Literatura académica sobre el tema "Alterazioni Cognitive"

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Artículos de revistas sobre el tema "Alterazioni Cognitive"

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Bassi, Maria Teresa, Maria Clara Bonaglia, Erika Tenderini y Claudio Zucca. "Sindromi epilettiche e disabilitŕ intellettiva: il contributo della genetica". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2012): 123–37. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03008.

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Resumen
Gli Autori analizzano il rapporto tra alterazioni genetiche riscontrate in alcuni tipi di epilessia e i deficit cognitivi e di apprendimento, giungendo alla conclusione che l'interazione tra alcuni meccanismi molecolari geneticamente determinati e i fattori ambientali puň spiegare la fisiopatologia di alterazioni dello sviluppo del Sistema Nervoso Centrale in etŕ infantile responsabili di forme di epilessia associate a compromissione delle funzioni cognitive.
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Sozzi, Matteo, Lorella Algeri, Matteo Corsano, Davide Crivelli, Maria Angela Daga, Francesca Fumagalli, Paola Gemignani et al. "Il ruolo dello psicologo nella presa in carico di pazienti con alterazioni delle funzioni cognitive". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 1–10. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12257.

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Resumen
L'intervento degli psicologi è risultato, nella risposta alla pandemia COVID-19, fin da subito essenziale a seguito del dilagare dell'epidemia. Ora che, per alcuni aspetti, l'emergenza per la salvaguardia delle vite umane è in regressione, emerge un altro settore di intervento degli psicologi: l'ambito neuropsicologico. Le più recenti evidenze empiriche suggeriscono, infatti, che l'infezione da COVID-19 possa comportare, come conseguenza del tropismo del virus per il Sistema Nervoso Centrale e dei prolungati periodi di ipossia da grave desaturazione, importanti sequele sul sistema nervoso centrale. Tali conseguenze comportano compromissioni delle funzioni cognitive, emotive e comportamentali, un quadro noto con il nome neuroCOVID. Con questo lavoro si intendono delineare indicazioni per le pratiche di valutazione e riabilitazione neuropsicologica di pazienti con COVID-19 e compromissioni cognitive-affettive-comportamentali, oltre che delineare il ruolo del neuropsicologo nel gestire la presa in carico e la cura di tale popolazione clinica.
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Saglietto, Andrea, Stefania Scarsoglio, Daniela Canova, Alessandro Piccotti, Simone Franzin, Fiorenzo Gaita, Gaetano Maria De Ferrari, Luca Ridolfi y Matteo Anselmino. "Spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS) e alterazioni dell’emodinamica cerebrale in corso di fibrillazione atriale". Cardiologia Ambulatoriale 28, n.º 2020 (diciembre de 2020): 241–45. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-4-3.

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Resumen
The growing epidemiological burden of atrial fibrillation (AF) warrants urgent clarification of the mechanisms at the basis of the independent association between the arrhythmia and cognitive decline/dementia. Several mechanisms have been proposed, such as silent cerebral lesions (subclinical ischemia or micro-haemorrages), a chronic reduction in mean cerebral blood flow, AF-associated pro-inflammatory status and cerebral endothelial dysfunction. However, a new hypothesis based on computational da-ta has recently emerged, which claims that AF irregular rhythm itself may promote direct deleterious beat-to-beat effects, which translates into critical hemodynamic events in the distal cerebral circle. To overcome the limitations of the currently adopted techniques in the study of cerebral circle (transcranial Doppler and Arterial Spin Labeling MRI), we recently demonstrated that cerebral near-infrared spectroscopy (NIRS) with high sampling frequency (20 Hz) may provide beat-to-beat hemodynamic in-sights from the cerebral microcirculation, paving the way for the assessment of distal cerebral hemodynamics during AF. Should the computational findings be confirmed, it will be fundamental to evaluate whether the most aggressive rhythm control strate-gies (such as transcatether ablation) may contribute to reduce cognitive burden in AF patients.
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Angileri, T., A. Banco, G. Sparacia, S. Pappalardo y L. Manfrè. "Encefalopatia di Wernicke: Aspetti RM e revisione della letteratura Segnalazione di un caso". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 190. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s284.

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Resumen
L'encefalopatia di Wernicke è patologia legata a deficit di tiamina, conseguente spesso ad alcolismo cronico, che presenta peculiari localizzazioni encefaliche e conseguenti manifestazioni cliniche. Viene descritto un caso di encefalopatia di Wernicke in un uomo di 25 anni, non alcolista, valutandone le lesioni alla risonanza magnetica in fase acuta e seguendone l'evoluzione. Il paziente, con anamnesi patologica prossima di colite amebica, presentava un progressivo e rapido deterioramento delle capacità cognitive preceduto da una severa ipoacusia e riduzione dell'acuità visiva, discromatopsia, allucinazioni visive, prosopoagnosia, disartria. Viene eseguita una RM dell'encefalo (con apparecchio Vectra, GE, operante a 0,5 T; sequenze SE DP e T2 ponderate e T1, prima e dopo Gd-DTPA) che evidenzia aree lesionali espresse da iperintensità, nelle sequenze a lungo TE, dei corpi mammillari, dei tubercoli quadrigemelli inferiori e (segno semeiologico, per quanto risulta da una revisione della letteratura, non descritto in precedenza tra i reperti dell'encefalopatia di Wernicke) dei tratti ottici. Ad una decisa integrazione alimentare con tiamina segue un repentino miglioramento clinico. Esami RM seriati rivelano una netta riduzione dell'estensione e delle alterazioni dell'intensità di segnale delle aree precedentemente coinvolte fino alla totale normalizzazione dei reperti. Viene discussa la clinica, l'istologia e la presunta patogenesi dell'elettiva localizzazione del danno da carenza di tiamina a carico dell'encefalo, e gli aspetti neuroradiologici, individuando il ruolo dell'RM nell'iter diagnostico di tale patologia.
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Serra, A., G. Spinato, S. Cocuzza, L. Licciardello, P. Pavone y L. Maiolino. "Adaptive psychological structure in childhood hearing impairment: audiological correlations". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 3 (junio de 2017): 175–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1291.

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Resumen
La presente ricerca affronta i problemi clinici e sociali che riguardano lo sviluppo linguistico e cognitivo nei bambini sordi. Attualmente, lo sviluppo della “Teoria della mente” rappresenta un importante campo di ricerca nello studio della sordità. Questi studi internazionali hanno evidenziato nei bambini sordi una significativa alterazione nello sviluppo della “Teoria della Mente”, soprattutto in caso di perdita congenita o preverbale dell’udito. In particolare, la ricerca si concentra sulle competenze dei bambini sordi nel riconoscere emozioni e desideri, attraverso metodi sia cognitivi che percettivi, per la valutazione delle capacità psico-cognitiva attraverso una serie di domande composte da alcuni test adeguati, da somministrare ai pazienti con perdita uditiva. L’esperimento è stato condotto su un gruppo composto da 10 bambini (5 maschi e 5 femmine), di età compresa tra 4 e 9 anni e tra 54 e 108 mesi), affetti da perdita uditiva congenita bilaterale (da grave a cofosi), o da perdita uditiva preverbale sviluppata sia in bambini che attendono l’ultimo anno prima di frequentare la scuola elementare, sia in quelli che frequentano il quarto anno di scuola elementare. I criteri di selezione sono stati basati su: valutazione audiologica, somministrazione di test neuropsicologici al fine di valutare, in generale, le capacità cognitive e percettive e osservazioni cliniche effettuate, al fine di valutare la psicopatologia del campione, attraverso dei test che valutano più facilmente lo sviluppo sia della percettività visiva (Coloured Progressive Matrices), sia della rappresentazione grafica (Test di disegno sulla figura umana e il Test di disegno sulla famiglia). Lo strumento di misurazione “cognitiva” è stato il “Deaf Children Series”, test strutturato da noi, che consiste in un esame dello stato mentale (MSE), capace di valutare: il livello di capacità cognitiva (conoscenza-correlato), l’umore e modelli di discorso e di pensiero di un paziente al momento della valutazione. I bambini sordi mostrano sul lato percettivo una sensibilità ridotta alle espressioni di tristezza. Nel test possiamo osservare un meccanismo di difesa psicodinamico per quanto riguarda la prestazione percettiva. Al contrario, per quanto riguarda i bambini normoudenti, la paura è l’emozione più difficile da identificare. I bambini sordi sembrano essere maggiormente predisposti al riconoscimento di emozioni visive. Inoltre, i bambini sordi presentano notevoli capacità di “problem solving”, capacità di riconoscimento emotivo, probabilmente a causa del loro problema.
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Iavarone, Maria Luisa y Luigi Aruta. "Digital skills between soft and hard. The Media Educator among critical issues and opportunities". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 242–51. http://dx.doi.org/10.36253/form-13763.

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Resumen
This era is marked by a profound mutation in the forms and expression of human life that reflects a substantial alteration of the traditional coordinates of space and time, axes of thought con-fused into a third dimension imposed by the digital environment: immediacy. This transition implies a reflection on educational potential of technologies in response to contemporary emergencies and fragilities. Therefore, in this historical-cultural context, it might be appropriate to rethink digital skills no longer as hard skills, i.e., as mere technical-computational skills, but as soft skills, i.e., cognitive-operational skills, , indispensable for inhabiting in onlife era. Hence, the need to have Media Educators with a strong educative and cultural, as well as technological, identity, who know how to operate especially in the non-formal and informal sphere, in the third sector and in the territories of risk, moving effectively and efficiently, between criticalities and opportunities, in the living platforms of digital, a potential place for the development of digital soft skills. Le digital skills tra soft e hard. L’Educatore Mediale tra criticità e opportunità. L’epoca che viviamo sembra attraversata da una profonda mutazione nelle forme e nell’espressione della vita umana che riflettono una sostanziale alterazione delle coordinate tradizionali di spazio e tempo, assi del pensiero con-fusi in una terza dimensione imposta dall’ambiente digitale: l’istantaneità. Questa transizione implica una riflessione circa le potenzialità educative delle tecnologie in risposta alle emergenze e alle fragilità contemporanee. Quindi, in questo contesto storico-culturale, potrebbe essere opportuno ripensare le competenze digitali non più come hard skills, ossia come mere abilità di natura tecnico-computazionale, bensì come soft skills, ossia abilità cognitivo-operazionali, indispensabili per abitare in epoca onlife. Di qui, la necessità di disporre di Educatori Mediali con una forte identità educativo-culturale, oltre che tecnologica, che sappiano operare soprattutto in ambito non formale e informale, nel terzo settore e nei territori del rischio, muovendosi con efficacia ed efficienza, tra criticità e opportunità, nelle piattaforme abitative del digitale, potenziale luogo di sviluppo delle digital soft skills.
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Demo, Giulia, Genni Duse, Marina Drigo, Daniela Palomba, Elisabetta Patron, Giulia Buodo y Lorena Zanus. "Catastrofizzazione, tensione muscolare e outcome del dolore cronico: un confronto tra Fibromialgia e Dolore Cronico Diffuso". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (febrero de 2022): 39–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001004.

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Resumen
La Fibromialgia è una condizione di dolore muscoloscheletrico diffuso che si associa a fa-tigue, rigidità, insonnia, alterazioni dell'umore e comporta conseguenze importanti per la vita quotidiana. Ad oggi è ancora sottodiagnosticata e sono poco chiare sia l'eziopatogenesi sia la diagnosi differenziale con condizioni di Dolore Cronico Diffuso. Tra i fattori cognitivi che contribuiscono al mantenimento della condizione, la catastrofizzazione ha ottenuto particolare interesse. Lo scopo del presente studio è stato confrontare la sintomatologia in pazienti con diagnosi di Fibromialgia (FM; n = 27) e con diagnosi di Dolore Cronico Diffuso (Chronic Widespread Pain, CWP; n = 27) e indagare i predittori degli outcome riferiti di dolore. Tutti i pazienti han-no compilato i seguenti questionari: McGill Pain Questionnaire (MPQ), West Haven Yale Multidimensional Pain Inventory (WHY-MPI), Pain Related Self-Statement Scale (PRSS), Pain Related Control Scale (PRSS). È stato rilevato inoltre l'elettromiografia di superficie (EMG) a riposo per 5 minuti in corrispondenza del muscolo trapezio superiore sinistro e del muscolo frontale. Ai questionari, i pazienti con FM hanno presentato una maggiore catastrofizzazione (p 0.05) rispetto ai pazienti CWP. Inoltre, il livello di catastrofizzazione modula la relazione tra EMG del muscolo trapezio e interferenza del dolore riportata nel gruppo di pazienti con FM. I risultati suggeriscono che alti livelli di catastrofizzazione accentuino l'effetto negativo di elevati livelli di tensione muscolare in pazienti con FM.
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Alvano, Sebastian A. "Trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia. Sono efficaci le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi? Fondamenti storici e neurobiologici. Risultati clinici". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (mayo de 2012): 47–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001004.

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Resumen
L'autore procede ad una revisione bibliografica sul tema del trattamento combinato psicoterapeutico e psicofarmacologico nei disturbi depressivi e d'ansia utilizzando PUBMED e riviste specializzate in farmacologia, psicofarmacologia e psichiatria. Tuttora determinate scuole di salute mentale sostengono che le cause dei disturbi mentali derivano da alterazioni genetiche e biologiche, oppure da conflitti socioculturali, senza considerare la coniugazione tra variabili genetico-biologiche e socioculturali. Queste prese di posizione radicali generano orientamenti estremi - o tutto č biologia e prescrizione farmacologica, o tutto č contesto ed interpretazione - e ostacolano approcci transdisciplinari. Per di piů, su un altro versante, le psicoterapie psicodinamiche e la psicoanalisi hanno una storia di descrizione di casi, e pochi studi basati sulle evidenze, o di confronto tra procedimenti terapeutici. Nondimeno, diversi autori hanno tentato nel corso degli anni di articolare dimensione biologica e approccio socioculturale, senza invalidare nessuno dei due approcci. Oggigiorno, la comprensione del ruolo giocato dai fattori etiopatogenetici e neurobiologici nei disturbi psichiatrici, evidenzia l'interazione gene-contesto e attutisce le antiche dicotomie teoriche. Le scoperte nel campo delle neuroscienze evidenziano i meccanismi d'azione dei processi terapeutici. Gli studi basati sulle evidenze sottolineano la necessitŕ di utilizzare percorsi di cura integrati combinando psicoterapie e cure psicofarmacologiche, in particolare nei quadri dei disturbi depressivi e d'ansia. Finora, la maggioranza degli studi sono stati realizzati con terapie cognitivo-comportamentali (CBT) e terapie interpersonali, tuttavia esiste ormai un numero crescente di lavori basati sulla psicoterapia psicodinamica e sulla psicoanalisi.
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Rafanelli, Martina y Andrea Ungar. "High blood pressure and syncope: orthostatic hypotension as a link". Monaldi Archives for Chest Disease 84, n.º 1-2 (22 de junio de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.729.

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Resumen
<p>The prevalence of hypertension increases with the age. Diagnostic criteria are the same as for the young, but in older adults isolated systolic hypertension is more frequent, due to loss of vascular compliance. Blood pressure should be measured on both sides in the seated position, moreover in the supine and upright position to detect orthostatic hypotension. Ambulatory blood pressure monitoring is useful to detect white coat hypertension and masked hypertension, to tailor the treatment and search for diurnal and nocturnal blood pressure pattern abnormalities. Given that frailty can affect the relationship between blood pressure and mortality, the clinician should properly evaluate and monitor physical performance and cognitive status, throughout specific tools, as the Fried Frailty Phenotype, aiming at a systolic blood pressure target between 130 and 150 mmHg. Before starting hypotensive drugs, a careful risk and benefits’ evaluation should be performed given the high risk of hypertension and hypotension consequences and the frequent coexistence of orthostatic hypotension, which predisposes to syncope and falls.</p><p> </p><p> </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>La prevalenza dell’ipertensione arteriosa aumenta con l’età. I criteri diagnostici sono gli stessi previsti nel giovane, nell’anziano tuttavia si osserva più frequentemente ipertensione sistolica isolata, dovuta a perdita dell’elasticità vascolare. Ai fini diagnostici, la misurazione della pressione arteriosa bilateralmente in posizione seduta, deve essere integrata con la ricerca di ipotensione ortostatica. Il monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24h è indicato per la conferma diagnostica, per la ricerca di “white coat hypertension” e “masked hypertension”, per monitorare la risposta terapeutica e ricercare alterazioni del ritmo circadiano. I benefici della terapia antiipertensiva sono noti, tuttavia un trattamento troppo aggressivo si è dimostrato dannoso, rendendo la gestione dell’ipertensione arteriosa nell’anziano ancora più complessa. Data l’influenza della fragilità sulla relazione tra pressione arteriosa e mortalità, il clinico dovrebbe avvalersi di adeguati strumenti per la definizione di performance fisica e cognitiva ed il monitoraggio nel tempo, mirando ad un target di pressione arteriosa sistolica compreso tra 130 e 150 mmHg. Rischi e benefici della terapia antiipertensiva dovrebbero essere attentamente valutati prima di intraprendere un trattamento, data la possibilità di eventi correlati sia all’ipertensione che all’ipotensione e la frequente coesistenza di ipotensione ortostatica, che incrementa il rischio di eventi sincopali e cadute. Nell’anziano iperteso con storia di sincope e cadute il trattamento dovrebbe quindi essere intrapreso una volta confermata la diagnosi, mirando ad un target pressorio più contenuto e con una scelta ponderata dei principi attivi.</p>
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Cataldo, Silvia. "Approccio cognitivo alla variazione fraseologica". MonTI. Monografías de Traducción e Interpretación, 13 de enero de 2021, 65–93. http://dx.doi.org/10.6035/monti.2020.ne6.2.

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Resumen
La linguistica cognitiva ha messo in luce la tendenza degli esseri umani a comprendere la realtà mediante trasferimenti concettuali tra domini diversi, che possono essere convenzionali nella mente e dar vita a espressioni lessicalizzate con valore figurato in ogni lingua. Nel presente lavoro si propone un approccio cognitivo allo studio della variazione fraseologica, considerando, nello specifico, alcune delle unità fraseologiche italiane usate per riferirsi a persone che si trovano in uno stato di alterazione delle proprie facoltà mentali, al fine di determinarne i reciproci rapporti concettuali. In una fase successiva, poi, si sviluppa una riflessione sulle modalità in cui l’esistenza delle varianti individuate può influire sull’intero processo traduttivo, dal loro riconoscimento e dalla loro interpretazione, alla loro vera e propria traduzione, nonché sullo sforzo cognitivo richiesto al traduttore, prendendo in esame lo spagnolo e il tedesco come ipotetiche lingue meta.
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Tesis sobre el tema "Alterazioni Cognitive"

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Cavallieri, Francesco. "STUDIO SULL'ASSOCIAZIONE TRA SINTOMI ASSIALI, ALTERAZIONI COGNITIVE, VARIABILI CLINICO-STRUMENTALI DELLA FUNZIONE MOTORIA E DEPOSIZIONE DI BETA-AMILOIDE CEREBRALE IN PAZIENTI AFFETTI DA MALATTIA DI PARKINSON SOTTOPOSTI AD INTERVENTO DI STIMOLAZIONE CEREBRALE PROFONDA DEL NUCLEO SUBTALAMICO". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278341.

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Resumen
Introduzione La stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico (STN-DBS) rappresenta un trattamento efficace a lungo termine nella malattia di Parkinson (MP) in fase avanzata. La STN-DBS consente un miglioramento duraturo di complicanze motorie, tremore e rigidità tuttavia con un effetto ridotto sui sintomi assiali (disturbi del cammino, dell'equilibrio, dell’eloquio e della deglutizione) e declino cognitivo, che rappresentano le principali cause di disabilità a lungo termine. Molti studi hanno analizzato i sintomi assiali nella MP con un approccio strumentale focalizzato unicamente su alterazioni del cammino o dell’eloquio. Dati anatomopatologici hanno confermato che la neurodegenerazione delle vie dopaminergiche centrali, considerata il segno distintivo del MP, è accompagnata da un coinvolgimento di altre vie neurotrasmettitoriali (colinergiche, serotoninergiche). Il coinvolgimento prevalente del sistema colinergico si assocerebbe ad un fenotipo clinico "colinergico" dominato da sintomi assiali, alterazioni cognitive e deposizione di amiloide-β (Aβ) cerebrale. Obiettivi - Confrontare l'efficacia della STN-DBS e della levodopa sui sintomi assiali in una coorte di pazienti affetti da MP sottoposti a STN-DBS bilaterale. - Valutare la correlazione tra sintomi assiali, alterazioni cognitive e deposizione di Aβ cerebrale. - Valutare l'evoluzione dei sintomi assiali nel tempo. - Valutare l'influenza della localizzazione anatomica del contatto attivo STN-DBS sui sintomi assiali. Metodi Sono stati raccolti retrospettivamente dati clinici e strumentali di 30 pazienti con MP sottoposti ad STN-DBS bilaterale da gennaio 2012 a dicembre 2018. Ogni paziente è stato rivalutato da tre a sette anni dopo l'intervento: i sintomi assiali sono stati studiati con un approccio clinico-strumentale standardizzato analizzando contemporaneamente i parametri di eloquio, cammino e posturali. La gravità di malattia è stata valutata con la Unified Parkinson's Disease Rating Scale. Ogni paziente è stato studiato in diverse condizioni di stimolazione e farmaco: condizioni preoperatorie off-farmaco e on-farmaco; condizioni postoperatorie on-stimolazione/off-farmaco, off-stimolazione/off-farmaco e on-stimolazione/on-farmaco (single e dual-task). Ogni paziente è stato sottoposto ad una valutazione neuropsicologica e una tomografia a emissione di positroni (PET) con [18F]flutemetamolo. La posizione anatomica del contatto attivo sarà calcolata fondendo la tomografia computerizzata postoperatoria con la risonanza magnetica preoperatoria attraverso un software dedicato. Risultati 25 pazienti sono stati reclutati da settembre 2019 a ottobre 2021. Confrontando le tre condizioni postoperatorie, sia la sola stimolazione che la combinazione di stimolazione e levodopa hanno portato a un miglioramento dei punteggi motori e del cammino. Sia la stimolazione che la levodopa hanno avuto un effetto eterogeneo sull’eloquio. Sette pazienti sono stati sottoposti a PET con [18F] flutemetamolo e solo in uno di essi è stata rilevata la deposizione di Aβ cerebrale. La valutazione neuropsicologica è stata eseguita in 13 pazienti: in 8 di essi è stato riscontrato un netto peggioramento della funzione cognitiva rispetto al preoperatorio mentre nei restanti 5 pazienti la valutazione è risultata paragonabile alla valutazione preoperatoria. Conclusioni Anche se parte di un'analisi preliminare, i dati raccolti evidenziano come l’STN-DBS possa migliorare i punteggi motori ed i parametri del cammino a lungo termine dopo l'intervento, con effetti eterogenei sui parametri dell’eloquio. Il peggioramento cognitivo è risultato variabile all'interno del gruppo. Sono necessari ulteriori dati per la valutazione della possibile correlazione tra deposizione di Aβ cerebrale e alterazioni assiali e cognitive.
Background Subthalamic nucleus deep brain stimulation (STN-DBS) represents a long-term effective treatment in advanced Parkinson's disease (PD). STN-DBS allows a stable improvement of motor complications, tremor and rigidity with a less relevant effect on axial symptoms (i.e. gait and balance symptoms, speech and swallowing troubles) and cognitive decline, which are the main causes of long-term disability. Many studies have analysed axial symptoms in PD patients with an instrumental approach focusing only on gait and postural alterations or speech disturbances. The very few studies that have instrumentally assessed the whole spectrum of axial symptoms in PD have showed the presence of similarities between spatial-temporal gait and speech parameters. Anatomopathological data have confirmed that the neurodegeneration of central dopaminergic pathways, considered the hallmark of PD, is accompanied by a contemporary involvement of other neurotransmitter pathways (i.e. cholinergic, serotoninergic). Prevalent involvement of cholinergic system is associated with a clinical “cholinergic” phenotype dominated by axial symptoms, early cognitive deterioration and cerebral Amyloid-β (Aβ) deposition. Objectives - To compare the efficacy of STN-DBS and levodopa on axial symptoms. - To evaluate the correlation between axial symptoms, cognitive alterations and brain Aβ deposition in a cohort of PD patients operated on with bilateral STN-DBS. - To assess the evolution over time of axial symptoms. - To evaluate the influence of anatomical location of the active STN-DBS contact on axial symptoms. Methods Retrospectively clinical and instrumental data from 30 PD patients operated on with bilateral STN-DBS from January 2012 to December 2018 were collected. Each patient has been reevaluated three to seven years after surgery: axial symptoms have been studied applying a standardized clinical-instrumental approach with the contemporary analysis of speech, gait and postural parameters. Disease severity was assessed using the Unified Parkinson's Disease Rating Scale (UPDRS). Each patient has been studied in different stimulation and drug conditions: preoperative off-medication and on-medication conditions; postoperative on-stimulation/off-medication, off-stimulation/off-medication and on-stimulation/on-medication conditions (single and dual task). Each patient underwent a complete neuropsychological assessment and a [18F]flutemetamol positron emission tomography (PET). The anatomical location of the active STN-DBS contact will be calculated merging postoperative computed tomography (CT) imaging with preoperative magnetic resonance imaging (MRI) through a dedicated planning software. Results 25 patients were recruited from September 2019 to October 2021. Comparing the three postoperative conditions, both stimulation alone and the combination of stimulation and medications led to an improvement of motor score and gait parameters. Both stimulation and levodopa had an heterogenous effect on speech. Seven patients undergone [18F] flutemetamol PET and only in one of them brain Aβ deposition was detected. The complete neuropsychological assessment was performed in 13 patients: in 8 of them a clear worsening of cognitive function was found compared to the preoperative values while in the remaining five patients the assessment was comparable to the preoperative evaluation. Conclusions Even if in a preliminary analysis, our data highlights that STN-DBS could improve motor scores and gait parameters in the long-term after surgery, with mixed effect on speech parameters. Cognitive worsening was variable within the group. More data are needed for the evaluation of the possible correlation between brain Aβ deposition and axial and cognitive alterations.
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Galletti, Eleonora. "Il ritmo cerebrale alpha nei processi cognitivi e sue alterazioni nelle malattie neurologiche". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21810/.

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Resumen
Questo lavoro ha avuto come obiettivo quello di indagare, tramite lo studio di articoli della letteratura, il ruolo funzionale che riveste il ritmo cerebrale alpha (8-13 Hz) nei processi cognitivi quali attenzione, memoria ed elaborazione di emozioni, ed analizzare come anomalie nell’attività di questo ritmo possano essere associate a diverse patologie neurologiche. Il ritmo alpha sembra avere un ruolo inibitorio: la sincronizzazione delle oscillazioni (ERS) in questo range di frequenze equivale ad una diminuzione dell’attivazione corticale, mentre una desincronizzazione delle oscillazioni (ERD) corrisponde ad una maggiore attivazione corticale. Nello svolgimento di task attentivi e mnemonici, una buona performance è legata alla presenza di ERD in banda alpha nelle regioni corticali rilevanti per il compito, mentre si ha ERS nelle regioni non rilevanti e potenzialmente interferenti, in modo da bloccare l’elaborazione e l’afflusso di informazioni distraenti. In aggiunta, l’asimmetria frontale alpha (FAA) è un parametro analizzato nello studio dell’elaborazione delle emozioni, in quanto uno sbilanciamento nell’attivazione dei due emisferi è responsabile delle differenze interindividuali nella reazione a stimoli emotivi, essendo la corteccia prefrontale sinistra più coinvolta nell’elaborazione di stimoli positivi mentre la destra di stimoli negativi. Anomalie nel ritmo alpha si ritrovano in diverse malattie neurologiche; questo elaborato tratta del disturbo depressivo maggiore, disturbo bipolare e morbo di Alzheimer. Il disturbo depressivo comporta un’attività maggiore in banda alpha nella corteccia frontale sinistra rispetto alla destra, mentre nella zona posteriore si riscontra un’asimmetria opposta. Nel caso del disturbo bipolare poi, i pazienti hanno una notevole riduzione di potenza alpha rispetto a soggetti sani. Infine, individui affetti da morbo di Alzheimer mostrano un decremento dell’attività in banda alpha, insieme ad una diminuzione della coerenza.
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