Literatura académica sobre el tema "Antropologia storica francese"

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Artículos de revistas sobre el tema "Antropologia storica francese"

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Viazzo, Pier Paolo. "La ricerca a Bagolino: Francesca Cappelletto antropologa alpina". DiPAV - QUADERNI, n.º 26 (marzo de 2010): 13–28. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026002.

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Questo articolo si propone di mettere in luce il contributo portato da Francesca Cappelletto al rinnovamento dell'antropologia alpina. Dopo avere delineato le varie fasi che hanno scandito la storia delle ricerche antropologiche sulle Alpi nel corso del XX secolo, l'articolo ripercorre la formazione e gli inizi della carriera di questa studiosa, concentrandosi poi sulle indagini da lei condotte tra il 1984 e il 1992 a Bagolino, una comunitŕ delle Alpi bresciane, e in particolare sul suo famoso carnevale. Si sottolinea come l'accurato studio di Francesca Cappelletto abbia saputo coniugare due diversi stili di ricerca sul campo, offrendo in tal modo un raro esempio di equilibrio metodologico che puň aiutare l'antropologia alpina, e l'antropologia piů in generale, a non cedere alle tentazioni della superficialitŕ e dell'improvvisazione e a raccogliere gli stimoli offerti da orientamenti teorici diversi e apparentemente in conflitto tra loro.
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Senegačnik, Brane. "La via romana e la possibilità di un‘ identità culturale aperta". Ars & Humanitas 16, n.º 1 (22 de diciembre de 2022): 113–29. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.113-129.

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Certamente non è facile distinguere l’eredità culturale latina dall’imperialismo romano, poiché in questo caso si tratta di una sorta di espansionismo culturale – nondimeno il filosofo francese Rémi Brague ha cercato, senza trascurare la realtà storica, di definire come suo tratto centrale l’eccentricità, cioè il fatto di trarre la propria identità da una fonte esterna. Partendo dal concetto che la cultura é un elemento acquisito, qualcosa di secondario, la cultura medesima in quest’accezione, che sorge dalla propria alterità rispetto all’altro, acquisisce un ruolo estremamente importante. Quest’atteggiamento viene definito come «via romana» e viene considerato dall’autore una formula specifica che definisce l’evoluzione di tutta la cultura europea. Le sue fonti esterne sono la grecità, che la cultura europea ha ereditato dal paganesimo romano, e la tradizione religiosa ebraica nella quale è radicato il cristianesimo. Sembra che questa formula si sia realizzata nel contesto reale in base a due presupposti: il primo è – aldilà delle inevitabili dinamiche trasformazioni – un minimo nucleo duraturo; il secondo una realtà antropologica che rappresenta un elemento di trascendenza rispetto alle singole realtà culturali, al quale tutte appartengono. Quest’ultimo concetto, che è stato alcuni decenni fa sottolineato da Leszek Kołakowski, pone un’interessante sfida ai paradigmi scientisti della sociologia attuale ed inaugura nuovi aspetti alla discussione riguardo all’imperialismo.
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GUARNIERI, PATRIZIA. "MARC AUGÈ e CLAUDINE HERZLICH, Il sense del male. Antropologia, storia e sociologia della malattia, ed. it. a cura di Francesco Maiello. Milano, Il Saggiatore 1986, 272 pp., L. 38.000." Nuncius 3, n.º 1 (1988): 301–2. http://dx.doi.org/10.1163/182539188x00384.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN". Studia Philosophica et Theologica 18, n.º 2 (7 de diciembre de 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Resumen
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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Tesis sobre el tema "Antropologia storica francese"

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Vianello, Rita. "Le savoir des mytiliculteurs de la lagune de Venise et du littoral breton : étude d'anthropologie comparative". Thesis, Brest, 2013. http://www.theses.fr/2013BRES0025/document.

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D’un point de vue géographique, la lagune de Venise n’a que peu en commun avec les baies principales de la Bretagne septentrionale, si ce n’est son ouverture sur la mer. Les deux réalités étudiées ont pourtant en commun leur soumission à l’action des marées qui a poussé les populations littorales à développer des savoirs et des techniques de pêche traditionnelles d’une très grande richesse et qu’ils ont su faire évoluer au cours du temps pour mieux les adapter aux caractéristiques du milieu.Les différentes formes de récolte et de pêche, l’élevage des moules en particulier, ont entraîné une domestication et une anthropisation de ces zones. En Bretagne, tout comme à Venise, la valorisation de la moule en tant que ressource alimentaire et économique est assez tardive.Que ce soit dans les sources bibliographiques ou durant l’enquête réalisée sur le terrain, notre recherche nous a permis de repérer des allusions fréquentes à la toxicité présumée de ce mollusque, à Venise appelé « peòcio » c’est-à-dire « pou » et considéré non comestible. Quels mécanismes ont métamorphosé la moule en un aliment aujourd’hui apprécié et recherché ? Et comment des zones, autrefois très pauvres se sont transformées, en des lieux renommés pour la production de moules ? C’est pour répondre à ces questions que nous avons entrepris la reconstruction de l’histoire de la mytiliculture
From a geographic perspective, the Venice Lagoon has almost nothing in common with the main northern bays of “Bretagne”; simply, both open on the sea. Therefore, the two studied realities have to share their submission to the action of tides that have pushed the coastal communities to develop fishing knowledge and techniques. They were able to evolve over time to better suit the characteristics of the environment. The different forms of harvesting and fishing, mussel farming in particular, led to domestication and human impacts in these areas. In “Bretagne”, as in Venice, is rather late the development of mussels as food and as economic resource.Whether in the literature sources or during the survey in the field, our research has led us to identify frequent allusions to the alleged toxicity of this mollusk in Venice called “peòcio” that mean “cootie” and considered inedible. What mechanisms have metamorphosed mussels into a regarded and sought food today? And how formerly very poor areas are transformed into places renowned for the production of mussels? It is to answer these questions that we undertook the reconstruction of the history of the mussel
Da un punto di vista geografico la laguna di Venezia ha poco in comune con la Bretagna settentrionale se non il suo sbocco sul mare. Di conseguenza le due realtà condividono la dipendenza dall’azione delle maree, le quali hanno spinto le popolazioni litoranee a sviluppare dei saperi e delle particolari tecniche di pesca adattate alle caratteristiche dell’ambiente.Nel corso della nostra ricerca abbiamo incontrato delle frequenti allusioni alla presunta tossicità del mitilo, a Venezia chiamato “peòcio”, cioè pidocchio. Infatti a Venezia, come in Bretagna, la valorizzazione dei mitili quale risorsa alimentare ed economica è un fenomeno tardivo. Quali meccanismi hanno trasformato i mitili in un alimento che è oggi apprezzato e ricercato? E in che modo delle zone un tempo molto povere si sono trasformate in località rinomate per la produzione di questi molluschi? Per rispondere a queste domande abbiamo ricostruito la storia della mitilicoltura
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Angonese, Giulia. "Mèson, stàsis, èros. La pòlis e le modulazioni del concetto di politico nella prospettiva dell'antropologia storica francese". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/963434.

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Resumen
Questa tesi intende esplorare alcuni aspetti del concetto di politico greco sorto con l’epocale avvento della pòlis. Nello specifico, la trattazione di tale argomento si scandisce secondo tre concetti che sembrano strutturare la categoria del politico nella città greco-classica: il mèson, la stàsis e l’èros. L’individuazione di questi tre concetti si rifà alle riflessioni dell’antropologia storica francese, fondata da Louis Gernet nei primi decenni del Novecento. Le ricerche portate avanti dal suo allievo Vernant e dai colleghi di quest’ultimo, Detienne e Vidal-Naquet, e in seguito, dagli antichisti che si sono avvicinati alla loro originale e rinnovante metodologia interpretativa sul mondo greco-antico, su tutti Nicole Loraux, sono parse la cornice di riferimento più adatta per addentrarsi in maniera adeguata nella pòlis, entità complessa, il cui sviluppo è figlio di tensioni e di contaminazioni eterogenee di nuovi valori e di loro specifiche ideologizzazioni. Si cercherà di dimostrare, lungo il percorso, come tutti e tre i concetti individuati giochino, seppur ognuno in modo diverso, un ruolo di primo piano nel definire la politicità della pòlis.
This dissertation investigates some distinctive aspects of the concept of the political in classical Greece, marked by the historical emergence of the independent city-state (pòlis). In particular, the dissertation argues that three conceptual facets characterize the political in the classical Greek city-state: mèson, stàsis, èros. This view draws on insights proceeding from French anthropological history, founded by Louis Gernet in the early 1900s. The work of Gernet’s student Vernant, of his colleagues Detienne and Vidal-Naquet, and of other scholars who adopted their innovative methodology to approach the study of classical Greece – first and foremost Nicole Loraux – offer the best lens to penetrate and elucidate the complexity of the Greek pòlis. Indeed, the latter is a complex entity, whose emergence was conditioned by ceaseless tensions as well as the contamination of new values and their specific ideologization in the context of the city-state. The dissertation demonstrates how each of the conceptual facets identified, although in different ways, plays a key role in defining the political nature of the pòlis.
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