del piede diabetico. Studi recenti lo hanno suggerito che la fisioterapia può essere utile in pazienti con diabete e predisposizione a ulcera del piede L’esercizio influenza positivamente i fattori associati alla polineuropatia diabetica, promuovendo la funzione micro vascolare, riducendo lo stress ossidativo e provocando un aumento dei fattori neurotrofici. Gli effetti positivi dell’esercizio terapeutico sono connessi al miglioramento della funzione endoteliale e alla diminuzione della risposta infiammatoria, oltre al miglioramento del metabolismo e della forza dei muscoli scheletrici Ma l’esercizio terapeutico è utile anche nei pazienti con ulcera, anche grazie all'aumento del flusso di sangue nella regione del piede, con conseguente miglioramento della guarigione delle ferite Tra i tanti approcci riabilitativi, l’approccio neurocognitivo si propone di favorire il recupero della adattabilità del piede e della capacità di raccogliere informazioni indispensabili per l’organizzazione del movimento, nelle varie condizioni di interazione corpo-suolo Essendo quindi evidente l’utilità dell’intervento fisioterapico nella prevenzione nei pazienti a rischio di piede diabetico e nell’intervento terapeutico rivolto ai pazienti con piede diabetico, i PDTA- Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali per questi pazienti dovrebbero prevedere un piano assistenziale che includa l’intervento riabilitativo, inserendo nel team, accanto alle altre figure previste anche il fisioterapista.
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Lambert, Hernán Oliu. "Asintomatic Giant B1 Thymoma: A Case Report". Frontiers in Medical Case Reports 02, n.º 01 (2021). http://dx.doi.org/10.47746/fmcr.2021.2102.

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Muolo, V., B. Andriulo, E. Vinci, A. Mosca y G. Miragliotta. "INCIDENZA DI CEPPI DI S.AUREUS ENTEROTOSSINO-PRODUTTORI ISOLATI DA T. FARINGEO DI PORTATORI ASINTOMATICI." Microbiologia Medica 19, n.º 2 (30 de junio de 2004). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2004.3920.

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C, Russo y et al. "Co-infezione da SARS-CoV-2 in una coorte di persone con infezione da HIV: un’esperienza monocentrica." JHA - Journal of HIV and Ageing, n.º 3 (abril de 2021). http://dx.doi.org/10.19198/jha31501.

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Resumen
Da febbraio 2020 ad oggi diversi autori hanno studiato e descritto il decorso clinico dei pazienti con infezione da HIV e la concomitante infezione con il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Tra il 24 febbraio e il 15 giugno 2020 quattro pazienti con infezione da HIV e diagnosi certa di infezione da SARS-CoV-2 sono stati registrati nel nostro Ospedale. Di questi quattro pazienti, due avevano un’età maggiore di 65 anni e comorbidità multiple. Uno dei due pazienti over 65 ha avuto una infezione asintomatica da SARS-CoV-2, l’altro è invece deceduto in ospedale dopo ventilazione meccanica non invasiva. Gli altri due pazienti avevano un’età inferiore ai 65 anni ed una anamnesi patologica remota non rilevante. Entrambi i pazienti con età inferiore a 65 anni sono guariti dal COVID-19. Tutti e quattro i pazienti, alla stadiazione per HIV precedente la diagnosi di COVID-19, avevano una conta di linfociti T CD4 > 500/mmc e HIV-RNA non rilevabile. I dati preliminari della nostra osservazione inducono a considerare che il paziente HIV anche in buon compenso immuno-virologico può essere considerato più a rischio di gravità della polmonite da SARS-COV-2 se è anziano e con multiple comorbidità, quindi alla stregua dei pazienti non-HIV con patologia COVID-19.
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