Academic literature on the topic 'Valutazione dei Candidati'

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Journal articles on the topic "Valutazione dei Candidati"

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DE CORSO, E., G. BASTANZA, G. DELLA MARCA, C. GRIPPAUDO, G. RIZZOTTO, M. R. MARCHESE, A. FIORITA, et al. "Ruolo della sleep endoscopy nella selezione dei pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno di grado lieve moderato candidati a terapia ortodontica con dispositivo di avanzamento mandibolare." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 426–32. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-959.

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Abstract:
Il trattamento con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) rappresenta un’efficace alternativa terapeutica per i pazienti affetti da roncopatia semplice, OSAS di grado lieve/moderato e in casi selezionati di OSAS grave con scarsa tollerabilità alla terapia ventilatoria con C-PAP. Pertanto è importante identificare dei criteri oggettivi per selezionare i pazienti che possono beneficiare del trattamento con i sistemi di avanzamento mandibolare (MAD). In letteratura sono stati descritti vari fattori predittivi sia antropometrici che polisonnografici, mentre esistono ancora controversie circa il ruolo della Sleep Endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare bimanuale durante lo stesso esame come fattori predittivi del successo terapeutico con MAD. In questo studio descriviamo la nostra esperienza nel management di pazienti affetti da OSAS lieve/moderata trattati con MAD e selezionati mediante “sleep endoscopy”. Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale di una serie consecutiva di pazienti giunti alla nostra osservazione con diagnosi di OSAS lieve/moderata e sottoposti a sleependoscopy. Durante il sonno indotto farmacologicamente è stata eseguita una delicata manovra di avanzamento mandibolare con escursione inferiore ai 5 mm e abbiamo riscontrato che in 30 dei 65 pazienti (46,2%) lo spazio respiratorio non migliorava in modo significativo a livello dei siti di ostruzione osservati, mentre in 35 dei 65 pazienti (53,8%) si osservava un miglioramento significativo tale da poter indicare terapia con MAD. In 7 dei 35 pazienti venivano riscontrate condizioni che ostacolavano l’applicazione del MAD per cui 28 dei 35 pazienti sono stati sottoposti a terapia con MAD. Dopo 3 mesi di trattamento abbiamo documentato un miglioramento significativo dell’indice di Epworth medio [(7,35 ± 2,8 vs 4,1 ± 2,2 (p < 0.05)], dell’AHI medio [(21.4 ± 6 eventi per ora verso 8,85 ± 6,9 (p < 0.05) ] e dell’ODI medio [(18.6 ± 8 eventi per ora versus 7 ± 5.8 (p < 0.05)]. Abbiamo inoltre osservato che l’AHI migliorava di almeno il 50% rispetto al basale nel 71.4% dei pazienti selezionati mediante sleep endoscopy. In questo studio, la terapia con i dispositivi di avanzamento mandibolare è stata prescritta con successo sulla base non soltanto dell’indice di apnea/ipopnea, ma anche dei reperti della sleep endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare, ottenendo una visione diretta degli effetti della protrusione mandibolare sullo spazio respiratorio in corrispondenza dei siti di ostruzione, e ottenendo una buona ottimizzazione della selezione dei pazienti per il trattamento con MAD.
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Kiwior, Wiesław. "Dyspensa od celibatu kapłańskiego : kompetencja, tytuły prawne, procedura." Prawo Kanoniczne 35, no. 3-4 (December 10, 1992): 161–75. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.3-4.06.

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Abstract:
Coloro che nella Chiesa latina ricevono il sacramento dell’Ordine s’impegnano a vivere nel celibato (fatta eccezione dei diaconi permanenti che possono sposarsi prima di ricevere il diaconato). Molti casi dell’abbandono della vita sacerdotale, a causa delle difficoltà con il celibato, indicano che una tale decisione non sempre era libera, matura, responsabile; che non tutti erano idonei alla vita nel celibato e che le prove e le crisi non sempre venivano superate. La Chiesa, volendo sanare tali situazioni, prevede la possibilità di concedere la dispensa dal celibato. La legislazione vigente prevede quattro titoli giuridici per cui si puo chiedere tale dispensa: l’abbandono della vita sacerdotale già da molto tempo, la mancanza della necessaria libertà, la mancanza della necessaria responsabilità, la mancanza dell’idoneità a condurre perpetuamente la vita nel celibato consacrato a Dio. Tutta la causa deve essere preparata conformemente alle apposite norme procedurali che determinano il suo iter. La domanda deve essere presentata con sentimenti di umiltà, l’istruzione della causa deve essere fatta con serietà, il motivo della dispensa deve essere dimostrato con argomenti efficaci. Il legislatore canonico richiede una seria procedura amministrativo-giudiziaria. La nomativa vigente in questione sottolinea la responsabilità dell’ordinario, fa vedere l’importanza del ruolo dell’istruttore, invita alla riflessione sulla formazione dei candidati al sacramento dell’Ordine e sulla valutazione della loro idoneità alla vita nel celibato consacrato a Dio.
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Ghiselli, S., S. Nedic, S. Montino, L. Astolfi, and R. Bovo. "Cochlear implantation in post-lingually deafened adults and elderly patients: analysis of audiometric and speech perception outcomes during the first year of use." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 513–19. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1222.

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Abstract:
Questo studio è volto alla valutazione degli outcomes audiometrici e logopedici dei pazienti anziani portatori di impianto cocleare durante il primo anno di utilizzo del dispositivo. Sono stati valutati 42 pazienti impiantati tra marzo 2010 e settembre 2014 presso l’UO ORL dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. Sono stati inclusi nello studio pazienti affetti da sordità bilaterale postlinguale di grado severo-profondo impiantati unilateralmente. I soggetti sono stati divisi in tre gruppi in base all’epoca della chirurgia: 14 soggetti con impianto fra i 35 e i 49 anni, 14 fra i 50 e i 64 anni e 14 impiantati a un’età superiore di 65 anni. Tutti i pazienti sono stati valutati prima e dopo la chirurgia (a 1, 3, 6 e 12 mesi di follow-up) attraverso l’esecuzione di: audiometria tonale, audiometria vocale, test logopedici e somministrazione del questionario delle categorie percettive (CAP). L’analisi statistica è stata effettuata attraverso il Student’s t-test. La totalità dei soggetti nei tre gruppi hanno dimostrato significativi miglioramenti all’audiometria tonale e vocale ai controlli post chirurgici rispetto alle performance ottenute precedentemente all’impianto. In particolare si sono verificati miglioramenti della soglia audiometrica media (PTA) senza differenze statisticamente significative tra i tre gruppi. risultati ottenuti nei test logopedici e dalla somministrazione del CAP hanno dimostrato evidenti miglioramenti in tutti i tre gruppi in studio. Abbiamo riscontrato, però, che i soggetti più giovani hanno raggiunto maggiori punteggi ai controlli post impianto rispetto a quelli più anziani. Concludendo, possiamo affermare che l’impianto cocleare è un trattamento efficace per soggetti affetti da ipoacusia severa-profonda senza differenze significative nelle performance audiologiche e logopediche in relazione all’età di impianto. Anche se più lentamente, i pazienti impiantati dopo i 65 anni di età raggiungono performance ottimali e possono essere ritenuti dei candidati ottimali all’intervento.
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Floridia, Antonio. "Le elezioni comunali in Toscana dal 1993 al 2004. Gli effetti delle nuove regole, i partiti, le coalizioni, i "nuovi" sindaci." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 54, no. 2 (December 31, 2005): 5–91. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12718.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro quello di fornire un bilancio critico e una valutazione degli effetti che l’applicazione della legge 81 del 25 marzo 1993 ha prodotto sui sistemi politici locali della Toscana: una legge che è stata più volte, e da più parti, definita come il frutto migliore della convulsa fase di crisi e di transizione che hanno vissuto le istituzioni politiche del nostro paese nel corso degli anni Novanta, – «un esempio di ingegneria istituzionale sostanzialmente andato a buon fine», come è stato detto –, ma di cui oggi, a distanza di anni, e dopo tre cicli elettorali, si possono cominciare a cogliere meglio le complesse implicazioni, individuando i processi di mutamento che le nuove regole hanno indotto, o con i quali esse si sono intrecciate, nel comportamento degli elettori e nelle strategie degli attori politici. Ad oltre dodici anni dall’approvazione di questa legge, tutti i Comuni hanno già sperimentato per almeno tre volte il nuovo sistema elettorale. È possibile quindi disporre oggi di una mole rilevante di dati che permettono di valutare le modalità di funzionamento del nuovo sistema elettorale. Concentrare poi l’attenzione su una sola regione, la Toscana nel nostro caso, corrisponde ad un esigenza conoscitiva di particolare rilievo, proprio perché, come rilevava Giacomo Sani nella Prefazione ad uno degli studi più completi sull’argomento, apparso dopo la tornata elettorale del 1999, ciò che emerge sono appunto «le forti differenze a base regionale» che hanno caratterizzato l’impatto della nuova legge elettorale. In questa ricerca, dunque, siamo partiti dalle specificità del sistema politico toscano, cominciando ad analizzare alcuni aspetti del voto amministrativo nel corso degli anni Ottanta e cercando di misurare, per quanto possibile, i mutamenti che il nuovo sistema elettorale ha prodotto. I comuni considerati dalla ricerca sono quelli che, sulla base dei dati del Censimento 1991, e poi di quello del 2001, hanno superato i 15 mila abitanti e per i quali, dunque, la nuova legge prevede un sistema elettorale a doppio turno: per la Toscana, si tratta di 51 comuni. Per questi comuni è stato predisposto un data base completo, oggi anche consultabile via internet, comprendente tutti i dati relativi alla partecipazione elettorale, i voti riportati dai candidati e dalle liste collegate, i seggi attribuiti a ciascuna lista. Generalmente, i dati sono stati analizzati anche sulla base delle diverse classi demografiche dei comuni e della diversa ampiezza dei consigli comunali5, e sulla base dei diversi cicli elettorali, in modo da consentire confronti omogenei
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Barisione, Mauro. "Le Scelte Politiche Dei Cittadini: Ambivalenza, Ragione O Affetto?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 1 (April 2002): 141–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029956.

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Abstract:
George E. Marcus, W. Russel Neuman e Michael MacKuen, Affective Intelligence and Political Judgement, Chicago, University of Chicago Press, 2000, pp. 199, Isbn 0-226-50468-9Citizens and Politics esce dieci anni dopo i due lavori che più hanno segnato l'attuale psicologia politica e il campo delle ricerche sull'opinione pubblica negli Stati Uniti: Reasoning and Choice di Sniderman et al (1991) e The Nature and Origins of Mass Opinion di Zaller (1992); ma marca anche una continuità con quei volumi collettanei che dalla metà degli anni ‘80 si sono dedicati alle problematiche delle cognizioni politiche e dell'information processing: Lau e Sears (1986), Ferejohn e Kuklinski (1990), Lodge e McGraw (1995), Mutz et al. (1996). Promettendo – per le ragioni che si vedranno più avanti – di far parlare molto di sé, il lavoro curato da Kuklinski, propone allo stesso tempo una sintesi dei temi e un panorama delle ricerche politologiche affrontate da prospettive psicologiche e cognitive. Gli atteggiamenti, i valori, le percezioni, gli affetti, i ragionamenti, le decisioni degli individui nella sfera politica sono analizzati in 17 contributi – introdotti sempre in modo chiaro ed esauriente da Kuklinski, anche se articolati in 4 aree tematiche dalla definizione piuttosto vaga – di autori come Sears, Feldman, Masters, Lau, Lodge, Sniderman, Marcus, per citarne solo alcuni fra i più noti. In particolare, la prima area («Affetto ed emozioni») racchiude quattro contributi incentrati sul ruolo delle inclinazioni affettive nella percezione degli oggetti politici carichi di una valenza simbolica (dalle parole – fra gli esempi americani: «comunisti», welfare, «neri» – alle immagini politicopersonali dei candidati); la stessa dimensione affettiva è analizzata nella seconda parte («Cognizione politica») in relazione ai processi di trattamento dell'informazione, di valutazione delle notizie e di elaborazione di giudizi politici da parte dei cittadini, specie nell'arco della campagna elettorale; la terza parte («Atteggiamenti politici e percezioni») aggiorna il dibattito classico intorno alla maggiore o minore stabilità e coerenza degli atteggiamenti in seno all'opinione pubblica, mentre la quarta parte è interamente dedicata allo studio dei «Valori politici», con due ricerche che analizzano più precisamente le relazioni fra i valori di «umanitarismo» e «individualismo» e le preferenze dei cittadini in tema di politiche pubbliche.
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Mattina, Liborio. "I CANDIDATI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no. 3 (December 1994): 549–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023224.

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Abstract:
IntroduzioneLe valutazioni sui mutamenti determinati dalle elezioni politiche del marzo 1994 sono contrastanti. Molta pubblicistica politica ha affermato che le elezioni hanno provocato un profondo cambiamento nella composizione del ceto politico parlamentare, altri hanno sostenuto, invece, che era avvenuta solo un'operazione di maquillage che ha portato i «ragazzi del coro» in prima fila a cogliere la grande occasione offerta dal forzato ritiro dei leader identificati con l'odiata partitocrazia. Uno degli obiettivi di questo saggio è dimostrare che entrambe le interpretazioni sono sbagliate, la prima perché identifica il rinnovamento semplicemente con il cambio delle «facce» mentre esso va valutato in relazione alla composizione sociologica e alle caratteristiche professionali del nuovo ceto parlamentare; l'altra perché sopravvaluta le possibilità delle élite politiche di continuare a premiare ad libitum se stesse ed i fedeli, trascurando di contribuire al rinnovamento del personale politico in un periodo di transizione politico-istituzionale contrassegnato da una notevole crisi di legittimazione delle burocrazie partitiche.
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Grattagliano, Ignazio, Antonella Troilo, and Rosalinda Cassibba. "La valutazione delle coppie candidate all'adozione: il punto di vista di operatori e coppie di genitori." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (September 2012): 117–27. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-002007.

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Abstract:
L'esperienza che presentiamo racconta il tentativo di individuare alcuni indicatori della buona genitorialitŕ condivisi dagli operatori sociali (psicologi e assistenti sociali) e dalle coppie candidate all'adozione o che hanno appena adottato un bambino. L'obiettivo di tale esperienza č stato, innanzitutto, quello di offrire agli operatori e alle coppie un'occasione per riflettere sulle componenti della genitorialitŕ ritenute piů importanti per la "buona riuscita" di un'adozione; allo stesso tempo, perň, tale esperienza ha inteso individuare dei criteri di valutazione "condivisi" fra i soggetti coinvolti nel percorso adottivo, da utilizzare, eventualmente, per la valutazione delle coppie che si rendono disponibili per un'adozione e/o per un monitoraggio delle capacitŕ genitoriali delle coppie che hanno giŕ intrapreso tale percorso.
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Fontanella, A., M. Campanini, C. Nozzoli, and R. Nardi. "Medicina interna perioperatoria - Il paziente chirurgico complesso: il ruolo dell’internista nell’ospedale snello, a misura del paziente, organizzato per intensità di cure." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 21, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.2.

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Abstract:
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Perché l’internista è necessario nella gestione dei pazienti complessi candidati ad intervento chirurgico</strong><br /><em>F. Gilioli, G. Chesi</em></p><p class="titolo"><strong>La medicina interna nell’assistenza del paziente chirurgico complesso</strong><br /><em>M. Fabbri, S. Galli, A. Morettini</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente cardiopatico</strong><br /><em>G. Chesi, F. Gilioli</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong><br /><em>M. Candela</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente diabetico</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>La chirurgia nel grande anziano: rischi e opportunità</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, G. Paroni, D. Sancarlo, M. Lauriola, D. Seripa</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente candidato ad intervento chirurgico a rischio trombo-embolico</strong><br /><em>R. Re, M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>Concetto di <em>Ospedale snello</em>, <em>hospitalist</em> e di <em>co-management</em></strong><br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di Ortopedia: il percorso del paziente ricoverato per frattura prossimale di femore</strong><br /><em>R. Nardi, M. Mazzetti, C. Marchetti</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di neurochirurgia</strong><br /><em>C. Cicognani, S. Zaccaroni</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di ostetricia</strong><br /><em>A. Maina, V. Donvito, L. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel Centro Trapianti di fegato</strong><br /><em>L. Fontanella, M. Imparato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore post-operatorio in ambito internistico</strong><br /><em>M. Bosco, R. Bertè, G. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome da rialimentazione</strong><br /><em>R. Risicato, G. Scanelli, L. Tramontano, U. Politti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia infusionale pre-intra-post-operatoria: solamente un problema dell’anestesista?</strong><br /><em>F. Sgambato, G. Pinna, S. Prozzo, E. Sgambato</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente ad elevato rischio emorragico: valutazione e management</strong><br /><em>A.M. Pizzini, I. Iori</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione perioperatoria o periprocedurale della terapia anticoagulante-antiaggregante in elezione e in urgenza</strong><br /><em>A. Fontanella, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Le complicanze mediche e gli eventi avversi indesiderabili più frequenti nel paziente internistico complesso operato</strong><br /><em>M. Silingardi</em></p><p class="titolo"><strong>Pazienti <em>chirurgici</em> ricoverati in Medicina Interna: i pazienti a rischio, selezione delle priorità e delle emergenze urgenze e pianificazione dell’assistenza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Percivale</em></p><p class="titolo"><strong>Qualità, indicatori ed <em>audit</em> come strumento di miglioramento nell’assistenza del paziente complesso in chirurgia</strong><br /><em>S. De Carli, A. Montagnani</em></p><p class="titolo"><strong>Quali proposte ed evidenze per nuovi modelli organizzativi in cui l’internista può assumere un ruolo fondamentale?</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Campanini</em></p>
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Palmisano, Francesca, Roberta Di Matteo, Chiara Cannici, Martina Milioto, Martina Riccomagno, Rosanna Gaino, Ignazio Favata, et al. "Monitoraggio delle complicanze da tossicità nei pazienti sottoposti a CAR-T: studio osservazionale, prospettico." Working Paper of Public Health 10, no. 1 (November 30, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9543.

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Abstract:
Background: L’ambito delle terapie con CAR-T è un campo ancora nuovo e la gestione delle tossicità è nella sua fase iniziale; è necessaria, dunque, una ricerca mirata che affronti le questioni critiche relative agli outcomes dei pazienti. Scopo dello studio è quello di monitorare l’incidenza di complicanze da tossicità dovuta a CAR-T durante il periodo relativo al ricovero ospedaliero. Metodi: Studio osservazionale, prospettico, monocentrico. Il campione sarà composto da tutti i pazienti di età ≥18 anni candidati a trattamento con CAR-T da aprile 2022 ad aprile 2025. Al fine della raccolta dati verranno utilizzate le seguenti scale di valutazione: Numeric Rating Scale for Pain, Scheda Eventi Avversi, Immune Effector Cell-associated Encephalopathy Score, Grading WHO, EuroQol-5D-3L, Hospital Anxiety Scale, Scored Patient-Generated Subjective Global Assessment, Contentment with Life Assessment Scale. Conclusioni: L’immunoterapia e le CAR-T hanno mostrato risultati promettenti nel trattamento di alcune neoplasie maligne, ma possono essere associate a tossicità diverse e non completamente comprese che possono essere fatali se non identificate precocemente e trattate in modo appropriato. La comprensione delle complicanze potrebbero migliorare gli outcomes dei pazienti.
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Gianelli Castiglione, A., M. Paganelli, A. Braidotti, and F. Ventura. "Riflessioni bioetiche circa il trapianto di mano." Medicina e Morale 54, no. 4 (August 30, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.385.

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Abstract:
Gli Autori intendono con questo lavoro proporre un contributo nell’analisi delle difficili problematiche etiche che derivano dagli allotrapianti di mano. Nell’articolo si descrive brevemente la storia del primo trapiantato e l’iter che ha condotto, nel settembre del 1998, a Lione, a questo tipo d’intervento. Ci si è soffermati altresì sulle complicazioni nate di seguito e che hanno alfine obbligato all’amputazione dell’arto trapiantato, imputandone le cause ad una superficiale valutazione psichiatrica del ricevente. Questo recente tipo d’intervento obbliga a riflettere, a causa della novità e della particolarità dell’organo da trapiantare, sull’opportunità di quei trapianti cosiddetti “non-salvavita” in base ai rischi conosciuti cui conduce una terapia imunosoppressiva a lungo termine. Ciò porta a riconsiderare anche il concetto di salute e i principi di libertà e autodeterminazione. Ci si è altresì interrogati sulle modalità di scelta dei riceventi e sull’approccio più opportuno da tenersi nei loro riguardi soprattutto a livello psicologico prima e dopo l’operazione. Tutte le recenti acquisizioni sono state valutate in rapporto a ciò che la legislazione italiana e la deontologia medica impongono. Si è detto anche dei vizi di un consenso per lo meno scarsamente informato, derivante dalla carenza di dati sperimentali. Nel prosieguo dell’articolo gli Autori hanno evidenziato come possano sollevarsi numerosi interrogativi e remore culturali e inconsce oltre che morali circa l’acquisizione da parte del ricevente di un organo che più di altri appare visibile e intimamente legato alla propria identità e personalità, la qual cosa rende possibile che venga ancor più percepito come estraneo e intollerabile da alcuni. In conclusione gli Autori ritengono che i candidati ideali dovrebbero essere giovani che hanno perduto di recente entrambe le mani, soprattutto se è stata compromessa anche la loro vista, mentre poco ragionevole appare il trapianto di mano in un amputato unilaterale. ---------- The bioethical issues arising from hand transplantation are discussed in this paper. We briefly recall the first case ever performed of hand transplant, in France in the year 1998. Unfortunately a superficial evaluation of the recipient caused the failure of the transplant with the consequent explant of the graft. The peculiarity of hand transplant poses serious doubts on the opportunity of the non life-saving transplant especially for the controversial costs–benefits relationship of such interventions and the lifelong immunodepressant therapy needed. Most important is therefore the clinical and psychological evaluation of the recipients and the correct communication before and after the intervention. We also underline the limits of the “informed” consent due to the lack of scientifical data on the outcome of such transplant, in respect to the Italian legal framework. In addiction we examine the possible psychological difficulties of the patients to adapt to an organ coming from a dead donor due to the high visibility and strong symbolic meaning of the hand. Our conclusion is for a selection of the recipients limited to strongly motivated, psychologically stable and refusing the protesis application patients such as to get a real improvement to their “health” according to WHO definition.
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Dissertations / Theses on the topic "Valutazione dei Candidati"

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BUSCICCHIO, GIULIA. "Il Gender Bias nella Valutazione delle Lettere Motivazionali: Il Ruolo della Stereotipicità di Genere, della Struttura Argomentativa e delle Caratteristiche del Linguaggio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/107359.

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Abstract:
Per esaminare quali fattori interagiscono nel causare una diversa percentuale di donne e uomini in alcuni settori lavorativi, mi sono concentrata sugli effetti della manipolazione del linguaggio di tratti e debolezze che descrivono candidati stereotipici o controstereotipici sulla valutazione finale dei candidati. A tal fine, ho condotto tre studi pilota e tre studi principali. Questi effetti sono stati testati considerando anche l'effetto del processo cognitivo dei partecipanti e delle caratteristiche interne (es. bias di genere, attitudini verso le donne, comunion e agency dei partecipanti), che sono stati integrati in un nuovo path model che è stato testato nei tre studi. I risultati hanno mostrato che la manipolazione del linguaggio in cui sono state presentate le informazioni sui tratti e sulle debolezze ha aiutato solo i candidati donna a migliorare la propria valutazione: le donne controstereotipiche descritte concretamente, così come le donne stereotipiche descritte in modo astratto hanno ottenuto un giudizio più favorevole rispetto agli uomini. Il path model ha rivelato che l'onestà percepita dei candidati svolge un ruolo mediatore nella relazione delle caratteristiche interne dei partecipanti e la valutazione dei candidati.
To examine which factors act together in causing unbalanced percentage of women and men in different job sectors, I focused on the effects of the manipulation of the language in which stereotypical or counterstereotypical applicants’ traits and weaknesses are presented on the evaluation of female and male target applicants. To this end, I conducted three pilot studies and three studies. These effects were tested while considering also the effect of participants’ cognitive process and internal characteristics (e.g., gender bias, attitudes toward women, self-reported communion, and agency), which were integrated into a new path model that was performed along with the three studies. Results showed that manipulating language in which information on traits and weaknesses was presented helped only female applicants to increase their evaluation: Counterstereotypical women concretely described, as well as stereotypical women abstractly described gain more positive evaluation than men. The final path model revealed the perceived honesty of applicants plays the mediating role in the relation of some participants’ internal characteristics with the evaluation of applicants. Theoretical and practical implication have been discussed.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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