Literatura académica sobre el tema "Approcci sociologici relazionali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Approcci sociologici relazionali"

1

Ehrenberg, Alain. "Le terapie psicosociali o il nuovo spirito della cura". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003002.

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Resumen
Le terapie psicosociali (come la riabilitazione) e la problematica della recovery, a cui sono generalmente associate, si sviluppano in Francia dall'inizio del 21° secolo. Costituiscono il paradigma di un nuovo spirito della cura che consiste nella risocializzazione dell'individuo secondo dei criteri di autonomia e rappresentano una radicale svolta individualistica delle pratiche terapeutiche d'ispirazione cognitivo-comportamentale: una svolta sociale, cioè un cambiamento nelle modalità correnti d'intervento sul paziente. L'articolo propone una lettura sociologica di tale nuovo spirito della cura nell'ambito della salute mentale contemporanea: ciò implica una sua collocazione nel contesto delle interazioni tra l'essere umano e la società. Saranno, dunque, descritte le reciproche relazioni tra nuovi ideali sociali d'autonomia individuale (l'ideale delle potenzialità nascoste) e i cambiamenti negli approcci terapeutici ai pazienti che ormai sono concepiti in termini di handicap/risorse più che in termini di sintomi. Verrà successivamente avanzata un'ipotesi sociologica per spiegare come agiscono le terapie sui pazienti attraverso un confronto tra la guarigione individualistica, in cui si colloca la recovery del paziente, e la guarigione rituale delle società di filiazione unilineare. Lo scopo è di mettere in luce che la nostra idea dell'uomo nella società - lo spirito sociale - e la nostra idea della terapia - lo spirito della cura - si sono trasformate in modo interdipendente.
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2

Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Resumen
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Tesis sobre el tema "Approcci sociologici relazionali"

1

PASINI, ANNALISA. "Organizzazione scolastica e disagio giovanile. Un'analisi relazionale". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1107.

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Resumen
La tesi analizza il modo in cui le organizzazioni scolastiche affrontano il disagio giovanile, verificando se e dove si riscontrino caratteri di relazionalità nella sua gestione e nell’orientamento organizzativo, secondo l’approccio relazionale al welfare. Si tratta di una ricerca qualitativa ed esplorativa, condotta nel sistema educativo della Provincia Autonoma di Trento, attraverso interviste semistrutturate a dirigenti, docenti, ma anche altri professionisti, studenti e famiglie. L’analisi, preceduta da un inquadramento teorico e delle indicazioni istituzionali, focalizza il processo di aiuto sul caso secondo l’ottica relazionale e poi si centra sul piano organizzativo, per osservare in tre elementi – finalità, persone e mezzi dell’organizzazione – come l’assunzione di una prospettiva relazionale possa attivare nella scuola pratiche di care in grado di migliorare il benessere degli studenti. L’analisi mostra che, soprattutto nella formazione professionale trentina, il presupposto della care appare abbastanza condiviso ma spesso non si traduce in veri e propri processi relazionali. Un punto critico riguarda l’attivazione di reti riflessive paritarie con le famiglie e gli studenti. Una potenzialità innovativa è invece espressa in alcuni istituti dove l’assetto organizzativo funziona almeno in parte secondo logiche relazionali: ciò sembra sostenere la funzione formativa della scuola, coinvolgendola in una dinamica societaria di care diffusa.
The thesis analyses the way in which school organizations tackle the problem of young people in trouble, verifying if and where relational elements can be found in organizational orientations, following the relational approach to welfare. It is a qualitative and exploring research, conducted within the Province of Trento's educational system, through semistructured interviews with school executives, teachers, other professionals, students and families as well. Beginning with the theoretical framework and the institutional indications, the analysis focuses on individual helping process from the relational perspective; then moving to the organizational level in order to observe in three elements - goals, people and means - how the utilization of a relational approach can activate, in the school, practices of "care" capable of improving students well being. The analysis shows that, mainly in occupational training, the idea of "care" seems to be quite shared but it does not translate into true relational processes. A critical point refers to the activation of reflective networks with families and students. A potential innovation is expressed in certain institutes where the organizational framework reflects, at least partially, the relational approach: it does seam to support the school educational role, involving the school itself in a widespread society of "care".
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PASINI, ANNALISA. "Organizzazione scolastica e disagio giovanile. Un'analisi relazionale". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1107.

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Resumen
La tesi analizza il modo in cui le organizzazioni scolastiche affrontano il disagio giovanile, verificando se e dove si riscontrino caratteri di relazionalità nella sua gestione e nell’orientamento organizzativo, secondo l’approccio relazionale al welfare. Si tratta di una ricerca qualitativa ed esplorativa, condotta nel sistema educativo della Provincia Autonoma di Trento, attraverso interviste semistrutturate a dirigenti, docenti, ma anche altri professionisti, studenti e famiglie. L’analisi, preceduta da un inquadramento teorico e delle indicazioni istituzionali, focalizza il processo di aiuto sul caso secondo l’ottica relazionale e poi si centra sul piano organizzativo, per osservare in tre elementi – finalità, persone e mezzi dell’organizzazione – come l’assunzione di una prospettiva relazionale possa attivare nella scuola pratiche di care in grado di migliorare il benessere degli studenti. L’analisi mostra che, soprattutto nella formazione professionale trentina, il presupposto della care appare abbastanza condiviso ma spesso non si traduce in veri e propri processi relazionali. Un punto critico riguarda l’attivazione di reti riflessive paritarie con le famiglie e gli studenti. Una potenzialità innovativa è invece espressa in alcuni istituti dove l’assetto organizzativo funziona almeno in parte secondo logiche relazionali: ciò sembra sostenere la funzione formativa della scuola, coinvolgendola in una dinamica societaria di care diffusa.
The thesis analyses the way in which school organizations tackle the problem of young people in trouble, verifying if and where relational elements can be found in organizational orientations, following the relational approach to welfare. It is a qualitative and exploring research, conducted within the Province of Trento's educational system, through semistructured interviews with school executives, teachers, other professionals, students and families as well. Beginning with the theoretical framework and the institutional indications, the analysis focuses on individual helping process from the relational perspective; then moving to the organizational level in order to observe in three elements - goals, people and means - how the utilization of a relational approach can activate, in the school, practices of "care" capable of improving students well being. The analysis shows that, mainly in occupational training, the idea of "care" seems to be quite shared but it does not translate into true relational processes. A critical point refers to the activation of reflective networks with families and students. A potential innovation is expressed in certain institutes where the organizational framework reflects, at least partially, the relational approach: it does seam to support the school educational role, involving the school itself in a widespread society of "care".
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SALA, MARTINA. "LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17726.

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Resumen
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali.
This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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SALA, MARTINA. "LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17726.

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Resumen
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali.
This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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TRONCA, Luigi. "Il capitale sociale tra approccio relazionale e approccio reticolare: una proposta d’integrazione tra due strategie di ricerca". Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11562/244638.

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Resumen
La tesi di dottorato parte dalla presupposizione che il concetto di capitale sociale sia tematizzabile in maniera adeguata alla sua intrinseca costituzione relazionale esclusivamente attraverso approcci sociologici di tipo relazionale. Attraverso la presentazione di alcune indagini empiriche, la tesi di dottorato mostra come sia possibile un'integrazione metodologica, oltre che teorica, tra l’approccio relazionale e quello reticolare (o interazionista strutturale).
This doctoral thesis starts from the assumption that the concept of social capital is defined adequately to its intrinsic relational constitution exclusively through relational approaches. After presenting some empirical evidence, the doctoral thesis shows a theoretical and methodological integration between relational approach and network approach.
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