Journal articles on the topic 'Venezia XVI secolo'

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D'Amico, Tiziana. "La Bibbia ceca del 1506. Sonda nella cultura del libro in Boemia a cavallo tra XV e XVI secolo." Fabrica Litterarum Polono-Italica, no. 4 (May 16, 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.07.

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Abstract:
Nel 1506 esce a Venezia, presso lo stampatore Liechtenstein, la Biblij Cžeská w Benátkach tisšten (Bibbia ceca stampata a Venezia). La Bibbia di Venezia (come è comunemente indicata) è in ceco ed è commissionata da tre cittadini praghesi. Il lavoro intende indagare la Bibbia ceca del 1506 come un “oggetto” curioso che, in qualche modo, unisce a inizio del XVI secolo due realtà culturali molto distanti tra loro: quella di Venezia, centro nevralgico della stampa europea e in particolare di quella umanista, e quella di Praga, centro dell’utraquismo. Tale indagine si soffermerà su tre aspetti: la situazione della stampa ceca a inizio Cinquecento, cui verrà dedicato maggiore spazio; i motivi alla base della Bibbia come testo da stampare; infine, le criticità della scelta di Venezia. Conclude il lavoro una breve riflessione sul lascito della Bibbia di Venezia, un ibrido di due culture del libro, nella storia della stampa ceca.
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Ardissino, Erminia. "Saggio per l'edizione critica dell'Ovidio Metamorphoseos Vulgare di Giovanni di Bonsignori: II “Proemio” e l' “Esordio”." Traditio 48 (1993): 107–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0362152900012903.

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Abstract:
L'importanza del volgarizzamento e dell'allegorizzazione delle Metamorfosi ovidiane per opera di Giovanni di Bonsignori, meglio conosciuti con il titolo Ovidio Metamorphoseos Vulgare, che venne lora assegnato nelle edizioni a stampa, è dovuta alla larga diffusione che ebbero nel XV secolo e nei primi decenni del XVI. Terminato nel 1377, il testa ebbe una discreta divulgazione manoscritta e conobbe una prima stampa a Venezia nel 1497 “per Zoanne Rosso Vercellese ad instantia del nobile homo miser Lucantonio Zonta fiorentino” (ovvero Lucantonio Giunti), Sempre a Venezia “ad instantia del […] Lucantonio Zonta” seguirono una seconda edizione nel 1501 “per Christofolo de Pensa” e una terza nel 1508 “per Alexandro di Bandoni.” Nel 1517 e nel 1523 si ebbero ancora a Venezia altre due edizioni, ambedue “per Georgio de' Rusconi.” Nel 1519 fu pubblicato a Milano “in Minutiana officina,” per i fratelli da Legnano; nel 1520, ancora a Milano, “per Rocho et Fratello da Valle ad instantia de Miser Nicolò Da Gorgonzola.”
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Maria Monastra, Rosa, Adolfo Longhitano, and Angela Scialfa. "Recensioni." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (July 2022): 141–54. http://dx.doi.org/10.3280/asso2021-001008.

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Abstract:
Rosalba Galvagno (a cura di), Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia, Essere o no scrittore. Lettere 1963-1988, Archinto, Milano 2019Luigi Sanfilippo, Fede e scienza nella Sicilia dell'Ottocento. Il benedettino Giacomo Maggiore (1812-1884), Edizioni Efesto, Roma 2020Rosalba Galvagno, Mitografie di Carlo Levi, Sinestesie, Avellino 2021Rosalia Francesca Margiotta, Beni mobili. Patrimonio artistico e committenti in Sicilia dalle fonti d'archivio tra XVI e XIX secolo, Palermo, OADI Digitalia, Palermo University Press, 2020Rosalba Galvagno, La litania del potere e altre illusioni. Leggere Federico De Roberto, Marsilio, Venezia, 2017
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Cellauro, Louis. "Daniele Barbaro and Vitruvius: the architectural theory of a Renaissance humanist and patron." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 293–329. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002749.

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Abstract:
DANIELE BARBARO E VITRUVIO: LA TEORIA ARCHITETTONICA DI UN UMANISTA E PATRONO DEL RINASCIMENTOL'aristocratico veneziano Daniele Barbaro (1514–70), collezionista d'arte, di libri e di strumenti matematici, fu un importante patrono delle artie delle scienze della Venezia del XVI secolo. La sua pubblicazione più imponente e significativa fu la traduzione commentata del De Architectura Libri Decem di Vitruvio. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire un'analisi della teoria architettonica di Daniele Barbaro, cosi come emerge dai suoi commentari e di stabilire il suo rapporto con Vitruvio nel contesto del Rinascimento. Mi focalizzo sui principi teoretici rilevanti per la pratica architettonica, inclusi l'atteggiamento di Barbaro verso Vitruvio, la sua teoria del progresso dell'architettura classica, i rapporti nella sua teoria tra le retorica e l'architettura, le sue opinioni sul ruolo delle proporzioni armoniche nel disegno architettonico e sui sei concetti vitruviani del disegno architettonico. Ilprincipale contributo di Barbaro alla comprensione di Vitruvio nel Rinascimento consiste nell'enfasi posta sulla flessibilità con cui egli credeva che le regole di Vitruvio dovessero essere comprese e sull'importanza delle correzioni ottiche per il disegno architettonico nella teoria dell'autore antico.
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5

Palmer, Richard, and Nelli-Elena Vanzan Marchini. "La memoria della salute: Venezia e il suo ospedale dal XVI al XX secolo." American Historical Review 91, no. 5 (December 1986): 1235. http://dx.doi.org/10.2307/1864487.

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ΚΩΝΣΤΑΝΤΙΝΙΔΟΥ, ΚΑΤΕΡΙΝΑ. "ΤΑ ΛΗΞΙΑΡΧΙΚΑ ΒΙΒΛΙΑ ΤΟΥ ΒΕΝΕΤΟΚΡΑΤΟΥΜΕΝΟΥ ΧΑΝΔΑΚΑ (1632-1642). ΣΤΕΓΑΝΑ ΚΑΙ ΔΙΚΤΥΑ ΕΠΙΚΟΙΝΩΝΙΑΣ ΜΕΤΑΞΥ ΤΩΝ ΑΝΩΤΕΡΩΝ ΚΟΙΝΩΝΙΚΩΝ ΣΤΡΩΜΑΤΩΝ." Eoa kai Esperia 7 (January 1, 2007): 173. http://dx.doi.org/10.12681/eoaesperia.87.

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Abstract:
Lo sviluppo di una base elettronica di dati per la registrazione di testimonianzed'archivio derivanti dai registri di matrimonio, nascita e battesimodei nobili veneti di Handaka durante il dominio veneziano, nel quadro dellostudio del funzionamento dei consigli comunali e della mobiità degli stratisociali superiori a Creta (XVI-XVII secolo), costituiscono la prima parte delpresente studio. La seconda parte si propone come obbiettivo l'indagine delleforti chiusure e delle reti di comunicazione fra i membri di questo stratosociale, tramite il materiale d'archivio schedato. Come periodo indicativodello studio si è scelto il decennio 1632-1642: gli ultimi anni pacifici per Cretaprima dell'inizio della guerra tra Venezia e Impero Ottomano e, parallelamente,periodo di cristallizzazione delle formazioni sociali. Nel quadro diqueste circostanze si esaminano i rapporti tra i nobili veneti e i nobili cretesidell'isola, compiendo un'indagine meticolosa su centoventotto atti di matrimonio,nascita e battesimo. In linea generale, si accerta che i nobili veneti e inobili cretesi, a prescindere dalle particolari differenze ο anche dagli scontri,agiscono come una casta sociale chiusa. Il clima dell'introversione sociale, inalcuni casi perfino dell'introversione all'interno del nucleo familiare, vienesostenuta dalla fitta rete di rapporti che si sviluppa sui fulcri dei matrimoni,delle nascite e dei battesimi. Più specificatamente, l'estrazione sociale dei dueconiugi, così come la scelta dei testimoni ο dei padrini, denota la tendenza alrafforzamento dei legami tra gli strati superiori di Creta, nell'ambito dei quali,intesi come unità, si manifestano forti chiusure.
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Moretti, Silvia. "I Domenicani dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia nel XVI secolo : contraddizioni di un margine urbano." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 116, no. 2 (2004): 641–63. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2004.10144.

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Legnani Annichini, Alessia. "El Tractatus de proxenetis, et proxeneticis de Benvenuto Stracca (1509-1578)." REVISTA LEX MERCATORIA Doctrina, Praxis, Jurisprudencia y Legislación 3, no. 1 (June 13, 2017): 49. http://dx.doi.org/10.21134/lex.v3i1.1249.

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Abstract:
Dentro del rico panorama de la tratadística cinquecentesca se encuentra el De proxenetis, et proxeneticis del anconitano Benvenuto Stracca (1509-1578), publicado por primera vez en Venecia en 1558 y articulado en cuatro partes, de las cuales la última –la más extensa– reúne algunas quaestiones que, según el autor, tienen el valor de convertir el tratado «uberiorem et fertiliorem» Considerándolo casi una suerte de apéndice al famoso De mercatura, seu mercatore, la compilación, dedicada al Cardenal Rodolfo Pio da Carpi (1500-1564) legado de la Marca, tiene el indiscutible mérito de condensar en un solo texto y sistematizar la communis opinio en la materia, proporcionando un cuadro de los principales problemas inherentes al mediador y la mediación a finales de la primera edad moderna. NOTAS * La autora agradece de un modo especial la excelente disponibilidad del Dr. Gabriel Antonio García Escobar, colegial del Real Colegio de España en Bolonia, para la traducción y corrección del texto en su versión castellana. [i] Para una primera aproximación a este jurista véase L. Franchi, Benvenuto Stracca giureconsulto anconitano del secolo XVI, Roma 1888; L. Goldschmidt, Benvenuto Straccha Anconitanus und Petrus Santerna Lusitanus, in «Zeitschrift für das gesamte Handelsrecht», 38 (1891), pp. 1-9; A. Lattes, Lo Stracca giureconsulto, en «Rivista di diritto commerciale», 7 (1909), pp. 1-28; Benvenuto Stracca nel quarto centenario della sua morte. Convegno di studio (Ancona, 29 marzo 1980), Ancona 1981; D. Maffei, Il giureconsulto portoghese Pedro de Santarém autore del primo trattato sulle assicurazioni, in Diritto Comune Diritto Commerciale Diritto Veneziano, a cura di K. Nehlsen-von Stryk e D. Nörr, Venezia 1985 (Centro tedesco di studi veneziani, Quaderni - 31), pp. 54-60; C. Donahue jr., Benvenuto Stracca's De Mercatura: Was There a Lex mercatoria in Sixteenth-Century Italy?, en From lex mercatoria to commercial law, a cura di V. Piergiovanni, Berlin 1987, pp. 69-120; V. Piergiovanni, Considerazioni comparative tra Benvenuto Stracca e Gerard Malynes, in Relations between the Ius Commune and English Law, a cura di R.H. Helmolz e V. Piergiovanni, Soveria Mannelli 2009, pp. 185-196 y, por último, Id., Stracca, Benvenuto, in DBGI, II, Bologna 2013, pp. 1920-1922. [ii] Benvenuto Straccha, De proxenetis, et proxeneticis Tractatus, Venetiis, apud Ioannem Baptistam, et Melchiorem Sessam fratres, 1558. [iii] Ibidem, c. 35r. [iv] Benvenuto Straccha, Tractatus De Mercatura, seu Mercatore, Venetiis, apud Michaelem Bonellum, 1575. [v] Sin pretensiones de exhaustividad sobre este ilustre personaje, distinguido con importantes misiones diplomáticas y llamado a dirigir la Comisión encargada de reformar y actualizar las Constituciones Egidianas (1357), véanse los más recientes: C. Hoffmann, Kardinal Rodolfo Pio da Carpi und seine Reform der Aegidianischen Konstitutionen, Berlin 1989; Alberto e Rodolfo Pio da Carpi collezionisti e mecenati. Atti del Seminario internazionale di studi (Carpi, 22-23 novembre 2002), a cura di M. Rossi, Tavagnacco 2004, y la bibliografía en ambos citada.
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Giani, Marco. "Polemiche a distanza fra Firenze e Venezia. Sulla perduta «Risposta» di Paolo Paruta alla «Lettera XXX» dello pseudo-Dante a Guido da Polenta (secondo XVI sec.)." e-Scripta Romanica 7 (December 3, 2019): 60–78. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.07.06.

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Abstract:
Il saggio presenta tutti i dati disponibili utili al ritrovamento di un testo per ora fantasma, quale la Risposta di Paolo Paruta (Venezia, 1540 - 1598) alla Lettera XXX dello pseudo-Dante, falso d’autore editando il quale nel 1547 il fiorentino Anton Francesco Doni scatenò una violenta polemica politica anti-veneziana. Nuove ricerche dimostrano come nella celebre biblioteca padovana di Gian Vincenzo Pinelli fosse conservata una copia della Risposta. Paruta e Pinelli, infatti, condividevano molti interessi e conoscenze negli ambienti della Padova e della Venezia del Secondo Cinquecento.
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Robuschi, Luigi. "Le commende gerosolimitane nella Terraferma veneziana (secoli XVI–XVIII): identificazione e amministrazione." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 101, no. 1 (November 1, 2021): 375–403. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2021-0014.

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Abstract:
Abstract The comparative analysis of the sources preserved at the Archivio del Gran Priorato di Lombardia e Venezia and the Archives of the Order of Malta in the National Library of Malta, have made it possible to quantify and identify the lands owned by the Order of Malta on the Venetian mainland – the Terraferma – between the 16th and the 18th centuries. The archival documentation, further corroborated by research in the Archives of Venice, Padua and Verona, uncovered a vast range of situations, yet to be studied and linked to the properties owned by the knights in Veneto. Furthermore, the documentation sheds some light not only on the knights to whom the Commanderies were assigned, but also on the vast number of people who actively participated in the life and administration of the properties owned by the Order of Malta in the Terraferma.
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Carnelos, Laura. "La corporazione e gli esterni: stampatori e librai a Venezia tra norma e contraffazione (secoli XVI-XVIII)." SOCIETÀ E STORIA, no. 130 (February 2011): 657–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130001.

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Abstract:
Nella Venezia del sei-settecento il mondo del libro non si esauriva all'interno dell'Arte degli stampatori e librai. L'indagine archivistica ha permesso di ricostruire rapporti, intrecci, conflitti e soluzioni per oltre due secoli tra corporati e «contraffacenti», cioč chi esercitava senza essere immatricolato o al di fuori della categoria di appartenenza. Si tratta di una convivenza costante - per alcuni confratelli forzata, per altri un'utile fonte di collaboratori - che ha determinato lo sviluppo di sistemi di produzione e di commercio librario complementari. Il dualismo legislativo, statale e corporativo, che si venne a creare fin dalla nascita dell'Arte lasciň spazi di libertÀ per esercitare, sperimentare e affermarsi illegalmente. Nel saggio si analizzano quelle figure che impararono la professione senza necessariamente seguire il percorso formativo richiesto dall'Arte andando ad inserirsi, nella maggior parte dei casi, nel mercato editoriale di largo consumo.
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Vaccari, Olimpia. "Acque navigate: da Pisa a Livorno, secoli XII-XVIII." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 81–99. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125005.

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Abstract:
Nel Medioevo la linea di costa fra Bocca d'Arno di Pisa e Livorno era assai piů arretrata rispetto alla riva attuale. La pianura era caratterizzata dalla presenza di vaste aree umide e paludose e i collegamenti fra il porto (Porto Pisano) e la cittŕ erano assicurati da un sistema di fiumi navigabili e canali, che avevano il loro centro nel corso dell'Arno. All'indomani della conquista fiorentina di Pisa (1406) e l'acquisto di Livorno (1421) fu avviata una serie di provvedimenti per il potenziamento e la riorganizzazione delle opere portuali e del sistema idrografico della pianura pisana, tra cui particolarmente importan- te fu la costruzione di un canale navigabile (1560-1575) da Livorno a Pisa. Ai primi anni del '600 il progetto cinquecentesco del Buontalenti dette nuovo impulso ai traffici del porto. La cittŕ si popolň rapidamente tanto che sul finire degli anni venti del XVII secolo si dispose di costruire un nuovo quartiere col nome di Venezia Nuova nelle aree costiere, che utilizzarono i fossi militari trasformati in vie commerciali dimostrando la grande valenza del trasporto via acqua.
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Barker, John W. "Venezia e Bisanzio nel XII secolo: I rapporti economici.Silvano Borsari." Speculum 65, no. 3 (July 1990): 621–22. http://dx.doi.org/10.2307/2864049.

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Cavallo, Sandra. "Donatella Bartolini, Medici e comunità: esempi dalla terraferma veneta dei secoli XVI e XVII, Miscellanea di Studi e Memorie, XXXVII, Venezia, Deputazione di Storia Patria per le Venezie, 2006, pp. xii, 279, €25.00 (paperback)." Medical History 52, no. 1 (January 1, 2008): 147–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0025727300002234.

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Selfridge-Field, Eleanor, and Stefano Toffolo. "Strumenti musicali a Venezia nella storia e nell'arte dal XIV al XVIII secolo." Notes 53, no. 4 (June 1997): 1152. http://dx.doi.org/10.2307/899466.

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Piazza, Simone. "Mosaici d’oro nelle chiese di Venezia (ix-xiv secolo). Luci sull’ingente patrimonio perduto." Convivium 7, no. 1 (January 2020): 55–79. http://dx.doi.org/10.1484/j.convi.5.121172.

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Cowan, Alexander. "Le monache di San Zaccaria a Venezia nei secoli XII e XIII Irmgard Fee." English Historical Review 115, no. 463 (September 2000): 935. http://dx.doi.org/10.1093/enghis/115.463.935.

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Cowan, A. "Le monache di San Zaccaria a Venezia nei secoli XII e XIII Irmgard Fee." English Historical Review 115, no. 463 (September 1, 2000): 935. http://dx.doi.org/10.1093/ehr/115.463.935.

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Osheim, Duane J., and Katia Occhi. "Boschi e mercanti: Traffici di legname tra la contea di Tirolo e la Repubblica di Venezia (Secoli XVI-XVII)." Sixteenth Century Journal 39, no. 2 (July 1, 2008): 559. http://dx.doi.org/10.2307/20478956.

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Hocquet, Jean-Claude. "Silvano Borsari, Venezia e Bisanzio nel XII secolo. I rapporti economici, Venise, Deputazione di storia patria editrice, « Miscellanea di studi e memorie », vol. XXVI, 1988, 179 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 45, no. 2 (April 1990): 363–64. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900063848.

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Šitina, Ana. "Časoslov Blažene Djevice Marije (Horae Beatae Mariae Virginis) iz Znanstvene knjižnice u Zadru." Ars Adriatica, no. 4 (January 1, 2014): 267. http://dx.doi.org/10.15291/ars.500.

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Abstract:
The illuminated Book of Hours dedicated to the Blessed Virgin Mary which was originally held in the former Paravia Library is today located at the Research Library in Zadar. Unfortunately, no information exists about this manuscript. It is bound between covers made of wood veneer and sheathed with black leather. It consists of 156 folios which contain the Office of the Blessed Virgin Mary, the book of hours dedicated to the Blessed Virgin Mary, the book of hours dedicated to the Holy Spirit, Holy Cross, a portion of the office for the dead, seven funerary psalms and various prayers for specific occasions. The text is written in a single column on folios made of vellum (8 x 11.4 cm). It is written in literary Latin, in the Italian-style Gothic script. The text is written in black ink which dominates the manuscript while the rubrics are in red. The text begins with a calendar of which only January, February, November and December remain. The painted decorations feature in the initials and in the margins; there are no stand-alone illustrations filling an entire text-free page. The manuscript has three types of illuminated initials: litterae historiate, litterae dominicalis and litterae ferialis. Of those, there are six litterae historiatae, the subjects of which follow the aforementioned offices contained in the text. Each decorated littera historiata is located within the text, which is framed by a wide border filled with a decorative rinceaux-type band, the main element of which is ivy enhanced with interwoven flower motifs. The Litterae dominicales were rendered so as to form stylized floral shapes and elements dominated by an intense blue, red, green and yellow colour. Initials which resemble stylized flowers are framed on both sides by an L-shaped vegetal scroll which is most commonly composed of multi-coloured blue and red flowers, leaves, and gold and black “fruits”, that is, the motif of a sun disc with rays. The Litterae ferialis were depicted in two ways, either in red and blue or in gold and blue. If the letter is blue, the decoration and the dense graphic ornament are in a contrasting colour such as red, and vice versa, the latter sometime accentuated with tiny gilt details. Each initial is accompanied by a littera arabescata with a small undulating graphic ornament descending from the litterae ferialis along the text. The Book of Hours contains only four Litterae dominicales (fols 15v, 28r, 31r and 38v). Most pages feature a littera dominicalis and a littera ferialis. Litterae arabescatae, which descend from the ornamental bases of the litterae ferialis, consist of three spiral scrolls with a necklace-like sequence of motifs such as birds, flowers, and peculiar huts with volute-like ornaments which resemble pagodas, and these are then interspersed with other, much smaller motifs, for example crosses, flowers and beads. Decorative margins found on the pages with the illuminated litterae historiatae display features of a sporadic Mannerist influence in the newly established refinement of the classical Renaissance, but also a solidity which is in contrast to the lush late Gothic drôleries which had dominated before. For example, on in the decorative margin on folio 59v there is a masked head. With regard to the painted initials inside the litterae historiatae, certain details, such as the rendering of volume with emphasized black outlines, the positioning of the bodies and similar designs, demonstrate compatibility with a number of contemporaneous examples of manuscript illumination which have been preserved in Croatia. In the first place are the illuminated manuscripts from the Treasury of Split Cathedral such as the image of king David in the initial B in the fifteenth-century Psalterium Romanum (ms 633, fol. 5, Cathedral Treasury, Split). Compared to the Renaissance manuscript illuminations at Zadar, it can be noted that the figural illuminations, the litterae historiate, in this Book of Hours are stylistically closest to the Missal of Abbot Deodato Venier. In her article Manoscritti miniati di area veneta e padana nelle biblioteche della Croazia: alcuni esempi dal XIII. al XVI. secolo, F. Toniolo linked the marginal decoration of the Zadar Book of Hours to the type used by the Venetian miniaturist Benedetto Bordone, to whom Susy Marcon too attributed the Zadar codex. However, F. Toniolo pointed out that she was not convinced that this miniaturist decorated it himself, stating that it is more likely that it was the work of a different illuminator from his workshop. She then compared the Zadar Book of Hours with a work of a miniaturist who has been named The Second Master of the Grifo Canzoniere (Il Secondo Maestro del Canzoniere Grifo) after a collection of poems composed by the court poet Antonio Grifo, in which he decorated several pages. She compared the Zadar Book of Hours with fol. 233 of the Grifo Canzoniere, which depicts the Triumph of Anteros and Venus Genetrix surrounded by a marginal decoration similar to the one at Zadar. The miniaturist who illuminated the Zadar Book of Hours must have interacted with or worked within the circle of artists whose works Toniolo identifies as the comparative material for the Zadar illuminations, which can be immediately observed at first sight. For example, the marginal decoration is typically Venetian, and similar to the type used by Julije Klović (Giulio Clovio), Girolamo da Cremona, Benedetto Bordone and other minaturists who worked in this circle. However, if one compares figural illuminations, only a number of differences can also be noted. Although the proposed definition of this circle of manuscript illuminators is highly likely, in my opinion, the issue of the miniaturist responsible for the Zadar codex remains open to debate. Since there is no information about the manuscript, and given that this is an easily portable object, it is difficult to say whether it was produced locally or brought to Zadar. Based on the stylistic and comparative analysis presented in this article, I suggest that this Book of Hours may have originated in the manuscript illumination circles of Ferrara or even Lombardy, and I argue that the workshop in question demonstrates either the strong influence of the Venetian school or the fact that some of its minaturists maintained connections with the Venetian lagoons.
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Grubb, James S. "Katia Occhi. Boschi e mercanti: Traffici di legname tra la contea di Tirolo e la Repubblica di Venezia (secoli XVI–XVII). Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento. Monografie 42. Bologna: Il Mulino, 2006. 276 pp. index. append. tbls. map. bibl. €20. ISBN: 88-15-10110-1." Renaissance Quarterly 60, no. 1 (2007): 153–55. http://dx.doi.org/10.1353/ren.2007.0052.

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Madden, Thomas F. "Ermanno Orlando, Altre Venezie: Il dogado veneziano nei secoli XIII e XIV (giurisdizione, territorio, giustizia e amministrazione). Venice: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2008. Paper. Pp. x, 484; 4 color plates and 11 color figures. €45." Speculum 86, no. 4 (October 2011): 1108–9. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713411003654.

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Saccardo, Francesca. "Ceramiche del XVI e XVII secolo da contesti archeologici in Venezia." Rodis. Journal of Medieval and Post-Medieval Archaeology, no. 4 (March 17, 2022). http://dx.doi.org/10.33115/a/26046679/4_8.

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Abstract:
Migliaia di reperti ceramici sono emersi da indagini archeologiche tra gli anni '80 del XX secolo e il 2014 a Venezia e Mestre, nella vicina terraferma: nell’ex-convento dei Frari a San Polo, pregevoli graffite del primo Rinascimento e una maiolica a lustro, usate come riempimento del soffitto a volte di un salone; a S. Pietro di Castello, S. Giobbe a Cannaregio e S. Maria delle Grazie a Mestre immondezzai hanno restituito invetriate monocrome o dipinte su ingobbio, graffite, maiolica berettina. Ben attestate le maioliche dalla Romagna, specie “berettina” e "stile compendiario"; da S. Giobbe provengono anche un albarello in fritware, crogioli, pietra ollare e reperti vitrei.
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"nelli-elena vanzan marchini editor. La memoria della salute: Venezia e il suo ospedale dal XVI al XX secolo. Venice: Arsenale. 1985. Pp. 285." American Historical Review, December 1986. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/91.5.1235.

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Shamin, P. A. "The Venetian editions of Galen of the second half of 16th century as a source of information on the history of medicine." Istoriya meditsiny 2, no. 1 (2015). http://dx.doi.org/10.17720/2409-5583.t2.1.2015.07h.

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