Academic literature on the topic 'Valutazione clinica'

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Journal articles on the topic "Valutazione clinica"

1

Giovanni, A., A. Ghio, and A. Mattei. "Valutazione clinica della fonazione." EMC - Otorinolaringoiatria 20, no. 4 (November 2021): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(21)45788-0.

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2

Giovanni, A., and S. de Saint-Victor. "Valutazione clinica della voce." EMC - Otorinolaringoiatria 13, no. 1 (March 2014): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(13)66026-2.

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3

Fava, G., M. Colombo, W. Albisetti, and S. Bartoli. "Inquadramento diagnostico: valutazione clinica." Archivio di Ortopedia e Reumatologia 120, no. 1 (July 2009): 5–7. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-009-0018-7.

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4

Christe, G., A. Vaswani, and P. Balthazard. "Valutazione clinica e funzionale dell’anca." EMC - Medicina Riabilitativa 25, no. 3 (June 2018): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(18)91457-4.

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5

Capone, A., D. Podda, and F. Ennas. "Valutazione clinica nella coxalgia dell’adulto." LO SCALPELLO-OTODI Educational 24, no. 3 (December 2010): 142–48. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-010-0076-0.

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6

Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo, and Paolo Miragoli. "Capitolo 3: Bibliografia ragionata della Scala HoNOS." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 15–32. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000204.

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Abstract:
Scopo della ricerca descritta in questo articolo era la validazione della HoNOS in un comune contesto clinico. 115 pazienti sono stati valutati da keyworkers (operatori di riferimento, generalmente infermieri ma anche operatori sociali) che utilizzavano la HoNOS e da ricercatori che utilizzavano altri strumenti di confronto (SCAN, SBS, SRPS, scelti in quanto dettagliati, standardizzati e in parte sovrapponibili nel contenuto alla HoNOS) e successivamente compilavano la HoNOS, alla luce di queste informazioni supplementari. Tutte le valutazioni sono state ripetute dopo 6 settimane. Sono stati effettuati confronti tra i punteggi HoNOS ottenuti dai keyworkers e dai ricercatori; questi sono stati inoltre confrontati con i punteggi ottenuti con gli strumenti di riferimento. Ciò ha evidenziato una mediocre performance della HoNOS compilata da keyworkers, in relazione sia alla valutazione da parte dei ricercatori, sia agli strumenti di confronto; la performance era peggiore considerando il cambiamento dei punteggi tra le due successive valutazioni come misura di esito. Riguardo alla performance dei singoli items, più problematici risultavano essere 1'8 (Altri problemi mentali e comportamentali), il 4 (Problemi cognitivi), il 7 (Problemi relativi a umore depresso) e il 12 (Problemi relativi a attività occupazionali) che, se confrontati con gli items equivalenti degli altri strumenti citati, rivelavano una correlazione molto bassa; la correlazione non era comunque in generale elevata, tranne che per il sub-punteggio “Funzionamento sociale”. I risultati di questo studio indicano che la HoNOS non offre una buona valutazione dei sintomi ma fornisce prestazioni migliori come misura di funzionamento sociale. Le difficoltà relative agli items sopra citati sono dovute probabilmente al fatto che ognuno di essi valuta fenomeni e circostanze differenti; questa caratteristica rende lo strumento più conciso ma viene persa la precisione della valutazione. Il valore limitato delle valutazioni HoNOS fatte dai key worker dipenderebbe dal fatto che non sempre le due valutazioni (iniziale e follow-up) venivano fatte dalla stessa persona (a differenza che per i ricercatori), dalla scarsa preparazione dei keyworkers che si evidenziava soprattutto nella valutazione dei sintomi e infine dalla minore disponibilità di informazioni rispetto ai ricercatori. Nel complesso l'uso della HoNOS come misura di routine della condizione clinica nei servizi psichiatrici risulta problematica; la sua performance appare correlata al training e all'esperienza dei keyworkers. Tuttavia gli autori ritengono che questo strumento possa essere utile allo scopo di diffondere una cultura di valutazione nei servizi di comunità; propongono che venga migliorato il training dei keyworkers e che esso comprenda sia aspetti generali relativi alla valutazione dello stato mentale e sociale dei pazienti, sia aspetti specifici riguardanti la compilazione della HoNOS; ritengono inoltre che debbano essere fatti ulteriori miglioramenti alla struttura di questo strumento di valutazione.
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7

Chatrenet, Y. "Valutazione clinica e funzionale del ginocchio." EMC - Medicina Riabilitativa 20, no. 2 (June 2013): 1–17. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)64503-4.

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8

Villeneuve, A. "Tumori del corpo tiroideo: epidemiologia, clinica, valutazione." EMC - Otorinolaringoiatria 21, no. 3 (August 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(22)46875-9.

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9

Srour, F., C. Dumontier, M. Loubière, and G. Barette. "Valutazione clinica e funzionale della spalla dolorosa." EMC - Medicina Riabilitativa 20, no. 4 (December 2013): 1–21. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)66028-9.

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10

Gandini, Loredana, and Andrea Lenzi. "Spermiogramma: dalla corretta esecuzione alla valutazione clinica." L'Endocrinologo 5, no. 3-4 (September 2004): 71–78. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344496.

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Dissertations / Theses on the topic "Valutazione clinica"

1

Cartolano, Carola <1981&gt. "Valutazione clinica della vitalità del neonato e valutazione istologica della placenta nella specie canina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7648/1/Cartolano_Carola_tesi.pdf.

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Abstract:
La placenta è stata descritta come il "diario di vita intrauterina" e ha il potenziale per chiarire molti aspetti del periodo pre- e post-natale. La presente inchiesta mira a studiare e descrivere aspetti patologici macroscopici e istologici di placente canine a termine gravidanza, con le relative correlazioni clinico-patologiche tra i risultati placentari e outcome neonatale. Lo scopo di questo studio è stato applicare, per la prima volta nella specie canina, tecniche di analisi d'immagine (ImagJ) per andare a valutare alcuni aspetti istologici placentari, in particolare la microvascolarizzazione placentare. Lo studio ha anche lo scopo di verificare se queste modificazioni placentari possano influenzare lo stato di salute del cucciolo, nonché mettere in relazione parametri clinici del cucciolo, quali Apgar score, temperatura, glicemia e lattatemia a tempo zero e a due ore dalla nascita , tra di loro e con il tipo di parto svolto (spontaneo, cesareo d’urgenza e cesareo programmato). Sono rientrati nello studio dati clinici e materiale istologico placentare raccolto da 33 cagne e 144 cuccioli nel periodo gennaio 2013 - dicembre 2015. Ne è emerso che la placenta è un organo plastico e adattabile che risente “dell’effetto dimensione cucciolata” con aumento della densità capillare nelle placente più piccole ottenute in cucciolate più numerose. L’influenza delle lesioni istologiche lobulari sull’outcome del neonato sono da considerarsi irrilevanti, la stessa cosa non si può affermare per le lesioni multilobulari. Pare quanto riguarda i parametri clinici del cucciolo pare siano influenzate dal tipo di parto affrontato. Infatti la lattatemia e la temperatura alla nascita risultano essere più alte nel parto spontaneo, la glicemia alla nascita è più alta invece nel parto cesareo programmato. Al contrario, per quanto riguarda l’Apgar score e la sopravvivenza a 24 ore, pare che questi non siano influenzati dai diversi tipi di parto.
Placenta has been described as the "diary of intrauterine life" and it has the potential to clarify many aspects of pre- and post-natal period. The following investigation aims to study and describe the pathological macroscopic and histological aspects of canine placentas at the end of the pregnancy, with the related clinical and pathological correlations between placental findings and neonatal outcome. The purpose of this study was to apply, for the first time in the canine species, an image analysis technique (ImagJ) in order to assess some histological features of placenta, in particular the placental microvasculature. The study also aims to verify if these placental modifications can affect the puppy's health, as well as to correlate the clinical parameters of the newborn, such as Apgar score, temperature, blood glucose and lactate assessed at birth and two hours later, among themselves and with the type of delivery (spontaneous, emergency cesarean and planned caesarean). This study includes clinical data and histological material from placentas collected from 33 bitches and 144 puppies between January 2013 and December 2015. It emerged that placenta is a plastic and adaptable organ that suffers of the "effect of litter size" with an increase of the capillary density in smaller placentas obtained in bigger litters. The influence of lobular histological lesions on the outcome of the puppy should be considered irrelevant, the same cannot be said for multi-lobular ones. Moreover, it seems that the clinical parameters of the puppy are affected by the type of delivery. In fact, lactatemia and body temperature at birth appear to be higher in case of natural delivery, while glycaemia at birth is higher in case of planned caesarean section. On the contrary, it seems that the Apgar score and the survival at 24 hours are not influenced by the different types of birth.
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Cartolano, Carola <1981&gt. "Valutazione clinica della vitalità del neonato e valutazione istologica della placenta nella specie canina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7648/.

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Abstract:
La placenta è stata descritta come il "diario di vita intrauterina" e ha il potenziale per chiarire molti aspetti del periodo pre- e post-natale. La presente inchiesta mira a studiare e descrivere aspetti patologici macroscopici e istologici di placente canine a termine gravidanza, con le relative correlazioni clinico-patologiche tra i risultati placentari e outcome neonatale. Lo scopo di questo studio è stato applicare, per la prima volta nella specie canina, tecniche di analisi d'immagine (ImagJ) per andare a valutare alcuni aspetti istologici placentari, in particolare la microvascolarizzazione placentare. Lo studio ha anche lo scopo di verificare se queste modificazioni placentari possano influenzare lo stato di salute del cucciolo, nonché mettere in relazione parametri clinici del cucciolo, quali Apgar score, temperatura, glicemia e lattatemia a tempo zero e a due ore dalla nascita , tra di loro e con il tipo di parto svolto (spontaneo, cesareo d’urgenza e cesareo programmato). Sono rientrati nello studio dati clinici e materiale istologico placentare raccolto da 33 cagne e 144 cuccioli nel periodo gennaio 2013 - dicembre 2015. Ne è emerso che la placenta è un organo plastico e adattabile che risente “dell’effetto dimensione cucciolata” con aumento della densità capillare nelle placente più piccole ottenute in cucciolate più numerose. L’influenza delle lesioni istologiche lobulari sull’outcome del neonato sono da considerarsi irrilevanti, la stessa cosa non si può affermare per le lesioni multilobulari. Pare quanto riguarda i parametri clinici del cucciolo pare siano influenzate dal tipo di parto affrontato. Infatti la lattatemia e la temperatura alla nascita risultano essere più alte nel parto spontaneo, la glicemia alla nascita è più alta invece nel parto cesareo programmato. Al contrario, per quanto riguarda l’Apgar score e la sopravvivenza a 24 ore, pare che questi non siano influenzati dai diversi tipi di parto.
Placenta has been described as the "diary of intrauterine life" and it has the potential to clarify many aspects of pre- and post-natal period. The following investigation aims to study and describe the pathological macroscopic and histological aspects of canine placentas at the end of the pregnancy, with the related clinical and pathological correlations between placental findings and neonatal outcome. The purpose of this study was to apply, for the first time in the canine species, an image analysis technique (ImagJ) in order to assess some histological features of placenta, in particular the placental microvasculature. The study also aims to verify if these placental modifications can affect the puppy's health, as well as to correlate the clinical parameters of the newborn, such as Apgar score, temperature, blood glucose and lactate assessed at birth and two hours later, among themselves and with the type of delivery (spontaneous, emergency cesarean and planned caesarean). This study includes clinical data and histological material from placentas collected from 33 bitches and 144 puppies between January 2013 and December 2015. It emerged that placenta is a plastic and adaptable organ that suffers of the "effect of litter size" with an increase of the capillary density in smaller placentas obtained in bigger litters. The influence of lobular histological lesions on the outcome of the puppy should be considered irrelevant, the same cannot be said for multi-lobular ones. Moreover, it seems that the clinical parameters of the puppy are affected by the type of delivery. In fact, lactatemia and body temperature at birth appear to be higher in case of natural delivery, while glycaemia at birth is higher in case of planned caesarean section. On the contrary, it seems that the Apgar score and the survival at 24 hours are not influenced by the different types of birth.
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Addis, A. M. "VALUTAZIONE BIOLOGICA DI NUOVI MATERIALI PER APPLICAZIONI ENDOSSEE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2006. http://hdl.handle.net/2434/182654.

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Abstract:
The in vivo testing provides essential information: biocompatibility hemocompatibility biodegradability reaction device / biomaterial host organism The study regards matrices and scaffolds for regenerative medicine. These implants are subject to the following evaluation: Subcutaneous implantation in vivo first step (polyurethane) Endosseous implant in vivo second step provide qualitative and quantitative study of the properties of a biomaterial applied to surgically created defects in bone (silk, bioactive glass, titanium)
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4

Biserni, Roberta <1965&gt. "Sindrome vestibolare nel cane e nel gatto: valutazione clinica e tomografica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/80/1/tesi_per_pdf.pdf.

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5

Biserni, Roberta <1965&gt. "Sindrome vestibolare nel cane e nel gatto: valutazione clinica e tomografica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/80/.

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6

Sapere, Nadia. "Valutazione di geni implicati nella cardiomiopatia oncocitica mediante sequenziamento genico di nuova generazione." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2013. http://hdl.handle.net/11695/66286.

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Abstract:
La cardiomiopatia oncocitica (HC) è una patologia rara, aritmogena caratterizzata da cardiomegalia, aritmie cardiache gravi, morte improvvisa e presenza di cellule simili agli istiociti nella compagine del miocardio. Colpisce bambini al di sotto dei 2 anni di età, con un rapporto femmine-maschi di 3:1. La prevalenza non è nota ma, ad oggi, sono stati descritti nel mondo meno di 100 pazienti. Clinicamente la malattia può manifestarsi con diversi tipi di aritmia cronica (tachicardia ventricolare e sopraventricolare, fibrillazione atriale e ventricolare e sindrome di Wolff-Parkinson-White) e spesso la morte improvvisa, dovuta ad arresto cardiaco, è un evento comune al momento della prima diagnosi. In questo lavoro è stato studiato un caso di cardiomiopatia oncocitica in una bambina di 16 mesi, affetta da aritmie e disfunzioni progressive del miocardio che hanno richiesto un trapianto cardiaco. L’analisi, mediante sequenziamento genico di nuova generazione (metodo SOLEXA), di 126 geni coinvolti in differenti cardiomiopatie/canalopatie cardiache, ha permesso l’identificazione di due nuove mutazioni potenzialmente patogeniche in due differenti canali ionici: canale del calcio L-type e canale del sodio Na(V)1.5. In particolare, una inserzione nel gene CACNA2D1 (NC_000007.13:g.81603880_81603881insAA), e un polimorfismo a singolo nucleotide nel gene RANGFR (MOG-1) (NP_057576.2:p.Pro155Ser/NC_000017.10:g.8193156C>T); entrambe le varianti non sono mai state descritte prima in letteratura, ma i canali coinvolti sono responsabili della normale contrattilità del miocardio e della velocità di trasferimento del potenziale d'azione. I risultati presentati (clinici, genetici e immunoistopatologici), consentono di comprendere più approfonditamente l’eziopatologia dell’HC e forniscono nuove ipotesi e metodiche innovative per lo studio di geni candidati in questa patologia fatale.
Oncocytic cardiomyopathy (HC) is a rare, arrhythmogenic disorder characterized by cardiomegaly, severe cardiac arrhythmias,sudden death and by the presence of characteristic histiocyte-like cells within the myocardium. It affect infants younger than 2 years of age with a female:male ratio of 3:1. Theprevalence is unknownbut, to date, less than 100 patients in the world have been described. Clinically, the disease may manifest as various types of incessant arrhythmia (supraventricular and ventricular tachycardia, atrial and ventricular fibrillation, and Wolff-Parkinson-White syndrome), and frequently sudden death due to cardiac arrest is a common occurrenceat the time ofinitial diagnosis.This work report a case of oncocytic cardiomyopathy in a 16 months-old girl, with dysrhythmia and progressive myocardial dysfunction requiring cardiac transplantation.The analysis, by next generation sequencing (Solexamethod), of 126genesinvolved in differentcardiomyopathies/channelopathies, has allowedthe identification of twonewpotentiallypathogenicmutationsin twodifferention channels: calcium L-type channelandsodium channelNa(V)1.5. In particular, an insertionin the geneCACNA2D1(NC_000007.13: g.81603880_81603881insAA), andasingle nucleotide polymorphismin the geneRANGFR(MOG-1) (NP_057576.2: p.Pro155Ser/NC_000017.10: g.8193156C>T) were identified; both variantshave neverbeen described beforein the literature, butthe channels involvedare responsible fornormalmyocardial contractilityandaction potential propagation. The results reported here(clinical, genetic and immunohistopathologic), lead to a more understanding about the etiopathology ofHCand providenew approachesandinnovative methodsfor the studyof candidate genes inthisfatal disease.
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7

Specchi, Swan <1983&gt. "Impiego della tecnica ecocontrastografica nella valutazione dell'apparato gastroenterico del gatto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3865/1/specchi_swan_tesi.pdf.

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Specchi, Swan <1983&gt. "Impiego della tecnica ecocontrastografica nella valutazione dell'apparato gastroenterico del gatto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3865/.

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Farina, Emma. "Gold standard per i test di valutazione della capacità motoria in clinica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il Five Times Sit-To-Stand e il Timed Up-and-Go sono due dei test di valutazione della capacità motoria più diffusi. Vengono impiegati nello screening della popolazione anziana per individuare precocemente disfunzioni che possono essere sintomo di fragilità, elevato rischio di cadute o patologie, tra cui demenza, malattia di Parkinson e disturbi vestibolari. Tuttavia, ad oggi non esiste un metodo standard per l’analisi del movimento applicato a questi test e nemmeno per definire e misurare la durata di ogni fase in cui ciascun test si compone. Sviluppare un metodo di riconoscimento standardizzato ed automatico migliorerebbe l’affidabilità dei test e consentirebbe una diagnosi basata su dati oggettivi e specifici rispetto alla sola durata dell’intero task motorio. Il presente lavoro di tesi propone un metodo per quantificare la performance motoria a partire dai dati acquisiti dalla stereofotogrammetria e dalla pedana dinamometrica, strumenti considerati il gold standard nell’analisi del movimento. L’elaborato descrive l’algoritmo sviluppato per identificare gli istanti di transizione tra le diverse fasi dei task motori. Nella parte finale sono presentate le analisi statistiche, svolte sul campione di soggetti che hanno partecipato allo studio, che forniscono dati preliminari per la definizione di un criterio clinico su cui basare la valutazione. Dai risultati dello studio emerge che attraverso questo tipo di analisi è possibile ottenere delle misure affidabili e ripetibili che, se ricavate per un campione rappresentativo della popolazione generale, consentirebbero di definire delle fasce di normalità per valutare la funzionalità motoria considerando l’effetto dei principali fattori confondenti quali età, sesso, altezza e peso. Questo metodo, inoltre, costituisce un gold standard utile per la cross-validazione di altri metodi di analisi del movimento basati su sensori indossabili, utilizzabili al di fuori del laboratorio.
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10

Baraldi, Carlotta <1984&gt. "Valutazione clinica, dermatoscopica e istologica di cheratosi attiniche non responsive a terapie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9255/1/Baraldi_Carlotta_Tesi.pdf.

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Abstract:
Le cheratosi attiniche (CA), conosciute anche come cheratosi solari o neoplasie intraepidermiche cheratinocitarie, sono le neoplasie ad origine dai cheratinociti più comuni. Sebbene le CA siano state storicamente definite "precancerose" o "premaligne", studi istopatologici e molecolari più recenti supportano la loro attuale classificazione come prima fase del carcinoma a cellule squamose (SCC) in situ. Una volta sviluppate, le CA possono seguire uno dei tre diversi percorsi: regressione, persistenza o progressione verso SCC in situ o invasivo sebbene il rischio reale di una singola CA di progredire verso SCC non sia chiaro, le stime variano da un minimo di 0,1% ad un massimo del 20%. Vari studi in letteratura hanno considerato l'aspetto clinico e istologico CA in particolare delle cheratosi attiniche associate a carcinoma a cellule squamose, ma nessun autore ha mai studiato le caratteristiche cliniche, dermoscopiche e istologiche delle CA non responsive a trattamenti specifici (CA-non responder). L’obiettivo primario nel nostro studio è valutare le caratteristiche istologiche di CA (singole o su un campo di cancerizzazione) che nel periodo tra il 01/11/2016 e il 31/10/2018 siano state diagnosticate come CA “non responder” in quanto non responsive ad almeno due trattamenti specifici quali crioterapia, Ingenolo Mebutato, imiquimod, PDT, diclofenac 3%, 5 fluoruracile. Gli obiettivi secondari sono evidenziare le caratteristiche cliniche ed evidenziare l'aspetto della videodermatoscopia delle CA non-responder a due o più terapie. Verranno inoltre valutati i dati clinico-demografici dei pazienti affetti da CA non responder a partire dalle cartelle cliniche dei pazienti (sesso del paziente, età alla diagnosi, fototipo, familiarità per neoplasie dermatologiche, eventuali malattie concomitanti, terapie concomitanti); la sede e le dimensioni dei CA alla diagnosi, il tipo terapia eseguita per la CA.
Actinic keratoses (AKs), also known as solar keratosis or keratinocytic intraepidermal neoplasia, are the most common neoplasms within the continuum of keratinocyte skin cancer. Although AKs have been historically defined as “precancerous” or “premalignant,” more recent histopathologic and molecular studies support their current classification as earliest stage of squamous cell carcinoma (SCC) in situ. Prevalence estimates of AK range between 1% and 44% in the adult population. Skin type and cumulative sunlight exposure are major risk factors for both AK and SCC. Once developed, AK may follow one of three different pathways: regression, persistence, or progression to in situ or invasive SCC. Although the actual risk of an individual AK progressing to invasive SCC is unclear, estimations vary from as low as 0.1% to as high as 20%. Various study in literature have considered the clinical and histological aspect of AK but in particular no author has ever classified clinical, dermoscopical and histological peculiar features of non-responder AK. Our project want to follow up the non-responder AK to understand if there are some characteristics than can predict this comportment and the potential evolution versus SCC. The main objective is evaluated the histological feature of AK (single or on field cancerization) that not responder at least two specific treatment including cryosurgery, Ingenol Mebutate, imiquimod, PDT, diclofenac 3% and 5% fluorouracile. In addition to the primary objective, we will consider the following items: clinical feature of non-responder AK; videodermatoscopy aspect of non-responder AK and we evaluate, if possible, the risk of an individual non responder AK progressing to invasive SCC.
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Books on the topic "Valutazione clinica"

1

Rossella, Bedini, ed. Valutazione meccanica, ultrastrutturale e clinica di ricostruzioni endodontiche eseguite con vari tipi di adesivi smalto-dentinali e perni in fibra di carbonio. Roma: Istituto superiore di sanità, 1998.

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2

Tambone, Vittoradolfo. Valutazione morale dell'uso abortivo e clinico della RU 486. Romae: Pontificia Universitas Sanctae Crucis, Facultas Theologiae, 1999.

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3

Tambone, V. Valutazione morale dell'uso abortivo e clinico della RU 486. Romae: Società editrice universo, 1999.

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4

Valutazione E Gestione Della Violenza Manuale Per Operatori Della Salute Mentale. Springer, 2012.

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5

D'Andrea, Maria Stella. Child abuse. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/alph10.

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Abstract:
La storia dell’infanzia è una storia ininterrotta di abusi e ancora oggi, inorriditi spettatori, assistiamo a episodi raccapriccianti di bambini sottoposti a violenze fisiche e psicologiche, senza percepire la vera portata di una realtà spesso inconfessata. Il fenomeno dell’abuso sui minori è una piaga destinata a restare drammaticamente sommersa se nei professionisti chiamati ad ascoltare e a visitare le giovani vittime mancano la capacità di interpretare le parole e i silenzi, se manca la comprensione delle varie forme con cui la violenza si può manifestare o la disponibilità a condividere percorsi di formazione comuni, multiprofessionali e interistituzionali. È dunque assolutamente indispensabile che i professionisti a cui è richiesto di valutare un sospetto caso di abuso siano in grado di mettere in campo un approccio adeguato e conoscenze specialistiche che possano tutelare i minori, sia a livello clinico che legale; che sappiano contestualizzare ogni segno rilevato alla luce della storia personale della vittima, del suo racconto dei fatti e di una valutazione psicologica approfondita. I segni diagnostici diretti sono infatti spesso esigui, aspecifici se non addirittura assenti, ma il ricordo degli eventi traumatici, seppur rimosso o negato, non può essere cancellato e potrà riaffiorare dolorosamente in qualsiasi momento.
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Book chapters on the topic "Valutazione clinica"

1

Rovaris, Daniele, Stefano Cugno, Valentina Forni, Paola Cuzziol, Enrico Molinari, and Gianluca Castelnuovo. "La valutazione e la misurazione del dolore." In Psicologia clinica del dolore, 57–66. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1469-5_7.

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2

Simon, R. I. "Gestione del rischio basata sulla clinica nei pazienti potenzialmente violenti." In Valutazione e gestione della violenza, 501–10. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_28.

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3

Bellandi, Tommaso. "La valutazione del rischio e l’analisi degli eventi avversi." In Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica, 31–40. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5450-9_4.

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4

Tardiff, K. "La valutazione del rischio clinico di violenza." In Valutazione e gestione della violenza, 3–14. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_1.

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5

Sabbadini, Letizia. "Valutazione e terapia di casi clinici nelle diverse tipologie dei DSL." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 169–94. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_13.

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Buonocore, M., M. Bosia, and R. Cavallaro. "Valutazioni del funzionamento cognitivo “trasferibili” alla pratica clinica: le scale BACS e SCoRS." In La riabilitazione cognitiva della schizofrenia, 59–68. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2802-9_6.

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