Literatura académica sobre el tema "Apprendimento centrato sullo studente"

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Artículos de revistas sobre el tema "Apprendimento centrato sullo studente"

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Brichese, Annalisa. "Didattica della letteratura attraverso l’apprendimento cooperativo e l’approccio ermeneutico". SPONDE 2, n.º 1 (28 de diciembre de 2022): 45–64. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4088.

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Resumen
Nel contributo, dopo una prima sintetica trattazione delle intersezioni fra educazione linguistica e letteraria in lingua italiana, è stata affrontata la dimensione metodologica attraverso l’analisi della didattica della letteratura e l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo e la loro integrazione mettendo in evidenza le caratteristiche qualificanti dell’approccio ermeneutico, le caratteristiche qualificanti dell’apprendimento cooperativo e il ruolo del docente in questo ambiente di apprendimento centrato sullo studente. Si è visto infine come l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo possono rappresentare un’ottima risorsa per far sì che la scuola alleni le abilità e le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società.
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Ferrari, Luca. "Il questioning mediato digitalmente come alleato del feedback". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 327–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12480.

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Resumen
La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. A partire da una breve analisi della letteratura, il contributo presenta una serie di indicazioni metodologiche e operative con l'intento di fare emergere la stretta relazione tra la capacità del docente di creare "buone domande" e l'implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l'uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d'insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all'apprendimento significativo.
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Piazza, Roberta y Simona Rizzari. "Ripensare il nesso tra apprendimento all'università e apprendimento al lavoro per favorire l'occupazione giovanile. Una ricerca sulla formazione di mentori competenti nei percorsi di apprendistato". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 296–323. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9480.

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Resumen
Nel mondo digitale contemporaneo lo skills mismatch e la mancanza di opportunità di lavoro per i giovani rappresentano sfide non agevoli da affrontare. Per far fronte a tali difficoltà si ritiene che l'apprendistato possa giocare un ruolo chiave, in grado di consentire ai giovani di acquisire le competenze necessarie a facilitare la loro transizione dall'educazione al lavoro. La pedagogia è pertanto chiamata a riflettere sulla possibilità di pensare a modelli di apprendimento integrati, in grado di stabilire connessioni tra istruzione/formazione e lavoro con modalità nuove. Tra i criteri per apprendistati efficaci e di qualità appare centrale il supporto pedagogico, offerto da personale interno alle imprese, con l'incarico di collaborare strettamente con le istituzioni formali. Sebbene l'importanza del mentoring nell'apprendistato sia ampiamente riconosciuta, la ricerca non ha sempre prestato adeguata attenzione alle competenze educative che i mentori dovrebbero possedere per preparare gli studenti quali learning agent. Lo studio qui presentato intende fornire un contributo di ricerca, definendo un modello di formazione per mentori. Il saggio - che descrive il progetto di ricerca internazionale ApprEnt - presenta il prototipo elaborato per la formazione di mentori competenti.
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Angelucci, Anna. "La scuola di tutti e per ognuno. Meritocrazia selettiva e cooperazione inclusiva". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 45 (febrero de 2013): 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045004.

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Resumen
La cooperazione appare, sia da un punto di vista biologico sia da un punto di vista culturale, come una modalitÀ comportamentale che gli esseri umani hanno sviluppato per garantirsi vantaggi evoluzionistici di tipo individuale e/o sociale. Anche nell'attivitÀ pedagogica e formativa, l'approccio cooperativo, centrato sulla costante valorizzazione dei processi di apprendimento nel percorso d'istruzione, costituisce la scelta privilegiata dai docenti italiani, nelle scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia, negli ultimi anni, con l'istituzione di un sistema di valutazione nazionale (Invalsi), il Miur sta introducendo nuove forme di competizione tra docenti, studenti, classi e scuole, adottando modelli anglosassoni basati sul paradigma della meritocrazia misurata attraverso test standardizzati. Forme di competizione che favoriscono la diffusione di comportamenti opportunistici e individualistici e che impediscono la realizzazione del fine ultimo dell'istruzione e della conoscenza: l'emancipazione da condizioni di partenza svantaggiose o inique e l'acquisizione di un ventaglio di capacitÀ soggettivamente significativo per formulare e realizzare il nostro progetto di vita.
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Bruschi, Barbara, Paola Ricchiardi y Emanuela M. Torre. "Assist towards success: a project for inclusion (through) digital". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 169–87. http://dx.doi.org/10.36253/form-12426.

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Resumen
Numerous studies attest, in a convergent manner in different countries, the effects on minors of the pandemic period, especially on those in educational poverty. This condition requires articulated projects, centered on emerging needs, based on research and supported by a network on the territory. The Assist towards success program was created to include lower secondary school students, for whom the pandemic has meant a significant loss of learning opportunities. The interventions envisaged a targeted use of technologies and the involvement of trainees in Education, trained in remote cognitive mediation strategies. This choice also promoted in future professionals specific skills in school support; transversal skills and responsibility towards the needs of the territory. The implementation strategies of the Assist program and its effectiveness outcomes can constitute a model for future planning, within an educational world that has been profoundly renewed by the health emergency. Un Assist verso il successo: un progetto per l’inclusione (attraverso il) digitale. Numerosi studi attestano, in maniera convergente in diversi Paesi, gli effetti del prolungarsi della pandemia sui minori, specie se in condizione di povertà educativa. Tale condizione necessita di progetti articolati, centrati sui bisogni emergenti, fondati sulla ricerca e supportati da una rete sul territorio. Il programma Un Assist verso il successo è nato per garantire l’inclusione degli studenti della scuola secondaria di I grado, per i quali la pandemia ha significato la perdita importante di opportunità di apprendimento. Gli interventi sperimentali hanno previsto un uso mirato delle tecnologie e il coinvolgimento di tirocinanti di Scienze dell’educazione, formati sulle strategie di mediazione cognitiva a distanza. Tale scelta ha anche promosso nei futuri professionisti competenze specifiche nel sostegno scolastico; abilità trasversali e responsabilizzazione rispetto ai bisogni del territorio. Le strategie di realizzazione del programma Assist e gli esiti di efficacia dello stesso possono costituire un modello per progettazioni future, in un mondo educativo profondamente rinnovato dall’emergenza sanitaria.
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Poehner, Matthew E. "Dynamic Assessment as a Dialectical Framework for Classroom Activity: Evidence From Second Language (L2) Learners". Journal of Cognitive Education and Psychology 8, n.º 3 (octubre de 2009): 252–68. http://dx.doi.org/10.1891/1945-8959.8.3.252.

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Resumen
First introduced to the West by Vygotsky’s colleague, Luria (1961), the zone of proximal development (ZPD) has inspired an approach to evaluating learning potential known as dynamic assessment (DA). However, Vygotsky (1986) also conceived of the ZPD as a guiding principle for teaching to optimally affect learner development, a notion that has been enthusiastically researched in education. The field of applied linguistics takes as its point of departure a dialectical reading of Vygotsky, understanding assessment of the ZPD and teaching in the ZPD to be a unified process. To date, this work has focused on classroom contexts where the provision of mediation during teacher–learner interactions may simultaneously illuminate learner abilities and promote development. Examples are presented involving learners of French. D’abord introduite à l’Ouest par un collègue de Vygotsky, Luria (1961), la Zone Proximale de Développement (ZPD) a inspiré une approche visant à évaluer le potentiel d’apprentissage connue sous le nom d’Évaluation Dynamique (DA). Pourtant, Vygotsky (1986) concevait aussi la ZPD comme un principe capable de guider un enseignement visant à influencer de manière optimale le développement de l’élève, une notion qui a été explorée avec enthousiasme dans le domaine de l’éducation. Le champ de la linguistique appliquée prend comme point de départ une lecture dialectique de Vygotsky, comprenant l’évaluation de la ZPD et l’enseignement dans la ZPD dans un même processus. Jusqu’au présent, ce travail s’est centré sur les contextes de classe où l’offre de médiation au cours des interactions enseignant-élè ve peut simultanément éclairer des capacités de l’élève et promouvoir leur développement. Les exemples présentés concernent des élèves qui apprennent le français langue seconde. Zunächst von Vygotskys Kollegen Luria (1961) in der westlichen Welt vorgestellt, hat die Zone der proximalen Entwicklung (ZPE) einen Ansatz zur Untersuchung des Lernpotentials inspiriert, der als dynamische Diagnostik (Dynamic Assessment, DA) bekannt geworden ist. Vygotsky (1986) hat jedoch die ZPE auch als Leitprinzip für ein Lehren konzipiert, das optimalen Einfluss auf die Entwicklung des Lerners haben soll, eine Idee, die enthusiastisch im pädagogischen Feld untersucht wurde. Der Bereich der angewandten Linguistik nimmt als ihren Ausgangspunkt eine dialektische Auslegung von Vygotsky, bei dem die Erfassung der ZPE und das Unterrichten in dieser Zone als einheitlicher Prozess aufgefasst werden. Derzeit fokussiert diese Arbeit auf Klassenraumkontexten, wo die Bereitstellung von Mediation während Lehrer-Lerner-Interaktionen in simultaner Weise die Fähigkeiten der Lerner aufhellen kann und gleichzeitig Entwicklung fördert. Beispiele von Schülern aus dem Fremdsprachenunterricht werden vorstellt. La Zona de Desarrollo Próxima, introducida primeramente en occidente por Luria (1961), que fue discípulo de Vygotsky, ha inspirado un enfoque para evaluar el potencial de aprendizaje, entendido como una Evaluación Dinámica. Sin embargo, Vygotsky (1986) concibió la Zona de Desarrollo Próxima como una guía para la enseñanza y para optimizar el impacto del desarrollo del aprendiz, una noción que ha sido investigada de forma enfática en educación. El campo de la lingüística aplicada toma como punto de partida una lectura dialéctica de Vygotsky, una evaluación comprensiva de la Zona de Desarrollo Próxima y una enseñanza en dicha Zona para convertirlo en un proceso unificado. Este trabajo se ha focalizado en el contexto del aula, donde la provisión de la mediación se ha producido durante las interacciones entre el profesor y los estudiantes, lo cual permite iluminar simultáneamente las habilidades de los estudiantes e incrementar su desarrollo. Se presentan ejemplos relativos a estudiantes de Francés. La Zona di Sviluppo Prossimale (ZPD), sin dalla sua prima presentazione in Occidente da parte di Luria (1961) collega di Vygotsky, ha ispirato l’approccio di valutazione del potenziale di apprendimento noto come Valutazione Dinamica (DA). Tuttavia Vygotsky (1986) aveva anche concepito la ZPD come un principio guida per un insegnamento che abbia un impatto ottimale sullo sviluppo dello studente, una idea che è stata oggetto di ricerche entusiastiche in educazione. Il campo della linguistica applicata considera come punto di partenza una lettura dialettica di Vygotsky, intendendo la valutazione della ZPD e l’insegnamento nella ZPD come un processo unificato. Finora questo lavoro si è focalizzato sui contesti di classe, in cui la mediazione durante le interazioni docente-studente pu ò nello stesso tempo mettere in luce le abilit à dello studente e promuovere lo sviluppo. Vengono presentati esempi che coinvolgono studenti francesi.
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Digiacomo, Alexander. "TEACHING ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE THROUGH DANTE’S INFERNO / INSEGNARE LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA ATTRAVERSO L’INFERNO DI DANTE". European Journal of Foreign Language Teaching 6, n.º 1 (8 de febrero de 2022). http://dx.doi.org/10.46827/ejfl.v6i1.4158.

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Resumen
<p>Italian theorists have developed an inductive text-centred approach to L2 language learning that encourages students to be more autonomous and active in the language-learning classroom than traditional language learning approaches. This method contrasts with traditional language-teaching methodologies, which use teacher-centred approaches that focus solely on grammar fundamentals and the variety of rules that describe mainstream language-learning procedures. It is well known that language students can benefit from learning about the culture and the literature of the target-language nation because it leads to the heightened curiosity and a deeper understanding of the various rules and truths associated with the language. Significantly, this exercise draws the inference that links cultural awareness, language learning, and development and creates a strategic learning platform that emphasises the learner’s contribution to learning. This paper puts theory into practice by proposing a contextualised learning unit in which students learn about culture, literature, and language through the lens of Dante’s Inferno. The proposed didactic unit is framed upon six instances of inductive learning: motivation, globality, analysis, synthesis, reflection, and verification. This paper also discusses teachers' considerations when selecting authentic texts and highlights the benefits of teaching literary texts to language students.</p><p> </p><p>I teorici italiani hanno sviluppato un approccio induttivo centrato sul testo per l’apprendimento della lingua L2 che incoraggia gli studenti ad essere più autonomi e attivi nell’apprendimento della lingua in classe rispetto agli approcci di apprendimento linguistico tradizionali. Questo metodo contrasta con le metodologie tradizionali di insegnamento delle lingue, che utilizzano approcci centrati sull’insegnante i quali si concentrano esclusivamente sui fondamentali grammaticali e sulle varietà di regole che descrivono le procedure convenzionali di apprendimento linguistico. È ben noto che gli studenti di lingue possono trarre beneficio dall’apprendimento della cultura e della letteratura della nazione della lingua di destinazione, perché questo porta a una maggiore curiosità e a una più profonda comprensione delle varie regole e verità associate alla lingua. In modo particolare, questo esercizio formula l’inferenza che collega consapevolezza culturale, apprendimento linguistico e sviluppo, e crea una piattaforma di apprendimento strategica che enfatizza il contributo dello studente all’apprendimento. Questo elaborato mette in pratica la teoria proponendo un’unità di apprendimento contestualizzata in cui gli studenti imparano la cultura, la letteratura e la lingua attraverso la lente dell’Inferno di Dante. L’unità didattica proposta si basa su sei esempi di apprendimento induttivo: motivazione, globalità, analisi, sintesi, riflessione e verifica. Questo elaborato discute anche le considerazioni degli insegnanti nella scelta di testi autentici e mette in evidenza i benefici dell’insegnamento di testi letterari agli studenti di lingue. </p><p> </p><p><strong> Article visualizations:</strong></p><p><img src="/-counters-/edu_01/0926/a.php" alt="Hit counter" /></p>
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Tesis sobre el tema "Apprendimento centrato sullo studente"

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Antonio, Giardi. "Progettazione e valutazione di un format per il mobile learning: il caso iTunesU Siena". Doctoral thesis, Università di Siena, 2017. http://hdl.handle.net/11365/1024411.

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Resumen
L’attività di dottorato si inserisce all’interno di un progetto dell’Università di Siena del 2012 che prevedeva la progettazione e l’implementazione di una piattaforma a supporto dell’attività didattica e dell’attività di orientamento, la progettazione di un format “mobile” (da utilizzarsi per la progettazione del corso), la valutazione dell’apprendimento utilizzando il format progettato, l’implementazione di un corso mobile prototipale. All’interno di questo progetto l’autore: ha collaborato alla progettazione e all’implementazione della piattaforma, ha prodotto diversi contenuti multimediali (attualmente 36 collezioni e 499 contenuti), ha progettato un format per la fruizione di contenuti didattici in mobilità (definito nella tesi format “USiena”), ha analizzato i format utilizzati dalle prime quindici università al mondo presenti su iTunesU, sempre nell’ottica di una fruizione di contenuti in mobilità (definiti nella tesi format “Sparring”), ha prodotto ventinove moduli prototipali (utilizzati nelle sperimentazioni), ha provveduto a valutare l’apprendimento utilizzando il format progettato, comparando l’acquisizione della conoscenza da parte dei discenti sulla base dei vari format analizzati in precedenza (“USiena” vs. “Sparring”).
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GIARDI, ANTONIO. "Progettazione e valutazione di un format per il mobile learning: il caso iTunesU Siena". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1086494.

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Resumen
L’attività di dottorato si inserisce all’interno di un progetto dell’Università di Siena del 2012 che prevedeva la progettazione e l’implementazione di una piattaforma a supporto dell’attività didattica e dell’attività di orientamento, la progettazione di un format “mobile” (da utilizzarsi per la progettazione del corso), la valutazione dell’apprendimento utilizzando il format progettato, l’implementazione di un corso mobile prototipale. All’interno di questo progetto l’autore: ha collaborato alla progettazione e all’implementazione della piattaforma, ha prodotto diversi contenuti multimediali (attualmente 36 collezioni e 499 contenuti), ha progettato un format per la fruizione di contenuti didattici in mobilità (definito nella tesi format “USiena”), ha analizzato i format utilizzati dalle prime quindici università al mondo presenti su iTunesU, sempre nell’ottica di una fruizione di contenuti in mobilità (definiti nella tesi format “Sparring”), ha prodotto ventinove moduli prototipali (utilizzati nelle sperimentazioni), ha provveduto a valutare l’apprendimento utilizzando il format progettato, comparando l’acquisizione della conoscenza da parte dei discenti sulla base dei vari format analizzati in precedenza (“USiena” vs. “Sparring”).
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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Resumen
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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Libros sobre el tema "Apprendimento centrato sullo studente"

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Emili, Enrico Angelo. Dislessia. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph09.

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Resumen
Le persone con dislessia evolutiva hanno caratteristiche specifiche di apprendimento che le portano ad avere difficoltà di lettura permanenti e, in modo più evidente, nelle prime fasi di scolarizzazione. In passato tali difficoltà si imputavano, erroneamente, alla pigrizia dell’alunno e al suo scarso impegno, provocando ricadute emotive sullo studente e la sua famiglia. La Legge 170/2010 ha finalmente riconosciuto dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e, negli ultimi anni, sono stati emanati diversi provvedimenti al fine di garantire a tutti gli studenti che presentano difficoltà non ordinarie la piena partecipazione alla vita scolastica e di offrire adeguate e personalizzate risposte pedagogiche. È dunque fondamentale che gli insegnanti sappiano prontamente riconoscere i segnali di DSA, non certo per formulare diagnosi, ma per mettere in atto interventi di potenziamento didattico e, in caso di certificazione clinica, strumenti, misure, strategie specifiche e inclusive per favorire la realizzazione delle potenzialità e l’autonomia nello studio. Il volume, con uno sguardo pedagogico e didattico, approfondisce le problematiche legate alla dislessia, presentando le risorse a disposizione di studenti e insegnanti, gli strumenti compensativi e le forme di individualizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento.
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