Journal articles on the topic 'Uso di oggetti'

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Pizzocaro, Silvia. "Retorica dell’artefatto concreto. Per un design di prodotto incardinato su uso, identità tangibile, stratificazione di senso." i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (December 5, 2019): 255. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7108.

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Abstract:
Nella nostra quotidianità è enormemente cresciuto l’impatto delle tecnologie presenti nei prodotti materiali e distribuite all’interno di prodotti/sistemi/servizi immateriali. Oggetti legati a tecniche semplici o complesse esistono da sempre, ma da circa tre decadi a questa parte si assiste da una parte alla pervasività dei prodotti ad alto contenuto tecnologico, ostentativi e iperprestazionali, dall’altra alla apparente riduzione del sostrato fisico a favore di un’aumentata componente immateriale e virtuale. Tuttavia la nostra contemporaneità, pur nel dilagante rimando al virtuale, non ha rinunciato per nulla alla fisicità di cose e prodotti. All’interno di un assetto disciplinare del design esteso e frammentato, ci si propone l’obiettivo di riannodare il filo di un possibile discorso intorno alla concretezza tangibile degli oggetti, indirizzandolo in particolare alla costruzione di pedagogie rivolte agli studenti progettisti. Da qui la selezione in particolare dei temi dell’uso, dell’identità tangibile dei prodotti, della sostanza di cui sono fatti, intesa nel duplice senso di sostrato materico e di stratificazione di senso.
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Cubberley, A. L., J. A. Lloyd, and P. C. Roberts. "Testa and Clibani: The Baking Covers of Classical Italy." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 98–119. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009570.

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Abstract:
TESTA E CLIBANI: LE TEGLIE DA FORNO NELL'ITALIA CLASSICAIn questo articolo si esaminano nel dettaglio due elementi di grande importanza nell'utensileria da cucina di epoca romana, il “testum” ed il “clibanus”. Le testimonianze letterarie suggeriscono per i termini “testum” e “clibanus” una forte sovrapposizione, tanto da far pensare. che essi definiscano in realtà il medesimo oggetto — la teglia da forno.Attingendo a recenti dati archeologici si può tentare di caratterizzare tipologicamente le teglie da forno in terracotta, ponendo in rilievo la loro forma estremamente tipica. Questo facilita l'identificazione di esempi da altri siti, spesso raggiunta attraverso il riordino del vasellame, ed indica il vastissimo uso delle teglie da forno in gran parte della penisola italiana, in tutti i contesti socioeconomici. Si propone qui una tipologia provvisoria fornita di riferimenti cronologici.Cambiamenti nelle forme e nelle dimensioni di questo tipo di vasellame sono posti in evidenza e discussi, così come si nota l'apparente declino che esso sembra aver subito, a partire dalla fine del I sec. d.C, in alcune aree geografiche. Il declino sembrerebbe almeno in parte essere stato causato da un accresciuto uso di oggetti di questo tipo in ceramica maggiormente raffinata.Si ricorda infine che nell'articolo vengono enumerati diversi potenziali terreni di applicazione dello studio delle teglie da forno.
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Scuro, Rachele. "Pratiche dello scambio nella Terraferma veneta rinascimentale: il ruolo dei beni denaro-equivalenti nel mercato del credito urbano e agrario." CHEIRON, no. 1 (April 2021): 142–66. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001007.

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Abstract:
L'articolo confronta l'impiego dei beni denaro equivalenti nel mercato del credito urbano e agrario della Terraferma Veneta rinascimentale, attraverso i casi della città di Vicenza e del centro minore di Bassano. Per entrambi sia il mercato del credito regolamentato che ufficioso si basavano su oggetti e materie prime. Da un lato i prestatori ebrei fon-davano i loro guadagni su una vantaggiosa stima dei pegni e l'essere ripagati in merci. Dall'altro, la parte cristiana cui era vietata la pratica usuraria, utilizzava forme di credito mascherato basate sul possesso della terra e la rendita. Entrambi provano come i profitti scaturissero da un sapiente uso del baratto, che si dimostra un mezzo efficiente in un contesto in cui l'indebitamento era strutturale, diffuso e aiutava la creazione di "denaro virtuale" e investimenti.
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Possemato, Tiziana. "Entity modeling." JLIS.it 13, no. 3 (September 15, 2022): 12–28. http://dx.doi.org/10.36253/jlis.it-481.

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Abstract:
In questo lavoro tratteremo il tema delle entità intese come oggetti del mondo reale (real-world object) e di come questo concetto sia utilizzato nell’ambito dell’entity modeling, quel processo di identificazione e modellamento delle entità che tanta parte occupa nei progetti di conversione dei cataloghi in linked open data. L’aiuto alla comprensione di cosa questo concetto esprima nell’ambito dell’universo bibliografico ci viene dalla programmazione orientata agli oggetti, che introduce il concetto di modellamento e gestione di un “oggetto” definendone uno stato e un comportamento. Ma per modellare un oggetto è necessario identificarlo e questo processo deve avvenire, spesso, trattando quantità imponenti di dati, non necessariamente omogeneamente strutturati: l’Entity Resolution è questo insieme di processi macchina che cerca di risolvere le ambiguità date dalla disomogeneità delle descrizioni riferibili alla medesima entità. L’adozione di queste pratiche, in ambito bibliografico, muove ancora l’orizzonte dell’azione catalografica, che già si era esteso verso la più generale metadatazione, verso quel web di dati che impone un nuovo modo di intendere gli oggetti e di trattarli: l’entity modeling si annuncia come il terzo passaggio generazionale nella gestione del dato bibliografico.
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Ferroni, Roberta, and Marilisa Birello. "L’insegnamento dei segnali discorsivi allora, dunque e beh: riflessioni metapragmatiche di studenti di italiano LS." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 125–49. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.73212.

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Abstract:
Questo studio descrive un percorso didattico incentrato sui segnali discorsivi allora, dunque, beh e analizza le riflessioni metapragmatiche di studenti d’italiano LS nello sviluppo di attività interattive in cui viene chiesto loro di usare questi segnali discorsivi. Si tratta di un’indagine longitudinale svolta fra apprendenti d’italiano di livello A1-A2. Il materiale utilizzato in classe usa un sillabo task-based ed è proveniente dal manuale Al Dente 1. Ogni unità include una sezione specifica dedicata ai segnali discorsivi fin dal livello A1. I risultati mostrano che le attività di presentazione, riconoscimento e riflessione associate ad attività di produzione guidata e libera favoriscono il riconoscimento dei valori, delle funzioni e degli usi dei segnali allora, dunque, beh e inducono gli studenti a riflettere sui segnali discorsivi oggetto di studio. Inoltre, durante l’evolversi delle varie fasi del corso, gli studenti recuperano i segnali per aprire il turno, che sono stati trattati in precedenza e che non sono più oggetto di studio, fino a farne un uso fluente nella pratica libera.
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Garlati, Loredana. "Alle origini della prova scientifica: la scuola di polizia di Salvatore Ottolenghi." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 883. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.597.

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Abstract:
Il saggio ripercorre le tappe che portarono alla nascita della Scuola di polizia scientifica (poi Scuola superiore a partire dal 1925), grazie all’opera di Salvatore Ottolenghi. La Scuola, istituita a Roma nel 1902, si proponeva di insegnare sia ai funzionari di pubblica sicurezza che a quelli della polizia giudiziaria un metodo scientifico per assolvere al meglio le proprie funzioni: nell’un caso la prevenzione dei reati, nell’altro fornire all’autorità giudiziaria dati “oggettivi” ai fini dell’accertamento della verità processuale. L’analisi è l’occasione per aprire uno squarcio su un periodo culturalmente vivace e di fideistico entusiasmo verso le cd. scienze ausiliarie (l’antropologia, la psicologia, la medicina legale, la statistica etc.), che irrompono sulla scena del processo penale, grazie anche all’impulso della Scuola positiva. Oggetto di attenzione sarà in particolare l’antropometria, messa a punto da Bertillon, e la dattiloscopia, grazie anche agli studi dell’italiano Gasti. Siamo agli albori della prova scientifica, che allora, come oggi, interroga sul ruolo del giudice, sulla legittimità dell’uso di pratiche tacciate di invasività e violazione dei diritti della persona, sul rapporto tra scienza e diritto e tra prova scientifica e discrezionalità (o libero convincimento) del giudice.
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Eagle, Morris N. "Perché abbiamo bisogno degli oggetti? Uno studio di psicoanalisi comparata." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2014): 577–96. http://dx.doi.org/10.3280/pu2014-004002.

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Pansardi, Pamela. "IL CONCETTO DI LEGITTIMITÀ: FRA TEORIA E RICERCA EMPIRICA." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 103–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.563.

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Abstract:
Il concetto di legittimità è senza dubbio uno dei più diffusi ed ambigui del linguaggio politico. L’attribuzione di legittimità ad un certo oggetto politico (il potere politico, un’istituzione politica, un dato sistema politico) sembra consistere in un’attribuzione di valore positivo a quello stesso oggetto. tuttavia, all’interno della letteratura sulla legittimità, non sembra esservi accordo su quale proprietà (o insieme di proprietà) un certo oggetto debba presentare per essere considerato legittimo.
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Carbonai, Davide. "Valutare il networking. Note di studio sul partenariato sociale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043003.

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Abstract:
Le pratiche di partenariato si definiscono anche nell'insieme delle relazioni che intercorrono tra attori sociali, nella condivisione di strategie di governance e nella collaborazione all'interno di uno o piů gruppi di lavoro; č anche attraverso le molte tecniche in uso nell'analisi delle reti sociali che questa intensa attivitŕ relazionale - networking - č osservabile, misurabile, oggetto di valutazione. L'utilizzo di queste tecniche contribuisce, nel suo complesso, a migliorare gli strumenti di valutazione delle pratiche di networking, monitorare le attivitŕ di un gruppo di lavoro (in itinere), la creazione e l'estensione delle reti del partenariato, la loro sostenibilitŕ nel tempo (ex post). Si discutono cosě i principali risultati di una serie di esperimenti condotti su cinque distinti gruppi di lavoro (per cinque diversi progetti di partenariato Equal). L'obiettivo di questo studio č quello di fornire ai partenariati sociali alcuni spunti di riflessione, strumenti di monitoraggio e valutazione, soluzioni ed esperienze utili ad indirizzare la discussione sugli aspetti piů concreti ed operativi (e, quindi, su soluzioni innovative).
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Ingrassia, Raimondo. "Il whistle-blowing come strumento di controllo interno delle organizzazioni." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 40–70. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002003.

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Abstract:
- Uno di problemi che si pongono quando si parla di abusi dei colletti bianchi nel mondo del lavoro č quello di sottoporre al giudizio della collettivitŕ condotte discutibili sul piano etico, manageriale, professionale e giuridico delle quali perň č difficile avere conoscenza in quanto esse vengono consumate al riparo di organizzazioni legali e, spesso, poco permeabili alla societŕ. Una forma di controllo privilegiata per la qualitŕ delle informazioni che č in grado di fornire č la denuncia pubblica degli abusi del prestatore di lavoro legato all'organizzazione da un rapporto di dipendenza. La cultura anglosassone ha metaforicamente etichettato tale pratica con il termine di "whistleblowing", letteralmente "soffiare il fischietto", cioč dare un segnale di allarme per gli abusi osservati nel luogo di lavoro. Questo articolo intende offrire una rassegna sistematica dei principali temi esistenti in materia. Sono pertanto oggetto di trattazione i seguenti argomenti: le relazioni fra gli abusi dei colletti bianchi e le organizzazioni legali; le tipologie di abusi piů comuni; il profilo identitario di coloro che denunciano; i fattori oggettivi che influenzano le decisioni di denuncia; i rischi legati alle attivitŕ di denuncia; l'efficacia, la tutela giuridica e le policy del whistle blowing. La tesi conclusiva č che la denuncia pubblica degli abusi deve fare leva sulla responsabilitŕ personale e che il contesto organizzativo e istituzionale nei quali i prestatori di lavoro operano devono svolgere una funzione di incentivo e protezione dell'iniziativa individuale.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore, and Rosa Bruna Dall'Agnola. "Indicatori di qualità della vita." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (March 1999): 7–9. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000319.

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Abstract:
La complessità del dibattito sulla qualità della vita si riflette nelle definizioni proposte (Oliver el al., 1996); alcune sono ampie ma vaghe, tali da non specificare il contenuto del concetto e quindi da ostacolarne la misurazione: “La qualità della vita è un ampio concetto che comprende tutti gli aspetti dell'esistenza di un individuo” (Torrance, 1987); “Nell'epoca moderna qualità della vita significa salute e benesse re, idee ampiamente comprese ed accettate dalle persone” (Oliver, 1991). Alcune definizioni si focalizzano sugli indicatori oggettivi di benessere: “La qualità della vita consiste nell'ottenere le condizioni necessarie per la felicità in una data società” (McCall, 1975). Altri autori definiscono la qualità della vita come senso di benessere legato alla situazione contingente o ad una qualche combinazione di benessere soggettivo ed oggettivo: “La qualità della vita è uno stato di benessere che riflette le condizioni di vita, la soddisfazione e l'adattamento a queste condizioni di vita” (Franklin et al., 1986); “La qualità della vita è il senso di benessere sperimentato da una persona all'interno delle sue attuali condizioni di vita” (Lehman, 1983). La centralità dell'aspetto soggettivo si ritrova anche nella definizione che recentemente la WHO ha dato di “qualità della vita”: “…..è una percezione individuale della propria posizione nella vita all'interno del conteste della cultura e dei valori in cui si vive, in relazione ai propri scopi, aspettative, standard ed interessi” (WHOQOL Group, 1995).
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Andrea, Bonaccorsi. "Nuovi ruoli della valutazione delle politiche pubbliche per ricerca e innovazione: oggetti, effetti, metodi, dati." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 15–44. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048003.

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Abstract:
Il saggio sviluppa l'idea che la valutazione delle politiche pubbliche sia soggetta ad un significativo ampliamento della propria sfera di azione, in riferimento agli oggetti, agli effetti delle politiche, ai metodi e ai dati. Circa gli oggetti, il saggio sostiene che č in corso un processo irreversibile secondo il quale i policy makers domandano non piů solo la valutazione del prodotto visibile (output) o del risultato diretto (outcome), ma in modo crescente la valutazione dell'impatto diretto e indiretto, a medio e lungo termine, non solo sull'area di policy considerata ma sulla societŕ nel senso piů ampio. Circa gli effetti sulle politiche, si richiama l'attenzione sull'emergere di una nuova generazione di politiche pubbliche basate sul concetto di condizionalitŕ. In riferimento ai metodi e ai dati, il lavoro discute alcuni recenti sviluppi metodologici e tecnici (approccio controfattuale, metodi non parametrici robusti e condizionali, indicatori non commensurabili) e mostra il potenziale nell'uso di microdati di fonte pubblica. In tutti questi casi alla comunitŕ della valutazione viene chiesto uno sforzo ingente di lavoro metodologico quantitativo.
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Tekavčić, Pavao. "Oana Salişteanu Cristea, Prestito latino - Elemento ereditario nel lessico della lingua italiana - Doppioni e varianti, Istituto di Studi Romanzi, Facoltà di Lettere, Università Carolina Praga; Praga 2000, pp. 199." Linguistica 40, no. 1 (December 1, 2000): 197–200. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.1.197-200.

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Abstract:
La ricchezza del lessico italiano dall'antichità ad oggi e la sua complicata stratificazione sono oggetto dell'interesse dei linguisti da più di un secolo e mezzo; eppure, c'è una serie di problemi non studiati a fondo, tuttora aperti e promettenti. Uno di tali temi è la coesistenza di due (o più) riflessi di una sola base latina, cioè gli allotropi e doppioni (franc. doublets). Dai tempi di Ugo Angelo Canello (anni 70 dell'Ottocento) questo settore del vocabolario non cessa di preoccupare gli studiosi ed il più recente contributo -- importantissimo, diciamolo subito-- che riassume, discute, sistematizza e in gran parte completa quanto fatto finora, è il recentissimo volume della professoressa Oana Sălişteanu Cristea, docente di linguistica italiana (storia della lingua, filologia e dialettologia) all'Università di Bucarest. Questo libro è l'oggetto della presente recensione.
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Veca, Ignazio. "Oggetti animati. Materialità, circolazione e usi della figura di Pio IX (1846-1849)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (December 2017): 63–97. http://dx.doi.org/10.3280/riso2017-001003.

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Berto, D., M. Peroni, S. Milleri, and A. G. Spagnolo. "Valutazione della comprensibilità dei fogli informativi ai fini del consenso negli studi con volontari sani." Medicina e Morale 47, no. 4 (August 31, 1998): 709–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.826.

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Abstract:
La “comprensibilità” di un testo scritto dipende da una serie di condizioni “fisse” od oggettive e da una serie di condizioni “variabili” o soggettive. Le condizioni fisse sono strettamente legate al testo scritto e da esso dipendono direttamente: elementi di grammatica, consecutio temporum, ecc. Le condizioni variabili sono invece legate alle condizioni della persona che legge: il livello di istruzione, l’attenzione, il tono dell’umore, l’interesse per l’argomento letto, ecc. Abbiamo voluto verificare il livello di comprensibilità e di leggibilità dei fogli informativi/consensi informati attraverso l’analisi delle componenti “fisse” sottoposto ai volontari sani presso l’Unità di Farmacologia Clinica della Glaxo-Wellcome. Poiché il volontario decide di partecipare o meno ad uno studio clinico sulla base del foglio informativo, appare di fondamentale importanza sapere se il documento è in grado di trasmettere le informazioni rilevanti sullo studio stesso. È noto che vi sia una maggiore aderenza da parte del volontario alle procedure richieste se ne sono state comprese pienamente le ragioni. Sono stati usati quattro indici che quantificano il grado di complessità di un testo: Flesh-Vacca, Kincaid, Gunning’s Fog e Gulpease. Il livello medio di leggibilità è stato poi confrontato con il livello medio di scolarizzazione dei volontari sani. I testi oggetto di analisi sono stati i fogli informativi presentati ai volontari nel periodo Gennaio ’96-Settembre ’97. Il livello di scolarizzazione della popolazione che ha preso parte ad almeno uno studio nel periodo citato era di diploma di scuola media superiore (61.7%) e di laurea o diploma universitario (22,6%). Fino a Marzo ’97, quando lo studio è iniziato, i fogli informativi erano “comprensibili” da tutti i volontari in possesso almeno del diploma di scuola media superiore. Dopo aver adottato alcuni accorgimenti linguistici e grafici, la comprensibilità e la leggibilità sono migliorate in modo tale da rendere i fogli informativi comprensibili anche ai soggetti con scolarizzazione inferiore. Sono infine proposti alcuni suggerimenti pratici al fine di costruire modelli di consenso informato che possano avere indici di comprensibilità e leggibilità sempre migliori.
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Riberti, Anna. "II Contratto di Arbitrato." Revista Brasileira de Arbitragem 5, Issue 18 (May 1, 2008): 123–53. http://dx.doi.org/10.54648/rba2008033.

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Abstract:
RIASSUNTO: L'articolo è volto ad esaminare lo status degli arbitri e la natura giuridica del rapporto che, nel processo arbitrale, si instaura tra i compromettenti e il l'organo giudicante: la questione è stata oggetto di accesi dibattiti, ma nessun ordinamento ha finora espressamente adottato una soluzione. Nondimeno, la determinazione della vera natura di tale vincolo consente un regolare svolgimento del procedimento, evitando il sorgere di situazioni anomale. Esso si inserisce nell'ambito di un proce­dimento che presenta natura ibrida, con fonte contrattuale ma oggetto giudiziale. Le riforme che dal 1983 si sono susseguite fino al D. Lgs. 4/2006 mettono in luce il mutato atteggiamento del legislatore, che, da istituto di carattere privatistico, ha reso l'arbitrato uno strumento modellato sul giudizio ordinario, ma a questo autonomo ed alternativo. Invero, da un'attenta analisi delle norme che regolano il rapporto tra le parti e gli arbitri, emerge come la fattispecie rilevi a figura contrattuale autonoma - precisamente "contratto di arbitrato" - escludendo la ricon­ducibilità della stessa sia a negozi tipici (quali il mandato, la prestazione d'opera, la transazione o un negotium mixtum tra questi), sia ad un rapporto di matrice pubblicistica. Uno sguardo all'esperienza di altri ordinamenti conferma il cambiamento nella "filosofia" dell'istituto, che non è più ancillare rispetto alla giu­stizia ordinaria, ma configura l'arbitro quale giudice dei privati nel campo dei diritti disponibili. Peculiare è, infine, l'arbitrato c.d. amministrato, dove la presenza di una Corte arbitrale volta a controllare il procedimento, determina il sorgere di rapporti giuridici trilaterali tra le parti, l'istituzione arbitrale e l'arbitro da questa designato.
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Gambino, Silvio. "Sui militi alla revisione della costituzione nell'ordinamento italiano." Revista de Direitos e Garantias Fundamentais, no. 8 (October 30, 2010): 55. http://dx.doi.org/10.18759/rdgf.v0i8.26.

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Abstract:
L’analisi dei limiti (soprattutto materiali) alla revisione della Costituzione nell’ordinamento italiano, da sempre oggetto di studio da parte della dottrina costituzionale, di recente è stata oggetto di approfondimento con riguardo al testo di revisione costituzionale approvato da una maggioranza parlamentare (di destra) ma poi respinto dal corpo elettorale nel referendum costituzionale. Il quesito che, più in particolare, ha originato l’approfondimento riguardava la disponibilità o meno in capo al Parlamento del potere di revisione costituzionale che avesse ad oggetto uno sbilanciamento dei poteri a favore del Governo e soprattutto del Premier. Rispetto a tale questione contingente, l’analisi ha approfondito il tema per come esso si presenta nel quadro di un costituzionalismo rigido e giurisdizionalmente garantito. La letteratura giuridica, tuttavia, ha offerto nel corso degli ultimi sessanta anni una risposta di tipo evolutivo. Nel mentre fino agli anni ’70 ha assunto che nulla impedirebbe la revisione della Costituzione qualora siano rispettate le procedure rafforzate previste nell’art. 138 Cost. (approvazione con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi e sottoposizione a referendum popolare qualora il testo di revisione non sia stato approvato nella seconda votazione con una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna delle Camere), nella dottrina successiva agli anni ’80, anche sulla base del limite costituzionale secondo cui la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale (art. 139 Cost.), ha individuato l’esistenza, accanto al limite formale, di un limite materiale, costituito dal rispetto dei principi supremi e dei diritti fondamentali, benché l’individuazione puntuale di tali principi appare molto più complessa e talora anche problematica. La giurisprudenza costituzionale ha sempre confermato una simile lettura allorché ha individuato, con una giurisprudenza stabile nel tempo, i principi e i diritti fondamentali come limite al processo di integrazione europea e prima ancora con riguardo ai rapporti fra diritto costituzionale e diritto canonico.
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Doria, Mario. "Due toponimi costieri istriani, Barbariga e Barabiga." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 139–43. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.139-143.

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Abstract:
Avranno pazienza i lettori se ancora una volta in questa Rivista - e con ciò ritengo anche di far cosa gradita al valoroso collega e amico Pavao Tekavčić - mi soffermo sull'analisi di due toponimi costieri istriani, precisamente Barbariga e Ba­ rabiga, toponimi i quali, sebbene designino due oggetti geografici distinti e lontani l'un l'altro, abbiano quindi storia e tradizione fra loro indipendenti, risalgono senz'al­ tro - a mio modesto parere - ad uno stesso etimo. Ma vediamo un po', per ordine, come stiamo con la documentazione.
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Luca Podestà, Gian. "Una sovranità limitata. Monete coloniali e tallero di Maria Teresa in Eritrea ed Etiopia." CHEIRON, no. 1 (April 2021): 191–224. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001009.

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Abstract:
La creazione di una nuova valuta per le colonie italiane in Africa orientale era guidata da varie ragioni: a) affermare il dominio politico; b) ridurre i costi di transazione; c) costruire l'economia coloniale. Gli eritrei rifiutarono le nuove monete coloniali. Essi forzarono il governo a usare i talleri di Maria Teresa. L'antica valuta austriaca era fusa in oggetti preziosi, i quali costituivano i risparmi delle famiglie. Queste pratiche monetarie erano simili a quelle dell'Ancien Régime in Europa. La persistenza della circolazione dei talleri suggerisce la continuità e la rilevanza di un'economia indipendente e di spazi sociali che contrad-dicevano l'intenzione coloniale di organizzare uno stabile e controllato sistema monetario.
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Meo, Antonino, and Paola Orecchioni. "I consumi di ceramica invetriata da mensa a Mazara tra X e XIV secolo. Nuovi dati dallo scavo di via Tenente Gaspare Romano." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (May 2021): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001001.

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Abstract:
I consumi di ceramica invetriata da mensa a Mazara tra X e XIV secolo. Nuovi dati dallo scavo di via Tenente Gaspare Romano A distanza di decenni dalla sua esecuzione, lo scavo di Via Tenente Gaspare Romano (Mazara del Vallo -TP) si rivela un preziosissimo scrigno di dati archeologici. In particolare, il materiale ceramico recuperato da pozzi e latrine presenti sul sito consente uno sguardo che abbraccia l'epoca islamica, normanna, sveva, angioina e aragonese. L'articolo si propone di offrire una panoramica sulle ceramiche rivestite da mensa recuperate dagli scavi, che includono prodotti realizzati localmente a Mazara e oggetti importati da altri luoghi dell'isola e dal Mediterraneo.
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Andň, Romana, and Francesca Comunello. "Vieni via con me. Consumo televisivo, social media e civic engagement." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043006.

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Abstract:
Obiettivo di questo articolo č ragionare sul rapporto tra consumo mediale, uso dei social media e definizione del senso di appartenenza sociale e partecipazione culturale dei soggetti alla vita quotidiana. In particolare, oggetto del nostro lavoro sono le pratiche partecipative messe in campo dagli utenti dei social media (e, in particolare, di Twitter) a ridosso di Vieni via con me, un programma televisivo andato in onda sulla Rai nel mese di novembre 2010, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il programma č stato recepito come un'occasione di riflessione politica, con forti connotazioni anti governative, al punto che la sua stessa fruizione č stata interpretata, da molti degli spettatori attivi sui social media, come un momento di civic engagement.
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Perrotta, Manuela. "Il pre-embrione (non) è uno di noi: breve storia di una innovazione inter-organizzativa tra istituzioni, comunitŕ professionali e tecnologie." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 194–205. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122014.

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Abstract:
Innovazione e cambiamento sono temi centrali all'interno della sociologia del lavoro e dell'organizzazione, in particolare in relazione alla continua evoluzione delle nuove tecnologie. Il paper intende offrire un contributo teorico ed empirico al filone di ricerca degli Innovation Studies a partire da un caso empirico: l'emergere di un "nuovo oggetto scientifico" - il pre-embrione - come innovazione organizzativa all'interno di un network di elementi eterogenei distribuiti tra il setting istituzionale, le comunitŕ professionali coinvolte e le tecnologie della riproduzione assistita. Il caso appare particolarmente interessante alla luce di un approccio all'innovazione ispirato all'Actor Network Theory, poiché permette di analizzare un tentativo (fallito) di (ri)stabilizzazione del sistema attraverso l'attivazione di un network basato sull'appartenenza a diverse comunitŕ professionali, sulla mobilitazione di conoscenze scientifiche e sulla creazione discorsiva di un nuovo oggetto.
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Bucchetti, Valeria. "Packaging come dispositivo per l’accesso." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 64–76. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12701.

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Abstract:
Il campo del design della comunicazione è quello che coinvolge il linguaggio, l'artefatto comunicativo evolutivo, la capacità di fornire nuovi significati, ecc., ma anche la capacità di leggere le tecnologie utilizzate per produrre comunicazione e gli effetti che esse hanno all'interno del "piano d'azione" di un oggetto. piano d'azione" di un oggetto. In questo contesto, abbiamo scelto di sviluppare le idee sul packaging all'interno di uno studio più ampio dell'ambiente incentrato sul "design for access" e di leggere gli artefatti da imballaggio secondo questa prospettiva. Parlare di design per l'accesso significa quindi invertire il punto di vista e le priorità del design. Il packaging implica, di conseguenza, una revisione dell'artefatto che non deve essere limitato dalla dimensione prestazionale e operativa dell'oggetto. dell'oggetto. La prima linea di lavoro è legata all'"etica implicita" e fortemente connessa all'accessibilità comunicativa e informativa del packaging. La seconda linea di ricerca è impegnata a sviluppare nuove forme di apprezzamento del termine "accesso". La presente ricerca indaga le potenzialità dell'artefatto come strumento per sviluppare nuovi livelli di accesso al contenuto stesso e al contenuto informativo.
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Pietrapiana, Daniela, and Stefania Donadio. "Sviluppare la metacognizione nel problem solving: un percorso di ricerca didattica nella scuola secondaria di primo grado." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 8 (November 23, 2020): 115–40. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.6.

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Abstract:
Le difficoltà incontrate dagli studenti nel problem solving (PS) sono da sempre oggetto di studio nella ricerca in didattica della matematica, ma solo recentemente l’attenzione si è focalizzata sulla metacognizione e sul suo ruolo.In una scuola secondaria di primo grado italiana, è stato realizzato un percorso di apprendimento sul PS rivolto al potenziamento della metacognizione, con uso di strumenti scientificamente validati e fruibili dai docenti senza la mediazione o il supporto di esperti. Vengono descritte e discusse le attività proposte in tre classi terze (campione di 54 alunni), organizzate prevalentemente in lavori di gruppo di studenti suddivisi per livelli di competenza. Dalla valutazione conclusiva è emerso un miglioramento nelle capacità metacognitive e negli esiti del PS, sebbene il dato sia apparso meno significativo per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES).
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Coppola, Alessandro. "Miraggi dello sviluppo nel deserto urbano. Community development e weak market cities: due casi studio a Detroit e Pittsburgh." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 224–44. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096010.

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Abstract:
Oggetto di questo lavoro č l'esame e l'analisi di due casi di community development in altrettante weak market cities: Detroit e Pittsburgh. A essere restituiti sono la funzione, la cultura e le iniziative di attori della cosiddetta Community development industry (Cdi) negli Usa - di cui, in precedenza, si presentano sinteticamente nascita ed evoluzione - nelle due cittŕ. Nelle conclusioni, l'autore critica limiti e incongruenze di una strategia di mercato nel trattamento dei "quartieri deprivati" nelle weak market cities.
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Di Fazio, Stella, and Costantino Landino. "Rappresentare i contesti nella descrizione delle risorse culturali: il Portal Entity Builder di MetaFAD." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 168–83. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00046.

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Abstract:
Il Portal Entity Builder (PEB) è uno specifico modulo che consente un editing facilitato di ontologie in formato OWL, realizzato dall’Istituto centrale per gli archivi (ICAR) nell’ambito del progetto di reingegnerizzazione del Portale Rete degli Archivi per non dimenticare. Il PEB è stato sviluppato come un componente aggiuntivo del software open source MetaFAD, piattaforma destinata alla descrizione e alla catalogazione di materiale archivistico, bibliografico e storico-artistico in un unico ambiente integrato, dotata di Digital Asset Manager per la gestione e la fruizione di oggetti digitali. L’articolo richiama brevemente lo scenario che ha orientato l’Istituto in questa scelta operativa e descrive più analiticamente il progetto di realizzazione dello strumento e le sue caratteristiche applicate ad un caso reale.
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Bianchi, Valentina, Elisabetta Cesana, and Massimo Molteni. "Autismo e televisione. Linee guida per la creazione di cartoni animati inclusivi." QUADERNI ACP 29, no. 2 (2022): 60. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.60-63.

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Abstract:
Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è caratterizzato da difficoltà sociocomunicative associate a comportamenti, attività e interessi ristretti e ripetitivi che conducono a un maggiore coinvolgimento in attività solitarie, come la visione della televisione. La letteratura scientifica sottolinea tanto i rischi connessi a un uso sistematico di questo strumento, quanto i suoi potenziali vantaggi se adeguatamente integrato nella pratica clinica e nell’esperienza quotidiana. In questo articolo descriviamo le difficoltà tipiche di fruizione dei cartoni animati da parte dei bambini con ASD e, a partire da queste, suggeriamo alcune linee guida per la realizzazione di programmi televisivi a loro destinati, affinché possano divenire oggetto di scambio e condivisione con i pari, facilitando i processi di socializzazione.
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Librandi, Rita. "Segregare, segregazione – sequestrare, sequestrazione." XI, 2019/4 (ottobre-dicembre) 11, no. 4 (December 3, 2019): 42–43. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3249.

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Abstract:
Alcuni lettori chiedono se in ambiti specialistici sia opportuno usare il sostantivo segregazione e il verbo segregare in alternativa ad altre forme (es: “sequestrazione o segregazione della CO2?"; “Legge della segregazione o separazione di Mendel?”). Altri chiedono se il verbo segregare può essere usato anche riferendosi a oggetti (es: "Materiale da segregare. Non conforme!" parlando di vetro; "la zona è segregata" per uno spazio non accessibile; “segregare due materiali altamente corrosivi interponendo un terzo materiale isolante”). Infine  un lettore chiede quale sia la posizione dell’accento nelle forme dell’indicativo presente del verbo segregare.
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Cirillo, Valeria. "Ripensare l’Empirismo Radicale di William James e Alfred North Whitehead per costruire nuove pragmatiche eco-politiche nel presente." Nóema 1, no. 13 (November 20, 2022): 98–120. http://dx.doi.org/10.54103/2239-5474/18914.

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Abstract:
In questo articolo, tratterò di come l’empirismo radicale, pensato insieme al pragmatismo di James e al metodo speculativo di Whitehead, operi un decentramento del ruolo della coscienza umana nel processo di costruzione del reale. Questa operazione, concentrandosi sulla primarietà delle relazioni nella co-costituzione delle entità tutte con gli ambienti, può essere uno strumento utile per ripensare pragmatiche eco-politiche all’interno di un’epoca precaria come quella della crisi socio-climatica. Il metodo speculativo di W. e il pragmatismo di J, assumendo un’esperienza assoluta che è il prodotto immanente di un insieme di relazioni/flussi e materia, pongono il pensiero, gli oggetti, gli immaginari e i viventi, tra cui l’umano, in un processo di costituzione costante e reciproco della realtà. L’esperienza dell’empirismo radicale, accompagnata dal pragmatismo e dal metodo speculativo, può divenire in questa direzione uno strumento pratico per comporre nuove idee capaci di ingaggiarsi nel reale per creare nuovi ambienti insieme ai viventi e non con cui l’umano condivide la vita sulla terra.
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Napolitano, Elena. "Effetti della cessazione del vincolo ex art. 2645-ter sulla revocatoria (App. Salerno, 17 giugno 2022)." N° 1 (gennaio-febbraio), no. 1 (February 2, 2023): 51–56. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2023.236.

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Abstract:
MassimaLa revoca del vincolo di destinazione ex art. 2645-ter cod. civ. non determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio ex art. 2901 cod. civ. per la revocatoria del vincolo stesso, in quanto diversamente il creditore agente in revocatoria potrebbe essere pregiudicato da eventuali vincoli pregiudizievoli nelle more iscritti o trascritti sugli immobili oggetto del vincolo revocato. È revocabile ex art. 2901 cod. civ. il vincolo di destinazione ex art. 2645-ter cod. civ. che il debitore, dopo aver acquistato dalla sorella le quote di una s.n.c. ed essere rimasto debitore nei di lei confronti di una somma di denaro a titolo di residuo corrispettivo della cessione, ha costituito a favore della madre su beni immobili: l’eventus damni sussiste per non avere il debitore convenuto dimostrato di essere titolare di un patrimonio residuo idoneo a soddisfare le ragioni della creditrice e a nulla rileva che uno degli immobili oggetto del vincolo sia gravato da ipoteca, mentre la scientia damni in capo al costituente, requisito soggettivo richiesto in considerazione della natura gratuita del vincolo, si desume in re ipsa.
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Savoia, Paolo. "Melons and Modernity: Dreams, Science, and Manure." Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History 1, no. 1 (July 4, 2022): 19–34. http://dx.doi.org/10.30682/aldro2201b.

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Abstract:
I meloni sono stati tra i frutti più desiderati e pericolosi nell’Europa della prima età moderna. Sognati da René Descartes in uno dei sogni più celebri della cultura europea, i meloni derivavano da complicati processi che avve-nivano sotto la superficie del suolo coltivato. Presenti in tutti i principali testi di dietetica, i meloni erano visti con sospetto a causa della loro umidità, che si credeva potesse causare putrefazione nello stomaco; questi, però, erano anche oggetto di un’attenta estetica della tavola e una merce di valore. I meloni erano oggetto di speciali tecniche di coltivazione che consistevano in complesse procedure “artificiali” che prevedevano l’uso di letame e fango. Concentrandosi sui testi di agronomia del sedicesimo e diciassettesimo secolo, sull’interpretazione dei sogni, sui decreti e i consulti di salute pubblica, sulla magia naturale e sulla maniera in cui Ulisse Aldrovandi raccoglieva informazioni, questo articolo afferma che i meloni erano al centro sia della simbologia cosmologica che della sperimentazione pratica, una combinazione che è stata centrale negli sviluppi della “rivoluzione scientifica”.
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González Heras, Natalia. "Doni diplomatici: strumenti per il dialogo tra la Santa Sede e la Monarchia spagnola nel XVIII secolo." CHEIRON, no. 1 (January 2022): 208–25. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-010.

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Abstract:
Le relazioni tra la Santa Sede e la Monarchia spagnola nella seconda metà del XVIII secolo furono caratterizzate da una forte tensione. L'obiettivo principale di questo lavoro è analizzarne alcune testimonianze in determinati frangenti politici, a partire dallo studio della pratica del dono, che era parte del cerimoniale associato all'ingresso pubblico dei nunzi apostolici a Madrid. Osserveremo quattro ingressi - uno per il governo di Fernando VI (1746-1759) e tre per quello del successore, Carlo III (1759-1788) - che ci permetteranno di indagare ciò che sta dietro agli aspetti meramente materiali degli oggetti inviati dal Papa ai Re spagnoli e i membri della loro Corte nel corso del secolo.
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Marazzi, Massimiliano. "Scrittura e atti di scrittura: riflessioni su alcune novità editoriali." Kadmos 59, no. 1-2 (April 1, 2020): 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Abstract:
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Bruno, Matthias. "Tituli picti su due fronti di cava nel distretto di Bacakale a Docimium (Iscehisar, Afyonkarahisar)." Journal of Roman Archaeology 30 (2017): 469–89. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400074213.

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Abstract:
Il distretto estrattivo di Iscehisar, da cui proveniva il marmor phrygium (pavonazzetto), è uno dei più grandi dell'antichità romana nonché uno dei più studiati e documentati. Il primo ad interessarsi alle cave di Docimium fu J. Röder, che effettuò una ricognizione sistematica delle cave con la conseguente produzione della prima pianta topografica dell'antico sito estrattivo, allora ancora in gran parte integro anche con i rispettivi cumuli detritici. M. Waelkens rivolse la propria attenzione non solo alle cave, ma anche alla loro produzione, mentre J. C. Fant affronto soprattutto l'analisi dei corredi epigrafici dei blocchi di cava in modo da comprendere l'organizzazione delle attività estrattive di queste grandi cave imperiali. Le iscrizioni di cava sono state oggetto inoltre degli studi approfonditi di M. Christol e T. Drew-Bear, che non di rado si ponevano in forte contrasto e dissenso con quelli di Fant, e, negli ultimi anni, di P. Pensabene.
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Casertano, Giovanni. "Il ridicolo in Platone." Revista Archai, no. 30 (October 4, 2020): e03029. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_30_29.

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Abstract:
Cos’è che muove al riso? O al sorriso, perché in effetti il verbo γελάω ha ambedue i significati? Perché si rida, o si sorrida, c’è bisogno che ci si trovi insieme ad altri, e coinvolti in una certa situazione che ad un certo punto fa scattare in noi quel tipo di reazione. Questa nota vuol essere un abbozzo di ricerca sulle varie situazioni in cui si ride o si sorride nei dialoghi di Platone. C’è un ridicolo che sorge nell’ambito di una discussione, quando gli interlocutori parlano ognuno per conto suo, senza tener conto di ciò che dice l’altro (p.e. Eutidemo, Gorgia); c’è un ridicolo che sorge involontariamente da una battuta o da un’osservazione di uno degli interlocutori (p.e. Fedro, Fedone); c'è un ridicolo, per così dire soggettivo, che sorge da alcune domande, di Socrate o di un altro interlocutore (p.e. Fedro, Menone, Liside, Protagora); e poi c’è un ridicolo, per così dire oggettivo, che sorge da comportamenti e situazioni particolari (p.e. Repubblica, Simposio). E infine, ci sono interessanti accenni alla natura stessa del ridicolo e alla liceità del suo uso, nelle commedie o negli incontri tra gli uomini (p.e. Filebo, Leggi).
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, and Francesco De Caro. "La formazione al tempo del Covid." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 99–104. http://dx.doi.org/10.48268/covid/2021/0001.4.

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Abstract:
La formazione non è appannaggio solo del sistema scolastico ma è propria anche del mondo professionale e aziendale. Nei mesi di emergenza Covid vi è stata l'immediata urgenza di assicurare la continuità della formazione per corsi imprescindibili quali: Salute, Sicurezza e Ambiente. Si è delineato un mondo a due velocità, nel quale una parte ha dovuto rallentare o addirittura fermarsi, mentre l'altra ha subito un’accelerazione improvvisa ed in quest’ultima rientra la Sanità “in prima linea”, posta di fronte ad un fenomeno nuovo e, soprattutto, da affrontare e studiare contemponeamente. La recente epidemia da SARS Cov 19 ha determinato un radicale cambiamento nelle organizzazioni sanitarie come in tutte le organizzazioni che coinvolgono la vita ed il lavoro degli uomini, impossibilitati a proseguire con le abitudinarie modalità relazioni professionali e personali. Ma uno dei settori che in epoca Covid non si è potuto arrestare è la Sanità e la Ricerca: dove c’è ricerca c’è formazione ed informazione; quindi, anche se i decreti hanno chiesto di evitare assembramenti ed hanno chiuso le aule, d’altro canto hanno chiesto di non chiudere i canali di formazione ed informazione. Questi non si sono arrestati ma sono stati oggetto di trasformazione, evoluzione e cambiamento: parole come DAD, FAD, e-learning, ma anche webinar, videoconferenza, smart-working, prima conosciute e utilizzate solo dagli esperti di settore o in specifici contesti, sono divenute in un breve lasso di tempo di uso comune.
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Spagnolo, A. G., R. Minacori, D. Sacchini, and A. A. Bignamini. "Il laboratorio del Comitato Etico - 2. La scheda informativa e il modulo di consenso alla sperimentazione clinica." Medicina e Morale 48, no. 5 (October 31, 1999): 917–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.795.

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Abstract:
Nell’ambito della serie di articoli sul Laboratorio del Comitato Etico, il presente contributo affronta il tema della preparazione e della valutazione da parte del comitato etico della scheda informativa e del modulo di consenso informato per il soggetto al quale si chiede di partecipare ad uno studio clinico. Tali documenti costituiscono, infatti, uno degli elementi indispensabili di un protocollo di sperimentazione, molto frequentemente oggetto di revisione critica da parte del CE anche perché secondo la normativa vigente in Italia è l’unica parte del protocollo modificabile sempre secondo le esigenze del singolo CE, anche nel caso delle sperimentazioni multicentriche. Dopo una breve introduzione sugli aspetti generali del rapporto tra Comitati etici e valutazione del consenso informato, vengono passati in rassegna i principali documenti internazionali di riferimento per l’etica della sperimentazione clinica e le normative vigenti in Italia, nonché le indicazioni da esse fornite agli sperimentatori e ai CE riguardo la stesura della scheda informativa e del modulo di consenso. Successivamente, dopo un confronto tra le versioni del 1991 e del 1996 delle Good Clinical Practice (GCP) riguardo al tema in oggetto, vengono offerte - anche alla luce della letteratura disponibile - indicazioni e suggerimenti su contenuti ed editing della scheda informativa/modulo di consenso, le quali possono contribuire all’ottimizzazione della stesura di tali documenti. In appendice viene, infine, fornito un facsimile finalizzato ad aiutare la redazione di tali documenti, sia per l’inclusione di soggetti adulti capaci di consenso, sia di minori o comunque incapaci di consenso personale. Viene comunque lasciato allo sperimentatore o allo sponsor il compito di miglioramenti e adattamenti secondo la propria creatività e secondo le particolari esigenze che i singoli protocolli comportano.
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Parise, Paolo. "Linee cristologiche ci Medellín." REVER - Revista de Estudos da Religião 18, no. 2 (August 31, 2018): 85. http://dx.doi.org/10.23925/1677-1222.2018vol18i2a6.

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Abstract:
Questo articolo corrisponde ad una parte di uno studio più ampio che analizza le cinque Conferenze generali dell’episcopato latinoamericano e Caraibi in prospettiva cristologica, oggetto del mio dottorato. Nonostante la conferenza di Medellín non elabori una cristologia sistematica, si possono incontrare delle linee cristologiche che emergono dai documenti. A seguire presenteremo i filoni cristologici della seconda Conferenza per poi soffermarci su alcuni contesti e contributi che li hanno originati e, a sua volta, elencare le ripercussioni delle linee cristologiche di Medellín sulla nascente cristologia della liberazione.
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TEATINI, ALESSANDRO. "Iunxisse etiam camelos quaternos ad currus in circo. L’«africanizzazione» di uno spettacolo in un singolare medaglione fittile da Hadrumetum (Sousse, Tunisia)." Anales de Arquelogía Cordobesa 30 (December 15, 2019): 281–94. http://dx.doi.org/10.21071/aac.v30i.12442.

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Abstract:
Un medaglione fittile ritrovato ad Hadrumetum (odierna Sousse, in Tunisia) alla fine dell’Ottocento viene studiato sul doppio versante della sua tipologia e decorazione, caratterizzata da un’originale corsa nel circo con bighe trainate da dromedari. L’excursus che ne deriva si muove dall’Africa alle province danubiane, con interessanti passaggi in Gallia e in Sardegna, per approdare ad una proposta sia di identificazione della classe di riferimento, sia dell’interpretazione di tale oggetto e di uno simile proveniente da Teurnia, nel Norico. Utilizzando parallelamente la testimonianza offerta da entrambi questi tondi, si giunge infine ad ipotizzare quali siano state le sedi di svolgimento degli spettacoli ivi raffigurati.
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Menghi, Céline. "Un analista puň essere anche uno scrittore?" ATTUALITŔ LACANIANA, no. 9 (April 2009): 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009010.

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Abstract:
- n questo testo si evidenzia un cambiamento di statuto della scrittura. La scrittura, da modalitŕ del soggetto per farsi La sua Storia e per dire l'indicibile dell'essere, presa nel dispositivo analitico e nella logica del fantasma e dell'al-di-lŕ del fantasma, si fa marchio, lettera a partire dalla sgrammaticatura del linguaggio, a partire dalla parola presa nel corpo. Uno snodo importante dell'esperienza analitica mette in luce un punto chiave di non ritorno per il soggetto sulla via della sua riduzione a oggetto. Parole chiave: terminal - lingua-sul-reale - corpo estraneo - lalangue - Piů-Nessuno
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Dovizio, Ciro. "Verità o falsificazione? Gli Alleati e la mafia sulle pagine dell’Ora (1958-1963)." Biblos, no. 5 (October 17, 2019): 105–23. http://dx.doi.org/10.14195/0870-4112_3-5_5.

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Abstract:
L’articolo esamina la genesi di una storica controversia, avente per oggetto i rapporti che intercorsero tra mafia siculo-americana ed esercito Usa in occasione dello sbarco in Sicilia (luglio 1943). Secondo un noto racconto di Michele Pantaleone, la mafia aiutò militarmente gli Alleati ad invadere l’isola. La prima versione di questa tesi fu pubblicata dal giornalista sul quotidiano L’Ora di Palermo nel 1958. Nel 1963 lo stesso giornale pubblicò, a cura di Felice Chilanti, le memorie del boss Nick Gentile, che proponevano un’interpretazione opposta a quella di Pantaleone, accusata di falsificare la storia. Il contrasto di giudizi inaugurava una disputa che perdura ancora oggi. Il contributo fornisce gli elementi per una ricostruzione storica del dibattito e delle sue origini.
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Prampolini, Antonio. "Internet e l'uso pubblico della storia. Dalle riflessioni di Nicola Gallerano alle indagini di Antonino Criscione sui siti web." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 797–813. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134008.

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Abstract:
Chi volesse oggi affrontare il tema dell'uso pubblico della storia, quale paradigma storiografico di successo nell'Italia degli ultimi vent'anni, dovrebbe assumere come punto di riferimento le fondamentali riflessioni di Nicola Gallerano sui rapporti tra storia, memoria e societÀ. L'avvento di Internet, nuovo medium dove convergono tutti gli altri media della moderna societÀ di massa, ha avuto un'influenza significativa sull'uso pubblico della storia. Antonino Criscione ne ha fatto oggetto di una particolare attenzione nei suoi studi sulla Rete. L'articolo inizia prendendo in esame la definizione di uso pubblico della storia proposta da Gallerano, che precede l'affermazione di Internet-Web, per poi analizzare le indagini di Criscione sulla presenza della storia nel nuovo medium. L'esigenza di adottare un approccio critico, ma positivo, nei confronti dell'uso pubblico della storia, inteso come fenomeno culturale e sociale complesso e articolato (che non deve essere identificato a priori con un revisionismo mistificatorio o apologetico) accomuna i due storici. E questo approccio č necessario soprattutto in Internet, dove non pochi siti di storia contemporanea si propongono come "luoghi della memoria" e "comunitÀ di rete".
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Mantelli, Brunello. "Sulla difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra. Enzo Collotti, la Germania, l'Europa." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 43–52. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298005.

Full text
Abstract:
Enzo Collotti è stato il maggiore storico germanista italiano del Secondo dopoguerra; alla Germania come oggetto di studio egli giunse però non tramite un percorso accademico, ma attraverso la sintesi delle esperienze concretamente vissute da adolescente, tra il 1940 e il 1945, in una città cardine e crocevia come Trieste e dell'interesse verso le componenti della sinistra socialista non riconducibili alle ortodossie comunista e socialdemocratica, tra cui spicca l'austromarxismo. Comprendere la contraddizione tra la presenza nell'area germanofona di una sfera culturale di altissimo livello e il drammatico manifestarsi tra il 1933 e il 1945 della forma più radicale e distruttiva di fascismo divenne di conseguenza uno dei suoi principali obiettivi, a cui dedicò decenni di fattiva ricerca.
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Raso, Agostino, and Giulia Maestoso. "The analysis of a cold case. Crimes in Astigiano in the 90’s: serial killers or different authors?" Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia 22, no. 1-2-3 (December 27, 2017): 3–6. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2017.6.

Full text
Abstract:
“Cold case” is an unsolved major crime (mainly homicide or abduction), which, after long time, can be re-examined by using modern technologies for their investigation. Unsolved homicides are typical examples of “cold case”. Many crime news’ cases (either recent or past) have undergone new examinations, with the support of forensic science. In some cases, these new activities have led to crimes’ solution. To face this new need, both “Carabinieri” and “Polizia di Stato” have established recently specific units as part of their own Criminal Investigation Department. ---------- Per “cold case”, si intendono i c.d. “casi freddi” o “piste fredde”, con riferimento ai delitti più gravi, irrisolti, che anche a distanza di numerosi anni possono essere oggetto di nuove indagini eseguite in particolare attraverso l’utilizzo delle moderne tecniche investigative. Tra questi rientrano per eccellenza gli omicidi rimasti senza colpevole. Numerosi sono i casi di cronaca più o meno recenti che, specie con il supporto delle scienze forensi, sono stati oggetto di nuove indagini, talvolta risolutive. Per far fronte a tale esigenza sia l’Arma dei Carabinieri che la Polizia di Stato hanno creato di recente specifici Reparti di investigazione, all’interno delle proprie strutture centrali di Polizia Giudiziaria. ---------- Para “casos fríos”, nos referimos a c.d. “Casos fríos” o “pendientes frías”, con referencia a los crímenes más graves, no resueltos, que incluso después de varios años pueden ser objeto de nuevas investigaciones llevadas a cabo, en particular, mediante el uso de técnicas modernas de investigación. Estos incluyen la excelencia para los homicidios que quedan impunes. Existen numerosos casos recientes o recientes que, especialmente con el apoyo de la ciencia forense, han estado sujetos a nuevas investigaciones, a veces resolutivas. Para satisfacer esta necesidad, tanto las Armas de Carabinieri como la Policía del Estado han creado recientemente Departamentos de Investigación específicos dentro de sus propias estructuras de Policía Judicial Central.
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Meccariello, Antonell, and Renata Mentasti. "L’ambiente di apprendimento nella scuola dell’infanzia: uno spazio fisico, mentale e culturale." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 76–86. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.298.

Full text
Abstract:
Recenti studi in ambito educativo evidenziano che la didattica, collocata in un ambiente di apprendimento ben progettato, si può fondare su pratiche innovative che mettono al centro gli studenti, promuovono l’apprendimento cooperativo, prevedono docenti sensibili alle differenze individuali, con forte enfasi sui feedback formativi. L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica sin dalla prima infanzia, oggetto di esplicita progettazione, per realizzare ambienti smart, veri e propri ecosistemi di apprendimento. L’articolo, partendo dalla definizione di ambiente di apprendimento, stimola una riflessione che conduce alla dimostrazione di come anche dei piccoli cambiamenti nelle aule esistenti e negli spazi di una scuola possono avere un impatto importante sui processi di insegnamento-apprendimento.
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Salomon, Xavier F. "The goldsmith Pietro Spagna (1561–1627): ‘argentiere’ to Cardinal Pietro Aldobrandini (1571–1621)." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 339–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003305.

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Abstract:
L'OREFICE PIETRO SPAGNA (1561–1627): ‘ARGENTIERE’ PRESSO IL CARDINAL PIETRO ALDOBRANDINI (1571–1621)Documenti inediti dell'Archivio Aldobrandini a Frascati e dell'Archivio Doria Pamphilj a Roma ci permettono di esplorare la produzione artistica dell'orefice Pietro Spagna (1561–1627). Questo articolo sintetizza ciò che è noto su Spagna e discute per la prima volta l suo rapporto con il nipote del papa Clemente VIII, il cardinale Pietro Aldobrandini (1571–1621), e con altri membri della famiglia Aldobrandini. Poiché nessun lavoro di Spagna è stato identificato finora, la registrazione della sua attività ci consente di comprendere la ragguardevole gamma di oggetii prodotti da uno dei più abili orefici di Roma all'inizio del 1600 e dalla sua bottega in via del Pellegrino.
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Zingaro, Anna. "Promuovere la motivazione nella classe multilivello: uso della canzone nell’unità stratificata e differenziata." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 193–205. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.17.

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Abstract:
Abstrakt Questo articolo presenta gli esiti di una sperimentazione in una classe multilivello di italiano L2 di unità didattiche stratificate e differenziate (USD) (Caon 2006) basate su testi di canzoni italiane. Si illustreranno il contesto didattico di applicazione e i fondamenti teorici di tale pratica, della quale verranno riportati brevi esempi. Infine, dall’analisi quantitativa degli esiti dei monitoraggi effettuati sul gruppo-classe oggetto di studio, si mostrerà come tale pratica si sia rivelata utile alla gestione dell’eterogeneità dei livelli e al potenziamento della motivazione legata al piacere (Balboni 1994). Zwiększenie motywacji w klasie wielopoziomowej: wykorzystanie piosenki w wielowarstwowej i zróżnicowanej jednostce dydaktycznej Niniejszy artykuł przedstawia wyniki eksperymentu, przeprowadzonego w wielopoziomowej klasie uczącej się języka włoskiego jako obcego, Eksperyment polegał na zróżnicowaniu jednostek dydaktycznych (Caon 2006), opartych na tekstach włoskich piosenek. Artykuł pokazuje dydaktyczny kontekst zastosowania powyższej metody oraz jej podstawy teoretyczne, ilustrując je zwięzłymi przykładami. Na koniec, z jakościowej analizy obserwacji przeprowadzonych na grupie-klasie będącej przedmiotem badań, pokazano użyteczność metody w kwestii zarządzania zróżnicowaniem poziomów oraz jej pozytywny wpływ na zwiększanie motywacji w połączeniu z przyjemnością (Balboni 1994).
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Nieddu, Laura. "Processo all’immagine di un Fiore forense." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (April 21, 2019): 281–95. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831680.

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Abstract:
Il Fiore è stato scritto da un giurista? Oggetto del presente studio è l’analisi di uno dei registri linguistici che compongono lo stile narrativo del Fiore, ovvero quello giuridico. In effetti, questo è uno dei criteri su cui si basano due tesi attributive, ovvero quella di Remo Fasani, che vuole l’opera figlia di Brunetto Latini, e quella di Maurizio Palma di Cesnola; quest’ultimo ha cercato di dimostrare che il testo, considerato dai più come dantesco, sarebbe in realtà stato scritto da un giurista provenzale, Guillaume Durand. Queste due tesi costituiscono lo spunto per poter prendere in esame le espressioni e i termini specifici legati al mondo giuridico e diplomatico, al fine di porre in rilievo questo aspetto stilistico del poemetto medievale. Oltre ai termini indicati da Fasani e da Palma di Cesnola, verranno sottolineati altri possibili indizi per un “Durante giurista”, nonché un certo atteggiamento “giuridico” a cui sono sottoposte alcune figure del testo, come Falsembiante o Ragione, anche per rilevare le differenze o i punti in comune tra Fiore e Roman de la Rose, modello dell’opera italiana, sia dal punto di vista delle scelte lessicali che dell'atmosfera generale.
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Tali, Saed. "Rompere l'anonimato scegliendo di essere presenti." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 101–7. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002011.

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Abstract:
L'autore, uno psicologo palestinese che vive e lavora in Israele, riferisce le emozioni provate alla visione del film Munich di Steven Spielberg, ancora scosso per le esperienze vissute in occasione degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza dell'inverno 2009. Egli utilizza il film come esempio del processo che consente di trasformare il "nemico" da oggetto a soggetto, cioč del processo che avviene durante i dialoghi di pace in cui si confrontano persone appartenenti a gruppi in conflitto. Tale processo deve superare le resistenze che si oppongono al cambiamento per realizzare la transizione necessaria all'uscita dal conflitto. Tali riporta un episodio che sottolinea il ruolo giocato dai mezzi di informazione durante la Guerra di Gaza e analizza alcuni esempi delle tendenze opposte ben rappresentate nel film: il desiderio di incontrare il nemico alla ricerca di nuove modalitŕ relazionali e, dall'altro lato, l'istinto di mantenere inalterata la situazione.
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Lorenzini, Matteo, Marco Rospocher, and Sara Tonelli. "Proposta per una valutazione automatica della completeness dei metadati nel contesto delle biblioteche digitali." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 159–67. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00023.

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Abstract:
Grazie all’utilizzo dei metadati è possibile accedere ad un vasto numero di risorse rese disponibili attraverso archivi e biblioteche digitali. Normalmente i metadati sono strutturati secondo uno schema standardizzato e garantiscono l’interoperabilità e l’identificazione di un oggetto digitale facilitando l’accesso a determinati tipi di risorse. Tuttavia, una bassa qualità dei metadati e delle informazioni che questi rendono disponibili, come ad esempio la mancanza di alcuni elementi rispetto allo schema di metadati utilizzato rappresenta tutt’ora un problema comune a molti repositories. In questo contributo presentiamo sia il nostro lavoro, allo stato attuale in corso, che ha come scopo la valutazione automatica della qualità dei metadati nelle digital libraries, che un’analisi preliminare sulla metadata completeness delle risorse presenti nell’aggregatore di metadati “CulturaItalia”.
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