Literatura académica sobre el tema "Arti elettroniche"

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Artículos de revistas sobre el tema "Arti elettroniche"

1

Barbero, Giliola. "Cataloghi elettronici di manoscritti moderni". Italian Studies 66, n.º 2 (julio de 2011): 286–95. http://dx.doi.org/10.1179/174861811x13009843386792.

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2

Bolognini, Maurizio. "Globalization, art and the art system". Ekistics and The New Habitat 73, n.º 436-441 (1 de diciembre de 2006): 191–95. http://dx.doi.org/10.53910/26531313-e200673436-441115.

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Resumen
The author's research interests are: art, technology and democracy. On this latter subject he has published several essays and a book entitled Democrazia elettronica (Carocci, Rome, 2001). As an artist he has worked with digital technologies since the 1980s. One of his best-known works is Computer sigillati (Sealed Computers, 1992): more than 200 machines which are programmed to produce flows of random images and then left to work indefinitely, usually without monitors. His works have been exhibited widely in Europe and the USA. He has put on shows, presentations and performances in Paris, New York , Los Angeles, San Francisco, Sydney. His latest one-man shows include: Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (Rome, 2003), WilliamsburgArt& Historical Center (New York, 2003), Museo di Arte ContemporaneaVilla Croce (Genoa, 2005). Latest books on his work: D. Scudero (ed.),Maurizio Bolognini: Installazioni, disegni, azioni (on/off line), (Lithos,2003); and S. Solimano (ed.), Maurizio Bolognini: Infinity out of Control(Neos, 2005). The text that follows was made available to the participants of the international symposion on "Globalization and Local Identity, " organized jointly by the World Society for Ekistics and the University of Shiga Prefecture in Hikone, Japan, 19-24 September, 2005, which the author was finally unable to attend.
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3

Marino, Massimo. "Quando Carmelo Bene apparve alla Madonna Dante e il phantasma". Dante e l'Arte 9 (22 de diciembre de 2022): 59–74. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.164.

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Resumen
Il contributo analizza la Lectura Dantis di Carmelo Bene dalla Torre degli Asinelli di Bologna la sera del 31 luglio 1981, orazione civile in occasione del primo anniversario della strage alla stazione della città emiliana. Ricorda come questo evento, accompagnato da discussioni e polemiche, fu il primo esempio di traduzione spettacolare di pagine del Poeta e rappresentò la svolta di Bene verso la “phoné” e la “macchina attoriale”, in una negazione sempre più radicale dello spettacolo come flusso di immagini e come rappresentazione, verso la parola “in-canto”, phantasma capace di parlare da un “dentro” a un altro “dentro”, col supporto di raffinati e imponenti apparati elettronici.
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Barenghi, Anna. "«Noi non riprendiamo la realtà: la inventiamo»: Eugenio Carmi". Sciami | ricerche 8, n.º 1 (31 de octubre de 2020). http://dx.doi.org/10.47109/0102200106.

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Resumen
In the late 1960s, at the invitation of Umberto Eco, Eugenio Carmi began to collaborate with Servizio Programmi Sperimentali in Rai. After some research on perception, the artist proposed an actual “transgression” for the use of television medium: using cameras not to film the reality, but to create a completely abstract color video work. From an exchange with Rai technicians, the idea was born to use in an artistic way the disturbance generated when you point a video camera at its own playback video monitor. Thus began the first Italian videoart experiments of so-called “feedback” process, to get between 1972 and 1974 to the documentary Arte elettronica, arte della luce and the video work C’era una volta un re, and then, in 1977, the animated fairy tale Olivo verde vivo created by the painter’s daughters Antonia and Francesca Carmi with Giulio Masoni.
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Tesis sobre el tema "Arti elettroniche"

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Marasco, Rita. "Progettazione e sviluppo di una scheda elettronica per il controllo evoluto di protesi di arto superiore mioelettriche". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17542/.

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Resumen
L’assenza congenita o la perdita traumatica dell’arto superiore implicano l’incapacità di compiere una vasta gamma di movimenti essenziali per lo svolgimento di attività quotidiane, lavorative e sportive e, per questa ragione, costituiscono le principali cause per cui si ricorre alla protesizzazione. Tra quelle attualmente disponibili, le protesi mioelettriche permettono un controllo più naturale e immediato: servendosi di sensori superficiali attivi per rilevare i segnali elettromiografici e sfruttando come strategia di controllo la Pattern Recognition, è possibile riprodurre un maggior numero di movimenti rispetto alle altre protesi. L’utilizzo di questa tecnologia nelle protesi allestite per pazienti amputati a livello prossimale di braccio, che si sono sottoposti all’intervento di Targeted Muscle Reinnervation (TMR), mostra un ulteriore miglioramento nel controllo del dispositivo, dal momento che vengono utilizzati i segnali provenienti da muscoli reinnervati con nervi che in origine controllavano i movimenti del braccio amputato. In questo contesto, il presente lavoro di tesi, svolto presso il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio, si pone l’obiettivo di realizzare una scheda elettronica, chiamata EMG Master, che costituisce l’unità di controllo di un’architettura elettronica distribuita, composta da 5 unità slave (mano, polso, gomito, spalla e gestione dell’alimentazione), e di sviluppare il firmware con cui programmare il microcontrollore dell’EMG Master, che gestisce i segnali provenienti dai sensori sEMG e comunica con le schede per l’azionamento delle articolazioni protesiche.
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PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Resumen
Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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3

PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Resumen
Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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Pastore, Angela. "Progetto e sviluppo di una nuova unità di controllo per protesi di arto superiore a comando mioelettrico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13026/.

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Resumen
Il seguente elaborato, che descrive il lavoro svolto nell’Area Ricerca e Formazione del Centro Protesi, illustra le varie fasi svolte per la progettazione e lo sviluppo di una nuova unità di controllo per protesi di arto superiore a comando mioelettrico. La trattazione è stata suddivisa in tre capitoli come di seguito riportato. Nel primo capitolo si fornisce un’introduzione sulle protesi di arto superiore e sulle loro possibili classificazioni, si approfondiscono le protesi a comando mioelettrico descrivendone singolarmente gli elementi strutturali e architetturali, e si descrivono le strategie di controllo alla base del funzionamento di questa tipologia di protesi. Nel secondo capitolo vengono trattati i materiali e i metodi utilizzati per lo sviluppo del progetto dell’unità di controllo protesica. Si analizzano le varie fasi del lavoro partendo dalla scelta dei componenti, passando alla realizzazione dello schema elettrico e del layout, attraverso Altium Designer, e giungendo infine alla programmazione della scheda, tramite Code Composer Studio, per testarne le periferiche ed il funzionamento complessivo. Il terzo capitolo espone i risultati ottenuti, con alcune considerazioni sugli sviluppi futuri del lavoro, e le conclusioni.
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RINOLFI, GIORGIO. "Aerial Media". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1063548.

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Resumen
Nell’ultimo decennio è emerso un nuovo utilizzo dei droni tramite la realizzazione di spettacoli visivi composti da sciami di droni luminosi. Questi sistemi di droni performativi differiscono da quelli utilizzati in altre applicazioni come le riprese-fotografie o le ispezioni aeree, perché richiedono il volo simultaneo di numerosi robots in formazioni strutturate. I movimenti altamente sincronizzati e coordinati necessitano di un sistema di controllo autonomo avanzato completamente differente rispetto al tradizionale controllo manuale. I movimenti e le dinamiche luminose vengono progettati digitalmente con programmi di animazione 3D per dare luogo ad una comunicazione visiva che ha molte analogie con i contenuti creati per i nostri display personali. Questa applicazione accelera l’occupazione dello spazio aereo pubblico e richiede sistemi robotici a sciame altamente sicuri ed affidabili. Si è iniziato il lavoro di sistematizzazione di questa nuova disciplina analizzando le esperienze più significative realizzate. Si propone il termine di Aerial Media Design come settore di riferimento, che contiene le iniziative che indagano l’uso di sciami di droni per finalità visive, che integrano nello spazio aereo pubblico nuovi fenomeni di identità culturale creando così nuovi rapporti tra lo spazio dell’aria, l’osservatore ed il luogo fisico. Quest’ultimo racchiude una importante chiave di lettura di questa nuova disciplina; esso non è solo il contenitore, cornice, palcoscenico e sistema di riferimento, ma le caratteristiche dell’ambiente, dell’architettura e del contesto determinano, nella loro assenza, lo spazio utile per l’interazione robotica collaborativa che da forma a una rappresentazione volumetrica. Il design visivo nello spazio aereo ha molte analogie con la Motion Graphics, utilizzando in particolare, come strumento progettuale, l’animazione tridimensionale. Questa nuova modalità espressiva sollecita la ricerca di un proprio linguaggio visivo, di nuovi strumenti e metodi, per poterla applicare a progettazioni culturali, educative ed artistiche; l’inesistenza di piattaforme accessibili ed aperte avrebbe escluso qualsiasi sperimentazione . La sfida di questa prima ricerca è stata innovare lo stato dell’arte nell’ambito delle piattaforme tecnologiche esistenti sviluppando un drone luminoso di nuova generazione chiamato LuminousBee: basato su progetti software e protocolli aperti, dotato delle migliori tecnologie e con caratteristiche superiori di miniaturizzazione, leggerezza, integrazione e autonomia. Il sistema è stato completato con lo sviluppo di un plugin per un software di animazione tridimensionale, affinché sia possibile gestire la progettazione dei contenuti visivi e l’esportazione delle traiettorie e dei dati luminosi. La prima architettura sviluppata ha permesso di sperimentare la trasmissione realtime dei comandi durante l’applicazione alle LuminouBee trovando i punti deboli dell’attuale tecnologia disponibile. In una seconda fase l’intero sistema è stato integrato con un software di controllo a terra di terze parti con una modalità offline che ha risolto i problemi dell’implementazione precedente. Questo software dedicato per l’esecuzione finale è basato anch’esso sullo stesso progetto Open Source dei droni Luminousbee ed utilizza il medesimo protocollo di comunicazione. Con la realizzazione di questa piattaforma si rende disponibile una tecnologia specifica per comunicazione aerea con sciami di droni adatta ad accogliere future modifiche e implementazioni per prevedere l’integrazione di ICT esterne, quali l’implementazione di nuovi messaggi e comandi Mavlink per interagire con sistemi complementari e supportare nuove modalità operative e strumenti tecnologici richiesti da scenari applicativi da sviluppare.
In the last decade, a new use of drones has emerged through the creation of visual spectacles composed of swarms of light drones. These performative drone systems differ from those used in other applications such as photo-shooting or aerial inspections because they require the simultaneous flight of numerous robots in structured formations. The highly synchronized and coordinated movements require an advanced autonomous control system that is completely different from traditional manual control. The movements and light dynamics are digitally designed with 3D animation programs to result in a visual communication that has many similarities to the content created for our personal displays. This application accelerates the occupation of public airspace and requires highly secure and reliable robotic swarm systems. Work has begun on systematizing this new discipline by analyzing the most significant experiences made. The term Aerial Media Design is proposed as a field of reference, which contains the initiatives that investigate the use of drone swarms for visual purposes, which integrate in the public airspace new phenomena of cultural identity thus creating new relationships between the space of the air, the observer and the physical place. The latter holds an important key to this new discipline; it is not only the container, frame, stage and reference system, but the characteristics of the environment, architecture and context determine, in their absence, the space useful for collaborative robotic interaction that gives shape to a volumetric representation. Visual design in aerial space has many analogies with Motion Graphics, using in particular, three-dimensional animation as a design tool. This new expressive modality solicits the research of its own visual language, of new tools and methods, in order to apply it to cultural, educational and artistic projects; the inexistence of accessible and open platforms would have excluded any experimentation. The challenge of this first research was to innovate the state of the art within the existing technological platforms by developing a new generation luminous drone called LuminousBee: based on open software projects and protocols, equipped with the best technologies and with superior characteristics of miniaturization, lightness, integration and autonomy. The system has been completed with the development of a plugin for a three-dimensional animation software, in order to manage the design of visual contents and the export of trajectories and luminous data. The first architecture developed allowed to experiment the realtime transmission of commands during the application to LuminouBee finding the weaknesses of the current available technology. In a second phase the whole system was integrated with a third party ground control software with an offline mode that solved the problems of the previous implementation. This dedicated software for the final implementation is also based on the same Open Source project as the Luminousbee drones and uses the same communication protocol. The realization of this platform makes available a specific technology for aerial communication with swarms of drones suitable to accommodate future changes and implementations to provide for the integration of external ICT, such as the implementation of new messages and Mavlink commands to interact with complementary systems and support new operating modes and technological tools required by application scenarios to be developed.
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Passamani, Antonio. "Analysis and Design of a Transmitter for Wireless Communications in CMOS Technology". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424386.

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Resumen
The number of wireless devices has grown tremendously over the last decade. Great technology improvements and novel transceiver architectures and circuits have enabled an astonishingly expanding set of radio-frequency applications. CMOS technology played a key role in enabling a large-scale diffusion of wireless devices due to its unique advantages in cost and integration. Novel digital-intensive transceivers have taken full advantage of CMOS technology scaling predicted by Moore's law. Die-shrinking has enabled ubiquitous diffusion of low-cost, small form factor and low power wireless devices. However, Radio Frequency (RF) Power Amplifiers (PA) transceiver functionality is historically implemented in a module which is separated from the CMOS core of the transceiver. The PA is traditionally dictating power and battery life of the transceiver, thus justifying its implementation in a tailored technology. By contrast, a fully integrated CMOS transceiver with no external PA would hugely benefit in terms of reduced area and system complexity. In this work, a fully integrated prototype of a Switched-Capacitor Power Amplifier (SCPA) has been implemented in a 28nm CMOS technology. The SCPA provides the functionalities of a PA and of a Radio-Frequency Digital-to-Analog Converter (RF-DAC) in a monolithic CMOS device. The switching output stage of the SCPA enables this circuital topology to reach high efficiencies and offers excellent power handling capabilities. In this work, the properties of the SCPA are analyzed in an extensive and detailed dissertation. Nowadays Wireless Communications operate in a very crowded spectrum, with strict coexistence requirements, thus demanding a strong linearity to the RF-DAC section of the SCPA. A great part of the work of designing a good SCPA is in fact designing a good RF-DAC. To enhance RF-DAC linearity, a precision of the timing of the elements up to the ps range is required. The use of a single core-supply voltage in the whole circuit including the CMOS inverter of the switching output stage enables the use of minimum size devices, improving accuracy and speed in the timing of the elements. The whole circuit operates therefore on low core-supply voltage. Throughout this work, a detailed analysis carefully describes the electromagnetic structures which maximize power and efficiency of low-voltage SCPAs. Due to layout issues subsequent to limited available voltages, however, there is a practical limitation in the maximum achievable power of low-voltage SCPAs. In this work, a Multi-Port Monolithic Power Combiner (PC) is introduced to overcome this limitation and further enhance total achieved system power. The PC sums the power of a collection of SCPAs to a single output, allowing higher output powers at a high efficiency. Benefits, drawbacks and design of SCPA PCs are discussed in this work. The implemented circuit features the combination of four differential SCPAs through a four-way monolithic PC and is simulated to obtain a maximum drain efficiency of 44% at a peak output power of 29dBm on 1.1V supply voltage. Extensive spectrum analysis offers full evaluation of system performances. After exploring state-of-the-art possibilities offered by an advanced 28nm CMOS technology, this work predicts through rigorous theoretical analysis the expected evolution of SCPA performances with the scaling of CMOS Technologies. The encouraging forecast further emphasizes the importance of SCPA circuits for the future of high-performance Wireless Communications.
Il numero dei dispositivi senza fili è cresciuto esponenzialmente negli ultimi dieci anni. Grandi progressi tecnologici e nuove architetture di ricetrasmettitori hanno reso possibile un'impressionante insieme di applicazioni a radio-frequenza. La tecnologia CMOS ha giocato un ruolo centrale nel rendere possibile una diffusione in larga scala di dispositivi senza fili grazie ai suoi esclusivi vantaggi in termini di costo e integrazione. Nuovi ricetrasmettitori marcatamente digitali hanno preso pieno vantaggio dell'evoluzione tecnologica prevista dalla legge di Moore. La riduzione della dimensione degli integrati microelettronici ha permesso una diffusione capillare di dispositivi senza fili a basso costo, di ridotte dimensioni e dal basso consumo. D'altra parte, la funzionalità degli amplificatori di potenza (PA) per radio frequenza (RF) è storicamente implementata in un modulo che è separato dal nucleo CMOS del ricetrasmettitore. Il PA determina tradizionalmente la potenza e la durata della batteria del ricetrasmettitore, e per ciò è giustificata la sua implementazione in una tecnologia dedicata. All'opposto, un ricetrasmettitore CMOS pienamente integrato senza PA esterno beneficerebbe largamente in termini di riduzione di area e di complessità di sistema. In questo lavoro, un prototipo completamente integrato di Amplificatore di Potenza a Capacità Commutate (SCPA) è stato implementato in una tecnologia CMOS a 28nm. L'SCPA fornisce le funzionalità di un PA e di un Convertitore Digitale-Analogico in Radio Frequenza (RF-DAC) in un dispositivo CMOS monolitico. Lo stadio d'uscita commutato dell'SCPA rende questa topologia capace di raggiungere alte efficienze e offre un'eccellente capacità di generare potenza. In questo lavoro, le proprietà dell'SCPA sono analizzate in una discussione estensiva e dettagliata. Le comunicazioni senza fili di oggi operano in uno spettro molto affollato, con requisiti di coesistenza molto stretti, che quindi richiedono un'alta linearità alla sezione RF-DAC dell'SCPA. Una grande parte del lavoro di progetto di un SCPA è infatti progettare un buon RF-DAC. Per migliorare la linearità dell'RF-DAC, è richiesta una precisione della temporizzazione degli elementi fino all'ordine di grandezza dei ps. L'uso di una singola tensione di alimentazione, incluso l'invertitore CMOS dello stadio di uscita commutato, rende possibile l'uso di dispositivi di dimensione minima, migliorando l'accuratezza e la velocità della temporizzazione degli elementi. L'intero circuito opera quindi su una bassa tensione di alimentazione. Nel corso di questo lavoro, un'analisi dettagliata descrive con attenzione le strutture elettromagnetiche che massimizzano la potenza e l'efficienza degli SCPA a bassa tensione. A causa di problemi di maschere dovuti alle limitate tensioni disponibili, comunque, c'è una limitazione pratica nella massima potenza che un SCPA a bassa tensione può raggiungere. In questo lavoro, un Sommatore di Potenza Monolitico Multi-Porta (PC) è introdotto per superare questa limitazione e incrementare ulteriormente la potenza di sistema totale. Il PC somma la potenza di una collezione di SCPA in una singola uscita, rendendo possibili potenze più alte con un'alta efficienza. I benefici, i problemi e il progetto dei PC per SCPA sono discussi in questo lavoro. Il circuito progettato comprende la combinazione di quattro SCPA attraverso un Sommatore di Potenza (PC) monolitico ed è simulato ottenere un'efficienza massima di collettore del 44% con una potenza di picco di 29dBm da una tensione di alimentazione di 1.1V. Estensive analisi di spettro offrono una completa valutazione delle prestazioni di sistema. Dopo aver esplorato le prestazioni dello stato-dell'arte offerte da un'avanzata tecnologia CMOS a 28nm, questo lavoro predice attraverso un'analisi teorica rigorosa l'evoluzione attesa delle prestazioni dell'SCPA con l'evoluzione delle tecnologie CMOS. L'incoraggiante previsione enfatizza ulteriormente l'importanza dei circuiti SCPA per il futuro delle comunicazioni senza fili ad alte prestazioni.
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7

Cappai, Roberto. "Videogame arte visiva. Strumenti per l'analisi storico-artistica del videogame". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1191275.

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8

BERTI, PAOLO. "Tattiche artistiche nella società georeferenziata. Situazioni performative tra locative media e reti computazionali". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1576502.

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Resumen
La ricerca muove dall'indagine di un particolare ambito della cosiddetta New Media Art, legato alle tecnologie mobili di geolocalizzazione e cartografia digitale e alla loro veloce diffusione. La possibilità di riprodurre una mappatura creativa dei luoghi ha aperto un nuovo campo di sperimentazione per pratiche artistiche, in un’area intermedia tra l’astrazione del dato informatico e intervento nello spazio, urbano ed extraurbano. Tale sottotendenza artistico-locativa, sorta tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio dei Duemila, per quanto circoscritta, ha posto una serie di problematiche affrontate nei capitoli: rapporti con le forme contemporanee di arte elettronica e con quelle storiche legate a una discendenza novecentesca da riattualizzare (dadaismo, surrealismo, movimenti concettuali e di prossimità alla Land Art, pratiche situazioniste o relative all’arte pubblica), ma anche un’attinenza irrisolta col nascente mercato dei nuovi mezzi di comunicazione e con le tecnologie militari e governative del settore telecomunicativo.
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Libros sobre el tema "Arti elettroniche"

1

Kinēma: Il cinema sulle tracce del cinema : dal film alle arti elettroniche, andata e ritorno. Roma: Exòrma, 2013.

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2

Angelis, Valentina De. Arte e linguaggio nell'era elettronica. [Milan]: B. Mondadori, 2000.

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3

Fagone, Vittorio. L' immagine video: Arti visuali e nuovi media elettronici. Milano: Feltrinelli, 1990.

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4

Domenico, De Gaetano, ed. Mutazioni elettroniche: Le immagine di Studio azzurro. Torino: Lindau, 1995.

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5

Ravenna (Italy). Museo d'arte della città, ed. Plessi: Teatro elettronico della memoria. Milano: Mazzotta, 2001.

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6

Gallo, Francesca. All'alba dell'arte digitale: Il Festival Arte Elettronica di Camerino. Milano: Mimesis, 2018.

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7

Lischi, Sandra. Visioni elettroniche: L'oltre del cinema e l'arte del video. Roma: Fondazione Scuola nazionale di cinema, 2001.

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8

Ferrara (Italy). Galleria civica d'arte moderna. L'arte elettronica: Metamorfosi e metafore. Ferrara: Gallerie d'arte moderna e contemporanea, 2001.

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9

1945-, Albertini Rosanna y Lischi Sandra, eds. Metamorfosi della visione: Saggi di pensiero elettronico. Pisa: ETS editrice, 1988.

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10

Plessi, Fabrizio. Fabrizio Plessi: La Rocca elettronica : videoinstallazioni e disegni. Perugia: Provincia di Perugia, 1995.

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