Academic literature on the topic 'Venditori ambulanti'

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Journal articles on the topic "Venditori ambulanti"

1

Messina, Luisa. "La censura nella Francia settecentesca e la figura del colporteur tra realtà e finzione." e-Scripta Romanica 2 (November 1, 2015): 1–6. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.02.01.

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Abstract:
La censura assume un’importanza fondamentale nella Francia settecentesca se si considera il vistoso aumento dei censori che passa da quarantuno all’inizio del secolo a settantotto alla vigilia della Rivoluzione. Cercando di raggirare i divieti imposti dalla censura, i colporteur ossia i venditori francesi ambulanti di libri eludano la sorveglianza nascondendo sotto il loro mantello sia scritti libertini che libelli politici, vale a dire i libri più amati e contestati dell’epoca, per poi venderli ai clienti più abbienti.
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Cassani, Cristiano, Elena Giudici, and Silvia Rota. "Cosa c'entra l'amore con la psicologia del lavoro e delle organizzazioni?" EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 125–36. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015010.

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Abstract:
L'articolo riferisce l'intervista delle autrici a Bruno Morchio, psicologo e autore di romanzi noir ambientati nella vecchia Genova, svolta al Caffč degli Specchi un pomeriggio di primavera (o era autunno?). Il filo conduttore č quello della memoria e seguendolo si parla di Resistenza, rapporto tra esperienza e conoscenza, relazioni genitori-figli, spaesamento delle vecchie e delle nuove generazioni, crisi dell'identitŕ paterna, letteratura e di molte altre cose. Una chiacchierata a ruota libera, a cui hanno partecipato anche il dottor Gianluca Carlini e il professor Cassani, spesso interrotta da venditori ambulanti e suonatori venuti da paesi lontani alla ricerca di una vita migliore.
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Blaskó, Barbara. "Friulani nell’industria ungherese con particolare riguardo alla città di Debrecen." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 124–45. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5558.

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Abstract:
L'emigrazione ha avuto un ruolo significativo nella storia del Friuli per secoli. Sin dal Medioevo, l'emigrazione friulana era caratterizzata principalmente dal movimento di venditori ambulanti (i cosiddetti cramârs) verso i territori tedeschi. Tuttavia, il movimento migratorio friulano più significativo risale ai cinquant'anni precedenti la Prima guerra mondiale, quando la crescente richiesta di manodopera, causata dallo sviluppo industriale europeo, richiamava lavoratori in quantità enormi. Durante questi decenni, l'Impero austroungarico divenne la principale destinazione del movimento, ma il primato dell'Austria fu superato dall'Ungheria negli anni tra il 1892 e il 1894. La migrazione di massa nell'area (avvenuta fino allo scoppio della Prima guerra mondiale) causò cambiamenti duraturi nell'industria ungherese. Le fonti storiche dimostrano che la presenza dei friulani fu significativa soprattutto in alcuni settori, come l'edilizia e la lavorazione della carne. Le aziende friulane attive nel settore della carne durante questo periodo hanno avuto un profondo effetto sulla diffusione e sul successo di un nuovo prodotto: il salame. Va sottolineato che accanto a Budapest e Seghedino, sede del famoso salame Pick, Debrecen ha avuto un ruolo chiave in questo processo con le sue due fabbriche della famiglia Boschetti e Vidoni e dei loro lavoratori migranti
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Campanale, Laura. "Emigrazione artigiana stagionale dalle montagne del bellunese ai paesi dell’Europa centro-orientale tra fine ottocento e inizi novecento." Studia Polensia 9, no. 1 (November 24, 2020): 143–73. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.07.

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Abstract:
Il presente contributo tratta dei flussi migratori stagionali che tra fine Ottocento e inizi Novecento si diressero dalla montagna veneta verso i territori dell’Europa centro-orientale. Soprattutto il Bellunese fu interessato a partire dalla metà dell’Ottocento da una considerevole migrazione stagionale verso l’Europa centro-orientale, che, in inverno, trovò impiego nella ristrutturazione stradale e ferroviaria o nei lavori connessi al taglio delle piante. Nei mesi estivi se ne aggiunse, tuttavia, un’altra di venditori ambulanti di dolciumi, a cui subentrò in seguito la vendita del gelato. Tracce di entrambi i flussi si rinvengono nei racconti orali del mio campione che riferisce di una forma singolare e tuttora attiva di emigrazione stagionale. Praticata dal lontano 1880 da intere vallate dell’Alto Veneto, essa si rivolse inizialmente a Vienna e ai territori limitrofi dell’Impero asburgico e, subito dopo la II guerra mondiale, soprattutto alla Germania. Il materiale qui proposto, desunto dalla mia tesi di dottorato dal titolo I gelatieri veneti in Germania. Un’indagine sociolinguistica, pubblicata nel 2006 dalla Peter Lang di Francoforte sul Meno, si fonda su un’indagine quantitativa e qualitativa. Grazie alle testimonianze autentiche sarà, pertanto, possibile intraprendere un “viaggio” nella memoria di intere vallate montane, “consacrate” da secoli, all’emigrazione stagionale artigianale.
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Dissertations / Theses on the topic "Venditori ambulanti"

1

Bouchritte, Fatima Ezzahra <1993&gt. "MAROCCO: DALL'ECONOMIA INFORMALE ALLA REALTÀ DEI VENDITORI AMBULANTI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13979.

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Abstract:
L'economia informale, una realtà dell'economia non più trascurabile soprattutto quando si tratta dei paesi in via di sviluppo. Il caso specifico di studio di questa tesi è quello riguardante il Marocco. La ricerca viene suddivisa in due grande parti principali, la prima inizia partendo con quella che è l'economia informale in questo paese in generale, i settori maggiormente colpiti, le motivazioni che hanno portato allo sviluppo di questa economia, le problematiche che crea e allo stesso tempo come le autorità e lo Stato affrontano questa tematica. La seconda parte invece, sempre sul Marocco si concentra su un caso specifico o una categoria, ovvero quella riguardante la realtà dei venditori ambulanti. I venditori ambulanti una delle realtà di questa economia facilmente visibile, in quanto si tratta di coloro che esercitano la loro attività in luoghi pubblici o in luoghi in cui il semplice passante li può vedere. Uno studio che cerca di inquadrare questa figura, definendola, individuando le sue principali caratteristiche, motivi e problematiche. Uno studio avvenuto sul campo con lo scopo di inquadrare tutti quelli che potrebbero essere i problemi socio-economici dei venditori ambulanti.
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JABER, LEMA ABDULMUTTALEB YOUSEF. "THE ROLE OF IMAGINARIES IN SHAPING POWER RELATIONS IN URBAN PLANNING PROCESSES." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/378152.

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Abstract:
Questa ricerca ha l'obiettivo di esplorare il ruolo degli immaginari sociali in un contesto urbano con un obiettivo strategico per contribuire alla teoria della pianificazione urbana, specialmente con i suoi attuali sforzi dedicati ad affrontare le sfide urbane esistenti. Il significato delle relazioni di potere nel processo di pianificazione, che sono ancora ambigue, è un elemento chiave quando si interpreta l'impatto dei processi di pianificazione urbana. Si sostiene che il luogo in cui un processo di pianificazione viene attuato sia un potente fattore di stabilizzazione per quanto riguarda le pratiche sociali e l'identità del luogo. Quindi, i luoghi non sono volumi fisici; essi portano caratteristiche intangibili attraverso la stabilizzazione dell'identità e dell'attività sociale. In altre parole, hanno un immaginario collettivo. L'urbanistica si occupa del luogo come oggetto di pianificazione escludendo alcune delle sue caratteristiche particolari come le sue specifiche, il suo tipo, la sua identità, le pratiche sociali che si svolgono in un luogo e i suoi regolamenti. Questa ricerca mira a mappare e comprendere gli immaginari sottostanti di un luogo sottoposto a un processo di pianificazione urbana nel contesto urbano del Sud globale. Sostiene che un fenomeno come quello dei venditori ambulanti può essere meglio spiegato e analizzato quando gli immaginari del luogo sono in gioco per spiegare i cambiamenti nelle relazioni di potere.
This research has an objective of exploring the role of social imaginaries in an urban context with a strategic goal to contribute to the urban planning theory especially with its current dedicated efforts to facing the existing urban challenges. The significance of power relations in the planning process, which are still ambiguous is a key element when interpreting the impact of urban planning processes. The place where a planning process is implemented is claimed to be a powerful stabilizing factor with regards to social practices and place identity. Therefore, places are not physical volumes; they carry intangible characteristics through stabilizing the identity and social activity. In other words, they have collective imaginary. Urban planning deals with place as a planning object excluding some of its particular characteristics such as its specifications, its type, its identity, the social practices that are held in a place and its regulations. This research aims for mapping and understanding the underlying imaginaries of a place undergoing an urban planning process in the Global South urban context. It argues that a phenomenon such as street vending can be better explained and analyzed when place imaginaries are at play to explain the changes in power relations.
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RECCHI, SARA. "UNDERSTANDING WORKING CONDITIONS AND MECHANISMS OF REGULATION IN THE INFORMAL ECONOMY: THE CASE OF STREET VENDORS IN MILAN." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/382011.

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Abstract:
La ricerca esplora le attività lavorative svolte nell'economia informale concentrandosi sul settore della vendita ambulante. Il commercio ambulante informale è tradizionalmente diffuso e studiato nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, l'interesse per l'analisi di questa attività è recentemente aumentato anche nei paesi sviluppati. Nonostante ciò, gran parte della conoscenza del fenomeno proviene dalla vasta letteratura empirica sulle realtà del Sud del mondo. Molti studi condotti in questi paesi contribuiscono alla comprensione dell'informalità urbana in contesti concreti, in uno scenario di grandi trasformazioni socio-economiche generate dall'economia globalizzata. In particolare, studiosi urbani e post-coloniali esplorano l'informalità in numerosi contesti del Sud del mondo, sottolineando i confini sfumati tra la sfera formale e quella informale del settore, il rapporto tra le istituzioni e i lavoratori, così come i meccanismi e strategie di resistenza adottate dai lavoratori informali per reagire ai vincoli macro-strutturali. La letteratura sui paesi sviluppati, invece, esplora principalmente il fenomeno evidenziando le condizioni precarie e incerte dei lavoratori informali migranti. Tuttavia, poca attenzione è dedicata all'analisi delle sovrapposizioni tra la sfera formale e quella informale e ai modi in cui i lavoratori informali organizzano la loro vita lavorativa cercando di migliorare le loro condizioni di lavoro e sostituire garanzie formali loro negate. Per colmare tali lacune negli studi sull'informalità nel Nord del mondo, questa ricerca esplora il settore dei venditori ambulanti e le sue manifestazioni concrete concentrandosi sul caso di Milano. L'obiettivo è comprendere in che misura il contesto normativo formale e le dinamiche interazionali influenzino le condizioni di lavoro dei venditori ambulanti e i meccanismi di regolazione delle loro attività lavorative. Inoltre, dato il recente interesse per le interazioni tra i due poli dell'economia, la ricerca mira anche a esplorare le sovrapposizioni e le connessioni tra il settore regolare e quello irregolare per indagare se e come queste interazioni influenzino le attività lavorative. Un approccio etnografico è stato adottato per studiare le dinamiche di diversi mercati all'aperto di Milano. Il materiale empirico è stato raccolto durante un fieldwork condotto tra giugno 2020 e aprile 2021. Nello specifico, si è ricorso alla tecnica dell'osservazione partecipante e sono state raccolte 45 interviste qualitative con venditori ambulanti e 8 con testimoni privilegiati. Lo studio mostra un certo grado di fluidità e costanti interazioni tra il segmento regolare e quello irregolare del settore, le quali si traducono in routine di lavoro condivise e modelli di governance bottom-up che regolano la vita lavorativa in strada. In particolare, i risultati suggeriscono che molti lavoratori informali ricorrono quotidianamente al supporto dei venditori regolari, che si traducono in benefici, garanzie e protezioni che influenzano positivamente le loro condizioni di lavoro. Pertanto, a Milano, l'informalità è regolata da modelli di governance "ibridi", in cui sia gli attori statali che non statali concorrono a configurare le attività lavorative quotidiane.
The research explores the working activities performed in the informal economy focusing on the street vending sector. Informal street vending is traditionally widespread and studied in developing countries. Nevertheless, the interest in the analysis of this activity has recently increased also in developed countries. Despite that, much of the knowledge concerning the phenomenon comes from the vast empirical literature on the Global South realities. Many studies conducted in these countries contribute to the understanding of urban informality in concrete settings, in a scenario of great socio-economic transformations generated by globalised economy. Especially, urbanist and post-colonial scholars explore informality in many Global South realities emphasising the blurred boundaries between the formal and informal spheres of the sector, the relationship between the formal regulatory environment and workers, and the resistance mechanisms and strategies adopted by informal workers to react against macro-structural constraints. The literature on developed countries, on the other hand, mainly explore the phenomenon by highlighting the precarious and uncertain conditions of migrant informal workers. However, little attention is paid to the analysis of the formal-informal overlaps and how informal workers organise their working life on the streets to improve their working conditions and replace formal guarantees denied to them. In order to fill these gaps in the studies of informality in the Global North, this research explores the street vending sector and its concrete manifestations focusing on the case of Milan. The objective is to understand to what extent the formal regulatory environment as well as micro contextual and interactional dynamics affect the street vendors’ working conditions and mechanisms to regulate their working activities. Furthermore, given the recent interest in interactions among the two poles of the economy, the research also aims to explore the overlaps and connections between the regular and irregular sector sides to investigate whether and how these interactions affect working activities. An ethnographic approach has been used to study the dynamics of several Milan open-air markets. The empirical material has been collected during fieldwork lasted between June 2020 and April 2021. Thus, the research resort to participant observation as well as qualitative open-ended interviews with 45 street vendors and semi-structured interviews with 8 key informants. The study shows the great fluidity and interactions between the regular and irregular segments of the sector, which translate into shared working routines and bottom-up governance models that regulate the working life on the street. Particularly, the findings suggest that many informal workers resort to the support of licensed vendors to exploit daily benefits, guarantees, and protection, which positively affect their working conditions. Thus, in Milan, informality is enforced by a “hybrid” governance arrangement model, in which both state and non-state actors concur to regulate daily working activities.
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