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Laghi, Fiorenzo, Roberto Baiocco, Daniela Troilo y Antonia Lonigro. "Binge eating e stili d'identitŕ in adolescenza". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 4 (marzo de 2012): 539–53. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004004.

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La ricerca ha indagato la relazione esistente tra il Binge Eating Disorder, indagato attraverso la Binge Eating Scale (Gormally, 1982), la tendenza al conformi- smo, indagato attraverso lo Iowa- Netherlands Comparison Orientation Measure (Gibbons, 1999) e gli stili d'identita, indagati attraverso l'Identity Style Inventory (Berzonsky, 1992). Lo studio e stato effettuato su 450 studenti frequentanti alcune scuole Secondarie di II grado. La ricerca ha dimostrato che il Binge Eating Disorder e maggiormente diffuso tra i soggetti di genere femminile rispetto a quelli di genere maschile. Le dimensioni che hanno un forte potere predittivo per il Binge Eating Disorder risultano essere la presenza di alti livelli di conformismo rispetto ai comportamenti, di uno stile d'identita evitante e di una bassa tendenza ad assumere impegni precisi. Inoltre e emerso che i soggetti appartenenti al gruppo dei soggetti con patologia BED presentano uno stile d'identita evitante, mentre i soggetti che non presentano disturbi alimentari presentano uno stile d'identita informativo ed un'elevata tendenza ad assumere impegni precisi.
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Burgio, Giuseppe. "Una violenza normale. Maschilità, adolescenza, omofobia". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 222–37. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9440.

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Resumen
Il contributo propone un cambio di prospettiva teorica relativa al modo in cui è stato finora trattato il bullismo omofobico. Piuttosto che analizzarlo come una forma peculiare di bullismo, caratterizzato dall'omofobia, si propone di leggerlo come una forma peculiare di omofobia, che ha la scuola come teatro. Vengono prima descritti i caratteri propri del bullismo omofobico che risultano dalle ricerche: esso è agito prioritariamente da maschi, perlopiù ai danni di altri maschi e, soprattutto, nel periodo adolescenziale. Tale descrizione viene posta a confronto con le ricerche sui casi di violenza omofobica diffusi nella società, che risultano avere come protagonisti soprattutto giovani maschi. A partire dall'analisi degli episodi di cronaca relativi ad assalti omofobici compiuti da singoli o da gruppi si ricavano infine elementi interpretativi del bullismo omofobico e si propongono direzioni operative di carattere pedagogico
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Rizzi, Silvia, Sara Carbone, Valeria Donisi, Silvia Gabrielli y per conto del Consorzio UPRIGHT. "Resilienza, benessere mentale e qualità della vita nella prima adolescenza: indagine su un campione di adolescenti di 11-14 anni nella provincia autonoma di". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 4 (febrero de 2022): 1–18. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13225.

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Il legame tra resilienza, benessere mentale e qualità della vita percepita è ormai noto in letteratura e indagare tali dimensioni in età adolescenziale è fondamentale per sviluppare azioni di prevenzione e promozione atte a costituire le basi per una buona salute mentale in età adulta. L'articolo riporta i risultati di un'indagine condotta su un campione di 460 studenti trentini, utilizzando tre strumenti (READ, WEMWBS e KIDSCREEN-10), nell'ambito di uno studio multicentrico condotto dal progetto europeo UPRIGHT (Universal Preventive Resilience Intervention Globally Implemented In Schools To Improve And Promote Mental Health For Teenagers, cioè "intervento di prevenzione universale basato sulla resilienza e implementato nelle scuole per migliorare e promuovere la salute mentale degli adolescenti") finanziato dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea. Sono state prese in considerazione le differenze di genere e operato un confronto con i valori normativi dei campioni di validazione degli strumenti.Dai questionari risulta che le adolescenti riportano livelli di risorse sociali significativamente più alti rispetto agli studenti maschi, mentre per quanto riguarda la qualità della vita, in linea con quanto indicato dalla letteratura, sono gli studenti maschi a riportare valori più elevati.
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Laghi, Fiorenzo, Antonia Lonigro, Roberto Baiocco y Maria D'Alessio. "Prospettiva temporale e strategie di apprendimento in adolescenza". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (abril de 2010): 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002005.

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La ricerca ha indagato come specifiche dimensioni della prospettiva temporale, valutate attraverso il Zimbardo Time Perspective Inventory, sono in relazione alle strategie d'apprendimento e sono in grado di predire il successo scolastico. Per valutare le strategie d'apprendimento č stata somministrato il Questionario sulle Strategie d'Apprendimento mentre il successo scolastico č stato valutato utilizzando la media dei voti scolastici in differenti materie. Lo studio č stato effettuato su un gruppo di 378 studenti italiani che frequentano l'ultimo anno delle scuole Secondarie. La ricerca ha dimostrato che gli adolescenti orientati maggiormente al presente e quelli che mostrano una maggiore propensione al passato negativo sono meno capaci di pianificare un percorso di obiettivi realistici. Essi utilizzano in misura minore strategie di auto-regolazione e riferiscono un maggiore livello di ansia. Quelli con un piů alto livello di orientamento al futuro e al passato positivo mostrano maggiori competenze nello stabilire e raggiungere gli obiettivi, sanno auto-regolare il loro comportamento e mostrano alti livelli di volizione e capacitŕ di pianificare strategie per far fronte ad obiettivi a lungo termine. Per i maschi il successo scolastico č meglio predetto dalla dimensione disorientamento mentre per le femmine č un basso livello di ansia. La dimensione orientamento al futuro e l'auto-regolazione dell'apprendimento sono gli unici predittori significativi del successo scolastico sia nel gruppo dei maschi che in quello delle femmine. Nelle conclusioni vengono discusse le implicazioni teoriche e pratiche del presente studio.
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Smorti, Martina y Ilaria Detti. "Le caratteristiche personali come mediatori dell'atteggiamento verso il futuro negli adolescenti". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 77–91. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001005.

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L'obiettivo di questo lavoro č approfondire se e in che misura alcune caratteristiche individuali, come le strategie di coping, l'ego- resiliency e l'autoefficacia sociale, sono associate ad un diverso orientamento verso il futuro degli adolescenti. Intendiamo anche valutare il ruolo che le differenze di genere possono svolgere nel mediare tali ordini di variabili. Metodologia. La ricerca si č svolta su 243 adolescenti (115 maschi e 128 femmine; etŕ media = 18,6 anni; d.s. 2) divisi in due gruppi: soggetti con atteggiamento positivo verso il futuro (145 soggetti di cui 67 maschi e 78 femmine) e soggetti con atteggiamento negativo verso il futuro (98 soggetti di cui 48 maschi e 50 femmine). Strumenti. Per la rilevazione dei dati abbiamo utilizzato una batteria composta da quattro scale: Scala di atteggiamento verso il futuro (Jessor, 1992); Coping Strartegy Indicator (Amirkhan, 1990), Scala di Ego- Resiliency (Block e Kremen, 1996), Scala di Autoefficacia Sociale (Bandura, 1993). Risultati. L'analisi dei dati (MANOVA) ha evidenziato che i soggetti con atteggiamento positivo verso il futuro, rispetto a quelli con atteggiamento negativo, dispongono di un maggiore senso di autoefficacia (p < .001), e ego- resiliency (p < .001) e usano strategie di coping piů costruttive (p = .01). Non sono emerse invece differenze di genere.
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Di Pietro, Maria Luisa y Stefano Fornaroli. "Mass-media e prevenzione dell'infezione da HIV e della tossicodipendenza". Medicina e Morale 42, n.º 4 (31 de agosto de 1993): 733–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1050.

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In materia di prevenzione dell'infezione da HIV e della tossicodipendenza sono stati messi in atto, nel corso di questi ultimi anni, numerosi interventi: "spot" televisivi e radiofonici, opuscoli distribuiti nelle scuole, negli aeroporti e sulle riviste, videocassette e libri. Si rendeva, ora, necessario verificare l'efficacia di questi interventi ovvero il rapporto aspettative/risultati in previsione, anche, di nuove campagne di informazione. E' stato questo il motivo che ha spinto gli Autori di questo articolo a condurre, tra gli adolescenti ("target" privilegiato delle suddette campagne), un'indagine tesa a valutare il loro grado di soddisfazione per quanto appreso. A tale scopo sono stati intervistati- mediante questionario- 2.758 studenti degli ultimi tre anni dei Licei scientifico e classico e dell'Istituto Magistrale: gli studenti di sesso maschile e femminile risiedevano in ambiente urbano nelle diverse regioni italiane del Nord, Centro e Sud Italia.
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Scacchi, Luca, Francesca Cristini, Alessia Vieno y Massimo Santinello. "Benessere psicologico degli adolescenti immigrati: quando il contesto fa la differenza". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 73–85. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001007.

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Obiettivo del presente studio č stato quello di confrontare due diversi contesti socioculturali rispetto all'integrazione ed al benessere psicologico degli adolescenti immigrati. I due contesti (Padova ed Aosta) presentano caratteristiche diverse nell'atteggiamento verso l'immigrazione e nell'inserimento sociale e lavorativo degli immigrati. Hanno partecipato allo studio, svolto tramite questionario, 2533 studenti (66.7% maschi; etŕ media: 17.26; D.S.=1.63), di cui il 14.2% sono immigrati di 1a o 2a generazione. I risultati mostrano che gli adolescenti immigrati di Aosta riportano minori livelli di discriminazione percepita e maggiori livelli di identitŕ nazionale, rispetto agli adolescenti immigrati a Padova. Inoltre si evidenziano maggiori disparitŕ tra immigrati e non immigrati a Padova, rispetto ad Aosta. Tali disparitŕ riguardano agiatezza economica, benessere psicologico e sostegno dei compagni. Tali risultati vengono discussi rispetto alle loro implicazioni circa l'adattamento e l'integrazione degli adolescenti immigrati.
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Donizzetti, Anna Rosa y Giovanna Petrillo. "Health Locus of control Scale per adolescenti: validazione di un originale strumento di rilevazione". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002006.

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La(HLCS) per adolescenti, di cui si presenta uno studio di validazione, č un originale strumento volto a rilevare l'orientamento diriferito alla salute negli adolescenti. Sono stati coinvolti 1469 partecipanti, quasi equamente distribuiti per sesso (44.0% maschi e 56.0% femmine) e con un'etŕ media di 16.6 anni (DS = 1.43). Analisi fattoriali esplorative e confermative hanno evidenziato una struttura tridimensionale della HLCS, che nella versione finale consta di 15 item e presenta soddisfacenti proprietŕ psicometriche sia nel campione generale sia nei sub-campioni. Inoltre, analisi correlazionali ne hanno dimostrato la validitŕ convergente e discriminante. I risultati mostrano l'utilitŕ dello strumento per la rilevazione delle credenze degli adolescenti circa il controllo della propria salute fisica anche in popolazioni diversificate per sesso, etŕ e formazione.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca y Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (mayo de 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti y Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Moylan, Carrie A., Todd I. Herrenkohl, Cindy Sousa, Emiko A. Tajima, Roy C. Herrenkohl y M. Jean Russo. "Gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica sui problemi comportamentali internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (diciembre de 2011): 11–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003002.

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Questo studio esamina gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica in infanzia sui comportamenti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. I dati per queste analisi provengono dal Lehigh Longitudinal Study, uno studio prospettico su 457 giovani volto a valutare gli esiti della violenza familiare e la resilienza negli individui e nelle famiglie. I risultati mostrano che il maltrattamento infantile, la violenza domestica ed entrambi in combinazione (ossia doppia esposizione) aumentano il rischio per il bambino di esiti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. Una volta tenuto conto dei fattori di rischio associati con fattori stressanti aggiuntivi nella famiglia o nell'ambiente circostante, solo quei bambini con una doppia esposizione riportavano un rischio elevato di incorrere negli esiti studiati rispetto ai giovani non esposti. Tuttavia, sebbene vi fossero delle differenze osservabili nella predizione degli esiti per i bambini con una doppia esposizione rispetto a quelli con una singola esposizione (ossia, solo maltrattamento o solo esposizione alla violenza domestica) queste differenze non sono risultate statisticamente significative. Le analisi hanno mostrato che gli effetti dell'esposizione per i maschi e le femmine sono statisticamente comparabili.
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Mazzardis, Sonia, Alessio Vieno, Martina Furegato, Massimo Santinello y Massimo Mirandola. "Decrease in early adolescent illegal substance use in the Veneto region". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 19, n.º 1 (marzo de 2010): 80–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001639.

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Il consumo di sostanze psicotrope, oltre ad essere un importante fattore di rischio per lo stato di salute individuale, rappresenta un fenomeno con significative ricadute in ambito sociale (Santinello et al., 2006; Serpelloni et al., 2009). Come riportato nella Relazione annuale sullo stato delle Tossicodipendenze in Italia (2009), nel 2007 sono stati registrati, nella regione Veneto, circa 11 decessi ogni 100000 abitanti a seguito di incidenti stradali droga-correlati. In particolare, le fasce detà maggiormente interessate dal fenomeno sono risultate, per le femmine, quelle tra i 14 e i 24 anni e, per i maschi, quelle tra i 19 e i 24 anni.
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Paula, Benevene, Lagioia Bianca y Callea Antonino. "Validazione del questionario "atteggiamento verso il lavoro minorile"". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (enero de 2012): 255–71. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-002005.

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. Lo studio intende validare un questionario atto ad indagare l'atteggiamento verso il lavoro minorile da parte degli stessi adolescenti. Metodologia. E' stato somministrato il questionario Atteggiamenti verso il lavoro minorile a 1474 adolescenti (38% maschi e 62% femmine; etŕ media = 16; d.s. 1.5) intervistati negli istituti superiori del centro e sud Italia. Il questionario č composto da 44 item che misurano le percezioni e gli atteggiamenti dei rispondenti su una scala Likert a 5 passi.. L'analisi delle componenti principali ha suggerito di estrarre sei dimensioni, che spiegano il 44,36 % di varianza totale. Le sei dimensioni sono state denominate:,,,,,. L'analisi fattoriale confermativa, realizzata attraverso i Modelli di Equazioni Strutturali, conferma la struttura a sei dimensioni. L'attendibilitŕ delle dimensioni č risultata buona, in quanto gli indici di Cronbach sono compresi tra .67 e .81. Lo studio ha raggiunto, dunque, l'obiettivo di validare il questionario Atteggiamenti verso il lavoro minorile.
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Canzi, Elena, Miriam Parise, Laura Ferrari y Maria Giulia Olivari. "Conoscenze e comportamenti degli adolescenti in ambito affettivo-sessuale: una ricerca esplorativa". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 575–98. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002006.

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Il presente contributo propone i risultati di uno studio esplorativo circa le conoscenze, le fonti di informazioni e i comportamenti degli adolescenti in tema di affettività e sessualità, considerando le esperienze a rischio compiute sia nella vita reale che virtuale. I partecipanti sono 1522 adolescenti di nazionalità italiana, tra i 12 e i 18 anni d'età (44% maschi e 56% femmine), a cui è stato somministrato un questionario on-line. I risultati hanno messo in evidenza che, diversamente dalla loro percezione, la conoscenza dei ragazzi circa i temi in oggetto è molto scarsa; i loro interlocutori privilegiati sono i genitori, gli amici e, in percentuale rilevante, internet. Altrettanto significativa la percentuale di ragazzi sessualmente attivi che mettono in atto condotte a rischio, specialmente tra i più piccoli (12-14 anni), così come la percentuale di chi riceve o invia in internet proprie foto provocanti e a sua volta riceve richieste di fornire materiale personale, specialmente tra le femmine.
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Vanzetto, M., R. Rodinò, M. M. Santoro y T. Frascarelli. "Un servizio integrato per adolescenti a Roma". Medicina e Morale 43, n.º 6 (31 de diciembre de 1994): 1173–85. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1004.

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Dal marzo 1993 la Cooperativa sociale "Animazione Verderocca" (ANVER) ha attivato un Servizio Integrato per adolescenti, completamente gratuito, nei locali del suo poliambulatorio. Si è voluto creare nel territorio un Servizio che fosse aperto a tutti e di facile accesso, che diventasse punto di riferimento per risolvere dubbi e problemi adolescenziali, ma anche proposta per un cambiamento di comportamenti a rischio e quindi tentativo per una prevenzione primaria delle devianze giovanili. Una équipe interdisciplinare costituisce la caratteristica fondamentale di questo Servizio. Essa, tenendo presente il concetto globale di salute, intende fornire un aiuto all'adolescente a spostare il focus di attenzione dal sintomo alla totalità della persona. In un anno di attività hanno fruito del Servizio Integrato 71 giovani, 64 femmine (90%) e 7 maschi (10%). Il tipo di intervento vuole essere qualitativo più che quantitativo e le 368 prestazioni complessive effettuate ne confermano la consistenza. La domanda di partenza dell'adolescente ha trovato nell'équipe o nella consulenza psicologica una sua ridefinizione basata non solo sulla analisi della domanda, ma anche sulla formulazione stessa dell'intetvento. Evidentemente tale riformulazione "agita" e "proposta" dagli operatori del Servizio Integrato è vissuta dall'utenza come una corretta lettura o integrazione della propria richiesta vista la costanza nel tempo del ritorno e la pubblicità che gli adolescenti stessi fanno del Servizio ai propri amici.
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Piizzi, Paola, Eduardo De Paula y Márcia Chiamulera. "Máscara e mascaramentos femininos". ouvirOUver 16, n.º 1 (27 de julio de 2020): 12–15. http://dx.doi.org/10.14393/ouv-v16n1a2020-53840.

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Partindo dos grafites rupestres encontrados em uma gruta do deserto do Tassili n’Ajjer (Saara), considerado um exemplo de mascaramento estético feminino, será traçado um percurso histórico crítico que pretende percorrer as diferentes tipologias de mascaramento presentes nas diversas partes e culturas do mundo. Das máscaras funerárias às máscaras utilizadas para adquirir poder e qualidade de forças sobrenaturais, da tatuagem à escarificação e deformação estética, para então debruçar-se de modo particular sobre o mascaramento feminino. Este último tem um papel de extrema importância, por exemplo, para os ritos de iniciação das adolescentes ao status de mulheres nas tribos dos Mende, Terrine e Sherbro, que habitam as fronteiras entre Serra Leoa e a Libéria; ou nos casos das mulheres islâmicas que utilizam o véu (haïk na tradição argelina, chador no Irã, burqa no subcontinente indiano). Será, enfim, analisada a fundamental contribuição, no âmbito teatral e artístico, de Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori graças a invenção da máscara neutra. Partendo dai graffiti rupestri rinvenuti in una grotta del deserto del Tassili n’Ajjer (Sahara), dove è presente un chiaro esempio di mascheramento estetico femminile, verrà tracciato un percorso storico-critico che vuole ripercorrere le differenti tipologie di mascheramento presenti nelle diverse parti e culture del mondo. Dalle maschere funerarie alle maschere utilizzate per acquisire potere e qualità di forze soprannaturali, dal tatuaggio alla sacrificazione e deformazione estetica, per poi soffermarsi in particolar modo sul mascheramento femminile. Quest’ultimo ha un ruolo di estrema importanza, ad esempio, per i riti d’iniziazione delle adolescenti allo status di donne nelle tribù dei Mende, Terrine e Sherbro, che abitano il confine tra Sierra Leone e la Liberia; oppure nel caso del delle donne islamiche che utilizzano il velo (haik nella tradizione algerina, chador in Iran, burqa nel subcontinente indiano…). Verrà infine analizzato il fondamentale contributo, in ambito teatrale ed artistico, apportato da Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori grazie all’invenzione della maschera neutra.
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Boatti, Leonardo. "Dalla mentalitŕ talebana alla democrazia degli affetti in un gruppo di bambini". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 63–73. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001006.

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La psicoterapia analitica dell'etŕ evolutiva viene a trovarsi in questi ultimi anni in una fase di profondo rinnovamento dal punto di vista metodologico e operativo. Viviamo in una societŕ "narcisistica", improntata sulla soddisfazione immediata del bisogno e delle mete pulsionali. Ciň comporta un'ipotrofia dell'area preconscia-transizionale, dello sviluppo della capacitŕ di pensiero e del mantenimento dei legami. Kaës sottolinea l'importanza di un buon sviluppo dell'area transizionale o preconscia, indispensabile per tollerare l'attesa, la frustrazione, necessaria per lo sviluppo della capacitŕ riflessiva. Lebovici afferma che «molti adolescenti della generazione attuale non sanno che agire e sono condannati a non elaborare le loro emozioni, che non sanno rappresentare». In parallelo sempre piů bambini non sanno giocare: "presentano" piů che rappresentano i propri vissuti. Il terapeuta dell'etŕ evolutiva si trova ad affrontare gruppi di bambini la cui modalitŕ di comunicare le proprie emozioni č prevalentemente sensoriale-corporea. Viene messa a dura prova la capacitŕ contenitiva e conservativa il pensare. Il faticoso lavoro del terapeuta consiste nel permanere in una situazione bioniana di K- e nel tradurre in parole e pensieri, attraverso rappresentazioni e gioco (play), espressione di ciň che sta avvenendo in quel momento nel gruppo, le comunicazioni affettive ed emotive espresse con la sensorialitŕ e il corpo. Ciň permette nel tempo la creazione di una membrana preconscia (membrana di contatto bioniana) capace, come la membrana cellulare, di favorire lo scambio fra dentro e fuori, fra conscio e inconscio. Nell'abstract la esemplificazione clinica tratta un gruppo di bambini il cui cambiamento della composizione ha determinato lo scontro anche violento fra i rappresentanti delle due modalitŕ di comunicazione degli affetti. In particolare l'arrivo di due femmine favorisce il faticoso e doloroso cambiamento della struttura e soprattutto della mentalitŕ del gruppo: da una mentalitŕ talebana a una mentalitŕ democratica degli affetti. Si assiste a un conflitto fra una modalitŕ maschile improntata sull'azione e sul gioco (game) come veicolo delle emozioni e una modalitŕ femminile improntata sulla parola e sul pensiero.
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Morbini, P. y M. Benazzo. "Papillomavirus umano e carcinomi del tratto aerodigestivo: il punto sulle evidenze nella babele dei dati scientifici". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 4 (agosto de 2016): 249–58. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-853.

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I carcinomi squamosi dell'orofaringe associati all'infezione da papillomavirus umano (HPV) costituiscono ormai una entità ben caratterizzata, che interessa prevalentemente maschi, giovani adulti o di mezza età, non fumatori. Essi hanno generalmente una prognosi più favorevole rispetto alla controparte non associate ad infezione, e per questo è stato proposto di dedicare a questo gruppo di pazienti un approccio terapeutico meno aggressivo. L'incidenza dei carcinomi dell'orofaringe associati a HPV è in rapido aumento nella maggior parte dei paesi occidentali, ma per quanto riguarda la popolazione italiana non sono disponibili dati epidemiologici in merito. Per quanto riguarda le altre regioni del distretto testa-collo, una più modesta porzione di lesioni displastiche di alto grado e di neoplasie appare essere correlata all'infezione da HPV, mentre il ruolo del virus nei tumori della laringe è stato parzialmente ridimensionato. HPV determina la trasformazione neoplastica delle cellule infettate tramite l'espressione dei suoi due oncogeni, E6 ed E7, che interagiscono con i meccanismi di apoptosi e regolazione del ciclo cellulare della cellula ospite. L'unica metodica in grado di documentare con certezza l'espressione degli oncogeni virali è attualmente l'amplificazione dell'RNA messaggero trascritto dai due oncogeni. Il consenso riguardo la strategia per l'identificazione dei pazienti affetti da carcinoma dell'orofaringe associato a HPV dal punto di vista clinico e diagnostico è tuttora limitato. Le metodiche diagnostiche più utilizzate, singolarmente o in combinazione, comprendono l'immunocolorazione con anticorpi diretti contro p16, l'ibridazione in situ per genotipi virali ad alto rischio e l'amplificazione del DNA virale mediate PCR. La possibilità di ottenere una diagnosi precoce grazie all'identificazione dell'infezione virale nelle cellule epiteliali esfoliate dal cavo orale o dall'orofaringe non ha finora fornito risultati soddisfacenti, tuttavia la persistenza del virus nel cavo orale in pazienti trattati per carcinoma dell'orofaringe ha dimostrato una significativa associazione con il rischio di recidiva del tumore. Non sono ancora disponibili sufficienti dati che documentino in maniera dettagliata la storia naturale dell'infezione a la sua progressione verso lo sviluppo di una neoplasia, e che definiscano con chiarezza le modalità di trasmissione e i fattori di rischio, comunque è chiaro che i comportamenti sessuali hanno un peso rilevante nel determinare il rischio di sviluppo di neoplasia dell'orofaringe HPV-correlata. La progressive diffusione nelle giovani generazioni del vaccino contro HPV, e soprattutto la sua estensione agli adolescenti di entrambi i generi è sicuramente destinata a modificare in maniera rilevante anche l'epidemiologica dei tumori HPV-correlati nel distretto testa-collo nel prossimo futuro.
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"DALLA PARTE DELLE BAMBINE. Analisi del contributo di Bianca Pitzorno alla letteratura per l’infanzia". Studia Polensia 06, n.º 01 (28 de marzo de 2018): 100–113. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2017.06.01.04.

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Il saggio offre una panoramica sul contributo dato dalla scrittrice italiana Bianca Pitzorno alla letteratura per l’infanzia. Questa autrice è importante in ambito nazionale e internazionale, poiché ha dedicato tutta la vita a scrivere storie di bambine e adolescenti femmine, laddove la letteratura le relegava in un angolo, affidando loro ruoli secondari o caratteri deboli e sottomessi. Nella letteratura troviamo altri autori che hanno scritto di bambine (come Carroll, Michaelis, Lindgren, Dahl e Petrosino), ma mai nessuno vi si è dedicato totalmente come la Pitzorno. Confrontando quindi alcuni protagonisti maschili dei Classici (in particolare quelli di Calvino, Collodi, De Amicis, Kipling e Malot) con quelli femminili della Pitzorno, risulta che queste non hanno nulla da invidiare ai “colleghi” maschi.
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Avery, L. "Eating Like Adults". Bioarchaeology International, 9 de noviembre de 2022. http://dx.doi.org/10.5744/bi.2022.0006.

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Previous isotopic studies of Roman diet for individuals buried at Isola Sacra (first–fourth centuries C.E.; Italy) have focused on variation in adult diet or the critical stages of breastfeeding and weaning during infancy and childhood; however, little is known about the characteristics of diet when a child transitioned through adolescence to adulthood. This paper uses dietary stable isotope analysis of incremental tooth dentin from nine individuals (15 teeth, 52 incremental dentin sections) to investigate the transition between childhood and adult diet, and sex-specific dietary patterns for people buried in the necropolis of Isola Sacra in the early Roman Empire. The incremental dentin isotope data demonstrate that males and females consumed different diets as early as 4.5 years of age. Females exhibit a positive correlation between δ15N and age (rs = .41, p = .026), suggesting the greater inclusion of higher trophic level foods as they aged. However, no discernable pattern of dietary change is identified for males, suggesting sex-based dietary variation. For males, isotopic evidence of protein insufficiency around 15 years of age for two individuals raises questions about the effects of pubertal development on protein requirements, as well as changing social roles for young men during adulescentia. This research highlights the importance of considering diet in a longitudinal fashion and working to understand the biological and social changes occurring during adolescence in the past. Gli studi isotopici condotti fino ad oggi sugli individui di epoca romana sepolti a Isola Sacra (I-IV secolo d.C.) si sono concentrati sullo studio della dieta durante l’età adulta e sulle fasi critiche di allattamento e svezzamento. Ad oggi, le caratteristiche della dieta durante la transizione dall’adolescenza all’età adulta sono ancora poco conosciute. Il presente articolo si focalizza proprio su questo passaggio, proponendo uno studio della paleodieta per entrambi i sessi, tramite l’analisi degli isotopi stabili (carbonio e azoto), ottenuti dalle analisi incrementali della dentina. I dati sono stati ricavati da nove individui (15 denti, 52 sezioni incrementali della dentina) sepolti nella necropoli di Isola Sacra durante l’Alto Impero Romano. I valori ottenuti dall’analisi incrementale della dentina mostrano come maschi e femmine consumassero alimenti differenti già a partire dai 4.5 anni di età. Il campione femminile mostra una correlazione positiva tra i valori di δ15N e l’età (rs = .41, p = .026), suggerendo un maggior consumo di alimenti provenienti da un livello trofico superiore con l’avanzare dell’età. In due individui maschili di 15 anni è stata riscontrata un’insufficienza proteica. Questo dato costringe ad una riflessione sugli effetti dello sviluppo puberale sul fabbisogno proteico, nonché sul cambiamento del ruolo sociale dei giovani uomini durante l’adulescentia. Questa ricerca sottolinea tanto l’importanza di considerare la paleodieta in modo longitudinale quanto l’importanza di comprendere i cambiamenti biologici e sociali avvenuti durante l’adolescenza nel passato.
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Brito, Maysa Vasconcelos de, Ana Maria Braga da Silva França, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck y Cláudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Profilo epidemiologico della malaria grave nei neonati e negli adolescenti trattati nel 2016 in un ospedale di riferimento nello Stato di Amapá, Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 22 de junio de 2020, 05–23. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/della-malaria-grave.

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Il presente studio ha preso in considerazione non solo le infezioni da Plasmodium falciparum che è comunemente raccomandato come la causa principale della malaria grave, ma le complicazioni legate al Plasmodium vivax sono state accuratamente descritte. Lo scopo di questo articolo era quello di identificare il profilo epidemiologico, clinico e di laboratorio della malaria grave nei pazienti trattati presso l’ospedale pediatrico e adolescenziale di Macapá – Amapá. È stato effettuato uno studio epidemiologico e descrittivo del carattere retrospettivo. I dati sono stati ottenuti attraverso la consultazione nelle cartelle cliniche dei pazienti per l’anno 2016. La malaria grave è stata considerata 47 casi. Predominavano pazienti maschi con il 63,8% e di età compresa tra i 5 anni e il 59,6% dei casi. Per quanto riguarda la specie, le infezioni da P. vivax si sono distinte con maggiore frequenza con il 72% rispetto a P. falciparum con il 28% dei casi. I mesi con il maggior numero di ricoveri sono stati settembre e novembre, entrambi con il 17%. Le principali manifestazioni cliniche riscontrate sono state: febbre, pallore e tosse. Le condizioni che indicano la gravità che si sono verificate maggiormente: vomito 87%, ittero 23%, dispnea ed età < 1 anno, entrambe con il 21%. Gli esami ematologici hanno mostrato che il 91% dei pazienti aveva globuli rossi al di sotto dei valori di riferimento e il 100% dei casi aveva emoglobina ed ematocrito bassi; trombocitopenia è stata evidenziata nel 72% dei casi. Risultati alterati di dosaggi biochimici di maggiore importanza clinica sono stati: urea, transaminasi, glicimea e proteina C-reattiva. L’identificazione di dati epidemiologici, clinici e di laboratorio sulla malaria grave contribuisce alla diagnosi precoce e al trattamento adeguato della malattia.
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