Dissertations / Theses on the topic 'Varietà di Italiano'

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Pellegrini, Chiara. "El final del camino: proposta di sottotitolaggio in italiano di una serie storica spagnola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15087/.

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Abstract:
La presente tesi consiste nella proposta di sottotitolaggio verso l’italiano del primo episodio della serie televisiva spagnola "El final del camino". È una serie appartenente al genere storico, ambientata in Spagna durante il medioevo, sotto il regno di Alfonso VI. È incentrata nelle vicende correlate alla costruzione della maestosa cattedrale di Santiago di Compostela che fa da sfondo al susseguirsi degli eventi. È un prodotto adatto per un progetto di tesi in quanto offre numerosi spunti di analisi, soprattutto da un punto di vista linguistico. L’idea di lavorare con questa tecnica di traduzione audiovisiva nasce da una forte passione per il sottotitolaggio, una tecnica affascinante e particolare che permette al pubblico di avvicinarsi alla cultura di origine, ad un mondo lontano e sconosciuto, dal momento che i sottotitoli non vanno a sostituire l’audio in lingua originale, ma questi due elementi coesistono. A livello strutturale, l’elaborato è suddiviso in quattro parti. Il primo capitolo introduce le serie televisive e si focalizza sul genere storico, di cui si evidenziano le peculiarità e il grande successo che tale genere ha riscosso negli ultimi anni, soprattutto in Spagna. Nel secondo capitolo viene illustrata nel dettaglio la serie "El final del camino", si presentano i personaggi principali e ci si concentra sulle tre varietà linguistiche presenti: diacronica, diatopica e diastratica. Il terzo è un capitolo teorico sulla tecnica del sottotitolaggio, dove si analizzano le caratteristiche principali, le convenzioni e i nuovi impieghi di tale pratica, come l’utilizzo nell’ambito dell’apprendimento di una lingua straniera. Infine, nel quarto capitolo si riporta il commento alla proposta di sottotitolaggio e si spiegano le principali problematiche e difficoltà incontrate durante la fase traduttiva, dal punto di vista tecnico e linguistico, e le strategie e soluzioni adottate, attraverso degli esempi pratici.
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2

Ferrero, Francesca <1997&gt. "Lo sviluppo dell'e-commerce di prodotti alimentari freschi La varietà di business model nel contesto italiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19902.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi di laurea è poter dare una visione completa ed esaustiva dello sviluppo e dell’impiego dell’e-commerce per la vendita di prodotti agro-alimentari in Italia, ponendo un accento sui freschi e freschissimi. A seguito di un’approfondita panoramica del settore alimentare e dell’individuazione dello stato dell’arte dell’e-commerce di tali prodotti, viene posta una riflessione su come il continuo diffondersi dell’utilizzo di Internet abbia cambiato radicalmente le abitudini dei consumatori riguardo al modo di vivere, di apprendere e persino di fare la spesa, e sovvertito le modalità con cui le imprese conducono il proprio business. A partire da questa trasformazione, la dissertazione possiede come fulcro della ricerca lo studio della varietà di business model presenti nel contesto italiano, identificando realtà che differiscono tra loro per alcune peculiarità proprie del modello di business adottato e che da qualche anno a questa parte si sono cimentate con discreto successo nella vendita tramite il canale online. Per arrivare a parlare di modello di business, prima vengono analizzate le leve del marketing mix legate al commercio elettronico dei prodotti agro-alimentari freschi e freschissimi che contribuiscono a offrire una nuova e diversa esperienza d’acquisto nell’era della digitalizzazione. In ultima analisi, viene attualizzato il tema prendendo in considerazione l’accelerazione che il Covid-19 ha portato a questo trend di settore, rappresentando un trampolino di lancio per le realtà decise ad accogliere un cambio di paradigma rispetto al mondo del food retail.
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3

MEREU, MYRIAM. "Lingue e varietà linguistiche nel “nuovo cinema sardo”. Analisi di quattro film “letterari”." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266400.

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Abstract:
The subject of this thesis is the analysis of the language spoken by the characters of four films adapted from contemporary Sardinian novels: Sergio Atzeni’s Il figlio di Bakunìn directed by Gianfranco Cabiddu (1997); Maria Giacobbe’s Arcipelaghi directed by Giovanni Columbu (2001); Giuseppe Fiori’s Sonetàula directed by Salvatore Mereu (2008); Sergio Atzeni’s Bellas mariposas directed by Salvatore Mereu (2012). The main feature of these films is the employ of the local idioms - the Barbaricino and Campidanese varieties of Sardinian - alongside popular and regional Italian. Throughout a comparative analysis between novels and film dialogues, the research aims to investigate the most significant language changes in the passage from the literary to the audiovisual medium. The linguistic study of the “new Sardinian cinema” is also stimulating to comprehend the directors’ increasing attention to the Sardinian local dialects and their broadcasting, transmission and conservation. Cinema is subject to entertainment and show business rules, according to the audience’s tastes and interests, but it also mirrors the social, linguistic and cultural reality of the country.
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4

Milani, Francesca. "Proposta di adattamento in italiano della serie Isabel. Analisi e doppiaggio della varietà diacronica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16093/.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi è la proposta di adattamento in italiano del primo episodio della serie spagnola Isabel, prodotta da Diagonal TV e trasmessa nella televisione spagnola sulla rete La1 dal 2012 al 2014. La serie tratta della vita della regina Isabella di Castiglia a partire dagli anni dell’infanzia sotto il regno del fratello, alla proclamazione a regina e infine alla morte. Il presente elaborato si compone di quattro capitoli. Nel primo capitolo, il lettore troverà una definizione di doppiaggio, la sua storia, le fasi che lo compongono, le norme a cui fare riferimento durante l’adattamento e le caratteristiche su cui porre attenzione durante l’adattamento di varietà diacroniche. Il secondo capitolo tratta della vita di Isabella di Castiglia, dei prodotti audiovisivi in cui appare il suo personaggio, oltre a un’analisi del genere storico all’interno delle serie televisive e una presentazione della serie Isabel e le sue caratteristiche. Nel terzo capitolo è presente un’analisi dello spagnolo del XV e XVI secolo, seguito da un’analisi dello spagnolo ricreato nella serie in esame, un’analisi dell’italiano medievale e infine dell’italiano ricreato in film e serie televisive italiane e doppiate in italiano. Il quarto e ultimo capitolo presenta una descrizione del processo di traduzione, adattamento e redazione del copione finale, seguito dall’analisi di alcuni esempi in cui è stato necessario effettuare modifiche dovute a diversi tipi di sincroni.
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5

Tarasi, Andrea. "Validità delle metriche ritmiche: un’analisi e verifica su alcune varietà d’italiano regionale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1919.

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Abstract:
2012 - 2013
Negli ultimi anni, lo studio del ritmo avviene tramite modelli definiti metriche ritmiche (cfr. Ramus et al. 1999, Grabe & Low 2002, Dellwo 2006, Bertinetto & Bertini 2008). La maggior parte degli studi sul ritmo sperimentano queste metriche su parlato letto. La sperimentazione delle metriche su corpora di parlato spontaneo e semi-spontaneo, però, mostra risultati che contrastano con quelli del parlato letto, cioè tali modelli rendono per questi tipi di parlato classificazioni ritmico-tipologiche differenti. Lo scopo di questa ricerca è verificare la capacità classificatoria di alcune metriche ritmiche (cfr. Ramus et al. 1999, Grabe & Low 2002, Dellwo 2006) su un corpus di parlato semi-spontaneo. Il corpus della ricerca è estratto da CLIPS (cfr. Albano Leoni 2006, Savy & Cutugno 2009) ed è composto da otto varietà di italiano regionale. Il parlato, come sopra accennato, è di tipo semi-spontaneo ed è stato acquisito attraverso le tecniche di elicitazione del map task e del test delle differenze. In letteratura, le metriche sopra citate sono sperimentate su unità linguistiche molto eterogenee tra loro per dimensione, struttura e parametri. Questa eterogeneità rappresenta un problema di non facile soluzione per gli studi sul ritmo. Allo scopo di risolvere tale problema, in questa ricerca si definisce un dominio per le analisi ritmiche che, insieme alla verifica della validità classificatoria delle metriche ritmiche, rappresenta un punto saliente della tesi di dottorato. La unità linguistica che in questa ricerca funge da dominio per le analisi ritmiche è la Unità Tonale (T-U). Dalla sperimentazione delle metriche sulle T-U del corpus emergono alcune problematiche che pongono in serio dubbio la utilità di questi modelli. Infatti, la maggior parte delle varietà di italiano che compongono il corpus della ricerca non vengono classificate nelle classi ritmiche tradizionali. La mancata classificazione della maggior parte delle varietà di italiano dipende dai parametri su cui le metriche fondano la classificazione delle lingue naturali: la durata e il numero dei segmenti vocalici. Nel parlato semi-spontaneo, tali parametri sono molto instabili perché, come dimostrano i risultati di questa ricerca, dipendono dai seguenti fattori: velocità di elocuzione, variabilità inter-parlatore e variabilità intra-parlatore. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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Ottaviani, Giulia. "L'italiano regionale oggi: analisi di una puntata della trasmissione televisiva "Uno Mattina in famiglia"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
L’italiano regionale può essere considerato una varietà diatopica della lingua italiana sviluppatasi gradualmente come compromesso tra la lingua locale (dialetto) e la lingua standard. Le politiche linguistiche dell’Italia postunitaria hanno influito sulla formazione di questa varietà, stigmatizzando per molti decenni l’uso del dialetto e imponendo la diffusione di una lingua nazionale. I mass media in un primo momento hanno seguito tale tendenza; tuttavia a partire dagli anni Settanta in ambito televisivo si è assistito a una generale ibridazione di generi e linguaggi che ha portato allo sdoganamento delle varietà regionali, percepite ora come una risorsa che arricchisce il repertorio linguistico dei parlanti. Nello studio è stata analizzata una puntata di un talk show nazionalpopolare, “Uno mattina in famiglia”. L’analisi, condotta sul piano fonetico, morfosintattico e lessicale, è stata finalizzata a comprendere se e in quali contesti ricorra l’uso di elementi linguistici connotati regionalmente e quale funzione svolgano. È emerso che l’italiano regionale è uno strumento funzionale all’avvicinamento del pubblico: in particolare, l’uso che il conduttore fa di regionalismi è in linea con le finalità di intrattenimento della trasmissione ed è volto ad accorciare le distanze tra sé e i telespettatori.
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Valentini, Barbara. "Proposta di adattamento in italiano del film Ocho apellidos vascos. Analisi e doppiaggio di alcune scene del film." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13813/.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di proporre delle strategie traduttive che si possano mettere in atto per un eventuale doppiaggio in italiano del film spagnolo "Ocho apellidos vascos" (2014), del regista Emilio Martínez Lázaro. In particolare, nella tesi vengono analizzate le possibili strategie traduttive relative all’adattamento delle varietà linguistiche e dei riferimenti culturali presenti nel film. Alcune delle possibili strategie verranno anche ricavate tramite le analisi dei film "Bienvenue chez les Ch'tis" (2008) e "Benvenuti al sud" (2010), che condividono una struttura base simile al film spagnolo, in quanto appartengono tutti e tre al filone dei film "nord VS sud". Le strategie scelte verranno poi utilizzate per elaborare una proposta di adattamento di otto scene del film spagnolo, di cui quattro saranno doppiate in una cabina di doppiaggio, per testare la qualità dell’adattamento.
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Spuria, Fiorenza. "Lo Straordinario mondo di Gumball- analisi della variazione linguistica e confronto tra versione originale inglese e doppiaggio italiano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17148/.

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Abstract:
Lo straordinario mondo di Gumball è una serie animata trasmessa su Cartoon Network a partire dal 2011. Tale serie in pochi anni ha raggiunto un grande successo nel target infantile e adolescenziale, per svariati motivi, come i dialoghi umoristici e il cast variegato. Ma al contempo, essa non è immune da problemi di doppiaggio, come molte altre serie per l'infanzia. Questa tesi è un'introduzione allo straordinario mondo di Gumball e della sua famiglia, invogliando, possibilmente, lo spettatore a visionare la serie, con occhio critico, ma anche divertendosi.
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BERTAZZINI, Michele. "Basi biochimico-molecolari della tolleranza a condizioni di stress osmo-salino in varietà italiane di riso." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389106.

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Agostini, Riccardo <1987&gt. "Daniele Del Giudice e "la varietà di tutto il resto". Ritratto di uno scrittore tra giornalismo, letteratura e impegno civile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19324.

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Abstract:
Questa tesi intende delineare un profilo generale della produzione di Daniele Del Giudice attraverso l’analisi e il confronto dei suoi diversi tavoli di lavoro. Per raggiungere lo scopo, si metteranno in evidenza i rapporti che intercorrono tra la sfera prettamente artistico-letteraria, composta dai suoi romanzi e racconti, e le sue numerose altre attività, parallele e complementari: il giornalismo, la saggistica, la critica letteraria e artistica, gli interventi di carattere socio politico, figli tutti di un impegno civile di altissimo livello che è il sottofondo costante dell'intera sua opera e della sua carriera di scrittore.
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Ritucci, Raffaella. "Bambine e ragazzi bilingui nelle classi multietniche di Torino." Doctoral thesis, Humboldt-Universität zu Berlin, 2018. http://dx.doi.org/10.18452/19485.

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Abstract:
Das Schulregister des Kultusministeriums MIUR verzeichnet, dass mehr als jede/r zehnte aller Schüler/innen in Italien keine italienische Staatsbürgerschaft hat, obwohl sie mehrheitlich dort geboren wurden. Zahlreiche Erhebungen weisen für sie im Vergleich zu den italienischen Mitschülern/innen geringere Italienischkenntnisse und weniger schulischen Erfolg auf. Innerhalb dieser explorativen Feldforschung haben Einzelinterviews mit 121 Schülern/innen (5.-8. Klasse) in Turiner Schulen und mit 26 Eltern, sowie die Auswertung von 141 an 27 Italienisch- und Herkunftsprachlehrer/innen verteilten Fragebögen ergeben, dass viele Schüler/innen "zweisprachige Natives" sind, da sie mit Italienisch und einer anderen Sprache aufwachsen. Dieser Polyglottismus, den die Interviewten sehr positiv bewerteten, findet jedoch in der Schulpraxis keine Entsprechung: Gezielte Förderung im Italienischen und der Unterricht der Familiensprache sind meist Wunschdenken. In der Kohorte haben die Schüler/innen mit den besten Italienischkenntnissen einen italophonen Elternteil bzw. kamen im Vorschulalter nach Italien und besuchten dort den Kindergarten. Dagegen sind, wie auch bei den INVALSI-Tests, die in Italien geborenen und die dann die Krippe besuchten, leicht benachteiligt. Was die Familiensprache angeht, verbessert ihr Erlernen die Kompetenzen darin, ohne dem Italienischen zu schaden: Im Gegenteil. Diese Ergebnisse bestätigen die wichtige Rolle der "anderen" Sprache für einen gelungen Spracherwerb. Das MIUR sollte also sein Schulregister mit Sprachdaten ergänzen, um die Curricula im Sinn der EU-Vorgaben umzuschreiben und den sprachlich heterogenen Klassen gezielte Ressourcen und definierte Vorgehensweisen zur Verfügung zu stellen. Mit geringeren Mitteln, im Vergleich zu den jetzigen Kosten für Herunterstufung, Klassenwiederholung und Schulabbruch würde man Schulerfolg, Chancengerechtigkeit und Mehrsprachigkeit fördern, mit positiven Folgen für den Einzelnen sowie für die Volkswirtschaft.
The Italian Ministry of Education (MIUR) student register records that today in Italy more than one out of ten students is not an Italian citizen, although the majority of them were born there. Several statistical surveys indicate that "foreign" students, when compared to native students, show a poorer performance in Italian and in academic achievement. This exploratory fieldwork carried out in schools in Turin (5th to 8th grade) analyzed data obtained through semi-structured interviews with 121 students and 26 parents as well as 141 questionnaires filled in by 27 teachers of Italian and family language. It showed that many students are "bilingual natives", as they grow up acquiring both Italian and another language; however, despite the fact that the interviewees rate polyglottism positively, schools don't usually offer targeted support in either language. Within the cohort the broadest range of competences in Italian are found first among those with an Italian-speaking parent, then among those who arrived in Italy at pre-school age attending kindergarten there; this latter group shows higher competences than those born in Italy attending nursery there, as also in the INVALSI tests. As far as family language is concerned, data illustrate that its teaching increases its competences without affecting those in Italian: quite the opposite in fact. These results confirm the remarkable role played by the "other" language in successful language education. MIUR is therefore called upon to include also linguistic data in its student register, so as to redefine its curricula according to EU Guidelines, and to identify specific procedures and resources for multilingual classes. This new policy would reduce the current cost of placing students in a lower grade, grade retention and drop-outs, and would promote school success, equal opportunities and multilingualism, with positive consequences both for the individuals and for the national economy.
L'anagrafe studenti del MIUR registra come oggi in Italia più di uno studente su dieci non è cittadino italiano, pur essendo la maggioranza di loro nata in questo paese. Numerose indagini statistiche mostrano come gli allievi "stranieri" presentino, rispetto a quelli italiani, ridotte competenze in italiano e minore successo scolastico. Questa ricerca esplorativa svolta in alcune scuole di Torino (V elementare-III media) ha analizzato dati ottenuti tramite interviste semi-strutturate a 121 studenti e 26 genitori e 141 questionari compilati da 27 insegnanti di italiano e di lingua di famiglia. Da essa è emerso che molti studenti sono "nativi bilingui", poiché crescono usando l'italiano e un'altra lingua. Questo poliglottismo, valutato dagli intervistati assai positivamente, non si rispecchia però nella prassi scolastica: un supporto mirato in italiano e l'insegnamento della lingua di famiglia sono di regola una chimera. All'interno del campione le più ampie competenze in italiano si trovano fra chi ha un genitore italofono e chi è arrivato in Italia in età prescolare frequentandovi la scuola materna; come constatato anche nei test INVALSI, chi è nato in Italia e vi ha frequentato l'asilo nido è leggermente svantaggiato. Rispetto alla lingua di famiglia risulta che il suo studio porta a migliori competenze in essa, senza nuocere all'italiano: anzi. Emerge quindi il ruolo significativo della lingua "altra" per un'educazione linguistica efficace. L'invito al MIUR è quindi di integrare la propria anagrafe con dati linguistici, così da ridefinire i propri curricula secondo le Linee Guida Comunitarie, individuando procedure e risorse specifiche per le classi multilingui. Con un investimento ridotto, paragonato con il costo attuale dato da retrocessioni, ripetenze e abbandono scolastico, si riuscirebbe a sostenere il successo scolastico, le pari opportunità e il plurilinguismo, con conseguenze positive per i singoli e per l'economia nazionale.
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MELO, ORTIZ DORA INES. "STUDIO DI ADATTABILITA' COLTURALE DELLA QUINOA (CHENOPODIUM QUINOA WILD) IN ITALIA SETTENTRIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35878.

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Abstract:
Nell’ambito della ricerca di colture alternative e di alimenti ad alto valore nutrizionale, presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili, si è svolta un’attività di ricerca sull’adattabilità della quinoa in Italia Settentrionale. La sperimentazione è durata tre anni ed ha preso in considerazione areali pedo-climatici di pianura e di collina. Il primo obiettivo era quello d’identificare le varietà di quinoa più adatte alle condizioni ambientali del Nord Italia, e come secondo obiettivo individuare la tecnica di coltivazione appropriata per gli agrosistemi intensivi; come terzo obiettivo contribuire al miglioramento della tecnica di coltivazione della quinoa nei Paesi emergenti (Colombia). In Italia settentrionale le attività di ricerca sono iniziate nel 2014 con un confronto varietale di 24 ecotipi di quinoa. Per il ciclo colturale 2015, sono state scelte le migliori 11 cultivar delle prove precedenti, insieme ad altre 5 nuove cultivar. Per quanto riguarda invece il 2016, le prove sono state divise in due: 1. Due prove riguardanti alla scelta varietale 2. Una prova con lo scopo di studiare la risposta produttiva della quinoa alla fertilizzazione azotata. Per quanta riguarda la sperimentazione nei Paesi in Via di sviluppo sono state allestite due prove agronomiche nel dipartimento di Boyacà (Colombia).
With the aim of finding alternative crops and foods high in nutrients, at the Department of Sustainable Crop Production (DI.PRO.VE.S.), a research on the adaptability of quinoa in Northern Italy was carried out. This activity has continued for three years both in the plain and in the hills. The first aim of this work was to identify quinoa varieties most suitable for Northern Italy environmental conditions and as a second purpose to identify the appropriate cultivation technique to adopt the quinoa crop in the sustainable intensive farming systems; the third aim was to contribute to the improvement of quinoa cultivation technique in emerging countries (Colombia). In Northern Italy the research activities began in 2014 with a varietal comparison of 24 quinoa ecotypes. During 2015 crop cycle, the best 11 varieties out of the previous trials were selected, together with 5 new cultivars. In the third year (2016), the trials were divided into: 1. Regarding the varietal screening, two different trials 2. In order to study the response of quinoa to nitrogen fertilization, a trial a split-plot trial was arranged. Furthermore, regarding the research in the developing countries, two agronomic trials were established in the Department of Boyacà (Colombia).
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MELO, ORTIZ DORA INES. "STUDIO DI ADATTABILITA' COLTURALE DELLA QUINOA (CHENOPODIUM QUINOA WILD) IN ITALIA SETTENTRIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35878.

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Abstract:
Nell’ambito della ricerca di colture alternative e di alimenti ad alto valore nutrizionale, presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili, si è svolta un’attività di ricerca sull’adattabilità della quinoa in Italia Settentrionale. La sperimentazione è durata tre anni ed ha preso in considerazione areali pedo-climatici di pianura e di collina. Il primo obiettivo era quello d’identificare le varietà di quinoa più adatte alle condizioni ambientali del Nord Italia, e come secondo obiettivo individuare la tecnica di coltivazione appropriata per gli agrosistemi intensivi; come terzo obiettivo contribuire al miglioramento della tecnica di coltivazione della quinoa nei Paesi emergenti (Colombia). In Italia settentrionale le attività di ricerca sono iniziate nel 2014 con un confronto varietale di 24 ecotipi di quinoa. Per il ciclo colturale 2015, sono state scelte le migliori 11 cultivar delle prove precedenti, insieme ad altre 5 nuove cultivar. Per quanto riguarda invece il 2016, le prove sono state divise in due: 1. Due prove riguardanti alla scelta varietale 2. Una prova con lo scopo di studiare la risposta produttiva della quinoa alla fertilizzazione azotata. Per quanta riguarda la sperimentazione nei Paesi in Via di sviluppo sono state allestite due prove agronomiche nel dipartimento di Boyacà (Colombia).
With the aim of finding alternative crops and foods high in nutrients, at the Department of Sustainable Crop Production (DI.PRO.VE.S.), a research on the adaptability of quinoa in Northern Italy was carried out. This activity has continued for three years both in the plain and in the hills. The first aim of this work was to identify quinoa varieties most suitable for Northern Italy environmental conditions and as a second purpose to identify the appropriate cultivation technique to adopt the quinoa crop in the sustainable intensive farming systems; the third aim was to contribute to the improvement of quinoa cultivation technique in emerging countries (Colombia). In Northern Italy the research activities began in 2014 with a varietal comparison of 24 quinoa ecotypes. During 2015 crop cycle, the best 11 varieties out of the previous trials were selected, together with 5 new cultivars. In the third year (2016), the trials were divided into: 1. Regarding the varietal screening, two different trials 2. In order to study the response of quinoa to nitrogen fertilization, a trial a split-plot trial was arranged. Furthermore, regarding the research in the developing countries, two agronomic trials were established in the Department of Boyacà (Colombia).
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ALILI, IMER. "L’insegnamento della lingua, letteratura e cultura italiana all’estero: l’esperienza nella Repubblica di Macedonia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/189882.

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Abstract:
Teaching italian language, literature and culture abroad: the experience in the Republic of Macedonia (FYROM) by Imer ALILI. // In this dissertation we wanted to summarize, briefly, an empirical and analytical study on the current state of general education and the teaching tools available to teachers of all levels of teaching, to move us forward in the direction of a possible revision and rebuilding the educational system, like the humanistic values of which the various disciplines should be impregnated to comprehend the current conditions of reality evolved in this digital age, now on a global scale. It would be desirable to look at the past, not as it has been addressed so far, but by taking on a cautious and calm ratio, aimed at an enriching perspective in the public education system, which can be achieved by overcoming the innate and primordial tendency to refute a priori others’ theses without first considering them and examining the possibilities for their concretization. For the future of new generations, we should not avoid to convey those basic concepts on which we have been forged, but, instead, be willing to draw on the past with venerable approval, if nothing else, for the experience accumulated by our predecessors. And, for that past-present-future time-frame, the art of teaching - aligned with a necessary empathic remark - has the ultimate goal of an indispensable mission that pedagogues will have to be able to reproduce, based on the objective of reconsidering - for an appropriate, targeted and attentive training - the human-nature relationship, as an inseparable dualism belonging to all humanity, richness in diversity, to redress a serious and fruitful reflection on our future as well as an attempt to mitigate the anxieties and uncertainties dominating these actual times.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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