Journal articles on the topic 'Varietà di Italiano'

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1

Martari, Yahis. "BASIC VARIETY E INTERLINGUA IN ITALIANO L2. NOTE SULLA SCRITTURA DI ARABOFONI." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 74–95. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17130.

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Abstract:
La varietà di base è un sistema «semplice, versatile e molto efficace per la maggior parte degli scopi comunicativi» (Klein e Perdue, 1997: 304). L’obiettivo principale di questo articolo è scoprire se i fenomeni di interferenza dalla L1 in L2 di parlanti arabi sono accettabili nella varietà di base italiana L2 o se dovrebbero essere evitati perché ostacolano la funzionalità comunicativa di BV di italiano L2. Partendo da una premessa sintetica su alcune caratteristiche della lingua araba e su alcune questioni educative riguardanti l’apprendimento dell’italiano da parte degli arabofoni, facciamo alcune osservazioni sulle caratteristiche della BV e infine ci concentriamo sull’analisi di alcuni testi prodotti in italiano L2 di parlanti arabi che rappresentano un sotto corpus di VALICO (Corino e Marello, 2017). Basic variety and interlanguage in Italian L2. Notes on Arab speakers Italian L2 writing The Basic Variety is a “simple, versatile, and highly efficient for most communicative purposes” system (Klein and Perdue, 1997: 304). The main goal of this article is to find out if L1 transfer phenomena in Italian L2 Arabic speakers are acceptable in Basic Variety (BV) Italian L2 or if they should be avoided because they hinder the communicative functionality of BV Italian L2. Starting from a synthetic premise on some characteristics of the Arabic language and some educational issues regarding the learning of Italian by Arabic speakers (Della Puppa, 2007), we make observations on BV and finally we focus on the analysis of some texts that represent a sub corpus of the VALICO corpus (Corino and Marello, 2017) produced in Italian L2 by Arabic speakers.
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2

Galli de' Paratesi, Nora. "Il giudeo-italiano e i problemi della sua definizione: un capitolo di storia della linguistica." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 107–32. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.107-132.

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Abstract:
Lo scopo di questo articolo è di portare all'attenzione dei linguisti che lavorano sull'italiano un argomento poco noto perché è stato trattato per lo più, per le caratteri­ stiche del suo materiale, al di fuori dell'italianistica: il cosiddetto giudeo-italiano. II termine si riferisce alle varieta dialettali usate in ima serie di documenti che sono stati oggetto di studio, con poche eccezioni, da parte di specialisti di ebraico. I testi hanno, aldilà del loro immediato valore come documenti della cultura ebraica italiana, anche un interesse linguistico: è questa appunto l'angolatura di questo lavoro, perché il ten­ tativo di definire tali parlate all'intemo delle varietà di italiano ha avuto varie soluzio­ ni da parte di studiosi diversi, che costituiscono un itinerario teorico molto interessante. Si tratta di uno spezzone di storia della linguistica italiana e romanza in cui si ripercorre un itinerario simile a quello della de:finizione di italiano standard. Si tratta di un percorso che è parallelo all'evoluzione della linguistica stessa e che è stato fino a non molto tempo fa, come si cercherà di dimostrare, dominato in larga parte dalla visione delle varietà linguistiche come sistemi discreti, unitari ed omogenei, propria della descrizione linguistica fino alla messa a punto dei modelli macrosocio­ linguistici che hanno incorporato sistematicamente la variazione e ii continuo lingui­ stico. In particolare nel nostro caso l'immagine del giudeo-italiano risentiva della concezione di un'entità quanto mai elusiva, che ha dominato la linguistica italiana, quella dell'italiano standard.
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3

Berretta, Monica. "Il futuro italiano nella varietà nativa colloquiale e nelle varietà di apprendimento." Zeitschrift für romanische Philologie (ZrP) 110, no. 1-2 (1994): 1–36. http://dx.doi.org/10.1515/zrph.1994.110.1-2.1.

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4

Caria, Marzia. "«Non so scrivere inglese, a momenti neppure italiano… datemi una “giobba” qualsiasi»: gli emigrati italiani nel teatro di Nino Randazzo." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 56–68. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9381.

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Abstract:
L'articolo prende in esame la rappresentazione culturale, sociale e linguistica degli italiani emigrati in Australia nella scrittura per il teatro di Nino Randazzo, drammaturgo di origine eoliana, emigrato a Melbourne nel 1952, considerato uno degli autori più importanti e prolifici nel contesto della cosiddetta “letteratura dell'emigrazione”, e più in particolare della letteratura italo-australiana in lingua italiana. Di particolare interesse è il tema dei pregiudizi culturali e sociali degli anglo-australiani nei confronti delle persone di origine italiana, etichettati come ignoranti, impossibili da acculturare e disciplinare, in gran parte legati alle organizzazioni criminali, che parlano per lo più una varietà mista di italiano e inglese. Così, in particolare, nella commedia Il Sindaco d'Australia (1981), in cui l'immagine stereotipata (ma esilarante) dell'emigrante del sud Italia, impulsiva e ambiziosa, caratterizzata a livello linguistico dall'uso di termini italo-australiani; e nella commedia Victoria Market (1982), concepita da Randazzo come protesta contro la tendenza degli anglo-australiani a costruire stereotipi nei confronti degli italo-australiani, in questo caso quello del'italiano mafioso. Il teatro di Randazzo, tuttavia, riesce a distinguersi dalle opere della maggior parte dei drammaturghi italo-australiani di prima generazione per il suo tentativo di demistificare in modo divertente tali pregiudizi e luoghi comuni. È nella scelta di un tono popolare della commedia, ottenuta anche attraverso la sapiente mescolanza di forme italiane più tradizionali con termini italo-australiani tipici degli anni in cui sono ambientati gli eventi narrati, che risiedono gli aspetti specifici di questo autore.
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Moretti, G. Battista. "Per una didattica delle proposizioni completive nell' Italiano contemporaneo." Linguistica 26, no. 1 (December 1, 1986): 5–57. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.5-57.

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Abstract:
Quale insegnante di lingua italiana a stranieri, mi sono deciso a questo lavoro col desiderio non solo di descrivere le strutture in argomento, ma, soprattutto, di dare al tempo stesso ragione (a chi affronta lo studio dell'italiano come lingua seconda) delle varietà dei loro usi odierni anche più particolari.
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Meluzzi, Chiara. "Per un’analisi della varietà di italiano parlato a Bolzano: il corpus CItaBol." Ladinia 40 (2016): 191–210. http://dx.doi.org/10.54218/ladinia.40.191-210.

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Vetrugno, Roberto, and Alice Migliorelli. "VARIANTI E VARIETÀ DI APPRENDIMENTO CONSERVATE NELL’ARCHIVIO STORICO DELL’UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI PERUGIA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 273–90. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18178.

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Abstract:
L’Archivio storico dell’Università per Stranieri di Perugia conserva un patrimonio documentario di enorme interesse: l’Ateneo negli ultimi anni si è pertanto impegnato nella sua valorizzazione, in particolare della serie “Esami” che raccoglie le prove scritte sostenute dagli studenti stranieri dal 1926 al 1987. Si tratta di un percorso attraverso testi di varietà di apprendimento in diacronia, con implicazioni di storia della glottodidattica di italiano L2. Il saggio intende presentare questi testi d’esame partendo dagli assunti teorici dell’analisi degli errori, proposti negli ultimi anni da Cecilia Andorno. A titolo d’esempio vengono analizzati e classificati gli errori di alcuni testi ed evidenziati gli aspetti sistematici dell’interlingua. Sono inoltre trascritte e analizzate le brutte copie di due prove, al fine di riconoscere l’officina dell’apprendente con le “varianti di apprendimento” richiamate nel titolo. Infine un accenno al corpus digitale che raccoglierà i testi d’esame perché possano essere interrogati in base alle categorie grammaticali e alle tipologie d’errore. Variants and varieties of learning preserved in the historical archives of the University for Foreigners in Perugia The Historical Archive of the University for Foreigners in Perugia preserves a documentary heritage of enormous interest: the University has therefore undertaken its valorization over the last few years, particularly regarding the “Examinations” series, which collects written tests taken by foreign students from 1926 to 1987. It is a diachronic journey through learning variety texts, with insights into the history of Italian L2 teaching. The paper aims to introduce these examination texts from the theory of error analysis proposed in recent years by Cecilia Andorno. By way of example, errors in some texts are analyzed and classified and systematic aspects of interlanguage are highlighted. Draft copies of two tests are also transcribed and analyzed in order to recognize the learner’s approach with reference to the “learning variants” recalled in the title. Finally, mention is made of the digital corpus that will collect exam texts so that they can be analyzed according to grammatical categories and error types.
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Ambrosini, Maria Vittoria, and Paolo Della Putta. "Problemi di apprendimento di tre perifrasi fra spagnolo e italiano. Osservazioni acquisizionali e proposte pedagogiche." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 11–44. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.73193.

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Abstract:
Il contributo prende in considerazione alcuni problemi acquisizionali particolarmente ostici e persistenti nel processo di apprendimento dell’italiano da parte di discenti ispanofoni. Sono noti, in letteratura, i fenomeni di transfer additivo e persistente di strutture perifrastiche spagnole non presenti in italiano. È il caso di andare e venire + gerundio, strutture “gemelle” di ir e venir + gerundio: contemplate e frequenti, in spagnolo, in contesti diafasici anche bassi e trascurati, tali perifrasi, in italiano standard e neo standard, hanno perso molto “spazio” d’uso, e sono oggi relegate a varietà diafasiche molto alte della lingua. Per estar + gerundio e stare + gerundio – la terza coppia di perifrasi considerate in questo studio –, notiamo invece, in italiano, severe restrizioni aspettuali: estar + gerundio esprime sia l’aspetto progressivo che quello continuativo, mentre stare + gerundio si è specializzata solo nell’aspetto progressivo. Ne conseguono fenomeni di transfer spagnoloàitaliano tipici, ben rintracciabili in realizzazioni come *sono stato lavorando tutta la notte. L’interpretazione psicolinguistica di tali problemi acquisizionali è basata sulla difficoltà di individuazione delle prove che possano permettere la ristrutturazione dell’interlingua: in questi tre casi sono prove negative indirette, ovvero la non apparenza delle strutture in determinati contesti o incongruenza con determinati valori aspettuali. Per lenire i problemi di transfer additivo delle tre perifrasi, in questo lavoro, dopo aver approfondito gli aspetti psicolinguistici di cui sopra, considereremo se e come le grammatiche pedagogiche di italiano per stranieri – in particolar modo ispanofoni – trattano queste discrepanze fra le due lingue. Proporremo infine alcuni accorgimenti pedagogici che possono essere utili per aiutare i discenti ispanofoni ad analizzare correttamente l’input italiano, così da lenire l’interferenza negativa fra le due lingue.
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Tramutoli, Laura. "PROFILO SOCIOLINGUISTICO DELL’ITALIANO DELLE ‘VERSIONI’: IL TRADUTTESE CLASSICO È UN SOTTOCODICE?" Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 336–53. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17142.

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Abstract:
Questo articolo tratta della varietà di italiano utilizzata nella traduzione dalle lingue classiche – il cosiddetto ‘traduttese classico’ –, analizzandone le proprietà linguistiche e sociolinguistiche e sostenendone un inquadramento nel diasistema dell’italiano contemporaneo quale sottocodice (Berruto, 1987). Caratterizzato da un alto grado di formalità e formalizzazione, il traduttese segna una tendenza opposta su tutti gli assi di variazione sociolinguistica a quella che motiva il processo attuale di ristandardizzazione dell’italiano, tipicamente orientato ad accogliere tratti substandard. Il lavoro è così articolato: il paragrafo 1 contiene un’introduzione in cui si inquadra la nozione di ‘traduttese classico’; il paragrafo 2 ne rende un profilo socio-funzionale, chiarendo quali circostanze determinano la sua emersione; il paragrafo 3 ne individua i tratti linguistici peculiari; il paragrafo 4 argomenta l’appartenenza del traduttese al numero dei sottocodici del diasistema italiano e il paragrafo 5 ospita delle brevi conclusioni; infine, il paragrafo 6. raffronta le proprietà del traduttese e quelle dell’italiano neostandard. Socio-linguistic profiles of Italian ‘versions’: is classical translanguese a subcode? This article deals with the variety of Italian used in translation from classical languages – the so-called ‘classical translanguese’ –, analyzing its linguistic and sociolinguistic properties and arguing for its inclusion in the diasystem of contemporary Italian as a subcode (Berruto, 1987). Characterized by a high degree of formality and formalization, translanguese marks an opposite trend on all axes of socio-linguistic variation with respect to the current re-standardization process of Italian, typically oriented to accommodate sub-standard traits. The paper is articulated as follows: paragraph 1 contains an introduction in which the notion of ‘classic translanguese’ is framed; paragraph 2 gives a socio-functional profile, clarifying which circumstances determine its emergence; paragraph 3 identifies its peculiar linguistic features; paragraph 4 argues that translanguese should be considered a subcode of the Italian diasystem and paragraph 5 contains brief conclusions; finally, paragraph 6 compares the properties of translanguese and neo-standard Italian.
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Zoppi, Chiara. "I messaggi digitali nei romanzi e-pistolari italiani: un'indagine linguistica e funzionale." Lingue e culture dei media 6, no. 2 (February 28, 2023): 127–53. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/19898.

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Abstract:
Il contributo vuole indagare la diffusione di romanzi e-pistolari – costituiti interamente o in parte da e-mail, SMS e chat – in Italia; per tale scopo si esamina un corpus di messaggi (e-mail, SMS e messaggi scambiati via chat) contenuti all’interno di romanzi o racconti pubblicati in Italia tra il 2002 e il 2021. Di ogni messaggio si analizzano fenomeni grafici, fonetici, morfologici, pragmatici, testuali e lessicali, valorizzando in modo particolare gli aspetti che la nuova varietà di italiano – il cosiddetto “e-taliano” – proietta sulla comunicazione digitale, e che i romanzi contemporanei adottano per rimanere coerenti con il contesto di riferimento.
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Pauletto, Franco, and Biagio Ursi. "”Eh ciò, Sergio el xe stà anca sfortunà”." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 131–61. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72116.

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Abstract:
Basato sui principi teorici e metodologici dell’analisi della conversazione, questo studio descrive gli usi in interazione di ciò ([ʧɔ]), un segnale discorsivo presente in diverse varietà italo-romanze ancora ampiamente diffuse in Veneto, ma frequente anche nell’italiano regionale parlato in quest’area. I dati provengono da telefonate informali e da conversazioni in famiglia, in italiano e in dialetto trevigiano ([trevi'zaŋ]). I risultati preliminari mostrano che ciò (dalla forma imperativa del verbo veneto ciór / tór / tòr ([ʧor] / [tor] / [tɔr], ‘prendere’) è usato principalmente all’inizio del turno di parola, spesso preceduto da altre particelle. Tuttavia ciò si trova spesso all’interno e, in un numero limitato di casi, anche alla fine del turno. Dal punto di vista sequenziale, nei nostri dati la presenza di ciò è riscontrabile in maniera pressoché esclusiva in turni di risposta. Questo studio dimostra che un approccio metodologico di tipo analitico conversazionale può dare un utile contributo alla comprensione non solo di strutture e fenomeni caratteristici del parlato ma anche delle complesse relazioni esistenti tra varietà linguistiche diverse in Italia.
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Migliorelli, Giorgia, and Maria Adelaide Ranchino. "La Biblioteca Centrale “G. Marconi” del CNR nel Polo delle scienze SBN." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 87–98. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00006.

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Abstract:
La Biblioteca Centrale del CNR nel corso degli anni ha raccolto un cospicuo patrimonio documentario che è stimato oggi complessivamente intorno ai 600.000 volumi, di cui circa 150.000 di antiquariato scientifico con un eccezionale valore storico-culturale. Le opere possedute abbracciano diversi ambiti e in particolare si focalizzano sulla ricerca scientifica, il progresso tecnico, la storia del pensiero scientifico e le pubblicazioni edite dal CNR o finanziate con il suo contributo, con particolare riguardo alla documentazione dei primati scientifici e tecnici italiani. Per dare massima visibilità alla grande varietà tematica di cui sono costituite le sue collezioni, la Biblioteca Centrale ha intrapreso l’iter per entrare a far parte della rete SBN. Nel corso del 2016 ha aderito al Polo EVE dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, rinominato successivamente “Polo delle scienze”, con l’idea di realizzare una rete bibliotecaria del CNR e rendere fruibile il vasto patrimonio bibliografico e documentale dell’Ente ad oggi rintracciabile solo su cataloghi locali disponibili online e di aprirsi ad altri enti di ricerca creando un unico punto di accesso al vastissimo patrimonio documentale scientifico italiano.
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Shabaj, Flora. "Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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Abstract:
La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Semeraro, Alessandra. "Un italiano del seicento nel mondo plurilingue africano: La compresenza di più lingue nell’Opera Di Cavazzi." Revista X 17, no. 2 (July 28, 2022): 588. http://dx.doi.org/10.5380/rvx.v17i2.83770.

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Abstract:
Considerando i contributi teorici della Sociolinguistica (AUER, 1984; BERRUTO, 2005; WEINREICH, 1953), l’obiettivo del presente studio consiste nell’analizzare il tema del plurilinguismo nell’opera di Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo, missionario vissuto nel regno del Congo e dell’Angola nel XVII secolo. Come si evince dai contributi citati, con plurilinguismo si intende la presenza all’interno di una stessa comunità, o nel repertorio linguistico di un singolo parlante, di almeno due varietà linguistiche. Basandoci su tale definizione, possiamo affermare che l’opera di Cavazzi presenta come peculiarità l’impiego di termini e strutture tipiche dei vari idiomi etnici della zona, pur trattandosi di un testo destinato a un pubblico italiano. Difatti, l’edizione critica dei manoscritti da noi condotta ha evidenziato la presenza di fenomeni tipici del plurilinguismo, dovuti al contatto con le popolazioni locali Jaga e con i soldati aventi il portoghese come lingua materna (L1). Tale processo si manifesta sia dall’italiano verso le lingue locali – a livello lessicale – sia dall’italiano verso il portoghese anche a livello sintattico –, tramite l’impiego di specifiche costruzioni lusofone. Pertanto il presente lavoro consentirà di comprendere i molteplici effetti determinati dai vari fenomeni di plurilinguismo all’interno dell’evento comunicativo, circostanza tipica dell’Africa del XVII secolo.
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Airoldi, Sara. "Gli esordi dell'apostolato via etere: le radioprediche di Vittorino Facchinetti (1926-1936)." SOCIETÀ E STORIA, no. 132 (July 2011): 301–30. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132004.

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Abstract:
La crescente sensibilitÀ della Chiesa nei confronti dei mezzi di comunicazione e l'esigenza di allestire una programmazione variegata determinarono, a partire dal 1926, l'ingresso e il graduale consolidamento del genere della predicazione religiosa nei palinsesti radiofonici. L'autrice si propone di ricostruire la prima esperienza di apostolato via etere ad opera del francescano Vittorino Facchinetti ripercorrendone articolazione e contenuti e valutandone gli esiti in termini di popolaritÀ. I testi delle omelie, pubblicati in numerose raccolte a cura dello stesso Facchinetti, presentano una notevole varietÀ di argomenti, tra sacro e profano e in consonanza ai cardini ideologici e retorici del fascismo, che riuscě ad intercettare un pubblico eterogeneo. I resoconti del «Radiocorriere» e la corrispondenza personale, infatti, testimoniano il diffuso gradimento degli appuntamenti, che fece del frate una star indiscussa del sistema radiofonico italiano degli anni trenta.
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Onelli, Corinna. "Tradurre, leggere, scrivere il Satyricon di Petronio nel Seicento." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 109–35. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.63246.

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Abstract:
L’articolo prende in esame un manoscritto seicentesco (Ang) recante la traduzione in italiano del Satyricon di Petronio, opera dell’Antichità celebre per i suoi contenuti osceni. La traduzione è anonima e si ipotizza di origine settentrionale (Venezia?). Ang non è autografo e probabilmente rappresenta una pubblicazione clandestina. Il confronto sistematico del testo di Ang con le edizioni del Satyricon (in latino), pubblicate fra Cinque e Seicento, ha mostrato come l’autore della traduzione fosse del tutto alieno da preoccupazioni di natura filologica. Quest’ultimo mostra tuttavia una buona padronanza dell’italiano letterario. Il copista che ha materialmente redatto Ang, più che verosimilmente su commissione, rivela invece di non padroneggiare pienamente la norma dello scritto. Inoltre, la punteggiatura, l’organizzazione del testo, così come il particolare uso del richiamo, suggeriscono che Ang possa essere stato espressamente realizzato per essere letto ad alta voce. Il testo della traduzione, così come trasmesso da Ang, contiene delle glosse esplicative atte a delucidare il testo petroniano e, soprattutto, l’italiano originariamente impiegato dal traduttore, chiosato in una varietà meno letteraria (talvolta addirittura ricorrendo al dialetto – di area perugina). Questa complessa stratificazione testuale prova l’effettiva circolazione della traduzione attraverso l’Italia così come il suo progressivo adattarsi ad un pubblico sempre meno esigente.
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Ožbot, Martina. "Alcuni cenni sugli italianismi in sloveno." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 159–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.159-166.

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Abstract:
Come è tipico delle aree di confine tra due o più lingue, anche nel caso dello sloveno e dell’italiano si possono osservare diversi fenomeni dovuti al contatto linguistico, uno dei temi di ricerca preferiti dal nostro Festeggiato. Gli scambi interlinguistici – lessicali, morfosintattici e altri – sono infatti tra le testimonianze più profonde della convivenza tra due o più lingue, specialmente nelle situazioni caratterizzate da una antica e continua presenza di contatto. Parlando dell’italiano e dello sloveno, e limitandoci ai lessemi italiani in sloveno, tralasciando quindi gli scambi nella direzione opposta, cioè gli elementi sloveni entrati in italiano – comunque meno numerosi e per lo più limitati alle varietà dialettali dell’area di confine – possiamo osservare che si tratta di prestiti assai numerosi e semanticamente molto eterogenei. Ricordiamo che gli italianismi presenti nello sloveno moderno rappresentano il secondo strato nell’insieme dei prestiti linguistici entrati in questa lingua dalle vicine parlate romanze nei diversi periodi di contatto. infatti, prima della differenziazione linguistica dalla quale hanno avuto origine l’italiano e lo sloveno, nella parlata slava che costituiva l’antenato dello sloveno moderno erano entrati diversi lessemi di origine romanza a partire dalla seconda metà del vi secolo, periodo in cui le popolazioni slave si sarebbero insediate sul territorio delle alpi Orientali dove vennero a contatto con i vicini romanzi. tali lessemi costituiscono il primo strato del contatto e sono stati studiati in modo approfondito da diversi romanisti. tra i contributi più importanti si vogliono ricordare gli studi, ormai classici, di Fran Šturm (1927, 1928) e quelli recenti di agata Šega (1998, 2007, 2008). Rientrano nel gruppo dei più antichi elementi romanzi lessemi come pogača (FOCaCea ‘focaccia’), hlača (CaLCea ‘calza’, pl. hlače ‘pantaloni’), kudati, dial. (COGitaRe ‘pensare’) e križ (CRUCe(M) ‘croce’). è inoltre presente in sloveno qualche altro romanismo ancora più antico, come češnja ‘ciliegia’, dal latino volgare CeReSia, entrato nello slavo già prima della migrazione di una parte dei parlanti slavi sul territorio summenzionato.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Vai, Massimo. "Osservazioni sul soggetto espletivo tra fiorentino del Due-Trecento, antico francese e volgari dell’Italia Settentrionale." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 119–42. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.57387.

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Abstract:
Il soggetto espletivo caratterizza la sintassi dell’italiano antico, dell’antico fracese e dell’antico provenzale. Se ne trovano numerosi esempi anche nei volgari medievali dell’Italia Settentrionale. Dal momento che le lingue romanze sono continuazione di una lingua pro-drop, il latino, non stupisce di trovare fasi pro-drop nelle più antiche testimonianze delle stesse. Tuttavia, la non obbligatorietà del pronome soggetto espresso si organizza diversamente nelle varietà medievali, che manifestano una sintassi caratterizzata da pro-drop asimmetrico: comportamento pro-drop per le proposizioni principali, rispetto a una spiccata tendenza alla presenza del pronome soggetto nelle frasi subordinate. Questo fenomeno sembra collegato a una sintassi V2: il verbo si muove nella periferia (CP) e legittima un soggetto nullo. Il movimento a CP non è possibile o comunque molto limitato nelle dipendenti (CP è occupato dai subordinatori) e il soggetto deve essere espresso con un pronome. È con questa sintassi che si intreccia la storia del pronome soggetto espletivo in antico francese, anatico provenzale, italiano antico e volgari medievali dell’Italia settentrionale. La struttura V2 è indipendente dal carattere pro-drop della lingua, ma il soggetto obbligatorio mostra più chiaramente il fenomeno V2. Parole chiave: soggetto espletivo; Verb Second; pro-drop asimmetrico; periferia sinistra della frase; sintassi delle lingue romanze medievali.
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Macaro, Ernesto. "Review of recent research (2000–2008) on applied linguistics and language teaching with specific reference to L2 Italian." Language Teaching 43, no. 2 (March 3, 2010): 127–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0261444809990358.

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Abstract:
L'apprendimento della lingua italiana come lingua straniera (L2), probabilmente per motivazioni storico-culturali, è di carattere specialistico. Di conseguenza, l'impronta globale della lingua italiana, rispetto ad altre lingue straniere come l'inglese, lo spagnolo ed il francese, risulta essere abbastanza limitata. Sorprende quindi il fatto che in diversi progetti di ricerca, nel campo della linguistica applicata e dell'apprendimento delle L2, l'italiano sia la lingua studiata dai partecipanti oggetto di studio. Questa rassegna di studi verte ad identificare gli approfondimenti della ricerca nel campo dell'apprendimento della lingua italiana come seconda lingua piuttosto che il contributo dell'italiano alla teoria della SLA in genere. Inoltre, ha l'obbiettivo di valutare lo stato attuale della lingua italiana nell'ambito dell'istruzione formale. L'autore suggerisce la presenza di un rapporto tra la comprensione del processo di apprendimento della lingua italiana e la richiesta dell'italiano come L2. Questa rassegna riassume e categorizza quasi settanta studi condotti in una varietà di contesti educativi e offre proposte e stimoli per futuri progetti di ricerca.Italian has for many years been considered somewhat of a specialist language when studied as a second language (L2) and this is perhaps due to historical and cultural factors. Its footprint worldwide compared to such languages as English, Spanish and French is therefore somewhat limited. Surprisingly, however, there is a considerable body of research in applied linguistics and second language acquisition (SLA) in which Italian features as the language being studied. This review sought to identify the extent to which the research provided specific insights into how Italian as a second or foreign language (L2 Italian) is learnt as opposed to the ways in which it has contributed to SLA theory-building more generally. In addition, it sought to assess how well Italian is holding up as a language being learnt in formal instructed contexts. The author suggests that insights into the learning of Italian and uptake by Italian students may be inter-related. The present review summarises and categorises nearly seventy empirical studies conducted in a variety of educational contexts and offers suggestions for future avenues of research.
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Matteucci, Paolo. "La didattica dell’italiano a distanza: un case study." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62148.

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ABSTRACT: Questo saggio si propone il fine di misurare l’impatto della transizione dalla didattica in aula a quella a distanza nel contesto dei corsi di italiano per principianti offerti, nel semestre autunnale 2020, dal Programma di Italiano dell’università canadese Dalhousie. Prendendo simultaneamente in considerazione i risultati del feedback formale e informale fornito dagli allievi, i dati raccolti tramite la ricerca-azione e l’osservazione dei corsi da parte di specialisti esterni, e una molteplicità di parametri valutativi, il presente intervento mira a delineare alcuni vantaggi e svantaggi dell’insegnamento a distanza dell’italiano come lingua straniera.Parole-chiave: Didattica dell’italiano. Glottotecnologie. Ricerca-azione. RESUMO: Este artigo analisa o impacto da transição das aulas presenciais ao formato virtual, especificamente no contexto das três seções do curso “Italiano para Iniciantes” oferecido no segundo semestre de 2020 pelo Programa de Italiano da Universidade de Dalhousie, Canadá. Justapondo os feedbacks formais e informais dos alunos, os dados recebidos da observação de terceiros através de pesquisa-ação e as avaliações de diversos indicadores de sucesso, este artigo visa delinear algumas vantagens, bem como os principais desafios, do ensino a distância do italiano enquanto idioma estrangeiro.Palavras-chave: Didática do italiano. Glototecnologias. Pesquisa-ação. ABSTRACT: This paper scrutinizes the impact of the transition from face-to-face teaching to online instruction, in the context of the Italian for Beginners courses offered in the fall semester 2020 by the Italian Program at Dalhousie University, Canada. By juxtaposing the student’s formal and informal feedback, the input received from third-party observation via action-research, and the assessment of a variety of indicators of success, this paper aims at outlining some advantages, as well as the main challenges, inscribed into at-distance teaching of Italian as a foreign language.Key words: Teaching Italian as a foreign language. At-distance instruction. Action-research.
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Scetti, Fabio. "Alla ricerca dell’Italianità. Il ruolo dell’italiano nella comunità italiana di Montreal." Italian Canadiana 36, no. 1 (October 3, 2022): 151–68. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39390.

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Abstract:
Questo contributo s’inserisce in una ricerca etnografica più ampia sulla “comunità italiana” di Montreal, in Canada. Il suo scopo principale è quello di illustrare la situazione della lingua italiana e delle altre lingue e dialetti parlati dai discendenti della migrazione italiana nella città. Inoltre, tale progetto è volto a sottolineare l’importanza della questione della diversità e varietà linguistica nel processo identitario del gruppo, alla ricerca di una sua italianità, e il ruolo chiave delle pratiche linguistiche e della loro evoluzione in un contesto multilingue come quello di Montreal, a contatto con due lingue dominanti: il francese e l’inglese. Le ricerche si sono svolte a Montreal, dal 2011 al 2021, e sono state raccolte 60 interviste di italiani o discendenti di emigrati italiani di diversa età, sesso, condizione socio-economica, professione e studi. L’analisi dei dati ci ha permesso di osservare alcune caratteristiche peculiari dell’italiano parlato a Montreal, ed è stato inoltre possibile studiare il ruolo chiave e il particolare statuto dell’italiano attraverso ideologie e rappresentazioni, come elemento dell’identità comunitaria e della costruzione della cosiddetta italianità.
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Perconti, Pietro. "Varietŕ di naturalismo." PARADIGMI, no. 1 (May 2009): 185–91. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-001014.

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Abstract:
- Naturalism is a widely accepted trend of contemporary philosophy, the analytic tradition in particular. However, the (dis)continuity between philosophy and the sciences is still controversial. In this paper a survey is presented of the different approaches to philosophical naturalism, focusing on the debate between a pluralistic position and a more restrictive one. The latter is well represented by Sandro Nannini's Naturalismo cognitivo (2007), the best example of "hard" naturalism on the Italian philosophical scene. In contrast with this position, we argue that many genuine philosophical issues, such as the first person perspective of conscious experience and the ontological commitment about social rules, remain "hard problems" for radical naturalism. Keywords: Analytical philosophy, Cognitive science, Hard naturalism, Pluralistic naturalism, Reductionism, Social ontology.
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Busato, Alessia, and Giancarlo Corň. "I distretti nella crisi: declino, adattamento o innovazione?" ARGOMENTI, no. 32 (September 2011): 71–93. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032004.

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Abstract:
Questo articolo propone un'analisi sulle tendenze dell'economia dei distretti italiani, fornendo riferimenti empirici e teorici a sostegno di una precisa tesi interpretativa: il modello italiano di organizzazione locale della produzione č ancora oggi vitale, ma ha bisogno di accelerare il processo di evoluzione verso assetti organizzativi, tecnologici e istituzionali piů moderni. In tale prospettiva, l'articolo effettua una rassegna di alcuni contributi recenti di ricerca e presenta inoltre i risultati di una analisi econometrica che documentano la capacitŕ di tenuta ma anche le diverse linee di trasformazione in corso nei distretti italiani. In particolare, vengono evidenziati i processi di formazione delle imprese leader, di crescita dei servizi e di evoluzione delle economie di specializzazione in economie di varietŕ. Nelle conclusioni si mette in luce l'utilitŕ di integrare l'approccio tradizionale dell'analisi marshalliana ai contributi di tipo neo-schumpeteriano sull'economia dell'innovazione e dell'imprenditorialitŕ.
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Salvi, Sergio. "La "rivoluzione verde" di Nazareno Strampelli." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 107–21. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003006.

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Abstract:
Nazareno Strampelli (1866-1942) fu il più importante genetista agrario italiano durante i primi quattro decenni del ventesimo secolo. Grazie all'applicazione dei principi dell'ibridazione e della genetica mendeliana nel suo programma di miglioramento genetico del frumento avviato a Rieti fin dal 1903, egli creò numerose varietà di frumento a fusto breve, resistenti alle "ruggini" e a maturazione precoce, molto simili alle cosiddette "varietà ad alto rendimento" ottenute negli anni Cinquanta da Norman Borlaug e ampiamente diffuse in tutto il mondo all'epoca della "rivoluzione verde". Dopo la seconda guerra mondiale, le varietà di Strampelli (protagoniste della cosiddetta "Battaglia del grano" lanciata in Italia dal regime fascista nel 1925) furono rapidamente ed ampiamente adottate dai principali Paesi produttori di frumento, giocando un ruolo fondamentale nei rispettivi programmi di miglioramento genetico così come nei moderni approcci volti a combattere i nuovi ceppi emergenti di ruggine. Oggi, nonostante il rimarchevole ruolo giocato da quelle varietà italiane sulla produzione mondiale di frumento sia stato ampiamente dimostrato, Nazareno Strampelli continua a non essere adeguatamente riconosciuto né come il "precursore" della "rivoluzione verde", né come uno scienziato autentico.
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N. Vujović, Marija, and Luigi E. Beneduci. "LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLʼITALIANO NEO-STANDARD IN DUE ROMANZI ITALIANI CONTEMPORANEI (ASPETTO MORFOLOGICO)." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 12, no. 24 (December 30, 2021): 239–67. http://dx.doi.org/10.21618/fil2124239v.

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Abstract:
Se l’italiano standard è la varietà linguistica codifcata nei libri di grammatica, per neo-standard si intendono le abitudini comunicative, parlate e scritte, di una fascia di parlanti acculturati, in una varietà linguistica più informale. Utilizzando le tassonomie di Sabatini e Berruto, gli autori dello studio hanno rintracciato la presenza del neo-standard in un corpus formato da due romanzi italiani contemporanei, Io e te di Niccolò Ammaniti ed Esco a fare due passi di Fabio Volo. Considerando l’alto numero di occorrenze, ci si è limitati all’aspetto morfologico del sistema pronominale e verbale, con valore esemplifcativo. Le opere analizzate sono diversamente signifcative di due autori agli antipodi: il romanzo di un acclamato scrittore e il romanzo di esordio di un DJ e conduttore televisivo. Il risultato dello studio è che, a parte poche differenze, i tratti neo-standard caratterizzano entrambe le operazioni di scrittura, con l’intento di raggiungere l’immediatezza comunicativa della lingua parlata. Se ne conclude che i narratori hanno colto, rappresentato e riprodotto l’urgenza e la penetrazione delle nuove forme della lingua italiana, che potrebbero diventare un nuovo futuro standard normativo.
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Canazza, Alessandro. "SISTEMI DI COLTIVAZIONE DEI CAMPI E TIPI DI COLTURE NEL TERRITORIO VERONESE: RIFLESSIONI SUGLI SPOGLI AIS." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 675–84. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19634.

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Abstract:
A circa cent’anni dall’avvio dell’indagine linguistica ed etnografica di Paul Scheuermeier e degli altri raccoglitori, l’Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale (Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz) costituisce una pietra miliare per lo studio delle varietà italo-romanze, all’incrocio tra dialettologia, geografia linguistica ed etnografia, tra “parole” e “cose” (Wörter und Sachen). Questo contributo, pur se alieno da pretese di completezza, propone una lettura ragionata di alcune carte linguistiche relative ai sistemi di coltivazione dei campi e ai tipi di colture, prendendo come riferimento geografico il territorio della provincia veronese e i punti di rilevazione selezionati dai compilatori dell’AIS, i quali sono collocati in località della provincia stessa che appaiono significative dal punto di vista linguistico. Il confronto tra gli esiti lessicali del dialetto veronese e quelli delle varietà venete orientali e dei dialetti gallo-italici permette di formulare alcune ipotesi circa la distribuzione spaziale dei fatti linguistici e il meccanismo delle innovazioni onomasiologiche in quella specifica porzione del dominio italo-romanzo, operazione che non va discosta - nel pieno rispetto dello spirito metodologico dell’Atlante italo-svizzero - da riflessioni e approfondimenti di carattere etnografico circa l’humus culturale e socio-economico che a quei fenomeni soggiace. Tiling the Land and Types of Crops in the Province of Verona: a Reading of the Italian-Swiss Atlas Almost a century after the beginning of the linguistic and ethnographic investigation by Paul Scheuermeier and the other collectors, the Linguistic and Ethnographic Atlas of Italy and Southern Switzerland (Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz) still sets a milestone in the study of the Romance linguistic varieties in the Italian peninsula, at the crossroads between dialectology, linguistic geography and ethnography and between “words” and “things” (Wörter und Sachen). This paper, without any claim for completeness, provides a critical reading of some linguistic maps concerning tiling the land and types of crops, taking as a geographical reference the territory of the province of Verona and the measuring/recording points selected by the compilers of the Italian-Swiss Atlas, which are significant from a linguistic point of view. The comparison between the lexical outcomes of the Veronese dialect and those of the other Venetian and Gallo-Italic dialects points out some evidence about the spatial distribution of linguistic facts and the mechanism of onomasiological innovations in a specific portion of the Romance linguistic domain. This operation, in full respect of the methodological pattern of the Italian-Swiss Atlas, comes along with ethnographic issues regarding the cultural and socio-economic background of linguistic phenomena.
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Bellinzona, Martina, and Valentina Carbonara. "SECONDARY STUDENTS’ ATTITUDES TOWARDS LINGUISTIC DIVERSITY: AN INVESTIGATION ON INDIVIDUAL AND EDUCATIONAL ASPECTS IN ITALIAN SCHOOLS." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 227–53. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17136.

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Abstract:
This paper aims at investigating lower and upper secondary students’ attitudes towards linguistic diversity, here assumed as an extension of the language attitude construct. The research focuses on individual factors, as well as on aspects related to the educational context. Drawing from a larger study, data was gathered from a considerable number of informants in a representative number Italian regions, employing a Likert scale-based questionnaire and through the triangulation of different information from a variety of sources. Results showed that gender, school grade, number of languages known and the migratory background are all predictors of attitudes towards linguistic diversity. Moreover, the adoption of éveil aux langues and CLIL and the purposeful use of the schoolscape though specific activities promoting plurilingualism and intercultural reflection have a significant impact on students’ attitudes. Gli atteggiamenti degli studenti della scuola secondaria verso la diversità linguistica: un’indagine sugli aspetti individuali ed educativi nelle scuole italiane Questo articolo mira a indagare gli atteggiamenti degli studenti della scuola secondaria inferiore e superiore verso la diversità linguistica, qui assunta come un’estensione del costrutto di attitudine linguistica. La ricerca si concentra sia su fattori individuali sia su aspetti legati al contesto educativo. Attingendo da uno studio più ampio, i dati sono stati raccolti da un numero considerevole di informatori rappresentativi di diverse regioni italiane, utilizzando un questionario basato sulla scala Likert e attraverso la correlazione di diverse informazioni tratte da una varietà di fonti. I risultati hanno mostrato che il genere, il grado scolastico, il numero di lingue conosciute e il background migratorio sono tutti indicatori di atteggiamenti verso la diversità linguistica. Inoltre hanno messo in evidenza che l’adozione di éveil aux langues, del CLIL e l’uso mirato dello schoolscape, attraverso attività specifiche che promuovono il plurilinguismo e la riflessione interculturale, hanno un impatto significativo sugli atteggiamenti degli studenti.
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Merida, Raphael. "Vicissitudini lessicografiche di cocoggio e di acudia." Zeitschrift für romanische Philologie 136, no. 1 (March 6, 2020): 263–72. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2020-0010.

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Abstract:
AbstractThe word cocuyo ‘luminous insect originating from central America’ appears in Italian texts of the last few centuries in a variety of forms. In the article, we analyse the historic events that allowed the creation and spread of the ghost-word acudia (from the original word cocuyo) and how this is present in various Italian dictionaries.
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Sieczko, Anna. "Popyt na włoskie dania regionalne wśród polskich turystów i mieszkańców Włoch." Turystyka i Rozwój Regionalny, no. 11 (June 5, 2019): 107–16. http://dx.doi.org/10.22630/tirr.2019.11.10.

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Abstract:
Italian cuisine is based on products that are fresh and accessible in the vicinity, with the large amount of fresh vegetables and spices. It is also characterized by simplicity in making, but the process can be time consuming. Dishes are prepared according to old, traditional recipes, which affects the variety of meals and the Italian flavor of food. The aim of the study was to show which regional dishes are in demand among Polish tourists and which are preferred by Italian residents living in the Marche region. The research was based on a survey using a questionnaire form and included a sample of 225 Poles (in year 2018) and 125 Italians (in year 2017). The favourite dish of the Polish respondents was pizza while the Italian ones were vincisgrassi, brodetto and passatelli. Among the wines responders chose Verdicchio di Jesi, Rosso Conero and Rosso Piceno.
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Nicoletta Penello. "Possessivi e nomi di parentela in alcune varietà italiane antiche e moderne." Verbum 4, no. 2 (February 2003): 327–48. http://dx.doi.org/10.1556/verb.4.2002.2.7.

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Turchetta, Barbara, and Caterina Ferrini. "Italian heritage, Italian legacy e Italian affection: la negoziazione dell’Italianità e dell’identità nei linguistic landscapes delle Little Italy nordamericane." Italian Canadiana 36, no. 1 (October 3, 2022): 81–122. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39387.

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Abstract:
Scopo dell’analisi qualitativa di stampo sociolinguistico in questa sede condotta è 1) l’osservazione delle varietà di lingua e dei fenomeni di contatto osservabili nei linguistic landscape delle Little Italy nordamericane di Boston, New York e Toronto e 2) la successiva correlazione dei fenomeni linguistici osservati alle categorie culturali-merceologiche Italian heritage, Italian legacy e Italian affection.
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Kaliska, Marta. "Le varietà di lingua presenti nei sillabi dei corsi di lingua italiana nelle università in Polonia." Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia 65 (2020): 427–35. http://dx.doi.org/10.17234/sraz.65.52.

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Cinquini, Lino, Alessandro Marelli, and Andrea Tenucci. "AN ANALYSIS OF PUBLISHING PATTERNS IN ACCOUNTING HISTORY RESEARCH IN ITALY, 1990–2004." Accounting Historians Journal 35, no. 1 (June 1, 2008): 1–48. http://dx.doi.org/10.2308/0148-4184.35.1.1.

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Abstract:
In the last decade, an increasing number of analyses of accounting history literature have been undertaken to classify historical research paths and to “map” the variety of approaches and issues of the discipline in different geographical settings so as to make international comparisons. The paper develops these topics in the Italian context by studying the development of accounting history research (AHR) in the last 15 years. Contributions by Italian authors have been published in international and national specialist journals as well as in more general accounting journals. Other papers have been presented and published in the proceedings of the biannual SISR (Società Italiana di Storia della Ragioneria) Congress and in the Congress celebrating the 500th anniversary of the publication of Pacioli's Summa held in Venice in 1994. The findings chart publication trends during the period 1990–2004 from a quantitative and qualitative perspective, based on different dimensions, the dynamic of change in Italian AHR, and its possible limitations. The paper is informed by an international perspective and causal interpretations are attempted.
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Savino, Michelina. "The intonation of polar questions in Italian: Where is the rise?" Journal of the International Phonetic Association 42, no. 1 (March 12, 2012): 23–48. http://dx.doi.org/10.1017/s002510031100048x.

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Abstract:
Earlier studies on Standard Italian describe polar questions as being characterised by a terminal rise, as opposed to a terminal fall for statements, where a low/falling accentual movement precedes the terminal part of the contour in both sentence types. The same is generally claimed for the Northern and Central Italian varieties (including Florentine, i.e. the variety from which Standard Italian stems), whereas Southern accents are characterised by an accentual rise followed by a terminal fall, being therefore the primary cue for question in non-terminal position. However, a closer look at the existing literature on regional Italian question intonation reveals that such a geographical distribution of intonational features across Italian accents is not that clear-cut. A reason for this discrepancy might be the different speaking styles – here intended as the broad spontaneous vs. read distinction – of the spoken productions analysed. The aim of this paper is to call into question the claim that a terminal rise preceded by an accentual low/fall is the most widespread intonational feature for marking questioning across Italian accents. The goal is to provide a clearer picture of question intonation in Italian by looking at the distribution of the rise as either on terminal or non-terminal position across a large number of varieties, where speech materials have been elicited with the same methodology, and they are therefore homogeneous with respect to speaking style. Intonation analysis has been carried out on spontaneous yes–no questions extracted from the Map Task dialogues collected in the CLIPS national corpus (Corpora e Lessici di Italiano Parlato e Scritto – Corpora and Lexicons of Spoken and Written Italian) covering 15 varieties of Italian. Results of this analysis on the Northern, Central, and Southern polar questions reveals that the accentual rise prevails, and that the distribution of the rise across varieties is independent of the geography.
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Bigatti, Giorgio. "Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione." SOCIETÀ E STORIA, no. 127 (July 2010): 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Abstract:
Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Canducci, Michele, Andrea Rocci, and Silvia Sbaragli. "Inventio, dispositio, elocutio: tre lenti per l’analisi di argomentazioni nei libri di testo di geometria." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 10 (November 17, 2021): 29–52. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.10.2.

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Abstract:
A partire dal corpus del progetto Italmatica. Comprendere la matematica a scuola, fra lingua comune e linguaggio specialistico del Fondo nazionale svizzero, viene presentata un’analisi di esempi tratti dai libri di testo di geometria in lingua italiana della scuola primaria e secondaria di primo grado. L’analisi si basa sull’applicazione delle categorie di tipo retorico classico: inventio, dispositio ed elocutio, oggi afferenti ai domini degli studi linguistici, in particolare delle teorie dell’argomentazione. Attraverso l’analisi condotta, vengono evidenziate da un lato la profondità delle riflessioni che queste lenti teoriche consentono di raggiungere nello sviscerare un testo argomentativo di matematica, dall’altro la grande varietà di scelte possibili adottate dai libri di testo, che possono avere un effetto comunicativo sul lettore-studente.
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Dugas, Edwige. "The pragmatics of morphological negation: pejorative and euphemistic uses of the prefix non- in French." Taikomoji kalbotyra, no. 4 (March 5, 2015): 1–21. http://dx.doi.org/10.15388/tk.2014.17466.

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Abstract:
In this paper I examine a particular type of morphological negation in French, namely non- prefixation on nominal bases (e.g. non-violence ‘nonviolence’). Drawing on a wide range of authentic examples from the Trésor de la Langue Française informatisé (TLFi), the French literary database Frantext and the internet, I show that although the basic meaning of non- prefixation is negation, the nouns prefixed by non- (abbreviated as [non-N]N) may carry an additional nuance, which can be pejorative or euphemistic; hence the hypothesis defended in this paper that the prefix non- can also serve pragmatic purposes. After having briefly described the morphological and semantic variety of nominal lexemes which can be the input of non- prefixation, I show that [non-N]N can have three different readings, namely what I call the “complementary” interpretation (e.g. les Italiens et les non-Italiens aiment la cuisine italienne ‘Italians and non-Italians like Italian cuisine’), the “ontological” interpretation (e.g. Toute sa vie durant, Gandhi est demeuré convaincu du bien-fondé de la non-violence ‘For all his life, Gandhi was convinced of the legitimacy of nonviolence’), and the “contrary interpretation” (e.g. Les fleurs, je m’en fiche. Serais-je une non-femme? ‘Flowers, I don’t care! Could I be a nonwoman?). In the second section, I describe the pejorative and euphemistic uses of [non-N]N. The pejorative useshave been noticed by several authors (a.o. Gaatone 1971, 1987, Di Sciullo and Tremblay 1993, 1996 for French, Zimmer 1964, Algeo 1971, Bauer 1983, Horn 1989 for English); I show that these uses arise when the [non-N]N have a contrary interpretation and that they are quite frequent. I also emphasize the importance of the discourse context compared to the semantics of the base noun. Then I address the euphemistic uses of [non-N]N, which are linked to the ontological interpretation, and which are more constrained and thus less frequent; I note that these uses function almost as a politeness device. The fourth section provides an attempt to draw a parallel between certain uses of [non-N]N and the polemic and metalinguistic uses of sentential negation, as they have been described by Ducrot (1980, 1984) and Horn (1985, 1989).
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Buroni, Edoardo. "IL BELCANTO E LA CANZONE NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L1 E L2. CONSIDERAZIONI GENERALI ED ESPERIENZE DIDATTICHE." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 191–219. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19657.

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Abstract:
I testi per musica offrono molteplici spunti e stimoli per l'insegnamento e l'apprendimento della lingua italiana. I due generi principali, l'opera lirica e la canzone, consentono di approfondire anche lo sviluppo storico del nostro idioma e di affrontare le varietà stilistiche e sociolinguistiche del passato e del presente; inoltre il modo di fruizione principale e più genuino di questi testi verbali (quello che, appunto, li unisce all'esecuzione canora e musicale) è per sua natura multimodale, tratto che in anni più recenti ha acquisito ulteriori potenzialità grazie allo sviluppo della multimedialità. Senza contare che a partire sia dall'opera lirica sia dalla canzone gli insegnanti possono elaborare dei percorsi interdisciplinari pensati appositamente per le diverse categorie di studenti a cui di volta in volta si rivolgono. Il saggio presenta un esempio concreto di analisi linguistica e di una possibile applicazione didattica di natura multimodale, multimediale e interdisciplinare prendendo in esame l'opera che ha inaugurato la stagione 2021-2022 del Teatro alla Scala di Milano, il Macbeth di Giuseppe Verdi, e le canzoni prime classificate al Festival di Sanremo dello stesso anno: una scelta sperimentata in alcuni corsi accademici e che ha dato esiti positivi perché più aderente e vicina al contesto culturale, informativo e massmediatico in cui gli studenti sono immersi. Bel-canto and songs in teaching Italian as L1, L2 and LS. General considerations and teaching experiences Texts written to be sung offer many possibilities to teach and learn the Italian language in a pleasant way. The two main genres of these texts for music - opera and song - also allow to deepen the historical development and the stylistic and sociolinguistic varieties of the Italian language. Multimodality is an intrinsic feature of the fruition of sung texts; furthermore, in recent years the development of multimedia has offered new possibilities in this direction. In addition, both opera and song allow us to deal with interdisciplinary arguments. The paper presents an example of linguistic analysis and a possible multimodal, multimedia and interdisciplinary didactic application: it analyzes the opera that inaugurated the 2021-2022 season of the Teatro alla Scala in Milan, Macbeth by Giuseppe Verdi, and the first classified songs at the Sanremo Festival of the same year. This choice has been tested in some academic courses, giving positive feedback: in fact, the students approached these texts with greater interest because they considered them to be closer to the cultural and informative context they experience every day.
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Caiazza, Tommaso. "Una "classe inferiore di stranieri bianchi".Gli italiani e il movimento dei lavoratori a San Francisco." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 201–30. http://dx.doi.org/10.3280/ic296-oa1.

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Abstract:
L'articolo esamina le relazioni tra gli immigrati italiani e il movimento dei lavoratori a San Francisco al principio del Novecento. La "razza" costituisce la lente attraverso cui viene in-dagato il processo di integrazione degli italiani alla luce delle politiche razziste messe in atto dalle strutture sindacali, che ammettevano solo "bianchi" ed escludevano gli immigrati asia-tici. Intrecciando una varietà di fonti (stampa operaia, documentazione delle unioni, dati sta-tistici sulle occupazioni) si rileva come gli italiani, seppur marginalizzati e giudicati inferiori razzialmente, siano stati riconosciuti come "bianchi" e, pertanto, assimilati nel locale movi-mento dei lavoratori. Si sostiene che a favorire ciò sia stata la precoce costruzione di una co-mune identità "caucasica" tra i gruppi europei, modellata in contrapposizione all'immigra-zione asiatica, in grado di far passare in secondo piano le tensioni tra il "vecchio stock" e i "nuovi immigrati", come gli italiani, dominanti in altre città degli Stati Uniti.
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Romani, Annalisa, Patrizia Pinelli, Claudio Cantini, Antonio Cimato, and Daniela Heimler. "Characterization of Violetto di Toscana, a typical Italian variety of artichoke (Cynara scolymus L.)." Food Chemistry 95, no. 2 (March 2006): 221–25. http://dx.doi.org/10.1016/j.foodchem.2005.01.013.

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Carlin, Masuero, Guella, Vrhovsek, and Mattivi. "Methyl Salicylate Glycosides in Some Italian Varietal Wines." Molecules 24, no. 18 (September 6, 2019): 3260. http://dx.doi.org/10.3390/molecules24183260.

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Abstract:
Glycosides are ubiquitous plant secondary metabolites consisting of a non-sugar component called an aglycone, attached to one or more sugars. One of the most interesting aglycones in grapes and wine is methyl salicylate (MeSA), an organic ester naturally produced by many plants, particularly wintergreens. To date, nine different MeSA glycosides from plants have been reported, mainly spread over the genera Gaultheria, Camellia, Polygala, Filipendula, and Passiflora. From a sensorial point of view, MeSA has a balsamic-sweet odor, known as Wintergreen. MeSA was found in Vitis riparia grapes, in Vitis vinifera sp. and in the Frontenac interspecific hybrid. We found that the MeSA glycosides content in Verdicchio wines and in some genetically related varieties (Trebbiano di Soave and Trebbiano di Lugana) was very high. In order to understand which glycosides were present in wine, the methanolic extract of Verdicchio wine was injected into a UPLC-Q-TOF-HDMS and compared to the extracts of different plants rich in such glycosides. Using pure standards, we confirmed the existence of two glycosides in wine: MeSA 2-O--d-glucoside and MeSA 2-O--d-xylopyranosyl (1-6) -d-glucopyranoside (gaultherin). For the first time, we also tentatively identified other diglycosides in wine: MeSA 2-O--l-arabinopyranosyl (1-6)--d-glucopyranoside (violutoside) and MeSA 2-O--d-apiofuranosyl (1-6)--d-glucopyranoside (canthoside A), MeSA 2-O--d-glucopyranosyl (1-6)-O--d-glucopyranoside (gentiobioside) and MeSA 2-O--l-rhamnopyranosyl (1-6)--d-glucopyranoside (rutinoside). Some of these glycosides have been isolated from Gaultheria procumbens leaves by preparative liquid chromatography and structurally annotated by 1H- and 13C-NMR analysis. Two of the peaks isolated from Gaultheria procumbens leaves, namely MeSA sambubioside and MeSA sophoroside, were herein observed for the first time. Six MeSA glycosides were quantified in 64 Italian white wines, highlighting the peculiar content and pattern in Verdicchio wines and related cultivars. The total concentration in bound and free MeSA in Verdicchio wines varied in the range of 456–9796 g/L and 5.5–143 g/L, respectively, while in the other wines the bound and free MeSA was below 363 g/L and 12 g/L, respectively. As this compound’s olfactory threshold is between 50 and 100 g/L, our data support the hypothesis that methyl salicylate can contribute to the balsamic scent, especially in old Verdicchio wines.
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Berruto, Gaetano. "Note sul repertorio linguistico degli emigrati italiani in Svizzera tedesca." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 61–79. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.61-79.

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Abstract:
Nei lavori sociolinguistici sull'emigrazione italiana nella Svizzera germano fona sono stati approfonditi diversi aspetti del comportamento linguistico sia della prima che della seconda generazione, ma ci si è concentrati per lo più sulle caratteristiche dell'italiano o sul fenomeno della commutazione di codice, e manca sinora un quadro globale e analitico dell'insieme delle varietà di lingua possedute e utilizza­ te e della configurazione del repertorio di italofoni in un ambiente germanofono e plurilingue.
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Tavosanis, Mirko. "INTEGRAZIONE DI TESTO E IMMAGINE NELLA COMUNICAZIONE DIGITALE." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 47–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19648.

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Abstract:
Il contributo presenta in modo critico i sistemi e le pratiche con cui testo e immagine sono (o non sono) integrati nella comunicazione digitale. Le situazioni descritte riguardano sia la comunicazione in lingua italiana sia, più in generale, il contesto della comunicazione in molte società contemporanee. Vengono inoltre presi in esame due casi particolari: il modo in cui l’integrazione tra testo e immagine viene trattata dai manuali universitari di scrittura e i casi di integrazione tra testo e immagine in un laboratorio di scrittura tenuto presso l’Università di Pisa e dedicato alla stesura di voci di Wikipedia. L’assieme delle esperienze fa ritenere che affrontare in modo consapevole il rapporto tra testo e immagine possa portare a effetti positivi a livello sia educativo sia comunicativo. Integration of text and image in digital communication The paper critically presents the ways and practices by which text and images are, or are not, integrated in contemporary digital communication. The situations described concern both Italian-language communication and, more generally, the context of communication in many contemporary societies. Two particular cases are also examined: the way in which the integration between texts and images is covered by university writing manuals and cases of integration between texts and images in a writing lab taught at the University of Pisa and dedicated to writing Wikipedia entries. Taken together, the experiences suggest that consciously addressing the relationship between text and image can lead to positive effects in a variety of educational and communicative settings
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Köning, Dirk. "Germanismen in Lo slang di Bolzano." Ladinia 46 (2022): 137–88. http://dx.doi.org/10.54218/ladinia.46.137-188.

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Abstract:
This contribution discusses a dictionary analysis of Germanisms in Lo slang di Bolzano by Paolo Cagnan 2011, the first study of German lexemes in the informal registers of this variety. The aim is to determine the degree of integration into the Italian language and to compare the Germanisms with those in other specialised dictionaries. A comparison with the semantic correspondences of previous research contributions is also made. It shows that results show that the vast majority of the lexemes studied have a low degree of integration into Italian and can hardly be found in other dictionaries of neighbouring dialects or languages. This suggests that they occur exclusively in the lower registers of Bolzano Italian and indicates that the Germanisms in Lo slang di Bolzano may be highly volatile. Most of them are nouns and interjections, and only a few of them are verbs. Interestingly these verbs are mostly loan translations of particle verbs with aus- as the first element, such as ridere fuori or fare fuori; a tendency that is also evident in the Ladin rì ora and se fé ora. Compared to previous studies, mostly based on newspaper corpora, there are also considerable semantic differences because most borrowings in slang refer to the excessive consumption of alcoholic beverages, such as bere ad ex or monoschluck. Cagnan’s dictionary thus represents an enormous enrichment for research into the vo­cabulary of Bolzano and Italian in South Tyrol in general.
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Autelli, Erica, and Marco Caria. "Fraseologia dell’algherese: risorse e nuovi impulsi per la fraseografia e la fraseodidattica di una varietà linguistica minoritaria italiana." Linguistik Online 115, no. 3 (May 11, 2022): 39–71. http://dx.doi.org/10.13092/lo.115.8624.

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Abstract:
The Catalan of Alghero is poorly documented at a lexicographic level, and the number of phrasemes to be found in the dictionaries is small. So, where can such word combinations be found and how can they be included in dictionaries? The present article aims to answer these two questions, giving a first overview of the phraseography of diatopic varieties in Italy, followed by information on Algherese and the description of possible resources from which the relevant information could be drawn. This is followed by a sociolinguistic investigation showing the complexity of the topic and a few divergencies from Italian, of which one should take account in the phraseodidactics of Algherese.
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Mario Cucciolla, Riccardo. "La perestrojka vista dall'Italia: le lettere degli italiani al segretario generale del Pcus, tra gorbymania e scetticismo." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002009.

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Abstract:
La perestrojka rappresenta una stagione unica in termini di riforme, dibattiti aperti e mobilitazione dei cittadini dal basso. La stessa figura di Gorbacëv divenne molto popolare in quell'opinione pubblica occidentale che si rivolgeva al leader sovietico per chiedere un cambiamento politico, la pace e la conclusione della Guerra Fredda. In Italia, la "gorbymania" si manifestò in migliaia di lettere che politici, scienziati, artisti, ecclesiastici, accademici, o semplici cittadini inviavano al leader sovietico e alla moglie Raisa. La varietà di contenuti, di toni e di critiche furono caratteristiche delle lettere degli italiani. Incoraggiavano le svolte in politica estera, sostenevano il processo di rinnovamento del regime e ne condannavano apertamente i limiti. Il presente articolo vuole esaminare - attraverso le lettere inviate dall'Italia a Michail e Raisa Gorbacëv nel periodo 1988-1989 - la percezione e la risposta attiva degli italiani a quelle trasformazioni in atto in Urss, e offrire un livello analitico transnazionale delle relazioni italo-russe che andava oltre la dimensione istituzionale e coinvolgeva direttamente i singoli individui.
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Lombardo, S., G. Pandino, G. Mauromicale, R. Carle, M. Knödler, and A. Schieber. "POLYPHENOL AND MINERAL PROFILE OF 'VIOLETTO DI SICILIA', A TYPICAL ITALIAN VARIETAL GLOBE ARTICHOKE." Acta Horticulturae, no. 942 (January 2012): 445–50. http://dx.doi.org/10.17660/actahortic.2012.942.66.

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Goebl, Hans. "Il posto dialettometrico che spetta ai punti-ais 338 (Adorgnano, Friuli), 398 (Dignano/Vodnjan, Istria) E 367 (Grado, Friuli) Presentazione di tre carte di similiarità." Linguistica 28, no. 1 (December 1, 1988): 75–103. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.75-103.

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Abstract:
Il titolo del nostro contributo non è stato scelto a caso. Il problema del posto da assegnare a una varietà linguistica tanto locale quanto regionale costituisce, dal lontano 1876 (ASCOLI 1876a: Del posto che spetta al ligure nel sistema dei dialetti italiani) fino ai giorni piu vicini a noi (BLASCO FERRER 1986: La posizione linguistica del catalano nella Romània) un capitolo tra i più importanti della dialettologia e/ o geografia linguistica romanza. Si badi però al fatto che la ricerca del posto da assegnarsi a una qualsiasi varietà geolinguistica rappresenta, in ultima analisi, una delle tante metafore scientifiche tra le quali si annoverano, fra l'altro, I'albero genealogico (tedesco: Stammbaum) e I'onda (tedesco: Welle). Orbene, si sa che, in sede di scienza, le metafore di qualsiasi indole non costituiscono risultati scientifici a se stanti, bensí strumenti euristici. La metafora della collocazione di una varietà geolinguistica data non puo prescindere dall'utilizzazione mentale dello spazio tridimensionale e cioè euclidèo. Nella prospettiva tridimensionale, il posto della varietà geolinguistica esaminata equivale a un punto ben definito (median te le coordinate x, y ez) all'interno di uno spazio tridimensionale ugualmente ben definito. Se si considera dunque, in chiave tridimensionale, il posto di una varietà geolinguistica data, la considerazione concomitante dello spazio euclidèo appartenentevi è indispensabile. In questo articolo, due delle tre dimensioni euclidèe sono rappresentate dai 251 punti della nostra rete-AIS, mentre la terza dimensione viene definita dalla misurazione delle s_imilarita linguistiche tra il punto di riferimento-AIS - e cioe quello di cui si esamina il posto dialettometrico - ed i restanti 250 punti della rete di osservazione.
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Rivoira, Matteo. "Lingue, dialetti e religione nelle aree occitane e francoprovenzali." Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, no. 3 (December 31, 2020): 320–45. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00069.riv.

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Abstract:
Astratta Gli stretti e complessi rapporti tra religione e lingua sono ormai uno degli ambiti di studio della sociologia del linguaggio. L’adozione in ambito religioso di determinati codici discende in genere dalla disponibilità di varietà elaborate nel repertorio linguistico comunitario, ma al contempo essa può determinare ristrutturazioni del repertorio stesso, in primis sullo status delle lingue implicate. Lingua e religione, inoltre, possono essere individuate come forti simboli di appartenenza a una storia e a un’identità culturale. Nel presente lavoro saranno tratteggiati gli aspetti storici e macro-sociolinguistici che caratterizzano l’area galloromanza italiana (Valle d’Aosta e Piemonte occidentale). Ne verranno in particolare presentate le strutture repertoriali e discusso il ruolo del francese e delle altre varietà locali nel contesto religioso, caratterizzato dalla presenza storica di due diverse confessioni cristiane (cattolica e evangelica valdese). Infine saranno discusse le scelte linguistiche e religiose operate nei diversi contesti, in una prospettiva tesa ad evidenziare le implicazioni identitarie.
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