Academic literature on the topic 'Variazione Seconda'

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Journal articles on the topic "Variazione Seconda"

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Meli, Mariarita, and Eugenia Taranto. "Problemi con variazione ed equazione figurale: strumenti della didattica cinese trasposti in una scuola primaria italiana." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 11 (May 18, 2022): 95–120. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.5.

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Abstract:
In questo lavoro viene mostrata la possibilità di sviluppare un approccio al pensiero pre-algebrico con alunni della scuola primaria che presti maggiore attenzione alle caratteristiche strutturali dei problemi additivi rispetto a quelle numeriche. In particolare, illustrando una sperimentazione condotta con allievi di una classe seconda primaria, si mira a mostrare come può concretizzarsi una trasposizione di strumenti didattici propri della didattica cinese – i problemi con variazione e l’equazione figurale – nel contesto italiano della scuola primaria. Si rileva come, a partire dal testo di un problema e dalla rappresentazione grafica dei suoi dati, i bambini sono in grado di comprendere e, a loro volta, costruire variazioni del problema di partenza, esplorando le potenzialità legate alla struttura della variazione stessa. I bambini sono così portati a sviluppare competenze d’uso di strutture di risoluzione di tipo pre-algebrico, spostando l’attenzione dal piano procedurale a quello relazionale.
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Beltramello, A., G. Viola, A. Borsato, G. Tassinari, D. Campara, R. Cerini, M. Pregarz, G. Puppini, and A. G. Bricolo. "Risonanza magnetica funzionale encefalica Razionale della metodica ed esperienze applicative su magnete per uso clinico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 345–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800303.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) si sta di recente affermando come nuova metodica di indagine del «cervello al lavoro», occupando progressivamente un suo spazio nell'armamentario strumentale a disposizione dei Neurofisiologi per poter investigare la localizzazione e le inter-connessioni di differenti aree encefaliche funzionalmente coinvolte nella esecuzione di varie performance. L'fMRI indaga le modificazioni di segnale del tessuto encefalico indotte dalle variazioni perfusionali e di ossigenazione che si verificano nella sostanza grigia durante differenti stati funzionali (riposo/attività). Tali modificazioni sono rivelate con RM grazie alle variazioni che il transito nel letto vascolare encefalico di una sostanza para-magnetica è in grado di indurre sul rilassamento trasversale T2 degli spin protonici tissutali in prossimità dei capillari e mediante l'impiego di sequenze GE T2*-pesate. Due principali tecniche di studio sono state utilizzate: la prima, più complessa, richiede l'iniezione di un bolo di Gadolinio ed il monitoraggio, mediante sequenze eco-planari, del suo primo passaggio nel letto capillare encefalico; la seconda, realizzabile anche con magneti per uso clinico, utilizza come mdc para-magnetico endogeno la desossi-emoglobina e registra le variazioni di ossigenazione ematica correlate allo stato di attività corticale (tecnica BOLDc — Blood Oxygenation Level Dependent contrast). La nostra esperienza è stata effettuata con un magnete superconduttivo da 1,5 T, adottando la tecnica BOLDc e sequenze GE FLASH con TE lungo. Sono stati sottoposti ad indagine 19 volontari ed effettuati 11 studi di attivazione della corteccia motoria e 13 studi di attivazione della corteccia visiva. In 10 studi di attivazione motoria e 10 studi di attivazione visiva è stata osservata una buona o sod-disfacente variazione areale del segnale, localizzata nella regione corticale coinvolta dal paradigma di attivazione. Uno studio di attivazione motoria e 3 studi di attivazione visiva sono invece risultati insoddisfacenti, non essendosi riscontrata alcuna variazione di segnale o, quando presente, non essendo stato possibile attribuirla ad alcuna regione corticale di interesse. La RM, metodica che attualmente fornisce al Neuroradiologo le migliori informazioni anatomo-strutturali sul SNC, sta estendendo il suo campo di indagine, prima esclusivo appannaggio della Medicina Nucleare, ad alcuni aspetti delle funzioni cerebrali, avvantaggiandosi, rispetto alla SPET ed alla PET, in qualità delle sue prerogative di più elevata risoluzione spaziale e temporale, di assoluta innocuità, di rapida integrazione delle immagini funzionali con quelle anatomiche e di minori costi.
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Hall, Robert A. "Arbitrarieta'e imprecisione nel linguaggio." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 25–29. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.25-29.

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Abstract:
In queste citazioni si rispecchiano gli estremi di due punti di vista opposti con­ cernenti il rapporto tra illinguaggio e Ia realtà non linguistica. L'approccio di colo­ roche, come Diodoro e Roger Price, credono che le forme linguistiche abbiano si­ gnificati precisi e inalterabili, si definisce normalmente "convenzionalistico", giac­ che si presume che I 'uso del linguaggio segue regole e convenzioni che permettono poca o nessuna variazione. Dei due approcci, questo è più vecchio ed è alia base del­ le prescrizioni della grammatica e della lessicografia accademiche. L'opinione del grammatico stoico Crisippo, secondo Ia quale ogni fenomeno linguistico sarebbe polisemico, è assai meno diffusa tra gli studiosi dellinguaggio. Gli estremisti di que­ sta scuola sostengono che nessuna manifestazione dellinguaggio abbia un significa­ to preciso o un rapporto qualsiasi con il mondo reale e che, per conseguenza, illin­ guaggio si riferisca unicamente a sé stesso. Questa dottrina ha le sue radici nello "scetticismo radicale concernente illinguaggio" espresso da John Locke nel suo Es­ say Concerning Humane Understanding del 1690, ed è stata esumata nella seconda meta del Novecento dal gruppo parigino dei Telqueliens come Jacques Derrida, Ro­ land Barthes, Julia Kristeva e i loro seguaci.
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Faini, Daniela. "La seconda oralitÀ e gli adolescenti Alcuni nuovi paradigmi teorici e didattici." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 43 (June 2012): 33–40. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043004.

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Abstract:
L'articolo prende spunto dall'evoluzione di alcuni paradigmi teorici legati alla proposta di Walter J. Ong relativi alle variazioni delle modalitÀ di pensiero e delle fasi dell'apprendimento nel passaggio a una cultura della seconda oralitÀ. Si propongono alcuni esempi delle variazioni degli stili attentivi e delle abilitÀ mnestiche negli adolescenti che frequentano assiduamente ed esclusivamente le nuove tecnologie rappresentate dai videogame e da Internet. Infine si offrono esempi di nuove modalitÀ didattiche e approcci educativi innovativi che prendono in considerazione le variazioni delle intelligenze dei nativi digitali, con particolare riferimento all'esperienza del progetto LARA e a quella dell'applicazione del metodo Feuerstein.
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Trinchieri, Alberto. "Riscaldamento globale e rischio di calcolosi renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (May 23, 2014): 119–22. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.877.

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Abstract:
Numerosi studi hanno dimostrato il possibile ruolo della temperatura ambientale e del clima nella patogenesi della calcolosi urinaria. Il rischio di calcolosi è fortemente aumentato dalla disidratazione cronica associata al clima molto caldo, al lavoro all'aperto in aree tropicali o al servizio militare in aree desertiche. La variazione stagionale dell'incidenza delle coliche renali è stata descritta frequentemente, anche se non in modo unanime, ed è stata più volte dimostrata un'associazione positiva delle manifestazioni acute della calcolosi con la temperatura media ambientale e le ore di irraggiamento solare, anche se non con il tasso di umidità. La diuresi, il pH delle urine e l'escrezione urinaria di sodio sono significativamente più bassi nei mesi estivi, con il conseguente aumento dei valori di saturazione urinaria per l'acido urico e l'ossalato di calcio (soprattutto nel sesso maschile). Oltre alle variazioni climatiche stagionali, sono riscontrabili variazioni storiche delle temperature sulla superficie terrestre. Esistono stime abbastanza affidabili delle temperature della superficie terrestre per gli ultimi 12.000 anni, che hanno fatto seguito all'ultima glaciazione. Sono stati osservati periodi più caldi o più freddi, tuttavia le temperature medie della superficie terrestre negli ultimi 25 anni sono state superiori a quelle rilevate nell'ultimo millennio. Questa tendenza climatica, chiamata “riscaldamento globale” sembra essere correlabile alle emissioni dell'attività umana, che creano il cosiddetto “effetto serra”. Si ritiene che, nel 21° secolo, assisteremo a un ulteriore incremento della temperatura media di 2°C o più. Uno dei possibili effetti secondari del “global warming” potrebbe essere un incremento della prevalenza della nefrolitiasi, che si stima, con modelli di calcolo matematico computerizzato, che potrebbe arrivare sino al 10% in più.
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Mair, Peter. "IL DESTINO DEI PICCOLI PARTITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 467–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008662.

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Abstract:
IntroduzioneNella abbondante letteratura che prefigura una crisi delle convenzionali forme di politica nelle democrazie dell'Europa occidentale un'enfasi speciale è stata posta sulla presunta sfida rivolta ai più tradizionali e consolidati partiti di massa. La stessa politica tradizionale è vista come passè ed i grandi partiti di massa, che ne rappresentano la più classica incarnazione, sono ritenuti — a torto o a ragione — strumenti sempre più inadeguati all'incanalamento delle forme contemporanee della rappresentanza.La vulnerabilità dei partiti di massa tradizionali pare derivare da due distinti processi. In primo luogo questi partiti sono ritenuti vulnerabili in termini ideologici e di politiche, in quanto rifletterebbero temi e problemi che corrispondono sempre meno agli interessi contemporanei. In secondo luogo, sono visti come vulnerabili sotto il profilo organizzativo, in quanto cittadini più istruiti, articolati e informati non sarebbero più soddisfatti della passività e/o anonimità che caratterizza la partecipazione in questo tipo di partiti e della natura essenzialmente oligarchica attraverso la quale si ritiene venga esercitato il loro controllo. Seguendo con varie intonazioni entrambe queste linee di ragionamento, gran parte della letteratura contemporanea pone conseguentemente l'accen to sulla erosione dei partiti tradizionali e suggerisce un potenziale riallineamento a favore di partiti più recenti e più piccoli, che appaiono allo stesso tempo più sensibili verso le nuove issues e più aperti verso nuove forme di partecipazione. L'emergere di partiti ecologisti in un gran numero di democrazie europee è spesso citato come la prova più evidente della base di un tale riallineamento, ma evidenza dello stesso tipo può anche essere individuata per un gruppo più ampio di partiti che vanno dai Radicali italiani a D'66 nei Paesi Bassi e ai Socialisti di sinistra in Danimarca e Norvegia (Poguntke 1987).Tuttavia, è chiaro che ognuno di questi argomenti ha implicazioni alquanto diverse. Se, per esempio, quello corretto è il primo, allora il motore principale del cambiamento è il grado di insoddisfazione programmatica e se i partiti tradizionali si rivelassero incapaci di adattarsi dovremmo aspettarci che il riallineamento conseguente favorisca i nuovi partiti. Se invece è corretta la seconda ipotesi, allora il cambiamento principale deriva da insoddisfazione organizzativa e potrebbe risultarne un riallineamento a favore dei piccoli partiti. In realtà i due processi possono essere combinati solo nella misura in cui partiti nuovi tendono anche ad essere partiti piccoli e viceversa, un punto su cui dovremo tornare in seguito.L'importanza di distinguere tra partiti nuovi e partiti piccoli emerge anche al semplice livello di definizione. Mentre la definizione di cosa costituisca un «nuovo» partito (rispetto a un partito della «nuova politica») non sembra porre difficoltà molto superiori a quelle di stabilire una data di soglia temporale, la definizione di cosa sia un partito «piccolo» è molto più problematica. In quest'ultimo caso sono disponibili due strategie. In primo luogo possiamo definire la piccola dimensione in termini di nlevanza sistemica, o facendo ricorso ai criteri identificati da Sartori (1976, 121-25) oppure a criteri alternativi anch'essi basati sul ruolo sistemico dei partiti in questione (Smith 1987). Tuttavia, in questo caso si tende inevitabilmente a parlare di partiti rilevanti o irrilevanti piuttosto che di partiti piccoli o grandi per sè. La seconda alternativa è quella più ovvia, secondo cui piccoli e grandi partiti possono essere distinti sulla base della semplice dimensione, sia essa elettorale, parlamentare, organizzativa o altro. Di sicuro i piccoli partiti possono essere partiti rilevanti e quelliirrilevanti · possono essere piccoli. In ultima analisi, tuttavia, nel nostro caso «piccolo» si deve riferire alla dimensione piuttosto che al ruolo.Questo lavoro è parte di un più ampio progetto dedicato alla esperienza dei piccoli partiti nell'Europa occidentale ed altri contributi del progetto tratteranno il ruolo sistemico dei piccoli partiti, le varie soglie di rilevanza nella loro vita e le varie esperienze in un gran numero di diversi contesti nazionali (Mueller, Rommel e Pridham, in via di pubblicazione). L'obiettivo di questo lavoro è semplicemente quello di offrire un quadro di sintesi sull'universo elettorale dei piccoli partiti nell'Europa occidentale del dopoguerra. Attraverso questa analisi spero di mostrare il grado in cui le fortune elettorali di tali partiti sono cambiate nel tempo, di identificare quei paesi e quei periodi in cui tali cambiamenti sono stati più pronunciati e, in particolare, di identificare quali piccoli partiti ne sono stati coinvolti.Va inoltre aggiunto che si tratta di una analisi a carattere largamente induttivo: cercherò prima di definire cosa costituisca un piccolo partito e in seguito di investigare le modalità e le spiegazioni del cambiamento nel sostegno elettorale aggregato di questi partiti. Intuitivamente si ha la sensazione che il sostegno elettorale dei piccoli partiti sia aumentato negli anni del dopoguerra. Per esempio, la recente nascita di piccoli partiti ecologici, così come le numerose analisi che suggeriscono un declino dei cleavages tradizionali di classe e religione e la crisi concomitante affrontata da quei partiti tradizionali e di grandi dimensioni che mobilitano il voto lungo queste linee di cleavage, sembrano implicare che i partiti di piccola taglia siano divenuti sempre più importanti con il tempo. Anche in questo caso, tuttavia, ci vuole cautela nel mettere in relazione prognosi di mutamento con una classificazione di partiti derivata dalla sola taglia. Non tutti i partiti piccoli sono partiti nuovi, né tantomeno partiti della «nuova politica», e molti si mobilitano elettoralmente in riferimento a linee di frattura molto tradizionali. Un esempio pertinente è quello del Partito popolare svedese in Finlandia. Inoltre, non tutti i nuovi partiti sono partiti piccoli, come evidenzia il successo elettorale della nuova Associazione Cristiano-democratica nei Paesi Bassi. Per la verità, si può anche dubitare che una categorizzazione dei partiti in soli termini di taglia abbia un significato teorico; ma questo è un problema diverso, sul quale torneremo in seguito.Nonostante questi caveat rimane incontestabile che una lettura non-critica della letteratura contemporanea suggerirebbe che vi è stato nel tempo un aumento di voti verso i piccoli partiti e questa ipotesi di partenza dirigerà la nostra analisi. Nella prossima sezione opereremo una classificazione dei partiti a seconda della loro taglia e, su questa base, una classificazione dei sistemi di partito a seconda della distribuzione dei diversi tipi di partiti. Successivamente analizzeremo la tendenza temporale del sostegno elettorale ai piccoli partiti e cercheremo di offrire alcune spiegazioni per la variazione di queste tendenze. Infine, esamineremo in che modo il voto per i piccoli partiti si distribuisce nelle diverse famiglie politico-ideologiche e studiere-mo l'andamento elettorale dei diversi sottogruppi di piccoli partiti, inclusi i «nuovi» piccoli partiti e i «vecchi» piccoli partiti.
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Bartolozzi, C., M. Olmastroni, and G. Dal Pozzo. "La risonanza magnetica nella patologia discale." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 1_suppl (February 1989): 35–41. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s107.

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Abstract:
La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni. Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose. Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico. Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale.
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Baiardi, Donatella, and Carluccio Bianchi. "Come misurare l'evoluzione congiunturale a livello locale: Una proposta metodologica." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2012): 73–100. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002005.

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Abstract:
Questo lavoro propone un indicatore coincidente di attivitŕ economica ad alta frequenza, mediante l'utilizzo di un dynamic factor model costruito secondo l'approccio di Stock e Watson (1998a,b). Tale metodologia prevede l'applicazione dell'analisi delle componenti principali per sintetizzare le informazioni contenute in un ampio dataset di base in un numero limitato di fattori capaci di descrivere le alterne fasi cicliche. Attraverso l'algoritmo EM (Expectation Maximization) si č in grado di ricavare dai fattori costruiti una stima della variazione tendenziale del PIL regionale o del valore aggiunto provinciale. Lo studio č applicato alla regione Lombardia e alle province di Milano e Pavia.
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Dubet, François, Marie Duru-Bellat, and Antoine Vérétout. "Le diseguaglianze scolastiche a monte e a valle. Organizzazione scolastica e influenza dei titoli di studio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 50–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120004.

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Abstract:
Ovunque la scuola riproduce la disuguaglianza sociale risultando piů favorevole per gli studenti socialmente e culturalmente avvantaggiati. Tuttavia questa "legge" č troppo generica per spiegare le forti variazioni del livello di riproduzione sociale rilevata tramite confronti internazionali. Sulla base di tali indagini, il saggio illustra innanzitutto che tali variazioni non sono spiegate direttamente dalla portata delle disuguaglianze sociali, ma occorre fare riferimento ad altri due fattori. Il primo ha a che fare con l'organizzazione dei sistemi scolastici, la quale incrementa o attenua gli effetti della disuguaglianza sociale sulle disuguaglianze scolastiche. Il secondo si colloca a valle della scuola ed ha a che fare con l'intensitŕ dell'influenza dei titoli di studio sull'accesso alle diverse posizioni sociali; in tal senso si mostra che tanto piů tale influenza č forte, tanto piů sono marcate le diseguaglianze di istruzione e rigida la riproduzione delle diseguaglianze sociali. In definitiva č il ruolo assegnato alla scuola dalle varie societŕ che determina il livello della riproduzione sociale. A partire dalle risultanze dello studio illustrato, condotto su un campione di paesi, che analizza dati a livello aggregato sarebbe molto utile effettuare approfondimenti qualitativi complementari per comprendere come opera la riproduzione sociale.
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Montecchi, Leonardo. "Variazione del setting nella psicoterapia di gruppo dovute alla pandemia da covid19." Revista de Psicoterapia 33, no. 121 (March 1, 2022): 157–72. http://dx.doi.org/10.33898/rdp.v33i121.1129.

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Abstract:
Questo articolo si concentra sugli effetti prodotti dalla pandemia/ sindemia sul setting dei gruppi psicoterapeutici. Dopo avere descritto il concetto di gruppo e di gruppalita' intesa come stato di coscienza modificato e come vissuto intenzionale e non intenzionale, si sofferma sulle condizioni di passaggio dalla situazione di aggruppamento in cui la gruppalita non è cosciente di se, al gruppo in cui la gruppalita' prende coscienza. In oltre si mostrano le variabili indipendenti che favoriscono questo passaggio cioè il compito, lo spazio, il tempo e i ruoli/ funzioni. In conclusione vengono descritti gli effetti di cambiamento del setting dovuti alla pandemia, soprattutto in relazione allo spazio, in tre gruppi. Il primo si svolge nel Centro Osservazione e Diagnosi della comunità di Vallecchio, in provincia di Rimini. Il secondo è un gruppo di apprendimento. Il terzo e' un gruppo di psicoterapia.
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Dissertations / Theses on the topic "Variazione Seconda"

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PAPARINI, SILVIA. "Modelli Matematici per Cristalli Liquidi Cromonici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/362343.

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Abstract:
Questa tesi si occupa di una classe particolare di liotropici: i cristalli liquidi cromatici (CLCs). Essi in fase nematica godono della simmetria testa-coda, cioè sono materiali non chirali con una tendenza dei loro elementi costitutivi a raggrupparsi in modo da poter definire un direttore su scala mesoscopica che non ha polarità. Lo stato fondamentale dei cristalli liquidi nematici ordinari è raggiunto quando il direttore è uniforme nello spazio. Quando i CLCs sono confinati in capillari cilindrici con condizioni al contorno degeneri, si osserva che acquisiscono una configurazione non uniforme. In particolare, il loro stato fondamentale nel capillare cilindrico, spesso indicato come 'escaped twist' (ET), consiste in due configurazioni simmetriche di opposta chiralità, ognuna che si verifica con la stessa probabilità come ci si aspetta dalla mancanza di chiralità negli aggregati molecolari che costituiscono questi materiali. Nonostante la chiara indicazione che i CLCs nello spazio tridimensionale mostrano un comportamento diverso dai comuni cristalli liquidi nematici, la teoria di Oseen-Frank per i nematici è stata applicata per razionalizzare gli esperimenti con i capillari e quindi per determinare la configurazione dello stato fondamentale ET. Si tratta di una teoria variazionale che postula una densità di energia libera quadratica nel gradiente del direttore che penalizza tutte le distorsioni dall'allineamento uniforme. Classicamente vengono identificate quattro distorsioni, che corrispondono a quattro costanti elastiche indipendenti; si tratta delle costanti splay K_{11}, twist K_{22}, bend K_{33}, e saddle-splay K_{24}. Le disuguaglianze di Ericksen assicurano che la densità di energia di Frank sia positiva definita, e l'emergere spontaneo della chiralità non è concepibile quando sono valide. Così, la teoria elastica di Frank giustifica le configurazioni osservate dei CLCs sotto confinamento cilindrico solo se la disuguaglianza di Ericksen pertinente, K_{22}>=K_{24}, è violata, e quindi solo se l'energia libera funzionale di Frank è illimitata dal basso nello spazio euclideo 3D. Infatti, la configurazione che assumono è di equilibrio solo se questa disuguaglianza è violata. La forma alternativa della densità di energia libera di Oseen-Frank proposta da Selinger distribuisce il contributo del saddle-splay negli altri modi elastici. Così facendo, la torsione pura corrisponde qui alla costante elastica K_{22}-K_{24} (invece che solo K_{22} nella formulazione precedente) e viene chiamata double-twist, poiché non ha una direzione caratteristica nel piano perpendicolare al direttore. La negatività di (K_{22}-K_{24}) suggerisce che la configurazione di double-twist pura, la configurazione che eccita solo il modo double-twist, è lo stato fondamentale dei CLCs nello spazio 3D. Questo partciolare campo di direttori non appartiene a nessuna delle famiglie di direttori uniformi; è possibile solo lungo una curva 1D e produce frustrazione elastica se si richiede di occupare una particolare geometria con particolari condizioni al contorno. Estendere quindi il double twist a una regione tubolare introduce per necessità una trama non uniforme che risulta dalla combinazione di altri modi di deformazione fondamentali con il double-twist puro solo lungo l'asse del cilindro. Questa è esattamente la configurazione osservata sperimentalmente per i CLCs in capillari cilindrici soggetti a condizioni al contorno degeneri. Assumento che lo stato fondamentale dei CLCs è una caratteristica doppia torsione, diciamo che il cosiddetto stato fondamentale ET è in realtà uno `pseudo stato fondamentale', poiché è il risultato dell'estensione indotta dal confinamento della configurazione di double-twist, che inietta una frustrazione elastica nel sistema. Quali sono le problematiche dovute all'applicazione della teoria elastica di Frank ai CLCs? Perché abbiamo bisogno di una nuova teoria elastica?
This dissertation is concerned with a peculiar class of lyotropics: chromatic liquid crystals (CLCs). Chromonics in the nematic phase enjoy the head-tail symmetry, that is, they are non-chiral materials with a tendency for their constitutive to bundle together so that a director can be defined at a mesoscopic scale which lacks polarity. The ground state of ordinary nematic liquid crystals is attained when the director is uniform in space. When CLCs are confined in capillary cylinders with degenerate boundary conditions that would be compatible with the uniform alignment of the director along the cylinder's axis, they are observed to acquire a nonuniform arrangement instead. Expecially, their ground state in cylindrical capillary, often referred to as escaped twist (ET) ground state, is two-fold; it consists of two symmetric twisted configurations (left- and right-handed), each variant occurring with the same likelihood, as was to be expected from the lack of chirality in the molecular aggregates that constitute these materials. Despite the clear indication that CLCs in three-dimensional space exhibit a different behavior from common nematic liquid crystals, the Oseen-Frank theory for nematics has been applied to rationalize the experiments with capillary tubes and so to determine the configuration of the ET ground state. This is a variational theory which posits a free energy density quadratic in the director gradient that penalizes all distortions of the director away from the unifom alignment. Four basic distortions are classically identified, which correspond to four independent elastic constants; these are the splay K_{11}, twist K_{22}, bend K_{33}, and saddle-splay K_{24} constants, which have recently been re-interpreted in a new light by Selinger. Ericksen's inequalities ensure that Frank's energy density is positive definite, and the spontaneous emergence of chirality in the nematic texture is not conceivable when they hold. Thus, Frank's elastic theory justifies the observed configurations of CLCs under cylindrical confinement only if the relevant Ericksen's inequality, K_{22}>=K_{24}$, is violated, and so only if Frank's free energy functional is unbounded below in 3D Euclidean space. Ideed, the configuration they fall in is an equilibrium one only if this inequality is violated. The alternative form of the Oseen-Frank free energy density proposed by Selinger distributes the saddle-splay contribution in the other elastic modes. In so doing, the pure twist here corresponds to the elastic constant K_{22}-K_{24} (instead of only K_{22} in the previous formulation) and it is termed double twist, as it has no characteristic direction in the plane perpenditular to the director. The negativity of (K_{22}-K_{24}) suggests that the pure double-twisted configuration, the director configuration exiciting only the double twist mode, is the gound state of CLCs in 3D space. This peculiar director field belongs to neither of the families of uniform director; it is only possible along a 1D curve and produces elastic frustration if requested to occupy a particular geometry with particular boundary conditions. As a result, exending the ideal double twisted texture to a tubolar region introduces by necessity a non uniform texture which results from the combination of other fundamental deformation modes with pure double twist only along the axis of the cylinder. This is exatly the configuration experimentally observed for CLCs in cylidrical capillaries subject to degenerate boundary conditions. Taken for granted that the ground state of CLCs is a characteristic double-twist, we say that the so called escaped-twist ground state actually is a `pseudo-ground state' since it is the result of the confinement-induced extension of the pure double twist, which injects a elastic frustration in the system. What is wrong with the application of Frank's elastic theory to CLCs? Why do we need a new elastic theory for them?
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Abstract:
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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Books on the topic "Variazione Seconda"

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Variazioni sul tema d'amore nella letteratura francese del secondo Ottocento: Atti del seminario di studio di Malcesine : 23- 25 maggio 1996. Fasano (Brindisi): Schena, 1999.

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Book chapters on the topic "Variazione Seconda"

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"Introduction." In Nostalgia for the Future, edited by Angela Ida De Benedictis and Veniero Rizzardi, 1–22. University of California Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1525/california/9780520291195.003.0001.

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Abstract:
This introductory chapter describes the life and career of Luigi Nono (1924–1990). It also provides an overview of the present volume. Born on January 29, 1924, in Venice, Nono's education and musical apprenticeship took place during the crucial years of the Second World War and its immediate aftermath, in a family and intellectual milieu which were solidly middle class while being fundamentally hostile to fascism. In 1950, Nono approached his first orchestral composition, Variazioni canoniche sulla serie dell'op. 41 di Arnold Schönberg—Schoenberg's opus 41. During the 1960s and 1970s, political commitment, social conflict, denunciation, and the treatment of individual psychology always in relation to the collective drama became constants of Nono's production as the concept of engagement took on for him the value of a “moral imperative” (Jean-Paul Sartre) to match the aesthetic imperative.
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Lomiento, Liana. "Aesch. Eum. vv. 490-565: studio sull’epiploke e sulle variazioni metrico-ritmiche." In Antichistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-548-3/016.

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Abstract:
The examination of the second stasimon of Aeschylus’ Eumenides, with attention to the phenomenon of the epiploke and of the rhythmic variation in each of the four antistrophic pairs, allows us to formulate interesting reflections on the expressive value of the metric-rhythmic variations in the lyrical intonation.
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