Academic literature on the topic 'Valutazione Psicometrica'

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Journal articles on the topic "Valutazione Psicometrica"

1

Grazzani, Ilaria, Valeria Cavioni, Veronica Ornaghi, and Alessandro Pepe. "Il Test of Emotion Comprehension (TEC): per bambini dai 3 ai 10 anni proprietà psicometriche, punteggi di riferimento e utilizzo in ambito tipico e atipico." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2020): 907–27. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-003006.

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Abstract:
Il presente lavoro è finalizzato a fornire ulteriore robustezza psicometrica al Test of Emotion Comprehension (TEC), strumento standardizzato per valutare la comprensione delle emozioni in età prescolare e scolare. Lo studio esplora la struttura fattoriale e l'invarianza di genere e di età in un ampio campione di bambini del nord e del centro Italia (N = 1,478, M =755; F =723) tra i 3 e i 10 an-ni. Presenta, inoltre, nuovi punteggi normativi di riferimento con benchmark di sei mesi. L'analisi fattoriale confermativa verifica la struttura psicometrica originale del TEC. Si discutono le implicazioni del suo utilizzo nella valutazione di profili tipici e atipici, e nell'ambito della ricerca.
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2

Tesi, Alessio, and Antonio Aiello. "La valutazione del benessere organizzativo: lo "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)" nel framework teorico del modello "Job Demands-Resources"." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (June 2021): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002009.

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Abstract:
Il presente studio ha l'obiettivo di fornire evidenze circa la validità psicometrica dello "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)". Facendo rife-rimento al modello teorico job demands-resources (JD-R, Demerouti et al., 2001) lo strumen-to ha l'obiettivo di misurare il benessere organizzativo. I partecipanti allo studio (N = 754), provenienti da diversi contesti lavorativi, hanno risposto ad un questionario autodescrittivo contenente il SIVBO e altre scale di misura. L'analisi fattoriale esplorativa ha messo in eviden-za una soluzione fattoriale composta di un totale di 18 item, con quattro dimensioni denomina-te: richieste lavorative, risorse lavorative, risorse lavorative relazionali e risorse personali. L'analisi fattoriale confermativa ha comprovato che il modello a quattro fattori, con un fattore sovraordinato di secondo ordine, denominato benessere organizzativo, è quello che presenta un miglior adattamento ai dati. Gli indici di coerenza interna (alfa di Cronbach, rho di Spear-man e composite reliability) dello strumento sono risultati adeguati. Le analisi di correlazione e regressione hanno messo in evidenza che le scale del SIVBO risultano significativamente as-sociate a misure concorrenti e discriminanti. Il SIVBO si presenta come uno strumento dotato di proprietà psicometriche adeguate che, considerando anche la sua brevità, si candida a essere applicato agevolmente per la misurazione del benessere organizzativo in molteplici contesti lavorativi.
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3

Sisto, Alessandra, Maria Assunta Zanetti, Marco Bartolucci, and Federico Batini. "La validazione della versione italiana delle GRS-S (Pfeiffer-Jarosewich, 2003) - Scale di Valutazione della Plusdotazione (modulo per l'età scolare) - Dati Umbria 2019 - Università di Perugia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–49. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14577.

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Abstract:
La plusdotazione in Italia è un argomento ancora scarsamente affrontato. Nonostante il 5% circa della popolazione sia plusdotato, non esiste una formazione obbligatoria specifica per gli insegnanti, sebbene sia auspicabile un'individuazione precoce della plusdotazione. Tra gli strumenti più utilizzati a questo scopo, dopo il test del QI, troviamo le Gifted Rating Scales (GRS), ovvero le Scale di Valutazione della Plusdotazione, di Pfeiffer-Jarosewich (2003). Si tratta di uno strumento di screening diagnosticamente appropriato e concepito per essere utilizzato con semplicità ed efficacia dagli insegnanti. È disponibile in due versioni, GRS-P (fascia d'età prescolare 4-6 anni) e GRS-S (fascia d'età scolare 6-13 anni), tese a valutare la percezione dell'insegnante rispetto al livello di abilità dello studente in confronto ai pari, in differenti aree: abilità intellettiva, abilità accademica, talento artistico, creatività, motivazione e leadership (quest'ultima è presente soltanto nelle GRS-S). Data la loro elevata solidità psicometrica, sono state tradotte e validate in molte lingue. La validazione della versione italiana delle GRS-S è stata avviata da uno studio di Beretta-Zanetti su un campione di 449 soggetti, provenienti dalla Lombardia, cui si sono aggiunti successivamente altri 142 soggetti provenienti da Roma. Nel presente lavoro, che si inserisce nel medesimo filone, sono state somministrate le GRS-S, dopo opportuna formazione degli insegnanti, ad un campione di 204 bambini tra i 6 ed i 14 anni provenienti dal Centro Italia (Regione Umbria), ampliando quindi la numerosità del campione proveniente dall'Italia centrale. Sono state quindi indagate le seguenti proprietà: asimmetria, curtosi, affettività e correlazione item-totale corretta. La coerenza interna delle scale è stata valutata attraverso il coefficiente alfa di Cronbach e l'errore standard di misurazione. La validità è stata analizzata mediante correlazione tra scale e attraverso un'analisi fattoriale esplorativa. I risultati hanno mostrato adeguate proprietà psicometriche ed una consistenza interna soddisfacente, tuttavia sono emerse criticità (valori molto elevati dell'indice alfa di Cronbach e soluzione a 5 fattori nell'analisi fattoriale esplorativa) che sono state ampiamente discusse e per le quali sono state avanzate alcune ipotesi (ad esempio ridondanza di item e bias interpretativo degli insegnanti) pur considerando la scarsa ampiezza campionaria di questa ricerca e riconoscendo il valore degli studi sul medesimo strumento che l'hanno preceduta. Si conferma pertanto la attendibilità della versione italiana delle GRS-S, tuttavia, per maggiore completezza dei dati ed omogeneità del campione, si segnala la necessità di rilevare dati da un campione più ampio, auspicabilmente proveniente dalle scuole del Sud Italia.
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4

Giorgi, Gabriele, Edgar Breso, and Shoss Mindy Krischer. "Testing a short version of the Bar-On Emotional Quotient Inventory: An Italian Study." RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 231–48. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002007.

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Abstract:
Negli ultimi anni il costrutto di intelligenza emotiva ha attratto particolare interesse nel panorama scientifico. Sono inoltre stati sviluppati metodi diversi di valutazione dei va- riegati aspetti riguardanti l'intelligenza emotiva. Lo scopo di questo lavoro č quello di analizzare le caratteristiche psicometriche del Bar-On Emotional Quotient Inventory: Short (Bar-On Eq-i:S; Bar-On, 2002) mettendone in luce l'attendibilitŕ e validitŕ nella versione italiana. I risultati emersi consentono di concludere che lo strumento in esame possiede proprietŕ psicometriche accettabili.
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5

Baker, Amy J. L. "La valutazione del maltrattamento psicologico: proprietà psicometriche della Psychological Maltreatment Measure - Versione italiana." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2014): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/mal2014-001004.

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6

Di Nuovo, Santo. "Metodi di valutazione dell'abuso sessuale sui minori: č ammissibile, ed č utile, il testing psicometrico?" MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (June 2009): 33–46. http://dx.doi.org/10.3280/mal2009-002004.

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Abstract:
- The article focuses the strongly criticized use of psychometric tests in the evaluation of children sexual abuse. The use of inventories and projective techniques as Rorschach, thematic and design-based tests, is useful to assess the psychic consequences after the abuse and to plan a therapeutic intervention. But the reliability and the discriminant validity of the indicators derived from the tests are reduced when the aim of the assessment is to search for signs of an hypothesized abuse. Results of empirical studies regarding these issues are reported, suggesting that a proper use of psychometric tests in juridical settings requests interpretive caution.Key words: sexual abuse, assessment, psychometric tests, projective techniques.Parole chiave: abuso sessuale, assessment, test psicometrici, tecniche proiettive.
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7

Lora, Antonio, Gabriella Baj, Emiliano Monzani, Barbara Panetta, and Daniele Von Morghen. "Capitolo 2: Strumenti della ricerca." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 8–14. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000198.

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Abstract:
La valutazione della gravità e dell'esito nei servizi clinici richiede strumenti specifici, che, oltre a possedere le classiche proprietà psicometriche (riproducibilità, validità, sensibilità al cambiamento, ecc.), siano anche applicabili, cioè brevi, semplici da usare e accettabili. La scala HoNOS rappresenta uno dei primi strumenti di valutazione, sviluppati in modo specifico per essere utilizzati routinariamente nei servizi di salute mentale.Nel 1993 la Research Unit del Royal College of Psychiatrists (CRU) venne incaricata dal Ministero della Sanità inglese di sviluppare uno strumento in grado di monitorare il raggiungimento degli obiettivi, individuati nel campo della salute mentale dal libro bianco governativo “The Health of The Nation“ (uno di questi era, ad esempio, il miglioramento del funzionamento sociale nei pazienti psichiatrici). Lo strumento avrebbe dovuto essere utilizzato sia a fini gestionali che clinici. A livello gestionale avrebbe dovuto, ad esempio, quantificare l' “effectiveness” del servizio, mettendola in relazione con i costi, e monitorare gli accordi stretti tra erogatori ed acquirenti di servizi. Nell'ambito clinico avrebbe dovuto misurare la gravità del quadro psicopatologico e della situazione psicosociale degli utenti, valutare l'esito degli interventi e definire il carico degli operatori.
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Faraci, Palmira, and Giusy Danila Valenti. "Misurare le strategie di acculturazione in età adolescenziale: strumenti e metodi di indagine." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 501–44. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002004.

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Abstract:
A fronte dell'importanza cruciale di studiare le tematiche legate al processo di acculturazione, come fattore capace di influenzare il funzionamento psicologico e sociale dell'adolescente, poche e di non recente costruzione sono le misure sviluppate appositamente per tale fase dello sviluppo. Il presente contributo mira a fornire una rassegna degli strumenti di valutazione delle strategie di acculturazio-ne in età adolescenziale. Le scale di rilevazione allo stato dell'arte disponibili nel panorama della letteratura internazionale sono proposte attraverso una descrizione degli aspetti formali, delle proprietà psicometriche, dei punti di forza e degli elementi di criticità. Al fine di orientare la scelta tra le misure esistenti e indirizzare le future linee di ricerca verso la realizzazione di strumenti adeguatamente costruiti ad hoc, viene presentata una discussione in chiave metodologica sulle caratteristiche metrologiche da valorizzare.
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Zizolfi, Salvatore, Giovanni Santone, Gabriele Borsetti, and Giovanni de Girolamo. "6. La valutazione del funzionamento sociale negli ospiti delle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 77–84. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000101.

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Abstract:
Come accennato nella sezione sui metodi, il protocollo prevedeva una batteria di scale di eterovalutazione fra cui la versione italiana del Life Skills Profile (LSP) (Parker et al., 1991; Rosen et al., 1989), uno strumento di valutazione del funzionamento e delle disabilità dei pazienti con schizofrenia (ma non solo di questi: Trauer et al., 1995), ben validato da un punto di vista psicometrico anche nella traduzione italiana (Zizolfi, 1997). L'LSP viene compilato sulla base delle informazioni fornite da un operatore o da un informatore-chiave, relative al comportamento osservato negli ultimi tre mesi. Si compone di 39 items a scelta multipla con 4 opzioni di risposta, cui corrisponde un punteggio da 1 (estremo negativo, indicante un elevato livello di menomazione) a 4 (estremo positivo, indicante un basso o assente livello di menomazione). Permette di calcolare un punteggio totale (range: 39-156) e un punteggio per ciascuna delle cinque sottoscale indicate di seguito, individuate in base all'analisi del contenuto e a procedure di analisi fattoriale, che rinviano a dimensioni distinte del funzionamento dei pazienti nella vita di tutti i giorni (Rosen et al., 1989): (1) la Cura di sé (Self-care, 10 items); (2) la Non turbolenza (Non-turbulence, 12 items); (3) il Contatto Sociale (Socialization, 6 items); (4) la Comunicatività (Communication, 6 items); e (5) la Responsabilità (Responsibility, 5 items). Va sottolineato che le diverse sottoscale sono costituite da un numero differente di items, e per questo motivo il loro punteggio non è direttamente confrontabile, potendo il range di valori minimi-massimi variare per ciascuna di esse. Per una corretta interpretazione dei risultati va infine rimarcato che l'LSP chiede di valutare il funzionamento effettivo del paziente senza distinguere se il comportamento osservato sia il frutto di capacità autonome o di un intervento esterno qualsivoglia; pertanto un punteggio più elevato sta ad indicare maggiori competenze nell'area indagata, indipendentemente dal fatto che ciò sia ottenuto dal paziente sulla base delle proprie abilità e competenze o invece solo grazie ad un intervento assistenziale, come quelli effettuati nelle SR.
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Maniscalco, Margherita, Caterina Martorana, Barbara Caci, and Vicenza Muratore. "L’IMPORTANZA DEI PREREQUISITI E DELLO SCREENING PRECOCE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (July 15, 2016): 219. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n2.v1.337.

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Abstract:
Questo contributo si propone di sottolineare l’importanza di alcune competenze cognitive, detti prerequisiti, che sono implicate nell’acquisizione delle abilità di lettura e scrittura come ad esempio: la conoscenza dell’alfabeto; la consapevolezza fonologica; la denominazione rapida automatica (RAN); la memoria fonologica e la processazione visiva. Numerose ricerche, anche internazionali, mostrano l’importanza dell’esercizio di tali abilità all’interno della scuola dell’infanzia anche ai fini della prevenzione dello sviluppo di difficoltà di apprendimento e/o di veri e propri disturbi nella successiva carriera accademica del bambino. Inoltre, la realizzazione di interventi didattici mirati allo sviluppo di tali prerequisiti cognitivi favorisce l’incremento e/o il recupero delle strumentalità della lettoscrittura. In tale scenario, diviene fondamentale riflettere sulle modalità di screening precoce che è possibile attivare all’interno della scuola dell’infanzia e sui relativi strumenti di assessment che è possibile utilizzare. Di conseguenza, sono passati in rassegna alcuni dei principali strumenti psicometrici editi in Italia, dal 1999 ad oggi, per la valutazione dei prerequisiti delle abilità di letto-scrittura in allievi a partire dai 5 anni di età.
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Dissertations / Theses on the topic "Valutazione Psicometrica"

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BORGNIS, FRANCESCA. "EXECUTIVE-FUNCTIONS INNOVATIVE TOOL - EXIT 360: DEVELOPMENT AND VALIDATION OF A NEW 360-VIDEO INSTRUMENT FOR EXECUTIVE FUNCTIONS." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/134700.

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Abstract:
Questa tesi offre un'ampia panoramica dello sviluppo di EXecutive-functions Innovative Tool 360° (EXIT 360°), dalla sua progettazione alla validazione come strumento sensibile per la valutazione della funzionalità esecutiva (FE). Identificare strategie precoci per rilevare i deficit esecutivi appare una priorità, dal momento che la disfunzione esecutiva rappresenta un problema significativo a causa del suo impatto sulle attività quotidiane. Pertanto, abbiamo ideato e sviluppato EXIT 360°, un nuovo strumento che sfrutta la tecnologia 360° per una valutazione ecologicamente valida del FE. Si tratta di un nuovo compito fruibile tramite smartphone e visore per la realtà virtuale, in cui i partecipanti devono eseguire sette compiti giornalieri in ambienti domestici. Le tre principali proprietà psicometriche di EXIT 360° —usabilità, validità convergente e di costrutto— sono state il focus degli studi discussi in questa tesi. Gli studi sull'usabilità hanno dimostrato che EXIT 360º debba essere considerato uno strumento tecnologico semplice, usabile e facile da apprendere. Lo studio di validità convergente ha mostrato una correlazione tra i punteggi di EXIT 360° e i test standardizzati carta-e-matita per il FE. Infine, lo studio di validità di costrutto ha mostrato l'efficacia di EXIT 360° nel discriminare il gruppo patologico da quello di controllo, evidenziando una maggiore accuratezza diagnostica rispetto ai test tradizionali. Nel complesso, i risultati offrono una chiara evidenza che EXIT 360° debba essere visto come uno strumento valido e innovativo per una valutazione ecologicamente valida del FE, altamente utilizzabile per una diagnosi tempestiva e l’arruolamento precoce del paziente in una riabilitazione mirata.
This thesis offers a broad overview of EXecutive-functions Innovative Tool 360° (EXIT 360°) development from its concept to validation as a sensitive instrument for evaluating executive functionality (EF). Identifying early strategies to detect executive impairments appears a priority since executive dysfunction represents a significant health problem due to its high negative impact on daily activities. Therefore, we conceptualized and developed EXIT 360°, a new 360°-based instrument for an ecologically valid assessment of EF. It consists of a new task delivered via smartphone and a comfortable head-mounted display, where participants must perform seven everyday subtasks in 360° domestic environments. The three main psychometric properties of EXIT 360°—usability, convergent and construct validity—have been the focus of the studies discussed in this thesis. Usability studies involving patients and healthy subjects showed EXIT 360° is a straightforward, usable, and easy-to-learn technological instrument. Convergent validity study displayed a correlation between EXIT 36o° scores and standardized paper-and-pencil tests for EF. Finally, the construct validity study showed the effectiveness of EXIT 360° in discriminating between pathological and control groups with high precision, displaying its higher diagnostic accuracy compared to traditional tests. Overall, findings offer clear evidence that EXIT 360° must be seen as a valuable and innovative instrument for an ecologically valid evaluation of EF, highly usable for prompt diagnosis and early patient enrolment in focused rehabilitation.
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PRUNAS, ANTONIO. "La valutazione dei meccanismi di difesa in adolescenza mediante REM-71: proprietà psicometriche e relazione con indici di disagio psichico." Doctoral thesis, Università di Milano-Bicocca, 2006. http://hdl.handle.net/10281/18300.

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Abstract:
The assessment of defense mechanisms in adolescents through REM-71: psychometric properties and relationship with psychological distress Objective: The author reports the psychometric properties of the Italian version of the Response Evaluation Measure (REM-71; Steiner et al., 2001) a 71-item, self-administered instrument for the assessment of defense mechanisms in adults and adolescents. Method: The Italian version of REM-71 was obtained through back translations. The instrument was then administered to 1.090 nonclinical adolescents recruited voluntarily among high school students (Males: 60%, mean age: 16.09 ± 1.36; range: 13-20 years) and 178 non clinical adults (Males: 29%; mean age: 29.21 ±12.16; range: 21-68 years). All subjects filled in a simple screening measure covering demographic variables and satisfaction with life and a subgroup of the adolescent sample (N=745) also completed the Italian version of SCL-90-R. Results: The internal consistency of the questionnaire items was satisfactory. Three factors emerged from a factor analysis of the items. Single defenses and factors showed significant relations with scores on life satisfaction in various domains. Age and gender differences in defensive array were in line with those observed in the original version of the scale (Steiner et al., 2001). Immature defenses were significantly associated with psychological distress as assessed through SCL-90-R. Conclusions: The Italian version of REM-71 proved to be a reliable and useful screening instrument for the assessment of defenses in adults and adolescents.
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Tarozzi, Mariagiulia. "Il lattante a rischio di sviluppare una patologia neuromotoria: indagine qualitativa sugli strumenti di valutazione internazionali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21918/.

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Abstract:
Tipologia di studio: indagine qualitativa. Background: all’interno dell’azienda USL nei servizi territoriali di Neuropsichiatria Dell’infanzia e dell’Adolescenza è emersa la necessità di individuare uno strumento di valutazione per il bambino a rischio di sviluppare patologie neuromotorie. Il lattante a rischio è un soggetto vulnerabile con possibilità di presentare disfunzioni neurologiche e/o motorie. Il follow up rappresenta una nuova frontiera per questi bimbi, ma in Italia non è presente una modalità di valutazione omogenea. -Obiettivi: l’obiettivo dello studio è ricercare quale sia lo strumento per la valutazione del lattante a rischio più utilizzato sul territorio nazionale. Metodi: il modello per la realizzazione dello studio segue la checklist “Standards for Reporting Qualitative Research” (SRQR). Per la realizzazione del questionario somministrato ai fisioterapisti iscritti al GIS pediatrico AIFi è stato utilizzato Google Moduli. Le domande indagano in parte la carriera pregressa/esperienza del professionista e in parte la modalità di valutazione del lattante a rischio ed i relativi strumenti di valutazione. Risultati: dall’analisi dei dati è emerso come la maggior parte dei Fisioterapisti pediatrici non abbia conseguito Master specialistici e attualmente operi in ambulatori territoriali trattando casi prevalentemente neurologici. In molti si occupano di follow up affiancati ad altri professionisti sanitari. Lo strumento di valutazione per il quale è stata fatta più formazione e che viene maggiormente utilizzato in clinica è la scheda Brazelton. Solo pochi intervistati svolgono attività di ricerca clinica sul BSID. Conclusioni: alla luce dei risultati tratti dallo studio, sul territorio nazionale i Fisioterapisti prediligono uno strumento non validato, il modello Brazelton. Si richiama la necessità di uniformare questa modalità e introdurre scale oggettive per rendere omogenea la valutazione ed avere un metodo condiviso.
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LA, PAGLIA Filippo. "Valutazione delle funzioni esecutive in ambienti di Realtà Virtuale (RV): uno studio sui pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91051.

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Abstract:
Lo studio è volto a valutare l'affidabilità e la validità della Realtà Virtuale come strumento per la valutazione neuropsicologica dei pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo. Tale obiettivo è stato perseguito attraverso la somministrazione della batteria neuropsicologica e la versione virtuale del Multiple Errand Test (V-MET), sviluppato tramite il software NeuroVR, al fine di valutare le funzioni esecutive e la capacità di pianificazione su compiti complessi in pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e in soggetti sani. Le performance esaminate, in particolar modo il tempo, l’accuratezza e gli errori nell’esecuzione dei compiti ed il numero delle inefficienze sembrano essere validi criteri per evidenziare le differenze delle capacità cognitive tra i pazienti e i soggetti sani. I risultati evidenziano nei pazienti un basso livello di attenzione divisa, elevati livelli di errori, un alto range medio di inefficienze, molti errori di interpretazione, violazioni delle regole e molto tempo nell'esecuzione dei compiti. I soggetti sani, invece, mostrano un elevato livello di efficienza e migliori prestazioni. Inoltre, le significative correlazioni trovate tra il V-MET e la batteria neuropsicologica supportano la validità ecologica e la flessibilità dell’ambiente virtuale come strumento valutativo delle funzioni esecutive.
This study is aimed at evaluation the reliability and validity of the Virtual Reality as tool for the neuropsychological assessment in OCD patients. Was used neuropsychological battery and the virtual version of the Multiple Errand Test (V-MET)- developed using the NeuroVR software, in order to evaluate the executive functions, the ability to plan ahead on complex problem solving tasks in daily life in obsessive compulsive disorder (OCD) patients and healthy controls. The results showed the presence of difficulties of OCD patients: lower level of divided attention and higher levels of errors; higher mean rank of inefficiencies, interpretation failures and rule breaks and longer time of execution of the whole task. By contrast, controls have higher level of efficiency and better performance. In addition, significant correlation found between the V-MET and the neuropsychological battery confirm and support the ecological validity of neurocognitive assessment through NeuroVirtual Reality
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De, Chiusole Debora. "Sviluppo e Applicazioni di Modelli Formali per la Valutazione Adattiva della Conoscenza e dell'Apprendimento nell'Ambito della Knowledge Space Theory." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424002.

Full text
Abstract:
The five studies presented in this thesis have been carried out in the area of knowledge space theory (KST), a recent mathematical theory providing an important framework for the formal development of computerized web-based systems aimed at assessing individual knowledge and learning. The basic concept at the core of the entire theory is that of knowledge state, that is the set of problems that a student is able to solve, in a certain filed of knowledge. The collection of all knowledge states that occurs in a population of students is called the knowledge structure. A knowledge structure is a deterministic model of the organization of knowledge in a particular domain. Its empirical validation is possible by a probabilistic assessment of its plausibility. The basic local independence model (BLIM) is a probabilistic model developed to this aim. Despite it is the most widely used model in KST, issues relating its applicability were open. The overall objective of the first three studies presented in this thesis was to solve some of these problems, in order to improve the validity of empirical applications of the model. In the KST framework, the notion of knowledge state does not provide cognitive interpretations. Instead, in the competence-based KST (CbKST) the main objective of the assessment becomes that of identifying the competence state of a student, which is the set of skills she masters. The other two studies that are introduced were developed within this extended theoretical framework. The general aim was to fill some gaps regarding both the probabilistic and the deterministic levels of CbKST's models.
Le cinque ricerche che si presentano in questa tesi si sviluppano entro la knowledge space theory, una teoria matematica recente che fornisce un importante quadro di riferimento formale per lo sviluppo di sistemi computerizzati web-based che abbiano l'obiettivo di valutare la conoscenza e l'apprendimento degli individui. La nozione al centro dell'intera teoria è quella di di conoscenza, cioè l'insieme dei problemi che uno studente è capace di risolvere, in un certo dominio di conoscenza. La collezione di tutti gli stati di conoscenza osservabili in una popolazione di studenti costituisce una struttura di conoscenza. Le strutture di conoscenza sono un modello deterministico teorico dell'organizzazione della conoscenza all'interno di un particolare dominio. La loro validazione empirica è resa possibile grazie alla verifica probabilistica della loro plausibilità. Il basic local independence model (BLIM) è un modello probabilistico che è stato sviluppato a questo scopo. Nonostante sia il modello più utilizzato nella KST, problemi relativi alla sua applicabilità rimanevano ancora aperti. L'obiettivo generale delle prime tre ricerche che si presentano in questa tesi, è stato quello di risolvere questi problemi per conferire una maggiore validità alle applicazioni empiriche del modello. Nella KST, la nozione di stato di conoscenza non fornisce alcun tipo di interpretazione cognitiva. Invece, nella competence-based KST (CbKST) l'obiettivo principale della valutazione diviene quello individuare lo stato di competenza dello studente, ovvero l'insieme delle abilità che possiede. Le altre due ricerche che si presentano nella tesi si collocano all'interno di questo quadro teorico. Esse hanno avuto l'obiettivo di colmare alcune mancanze relative della CbKST, una di tipo probabilistico e l'altra di tipo deterministico.
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6

Serra, Francesca. "The assessment of mood disorders: new methodological perspectives for differential diagnosis." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426804.

Full text
Abstract:
This dissertation work aims to provide new methodological perspectives in the assessment of mood disorders, with the main task of suggesting effective solutions for the evaluation of major depressive episode (MDE), in order to support the differential diagnosis of different forms of depression. Mood disorders are the most prevalent of all mental health diagnoses and their incidence has increased in recent decades, becoming one of the most significant public health problem. Many people fail to go to school or university, lose their jobs, lose their partner and friends, and may commit suicide. The course of these disorders as well as their prognosis are closely related to proper diagnosis and well-timed treatment. Despite this, the risk of misdiagnosis is currently high, with serious consequences both for the current episode and for the course of the illness. In particular, the MDE is often classified without specification, also if there are different possible configurations of symptoms that characterize it. Thus, MDE is almost always treated with antidepressant drugs that in some cases (e.g., agitated depression) may increase the symptoms of agitation and the risk of suicide. The assessment phase plays a crucial role for the proper treatment of the disorder. Physicians after collecting patients information, need to formulate diagnostic hypotheses in a short time to plan effective clinical interventions. The quality of clinical evaluation is crucial for both diagnosis and treatment. Formal Psychological Assessment (FPA; Spoto, 2011; Spoto, Bottesi, Sanavio & Vidotto) is a methodology able to maximize the benefits of both semi-structured interviews and self-reports, trying to overcome their limitations. Indeed, the FPA methodological approach allows the construction of: - Tools that are able to provide qualitative information about patient symptoms that goes beyond the numerical score. - Tools that are able to differentiate patients who obtain the same score, but replied to different items, and therefore have different symptoms configurations. - Adaptive tools (as semi-structured interviews) that allow investigating and deepening the patients symptoms. - Rapid administration as self-report questionnaires. In this three-year project at the University of Padua, the FPA concepts have been applied to achieve different aims. In a first phase, a methodological analysis of the most used self-report questionnaires of depression was carried out to explore their ability to investigate all the symptoms of the MDE. The research is based on the relationship between items and diagnostic criteria for depression, in line with the FPA methodology. In the second phase, a new self-report questionnaire of 41 items was built on the basis of 23 clinical criteria for MDE from DSM-5 and literature. In the third phase, the same questionnaire was validated on non-clinical sample of 265 individuals and clinical sample of 38 patients with MDE diagnosed with major depression or bipolar disorder. The questionnaire provided good results both in terms of validity and reliability. However, the strength of this tool stands in its ability to go beyond the numerical score, allowing to differentiate individuals with the same score but with different symptoms and possibly different severity of the episode. This property is assured by the patients clinical state (the fundamental concept of FPA) as the main output of the test, which is the set of items the individual replied affirmatively with the subset of symptoms investigated by those items. In this way, clinical evaluation will not only be related to the level of depression obtained from the score but also to the specific configuration of symptoms manifested by the individual. In the fourth phase of the research, the computerized algorithm was implemented in the new questionnaire to obtain the adaptive form of the tool. The questionnaire was subdivided into its three sub-scales (affective, somatic and cognitive) corresponding to the three sub factors of the factorial structure. For each sub-scale, through the probability model of the FPA (i.e. the Basic Local Independent Model; BLIM) the false negative, false positives for each item and all the clinical states of the structure were estimated. An interactive procedure was used with maximum likelihood, which provided an estimate of parameters and fit indexes. After being tested on real data, the adaptive form of the tool allows faster and more efficient administration. Indeed, the items to which the individual will respond will depend on previous responses, in a process that mimics the semi-structured interview, avoiding possible logical inferences of the clinician. The new tool called quantitative and qualitative evaluation of Depressive Symptomatology (QuEDS) can be a support for clinicians; in fact, it differentiates the individual's depressive symptoms beyond the score and allows administering only the items related to its symptomatology following the logical flow of question-answer. Thus, two patients who obtain the same score on the test can be treated differently according to their symptoms, since answering the same number of items does not mean responding to the same items. In particular, it is well known that the use of antidepressant drugs is not always recommended in depression. There are mixed depressions, as defined by many authors, because they are characterized by both depressive symptoms and manic symptoms (such as agitation, anguish, irritability, insomnia, mood lability). Two examples of mixed depression are agitated depression and depression with flight of ideas, in which antidepressant drugs not only increase the excitatory component (manic symptoms) worsening the course of the affective episode but, more seriously, increase the risk of suicide. For this reason, understanding all depressive symptoms is crucial in clinical practice. The last part of this project was carried out in England, in collaboration with the University of Cardiff and Worcester, in particular with the Bipolar Disorder Research Network (BDRN). The BDRN data used in this research include 3750 mood disorders patients divided into three subgroups: Major Depressive Disorder (MDD), Bipolar Disorder Type I (BD-I) and Bipolar Disorder Type II (BD-II). The 29.3% of the whole sample had suffered from an episode of agitated depression (AD), particularly AD was more related to bipolar disorder, especially BD-II. Moreover, patients with agitated depression had higher comorbidities with panic disorder and substance abuse, made greater use of psychiatric drugs, and suffer of more mixed states in lifetime. Agitated depression was related to lifetime suicide attempts and suicidal ideation during the affective episode. These results confirm and strengthen the indications of several other studies on smaller clinical samples. The recognition and differential diagnosis of mixed depression is essential to avoid improper treatment with dangerous consequences. The construction of tools to support clinicians task providing the patient symptom configuration with more clinical information can become a strength in clinical practice. The tool presented in this work represents a step in this direction; however, to allow differential diagnosis of each MDE, this step needs to be combined to the experience and awareness of the clinician in the field of mood disorders, and especially to the development of further insights in the methodological context. Indeed, as the data demonstrate, the recognition of mixed depression is a difficult task both from a clinical and from a methodological point of view in relation to the construction of suitable and exhaustive instruments. The fundamental issue that remains unclear concerns the ability to investigate the symptoms of manic component that are underestimated by the patient itself (such as racing crowed thought, mood lability etc.) during depression phase. The first three Chapters form the theoretical framework, and the starting point for the researches. In the first Chapter, mood disorders are described: prevalence, genetic component, diagnostic classification (major depression, dysthymia, bipolar disorder I, bipolar disorder II, cyclotymic disorder, and rapid-cycle disorder); Also depression is described, followed by mixed depression and the differential diagnosis. Finally, the pharmacological treatment and the etiopathogenetic theories of depression are briefly explained. The second Chapter describes the assessment, therefore the tools most used by the clinician with their strengths and weaknesses; The CBA 2.0 (Cognitive Behavioral Assessment) and Adaptive Assessment are also described. The third Chapter is devoted to the explanation of FPA starting from the mathematical theories to the implementation of the method in the clinical context. Chapters 4, 5, 6, 7 describe the four main researches carried out in this PhD project. To conclude, Chapter 8 will present the final discussion.
Il presente lavoro di tesi si propone di offrire nuove prospettive metodologiche nell'assessment dei disturbi dell'umore, con l'obiettivo principale di suggerire alternative efficaci alla valutazione dell'episodio depressivo maggiore, nell'ottica di sostenere la diagnosi differenziale di diverse forme di depressione. I disturbi dell'umore sono il più frequente disturbo mentale e la loro incidenza è aumentata negli ultimi decenni, diventando uno dei più significativi problemi sociosanitari. Perdita del lavoro, divorzio, difficoltà  nel crescere i figli e abuso di sostanze sono solo alcuni dei gravi rischi associati ai disturbi dell'umore. Il suicidio è la più tragica delle conseguenze. Il decorso di questi disturbi così come la loro prognosi sono strettamente legati alla corretta diagnosi e al tempestivo trattamento. Purtroppo, attualmente è molto alto il rischio di diagnosi non corretta, con gravi ripercussioni sul trattamento e quindi sul decorso della malattia. In particolare l'episodio depressivo maggiore viene troppo spesso classificato in un solo modo e senza specificazioni, nonostante le possibili diverse configurazioni di sintomi che lo caratterizzano. Come tale esso viene trattato con farmaci antidepressivi, che in alcuni casi (ad esempio la depressione agitata) possono non solo aumentare i sintomi di agitazione, ma anche aumentare il rischio di suicidio. La fase di assessment riveste un ruolo cruciale in vista di un trattamento adeguato del disturbo. I medici dopo aver raccolto il maggior numero possibile di informazioni sul paziente, devono formulare ipotesi diagnostiche in breve tempo per pianificare interventi clinici efficaci. La qualità  della valutazione clinica è fondamentale sia per la diagnosi che per il trattamento. Il Formal Psychological Assessment (FPA; Spoto, 2011; Spoto, Bottesi, Sanavio & Vidotto, 2013) si configura come una metodologia che unisce i vantaggi delle interviste semi-strutturate e dei self-report, cercando di superare i loro limiti. Infatti l'approccio metodologico dell'FPA permette la costruzione di strumenti: - In grado di restituire delle informazioni qualitative, relative ai sintomi del paziente, che vanno oltre lo score numerico. - In grado di differenziare pazienti che ottengono lo stesso punteggio al test, ma che hanno risposto a item diversi, e che hanno quindi configurazioni diverse di sintomi. - Adattivi (come le interviste semi-strutturate) che permettono di indagare le aree sintomatologiche del paziente e di approfondirle. - Di rapida somministrazione come i questionari self-report. Nel progetto svolto in questi tre anni all'Università di Padova, sono stati utilizzati i concetti dell'FPA in diverse fasi. In una prima fase è stata svolta un'analisi metodologica dei questionari self-report più utilizzati nel campo della depressione per esplorare la loro capacità di indagare tutti i sintomi dell'episodio depressivo maggiore. La ricerca si è basata sulle relazioni tra gli item e i criteri diagnostici per la depressione, in linea con la metodologia dell'FPA. Nella seconda fase, è stato costruito un nuovo questionario di 41 item sulla base di 23 criteri clinici per l'episodio depressivo maggiore, ricavati dal DSM-5, e dalla diffusa letteratura sulla depressione. Nella terza fase il questionario è stato validato su una popolazione non clinica di 265 individui e su una popolazione clinica di 38 pazienti con episodio depressivo maggiore diagnosticati con depressione maggiore o disturbo bipolare. Il questionario ha mostrato buoni risultati sia per i diversi criteri di validità  che per l'affidabilità. Tuttavia, la peculiarità  di questo strumento sta nella sua capacità  di andare oltre lo score numerico, permettendo di differenziare individui con lo stesso punteggio al test ma che presentano diverse sintomatologie. Questa proprietà è garantita dallo stato clinico del paziente (concetto fondamentale dell'FPA), come principale output del test, ossia dall'insieme di item a cui l'individuo ha risposto affermativamente con il sotto-insieme di sintomi indagati da quegli item. In questo modo la valutazione clinica non sarà  solo legata al livello di depressione ottenuto dallo score, ma dalla configurazione specifica di sintomi manifestati da una precisa persona. Nella quarta fase della ricerca, è stato implementato l'algoritmo computerizzato per il nuovo questionario, in modo da ottenere la forma adattiva dello strumento. Per raggiungere quest'ultimo step, il questionario è stato suddiviso nelle sue tre sotto-scale (affettiva, somatica e cognitiva) corrispondenti ai tre sotto-fattori della struttura fattoriale. Per ogni sotto-scala, attraverso il Basic Local Independent Model (BLIM), modello probabilistico dell'FPA, sono stati stimati i parametri relativi alle probabilità di falso positivo, falso negativo per ogni item e di tutti gli stati clinici della struttura. E' stata utilizzata una procedura interattiva per massima verosimiglianza, che ha fornito una stima dei parametri e degli indici di fit. Una volta testato sui dati reali, la forma adattiva dello strumento permette una somministrazione più rapida ed efficiente. Infatti, gli item a cui l'individuo dovrà  rispondere dipenderanno dalle risposte precedentemente date, in un processo che imita l'intervista semi-strutturata, evitando possibili inferenze logiche del clinico. Il nuovo strumento per l'assessment della depressione chiamato QuEDS (Quantitative and Qualitative Evaluation of Depressive Symptomatology) rappresenta quindi un supporto per lo psichiatra o lo psicoterapeuta, in quanto offre la possibilità di distinguere i sintomi depressivi di ogni individuo al di là dello score ottenuto al test, e permette di somministrare solo gli item legati alla sua sintomatologia seguendo il flusso logico di domanda-risposta. Dunque due pazienti che ottengono lo stesso punteggio al test, indice dello stesso potenziale livello di depressione, potranno essere trattati comunque in accordo con i loro sintomi; infatti aver risposto allo stesso numero di item non significa aver risposto agli stessi item. In particolare è noto che l'uso di farmaci antidepressivi non è sempre consigliato nella depressione. Esistono infatti le depressioni miste, così definite da moltissimi autori, perchè caratterizzate sia da sintomi depressivi che da sintomi maniacali (come agitazione, angoscia, irritabilità, insonnia, labilità  emotiva). Due esempi di depressione mista sono la depressione agitata e la depressione con fuga delle idee, in cui i farmaci antidepressivi non solo aumentano la componente eccitatoria (quindi i sintomi maniacali) peggiorando il decorso della malattia ma, problema ancora più grave aumentano il rischio di suicidio. Per questo motivo capire tutta la sintomatologia depressiva risulta fondamentale nella pratica clinica. L'ultima parte del progetto di questi tre anni, è stata svolta in Inghilterra, in collaborazione con le Università di Cardiff e Worcester, in particolare con Il Bipolar Disorder Research Network (BDRN). I dati del BDRN utilizzati in questa ricerca comprendono 3750 pazienti con disturbi dell'umore divisi nei tre sotto-gruppi: Disturbo Depressivo Maggiore (MDD), Disturbo Bipolare di tipo I (BD-I) e Disturbo Bipolare di tipo II (BD-II); nel 29,3% dell'intero campione era presente un episodio di depressione agitata, in particolare la depressione agitata era più presente nel disturbo bipolare, soprattutto BD-II. Inoltre i pazienti con depressione agitata avevano più comorbidità con disturbo di panico e con abuso di sostanze, facevano maggior uso di psicofarmaci, e soffrivano di maggiori episodi misti durante l'arco di vita. La depressione agitata era correlata ai tentati suicidi durante l'arco di vita e all'ideazione suicidaria durante l'episodio affettivo. Questi risultati confermano e rafforzano le indicazioni di diversi altri studi svolti su campioni clinici meno ampi. Il riconoscimento e la diagnosi differenziale della depressione mista è essenziale per evitare una diagnosi scorretta e un successivo trattamento pericoloso. La costruzione di strumenti di supporto al medico, che siano in grado di restituire la configurazione di sintomi del paziente e di garantire maggiori informazioni cliniche può diventare un punto di forza nella pratica clinica. Lo strumento presentato in questo lavoro, rappresenta un passo avanti in questa direzione; tuttavia per permettere una diagnosi differenziale dell'episodio depressivo questo primo step ha bisogno di essere accompagnato dall'esperienza e la consapevolezza del clinico nel campo dei disturbi dell'umore, e soprattutto dallo sviluppo di ulteriori approfondimenti nel contesto metodologico. Infatti come i dati dimostrano, riuscire a catturare i sintomi di una depressione mista risulta un'impresa ardua sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista metodologico per quanto concerne la costruzione di strumenti adatti ed esaustivi. La questione fondamentale che resta aperta, riguarda la capacità di riuscire ad indagare quei sintomi di componente maniacale che vengono sottostimati dal paziente stesso (come il flusso rapido dei pensieri, la labilità  emotiva ecc.) in fase depressiva. I primi tre capitoli di questo lavoro formano la cornice teorica, e il punto di partenza per la ricerca. Nel primo capitolo sono infatti descritti nel dettaglio i disturbi dell'umore: la prevalenza, la componente genetica, la classificazione dei vari disturbi (Depressione Maggiore, Distimia, Disturbo Bipolare I, Disturbo Bipolare II, Disturbo Ciclotimico, e disturbo a cicli rapidi); inoltre viene descritta la depressione, e in seguito la depressione mista con particolare attenzione alla diagnosi differenziale. Infine viene brevemente spiegato il trattamento farmacologico e le teorie eziopatogenetiche della depressione. Nel secondo capitolo viene descritto l'assessment, quindi gli strumenti maggiormente utilizzati con i loro punti di forza e di debolezza; vengono inoltre descritti la batteria CBA 2.0 (Cognitive Behavioural Assessment 2.0), e l'assessment adattivo. Il terzo capitolo è dedicato alla spiegazione dell'FPA a partire dalle teorie matematiche sulle quali si fonda fino alla realizzazione del metodo nel contesto clinico. I capitoli 4, 5, 6, 7 descrivono le quattro ricerche principali di questo progetto di dottorato. Infine nel capitolo 8 sarà presentata la discussione finale dell'intero percorso.
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7

Anselmi, Pasquale. "The Gain-Loss Model: A formal model for assessing learning processes." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421632.

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Abstract:
The thesis presents the Gain-Loss Model, a formal model for assessing learning processes. The theoretical framework is knowledge space theory, which is a novel approach to the assessment of knowledge proposed by Doignon and Falmagne in 1985. The Gain-Loss Model assesses the knowledge of students in the different steps of the learning process, and the effectiveness of educational interventions in promoting specific learning. The core element is represented by a skill multimap associating each problem with a collection of subsets of skills that are necessary and sufficient to solve it. The model is characterized by parameters which provide information relevant at different levels of didactic practice. The model has been the subject of investigation at different levels. Its functioning has been analyzed under different conditions, and theoretical developments have been proposed for improving its informative power in practical applications. The investigations have been conducted through simulated studies and empirical applications. The thesis presents the work completed on the model. On one hand, the theoretical development of the model itself, as well as some extensions of it, are described. On the other hand, the results of the simulation studies and the empirical applications are presented and discussed.
La tesi presenta il Gain-Loss Model, un modello formale per la valutazione degli interventi educativi. Il contesto teorico è la teoria degli spazi di conoscenza, che costituisce un approccio innovativo alla valutazione delle conoscenze proposto da Doignon e Falmagne nel 1985. Il Gain-Loss Model valuta le conoscenze possedute dagli studenti nelle diverse fasi del processo educativo e l’efficacia degli interventi didattici nel promuovere l’acquisizione di specifiche abilità. L’elemento di base è rappresentato dalla definizione di una multimappa di abilità che associa ad ogni problema una collezione di sottoinsiemi di abilità necessarie e sufficienti per risolverlo. Il modello è caratterizzato da parametri che forniscono informazioni utili a diversi livelli della didattica. Il modello è stato oggetto di analisi a diversi livelli. È stato studiato il suo funzionamento in diverse condizioni e sono stati proposti sviluppi teorici in grado di aumentarne l’utilità nelle applicazioni pratiche. Le analisi sono state condotte mediante studi simulati ed applicazioni empiriche. La tesi presenta il lavoro condotto sul modello. Da una parte, viene descritto lo sviluppo teorico del modello e vengono proposte alcune estensioni dello stesso. Dall’altra, vengono presentati e discussi i risultati degli studi simulati e delle applicazioni empiriche.
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DACQUINO, CLAUDIA. "VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE CLINICA, PSICOMETRICA, NEUROPSICOLOGICA E NEURORADIOLOGICA DELLA CAPACITÀ DI PRESTARE CONSENSO INFORMATO AL TRATTAMENTO IN PAZIENTI CON SCHIZOFRENIA." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/953187.

Full text
Abstract:
Il consenso informato costituisce oggigiorno un momento imprescindibile della attività medica. Esso rappresenta l'accettazione che il paziente esprime a un determinato trattamento sanitario, in maniera libera e non mediata da condizionamenti, dopo essere stato informato sulle modalità di esecuzione, sui benefici, sugli effetti collaterali, sui rischi ragionevolmente prevedibili e sull'esistenza delle eventuali alternative terapeutiche. L'informazione costituisce una parte essenziale del processo dialettico del consenso informato. La persona cosciente e capace non può essere sottoposta passivamente a qualsiasi trattamento sanitario. Ogni accertamento diagnostico, terapia, o qualsivoglia intervento medico, non potrà essere effettuato se non con il valido consenso della persona interessata, che lo presterà dopo essere stata adeguatamente informata, così che possa valutare il trattamento cui sarà sottoposta e i rischi che da tale trattamento potrebbero derivare ed eventualmente scegliere trattamenti diagnostico-terapeutici alternativi. Tali presupposti traggono fondamento dagli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, sul tema della libertà personale e della volontarietà dei trattamenti sanitari. Ne deriva che il medico non è legittimato ad agire, se non in presenza di una esplicita o implicita (nei casi di routine clinica) manifestazione di volontà del paziente. Viene fatta eccezione nei casi di necessità (art 54 cp) e nei casi in cui esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, qualora essi non possano essere attuati tempestivamente in ambito extraospedaliero, con il trattamento sanitario obbligatorio, istituito dalla legge 180/1978 (legge Basaglia). Tale legge restituisce dignità al paziente psichiatrico, riconoscendolo come “soggetto” cui va riconosciuta l’autodeterminazione e il cui consenso al trattamento sanitario va ricercato e raggiunto in ogni situazione. Resta tuttavia il problema di come valutare il consenso in pazienti con un disturbo psichiatrico in quanto, se è vero che la diagnosi di per sé non basta a giudicare la competenza, d’altro canto è vero che questi soggetti hanno spesso difficoltà di ordine cognitivo che possono interferire con le capacità universalmente riconosciute essere alla basse della capacità di prestare consenso informato al trattamento, ovvero la comprensione, il ragionamento, la valutazione e la capacità di esprimere una scelta (Roth et al., 1977). Sulla base di questi assunti sono stati costruiti diversi strumenti per la valutazione del consenso informato al trattamento e sono state utilizzate diverse batterie di test neuropsicologici. Resta tuttavia un argomento sul quale si trovano interpretazioni contrastanti: sull’utilità o meno della valutazione attraverso strumenti standardizzati, sull’utilità o meno di utilizzare batterie neuropsicologiche, sull’attendibilità del solo colloquio clinico per la valutazione di una capacità così complessa. Ciò è particolarmente vero quando si ha a che fare con pazienti psichiatrici, in particolare con pazienti affetti da schizofrenia, un disturbo caratterizzato dalla presenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell’affettività, tali da compromettere la capacità decisionale. Inoltre va considerata la fluttuazione nel tempo dei sintomi, risultando indispensabile una valutazione volta per volta della competenza. Queste problematiche verranno affrontate nel corso del presente lavoro, nel quale sarà delineata la teoria del consenso informato nella parte introduttiva. Nella parte sperimentale verranno descritti due diversi studi sulla capacità di prestare consenso informato al trattamento da parte di soggetti affetti da schizofrenia. Nel primo studio si affronterà la tematica della validazione di un nuovo strumento di valutazione della capacità di prestare consenso informato, che sia utilizzabile in ogni ambito medico e che fornisca punteggi di cut-off oggettivi, parziali e globale. Nel secondo studio si affronterà la tematica di quale sia il modello cognitivo sottostante tale capacità, attraverso il confronto tra soggetti affetti da schizofrenia competenti e non competenti e soggetti di controllo, riguardo alle variabili cliniche e neuropsicologiche. Verranno valutate anche le base neurobiologiche della capacità decisionale attraverso uno studio di risonanza magnetica, per confermare il modello cognitivo. Le conclusioni del presente lavoro cercheranno di riassumere i risultati dei diversi studi presentati alla luce della letteratura sull’argomento, sottolineandone le criticità, nell’intento di gettare nuova luce su un’annosa questione. Infine saranno tracciate alcune suggestioni ed idee per lavori futuri nell’ambito del consenso informato al trattamento.
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