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Lonardi, Giulia, Giovanni Bertin, Stefano Campostrini, Alberto Arlotti, Pirous Fateh Moghadam y Francesca Russo. "La valutazione nella promozione dell'attivitŕ motoria". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 50 (diciembre de 2012): 73–107. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050006.

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L'inattivitŕ fisica č associata ad una serie di malattie croniche, che interessano la popolazione. I dati sono allarmanti e numerosi Stati hanno attivato politiche di promozione alla salute concernenti l'attivitŕ motoria, usufruendo di un approccio di tipo interdisciplinare. La ricerca valutativa, a questo proposito, sta sviluppando metodologie per intervenire in situazioni di complessitŕ e multi-settorialitŕ. Il presente contributo descrive un progetto di valutazione di programmi di promozione dell'attivitŕ motoria attivi in tre realtŕ regionali italiane: Veneto, Emilia-Romagna e Provincia Autonoma di Trento. Il processo valutativo attivato in ciascun caso regionale, rappresenta una particolare strategia valutativa che ha tenuto in considerazione gli obiettivi e il contesto territoriale di ogni programma di promozione, coinvolgendo gli stakeholders e impostando un lavoro nell'ottica della sostenibilitŕ futura. Il progetto valutativo proposto si presenta come un contributo allo sviluppo di modalitŕ e strumenti operativi efficienti e sostenibili nel campo della valutazione di programmi di promozione della salute.
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Cepollaro, Gianluca. "Ambiguitŕ, competenze e valutazione del personale". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 45 (octubre de 2010): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045003.

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L'articolo cerca di approfondire come la considerazione dell'ambiguitŕ propria in ogni processo valutativo puň aiutare a comprendere i limite dei metodi, degli strumenti e delle tecniche tradizionali. La valutazione del personale č innanzitutto un processo relazionale e contestuale prima di essere un sistema per misurare le performance rispetto alle attese a controllare il rapporto tra obiettivi e risultati. La cura della relazionalitŕ e l'adozione di un approccio evolutivo alle competenze puň aiutare nel mettere a punto un processo di valutativo capace di sviluppare spazi di riconoscimento e solidarietŕ tra individui e organizzazioni.
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Fabris, Rita Maria. "La voce degli studenti sulle “Residenze d’artista” di Media Dance: un approccio valutativo". Mimesis Journal 11, n.º 2 (1 de diciembre de 2022): 123–34. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.2600.

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Lingiardi, Vittorio y Annalisa Tanzilli. "La diagnosi psicodinamica in un'ottica contemporanea". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (octubre de 2011): 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003002.

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I più diffusi manuali di classificazione diagnostica come l' (ICD; vedi World Health Organization, OMS, 1992) e il (DSM; vedi American Psychiatric Association, APA, 2000), nelle loro varie edizioni, si fondano su un approccio alla psicopatologia descrittivo, ateorico e sostanzialmente . Questa impostazione ha suscitato nei clinici di formazione dinamica reazioni diverse: disinteresse, insoddisfazione, diffidenza, ostilità. La recente comparsa di procedure di valutazione e manuali diagnostici di ispirazione psicodinamica, ma ben ancorati alla ricerca empirica, quali la (SWAP-200; Westen, Shedler, 1999a,b; Westen, Shedler, Lingiardi, 2003) e il (PDM; PDM Task Force, 2006) ha promosso una "rivoluzione culturale" nella comunità dei professionisti della salute mentale, valorizzando un approccio alla diagnosi più vicino alla pratica clinica e più compatibile con interventi di tipo psicoterapeutico. Dove la diagnosi non è solo un'etichetta, ma anche un processo valutativo capace di ricondurre il sintomo al contesto di personalità e a un trattamento a misura di paziente.
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D'andrea, Alessia. "Verso la "sustainability accounting" in Sanitŕ: il caso della Medicina Trasfusionale". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 1 (marzo de 2012): 97–123. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-001007.

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Le riforme di regionalizzazione ed aziendalizzazione del settore sanitario italiano hanno guidato gli attori verso la ricerca di strumenti di accounting atti a monitorare le performance non solo economico-finanziarie, ma anche sociali e ambientali dell'attivitŕ svolta e a sviluppare un approccio valutativo partecipativo. La necessitŕ di comprendere la misura in cui attivitŕ attuali non sono sostenibili e orientare le decisioni, ha consentito lo sviluppo di pratiche di sustainability accounting, in grado di consentire la valutazione delle prestazioni in conformitŕ con gli obiettivi multidimensionali (insiti nella mission di tutela della salute) nel rispetto del vincolo di economicitŕ. Lo studio condotto verte sul processo attuato nell'ambito della Medicina Trasfusionale della Regione Marche.
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Galdieri, Michela y Emanuela Zappala. "Strumenti e approcci per la valutazione delle capacità comunicative di alunni con Disturbo dello Spettro Aut". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12483.

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In presenza di alunni con Disturbo dello Spettro Autistico con bisogni comunicativi complessi, il processo valutativo costituisce l'esito di uno scambio tra i diversi attori sociali impegnati nella co-progettazione del percorso educativo e didattico, nella rilevazione delle capacità dell'alunno, delle barriere e dei facilitatori presenti nel contesto. L'obiettivo del presente lavoro è di individuare strumenti valutativi e auto-valutativi che possano favorire gli apprendimenti, anche in un'ottica metacognitiva, con particolare attenzione all'approccio della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in ambito educativo, con lo scopo di acquisire informazioni ex ante sulle conoscenze, abilità e competenze, ma anche di monitorare il processo di insegnamento-apprendimento e il grado di coinvolgimento e partecipazione degli studenti alle attività didattiche.
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Brancati, Raffaele. "Una buona analisi controfattuale non č sufficiente". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 45 (octubre de 2010): 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045002.

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Il breve articolo che si propone ha lo scopo di introdurre qualche dubbio relativo alla utilitŕ della generalizzazione dei metodi controfattuali nelle analisi valutative e, soprattutto, alla possibilitŕ che ci si possa basare su di essi come unico approccio analitico nelle analisi. Fermi restando il rigore e la qualitŕ teorica che ispirano i metodi controfattuali ci si sofferma brevemente su alcuni vincoli applicativi e informativi (con particolare riferimento alle analisi sulle politiche industriali) e soprattutto su limiti caratteristici che rendono troppo debole tale approccio (e di modesta utilitŕ per il policy maker) se proposto come "unico" metodo.
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Serafina, Pastore. "Valutazione e formazione alla ricerca: la via della riflessivitŕ". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 48 (enero de 2012): 79–86. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048006.

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La diffusione di nuove pratiche di valutazione, strettamente correlate alle recenti riforme istituzionali, sembra caratterizzare l'attuale sistema universitario italiano. L'effetto di privatizzazione dell'istruzione e della ricerca, indotto da una distorta interpretazione del principio della libertŕ accademica, ha incentivato la produzione di modelli e di approcci valutativi che non sempre paiono pertinenti. A partire da tale presupposto l'articolo si sofferma sulle forme di valutazione previste per la valutazione del dottorato di ricerca. Dall'analisi emerge come in questo caso la valutazione finisca, e spesso, con l'apparire una mera pratica burocratica; una valutazione apparente, incapace di produrre alcun effetto di apprendimento e di cambiamento.
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Dordit, Luca. "La valutazione dei sistemi educativi: alcune linee di tendenza nei processi di riforma in corso in area OCSE". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 49 (mayo de 2012): 73–76. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049005.

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Il lavoro intende ricostruire alcune tra le principali linee di tendenza osservabili nei processi di riforma dei sistemi di valutazione dei sistemi educativi a livello nazionale, sulla base delle molteplici attivitŕ di ricerca compiute dall'OCSE negli anni recenti. Per tracciare il quadro dei principali elementi comuni ai processi riformatori, inizialmente si prendono in esame gli approcci ispirati alle logiche di accountability e di improvement, applicati alla valutazione nel settore dell'education. Si introducono successivamente le quattro dimensioni in cui l'OCSE articola il sistema valutativo: accertamento degli esiti di apprendimento degli studenti (student assessment), valutazione della performance degli insegnanti (teacher appraisal), valutazione delle istituzioni scolastiche (school evaluation) e valutazione complessiva del sistema educativo (system evaluation). Infine vengono riprese ed approfondite alcune tendenze comuni, riscontrabili sul piano internazionale per ciascuna delle dimensioni considerate.
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Caroppo, Emanuele, Giuseppina Del Basso y Patrizia Brogna. "Trauma e vulnerabilità nei migranti richiedenti protezione internazionale". REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, n.º 43 (diciembre de 2014): 99–116. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004307.

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INTRODUZIONE: I rifugiati richiedenti protezione internazionale mostrano un'alta vulnerabilità e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). OBIETTIVI: abbiamo utilizzato un approccio integrato multidisciplinare per valutare la loro vulnerabilità e psicopatologia. METODI: sono stati valutati 180 rifugiati politici secondo i criteri del DSM-IV-TR. RISULTATI: in un'alta percentuale di rifugiati politici la diagnosi principale è stata di PTSD associata con disturbi di personalità e/o altri disturbi psichici. CONCLUSIONI: i rifugiati politici hanno più difficoltà nel gestire le proprie emozioni, questo probabilmente è dovuto alla propria storia personale intrisa di vissuti traumatici, tuttavia attraverso un lavoro sia psicoterapico che farmacologico è stato possibile migliorare le proprie condizioni.
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Colagiacomo, Chiara, Elena Maria Ragazzi, Lisa Sella y Stefano Signorini. "Gli incentivi per la salute e sicurezza sul lavoro: riflessione sugli approcci metodologici e sulle criticità dell'analisi valutativa". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 71 (diciembre de 2019): 102–20. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071006.

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Lombardi, Duccio. "Prospettive terapeutiche nella cura del morbo di Addison". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 1 (3 de julio de 2013): 2–5. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.993.

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In questo editoriale sono valutate e analizzate alcune applicazioni terapeutiche innovative che potrebbero permettere un nuovo e differente approccio alla cura del morbo di Addison. Sebbene le conoscenze relative a questa malattia siano ancora limitate, soprattutto a causa della sua rarità, i principali meccanismi patogenetici del morbo sono qui valutati nell'ottica di capire quali potrebbero essere le future strategie terapeutiche per la cura di questa patologia. Attraverso l'analisi delle questioni di natura genetica e immunologica che caratterizzano l'Addison e cercando di comprendere quale potrebbe essere il ruolo delle cellule staminali adrenocorticali nella rigenerazione delle funzioni ghiandolari, sono, infine, riportati due studi clinici e alcune possibilità terapeutiche che potrebbero cambiare profondamente l'approccio a tale patologia.
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Cigognini, Maria Elisabetta y Margherita Di Stasio. "Formative Assessment. From pandemic practices to sustainable perspective through active learning approaches". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 2 (30 de junio de 2022): 91–110. http://dx.doi.org/10.36253/form-13028.

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The contribution examines the assessment aspects and the approaches of formative assessment in an active teaching perspective in support of the learning outcomes in the context of the Pandemic school. For this purpose, we will discuss the data from a survey conducted in 2020 by the Indire Observatory which involved over 3,700 Italian teachers of all school levels. Statistical findings show that forced distance teaching has highlighted school limit and potential. Emerges a need for active teaching and the support of formative evaluation in order to develop metacognition and critical thinking in learning processes. La valutazione formativa. Dalle pratiche in pandemia verso approcci sostenibili di didattica laboratoriale. Il contributo approfondisce gli aspetti valutativi e gli approcci della valutazione formativa in una prospettiva di didattica attiva a sostegno dei risultati degli apprendimenti nel contesto della scuola della Pandemia. In proposito, si discutono i dati di un’indagine condotta nel 2020 dall’Osservatorio di Indire che ha coinvolto oltre 3.700 docenti italiani di tutti gli ordini di scuola. Dai riscontri statistici si rileva come la didattica forzatamente a distanza abbia messo in luce limite e potenzialità della scuola forzatamente a distanza. Emergono la necessità di una didattica attiva e del sostegno di una valutazione formativa per lo sviluppo della metacognizione e del senso critico nei processi di apprendimento.
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Mandarino, Antonella. "Valutazione e sviluppo delle aree rurali: quali esperienze, quali nuovi approcci, quali metodologie di valutazione?" RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 43 (febrero de 2010): 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043009.

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Resumen
Il tema dello sviluppo rurale č stato negli ultimi decenni, ed č tuttora, molto dibattuto in ambito accademico e istituzionale, sia per le profonde trasformazioni che hanno interessato le aree rurali, sia per gli orientamenti della Politica Agricola Comune, ancora fortemente sbilanciata verso un approccio di tipo settoriale. Le valutazioni condotte fino ad oggi sulla politica di sviluppo rurale, attuata attraverso diversi strumenti in assenza di una chiara strategia, hanno avuto per oggetto i singoli programmi con cui tale politica č stata a lungo identificata, con il risultato che le analisi e i giudizi presentati non sono andati molto oltre le realizzazioni e i risultati degli interventi finanziati. La necessitŕ - manifestata dai componenti il "Gruppo di Lavoro sullo Sviluppo Rurale" costituito nell'ambito delle attivitŕ del NVVIP della Sardegna - di avviare processi di valutazione integrata, degli effetti prodotti dai diversi strumenti di programmazione sulle aree rurali, ha offerto lo spunto per l'organizzazione, nell'ambito del XII Congresso dell'AIV, di una Tavola Rotonda sul tema della valutazione e sviluppo delle aree rurali. L'articolo č una libera rielaborazione delle riflessioni e dei contributi portati in quella sede, allo scopo di stimolare un dibattito su nuove ipotesi di valutazione delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori rurali e sulle implicazioni, concettuali e di metodo, che la definizione di ricerche valutative sul tema dello sviluppo rurale comporta.
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Coletti Moia, Elena. "Quali pazienti, quale rischio. Identificazione e correzione: scelte ed aderenza terapeutica". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 163–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-2.

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Prima di iniziare una terapia oncologica potenzialmente cardiotossica è importante una valutazione cardiologica basale; essa può essere eseguita da un cardio-oncologo ma spesso in realtà viene attuata dal cardiologo ambulatoriale. La valutazione basale serve a identificare il profilo di rischio cardiovascolare del paziente, a correggere i fattori di rischio modificabili e, nel paziente cardiopatico noto, ad ottimizzare il trattamento. La correzione dei fattori di rischio come ipertensione arteriosa e dislipidemia richiede un adeguato approccio farmacologico ma per abbattere il più possibile il rischio, il paziente deve adottare una correzione dello stile di vita con misure comportamentali come l’interruzione del fumo, l’esercizio fisico ed una adeguata alimentazione. Il paziente con disfunzione ventricolare sinistra o cardiopatia ischemica deve essere valutato con test che permettano di rilevare l’entità del problema e poi intraprendere una terapia la cui scelta ed aderenza va considerata anche in base alle possibili interferenze con i farmaci oncologici.
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Scalcione, Vincenzo Nunzio. "The authentic assessment of educational actions: backward design and promotion of life skills". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 66–80. http://dx.doi.org/10.36253/form-13584.

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Resumen
The processes of change that affect today's training system require a planning commitment aimed at finding flexible and, at the same time, effective answers. A training approach, oriented towards design models capable of proceeding with the assessment of performance, appears to be the element that defines authentic assessment. According to the methods of intervention estimated by Grant Wiggins and Jay McTighe, a methodology is proposed that starts from some assessment choices, intervening on the definition of the same methods of didactic planning, according to the tool of understanding by Design. The aim is to promote a lasting understanding, acquire skills for life, achieve the so-called promotion of an authentic assessment, a perspective within which the assessment aims to involve the student through real-life tasks. In the present discussion we have therefore proceeded to define the intervention framework of such an approach, proposing the examination of the theoretical references and design models, within a design intervention carried out in the school. La valutazione autentica delle azioni educative: progettazione a ritroso e promozione delle competenze per la vita. I processi di cambiamento che investono il sistema formativo odierno necessitano di un impegno progettuale finalizzato alla ricerca di risposte flessibili ed, al contempo, efficaci. Un approccio formativo, orientato verso modelli progettuali in grado di procedere all’accertamento delle prestazioni risulta essere l’elemento che definisce la valutazione autentica. Secondo le modalità di intervento preventivate da Grant Wiggins e Jay McTighe, viene proposta una metodologia che muove da alcune scelte valutative, intervenendo sulla definizione delle stesse modalità della progettazione didattica, secondo lo strumento dell’understanding by Design. Il fine risulta quello di promuovere una comprensione durevole, acquisire competenze per la vita, conseguire la cosiddetta promozione di un authentic assessment, una prospettiva, all’interno della quale, la valutazione mira a coinvolgere l’alunno attraverso compiti di realtà. Nella presente trattazione si è quindi proceduto a definire il quadro di intervento di un simile approccio, proponendo la disamina dei riferimenti teorici e dei modelli progettuali, all’interno di una attività didattica realizzata nella scuola.
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Lopriore, Lucilla. "Valutare l’apprendimento precoce di una seconda lingua: rilevanza degli studi longitudinali". EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, n.º 1 (20 de febrero de 2020): 11–23. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.11.195.

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L’apprendimento precoce delle lingue straniere – in particolare nella scuola primaria – è un processo affascinante ma complesso, fortemente condizionato dall’età degli allievi, dal contesto, dagli obiettivi specifici del ciclo scolastico e dalla didattica proposta. La fascia d’età è di fatto una delle variabili che più incide sullo sviluppo e sul sostegno delle competenze linguistiche, e richiede da parte dei docenti l’adattamento degli approcci adottati, delle attività proposte e dei materiali utilizzati per rispondere allo sviluppo cognitivo e emotivo degli allievi. Valutare i risultati dell’apprendimento in uno scenario di questo tipo è un processo delicato che deve essere monitorato con strumenti idonei che consentano di utilizzare la valutazione sia per comprenderne il valore aggiunto sia per sostenere l’apprendimento nel tempo. Questo contributo introduce le implicazioni dei risultati di alcuni studi longitudinali che hanno monitorato e valutato lo sviluppo delle competenze degli allievi e offerto spunti di riflessione sui processi di apprendimento.
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Pizzorni, Maria, Ombretta Caldarice y Nicola Tollin. "A methodological framework to assess the urban content in climate change policies". Valori e Valutazioni 29 (enero de 2022): 123–32. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212909.

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By 2050, people in urbanized areas will account for 68% of the world’s population, 80% of which will be concentrated in Asia and Africa. The United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) introduced in 2011 the National Adaptation Plan (NAP) under the Cancun Adaptation Framework (CAF). Countries of the non-Annex I, described by the UN-General Assembly as especially vulnerable to the impacts of climate change, are invited to develop NAPs to identify adaptation challenges and devise appropriate climate adaptation responses. Recognizing the increasing vulnerability of urban systems to the effects of climate change, in 2019, UN-Habitat defined the supplement of the NAP process's technical guidelines for addressing urban and human settlement issues in NAPs. This paper aims to propose a methodology to assess the urban content of the NAPs after ten years from that the CAF comes into force. The evaluation is based, adapting and expanding, on the methodology used to assess the urban content of Nationally Determined Contributions (NDC) published by UN-Habitat in 2017. The methodology aims to analyse both key adaptation challenges and responses explicitly or implicitly related to urban systems. Moreover, it aims at understanding the interlinkage of urban content in NAP in relation to other key policies, such as NDCs and National Urban Policies (NUPs). In this perspective, 172 indicators were selected and clustered into nine groups: (i) Geographic Indicators; (ii) General Indicators; (iii) NAPs General Indicators; (iv) NAPs Urban Indicators; (v) NDCs Indicators; (vi) NUPs Indicators; (vii) Urban content in National Policies Indicators; (viii) International policy linkages (including SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Paris Agreement and New Urban agenda); (ix) National plans/policy/strategies/reports linkages. The methodology was tested on Brazil’s NAP, trying to find general considerations to apply to the countries that officially submitted their NAPs between 2014 to 2020. The test showed that: there is a stronger focus on defining climate adaptation challenges more than responses; climate adaptation challenges and responses are predominantly identified at the national scale, with a focus on policies and strategies at the national level; among the Brazilian NAP, there is "cities strategy", and it means that the NAP has a high urban content. In conclusion, the paper will highlight critical issues and improvements for each of the nine indices analysed. Entro il 2050, la popolazione urbana rappresenterà il 68% della popolazione mondiale. Di questa, l'80% sarà concentrata in Asia e in Africa. A partire da questo scenario di incrementale urbanizzazione, nel 2011 la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) ha introdotto, nell'ambito del Cancún Adaptation Framework (CAF), i Piani Nazionali di Adattamento (NAP). I NAP sono concepiti come strumento a supporto dei Paesi inclusi nel Non-Annex I, descritti dall'Assemblea generale dell'ONU come particolarmente vulnerabili alle transizioni in atto, per identificare le sfide e progettare le risposte più appropriate verso l’adattamento in risposta al cambiamento climatico. Riconoscendo la crescente vulnerabilità dei sistemi urbani, UN-Habitat nel 2019 ha predisposto delle linee guida per supportare la redazione dei NAP, in particolare per includere le questioni urbane e gli insediamenti umani. A dieci anni dall'entrata in vigore del CAF, il presente articolo presenta una proposta metodologica per valutare il contenuto urbano dei NAP. L’approccio valutativo proposto è un aggiornamento dalla metodologia utilizzata per analizzare il contenuto urbano dei Nationally Determined Contributions (NDCs), pubblicata da UN-Habitat nel 2017, e qui adattata ai NAP. La metodologia mira ad analizzare sia le sfide chiave per l’adattamento, ma anche le risposte esplicitamente o implicitamente connesse ai sistemi urbani e l'interconnessione del contenuto urbano dei NAP in relazione ad altre politiche chiave, quali NDCs e NUP (Politiche Urbane Nazionali). In questa prospettiva, la metodologia si compone di 172 indicatori, raggruppati in nove gruppi: (i) Indicatori geografici; (ii) Indicatori generali; (iii) Indicatori generali dei NAP; (iv) Indicatori che leggono il contenuto urbano dei NAP; (v) Indicatori degli NDC; (vi) Indicatori dei NUP; (vii) Indicatori che analizzano il contenuto urbano delle politiche nazionali; (viii) Collegamenti con le politiche internazionali (inclusi SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Accordo di Parigi e New Urban Agenda); e (ix) Collegamenti nazionali tra piani/politiche/strategie/report. La metodologia è stata testata sul NAP del Brasile, al fine di individuare considerazioni generali da adottare anche per gli altri Paesi del sud del mondo che hanno presentato i loro NAP tra il 2014 e il 2020. In sintesi, questa sperimentazione ha mostrato che: (i) vi è una maggiore attenzione alla definizione delle sfide di adattamento al clima più che all’individuazione di risposte; (ii) le sfide e le risposte di adattamento al cambiamento climatico sono prevalentemente identificate su scala nazionale; (iii) il NAP del Brasile si caratterizza per un alto contenuto urbano. In conclusione, il paper mette in luce punti di forza e criticità della metodologia, identificando alcuni miglioramenti per ciascuno dei nove gruppi di indicatori, nella prospettiva di applicare questo approccio di valutazione anche in altri contesti territoriali.
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Good, Byron J. y Mary-Jo Del Vecchio Good. "Il disturbo post-traumatico da stress č un concetto ‘sufficientemente buono' per il lavoro psichiatrico sulle conseguenze dei conflitti?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (julio de 2012): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002006.

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In un classico articolo del 1992, Derek Summerfield sostenne che "per la grande maggioranza dei sopravvissuti lo stress posttraumatico č una pseudocondizione, una ridefinizione della sofferenza comprensibile della guerra come problema tecnico per il quale sono disponibili soluzioni tecniche a breve termine come il counseling" Non ci sono prove che le popolazioni colpite dalla guerra cerchino questi approcci importati, che sembrano ignorare le loro tradizioni, i loro sistemi di significato, le loro prioritŕ effettive" (p.1449). Questo articolo descrive un programma di collaborazione attiva fra un'équipe della Harvard Medical School e la IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) in Indonesia in risposta ai "lasciti della violenza" fra gli abitanti dei villaggi rurali di Aceh, Indonesia, dopo lo tsunami del 2004 e l'accordo di pace tra il governo indonesiano e il Movimento Aceh Libera che mise fine a venti anni di conflitto. L'articolo fornisce dati provenienti da una serie di studi che indicano livelli elevati di esperienze traumatiche e di problemi di salute mentale ad Aceh dopo il conflitto. Descrive un progetto IOM di promozione attiva di salute mentale che ha usato équipe di medici di base e infermieri per rispondere ai problemi di salute mentale, e un progetto valutativo che fornisce importanti prove empiriche dell'efficacia nella pratica del programma. Sostiene che il PTSD č ben altro che una "pseudocondizione" e che i programmi d'intervento possono essere molto potenti nel ridurre sintomi e disabilitŕ. Conclude che lo sviluppo di programmi di salute mentale integrati in politiche di salute pubblica in contesti postbellici dovrebbe avere una prioritŕ elevata.
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Gabrielli, Laura, Aurora Greta Ruggeri y Massimiliano Scarpa. "Detecting information transparency in the italian real estate market: a machine learning approach [Identificare la trasparenza informativa nel mercato immobiliare italiano: un approccio machine learning]". Valori e Valutazioni 31 (febrero de 2023): 33–47. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223104.

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This research aims to understand how market transparency and data reliability can influence valuation procedures and decision-making processes in the Italian real estate market. Through the analysis of three different real estate markets and the validation of the information collected, this paper’s goal is to understand whether and to what extent the use of asking prices instead of actual purchase and sale prices can lead to valuation errors, increase the uncertainty of valuation, and undermine investment decision-making processes. The research results highlight the primary sources of information opacity in the Italian real estate market, classifying them according to their impact on real estate value. The novelty of this research lies in the integrated use of machine learning techniques, computer programming and multi-parametric valuation procedures to understand and manage information opacity in the Italian real estate market, particularly regarding the estimation of the market value of properties belonging to the residential segment. Questa ricerca si pone come obiettivo il comprendere come la trasparenza del mercato e correttezza delle informazioni influenzino i procedimenti di stima e i proessi decisionali nel mercato immobiliare italiano. Attraverso l’analisi di tre differenti mercati immobiliari e la verifica delle informazioni relative ai prezzi di offerta, il presente contributo vuole capire se, e in quale dimensione, l’impiego dei prezzi di offerta in luogo dei reali prezzi di compravendita possano portare a commettere errori valutativi, ad aumentare l’incertezza nelle stime e a pregiudicare il processo decisionale negli investi- menti. I risultati della ricerca evidenziano quali sono le fonti primarie di opacità informativa nel mercato immobiliare italiano, classificandole in base al loro impatto sulla stima del valore immobiliare. La novità di questa ricerca risiede nell’uso integrato di tecniche di machine learning, programmazione informatica e procedure di stima multi-parametrica al fine di comprendere e gestire l’opacità informativa nel mercato immobiliare italiano, in particolare riguardo la stima del più probabile valore di mercato degli immobili appartenenti al segmento residenziale.
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Salvia, Domenico De. "I servizi postmanicomiali nella psichiatria sociale italiana. Il circolo pratica/ricerca". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, n.º 1 (abril de 1992): 19–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006503.

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RiassuntoFino al 1978 erano praticamente assenti in Italia studi di valutazione dei servizi psichiatrici. Ciò per vari motivi: a) l'esiguo sviluppo che aveva avuto nel nostro paese, nel secondo dopoguerra, l'approccio di psichiatria sociale secondo il modello inglese e scandinavo, b) il sopravvento preso, negli anni '60 e '70 sulle ricerche valutative da un approccio socio-politico ai problemi della organizzazione dei servizi. Una eccezione importante è costituita dalla ricerca di Augusto Tamburini e collaboratori (1918), basata su valutazioni e dati statistici e che oggi cadrebbe sotto l'ampio dominio della valutazione e della pianificazione dei servizi. Dopo una breve revisione della piu significativa produzione scientifica italiana nel campo della psichiatria sociale e dopo aver illustrato le caratteristiche principali della nuova fase, assistenziale e scientifica, apertasi in Italia dopo la riforma del 1978, 1'A. presenta gli obiettivi della ricerca multicentrica i cui risultati sono pubblicati nei primi due fascicoli di EPS.Parole chiavevalutazione dei servizi, psichiatria sociale, riforma psichiatrica in Italia.SummaryUntil 1978 evaluative studies of psychiatric services in Italy were missing. The reasons were: a) the approach to social psychiatry according to the English-Scandinavian model was underrepresented in Italy and the tradition of epidemiological research in psychiatry was poor, b) the predominance, in the sixties and seventies, of the sociopolitical approach to the problems of service organization. An important exception was the study by Augusto Tamburini and his colleagues (1918), based on statistics and assessment which we would call today service evaluation and service planning. The A. of the present paper briefly reviews the most important Italian studies in the field of social psychiatry, describes the main characteristics of Italian psychiatry after the 1978 reform and outlines the aims of the multicenter case-register study published in the first two issues of EPS.
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MION, M., R. BOVO, R. MARCHESE-RAGONA y A. MARTINI. "Predittori di efficacia nel trattamento dell'otite esterna maligna fungina: una review sistematica". Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, n.º 5 (octubre de 2015): 307–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-669.

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Obiettivo dello studio è stato riassumere i dati della letteratura sugli aspetti clinici e la gestione abituale dell’otite esterna maligna fungina (OEMF), ed identificare possibili fattori predittivi di esito positivo del trattamento. Gli articoli sono stati inizialmente selezionati sulla base del titolo e degli abstract. Sono poi stati recuperati ed analizzati per intero seguendo criteri predeterminati. È stata stilata una lista di riferimento degli articoli selezionati per cercare eventuali pubblicazioni mancati. Gli studi raccolti sono stati infine valutati metodologicamente. Dei 143 articoli iniziali, ne sono stati selezionati 14 focalizzati sulla gestione dell’OEMF. La maggior parte di questi ha dimostrato una correlazione tra l’efficacia del trattamento, inteso come risoluzione dei sintomi, ed alcune variabili cliniche e di gestione della patologia quali l’astensione da procedure chirurgiche invasive, l’assenza di paralisi facciale, l’Aspergillus spp come patogeno causante e l’assenza di segni radiologici alla diagnosi e nel corso del follow-up. L’efficacia del trattamento dipende dalla valutazione dello stato dei nervi cranici, dal patogeno alla base e dai segni radiologici, più precisamente: l’assenza di paralisi facciale, l’Aspergillus spp e l’imaging negativo alla diagnosi e durante il follow-up correlano con la risoluzione dei sintomi. L’evidenza che il trattamento farmacologico possa associarsi ad un miglior outcome rispetto a procedure chirurgiche invasive potrebbe semplicemente riflettere il fatto che pazienti affetti da una patologia più avanzata richiedono un approccio più aggressivo mentre le forme più lievi possono essere trattate in modo conservativo. È necessario quindi prestare attenzione nell’interpretazione dei dati a causa della necessità di ulteriori studi sull’argomento.
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Dinapoli, N., T. Tartaglione, F. Bussu, R. Autorino, F. Miccichè, M. Sciandra, E. Visconti, C. Colosimo, G. Paludetti y V. Valentini. "Modelling tumour volume variations in head and neck cancer: contribution of magnetic resonance imaging for patients undergoing induction chemotherapy". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 1 (febrero de 2017): 9–16. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-906.

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La valutazione del volume del tumore primitivo ha mostrato un valore predittivo per la stima dei risultati della sopravvivenza. Usando i dati volumetrici acquisiti con la Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione (CI), tali risultati sono stati stimati nei pazienti con tumore del testa e collo, prima del trattamento radiante. Le immagini RM acquisite prima e dopo CI in 36 pazienti con tumore avanzato della testa e del collo sono state analizzate per valutarne il volume del tumore primitivo. I due volumi sono stati correlati utilizzando la regressione lineare locale tra i volume valutati nelle immagini della prima e quelli della seconda RM. Sono stati definiti i modelli di rischio proporzionale di COX per la valutazione del controllo locoregionale, la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale. La regressione lineare locale ha mostrato un buon valore predittivo per tutti i risultati di sopravvivenza nei modelli di rischio proporzionale di COX. I modelli predittivi per il controllo locoregionale di malattia e la sopravvivenza libera da malattia a 24 mesi ha mostrato una ottima discriminazione e capacità di previsione. La valutazione delle variazioni dei volumi dei tumori primitivi della testa e del collo dopo CI fornisce un esempio di modello che può essere facilmente utilizzato per altri approcci terapeutici. Una valutazione completa delle variabili nelle covariate è un prerequisito necessario per la creazione di modelli clinicamente attendibili.
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Ostinelli, Giorgio. "Concezione e realizzazione del Questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante". Swiss Journal of Educational Research 34, n.º 3 (26 de septiembre de 2018): 533–50. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.34.3.4895.

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La valutazione dell’insegnamento è sempre stata ed è tuttora un tema allo stesso tempo importante e di difficile attuazione. Benché chi insegna valuti in continuazione, si constata tuttavia che, nella maggior parte dei casi, le/gli insegnanti non amano essere valutati. Come fare per introdurre delle forme di valutazione «sostenibili», che aiutino a meglio mettere a fuoco aspetti importanti dell’insegnamento e che siano allo stesso tempo rigorose e rispettose della professionalità e della personalità delle/dei docenti? La creazione di un contesto orientato al miglioramento nelle scuole può essere un’occasione importante per sviluppare approcci dotati di tali caratteristiche, ed è, in poche parole, quanto è avvenuto presso la Scuola professionale e artigianale (SPAI) di Mendrisio negli ultimi anni. Nei fatti, nell’ambito del progetto DAAP1, sorto a partire da un’iniziativa federale volta a introdurre forme di autovalutazione negli istituti scolatici, un gruppo di lavoro a cui prendevano parte rappresentanti delle varie categorie di attori presenti nella scuola (insegnanti, allievi, direzione, ecc.) ha sviluppato, con l’assistenza di uno School Improvement Advisor/researcher (SIA), un questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante. Il presente articolo descrive le tappe che hanno condotto alla creazione di tale strumento e le procedure che hanno permesso di affinarne la validità e l’affidabilità, nell’ottica di una sua utilizzazione su più larga scala da parte dei docenti ticinesi e di madrelingua italiana.
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Forgione, Davide. "I know You got soul. Street education projects of Hip-Hop Based Pedagogy". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, n.º 2 (31 de julio de 2021): 106–23. http://dx.doi.org/10.36253/form-10779.

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Project design is a fundamental element within educational contexts. Plus, it is a core competence that should be part of the baggage of those working in education and learning, along with evaluative and empirical skills. Involving adherence to the context while maintaining a certain methodological rigor, it is considered important ensuring the achievement of development goals in childhood and adolescence. This intervention offers an innovative approach based on the application of pedagogical methods and practices close to the cultural context of the individuals, taking as reference the adolescent beneficiaries of an educational center in an urban area. The idea is to set up a educational street practice through Hip-Hop Based Education, a set of practices that incorporate the creative elements of hip-hop culture into teaching. Young people are encouraged to establish a connection with the contents dealt with by encountering them in their own cultural territory, educating through their own realities and experiences. I know You got soul. Percorsi di Educativa di Strada basati sulla pedagogia Hip-Hop La progettazione è un elemento fondamentale all’interno dei contesti educativi nonché una competenza cardine che dovrebbe far parte del bagaglio di coloro che operano in ambito educativo e formativo, insieme a quella valutativa ed empirica. Implicando al tempo stesso di essere aderenti al contesto pur mantenendo un certo rigore metodologico, si considera importante nel garantire il raggiungimento dei traguardi di sviluppo nell’infanzia e adolescenza. Questa proposta d’intervento offre un approccio innovativo e improntato all’applicazione di metodi e pratiche pedagogiche vicine al contesto culturale degli individui, prendendo come riferimento i beneficiari pre-adolescenti e adolescenti di un centro educativo in un’area urbana. L’idea è imbastire un intervento di educativa di strada mediate la Hip-Hop Based Education, un insieme di pratiche che incorporano gli elementi creativi della cultura hip-hop nell’insegnamento. I giovani vengono così stimolati a stabilire una connessione con i contenuti trattati incontrandoli nel proprio territorio culturale, educando attraverso le proprie realtà ed esperienze.
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Gemma, M., S. Toma, F. Lira Luce, L. Beretta, M. Braga y M. Bussi. "Enhanced recovery program (ERP) in major laryngeal surgery: building a protocol and testing its feasibility". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 6 (diciembre de 2017): 475–78. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1091.

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Con il termine Enhanced Recovery Program (ERP) si fa riferimento a protocolli, sempre più utilizzati in ambito chirurgico, che introducono un approccio multimodale evidence-based alla gestione perioperatoria del paziente. In particolare, i benefici derivanti dall’applicazione dei protocolli di Enhanced Recovery After Surgery (ERAS®) sono stati ampiamente dimostrati nella chirurgia colon-rettale, dove hanno determinato una riduzione della durata della degenza e delle complicanze postoperatorie. Ulteriori protocolli ERP sono stati introdotti in vari campi chirurgici, tra cui la chirurgia vascolare, gastroenterologica, pancreatica, ginecologica, urologica e ortopedica. Nel campo della chirurgia otorinolaringoiatrica, non è ancora stato intrapreso un tentativo di implementazione di un protocollo basato sui principi ERAS®. Lo scopo del nostro lavoro è stato sviluppare un programma ERP per la chirurgia laringea maggiore (laringectomie parziali e totali, rimozione di tumori orofaringei con ricostruzione con lembo nuscolare a cielo aperto), basato sui principi fondamentali del protocollo ERAS® validato nella chirurgia colon-rettale. Ventiquattro pazienti sottoposti a chirurgia oncologica laringea maggiore sono stati trattati con tale protocollo ERP, che differiva sotto molti aspetti dalla nostra precedente pratica standard (descritta sulla scorta di settanta pazienti sottoposti a chirurgia laringea oncologica a cielo aperto prima dell’introduzione del nuovo protocollo). La percentuale di aderenza dei pazienti al protocollo ERP è stata elevata. In particolare gli “items” valutazione nutrizionale preoperatoria, profilassi antibiotica, profilassi PONV (nausea e vomito postoperatori), riabilitazione logopedica post-operatoria, sono stati applicati nel 100% dei casi. Alcune voci del protocollo ERP (profilassi antibiotica, tassi di infusione intraoperatoria e logopedia postoperatoria) erano state già spesso implementate prima dell’adozione ERP. Si sono presentate poche complicanze postoperatorie di tipo medico (8,3% dei casi). Il nostro protocollo ERP per la chirurgia laringea maggiore si è rivelato possibile. Il grado di beneficio derivante dalla sua applicazione potrà essere valutato mediante un ulteriore implementazione del campione di studio.
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Rigante, M., G. La Rocca, L. Lauretti, G. Q. D’Alessandris, A. Mangiola, C. Anile, A. Olivi y G. Paludetti. "Preliminary experience with 4K ultra-high definition endoscope: analysis of pros and cons in skull base surgery". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 3 (junio de 2017): 237–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1684.

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Negli ultimi venti anni la chirurgia endoscopica del basicranio ha osservato continui sviluppi tecnici e tecnologici. L’endoscopia 3D e l’ alta definizione (HD) 4K hanno fornito grandi vantaggi in termini di visualizzazione e di risoluzione spaziale. L’ ultra HD 4K, recentemente introdotta nella pratica clinica, determinerà i prossimi passi soprattutto nella chirurgica endoscopica del basicranio. I pazienti sono stati operati attraverso un approccio transnasale transfenoidale endoscopico, utilizzando un endoscopio Olympus NBI 4K UHD con ottica 4 mm 0 ° Ultra Telescope, lampada allo xeno 300 W (CLV-S400) predisposto per la tecnologia narrow band imaging (NBI) collegato con una videocamera ad un alta qualità unità di controllo (OTV-S400 - VISERA 4K UHD) (Olympus, Tokyo, Giappone). Due schermi, un 31 “Monitor - (LMD-X310S) e quello principale ultra-HD 55” a pollici ottimizzati per la riproduzione immagini UHD (LMD-X550S). In casi selezionati abbiamo usato un sistema di navigazione (Stealthstation S7, Medtronic, Minneapolis, MN, Stati Uniti). Abbiamo valutato 22 adenomi ipofisari (86,3% macroadenomi; 13,7% microadenomi). Il 50% non erano secernenti (NS), 22,8% GH, 18,2% ACTH, 9% PRLsecernenti. 3/22 erano recidive. Nel 91% dei casi abbiamo raggiunto la rimozione totale, mentre nel 9% la resezione subtotale. Un followup medio di 187 giorni, durata media del ricovero era 3,09 ± 0,61 giorni. Tempo chirurgico 128,18 ± 30,74 minuti. Abbiamo avuto solo 1 caso di fistola intraoperatoria a basso flusso senza ulteriori complicazioni nel follow up. Il 100% dei casi non ha richiesto emotrasfusione. La visualizzazione e l’alta risoluzione del campo operatorio hanno fornito una vista dettagliata di tutte le strutture anatomiche e patologie e permesso il miglioramento della sicurezza e l’efficacia della procedura chirurgica. Il tempo operatorio è stato simile a quello dell’endoscopio HD standard 2D e 3D, come la fatica fisica era paragonabile ad altri in termini di ergonomicità e peso.
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Patané, Michele. "Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Rosato, Paolo, Raul Berto y Chiara D'Alpaos. "Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero]". Valori e Valutazioni 31 (febrero de 2023): 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

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The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
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Daniela Torti. "Didattica innovativa e valutazione tramite portfolio digitale nel contesto universitario: il punto di vista degli studenti". IUL Research 2, n.º 3 (17 de julio de 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.110.

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Questo contributo presenta una ricerca qualitativa volta a esplorare l’opinione di 35 studenti rispetto alla frequenza del corso universitario di psicologia e scuola. Il corso, basato sulla prospettiva socioculturale, proponeva una metodologia didattica innovativa con valutazione degli studenti tramite portfolio digitale. Tale modalità offriva una didattica efficace basata su una rappresentazione interattiva del processo di insegnamento/apprendimento, volta alla produzione di acquisizioni significative per lo studente e alla costruzione di abilità trasversali. Dai dati emersi, si evince l’importanza dell’introduzione nei percorsi formativi universitari di attività autentiche che richiamino la collaborazione tra studenti. Inoltre, appare importante diffondere nuovi approcci valutativi, al fine di incoraggiare una modalità di apprendimento autodeterminata.
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Bignamini, Emanuele, Sara Zazza, Loredana Ierardi y Enrico Teta. "Carcere e clinica delle dipendenze. Quali le sfide da affrontare per mantenere terapeutico un sistema di cura?" MISSION, n.º 49 (febrero de 2018). http://dx.doi.org/10.3280/mis49-2018oa5334.

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La comunità a custodia attenuata "Arcobaleno" della Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino ospita circa 80 pazienti con diagnosi di disturbi da uso di sostanze valutati in grado di sostenere il programma terapeutico comunitario. Se la persona reclusa è, per l'Amministrazione Penitenziaria, un detenuto, ovvero un soggetto reo di colpe da scontare e che va controllato e rieducato, per il Servizio Sanitario è una persona che richiede un trattamento articolato, sanitario e psicosocioeducativo. Questa differenza di sguardo porta a mettere in atto stili "trattamentali" o "terapeutici" diversi e reciprocamente influenzantesi  con rischi consistenti e poco controllabili (certamente non controllabili in tempo reale e senza costi) che integrano, oltre alle positività,  anche le diverse problematiche, sempre presenti in ognuno degli approcci. I pazienti gravi, a volte al limite della trattabilità, come quelli presenti nel contesto carcerario, investono massicciamente tutti coloro che si prendono cura di loro (operatori sanitari e agenti di custodia) di sentimenti di perdita, impotenza e invidia, costringendo gli operatori a un lavoro di elaborazione continua di queste emozioni. Come può il trattamento clinico coniugarsi con le condizioni dettate dal sistema penitenziario? A partire dall'analisi delle dinamiche relazionali e contestuali che si creano in una comunità detentiva, gli autori forniscono una prima risposta a tale quesito.
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Bedin, Rafael Antonio Caldart, Maísa Schultz, André Wanderley de Oliveira Guimarães, Felippe Orli de Farias Motta Külkamp y Antonio Bedin. "Distribuzione per stato fisico ASA e per Mallampati Scala dei pazienti sottoposti a erniorrafia inguinale mediante videolaparoscopia". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 21 de octubre de 2020, 90–99. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/mallampati-scala.

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Nella valutazione preanestenica, che dovrebbe sempre avvenire prima di interventi chirurgici elettivi, l’anestesista esegue la valutazione dello stato fisico. Questo studio ha verificato il profilo dei pazienti riferiti per l’intervento di herniorrhary inguinale a Joinville secondo i criteri dell’American Association of Anesthesiology da agosto 2016 ad agosto 2017. Lo stato fisico è stato valutato secondo la classificazione dell’American Association of Anesthesiology (ASA), identificando la classificazione dello stato fisico (ASA 1, 2, 3, 4, 5 e 6) dei pazienti sottoposti a chirurgia herniorrhamy inguinale a Joinville. È stata verificata la prevalenza della scala Mallampati delle vie aeree 1, 2, 3 e 4 secondi. E ha correlato i dati per la verifica e l’elaborazione di approcci terapeutici individualizzati in base ai profili trovati per il miglioramento della cura del paziente. Si tratta di uno studio clinico epidemiologico retrospettivo condotto da agosto 2016 ad agosto 2017. 328 pazienti hanno partecipato allo studio, età 45.80±11.60, peso 81.22±13.32 e indice di massa corporea 27.28±3.79. Lo stato fisico più frequente, secondo la classificazione dell’anestesiologia (ASA) della American Society. La difficoltà di intubazione tracheale di Mallampati era 1. Questo studio mirava a quantificare la prevalenza dello stato fisico ASA e la classificazione mallampati dei pazienti sottoposti a chirurgia dell’herniorrhacupia inguinale nella città di Joinville tra agosto 2016 e agosto 2017. Inoltre, sono stati raccolti dati demografici (genere, età, peso e indice di massa corporea), nonché lo stato fisico e la classificazione delle previsioni di difficoltà di intubazione mallampati.
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Temporelli, Pier Luigi. "Cardiopulmonary rehabilitation in patiens with heart failure and chronic pulmonary disease". Monaldi Archives for Chest Disease 84, n.º 1-2 (22 de junio de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.739.

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<p>The epidemiology of chronic heart failure (CHF) and chronic obstructive pulmonary disease (COPD) are well known. Each of these conditions has an important impact on quality of life and functional status and on healthcare consumption. Through shared risk factors and pathophysiological mechanisms CHF and COPD coexist more frequently than expected from the respective populations observed by the pulmonologist or cardiologist. This has important prognostic and therapeutic implications. Several registry-based studies and <em>post-hoc</em> analyses of large randomized controlled trials evaluating COPD as a comorbidity in CHF outpatients have highlighted the negative prognostic impact of the comorbidity in terms of constraint in use of recommended treatments<strong>. </strong>Among them, the cardiopulmonary rehabilitation may play a significant role. Even in these patients, in fact, a rehabilitative approach focused on physical training programs can positively impact functional autonomy, exercise tolerance and quality of life.</p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Attraverso i fattori di rischio condivisi e simili meccanismi fisiopatologici scompenso cardiaco cronico (SCC) e malattia ostruttiva cronica polmonare (BPCO) coesistono più frequentemente di quanto previsto dalle rispettive popolazioni osservate rispettivamente dallo pneumologo o dal cardiologo. Ciò ha importanti implicazioni prognostiche e terapeutiche. Diversi studi basati su registri e analisi post-hoc di ampi studi randomizzati controllati che hanno valutato la BPCO come comorbidità in pazienti con SCC hanno messo in evidenza l'impatto prognostico negativo della comorbilità in termini soprattutto di limitazioni all’utilizzo di trattamenti raccomandati. Tra questi un ruolo non trascurabile spetta alla riabilitazione. Anche in questi pazienti infatti un approccio riabilitativo incentrato su programmi di training fisico può impattare favorevolmente sulla autonomia funzionale, sulla tolleranza allo sforzo e sulla qualità della vita.</p>
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