Literatura académica sobre el tema "Architettura dei giardini"

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Tesis sobre el tema "Architettura dei giardini"

1

Terenzi, Filippo. "Palazzo ducale di Sassuolo:unicum monumentale e paesaggistico. Prospettive per il restauro dei giardini e la valorizzazione del polo museale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Resumen
La tesi si propone l’obbiettivo di esporre una proposta progettuale e di valorizzazione sia monumentale che paesaggistica del complesso Palazzo Ducale di Sassuolo, rispettivamente del prospetto meridionale che si affaccia sul giardino e parco ducale. Il progetto della Delizia di Sassuolo, coordinato dal RUP Emanuela Storchi, Funzionario Architetto presso Soprintendenza, Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, è all’interno di un piano ancora più vasto chiamato ‘’Ducato Estense’’ promosso dal MiBACT e ha come principale obiettivo la valorizzazione del territorio compreso tra Emilia–Romagna e Garfagnana. A seguito della progressiva “erosione” del parco dovuta all’urbanizzazione ed industrializzazione del territorio, dopo una lunga parentesi novecentesca di gestione da parte prima del salumificio Bellentani, e poi da parte dell’Accademia Militare di Modena, che per l’esercizio delle proprie attività evidentemente ne precludeva l’accesso al pubblico, il complesso necessitava di diffusi interventi di restauro conservativo. La proposta, è l’obbiettivo di ampliare il percorso di visita nella manica meridionale del Palazzo e di restituire alla fruizione dei visitatori il fronte Sud, ripristinando il collegamento fisico oltre che visivo, che dal Cortile d’Onore attraverso i fornici, (attualmente tamponati e chiusi con infissi di recente fattura) permetteva di raggiungere la quota del parterre attraverso un sistema di terrazze e percorsi esterni e di traguardare dal palazzo Ducale, la Villa Belvedere mediante la concretizzazione del cannocchiale visivo costituito dal filare di pioppi. Il progetto dell’allestimento museografico si è avvalso dello studio di importanti esperienze analoghe italiane degli anni 50’, che rappresentano la lezione di metodo valida ancora oggi.
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2

Pierini, Anna <1995&gt. "I Giardini Segreti di Villa Borghese a Roma. Storia e gestione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16954.

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Resumen
L’obiettivo che questo lavoro si propone è quello di presentare e far conoscere le vicende che hanno interessato i Giardini Segreti di Villa Borghese a Roma. Il lavoro effettuato si suddivide in due parti distinte ma correlate ai fini di una maggiore comprensione del caso. La prima sezione, che comprende i capitoli II, III e IV, si incentra sulla ricerca storico-artistica che indaga le origini e le trasformazioni dei Giardini Segreti dalla loro creazione, che risale al 1609, al restauro storico, di alcuni di essi, avvenuto nel 2016. Nel dettaglio la trattazione inizia con l’analisi di alcuni aspetti riguardanti lo sviluppo del parco della Villa e di coloro che l’hanno posseduta, utilizzata e trasformata, dal XVII secolo ad oggi. Prosegue successivamente con la ricerca sul collezionismo botanico della famiglia che tocca l’apice nella prima del Seicento con il capostipite Scipione Caffarelli Borghese ma che propone interessanti spunti di riflessione anche con altre personalità che hanno ereditato, oltre la proprietà, questa particolare passione. Si conclude infine questa prima parte con un’indagine storica relativa ai Giardini cosiddetti Segreti: dalla loro creazione, sempre agli albori del Seicento, sino all’acquisizione di essi da parte dello Stato nel 1903, il quale poi li diede in gestione al Comune di Roma.La seconda parte, che comprende i capitoli V e VI, è, invece, di ambito economico e consiste in un’analisi della gestione dei sopracitati Giardini e delle particolari modalità operative che hanno permesso il loro restauro tramite il finanziamento e la collaborazione della Onlus “Mecenati della Galleria Borghese”.
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3

Zauli, Maria Laura. "Il giardino ritrovato. Progetto di restauro e valorizzazione del giardino di palazzo Milzetti a Faenza". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1674/.

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Resumen
Data la forte prolificazione culturale, sbocciata a Faenza all’inizio del XIX secolo, nasce intorno al 1830, nel pieno centro storico della città, un giardino di stampo romantico. Si affacciano a questo piccolo parco due edifici: uno è il convento di Santa Caterina, l’altro è il palazzo più importante per il neoclassicismo in Romagna, palazzo Milzetti. La sua forte caratteristica è un nucleo centrale costituito da ponticelli, vasche e una particolarissima piccola costruzione di legno con tetto in paglia, affrescata all’interno con tempere di Romolo Liverani, risalente al 1851. Nel passare degli anni il parco subirà notevoli modifiche e nel 1947 sarà incautamente diviso a metà, tramite una recinzione. In questo modo il complesso romantico rimarrà di proprietà non più di palazzo Milzetti, ma del circolo del Dopo Lavoro Ferroviario. Attorno a questo nucleo all’inglese verranno nel tempo costruiti molte strutture a servizio del circolo, e demolite le aiuole e il verde che un tempo caratterizzavano questo luogo. Anche il capanno di legno rimarrà per anni abbandonato e senza la manutenzione necessaria per la sua sopravvivenza. Solo nel 1981 saranno condotti i primi lavori di restauro, con l’intento di recuperare il manufatto e il suo intorno. Ma solo un decennio dopo, una grossa nevicata crea grossi danni alla copertura del capanno, il quale verrà poi protetto da una struttura in tubi metallici, esteticamente poco congrua al carattere del sito. Il progetto di restauro, che viene qui presentato, riguarda in primo luogo il recupero dell’assetto originario del giardino, eliminando quindi la barriera che separa le due parti, per far acquisire una ritrovata spazialità e una originaria interezza. Dopo un rilievo dell’area, sono state quindi esaminate, una ad una, le piante del giardino e catalogate per capirne l’importanza estetica, storica o progettuale. In questo modo è stata scelta la vegetazione che dovrà essere rimossa per creare un ambiente più lineare, pulito e organizzato. Anche per gli elementi artificiali che sono stati incautamente aggiunti, è stata pensata la rimozione: pavimentazioni, palco, campo coperto da bocce, servizi igienici. L’area è stata risarcita tenendo in considerazione il tessuto originario dell’Ottocento, caratterizzato da aiuole verdi sinuose e sentieri in ghiaia. Sono stati utilizzati materiali conformi e già presenti nel parco, come la ghiaia, pavimentazione in ciottolato e aiuole erbose, ma al tempo stesso gli elementi di nuova costruzione non si vogliono del tutto mimetizzare con il resto ma denunciare, anche se sottovoce, la loro contemporaneità. Come secondo passo, si è pensato al restauro del capanno rustico. La prima necessaria operazione è stata quella di compiere il rilievo del manufatto e capire così in che modo fosse possibile intervenire. Il lavoro è stato quindi condotto su due registri: il primo quello dell’analisi dello stato di conservazione dei materiali, l’altro per capire la sua resistenza strutturale. Grazie ad un restauratore del legno, si è compreso quali trattamenti fossero più idonei, a seconda dell’essenza, dell’età e della collocazione. Per quanto riguarda la verifica strutturale si è giunti alla conclusione che l’edificio non è in uno stato di rischio e che quindi è necessaria la sola sostituzione degli elementi della copertura, ormai deteriorata. Proprio lo stato terminale del tetto, in paglia, è in condizioni precarie ed è necessario sostituirlo. Per quel che riguarda il complesso romantico, vengono ristuccate e impermeabilizzate le vasche e vengono poi sostituiti i parapetti lignei con altri che si avvicinano maggiormente alle forme riprodotte nella tela di Tancredi Liverani (1851) dove immortala l’edificio subito dopo la sua costruzione. Il nuovo progetto non vuole essere un intervento invasivo, ma desidera invece riprendere le linee e i punti di vista di un parco in stile romantico. Come infatti è noto, sono gli scorci, le pause e i percorsi le fondamenta del progetto, che vuole ridare a Faenza un’ area verde nel suo pieno centro storico.
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4

Succi, Chiara y Elia Bombardini. "Il Giardino Segreto di Adriano Proposta di nuova musealizzazione dei luoghi e dei percorsi all'interno di Villa Adriana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18204/.

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Resumen
Villa Adriana dal 1999 è entrata a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, riconosciuta quale mirabile sintesi della cultura greco-romana. La Villa, pur essendo stata oggetto di studi e disegni per molti secoli, continua a celare luoghi misteriosi e incompresi. L’area anche detta del Giardino Segreto di Adriano è sicuramente uno di questi luoghi, mai entrata a far parte del percorso di visita a causa della presenza di un campeggio realizzato negli anni cinquanta; oggi le archeologie romane e i ruderi del campeggio appaiono come oggetti abbandonati in un conflitto irrisolto. Il progetto propone di ridare forma a questo luogo, attraverso un percorso che presenta la successione degli spazi che componevano il Giardino, ricreando le scenografie ed il rapporto che esisteva fra loro.
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5

Bellentani, Andrea. "Il giardino dei campanelli: Progetto di rigenerazione urbana per il centro storico di Castelfranco Emilia". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24060/.

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Resumen
Il tema principale del seguente elaborato è un progetto di rigenerazione urbana di un isolato nel centro storico di Castelfranco Emilia, in collaborazione con l’amministrazione comunale della città. L’isolato in oggetto è situato all’estremo Ovest della via emilia, ai limiti del centro storico, e attualmente contiene: il Teatro Dadà, storico teatro cittadino, una serie di aggregati storici situati in Via della Vacca, un edificio residenziale a torre, e una serie di edifici in cemento armato estremamente difformi in materiali costruttivi e geometrie rispetto alle esistenze del centro storico. L’isolato in oggetto è in evidente stato di degrado e di abbandono, motivo per cui nasce la collaborazione con l’amministrazione comunale e il lavoro contenuto in questa Tesi. Il Progetto ha posto le sue basi sull’analisi storico-critica della città e nello specifico del centro storico di Castelfranco Emilia, con approfondimenti sullo sviluppo della conformazione urbana della città nei secoli. Successivamente, tramite un approfondimento sul caso studio di San Michele in Borgo dell’ Architetto Massimo Carmassi, il Progetto ha acquisito un linguaggio espressivo e concettuale. A seguito di questa fase di preparazione il progetto ha preso forma come “Giardino dei Campanelli”: un vero e proprio giardino, con padiglione e soppalco a servizio del Teatro e un edificio residenziale e commerciale a completamento della rigenerazione del luogo. Per concludere il lavoro la Tesi cerca un metodo applicativo alla realtà di ciò che è stato ideato in fase di progettazione, ipotizzando un percorso a fasi progettuali distinte per poter realizzare il progetto in diversi momenti, a seconda delle esigenze e delle possibilità dell’amministrazione e dei cittadini.
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6

Anelli, Martina. "Il nuovo distretto del Basket. Una visione per il museo e il giardino al Paladozza di Bologna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20186/.

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Resumen
La storia di Bologna e del suo legame con la pallacanestro ha radici molto profonde e il Paladozza, sede d’incontro degli eventi sportivi e di migliaia di tifosi, rappresenta il luogo simbolo di questa forte passione sportiva. Il tema di tesi propone un intervento di natura compositiva volto alla reidentificazione dell'area adiacente all’edificio e la proposta per un museo interattivo del basket all'interno di un'ala dello stesso. Il percorso progettuale nasce in seguito alla partecipazione a un concorso di idee indetto dalle istituzioni bolognesi per la realizzazione del futuro museo. L'elaborato affronta varie tematiche: alcune riflessioni riguardo all'identità dei luoghi e al tema dei vuoti architettonici, l'analisi storica della pallacanestro bolognese, l'evoluzione dell'area e dell'edificio emblema del progetto. Vengono poi esposti gli elaborati e le tematiche affrontate per il tema del museo, con un particolare approfondimento sull’esperienza immersiva ed infine il percorso di ideazione del giardino. Quest'ultimo abbraccia il Paladozza ed è costituito da aree di forma circolare disposte in maniera ritmata, con all’interno l’inserimento di nuove e vecchie funzioni: si prevede la realizzazione di una biblioteca di letteratura sportiva con terrazza verde panoramica e annessa un'area per attività di intrattenimento culturale all'aperto, costituita da un sistema di rampe che porta a una torre panoramica, punto di snodo del parco. Leggere installazioni che accolgono aree legate al tema del benessere al gioco dei bambini, creano uno spazio organico e fluido che permettono al visitatore di muoversi liberamente. L’architettura si insinua nel verde creando spazi domestici ma aperti e la componente verde rimane predominante. Il distretto del basket si realizza così come sintesi di un processo progettuale in grado di dare una forte identità al luogo, attraverso un’unione di tematiche strettamente legate al benessere, alla socialità e all’intrattenimento.
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7

Vicini, Melissa. "Jesolo - area "central park" centro per la conoscenza del territorio". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8039/.

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Il progetto si propone di individuare le potenzialità del paesaggio naturale di Jesolo, in particolare dell'ambiente lagunare e costiero, e dei suoi caratteri architettonici riproponendo tali caratteristiche all'interno dell'area a scopo conoscitivo, con l'obiettivo di sostenere l'educazione e la sensibilizzazione alla tutela del patrimonio naturale e storico attraverso luoghi per la didattica e proposte educative che consentano un'osservazione e una esperienza diretta sul luogo.
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8

Piva, Monica. "Il parco del palazzo dei principi di Carpegna: Conservazione e valorizzazione di un luogo dimenticato". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8653/.

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L'oggetto di questa tesi è il parco del Palazzo dei Principi di Carpegna situato nel comune di Carpegna, in provincia di Pesaro-Urbino. Si tratta del parco privato della dimora dei signori del luogo che fu costruita a fine XVII secolo per volere del Cardinale Gaspare Carpegna per celebrare il potere della casata. La tesi si divide in tre parti: la conoscenza del luogo, il progetto di conservazione dei suoi manufatti architettonici e il progetto di valorizzazione del parco come strumento di conoscenza e promozione del territorio.
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9

Francia, Francesco. "Il Restauro del Moderno: il Padiglione dell'Esprit Nouveau a Bologna. Dal miglioramento delle prestazioni alla valorizzazione del giardino "Le Corbusier"". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
Con questo lavoro si vuole analizzare il problema che inizia ad affacciarsi sul mondo del restauro: il restauro del moderno. Recentemente alcune delle opere architettoniche più significative frutto del movimento dell’architettura moderna sentono la necessità di un intervento di restauro. Si inizia studiando le correnti di pensiero che hanno caratterizzato il restauro delle opere antiche e l’evoluzione della legislazione in merito ai beni culturali. Per una maggiore chiarezza teorica sono stati analizzati tre diversi interventi di restauro: Ville Savoye: il primo caso di restauro del moderno attraverso l’iconizzazione dell’edificio. Casa del fascio di Como: è possibile osservare la capacità di adattare la carta del restauro per i monumenti del passato ad un’architettura moderna. Chiesa di vetro di Baranzate: intervento significativo sui serramenti. Come sunto della chiarezza teorica acquisita, si propone un caso di studio emblematico, il Padiglione dell'Esprit Nouveau di Bologna, che racchiude in sé il frutto di due epoche straordinarie: il movimento moderno di Le Corbusier ed il miracolo economico italiano del dopoguerra. Dopo una ricerca storica ed uno studio sulla condizione attuale dell’edificio, viene proposta una linea progettuale per un intervento di restauro degli esterni. Successivamente al rilievo fotografico e geometrico, viene analizzato secondo le schede contenute nella Normal 1/88 il degrado presente nell’edifico. Vengono poi studiati gli infissi in ferrofinestra del padiglione così da consentirne un’analisi dello stato attuale ed una proposta di miglioramento prestazionale degli stessi. Viene inoltre pensato un progetto per la rifunzionalizzazione e la valorizzazione del giardino “Le Corbusier” esterno al padiglione, creando uno spazio multimediale di aggregazione sociale. Questo intervento vuole essere un tentativo per non limitarsi al mero restauro materiale, ma per intraprendere un percorso di valorizzazione globale come "restauro diffuso".
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10

Tattini, Veronica. "Milano: un progetto per il riassetto urbano del Comprensorio ?Magenta-Carroccio-XXIV Maggio?. Un nuovo campus per l?Accademia di Brera". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
Il progetto prevede la risistemazione urbana di un’area militare in via di dismissione nella città di Milano, a ridosso di una fascia di tessuto recente sorto sul sedime dell’ottocentesca Stazione di smistamento di Porta Sempione. Il Comprensorio delle caserme “Magenta-Carroccio-XXIV Maggio” è posto in una zona piuttosto centrale della città, appena fuori dal perimetro delle mura spagnole, tra il Parco Sempione e il nuovo complesso costruito sull’area dell’ex Fiera Campionaria. Il progetto delinea un nuovo ordine urbano, coerente con quello che il tessuto stesso suggerisce, eliminando gli alti muri di confine invalicabili tipici dell’architettura militare e restituisce alla collettività un settore articolato e inedito, per molto tempo protetto e isolato. Il nuovo campus dell’Accademia di Belle Arti di Brera prevede il riuso delle tre caserme esistenti, collocandovi i dipartimenti, le strutture per la didattica e la nuova biblioteca accademica, e aggiunge ex novo la casa dello studente e una serra per le esposizioni artistiche. Gli edifici sono ordinati da un sistema di spazi liberi, una piazza lastricata, corti verdi e giardini comuni. Il verde è l’elemento che guida la composizione all’interno della cittadella universitaria, utilizzato nelle sue diverse declinazioni come vero e proprio elemento architettonico in grado di attribuire carattere identitario agli edifici e al contempo rendendo disponibili, insieme all’acqua, spazi adeguati alla vita e alle destinazioni d’uso previste dall’Accademia. La luce guida la composizione degli spazi tra la leggera trasparenza del vetro e la serena monumentalità della pietra.
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Libros sobre el tema "Architettura dei giardini"

1

Architettura dei giardini. Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1985.

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2

Massimo, De Vico Fallani y Bencivenni Mario, eds. Storia dell'arte dei giardini. Firenze: L.S. Olschki, 2006.

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3

Pirrone, Gianni. L' isola del sole: Architettura dei giardini di Sicilia. Milano: Electa, 1994.

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4

Progettare la natura: Architettura del paesaggio e dei giardini dalle origini all'epoca contemporanea. Bologna: Zanichelli, 2005.

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5

I giardini del Re Sole: Architettura e paesaggio nelle vedute seicentesche dei Perelle : collezione Verzelloni, Caravaglio. Mesenzana (Va) [i.e. Varese, Italy]: Marwan, 2010.

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6

Cappiello, Vito. Dalle aree dismesse verso nuovi paesaggi: [esperienze del Corso di architettura dei parchi e dei giardini a. a. 2003-04, Facoltà di architettura, Università degli studi di Napoli Federico II]. Roma: Aracne, 2006.

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7

29 + 1 tesi in architettura del paesaggio: Selezione di progetti di diploma del Master in paesaggistica e della Scuola di specializzazione in architettura dei giardini e progettazione del paesaggio dell'Università degli studi di Firenze, 2005-2007. Firenze: Edifir, 2008.

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8

Francesco, Petrucci y Fondazione Roma, eds. Pietro da Cortona e la villa di Castel Fusano dai Sacchetti ai Chigi: Architettura, pittura, giardini, paesaggio. Roma: Artemide, 2012.

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9

Cremonini, Lorenzino. Antiche ville e palazzi della campagna di Argelato: Ricostruzione storica delle antiche architetture, degli arredi, dei giardini e delle tenute inserite nel paesaggio agrario della pianura emiliana. Bologna: Progetto Leonardo, 1992.

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10

Petruccioli, Attilio. Il Giardino Islamico (Architettura e arte dei giardini). Edizioni Electa, 1994.

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