Índice
Literatura académica sobre el tema "Alterazioni genetiche"
Crea una cita precisa en los estilos APA, MLA, Chicago, Harvard y otros
Consulte las listas temáticas de artículos, libros, tesis, actas de conferencias y otras fuentes académicas sobre el tema "Alterazioni genetiche".
Junto a cada fuente en la lista de referencias hay un botón "Agregar a la bibliografía". Pulsa este botón, y generaremos automáticamente la referencia bibliográfica para la obra elegida en el estilo de cita que necesites: APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.
También puede descargar el texto completo de la publicación académica en formato pdf y leer en línea su resumen siempre que esté disponible en los metadatos.
Artículos de revistas sobre el tema "Alterazioni genetiche"
Bassi, Maria Teresa, Maria Clara Bonaglia, Erika Tenderini y Claudio Zucca. "Sindromi epilettiche e disabilitŕ intellettiva: il contributo della genetica". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2012): 123–37. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03008.
Texto completoSalvati, Giovanni, Mario Paracuollo, Roberta Rossano y Marco Terribile. "Vasculite ANCA associata in un paziente con trombofilia ereditaria". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 3 (23 de septiembre de 2014): 267–72. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.918.
Texto completoAlvano, Sebastian A. "Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (mayo de 2012): 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.
Texto completoMarelli, Federica y Luca Persani. "Zebrafish come modello per lo studio di malattie della tiroide". L'Endocrinologo 22, n.º 1 (febrero de 2021): 42–49. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00833-4.
Texto completoFarina, L., L. D'Incerti, L. Chiapparini, C. Cimino, G. Battaglia, T. Granata y M. Savoiardo. "Polimicrogiria (PMG) parieto-occipitale parasagittale bilaterale: Studio RM in 7 pazienti". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 222. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s2100.
Texto completoParafioriti, A., S. Del Bianco y E. Armiraglio. "Cenni di genetica e alterazioni morfologiche nello scheletro dell’acondroplasico". Archivio di Ortopedia e Reumatologia 120, n.º 2 (octubre de 2009): 4–5. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-009-0030-y.
Texto completoRuggieri, M., A. D. Praticò, A. Serra, L. Maiolino, S. Cocuzza, P. Di Mauro, L. Licciardello et al. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 5 (octubre de 2016): 345–67. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1093.
Texto completoBianchi, T., C. Vegni y A. Marini. "Gravidanze Gemellari: Mortalità e Morbilità Neonatali. Casistica I.O.G.L. Mangiagalli Anni 1990-1992". Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, n.º 1-2 (1994): 121–22. http://dx.doi.org/10.1017/s000156600000310x.
Texto completoRalli, M., R. Rolesi, R. Anzivino, R. Turchetta y A. R. Fetoni. "Acquired sensorineural hearing loss in children: current research and therapeutic perspectives". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 6 (diciembre de 2017): 500–508. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1574.
Texto completoSerra, Angelo y Grazia Bellanova. "Accertamento prenatale di rischio di patologia cromosomica fetale". Medicina e Morale 46, n.º 1 (28 de febrero de 1997): 15–35. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.886.
Texto completoTesis sobre el tema "Alterazioni genetiche"
Farina, Maria Grazia. "Alterazioni genetiche e fisiopatologiche nell'obesità e nel diabete tipo 2". Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/337.
Texto completoDurante, Sandra <1980>. "Identificazioni di nuove alterazioni genetiche nell'adenocarcinoma duttale pancreatico e nelle lesioni pre cancerose mediante tecnologia Whole Genome Sequencing e Oncoscan Array". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9264/1/TESI%20DI%20DOTTORATO%20SANDRA%20DURANTE.pdf.
Texto completoPDA is the fourth leading cause of cancer death, with a 5-years survival rate of 5% . Surgery remains the most effective treatment, but only 20% of patients are suitable for radical resection. Advances in chemotherapy, represented by FOLFIRINOX and by gemcitabine plus nab-paclitaxel regimens, have resulted in a modest outcome improvement..A thorough understanding of the genetic changes that will drive pancreatic carcinogenesis can lead to identification of biomarkers for early detection and targets for therapy. We used an approach with high resolution cytogenetic analysis Oncoscan Array and WES a bioinformatic, clinically-oriented interpretation of data to understand what are the most relevant pathways altered in precursor lesions and overt cancers to identify new therapeutic options for patients affected by PDA. In this study a total of 20 formalin fixed paraffin embedded samples from IPMN, profiled by Oncoscan and were analysed 30 fresh-frozen biopsies by WES . We identified in IPMN multiple copy number alterations and interestingly, differences were seen in the lesions at different stages, with 7 IPMN with low-intermediate dysplasia carrying a nearly normal karyotype and 13 IPMN with complex Karyotype (> 4 alterations), showing high grade dysplasia. A specific gain of chromosome arm 3q was found in IPMN with complex Karyotype (92%). This gain of 3q is particularly interesting for the presence of oncogenes such as PIK3CA, GATA2 and TERC that are part of pathways that deregulate cell growth and promote disease progression. In 30 sample analyzed with WES our results confirmed the high prevalence of KRAS, CDKN2A, TP53 and SMAD4 mutations. In particular, 93.7% of tumor samples exhibited somatic mutations acti¬vating KRAS and gene amplifications .The identification of these markers at an early stage of disease onset helps to identify patients at risk for cancer progression and new candidates for a more specific targeted therapy
Magnabosco, Anna. "Il mutanteSply IN Drosophila melanogaster: modello per lo studio di alterazioni del metabolismo sfingolipidico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426005.
Texto completoL’importanza degli sfingolipidi quali componenti delle membrane biologiche è stata rivalutata esclusivamente nel ventesimo secolo, quando diverse patologie congenite umane del metabolismo sono state finalmente correlate a difetti ed alterazioni nella degradazione degli sfingolipidi. Infatti, questa classe di lipidi è una componente ubiquitaria di tutte le membrane cellulari ed alcuni metaboliti, quali la Ceramide (Cer), la Sfinghosina (Sph) e la Sfingosina-1 fosfato (S1P) svolgono importanti funzioni fisiologiche, tra le quali la regolazione della crescita e la sopravvivenza cellulare. Recentemente, si sta, inoltre, sviluppando notevolmente un interesse volto alla comprensione del ruolo degli sfingolipidi nella biologia cellulare-neuronale. Infatti, gli sfingolipidi sembrano giocare un ruolo chiave nel signalling neuronale. In particolare, questa specifica funzionalità sembra essere svolta dagli sfingolipidi grazie alla loro presenza ed organizzazione in definite ed ordinate piattaforme lipidiche di membrana, le quali sono direttamente responsabili e coinvolte in numerosi processi cellulari, quali la trasduzione del segnale, il trafficking di membrana, l’organizzazione del citoscheletro, l’adesione neurale, la guida assonica e la trasmissione sinaptica. In Drosophila melanogaster, sono stati scoperti ed individuati gli omologhi degli enzimi chiave appartenenti alla via metabolica sfingolipidica, rendendo quindi questo animale un ottimo modello per lo studio e l’analisi di tutti gli effetti funzionali e strutturali derivanti da alterazioni del metabolismo sfingolipidico, soprattutto a carico dello sviluppo, della funzionalità e dell’integrità dell’intero sistema nervoso. In particolare, la nostra attenzione si è focalizzata sul mutante nullo per il gene sfingosina-1 fosfato liasi (Sply). Questi animali, durante lo stadio adulto, sono caratterizzati da una notevole riduzione nelle performance di volo, la quale sembra essere probabilmente correlata ad una importante degenerazione dei muscoli del volo e dei loro mitocondri. Al contrario, durante lo stadio larvale, questi animali non evidenziano alcun deterioramento o anomalia a carico dell’apparato muscolare, essendo dotati di muscoli morfologicamente intatti e nella norma, ma mostrano comunque una chiara riduzione della capacità locomotoria. Inoltre, le giunzioni neuromuscolari (NMJ) sono caratterizzate da notevoli alterazioni morfologiche a livello dei loro complessi pre- e post-sinaptici. Infine, studi di imaging funzionale, realizzati mediante l’impiego del colorante lipofilico FM1-43, sottolineano delle modificazioni nel recycling delle vescicole sinaptiche. Questi risultati, suggeriscono quindi una possibile relazione, almeno parziale, tra difetti locomotori e le alterazioni riscontrate a carico della giunzioni neuromuscolari.
BENTIVEGNA, ANGELA. "Ricerca di alterazioni del Gene CREBBP (CREB Binding Protein) in pazienti con sindrome di Rubinstein-Taybi". Bachelor's thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2004. http://hdl.handle.net/10281/12824.
Texto completoRINALDI, FABRIZIO. "Le alterazioni dello splicing nei tessuti di pazienti con distrofia miotonica (DM): conseguenze fenotipiche e molecolari". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1362.
Texto completoMyotonic Dystrophy (DM) is caused by two different mutations: a CTG expansion in the 3’UTR region of the myotonic dystrophy protein kinase (DMPK) gene (DM1; MIM # 160900) and a CCTG expansion in intron 1 of the zinc finger protein 9 (ZNF9) gene (DM2; MIM#602668), respectively, on chromosome 19q13 and 3q21. DM is an autosomal dominant disease that affects, besides muscle, many other tissue including eyes, heart, gall bladder, the endocrine system, and the central nervous system. However, DM1 and DM2 phenotypes, although strikingly similar, are not identical. For instance, DM2 does not shown a congenital form or the severe involvement of the SNC seen in DM1. The main pathogenic process at the basis of DM is a toxic RNA-gain of function effect of mutant ZNF9/DMPK transcripts which are retained in distinct ribonuclear foci within cells. A current model of the disease mechanism hypothesis that C/CUG expanded tracts alter the function of at least two RNA-binding proteins involved in the alternative splicing process: MBNL (muscleblind-like protein) and CELF (CUG-BP1 and ETR-3-like factors). These proteins regulate the same splicing events with opposite effects by binding to separate regulatory elements. It has been proposed that the MBNL loss of function, through a physical interaction with the repeats, and the CUG-BP1 protein increased steady state level, due to a PKC mediated nuclear hyperphosphorylation, act sinergically in the splicing misregulation of a wide group of developmentally regulated genes. The principal goal of this study was to analyze the in trans effect of CTG/CCTG repeats on skeletal muscle biopsies taken from DM patients, in particular has been thorough study of changes in the splicing of genes involved in the clinical phenotype of the DM and their correlation with the size of the expansions. A second aim of this study was to investigate the possible involvement of micro-RNAs (miRNAs) in the molecular pathogenesis of DM. In particular, the study was focused on myo-miRNAs, a family of miRNAs expressed primarily in skeletal muscle, which include the miR-1, miR-133 and miR-206. This work adds new elements in the knowledge of the pathogenesis of these complex genetic diseases.
Manfrin, Chiara. "Alterazione dell'espressione genica in mitili contaminati con acido Okadaico e Dinofisitossine". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4580.
Texto completoGli aumenti stagionali delle temperature dei mari sono tra le condizioni ottimali di crescita per i Dinoflagellati, i quali possono raggiungere elevate concentrazioni nella colonna d’acqua e negli organismi filtratori come in Mytilus galloprovincialis. Alcuni dinoflagellati, comunemente Dinophysis e Prorocentrum spp., sono conosciuti produttori di acido okadaico (OA) e dei suoi analoghi che sono responsabili della sindrome diarroica (Diarrheic Shellfish Poisoning (DSP)) nell’uomo. Quando i livelli delle tossine DSP nei mitili eccedono i 16 μg su 100 g di polpa, le mitilicolture vengono chiuse e le vendite dei molluschi sono bloccate. Risulta chiaro che nonostante non siano mai state registrate mortalità negli uomini o nei mitili, gli eventi DSP provocano importanti problemi sanitari ed economici in tutto il settore dell’acquacoltura. Questo lavoro suddiviso in 3 parti ha, dapprima sondato l’applicabilità di metodiche molecolari, quali l’impiego di un microarray (MytArray 1.0) e le validazioni in PCR real time quantitativa (qRT PCR), per la rilevazione delle modifiche dei profili trascrizionali indotte dalla presenza delle biotossine DSP. Questa prima parte ha fornito una lista di geni attivati o silenziati nel corso di un esperimento durato 35 giorni in mitili mantenuti a condizioni costanti e contaminati con OA. Sebbene le condizioni di mantenimento non rappresentino le situazioni alle quali i mitili sono sottoposti in natura, ciò ha permesso un’analisi preliminare dei putativi effetti indotti dall’acido okadaico (OA). L’insieme dei trascritti differenzialmente espressi ha consentito di avere una panoramica di quelli che sono i pattern molecolari maggiormente influenzati dalla presenza della biotossina. Al fine di validare i risultati ottenuti dalle ibridazioni sul MytArray 1.0 e per poter individuare putativi biomarker di OA si è proceduto a validare alcuni trascritti attraverso qRT PCR. Questa analisi ci ha consentito di osservare i livelli di espressione dei singoli trascritti selezionati e non ultimo di validare o meno i risultati ottenuti dal MytArray 1.0. La disponibilità dei Dott Zanolin e Franceschini ha reso possibile sondare i trascritti ritenuti putativi marker di OA in campioni naturalmente contaminati. 14 trascritti sono stati analizzati nei campioni provenienti da varie zone del Golfo di Trieste. Questa seconda parte del lavoro è stata indispensabile e scientificamente necessaria per poter discriminare i trascritti differenzialmente espressi a seguito della presenza di tossine DSP o a causa del mantenimento in condizioni controllate dei mitili, nell’esperimento iniziale. L’individuazione di pattern molecolari comuni ai campioni naturalmente contaminati e raccolti in anni diversi e ai profili di espressione ottenuti nello studio iniziale, è un punto di partenza interessante per la ricerca indirizzata all’individuazione di un set di trascritti attivati in modo specifico dalla presenza di tossine DSP e rafforza la validità dell’utilizzo di approcci molecolari negli studi di biomonitoraggio ambientale. Non ultimo l’analisi dei trascritti proteici che costituisce un altro aspetto importante della ricerca volta all’individuazione di trascritti attivati e specificatamente correlati alla presenza di tossine DSP. La sinergia dei metodi di rilevamento applicati di routine per l’accertamento della presenza di biotossine, supportato da metodiche di indagine genetica o estese al trascrittoma dell’organismo oggetto di studio, permetterebbero l’individuazione di contaminazioni a livelli sicuramente inferiori rispetto a quelli che sono i limiti di sensibilità dei test oggi applicati. L’applicazione di metodiche molecolari di questo tipo è d’uso crescente in analisi di biomonitoraggio ambientale supportando la validità e la robustezza dei risultati che questi approcci forniscono. In un lasso relativamente breve di 3 anni è stato possibile ottenere e validare un set di risultati correlati alla risposta genica del mitilo sottoposto a contaminazione con tossine DSP. Le problematiche connesse agli eventi di DSP nel nostro Golfo, legato alle pesanti perdite economiche che derivano dalle chiusure delle mitilicolture in alcuni periodi dell’anno e la mancanza di metodiche di rilevamento ad oggi completamente accettate dalla Comunità Scientifica, pongono le metodologie di analisi impiegate in questo studio, tra le più interessanti e sensibili nella rilevazione di situazioni di stress ambientale.
XXIII Ciclo
1982
Lucchini, V. "IL DIFETTO OSSIDATIVO E LE ALTERAZIONI DEL DNA MITOCONDRIALE IN TOPI TRANSGENICI MODELLO ANIMALE DELLA ATASSIA SPINOCEREBELLARE DI TIPO 1". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169922.
Texto completoPACHERA, Silvia. "Analisi delle alterazioni genetiche nelle metastasi epatiche da carcinoma del colon-retto". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343900.
Texto completoColorectalcancer (CRC) is the third most common malignancy worldwide. CRC patients tend to be diagnosed with an advanced disease. About 25% of patients first present with disease that has already metastasised; in addition, 40-50% of newly diagnosed patients will go on to develop metastases. Several genetic alterations have been described in malignant primary tumors of the colorectum, but few such association have been made with the progression of these tumors. This study compares gentic changes found in distant liver metastases and in the primary colon carcinomas.
CAMBULI, VALENTINA MARIA. "Studio fenotipico e genetico del metabolismo di bambini e adolescenti sardi con eccesso ponderale con particolare riferimento alle alterazioni del metabolismo glucidico". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917922.
Texto completo