Academic literature on the topic 'Valorizzazione della CO2'

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Dissertations / Theses on the topic "Valorizzazione della CO2"

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De, Rogatis Loredana. "Design of nanostructured catalysts for H2 production and CO2 hydrogenation." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2612.

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Abstract:
2006/2007
In a sustainable energy economy, hydrogen will become very important as it is considered one of the key energy carriers in terms of energy content, as fuel for transportation and intermediate in the conversion of renewable energy sources. The aim of this work was the design of novel catalysts for hydrogen production from both methane and methanol- ethanol/water streams. Special interest was also focused on the CO2 hydrogenation reaction, as a potential chemical route to its valorization to mitigate its greenhouse effect. Active catalysts, resistant to the sinterization under severe reaction conditions, were developed through a simple and low cost synthetic route, which was based on the encapsulation of pre-formed Rh nanoparticles into porous oxides. This procedure reduces the mobility of the metal particles at high temperature. The embedded catalysts, tested for the methane partial oxidation, presented higher thermal stability with respect to a reference catalyst obtained by conventional incipient wetness impregnation. In order to obtain a better understanding of the interaction between Rh nanoparticles and the alumina support in the embedded catalysts, an X-Ray Photoelectron Spectroscopy (XPS) study on three model embedded Rh systems was performed. The extension of the embedding approach to Ni/Cu-based systems was also handled. In addition, Ni(x%)Cu(y%)/Al2O3 catalysts with different Ni and Cu contents were synthesized using the conventional impregnation method. All the samples were tested towards the partial oxidation of methane and the steam reforming of methanol and ethanol. Neither copper nor nickel alone supported on alumina appeared as suitable catalysts for ethanol steam-reforming at low temperatures (T < 500 °C). The activity of the bimetallic systems, during the first run-up experiment, is not very different from the monometallic Ni system. Furthermore, the Ni:Cu ratio does not seem to affect the product distribution. Notably, the bimetallic systems show promising catalytic activity in the methanol steam reforming. Finally, the formation of metal alloys between Cu and Ni, after high temperature reduction, leads to a strongly reduction of coke deposition under methane partial oxidation conditions, increasing the life-time of the catalyst. On Ni(x%)Cu(y%)/Al2O3 samples, CO2 hydrogenation was also investigated. All catalysts did not show the ability to activate the CO2 molecule, as well as the corresponding unsupported systems. No CO was observed if hydrogen was not introduced into the stream. These results are in good agreement with the data obtained on Ni single crystal (Ni(110)), under UHV conditions. In this case, stable hydrogenation intermediates/products were observed during the reaction by means of X-Ray Photoelectron Spectroscopy (XPS), Temperature Programmed Desorption (TPD) experiments and High Resolution Electron Energy Loss Spectroscopy (HREELS) in the -180/230 °C temperature range. The evolution of the surface species and concentrations as a function of the annealing temperature were examined. This work was supported by parallel DFT calculations, in order to model both experimentally and theoretically the CO2 hydrogenation reaction.
In vista di uno sviluppo energetico sostenibile, l’idrogeno diverrà molto importante in quanto è considerato uno dei vettori energetici chiave in termini di contenuto energetico, quale combustibile per celle a combustibile nel settore dei trasporti e quale intermedio nella conversione delle fonti rinnovabili. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di sviluppare nuovi catalizzatori per la produzione di idrogeno sia a partire da metano che da soluzioni metanolo-etanolo/acqua. Particolare attenzione è stata anche rivolta alla reazione di idrogenazione della CO2, quale potenziale via chimica per la valorizzazione della molecola e strumento per mitigare l’ effetto serra legato alle emissioni antropiche di anidride carbonica. Sono stati sviluppati catalizzatori attivi e resistenti alla disattivazione che altrimenti avviene normalmente durante le drastiche condizioni di reazione. Attraverso una metodologia di sintesi semplice e a basso costo, sono state inglobate nanoparticelle di Rh pre-formate all’interno di un ossido poroso, al fine di ridurre la mobilità ad alta temperatura delle particelle di metallo e quindi di prevenire la sinterizzazione della fase attiva. I catalizzatori così preparati (Rh(1%)@Al2O3) e testati nell’ossidazione parziale del metano, hanno mostrato una stabilità termica superiore rispetto all’analogo sistema preparato mediante la classica tecnica di impregnazione. Al fine di comprendere meglio l’interazione delle nanoparticelle di Rh con il supporto nei sistemi embedded, è stato condotto uno studio mediante spettroscopia di fotoemissione (XPS) su tre sistemi modello. E’ stata studiata la possibilità di estendere tale approccio a metalli non nobili, quali Ni e Cu. Per confronto, sono stati sintetizzati mediante classica impregnazione, catalizzatori Ni(x%)Cu(y%)/Al2O3 con contenuto di Ni e Cu differente. Sono state studiate le reazioni di steam reforming del metanolo e etanolo, e di ossidazione parziale del metano. Sia il rame che il nichel supportati su Al2O3 non si sono dimostrati dei catalizzatori adatti per lo steam reforming dell’etanolo a bassa temperatura (T < 500 °C). Inoltre, l’attività dei sistemi bimetallici non risulta apprezzabilmente differente da quella dei corrispondenti campioni monometallici. Il rapporto molare Ni:Cu non sembra influenzare la distribuzione dei prodotti. L’attività dei sistemi bimetallici si è invece dimostrata promettente nel caso dello steam reforming del metanolo. La formazione di una lega tra Ni e Cu in seguito a riduzione ad alta temperatura, riduce la formazione di coke durante l’ossidazione parziale del metano, portando a un significativo miglioramento del tempo di vita del catalizzatore. E’ stata infine studiata l’idrogenazione della CO2 sui campioni Ni(x%)Cu(y%)/Al2O3. Tutti i campioni non si sono mostrati abili nell’attivare la molecola. Analogo comportamento è stato riscontrato sui corrispondenti sistemi non supportati. Infatti, non si osserva alcun prodotto di reazione / decomposizione a bassa / media temperatura a meno che l’idrogeno non sia contemporaneamente presente. Tali risultati sono in perfetto accordo con i dati ottenuti sulla superficie di un cristallo singolo Ni(110) in condizioni di ultra alto vuoto. In questo caso, stabili intermedi di idrogenazione sono stati individuati durante la reazione tramite la spettroscopia di fotoemissione (XPS), il desorbimento a temperatura programmata (TPD) e la spettroscopia vibrazionale (HREELS) nell’intervallo di temperatura -180/230 °C. L’evoluzione delle specie coinvolte e la loro concentrazione in funzione della temperatura è stata anche analizzata. Questo lavoro è stato supportato da calcoli DFT al fine di modellizzare sia sperimentalmente che teoreticamente la reazione di idrogenazione della CO2.
XX Ciclo
1979
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2

PESENTI, Pietro Mario. "Integrazione, Inclusione e Personalizzazione nella scuola. Dall’analisi teorico-pratica a 40 anni dalla Legge n.118/1971 alle prospettive per la valorizzazione delle capacità delle persone disabili. Una ricerca nella provincia di Bergamo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28665.

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Abstract:
Quale è il volto dell’integrazione scolastica in Italia nella cornice del dibattito europeo sulla disabilità e nel quadro dei modelli teorico-concettuali che l’hanno storicamente spiegata? Quali sono le caratteristiche dell’integrazione nelle scuole italiane a 40 anni dalla Legge n. 118/1971, che ha sancito la piena partecipazione di tutti nel sistema educativo di istruzione e di formazione senza prevedere per gli studenti disabili percorsi separati da quelli ordinari, così come di recente è stato sottolineato dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (13/12/2006)? Due ricerche quantitative condotte nella provincia di Bergamo, all’interno dello scenario tracciato dalle più recenti indagini nazionali, offrono una risposta. Grazie ai pareri di 1485 professionisti scolastici (632 insegnanti di scuole statali e 103 docenti di scuole paritarie nell’anno scolastico 2010-2011 e 750 docenti di scuole statali nell’anno scolastico 2011-2012) è possibile avere un significativo spaccato della realtà scolastica odierna. I risultati della ricerca consentono di cogliere anche alcune prospettive per la valorizzazione delle capacità delle persone disabili, che non coincidono con l’individuazione di “strumenti nuovi”, ma con modi non ancora del tutto esplorati di avvicinarsi alla sfera della disabilità e di affrontare l’integrazione scolastica delle persone disabili. A tal proposito sono state assunte l’integrazione, l’inclusione e la personalizzazione come chiavi di lettura per cogliere e capire la “via italiana” dell’integrazione scolastica. Le conclusioni sottolineano l’importanza di attuare una piena valorizzazione delle capacità delle persone disabili, nel quadro di una prospettiva di personalizzazione, in linea con quanto dice la Costituzione italiana quando parla della necessità di garantire a tutti il “pieno sviluppo della persona umana” (art. 3, comma 2). Oggi si tratta di fare differenze per fare integrazioni, perché è in gioco non solo l’integrazione dell’allievo disabile, ma anche quella di tutti.
What does integration in Italian schools look like within the framework of the European debate on disability and in the light of the conceptual models aimed at explaining its historical development? What are the characteristics of integration in Italian schools 40 years after the introduction of Law No. 118/1971, which provided for the participation of every individual in the Italian education and training system rejecting the idea of a separate and different education for children with disabilities, as was recently stressed also by the UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities (13/12/2006)? Two quantitative surveys conducted in the province of Bergamo, in the light of most recent national studies, attempt to give an answer to these questions. Thanks to the opinions of 1,485 professionals in schools (632 teachers in state schools and 103 teachers of private schools in the school year 2010-2011 and 750 teachers from state schools in the school year 2011-2012) the research provides a significant insight of the situation in schools today. The research also aims at identifying a number of ways that could contribute to promoting the capabilities of people with disabilities. These are not merely “new tools”, but rather a completely new approach to disability and to school integration of disabled people. In this regard the notions of integration, inclusion and personalised learning have been taken as key concepts to better understand the approach adopted in Italy in terms of school integration. The analysis highlights the importance of implementing a new approach that could enhance the capabilities of people with disabilities, as part of a fully personalized educational pathway, in line with the Italian Constitution that provides for the need to ensure the “full development of the human person” (Art. 3, par. 2). It is necessary to take account of individual differences to promote integration, because at stake is not only the integration of students with disabilities, but also of us all.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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Books on the topic "Valorizzazione della CO2"

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Torricelli, Maria Chiara, ed. ES-LCA e patrimonio naturale. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-803-3.

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Abstract:
La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse ecologiche e naturali, la valorizzazione sostenibile degli spazi urbani e rurali rappresentano per le società del terzo millennio degli incontestabili paradigmi etici e delle ineludibili realtà con le quali confrontarsi. Alla tutela ambientale si sono affiancati obiettivi più ampi, connessi alla fruizione dei contesti territoriali, in un’ottica di conservazione attiva, e si sono modificate le strategie di intervento in funzione della valorizzazione di risorse e contesti, nonché dello sviluppo delle specificità del territorio stesso. L’analisi di sostenibilità, come strumento per monitorare, reinterpretare, sviluppare e valorizzare un territorio, e in particolare il suo patrimonio naturale, è il tema di questo libro che riporta i risultati di una ricerca condotta da un gruppo interdisciplinare che ha condiviso l’approccio Life Cycle. L’approccio del Ciclo di Vita – che si sta evolvendo verso una metodologia in grado di recepire la dimensione locale oltre a quella globale, la scala macro e meso oltre a quella del prodotto, la dimensione sociale oltre a quella ambientale ed economica – può essere appropriato e praticabile nell’analisi di sostenibilità di un territorio? A questa domanda, in particolare circoscritta ad aspetti ambientali, di biodiversità e di accessibilità ambientale-spaziale, il libro intende dare una risposta sia sul piano teorico, sia con l’applicazione ad un caso studio: il territorio in cui è inserito il Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli in Toscana. Il libro fornisce un quadro delle fasi di analisi e degli indicatori che le supportano e ne documenta l’applicazione a diverse scale nel contesto del Parco.
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Giannini, Raffaello, ed. Il vino nel legno. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-897-2.

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Abstract:
I boschi hanno fornito e forniscono prodotti e servigi essenziali per la sopravvivenza della popolazione umana che possono identificarsi in valori di uso diretto e indiretto. Il volume presenta le strategie di gestione tese ad associare l’uso sostenibile degli ecosistemi forestali con la valorizzazione dei prodotti della filiera foresta-legno attraverso informazioni puntuali sulle caratteristiche e sulla ‘disponibilità’ reale della produzione della massa legnosa dei boschi presenti nel territorio del Chianti Classico, con interesse per quella dei soprasuoli di castagno e di quelli a prevalenza di roverella. Particolare attenzione è stata dedicata alla produzione di doghe per vasi vinari volendo riproporre una tradizione antica di specificità del territorio chiantigiano.
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Bertelé, Matteo. Pavel Florenskij tra Icona e Avanguardia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-350-2.

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Abstract:
La figura e il pensiero di Pavel Florenskij (1882-1937), il ‘Leonardo da Vinci russo’, godono da tempo di grande attenzione nel nostro Paese. Lo confermano gli atti del convegno internazionale promosso nel 2012 dal Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell’Università Ca’ Foscari Venezia, quando studiosi provenienti da Italia, Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ragionato sul fondamentale contributo offerto dal pensatore russo allo studio e alla valorizzazione della cultura figurativa russa dalle origini fino alla contemporaneità d’allora, con una particolare attenzione verso le sue forme espressive più genuine come l’Icona e l’Avanguardia storica. Il volume presenta le riflessioni critiche di quegli autorevoli studiosi, qui raccolte nelle rispettive lingue madri, all’insegna, secondo lo spirito della lezione florenskiana, di una stimolante intertestualità linguistica, disciplinare e metodologica.
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Gisotti, Maria Rita, ed. Progettare parchi agricoli nei territori intermedi. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-780-7.

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Abstract:
Negli ultimi anni numerose riflessioni hanno insistito sull’importanza dei parchi agricoli come strumenti in grado di contribuire alla ricreazione di rapporti di reciprocità tra urbano e rurale, giocati sulla valorizzazione della loro prossimità. I parchi possono inoltre costituire l’occasione per sperimentare nuove forme di progettualità alla scala territoriale, orientate verso la costruzione di scenari unitari e coerenti sul piano morfologico, funzionale, ambientale. Il volume offre una riflessione su questi temi restituendo gli esiti di un’esperienza di progettazione che ha coinvolto la scuola territorialista di Empoli (CdL in Pianificazione della Città e del Territorio) e quella dell’ingegneria territoriale di Clermont Ferrand (AgroParisTech ENGREF). Gli scenari che ne sono derivati operano una sintesi tra questi due approcci, integrando l’interpretazione patrimoniale con i processi di diagnostic territorial e con la costruzione di territorialità condivise.
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Cresci Marrone, Giovannella, Giovanna Gambacurta, and Anna Marinetti. Il dono di Altino. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-380-9.

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Abstract:
In questo volume colleghi e amici rendono omaggio a Margherita Tirelli, archeologa, curiosa e vivace interprete di un metodo archeologico che ha improntato una stagione particolarmente florida di scavi, scoperte, studi e iniziative non superficiali di valorizzazione. Ad Altino, quale progenitrice di Venezia, Margherita Tirelli ha dedicato e dedica la sua attenzione ininterrotta, dagli scavi fino alla delicata transizione verso la nuova prestigiosa sede museale. In questa prospettiva, la studiosa ha sviluppato una proficua collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, concretizzata in una convenzione di studi e ricerche e in sei convegni di studi altinati, volti ad approfondire svariate tematiche: dal funerario, al sociale, al sacro. Lo spettro diacronico dei suoi interessi archeologici, storici ed epigrafici trova riscontro nell’articolazione dei contributi che le sono qui dedicati: dalla cultura dei Veneti antichi alle tematiche della romanità, fino a una specifica attenzione sulla produzione vetraria. Il volume si chiude con un lavoro sul vetro di età ‘storica’, argomento che vede ancora oggi in lei una figura di riferimento nella realtà veneziana, e uno dedicato alle scelte dell’allestimento museale, un tema di comunicazione in cui ha saputo coniugare con i suoi collaboratori eleganza ed efficacia.
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Pellegrini, Stefania. Da 25 anni "La mafia restituisce il maltolto". Bologna University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/979-12-5477-133-4.

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Abstract:
La strategia di intervento patrimoniale da parte dello Stato nei confronti delle risorse illecitamente accumulate si conferma essere lo strumento di maggiore incisività nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso e non solo. Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati rappresenta il mezzo attraverso il quale lo Stato realizza i valori della giustizia sociale e restituisce ai territori una ricchezza depurata che diventa fonte di opportunità e presidio di legalità. Il testo, prodotto nell’ambito della collaborazione fra la Regione Emilia-Romagna in attuazione del T.U. Legalità e Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, si propone di offrire uno spaccato su storie, procedure, buone prassi e modelli progettuali sperimentati con successo sui beni sequestrati e confiscati. L’analisi è tratta dalle tesi di cinque diplomati al Master universitario di II livello in “Gestione e riutilizzo di beni sequestrati e confiscati. Pio La Torre”, che da dieci anni realizza una formazione altamente specializzata rivolta ai soggetti che a vario titolo si occupano di una delle fasi che conduce alla valorizzazione dei beni confiscati. Stefania Pellegrini è Professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, docente di corsi di Sociologia del diritto, Mafie e Antimafia, Etica delle professioni e Sociologia dei processi economici e dinamiche del lavoro. Direttore del Master Universitario di II livello in “Gestione e riutilizzo di beni sequestrati e confiscati. Pio la Torre” e della Summer School “Lavoro e Legalità”.
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Tordini Cagli, Silvia. Principio di autodeterminazione e consenso dell'avente diritto. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg238.

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Abstract:
La tematica del consenso dell’avente diritto viene affrontata con particolare riferimento al fondamento, alla collocazione sistematica e ai limiti di efficacia di questo istituto, attraverso un percorso che coinvolge profili di diritto costituzionale, di filosofia morale e di criminologia, oltre, che, naturalmente, più prettamente penalistici. Il riconoscimento di una rilevanza alla volontà della vittima nell’ambito dell’ordinamento penale non è un dato di immediata evidenza, essendo il diritto penale ramo del diritto pubblico caratterizzato da un rapporto di subordinazione del singolo allo Stato; ciononostante il consenso ha sempre avuto un ruolo nella determinazione della responsabilità penale. Negli attuali ordinamenti democratici, soprattutto con l’entrata in vigore delle Costituzioni repubblicane, si riscontra una tendenza ad una sempre maggiore valorizzazione della libertà di autodeterminazione del soggetto in relazione alla gestione dei propri beni e/o diritti. Affrontare la questione del fondamento del consenso dell’avente diritto e della sua efficacia nell’ambito del diritto penale significa interrogarsi sul fondamento e sui limiti del diritto di autodeterminazione, essenza del consenso stesso. Poter individuare un fondamento costituzionale del diritto di autodeterminazione significa, oggi, garantire la massima estensione al consenso dell’avente diritto. È in questa ottica che si snoda il percorso di approfondimento seguito dall’autrice, al fine di ampliare l’alveo dei diritti disponibili, con un rifiuto netto del principio del c.d. paternalismo (forte) quale criterio di legittimazione dell’intervento penale e negazione, dunque, della legittimità di una tutela (penale) dell’individuo "da se stesso". Silvia Tordini Cagli è attualmente ricercatore di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna. È altresì titolare dell’insegnamento di Diritto penale generale e del lavoro nell’ambito del corso di laurea per Consulente del lavoro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Parma ed è stata titolare di assegno di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si segnala: "Peculato e malversazione", voce in Digesto delle discipline penalistiche , vol. IX, Torino, 1995, 334 ss.; Condotta della vittima ed analisi del reato , in "Rivista italiana di diritto e procedura penale", 2000, 3, 1148 ss.; "La rilevanza penale dell’eutanasia tra indisponibilità della vita e principio di autodeterminazione", in Nuove esigenze di tutela nell’ambito dei reati contro la persona , a cura di S. Canestrari e G. Fornasari, Bologna, 2001; "Delitto preterintenzionale e principio di colpevolezza", in Casi e materiali di diritto penale , Parte generale, vol. I, a cura di A. Cadoppi, S. Canestrari, Milano, 2002; "Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale?", in Medicina, bioetica e diritto , a cura di P. Funghi e F. Giunta, Pisa, 2005, 265 ss.; "Consenso dell’avente diritto", voce in Il Diritto , Enc. Giur. del Sole 24 ore, 2007, vol. III.
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Il Friuli e le cucine della memoria per un contributo alla cultura dell'alimentazione: Recupero e valorizzazione delle tradizioni alimentari con la Restaurazione, 1815-1848. Udine: Forum, 1999.

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Conference papers on the topic "Valorizzazione della CO2"

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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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Carallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha riguardato la progettazione di una greenway nel territorio comunale di Anzio e Nettuno al fine di comprendere come le aree verdi periurbane acquisiscono un ruolo di primaria importanza nell’ambito di attività di pianificazione territoriale. Esse infatti, in qualità di aree multifunzionali, consentono di innescare processi di riequilibrio dei flussi turistici e valorizzazione delle aree urbane. L’obiettivo principale del progetto si è concentrato sulla definizione di un’interazione dinamica tra sistemi sociali ed economici e sistemi ambientali basata su una funzione territoriale compatibile con gli obiettivi di tutela e delle risorse intendendo il territorio come substrato del processo di sedimentazione di valori storici, culturali e sociali. This research project focused on the design of a greenway in the municipality of Anzio and Nettuno in order to understand how green peri-urban areas acquire a role of primary importance within the activities of a territorial planning. As a matter of fact these multifunctional areas allow to trigger processes aimed at balancing tourist flows and enhancing urban areas. The project aims at defining a dynamic interaction between socio-economic and environmental systems based on a territorial function compatible with the objectives of protection of resources, being territory a substrate of the process of settling of historical, cultural and social values.
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