Dissertations / Theses on the topic 'Urbanisti'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Urbanisti.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 50 dissertations / theses for your research on the topic 'Urbanisti.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Pradel, Benjamin. "Rendez-vous en ville ! Urbanisme temporaire et urbanité évènementielle : les nouveaux rythmes collectifs." Phd thesis, Université Paris-Est, 2010. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00546513.

Full text
Abstract:
La métropole est polychronique. L'isolement d'un de ses rythmes permet de nuancer les théories de la modernité liquide et de la ville en continu. À travers l'étude de trois événements festifs métropolitains à Paris et Bruxelles, nous proposons une lecture de l'histoire urbaine par ses temps partagés, une description des mécanismes par lesquels les rythmes sociaux émergent et une analyse de leur rôle social et spatial. Réinterrogé par le concept de rendez-vous collectifs, les rythmes urbains sont une co-production entre un urbanisme temporaire et une urbanité événementielle. Ces deux éléments explique le double rôle spatial et social des rythmes événementiels. Les institutions municipales instrumentalisent l'urbanisme temporaire pour signifier le temps, organiser le rassemblement et produire du lieu. L'urbanité événementielle est le résultat des interprétations individuelles des événements comme signe temporel qui produit du lien social et un sens commun des lieux. La répétition de la rencontre entre l'urbanisme temporaire et l'urbanité événementielle provient d'une part, de la décision politique de d'instrumentaliser le rendez-vous dans l'organisation urbaine, d'autre part de la synchronisation des individus qui organisent leurs temps pour participer au rassemblement. La rationalité qui anime les participants est motivée par la valorisation des interactions de face-à-face et la production de liens sociaux associatifs, dans une société interrogée par la différenciation et la désynchronisation des modes de vie. L'individu ne se passe pas de rassemblements rituels, dans des lieux et selon des temporalités saisonnières. Ces rythmes collectifs sont adaptés à la métropole, à la complexification de ses territoires, à l'hybridation de ses représentations culturelles et à l'individualisation de ses temporalités. Au-delà, le concept de rythme est une théorie de morphologie sociale qui rend compte du fonctionnement des sociétés de façon multiscalaire et dynamique. Elle s'inscrit dans les théories sociologiques intermédiaires qui lient l'individu et le collectif, l'habitant et les institutions, la morphologie spatiale et temporelle de groupements humains de toutes tailles. Le fait métropolitain, influençant et influencé par l'individu et le global, constitue une échelle mésociale heuristique
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Dallari, Filippo <1976&gt. "I limiti al diritto di proprietà derivanti dagli strumenti di pianificazione urbanistica. I vincoli urbanistici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5022/1/Dallari_Filippo_Tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Nella prima parte viene ricostruito il concetto di vincolo espropriativo alla luce dell’elaborazione della giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte EDU, giungendo alla conclusione che rientrano in tale concetto le limitazioni al diritto di proprietà che: - derivano da scelte discrezionali dell’Amministrazione non correlate alle caratteristiche oggettive del bene; - superano la normale tollerabilità nel senso che impediscono al proprietario la prosecuzione dell’uso in essere o incidono sul valore di mercato del bene in modo sproporzionato rispetto alle oggettive caratteristiche del bene e all’interesse pubblico perseguito. Ragione di fondo della teoria dei vincoli è censurare l’eccessiva discrezionalità del potere urbanistico, imponendo una maggiore obiettività e controllabilità delle scelte urbanistiche. Dalla teoria dei vincoli consegue altresì che nell’esercizio del potere urbanistico l’Amministrazione, pur potendo differenziare il territorio, deve perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico degli interessi incisi dalle sue determinazioni. L’obbligo della corresponsione dell’indennizzo costituisce la prima forma di perequazione urbanistica. Nel terzo e nel quarto capitolo viene analizzata la giurisprudenza civile e amministrativa in tema di vincoli urbanistici, rilevandone la non corrispondenza rispetto all’elaborazione della Corte costituzionale e l’incongruità dei risultati applicativi. Si evidenzia in particolare la necessità del superamento del criterio basato sulla distinzione zonizzazioni-localizzazioni e di considerare conformative unicamente quelle destinazioni realizzabili ad iniziativa privata che in concreto consentano al proprietario di conseguire un’utilità economica proporzionata al valore di mercato del bene. Nel quinto capitolo viene analizzato il rapporto tra teoria dei vincoli e perequazione urbanistica, individuandosi il discrimine tra i due diversi istituti non solo nel consenso, ma anche nella proporzionalità delle reciproche prestazioni negoziali. Attraverso la perequazione non può essere attribuito al proprietario un’utilità inferiore a quella che gli deriverebbe dall’indennità di esproprio.
In the first part, the concept of expropriation restriction is reconstructed in the light of the Constitutional Court and Court of Human Rights jurisprudence, concluding that restrictions on property right fall into this concept. They: - come from discretionary Administration choices not related to the objective characteristics of the property, - go beyond the normal tolerance, meaning they preclude the landlord to be in continued use or they affect the market value of the property disproportionately to the objective characteristics of the property and to the public interest pursued. Underlying reason of the planning restrictions theory is censoring the excessive discretion of the planning power by imposing a greater objectivity and controllability to land use decisions. From the planning restrictions theory it also follows that in exercising the planning power, although the territory could be differentiated, the Administration must pursue the target of balancing economic interests affected by its determinations. The obligation to a compensation payment is the first form of urban planning equalization. In the third and fourth chapters, the civil and administrative jurisprudence is analyzed on the subject of planning restrictions, noting the mismatch compared to the Constitutional Court elaboration and the incongruity of the application results. There is a focus on the need to overcome the criterion based on the zoning-localisations distinction and to consider conforming only those destinations feasible through private enterprise, which actually allow the owner to achieve an economic benefit proportionate to the market value of the property. The fifth chapter analyzes the relationship between planning restrictions theory and urban equalization. The distinction between the two institutions is not only in the consensus, but also in the proportionality of negotiating reciprocal contractual services. Through the equalization it can’t be attributed to the owner a utility lower than what would result from expropriation compensation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Dallari, Filippo <1976&gt. "I limiti al diritto di proprietà derivanti dagli strumenti di pianificazione urbanistica. I vincoli urbanistici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5022/.

Full text
Abstract:
Nella prima parte viene ricostruito il concetto di vincolo espropriativo alla luce dell’elaborazione della giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte EDU, giungendo alla conclusione che rientrano in tale concetto le limitazioni al diritto di proprietà che: - derivano da scelte discrezionali dell’Amministrazione non correlate alle caratteristiche oggettive del bene; - superano la normale tollerabilità nel senso che impediscono al proprietario la prosecuzione dell’uso in essere o incidono sul valore di mercato del bene in modo sproporzionato rispetto alle oggettive caratteristiche del bene e all’interesse pubblico perseguito. Ragione di fondo della teoria dei vincoli è censurare l’eccessiva discrezionalità del potere urbanistico, imponendo una maggiore obiettività e controllabilità delle scelte urbanistiche. Dalla teoria dei vincoli consegue altresì che nell’esercizio del potere urbanistico l’Amministrazione, pur potendo differenziare il territorio, deve perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico degli interessi incisi dalle sue determinazioni. L’obbligo della corresponsione dell’indennizzo costituisce la prima forma di perequazione urbanistica. Nel terzo e nel quarto capitolo viene analizzata la giurisprudenza civile e amministrativa in tema di vincoli urbanistici, rilevandone la non corrispondenza rispetto all’elaborazione della Corte costituzionale e l’incongruità dei risultati applicativi. Si evidenzia in particolare la necessità del superamento del criterio basato sulla distinzione zonizzazioni-localizzazioni e di considerare conformative unicamente quelle destinazioni realizzabili ad iniziativa privata che in concreto consentano al proprietario di conseguire un’utilità economica proporzionata al valore di mercato del bene. Nel quinto capitolo viene analizzato il rapporto tra teoria dei vincoli e perequazione urbanistica, individuandosi il discrimine tra i due diversi istituti non solo nel consenso, ma anche nella proporzionalità delle reciproche prestazioni negoziali. Attraverso la perequazione non può essere attribuito al proprietario un’utilità inferiore a quella che gli deriverebbe dall’indennità di esproprio.
In the first part, the concept of expropriation restriction is reconstructed in the light of the Constitutional Court and Court of Human Rights jurisprudence, concluding that restrictions on property right fall into this concept. They: - come from discretionary Administration choices not related to the objective characteristics of the property, - go beyond the normal tolerance, meaning they preclude the landlord to be in continued use or they affect the market value of the property disproportionately to the objective characteristics of the property and to the public interest pursued. Underlying reason of the planning restrictions theory is censoring the excessive discretion of the planning power by imposing a greater objectivity and controllability to land use decisions. From the planning restrictions theory it also follows that in exercising the planning power, although the territory could be differentiated, the Administration must pursue the target of balancing economic interests affected by its determinations. The obligation to a compensation payment is the first form of urban planning equalization. In the third and fourth chapters, the civil and administrative jurisprudence is analyzed on the subject of planning restrictions, noting the mismatch compared to the Constitutional Court elaboration and the incongruity of the application results. There is a focus on the need to overcome the criterion based on the zoning-localisations distinction and to consider conforming only those destinations feasible through private enterprise, which actually allow the owner to achieve an economic benefit proportionate to the market value of the property. The fifth chapter analyzes the relationship between planning restrictions theory and urban equalization. The distinction between the two institutions is not only in the consensus, but also in the proportionality of negotiating reciprocal contractual services. Through the equalization it can’t be attributed to the owner a utility lower than what would result from expropriation compensation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Borba, Adriana Carla de Azevedo. "Meio ambiente e planejamento: a rela??o cidade-natureza nos Planos Urban?sticos da cidade de Natal no s?culo XX." Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2008. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/12307.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2014-12-17T13:56:52Z (GMT). No. of bitstreams: 1 AdrianaCAB.pdf: 448692 bytes, checksum: 4a363729a0ef16c2f1612fb4fd69085f (MD5) Previous issue date: 2008-05-30
Coordena??o de Aperfei?oamento de Pessoal de N?vel Superior
This research studies the relation between city and nature in the urbanity s plans from Natal RN, Brazil, during the 20th century. Investigates and analyses the main documents that bring environmental s ideas inside from the urbanity s plans of Natal; gives the historical and economical situation from the city in each period studied; features the urbanity s plans, using categories of analyses to comprehension of this instruments. Try to contribute in the bigger process of historical rescue of Natal, and stimulates new studies. It was used documental s research, and bibliographic material. It was identified four (04) kinds of plans: the ones that focus in health and aesthetic (1901, 1929, 1935) technology and science (1968), zoning and control (1974, 1984) and environment. The hints founded shows that environmental ideas were put inside of the plans by government demands, especially in 1994 s plan, almost always without popular contribution and without this population get understands its meanings and implications
Trata do estudo acerca da rela??o cidade - natureza nos Planos Urban?sticos da cidade de Natal no s?culo XX, no qual se buscou identificar e analisar os principais documentos que inserem as id?ias ambientais dentro dos planos urban?sticos citadinos; contextualizar pol?tica e economicamente o cen?rio em que acontecem as modifica??es em cada plano estudado; e caracterizar os planos urban?sticos e diretores de Natal, elaborando categorias de an?lise de tais instrumentos. Procura-se com este estudo contribuir no processo maior de resgate da hist?ria de Natal: dada ? car?ncia dos registros hist?ricos, espera-se com este trabalho, estimular tamb?m outros nichos de pesquisa que auxiliem numa maior compreens?o acerca dos processos de transforma??o da cidade. Al?m disto, prop?e-se a servir como um instrumento para orientar a elabora??o de futuros planos urban?sticos da cidade, especificamente no que se refere ?s quest?es ambientais. O estudo pautou-se em pesquisa documental (sobretudo os planos urban?sticos e diretores objetos de estudo) e bibliogr?fica (peri?dicos, artigos da internet e livros). Verificaram-se quatro tipologias de planos: os que possuem mais destaque na sa?de e est?tica (1901, 1929, 1935); t?cnica e ci?ncia (1968); zoneamento e controle (1974 e 1984) e meio ambiente (1994 e 1999). Os ind?cios encontrados apontam para a inser??o de id?ias ambientais por exig?ncia governamental, notadamente no plano de 1994, e em geral com pouca ou nenhuma participa??o popular e sem que a mesma apreendesse seus significados e implica??es
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

PALLONE, Ester. "VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E PIANIFICAZIONE URBANISTICA: UNA INTEGRAZIONE POSSIBILE. Esperienze, ricerca e prospettive per l'evoluzione degli strumenti urbanistici." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917203.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Faria, Rodrigo Santos de. "Jose de Oliveira Reis, urbanista em construção : uma trajetoria profissional no processo de institucionalização do urbanismo no Brasil (1926-1965/1966)." [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/280241.

Full text
Abstract:
Orientador: Cristina Meneguello
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-09T09:45:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Faria_RodrigoSantosde_D.pdf: 21105509 bytes, checksum: 837240970e75feab4256b19f4dad1ac6 (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Estudo da trajetória profissional de José de Oliveira Reis. Formado Engenheiro Civil e Geógrafo pela Escola Politécnica do Rio de Janeiro em 1926, empreendeu um percurso profissional como funcionário público da prefeitura do Rio de Janeiro entre 1933 e 1966 ¿ quando se aposenta como engenheiro do Estado da Guanabara, iniciando também (1965) um trabalho de historiógrafo das administrações municipais do Rio de Janeiro ¿ formando-se urbanista no próprio processo de institucionalização do urbanismo nas administrações municipais brasileiras, pelo lugar profissional da engenharia. O trabalho analisa esta sua trajetória de funcionário público engenheiro-urbanista em seus dois principais lugares institucionais: a chefia da Comissão do Plano da Cidade do Rio de Janeiro entre 1937 e 1945, e a direção do Departamento de Urbanismo da Prefeitura do Rio de Janeiro entre 1945 e 1963. Neste período de atuação no Departamento, fundamentalmente vinculado aos debates urbanísticos arrolados no âmbito do Movimento Municipalista Brasileiro. Entretanto, o trabalho não está limitado ao trabalho que José de Oliveira Reis realizou na prefeitura do Rio de Janeiro. Um conjunto de deslocamentos institucionais associados à importantes processos de contínua construção do seu pensamento urbanístico foram fundamentais para o estudo da sua trajetória profissional: Comissão de Obras Novas do Abastecimento de Águas de São, Plano Diretor de Ribeirão Preto, o Plano da Cidade de Vera Cruz ¿ Futura Capital do Brasil, o Plano Urbano da Cidade Anexa à Base Naval de Aratu-Salvador
Abstract: This study comprehends the professional trajectory of José de Oliveira Reis. Civil Engineer and Geographer graduated at Escola Politécnica do Rio de Janeiro in 1926, worked as public server at Rio de Janeiro city administration from 1933 to 1966 ¿ when he retires as the State of Gaunabara engineer and also begins an historian work about the city administrations of Rio de Janeiro (1965) ¿ he becomes a city planner playing an important role at the very process of institutionalization of the city planning practice within the Brazilian city administrations as an professional engineer. This study analyses this city planner/engineer professional trajectory at his main institutional posts: Head of the City of Rio de Janeiro City Plan Commission between the years of 1937 to 1945, and the direction of the City Planning Department of the city of Rio de Janeiro from 1945 to 1963. At this period while working at the department he was intrinsically involved at the city planning debates within the Municipality Brazilian Movement. However, this study is not limited to his participation in City Administration of the city of Rio de Janeiro. A set of institutional dislocations associated to important process of continuous construction of his urban thinking were fundamental to the study of his professional career: New Enterprises for Water Supply of São Paulo Commission, City of Ribeirão Preto Master Plan, City of Vera Cruz Master Plan ¿ future Brazil¿s Capital, and the Aratu-Salvador Naval Base city Master Plan
Doutorado
Politica, Memoria e Cidade
Doutor em História
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Serra, Permanyer Marta. "Espais latents : pràctiques artístiques contemporànies vers un urbanisme crític = Latent spaces : contemporary practices in art towards a critical urbanism." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2014. http://hdl.handle.net/10803/260971.

Full text
Abstract:
Aquesta tesi explora les formes d’intervenció a l’espai urbà que relacionen l’art amb la transformació de les ciutats contemporànies. L’examen de diverses formes de creació emergents permet descobrir, a través del camp artístic, eines de creació i metodologies que contribueixen de forma crítica a percebre la transformació social del paisatge urbà. El principal propòsit consisteix en identificar un urbanisme alternatiu a partir de la mirada i intervenció de la pràctica artística actual compromesa amb la ciutat, reconeixent les pràctiques espacials creatives com a vies transdisciplinàries i inclusives a l’hora de dissenyar la ciutat, i a la vegada, com a veus crítiques que poden recordar diferents episodis de la història de l’urbanisme caracteritzats pel desig d’humanitzar l’espai urbà. La recerca parteix de l’exploració i entrevista de cinc casos d’estudi europeus, cinc artistes contemporanis que prenen com a objecte de treball la transformació urbana de la ciutat global. Són Jakob Kolding, Marjetica Potrč, Lara Almarcegui, Loraine Leeson i Sitesize. La seva aproximació urbana examina les tensions socioespacials derivades de dinàmiques de transformació de la ciutat contemporània, una transformació provocada o bé per la caducitat del funcionalisme del Moviment Modern en models utòpics de creixement il•limitat, o bé pels processos de renovació urbana més actuals que han contribuït a la ciutat dispersa i a la crisi en l’ús de l’espai públic. Els símptomes detectats per cada artista coincideixen en identificar, principalment, la pèrdua de vida a l’espai urbà així com l’exclusió dels propis ciutadans en el procés de definició del seu entorn. Per aquest motiu els cinc artistes assenyalen i intervenen en espais d’oportunitat, espais latents: zones suburbanes amb baixa copresència, espais comunitaris buits, descampats, espais públics infrautilitzats o barris en procés de gentrificació, manifestant en cada cas conflictes d’exclusió i segregació socioespacial, turistització, pèrdua de referències identitàries pròpies, estandardització d’usos, esborrament de la memòria del lloc i, especialment, manca de socialització a l’espai públic. Per tant, si els espais latents són espais urbans buits i sense ús, la hipòtesi d’aquesta tesi recau en què l’art pot transformar la condició de buit en espai públic, atribuint al gest artístic la capacitat generadora i projectora d’espai relacional. La tesi s’estructura en una primera part on s’introdueix la pràctica artística i la transformació urbana des de la mirada dels artistes, des dels referents compartits pels casos d’estudi corresponents als estudis sociològics, i finalment des de la història de l’arquitectura més pròxima a la mirada que planteja cada artista. El cos central de la tesi desplega els cinc casos d’estudi, on a propòsit de cada artista es pretén suggerir un nou tipus d’urbanisme latent: l’urbanisme socialitzant proposat per J. Kolding, l’urbanisme d’arrelament proposat per M. Potrč, el no-urbanisme proposat per L. Almarcegui, l’urbanisme comunitari per part de L. Leeson i l’urbanisme d’autoaprenentatge proposat per Sitesize. Prenent la seva obra com a pretext, serà possible repensar i qüestionar les formes actuals de projectar amb l’objectiu de reconèixer i identificar noves eines i processos de treball molt més empíriques. El resultat d’aquesta combinació de mirades presents serà útil per proposar una forma de projectar transdisciplinària i entesa com a procés obert i compartit, intensificant el coneixement crític cap a la història de l’arquitectura i potenciant els espais de socialització i d’autonomia pel ciutadà. Per tant, els espais latents seran espais físics en transició transformats pel gest poètic d’un artista, però també altres formes de projectar l’urbanisme i contrarrelats a recuperar d’algunes fractures de la història de la ciutat
The thesis "Latent spaces: Contemporary practices in art towards a critical urbanism" explores the forms of intervention in urban space that link art to the transformation of contemporary cities. By examining varying emergent forms of creation, it reveals, through the field of art, creative tools and methodologies that contribute critically to perception of the social transformation of urban landscapes. The main objective is to identify an alternative urbanism based on the perspective and intervention of current, city-committed artistic practice, acknowledging creative spatial practices as transdisciplinary and inclusive avenues for designing public spaces. In turn, these critical voices from the field of art can connect to various episodes from the history of the vein of urban planning that has sought to humanize urban space. The research begins by exploring five European case studies, with interviews of five emerging artists whose work focuses on the urban transformation of the global city: Jakob Kolding, Marjetica Potrč, Lara Almarcegui, Loraine Leeson and Sitesize. Their urban approach examines the socio-spatial tensions arising from the dynamics of transformation in the contemporary city, a transformation caused be it by the expiry of the functionalism of the Modern Movement in utopian models of unlimited growth or through more current processes of urban renewal, which have contributed to the disperse city and the crisis in the use of public space. Each of the artists concurs in identifying as symptoms the loss of life in urban space and the exclusion of the city’s inhabitants in the process of defining their environment. For this reason, the five artists identify and act in spaces of opportunity, latent spaces—suburban areas with low co-presence, empty community spaces, vacant lots, underused public spaces or neighborhoods undergoing gentrification—showcasing in each conflicts of exclusion and socio-spatial segregation, touristification, loss of own identity references, standardization of uses, loss of memory of the place and, above all, lack of socialization in public space. If public spaces are thus empty, unused spaces, the hypothesis of this thesis is art’s potential to alter the emptiness in public space, ascribing the ability to produce and project relational space to the act of creating art. This thesis begins with a first part introducing artistic practice and urban transformation from the perspective of the artists, from their shared references with urban sociology studios and finally from the history of the architecture that most closely matches each artist’s specific vision. The main body of the thesis elucidates the five case studies and seeks, with regard to each artist, to proffer a new type of latent urbanism: the socializing urbanism proposed by J. Kolding, the rooted urbanism proposed by M. Potrč, the anti-urbanism proposed by L. Almarcegui, the community urban planning proposed by L. Leeson and the self-taught urbanism proposed by Sitesize. Taking the work of these artists as a pretext, it becomes possible to rethink and question current design methods in order to discern and identify new tools and much more empirical processes. The result of this combination of urban perspectives will prove useful in proposing a cross-disciplinary form of planning conceived as an open and shared process, augmenting critical knowledge towards the history of architecture and promoting spaces for socialization and autonomy for city inhabitants. Latent spaces will thus be physical spaces in transition, transformed by the poetic gesture of an artist as well as by other forms of planning and counter-narratives to recover from some fractures in the history of the city
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Cortellaro, Stefano. "La construcción del territorio de Ibiza. Urbanismo, paisaje, arquitectura." Doctoral thesis, Universitat Ramon Llull, 2013. http://hdl.handle.net/10803/113308.

Full text
Abstract:
La tesi és una nova aportació a l'estudi del territori rural, paisatge que ha rebut menys atencions per part de l'Urbanisme, i que actualment esta experimentant una forta transformació, deguda entre altres coses a una forta activitat edificatòria. Objecte d'aquest treball és l'estudi del territori de l'illa d'Eivissa, un territori "no urbà", construït principalment per !'agricultura. Més que la imatge visible d'un paisatge, el territori rural es considera a partir d'una sèrie d'elements construïts sobre el relleu natural, com a relació entre construcció i naturalesa, com una estructura física composta per lògiques "urbanes" (més geomètriques) i lògiques de construcció de l'espai agrícola, (mes vinculades a la geografia, a la topografia), com una arquitectura construïda al llarg del temps, que ha general uns sistemes continus que han mticulat i donat forma a territoris sencers. Mitjançant l'estudi d'un àrea concreta, la tesi proposa una anàlisi, basada en el dibuix, dels criteris, les formes, les estructures, els traçats i els models d'ordre que han guiat la construcció del territori rural de l'illa d'Eivissa. L'estudi es basa en un treball de camp i en una anàlisi del paisatge rural que comença amb els aixecaments a escala 1:100, 1:500, 1:1.500 de les cases rurals més significatives de les vendes de Morna, Atzaró i Balafi, i arriba per zooms progressius fins a una lectura general del territori de l'illa. Aquest mètode de lectura del territori per ampliacions successives a partir de la casa rural, desplaça l'atenció de la casa com a edifici a la casa com a element de construcció d'un lloc, element que per agregació dóna forma a un territori sencer, demostra el paper de la casa com cèl•lula de construcció del territori i al mateix temps permet una lectura de l'espai rural en la qual desapareix la separació entre les escales de !'arquitectura, del paisatge i del territori. El concepte de territori com a construcció física global desenvolupada al llarg del temps, i la definició d'una manera de llegir i representar l'espai rural, adequada a la descripció i comprensió de les seves característiques formals i de les seves regles constructives, es proposa com a tema central de la tesi. L'anàlisi del teixit rural de l'illa d'Eivissa, l'estudi dels elements que ho composen (habitatges, camins, murs de pedra, cultius, parcel•lari...) i de les relacions que han establert amb els elements geogràfics (relleu, drenatges, vegetació...) no s'ha realitzat tant amb una visió arqueològica, patrimonial, de protegir enfront de destruir; el descobriment, mitjançant el dibuix, de les línies de força del teixit, de les persistències que han construït i articulat el territori rural d'Eivissa i en particular la vall de Labritja al llarg dels anys, ha evidenciat la trama estructural del territori, que estructura i articula el paisatge rural, el caràcter abstracte del qual ho converteix en un element de control formal i de projecte que permet una actitud projectual cap al territori, la seva arquitectura i la seva transformació. Com tots els territoris rurals, el d'Eivissa és un paisatge construït, estructural mitjançant un sistema continu i complex, un model d'escala i d'ordre basat en les tècniques agrícoles, que amb sorprenent naturalitat articula tot el territori insular, l'estudi del qual, acompanyat de la lectura de les transformacions actuals, es proposa com a camp de reflexió sobre l'arquitectura, l'urbanisme i el paisatgisme contemporanis.
La tesis es una nueva aportación al estudio del territorio rural, paisaje que ha recibido menos atenciones por parte del Urbanismo, y que actualmente está experimentando una fuerte transformación, debida entre otras cosas a una fuerte actividad edificatoria. Objeto de este trabajo es el estudio del territorio de la isla de Ibiza, un territorio "no urbano", construido principalmente por la agricultura. Mas que la imagen visible de un paisaje, el territorio rural se considera a partir de una serie de elementos construidos sobre el relieve natural, como relación entre construcción y naturaleza, como una estructura física compuesta por lógicas "urbanas" (más geométricas) y lógicas de construcción del espacio agrícola, (mas vinculadas a la geografía, a la topografía), como una arquitectura construida a lo largo del tiempo, que ha generado unos sistemas continuos que han articulado y dado forma a enteros territorios. Mediante el estudio de un área concreta, la tesis propone un análisis, basado en el dibujo, de los criterios, las formas, las estructuras, los trazados y los modelos de orden que han guiado la construcción del territorio rural de la isla de Ibiza. El estudio se basa en un trabajo de campo y en un análisis del paisaje rural que empieza con los levantamientos a escala 1 :100, 1 :500, 1:1.500 de las casas rurales más significativas de las vendas de Morna, Atzaró y Balafi, y llega por zooms progresivos hasta una lectura general del territorio de la isla. Este método de lectura del territorio por ampliaciones sucesivas a partir de la casa rural, desplaza la atención de la casa como edificio a la casa como elemento de construcción de un lugar, elemento que por agregación da forma a un territorio entero, demuestra el papel de la casa cómo célula de construcción del territorio y al mismo tiempo permite una lectura del espacio rural en la que desaparece la separación entre las escalas de la arquitectura, del paisaje y del territorio. El concepto de territorio como construcción física global desarrollada a lo largo del tiempo, y la definición de una manera de leer y representar el espacio rural, adecuada a la descripción y comprensión de sus características formales y de sus reglas constructivas, se propone como tema central de la tesis. El análisis del tejido rural de la isla de Ibiza, el estudio de los elementos que lo componen (viviendas, caminos, muros de piedra, cultivos, parcelario...) y de las relaciones que han establecido con los elementos geográficos (relieve, drenajes, vegetación...) no se ha realizado tanto con una visión arqueológica, patrimonial, de proteger frente a destruir; el descubrimiento, mediante el dibujo, de las líneas de fuerza del tejido, de las persistencias que han construido y articulado el territorio rural de Ibiza y en particular el valle de Labritja a lo largo de los años, ha evidenciado la trama estructural del territorio, que estructura y articula el paisaje rural, cuyo carácter abstracto lo convierte en un elemento de control formal y de proyecto que permite una actitud proyectual hacia el territorio, su arquitectura y su transformación. Como todos los territorios rurales, el de Ibiza es un paisaje construido, estructurado mediante un sistema continuo y complejo, un modelo de escala y de orden basado en las técnicas agrícolas, que con sorprendente naturalidad articula todo el territorio insular, cuyo estudio, acompañado de la lectura de las transformaciones actuales, se propone como campo de reflexión sobre la arquitectura, el urbanismo y el paisajismo contemporáneos.
This thesis is a new contribution to the study of rural territory, a landscape that has received less attention by Urbanism and is currently undergoing an important transformation, partly due to a strong building activity. Subject of this work is the study of the territory of the island of Ibiza, a "non urban" territory, mainly embossed by agriculture. More than the visible image of a landscape, the rural territory is considered as a number of elements built upon the natural relief, as a relationship between building and nature, as a physical structure composed of "urban" (more geometric) logics, and of agricultural construction logics (more related to geography, topography), as an architecture built over time, which generated continuous systems that have articulated and shaped whole territories. By studying a particular area, the thesis proposes an analysis, based on drawing, of the criteria, forms, structures, tracings and models of order that have guided the construction of rural territory of the island of lbiza. The study is based on a fieldwork and a rural landscape analysis that begins with surveys at l:1 00, 1:500, 1:1500 scales of the most significant rural houses of the area of Moma, Balafi and Atzaró, and arrives by progressive zooms to a general reading of the territory of the island. This method of reading of the territory by successive enlargements from the rural house scale shifts the focus of the house as a building to the house as an element that constructs a place, element that through aggregation shapes an entire territory, demonstrating the role of the rural house as a cell of construction of the territory, and at the same time allows a reading of rural space in which the separation between the scales of architecture, landscape and territory, disappears. The concept of territory as a physical construction developed overtime, and the definition of a way to read and represent rural areas, appropriate to the description and understanding of their formal characteristics and their construction rules, is proposed as a central theme of the thesis. The analysis of the rural structure of the island of Ibiza, the study of the component parts (houses, roads, stone walls, crops, plot ...) and of relationships that they have established with geographic features (relief, drainage, vegetation ...) has not been undertaken so much with an archaeological aim or the wish to protect it against destruction; the discovery, by the drawing, of the lines of force of the tissue, the persistences that have constructed and articulated the rural territory of lbiza and in particular the valley of Labritja over the years, has shown the structure of the territory, which articulates rural landscape, whose abstract nature makes it an element of formal control and project, that allows a projectual attitude towards territory, its architecture and its transformation. Like all rural areas, Ibiza is a man built landscape, structured by a continuous and complex system, a model of scale and order based on agricultural techniques, which articulates with surprising ease all the island landscape, whose study, accompanied by the reading of current transformations, is proposed as a field of reflection on contemporary architecture, urbanism and landscape.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Petrevičiūtė, Ugnė. "Rokiškio miesto centrinės dalies erdvinės struktūros modeliavimas, plėtojant ekologiško miesto sampratą." Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2013. http://vddb.laba.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2013~D_20130617_184942-65614.

Full text
Abstract:
Baigiamojo magistro darbo tyrimo objektas yra vidutinio dydžio besitraukiančių miestų centrinių dalių funkcinė ir erdvinė struktūra. Nagrinėjamas Rokiškio miestas, kaip besitraukiantis miestas, susiduriantis su panašiems miestams būdingomis problemomis. Analogų studijoje, miesto raidos procesai lyginami su pasaulio miestuose vykstančiais procesais, remiantis pasauline praktika, ieškoma būdų problemoms spręsti. Siekiant suvaldyti miesto traukimąsi ir pagerinti miesto gyvenamosios aplinkos kokybę bei miesto įvaizdį, kuriama Rokiškio, kaip ekologiško miesto, vizija. Detalesnio tyrimo objektu pasirinkta Rokiškio miesto funkcinė ir erdvinė struktūra bei miesto pietinė dalis ir su ja susijusios urbanistinės bei aplinkos kokybės problemos. Į nagrinėjamą teritoriją įeina masinės statybos gyvenamieji rajonai ir pramonės teritorijos, t.y. itin problematiškos zonos. Darbas pateikiamas aiškinamajame rašte, grafinėje medžiagoje (planšetuose) ir miesto pietinės dalies koncepcijos makete. Darbas atliekamas remiantis moksline literatūra, pasauliniais analogais, juos lyginant, vertinant, darant išvadas ir jų praktiką pritaikant Rokiškio miestui. Aiškinamąjį raštą sudaro penki skyriai: Įvadas, analitinė – metodinė dalis, analitinė – tiriamoji dalis, eksperimentinė – projektinė dalis ir išvados; taip pat literatūros šaltinių, iliustracijų, lentelių sąrašas ir priedai. Darbo apimtis – 111 p. teksto be priedų, 69 iliustracijos, 12 lentelių, 53 bibliografiniai šaltiniai. Atskirai pridedami darbo... [toliau žr. visą tekstą]
The goal of Master thesis is to investigate the functional and spatial structure of mid-size shrinking cities. The object of this study is Rokiškis town – a shrinking town, encountering regular problems of this kind of town. Comparative analysis between Rokiškis and similar foreign towns is made, seeking for tools and examples of problem solving. In order to suppress the process of town shrinking and to ameliorate the quality of living environment, together with the overall image of the town, the vision of Rokiškis as an ecological town is being established. Detailed study of Rokiškis functional and spatial structure, and also of southern part of the town is made. Problems concerning urban planning and the quality of living environment are investigated. The studied territory gathers mass housing blocks as well as industrial territories – and these are the zones of very complex problems. Master thesis is presented by a textual part, graphical drawings and conceptual paper model. Thesis is based on the references of scientific literature, analogues of foreign countries, while comparing and evaluating them, and making conclusions The textual part has 5 chapters: introduction, analytical-methodical part, analytical-research part, experimental-project part and conclusions; references list, illustrations‘ list, tables list and extras included. Master thesis has 111 pages, without extras, 69 illustrations, 12 tables, 53 bibliographical references, extras included.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Zeroili, Driss. "Contribution de la Cartographie et des Systèmes d'Information Géographique (S.I.G) à la gestion urbaine : cas de la ville de Mohammedia au Maroc." Thesis, Montpellier 3, 2014. http://www.theses.fr/2014MON30047.

Full text
Abstract:
Le Maroc connaît une augmentation rapide de la population urbaine due à la croissance démographique, à l'exode rural et à plusieurs autres paramètres sociaux, économiques, etc. Cette urbanisation, qui introduit des phénomènes assez complexes, a généré une multitude de problèmes : transports, manque d'équipements sociaux, dégradation de l'environnement, gestion de l'espace urbain, etc. Les agences urbaines ont été créées pour maîtriser ce phénomène à travers l'établissement de documents d'urbanisme définissant les règles d'utilisation du sol et le contrôle des activités urbaines.L'agence urbaine traite quotidiennement une quantité importante de données géographiques. A cet effet, l'enjeu de la mise en place d'un Système d'Information Géographique est de taille. La présente étude consiste à dresser un constat de la gestion urbaine dans la ville de Mohammedia et à approfondir, tant sur les volets théorique que pratique, la mise en œuvre d'un SIG pour la gestion urbaine afin de gérer les équipements publics, les voiries et générer automatiquement des notes de renseignements au sein de l'agence urbaine. Comment restructurer les bases de données spatiales déjà existantes afin de lancer une application SIG pour rénover la gestion urbaine ?Les systèmes d'information géographique (SIG) se positionnent aujourd'hui comme un puissant outil d'aide à la décision, particulièrement pour ce qui concerne la gestion de l'espace. L'intégration de la dimension spatiale, grâce aux SIG, permet désormais de localiser l'information et d'organiser les données de façon plus conviviale
Morocco knows a rapid development of Urban Population due to population growth, rural exodus and several parameters (social, economic…). This urbanization involving complex phenomena has generated multitude of problems (notably the transportation problem, the lack of social equipments, the environment damage, the difficulty of Urban Management…). The Urban Agencies have been created to bring under control this phenomenon by establishing Urbanism Documents which define the land use laws, and by controlling the urban activities.The urban agency handles daily a large amount of geographical data. To this end, the issue of the establishment of a Geographic Information System is size. This study is to draw up a report on urban management in the city of Mohammedia and deepen both the theoretical aspects and practical implementation of a GIS for urban management to manage public facilities, roads and automatically generate notes intelligence within the urban agency. How to restructure databases already existing spatial data to launch a GIS application to renovate urban management?Geographic information systems (GIS) today positioned as a powerful tool for decision support, particularly with regard to the management of the space. The integration of the spatial dimension, using GIS, now can locate information and organize data in a more user-friendly
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Avissar, Ido. "INTENSITÉS DU NEUTRE, À la recherche d’une posture Neutre face au Chaos." Thesis, Université Paris-Saclay (ComUE), 2018. http://www.theses.fr/2018SACLD002.

Full text
Abstract:
Cette recherche se focalise sur la posture Neutre face au Chaos. Elle émerge d’une volonté de rompre avec une lecture paradigmatique de l’urbanisation et d’un désir de trouver un rapport apaisé avec le Chaos urbain qui nous entoure, un Chaos qui n’est plus la congestion spectaculaire de la Grande Ville mais un Chaos gris : diffus, silencieux, insignifiant. Ce regard que l’on qualifierait de Neutre est proche d’une certaine quiétude de l’esprit que l’on trouve dans le Zen ou le Taoïsme. Comme dans ces philosophies orientales il exprime une déconnexion et un dé-saisissement.Le Neutre est une expérience immédiate du réel qui implique une destitution du sujet, la sortie du rapport duel sujet-objet pour tenter une expérience indistincte de l’événement, sur un mode fusionnel, de réceptivité totale. Mais le Neutre qui nous intéresse dans cette recherche est un Neutre créatif et non pas purement contemplatif, un Neutre susceptible de ‘faire projet’. Ce Neutre, en tant que récepteur du Chaos, cherche à transformer la vitalité chaotique en processus actif. Notre argument principal se porte sur ce potentiel créatif et productif de la posture Neutre, et de sa manière à se saisir du Chaos comme source intarissable.La recherche s’organise selon des principes de fragmentation, transdisciplinarité, assemblage et redondance. Les onze figures qui la composent sont autonomes mais elles ne sont pas de la même nature. En effet, elles s’organisent en trois chapitres distincts, qui correspondent aux trois temps, ou trois mécanismes de la posture Neutre : (1) l’indiscernabilité (ou le Neutre réceptif), (2) le Désengagement (ou le Neutre passif) et (3) l’Énonciation (le Neutre actif). Ainsi, les trois premières figures (le Bruit, le Conflit et le Noeud), qui composent le premier chapitre, se rapportent à la réalité exogène, à ce qui se situe en dehors de nous et qui nous entoure ; les cinq figures qui suivent (l’Indifférence, le Laissez-faire, l’Idiotie, la Retraite et l’Infirmité) se rapportent toutes à l’attitude du sujet lui-même, à sa posture passive vis-à-vis du monde ; alors que les trois dernières figures (le Gris, le Pathos et l’Acceptation Active) se rapportent aux moyens d’expression et à l’accès au langage, c’est-à-dire à l’énonciation du projet.La recherche révèle que la posture Neutre ne constitue pas une méthode mais une démarche. Certes, une démarche n’a pas la même force transformatrice qu’une méthode. Elle est plus difficile à partager et à décrire. Elle est impossible à appliquer de façon constante et continue. Cependant, elle peut s’avérer tout aussi précieuse en tant que pensée du projet
This research focuses on a Neutral posture towards Chaos. It comes from the will to break with a paradigmatic reading of urbanisation and from a desire to find a pacified relationship with the urban Chaos surrounding us, a Chaos which is no longer the spectacular congestion of the Großstadt, but a grey Chaos : diffuse, silent, insignificant. This view, that we qualify as Neutral is close to a certain quietude of the mind that might be found in Zen or Taoism. Like in these eastern philosophies, it expresses a form of disconnection and divestiture. The Neutral is an immediate experience of the real which implies a destitution of the subject, an exit from the dual relationship of subject-object to attempt an indistinctive experience of the event, in a fusional mode, of total receptiveness. But the Neutral on which we are focused in this research is a creative Neutral and not a purely contemplative one, a Neutral which is likely to become a means of projection. This Neutral as a receptor of Chaos, tries to transform chaotic vitality into an active process. Our main argument focuses on this creative and productive potential of the Neutral posture and on its way of taking hold of Chaos as an inexhaustible source. The research is organised according to the principles of fragmentation, transdisciplinarity, assembly and redundancy. The eleven figures of which it is composed are autonomous and of various natures. Indeed, they are organised in three distinct chapters, which correspond to three different moments, or three mechanisms of the Neutral posture : (1) Indiscernibility (or the receptive Neutral), (2) Disengagement (or the passive Neutral),(3) Enunciation (the active Neutral). Thus, the three figures (Noise, Conflict, Node)that make up the first chapter, relate to the exogenous reality, to that which is situated outside of us and that which surrounds us ; the five following figures (Indifference, Laissez-faire, Idiocy, Retreat and Infirmity) all relate to the attitude of the subject himself, to his passive posture towards the world ; whereas the three final figures (Grey, Pathos and Active Acceptance) relate to the ways of expression and to access to language, that is to say the enunciation of the project. The research reveals that the Neutral posture does not constitute a method but an approach. Certainly, an approach does not have the transformative force of a method. It is much more difficult to impart and to describe. It is impossible to apply in a way which is continuous and constant. However, it might turn out to be just as precious as a projective thought
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Ferreira, Bráulio Vinícius. "A FORMAÇÃO DO ARQUITETO E URBANISTA BRASILEIRO: UMA ANÁLISE DO CONCURSO OPERA PRIMA." Pontifícia Universidade Católica de Goiás, 2014. http://localhost:8080/tede/handle/tede/710.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-07-27T13:44:53Z (GMT). No. of bitstreams: 1 BRAULIO VINICIUS FERREIRA - PARTE 1.pdf: 12821218 bytes, checksum: 6e2159d7948d9df517d179bdfea899d4 (MD5) Previous issue date: 2014-09-02
The formation of architects and urbanist has always been an object of interest and study on the part of those who teach and exercise the architecture and urbanism. To guarantee the professional exercise on the working field and at the same time to establish minimun contents that could guarantee the training of the professional, it has been presents subjects on professors and architects discussions since the deployment of the first courses of architecture in Brazil. Facing all of the changes in the professional exercise, and especially the teaching of architecture, it is worth asking: how does it configure today the formation of the architect and urbanist? What is the result of this formation? What kind of professional are we molding? In fact do we mold a generalist professional, with a single license? To achieve this investigative goal has been analysed the finals graduation works of the Course of Architecture and Urbanism awarded on the National Competition of Final Graduation Work Opera Prima, from 1989 to 2011, taken as primary resource of this research. The Opera Prima competition was created in 1988 through a partnership between the (Assossiação Brasileira de Ensino de Arquitetura) Brazilian Assossiation of Architecture Teaching, the ABEA, the magazine Projeto and the sponsorship from FADEMAC. The documental analysis was the methodological procedure adopted for the implementation of the research that has as purpose to analyse the finals graduation work of the course of Architecture and Urbanism. The final graduation work is an academic work widely used in higher education as a way to assess the graduating students of the course. The purpose is to always observe, in the evaluation of Final Work, the diversity of the training aspects of the architect and urbanist.
A formação de arquitetos e urbanistas sempre foi objeto de interesse e estudo por parte daqueles que exercem a arquitetura e o urbanismo e atuam em seu ensino. Assegurar o exercício profissional neste campo de trabalho e, ao mesmo tempo, estabelecer conteúdos mínimos que garantam a formação do profissional têm sido temas presentes nos debates dos professores e arquitetos desde a implantação dos primeiros cursos de arquitetura no Brasil. Diante de todas as mudanças ocorridas no exercício profissional e, sobretudo no ensino de arquitetura, cabe perguntar: Como se configura hoje a formação do arquiteto e urbanista? Qual tem sido o resultado desta formação? Que tipo de profissional os cursos têm formado? De fato formam um profissional generalista, com uma única habilitação? Para o alcance deste propósito investigativo, a análise documental foi o procedimento metodológico adotado para a realização da pesquisa. Foram analisados os trabalhos finais de graduação do curso de Arquitetura e Urbanismo premiados no Concurso Nacional de Trabalhos Finais de Graduação Opera Prima, de 1989 a 2011, tomados como fonte primária desta pesquisa. O concurso Opera Prima foi criado em 1988 mediante uma parceria entre a Associação Brasileira de Ensino de Arquitetura (ABEA) e a Revista Projeto com o patrocínio da FADEMAC. O Trabalho Final de Graduação é um trabalho acadêmico amplamente utilizado no ensino superior como forma de avaliar os graduandos concluintes do curso. No curso de Arquitetura e Urbanismo, essa avaliação do Trabalho Final possibilita examinar a diversidade dos aspectos da formação do arquiteto e urbanista.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Martínez, Deó Jacobo. "La "publificació"de les "urbanitzacions particulars" històriques." Doctoral thesis, Universitat Rovira i Virgili, 2018. http://hdl.handle.net/10803/663296.

Full text
Abstract:
El terme “urbanització” no ha estat mai objecte de definició positiva, i el seu ús —àdhuc normatiu— com si es tractés d’una existent institució juridicoadministrativa resulta imprecís, donant lloc a ambivalències i a interpretacions errònies de normatives sectorials no urbanístiques. L’anàlisi de quin fou l’origen civil d’aquelles primeres realitats (Llei del sòl de 1956), i de la seva posterior evolució al bloc de la refosa de 1976, que ultrapassà en molt l’exercici d’una simple refosa, constitueixen el primer i segon objectius del treball. Aquelles “urbanitzacions” (civils) van ser reconvertides en un procés, que arrenca en l’època de la transició, que anomenem de “publificació”, dut a terme, amb una plausible voluntat subjacent propiciadora que fos l’ambivalent normativa la que comportés la “publificació” d’aquelles realitats, amb el conseqüent trasllat de les responsabilitats privades d’execució i manteniment a l’àmbit públic. Explicar els condicionants normatius dels procesos de “publificació” dels objectes unitaris del dret privat “urbanitzacions particulars”, i com es van esdevenir aquests, constitueix el segon dels objectius de la investigació. L’anàlisi de l’evolució normativa posterior al bloc normatiu de 1976, amb l’actual regulació dels complexos immobiliaris privats, que ens ubica en l’actual conjuntura, constitueix el tercer objectiu. El quart objectiu, apuntar no el que una “urbanització” sigui, sinó, simplement, què sigui allò que per “urbanització” hagi d’entendre’s. Oferir una plausible definició normativa inequívoca del vocable en el dret administratiu no per dotar-la de cap contingut novedós, sinó justament, per negar-li el que no li correspon, aquella categorització d’objecte o d’institució immerescudament assolida. Proposar, en definitiva, una simple conceptualització sense objecte. Una “urbanització”, s’ha necessàriament de concloure a la vista de tota la investigació, no és res, no gaudeix de cap característica inherent que la faci mereixedora de constituir-se en cap objecte del dret conceptualitzable com a tal.
El término “urbanización” no ha sido nunca objeto de definición positiva, y su uso —incluso normativo— como si se tratara de una existente institución jurídicoadministrativa resulta impreciso, dando lugar a ambivalencias y a interpretaciones erróneas de normativas sectoriales no urbanísticas. El análisis de cuál fue el origen civil de aquellas primeras realidades (Ley del Suelo de 1956), y de su posterior evolución en el bloque de la refundición de 1976, que sobrepasó en mucho el ejercicio de una simple refundición, constituye el primer objetivo del trabajo. Aquellas “urbanizaciones” (civiles) fueron reconvertidas en un proceso, que arranca en la época de la transición, que llamamos de “publificación”, llevado a cabo, con una plausible voluntad subyacente propiciadora que fuera la ambivalente normativa la que comportara la “publificación” de aquellas realidades, con el consecuente traslado de las responsabilidades privadas de ejecución y mantenimiento al ámbito público. Explicar los condicionantes normativos de los procesos de “publificación” de los objetos unitarios del derecho privado “urbanizaciones particulares”, y cómo tuvieron lugar estos, constituye el segundo de los objetivos de la investigación. El análisis de la evolución normativa posterior al bloque normativo de 1976, con la actual regulación de los complejos inmobiliarios privados, que nos ubica en la actual coyuntura, constituye el tercer objetivo. El cuarto objetivo, apuntar no lo que una “urbanización” sea, sino, simplemente, qué sea lo que por “urbanización” deba entenderse. Ofrecer una plausible definición normativa inequívoca del vocablo en el derecho administrativo no para dotarla de ningún contenido novedoso, sino justamente, para negarle el que no le corresponde, aquella categorización de objeto o de institución inmerecidamente alcanzada. Proponer, en definitiva, una simple conceptualización sin objeto. Una “urbanización”, se ha necesariamente de concluir a la vista de toda la investigación, no es nada, no goza de ninguna característica inherente que la haga merecedora de constituirse en objeto alguno del derecho conceptualitzable como tal.
The term “urbanization” has never been the subject of a positive definition, and its use —even normative— as an existing legal and administrative institution is imprecise, leading to ambivalences and misrepresentations of non-urbanistic sectorial regulations. The analysis of the origin of those first realities (1956 Law), and its subsequent evolution in the block of the 1976 Rebuilt text, which far outstripped the exercise of a simple recasting, they constitute the first objective of the work. These “urbanizations” (civil law realities) were converted into a process, which starts at the time of the transition, which we call “publishing”, carried out, with a plausible underlying conducive that would be the ambivalent normative that would entail the “publishing”" of those realities, with the consequent transfer of the private responsibilities of execution and maintenance to the public domain. Explain the regulatory constraints of the processes of “publishing” the unitary objects of the private law “private urbanizations”, and how the processes happened, it constitutes the second of the objectives of the investigation. The analysis of the regulatory evolution following the 1976 regulatory bloc, with the current regulation of private real estate complexes, which places us in the current situation, constitutes the third objective. The fourth objective, to point out not what an “urbanization” is, but simply what it is for urbanization to be understood. To offer a plausible unambiguous normative definition of the word in the administrative law not to endow it with any new content, but just to deny what does not correspond to it, that categorization of object or institution immersionally achieved. To propose, in short, a simple conceptualization without an object. A “urbanization” must necessarily be concluded in the light of all the research, it is nothing, it does not enjoy any inherent characteristic that makes it worthy of being constituted in any object of the conceptualizable right as such.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Tricárico, Luciano Torres. "Raptos do direito à cidade como categoria de análise do plano urbano na modernidade." Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16136/tde-30042010-093403/.

Full text
Abstract:
Esta tese de doutorado tem como tema o estudo do urbanismo nas caracterizações que lhe foram dadas pelo movimento moderno e sua hipótese fundamental se refere à possibilidade de considerar como aquele movimento desenvolveu, indiretamente, um rapto do direito à cidade que passa a constituir uma categoria epistemológica na análise de planos urbanos desenvolvidos sob a sua inspiração. Para tanto e como estratégia metodológica de pesquisa foram utilizados planos urbanos modernos em confronto com a cidade enquanto realidade empírica e em processo constante de mudança. Concluiu-se que um dos fatores que podem levar muitos planos urbanos modernistas a se frustrarem está na condição com que eles conseguem (ainda que muitas vezes não perceptivelmente) raptar a cidade real existente. De modo que se propõe uma empiricização do plano no tempo e no espaço do vivido; portanto no cotidiano como signo potencial para se fazer e rever o plano urbano. Daí decorrem desdobramentos que o atual desenvolvimento dos meios tecnológicos podem oferecer para o plano urbano, visto que estes meios atuam como parte daquele cotidiano.
The subject-matter of this PhD thesis is the study of urbanism according to the characterizations it was given by the modern movement and its fundamental hypothesis refers to the possibility of considering the way in which this movement developed, indirectly, an abduction of the right to the city, which comes to constitute an epistemological category in the analysis of urban plans developed under the inspiration of this movement. In order to do this and as a methodological research strategy, we used modern urban plans confronting them with the city as an empiric reality and involved in a constant process of changes. We came to the conclusion that one of the factors that can lead many modernist urban plans to frustration resides in the condition through which they manage (even if it is not very often perceived) to abduct the real existing city. Therefore we propose an empiricization of the plan in the time and in the space of lived experience, hence, in daily life as a potential sign in order to make and revise the urban plan. As a result of this there are interpreting signs which the present development of technological means can offer to the urban plan, since these means act as a part of this daily life.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Bolzoni, Debora de Lima. "Urbanismo geral." Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/27/27159/tde-21092015-123033/.

Full text
Abstract:
Este texto se situa entre uma biografia e um conjunto de breves ensaios sobre assuntos com os quais me ocupo como artista.
This text lies between a biography and a collection of brief essays on subjects with which mind as an artist.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Guerreiro, Vânia Cristina Santos. "Urbanismo Comercial." Master's thesis, Universidade de Lisboa. Faculdade de Arquitetura, 2014. http://hdl.handle.net/10400.5/12304.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Caudevilla, Parellada Oriol. "Land law and town planning in Hong Kong: study of the relationship between these two areas." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/457904.

Full text
Abstract:
Hong Kong es una región muy capitalista (el lugar más capitalista del mundo), un lugar donde el cambio es constante. No obstante, por desgracia nada es tan fácil como parece (o por suerte, puesto que, si no, nuestra tesis no tendría razón de ser). Cuando nos centramos en los temas que estudiaremos en la presente tesis (Derecho Inmobiliario y Planeamiento Urbanístico), la situación pasa a ser mucho más complicada. Tal y como afirma Roger Nissim, "Hong Kong [has] a unique position of being internationally acclaimed as one of the best, if not the very best example of a functioning capitalist economy which ironically is founded on what is fundamentally a socialist land tenure system" (Nissim, 2012: prefacio). A lo largo de esta tesis, vamos a explicar cómo Hong Kong se basa en aparentes contradicciones, siendo Hong Kong una combinación de situaciones que, en otros lugares, serían vistas como completamente contradictorias, pero que, en este caso particular, estas aparentes contradicciones se combinan para formar un sistema que, si bien no es perfecto, por lo menos es bastante completo. La población de Hong Kong se triplicó entre 1950 y 2001, pasando de 2,2 millones a 6,7 millones de habitantes, hasta llegar a los 7.298.600 habitantes en 2015, según los datos proporcionados por el Gobierno de Hong Kong. El lector podría fácilmente pensar que este rápido aumento de población es la razón por la cual Hong Kong adoptó un sistema de tenencia del suelo de apariencia socialista. No obstante, éste no es el caso. Resulta obvio afirma que este aumento sustancial del número de habitantes de Hong Kong ha jugado un papel importante a la hora de dar forma a lo que Hong Kong es hoy en día (por ejemplo, a través de la creación del amplio sistema de vivienda pública de Hong Kong), pero la realidad es que el Sistema de propiedad del terreno de Hong Kong se remonta a mucho antes del boom demográfico de Hong Kong, puesto que es una variación del Sistema introducido por los británicos en 1841 cuando vendieron las primeras parcelas de terreno. A lo largo de la presente tesis, estudiaremos cómo el Derecho Inmobiliario y el Planeamiento Urbanístico funcionan en Hong Kong, con la finalidad de analizar posteriormente cuáles son las relaciones entre el Derecho Inmobiliario y el Derecho Urbanístico en Hong Kong en relación al proceso de planeamiento urbanístico y al control sobre el terreno (sobre todo en cuanto a los usos del suelo); las razones por las cuales los precios inmobiliarios son tan altos en Hong Kong y, en último lugar, nos centraremos en el Urbanismo para estudiar el debate entre las ciudades compactas y la dispersión urbanística de cara a analizar si el sistema de Hong Kong (región extremadamente compacta) es tan ideal como para ser imitado en España o no. Al tratarse de una tesis escrita y depositada en España, la referencia a España y al derecho español resulta prácticamente obligatoria para nosotros. Por esta razón, uno de los capítulos de la tesis está dedicado a la comparación de algunos aspectos del Derecho Inmobiliario y del Urbanismo de Hong Kong y España.
Hong Kong is a very capitalist region (the most capitalist place in the world), a place where change is constant. However, things are never that simple, unfortunately (or luckily, as otherwise we would have no topic of study for our thesis). When we talk about the topics that we are going to study in our thesis (Land Law and Town Planning), the situation becomes much more complicated. According to Roger Nissim, "Hong Kong [has] a unique position of being internationally acclaimed as one of the best, if not the very best example of a functioning capitalist economy which ironically is founded on what is fundamentally a socialist land tenure system" (Nissim, 2012: preface). We will explain in this thesis how Hong Kong is made of apparent contradictions; Hong Kong is a mixture of situations that, in other places, would be seen as completely contradictory, but, when applied to Hong Kong, those apparent contradictions normally mix together into a not perfect but at least quite complete system. Hong Kong’s population tripled from 1950 to 2001, from 2.2 million to 6.7 million, to reach the the current total population 7.298.600 inhabitants in 2015, according to the data from the Government of Hong Kong. The reader could easily think that this fast increase in Hong Kong’s population is the reason why Hong Kong adopted this “socialist-like” land tenure system to which we referred. However, this is not the case. Obviously, this substantial increase of Hong Kong’s population played a major role in shaping what Hong Kong is nowadays (through, for example, the creation of the Public Housing System), but the truth is that the system of landholding in Hong Kong is much older than Hong Kong’s demographic boom, as it is a variation of the system introduced by the British when they arrived in Hong Kong in 1841 and they sold the first plots of land. In this thesis, we will give an overview of how Land Law and Town Planning work in Hong Kong, in order to study what are the interrelationships between Land Law and Town Planning Law in Hong Kong when it comes to the town planning process and the control of land (mainly regarding land uses); the reasons why land values in Hong Kong are so persistently high and, at last, we will focus on Urbanism in order to study the debate between compact cities and urban sprawl in order to analyze whether the system of Hong Kong (extremely compact region) is as ideal as to be followed in Spain or not. As this is a thesis written and deposited in Spain, the reference to Spain and Spanish law is compulsory for us. This is why one of the chapters of the thesis is devoted to the comparison of some aspects of Land Law and Urbanism in Hong Kong and Spain.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Barbosa, Eliana Rosa de Queiroz. "Da norma á forma: urbanismo contemporâneo e a materialização da cidade / From norm to form: contemporary urbanism and the materialization of the city." Universidade Presbiteriana Mackenzie, 2016. http://tede.mackenzie.br/jspui/handle/tede/2908.

Full text
Abstract:
Submitted by Rosa Assis (rosa_assis@yahoo.com.br) on 2016-10-20T13:28:15Z No. of bitstreams: 2 Eliana Rosa de Queiroz Barbosa.pdf: 32138506 bytes, checksum: 2aa1e6e3110695ff751d5f4dcec3fa5b (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5)
Approved for entry into archive by Paola Damato (repositorio@mackenzie.br) on 2016-11-17T13:58:32Z (GMT) No. of bitstreams: 2 Eliana Rosa de Queiroz Barbosa.pdf: 32138506 bytes, checksum: 2aa1e6e3110695ff751d5f4dcec3fa5b (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5)
Made available in DSpace on 2016-11-17T13:58:32Z (GMT). No. of bitstreams: 2 Eliana Rosa de Queiroz Barbosa.pdf: 32138506 bytes, checksum: 2aa1e6e3110695ff751d5f4dcec3fa5b (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5) Previous issue date: 2016-08-19
This thesis discusses the rela􀆟 ons between form and norm in the materializa􀆟 on of the ci􀆟 es and the pragma􀆟 c contemporary urbanism, in its most commonly discussed mode: the urban project. The urban project is here understood as the media􀆟 ng elements of urban transforma􀆟 on, which today lack theoriza􀆟 on and instrumentali􀆟 es in the Brazilian context. Through the dialec􀆟 c rela􀆟 on between theore􀆟 cal discourse and empirical observa􀆟 on, the materializa􀆟 on of the contemporary city is discussed, by means of the conceptual fi gures Defi ni􀆟 on, Induc􀆟 on, and Improvisa􀆟 on, which relate to processes triggered by regula􀆟 ons. The fl oodplain of Tietê, between Lapa and Barra Funda, located in the west region of the city, between the river and the rail, is used as an empiric object, a site which generated the theore􀆟 cal refl ec􀆟 ons and was evaluated as in its historic materializa􀆟 on as in its contemporary redevelopment. The work off ers a spa􀆟 al historiography of the site´s materializa􀆟 on, by means of the elabora􀆟 on of conceptual formal fi gures, which guided the historic materializa􀆟 on process, and evaluates the contemporary materializa􀆟 on, guided by the urbanis􀆟 c instrument Urban Opera􀆟 on, conceived to promote urban projects in the city. Depar􀆟 ng from the thesis that there is no urbanis􀆟 c instrument that places the project and urban design as the media􀆟 ng and ar􀆟 cula􀆟 ng element in the Brazilian public policy on urban development today, yet some level of design, or defi ni􀆟 ons that design involves, is necessary, avoiding predatory processes in the city´s materializa􀆟 on. Contemporary urban projects have to incorporate urban design strategies in its concep􀆟 on in order to materialize according to socially agreed goals. Thus, the present research discusses the contemporary role of the urban project and urban design in the materializa􀆟 on of São Paulo.
A tese discute a relação entre norma e forma na materialização das cidades e a acepção prática do urbanismo contemporâneo, em sua modalidade mais comumente discutida: os projetos urbanos. Os projetos urbanos são aqui entendidos como elementos mediadores da transformação urbana, que hoje carecem de teorização e instrumentalização no Brasil. Através da relação dialética entre o discurso teórico e a observação empírica, discute-se a materialização da cidade contemporânea, através das fi guras conceituais Defi nição, Indução e Improviso, que estão relacionadas a processos que a regulação defl agra. A área da várzea do Tietê entre a Lapa e Barra Funda, localizada na zona oeste de São Paulo entre o rio e a ferrovia, é usada como objeto empírico das refl exões teóricas, avaliado em sua materialização histórica e reestruturação contemporânea. O trabalho oferece a construção da historiografi a espacial do objeto, através da elaboração de fi guras conceituais formais que guiaram o processo de materialização histórica, e avalia o processo de materialização contemporânea, guiado pelo instrumento urbanístico Operação Urbana, concebido para promover projetos urbanos na cidade. A pesquisa parte da tese de que hoje não há instrumento urbanístico que coloque o projeto, e o desenho urbano, como elemento mediador e articulador no âmbito da política pública, entretanto certo grau de projeto - ou de defi nições espaciais que um projeto possibilita através do desenho urbano - é necessário, para evitar processos predadores na materialização das cidades. Projetos Urbanos contemporâneos devem incorporar estratégias de desenho urbano em sua concepção, de forma a se materializar de acordo com objetivos pactuados socialmente. Assim a tese discute o papel contemporâneo do projeto e do desenho na materialização da cidade de São Paulo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Galaz, Guerrero Cristián Javier. "El derecho de propiedad analizada desde la perspectiva del ordenamiento urbanístico." Tesis, Universidad de Chile, 2004. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/106767.

Full text
Abstract:
Tesis (magister en derecho)
No autorizada por el autor para ser publicada a texto completo
Es un hecho notorio que uno de los derechos fundamentales en nuestro ordenamiento jurídico es el “Derecho de Propiedad“, y tal es su importancia y trascendencia, que se encuentra regulado en la Constitución Política de la República, (en adelante CPR ) Capítulo III De los Derechos y Deberes Constitucionales, artículo 19 Nº 23, 24, 25 y 26 y desde la dictación del Código Civil (en adelante CC) en sus artículos 582 y siguientes. Los cuerpos legales mencionados contienen la configuración del derecho de dominio, por ende, en forma automática se acude a ellos para efectuar cualquier tipo de análisis sobre la materia, sin considerar la enorme legislación complementaria existente
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Schnitzler, Marie. "La construction d’un futur sur quatre roues : Une ethnographie du handicap locomoteur dans Mitchell’s Plain (Afrique du Sud)." Thesis, Bordeaux, 2017. http://www.theses.fr/2017BORD0862/document.

Full text
Abstract:
Cette thèse se concentre sur les subjectivités particulières que produit la déficience locomotrice dans la ville postapartheid au moyen d’une ethnographie de la vie ordinaire. À cet effet, la déficience locomotrice désigne toute limitation des déplacements due à une infirmité des membres inférieurs. Celle-ci est dès lors conçue comme une épreuve, c’est-à-dire un évènement qui rompt avec le quotidien et met sous tension les responsabilités des différents acteurs impliqués — personnes en situation de handicap, familles, État, etc. En outre, ces tensions s’articulent sur différents niveaux dont trois sont particulièrement discutés ici : le champ politique qui détermine un certain type de citoyenneté, les réseaux sociaux qui constituent la personne et enfin le rapport des acteurs en situation de handicap à leur histoire personnelle. Ces trois niveaux se combinent pour façonner des subjectivités particulières, qui sont analysées dans un cadre foucaldien en tant que rapports à soi, mais également aux autres et au monde qui nous entoure. Le chapitre 1 introduit la discussion en proposant un aperçu général de la problématisation politique du handicap en Afrique du Sud. J’y interroge la manière dont l’histoire nationale a pu influencer les discours et les mesures prises dans ce domaine. Au-delà de ces considérations générales, je cherche surtout à saisir les effets réels des mesures adoptées sur l’expérience de la déficience locomotrice dans l’Afrique du Sud contemporaine. Le chapitre 2 s’intéresse alors plus spécifiquement aux politiques de sécurité sociale et d’aide à l’emploi. Cette étape de l’analyse permet d’intégrer une dimension économique dans la suite de la discussion sur les relations sociales des personnes rencontrées. Le chapitre 3 interroge l’existence d’autrui significatif dans le choix d’un logement. Le chapitre 4 se concentre quant à lui sur les rapports de genre et leurs reconfigurations contemporaines, tels qu’ils sont vécus par les personnes atteintes d’une déficience. Un troisième registre de sociabilité plus large et plus diffus fait l’objet du chapitre 5, qui documente les lieux de sociabilité dans le township de Mitchell’s Plain et la manière dont les personnes en situation de handicap s’y intègrent. Finalement, le chapitre 6 rassemble les différents éléments discutés dans les sections qui le précèdent pour saisir les récits de soi que ces dynamiques sociales produisent. C’est alors la place donnée à la déficience par l’individu dans son rapport à lui-même et aux autres qui est mise en évidence. De manière générale, cette réflexion souhaite contribuer à la compréhension des conséquences pratiques des politiques établies et de leur appropriation par les acteurs et participe dès lors aux débats autour de la prise en charge de personnes vues comme ‘dépendantes’. Une approche par le handicap dans une nation conçue tour à tour comme développée et en voie de développement, ni tout à fait sociale ni strictement libérale, cherche à enrichir la réflexion sur ces sujets dans nos sociétés contemporaines. Qui plus est, l’angle de la déficience en Afrique du Sud permet de revenir sur les politiques d’apartheid, dans leur dimension corporelle et sociale, en s’intéressant à la restructuration de la ville postapartheid. Dans ce cadre, interroger la citadinité sud-africaine permet de se départir d’une rhétorique raciale, qui monopolise souvent la réflexion sur cette société, pour comprendre comment, au-delà de ces différences, l’espace urbain est réapproprié. À travers ces dynamiques, c’est aussi la mémoire d’un passé troublé, au statut incertain, qui se joue. Enfin, interroger la déficience locomotrice en Afrique du Sud permet de revenir sur un lien supposé entre ce type de handicap et la violence endémique des anciens townships
This thesis explores subjectivities shaped by locomotive disability in the post-apartheid city through an ethnography of ordinary life. Locomotive disability encompasses every limitation of mobility due to an infirmity of the lower limbs. In my discussion, it is conceived as a ‘test’ (épreuve), namely an event that interrupts everyday routines and creates tensions between the responsibilities of different actors’ – people with disabilities, families, the state, etc. These tensions are articulated on various levels. In my discussion, I focus on three of them: the political field that determines a certain type of citizenship, the social networks that constitute the person, and finally the understanding people with disabilities have of their personal history. These levels combine to shape people’s subjectivity, and are analysed in a Foucauldian perspective not just as individuals’ relations with themselves, but also with others and the wider world. Chapter 1 introduces the discussion by providing an overview of the political problematisation of disability in South Africa. I question how national history has influenced discourses and legislation in the field of disability. More specifically, I explore the effects of these programs on the experience of locomotive disability in contemporary South Africa. Chapter 2 then presents in detail South African social security and job creation policies. This section of the thesis introduces an economic dimension to the discussion of the social relationships of people with disabilities which is taken up in the following chapters. Chapter 3 questions significant others’ identity in the process of finding a house. Chapter 4 focuses on gender relationships and their current reconfigurations, as lived by people with disabilities. A third register of sociability is introduced in chapter 5, which documents the existence and the nature of social places in Mitchell’s Plain township and the ways people with disabilities participate in those spaces. Finally, chapter 6 brings together the conclusions from each chapter to explain the self-narrations (récit de soi) produced by different social dynamics. Through my analysis, I thus explore the place people give to disability in their relationships with the self and with others. More generally, this thesis aims to contribute to the understanding of the consequences that policies have for people’s lives and the way these policies are appropriated by the actors on the field. In so doing, the thesis participates in the debate around the management of people who are often perceived as ‘dependants’. To look at disability in a nation that is both conceived as developed and still developing, neither completely social nor totally liberal, is a way to extend our knowledge on these topics in contemporary societies. Moreover, the topic of disability in South Africa allows me to analyse apartheid policies and their bodily and spatial dimensions, by focusing on how the city is nowadays (re)appropriated by its inhabitants. In this context, questioning South African citiness allows me to depart from a racial discourse that still often monopolises analysis of this society, in order to comprehend how, beyond these differences, the urban space is restructured. Through this dynamic, the memory of a troubled past with an uncertain status is at play. Finally, a discussion on locomotive disability in South Africa challenges the supposed link between this type of disability and the endemic violence of the townships
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Pratt, Melanie Leanne. "Shadow urbanism." Thesis, connect to document Full-text document, 2006. http://hdl.handle.net/1911/17909.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Anandam, Anahita. "Flexible urbanism." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2006. http://hdl.handle.net/1721.1/36910.

Full text
Abstract:
Thesis (S.M.)--Massachusetts Institute of Technology, Dept. of Architecture, 2006.
This electronic version was submitted by the student author. The certified thesis is available in the Institute Archives and Special Collections.
Includes bibliographical references (leaves 95-96).
This thesis seeks to find a new approach/method towards urbanization in existing low density neighborhoods in major metropolitan cities in the United States. The near South side of the city of Chicago (a city that carries a history as the most modern city in the world in the late nineteenth and early twentieth century) will be taken as a site for development. The site of the Illinois Institute of Technology has an associated history dating back to the nineteenth century as well as an extensive housing development built as a post world war two response to a lack of housing in major metropolitan cities. Today, the area stands deserted, with a few housing tower blocks that remain occupied. The idea of flexible urbanism that would benefit the Chicago neighborhood can be traced back in history to the eighteenth century, a period during which rationality created a new type of society. Rationality is fundamental to this thesis, taken to its hilt with the idea that extreme rationality could lead to a sense of madness and diversity in options and ways of living in order to organize society today.
(cont.) The idea of extreme rationality can be seen through history with the development of the prisons and asylums in the eighteenth and nineteenth century, and later in the design of the microraion, the unit of neighborhood development in the Constructivist period of the Soviet Planning process. During that period the garden city movement grew in the United Kingdom propagating the return of nature in the design of cities. A comparison to the garden city would be another new Town in England: Milton Keynes, a city where land was distinguished as separately zoned areas. These ideas of rationality and rule based zoning systems are fundamental to this thesis, and taken to its extreme to understand the city parametrically, in three dimensions. Finally, the application of this new approach towards densification shows that this strategy is one that can be used universally to revitalize, reinvigorate, and re-emphasize the use of extreme rationality in order to create vitality in cities, and diversity in use.
by Anahita Anandam.
S.M.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Kim, Lora H. 1975. "Rubberbanding urbanism." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2002. http://hdl.handle.net/1721.1/67745.

Full text
Abstract:
Thesis (M.Arch.)--Massachusetts Institute of Technology, Dept. of Architecture, 2002.
Includes bibliographical references (p. 60-62).
The comprehensive planning approach is a method that necessitates parceling activities, zones, and the connective infrastructure. Buildings thus become dumb boxes 8 that are repeated and placed in their work parcels, live parcels, or play parcels. The space between the boxes, either becomes neglected space or traffic space. :b. This stratification and separation is a product of the blunt expediency inherent in modern development. (Kwinter and Fabricius. "Generica," 525) In the past, it took ~ Cf.) decades or centuries to develop cities; now, it typically takes 5-15 years. (Ibid) This efficient and fast machine predicts social and local processes as the master plan ..... calculates every step. There is little regard for time as a major factor in this production, in terms of time as economic and political support systems that may change ~ behind the development project, and secondly, time as a component that may allow for unexpected behavioral and organizational patterns to emerge. The current C') strategy flattens the complexity of our contemporary urban condition, and the result is a stale, static, and culturally unsustainable urbanism. ..... Notodden is currently using this orderly process of structuring urbanism to revitalize the new downtown. This master plan exposes how the end architectural forms and urban patterns become static and life less. As a result, even when there is financial and political support for innovation as there are in Notodden, it seems we are stuck to repeat the same approaches and forms. The example of Notodden's master plan wholly exhibits the paradigm crisis in which urban planning is "exposed as anachronistic, dangerous and intellectually spurious." (Graham and Marvin, 110) However, the potential of Notodden, Norway, the site of exploration, lies in the transformation of the new city, not through the current master plan, but through the specific programmatic negotiations and architectural development of the currently proposed Blues Center. Architecture becomes the urban generator, and the Blues Center, which is transformed from a performance site in August for the annual Notodden Blues Festival, into a music, media and skills center. This first project becomes the catalyst for cultural, social and economic change for this urban area. By prioritizing and focusing on the potential energy of this principal vision, it generates other unexpected programmatic and place-making concepts that need to be conceived after this primary organizational, cultural, and economic force is constructed through a Rubberbanding Urbanism. Rubberbanding urbanism is an original concept that demands participants of the urban development process to perceive the existing urban scape as adjustable and negotiable. Within this urban scape, there are flexible boundaries or bands that can stretch beyond traditional parcel lines and overlap with other bands. As the notion of bands have no set definition attached to them yet in urbanism, it is easier to see them more abstractly at many scales: as predefined programs, as current parcels or boxes, or as infrastructure, building, open space. The goal is to rethink and reinvent density, function, and time in an urban and architectural context while allowing for negotiation at each step. Because the proposed site in Notodden is barren, this seems appropriate as a development idea. This method actively attempts to " ... [privilege] not the formal, morphological attributes of building, but rather [create] a repertoire of operatives affected by time patterns of connectivity, and changing populations of multiple components. "(Graham and Marvin, 110) The bands are dotted so that they suggest flexibility until other bands present constraints or parameters. As bands overlap or stretch, new hybrids can be created. Spaces, programs, and scapes can then be designed through this unpredictable and constantly negotiable process. Throughout the process, participants create the rules and protocols as they go.
Lora H. Kim.
M.Arch.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Glushakova, О. "New urbanism." Thesis, Сумський державний університет, 2012. http://essuir.sumdu.edu.ua/handle/123456789/28645.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Miller, August. "Vertical Urbanism." University of Cincinnati / OhioLINK, 2013. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ucin1367925374.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Baer, Christopher. "Temporal urbanism." This title; PDF viewer required. Home page for entire collection, 2009. http://archives.udmercy.edu:8080/dspace/handle/10429/9.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Makrynikola, Nefeli. "Industrial Urbanism." Thesis, KTH, Samhällsplanering och miljö, 2018. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-244805.

Full text
Abstract:
This thesis presents the history of urbanism through the point of view of theevolution of the productive process history from the 􀏐irst Industrial Revolution (1760-1840) to today, as well as a proposal for a development of an area in Trelleborg,Sweden that includes also manufacturing, based on Europan Competition’s 2017theme of “Productive City”. In the 􀏐irst part it presents the history of the industrial erastarting from the 18th century until today though a chronological diagram, includingpolitical, social and technological events, as well as important urban planning ideasand innovative factories. Then proceeds to a more extended presentation of industrialurbanism theory based on theoretical approaches and realized examples. The 􀏐inalpart of the thesis presents a case study of the “productive city”, which includes themasterplan of the area, diagrams for the location of manufacturing and ideas for thetypes of manufacturing that could be included in the urban block. It concludes with􀏐inal consideration about production and the role it can play for a better future.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

ALMEIDA, André Moraes de. "Urbanismo tático: da experiência do fazer a um urbanismo afetivo." Universidade Federal de Pernambuco, 2016. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/27630.

Full text
Abstract:
Submitted by Fernanda Rodrigues de Lima (fernanda.rlima@ufpe.br) on 2018-10-09T22:17:22Z No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) DISSERTAÇÃO André Moraes de Almeida .pdf: 12966085 bytes, checksum: 0017d0c4b2d2ef9acea5157ecee4e33e (MD5)
Approved for entry into archive by Alice Araujo (alice.caraujo@ufpe.br) on 2018-11-21T19:47:58Z (GMT) No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) DISSERTAÇÃO André Moraes de Almeida .pdf: 12966085 bytes, checksum: 0017d0c4b2d2ef9acea5157ecee4e33e (MD5)
Made available in DSpace on 2018-11-21T19:47:58Z (GMT). No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) DISSERTAÇÃO André Moraes de Almeida .pdf: 12966085 bytes, checksum: 0017d0c4b2d2ef9acea5157ecee4e33e (MD5) Previous issue date: 2016-09-05
O tema desta dissertação de mestrado tem como objeto central o Urbanismo Tático enquanto ferramenta de atuação cidadã no espaço urbano. Como objetivo o trabalho busca compreender como as intervenções urbanas caracterizadas como Urbanismo Tático contribuem para a construção de espaços estimuladores de relações humanas de cuidado. A força motriz está na construção de capacidade organizacional cidadã capaz de transformar a percepção sobre o lugar. Diante de um momento político tão delicado, onde um planejamento urbano segue modelos que adotam como principal premissa os interesses dos detentores do poder, nos deparamos com cidadãos colocando a “mão na massa” e que se articulam para resolver problemas locais com ações e intervenções que se baseiam num constante experimento. Como metodologia a pesquisa realiza um mergulho nas referências teóricas de Michel de Certeau que compoe a discussão sobre tática, estratégia e as praticas do cotidiano e Mike Lydon sobre o Urbanismo Tático. O peso do trabalho está na observação participante da sequência de cinco experimentos: (1) Workshop Internacional Urban Labs, (2) Workshop Paisagem Urgente, (3) Urban Thinkers Campus Recife, (4) Semana da Alegria e (5) Cinema da Alegria; que serviram de subsídio para revelar os limites e potencialidades do Urbanismo Tático através da arte do fazer. As diversas intervenções são analisadas segundo a natureza de seu processo e os seus efeitos. Finalmente ao discutir a relevância destes urbanismos, embora impermanentes no produto, constata-se o poder de produzir transformações profundas no despertar da consciência cidadã de poder influir e transformar colaborativamente a cidade.
The theme of this mastery degree’s dissertation has as central study object the Tactical Urbanism as a citizen acting tool in urban space. The work as objective seeks to understand how urban interventions characterized as Tactical Urbanism contribute to building stimulators spaces of human relations care. The driving force is to build citizen organizational capability necessary to transform the perception of the place. Faced with a political moment so delicate, that urban planning following models that embrace the main premise the interests of those in power, we find people putting “hands on” and which are articulated to solve local problems with actions and interventions that are based on a constant experiment. As methodology the research actualize a deepening in the theoretical references of Michel de Certeau that composes the discussion on tactics, strategy and everyday practices, and Mike Lydon on Tactical Urbanism. The weight of the research is on participant observation of five experiments: (1) International Workshop Urban Labs, (2) Workshop Urgent Landscape (3) Urban Thinkers Campus Recife, (4) Alegria’s Week and (5) Alegria’s Cinema; who served allowance to reveal the limits and potential of Tactical Urbanism through the art of making. The various interventions are analyzed according to the nature of its process and its effects. Finally to discuss the relevance of these urbanisms, though impermanent in the product, power is contact-produce profound changes in the wake of public awareness of being able to influence and transform the city collaboratively.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

STORCH, Andrea Melo Lins. "Urbanismo da alteridade." Universidade Federal de Pernambuco, 2017. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/25560.

Full text
Abstract:
GONÇALVES, Norma Lacerda, também é conhecida em citações bibliográficas por: LACERDA, Norma
Submitted by Fernanda Rodrigues de Lima (fernanda.rlima@ufpe.br) on 2018-08-06T21:40:52Z No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) TESE Andrea Melo Lins Storch.pdf: 10303823 bytes, checksum: 2d08b10eae96a4117a550fab122dcee2 (MD5)
Approved for entry into archive by Alice Araujo (alice.caraujo@ufpe.br) on 2018-08-15T17:42:50Z (GMT) No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) TESE Andrea Melo Lins Storch.pdf: 10303823 bytes, checksum: 2d08b10eae96a4117a550fab122dcee2 (MD5)
Made available in DSpace on 2018-08-15T17:42:50Z (GMT). No. of bitstreams: 2 license_rdf: 811 bytes, checksum: e39d27027a6cc9cb039ad269a5db8e34 (MD5) TESE Andrea Melo Lins Storch.pdf: 10303823 bytes, checksum: 2d08b10eae96a4117a550fab122dcee2 (MD5) Previous issue date: 2017-03-13
CAPES
A identificação de relações entre o modo de as pessoas, das classes média e alta, habitarem as cidades brasileiras, geralmente em condomínios verticalizados sem contato com o exterior, e o lado sombrio do individualismo (TAYLOR, 2011) que explica a necessidade de viver entre os supostamente iguais, conduziu esta tese a construir um alinhamento teórico entre o urbanismo e a filosofia. A indiferença quanto ao Outro, ou seja, o desconhecido habitante do espaço público, decorre de ele ser compreendido, prioritariamente, como hostil (DERRIDA, 1974; LEITÃO, 2009) posto que ele, reduzido ao mundo do sujeito (morador), é, assim, identificado. Tal posicionamento diante do Outro reflete uma ética que nasce do sujeito (Eu) e que tem a Ontologia como seu substrato (fatores como os de ordem socioculturais e econômicos são consequentes dessa condição). Esta tese apresenta outro fundamento, aquele desenvolvido pelo filósofo lituano Emmanuel Lévinas (1906-1995), que propõe uma inversão e traz a ética para a condição primeira da filosofia, ao postular a ética da alteridade. A noção é que se deve coexistir e responder à interpelação do Outro independentemente de quem ele seja, uma vez que ele não é objeto de apreensão do sujeito. Deriva daí o questionamento que impulsionou o desenvolvimento desta tese: existem propriedades arquitetônicas urbanas embasadas na ética da alteridade? A hipótese é de que existem, mas elas aindanão foram identificadas. Configura-se, assim, o seu objetivo: identificar os princípios da ética da alteridade que possam relacionar-se às propriedades arquitetônicas urbanas para propor predicados espaciais da alteridade. Os objetos de análise selecionados foram duas correntes do pensamento do urbanismo: (i) a funcionalista, por meio do Documento elaborado no IV Congresso de Arquitetura e Urbanismo (CIAM): a Carta de Atenas, e (ii) a humanista, por meio dos Documentos elaborados pelo grupo de arquitetos urbanistas Team 10 nos dois últimos Congressos de Arquitetura e Urbanismo – IX e X CIAMs: a Carta do Habitat e o Documento de Doorn.Ainda foi objeto da vertente humanista a contribuição crítica de Jane Jacobs contida no seu livro Morte e Vida nas Grandes Cidades Americanas (1961). Utilizou-se o método de análise de conteúdo (BARDIN, 1977) sobre as propriedades arquitetônicas urbanas do recorte espacial referente à relação entre as edificações (o espaço do sujeito), os espaços de limiar (a ética) e os espaços públicos (o espaço do Outro). Os resultados foram relacionados às bases filosóficas da ética da alteridade. Finalmente, demonstra-se que seus fundamentos integram as duas correntes distintas do urbanismo expressas em diferentes predicados espaciais da alteridade. A sombra acolhedora das edificações que se suspendempara as diferentes pessoas e a aproximação solidária daquelas edificações que se dobram para todos, dentre outros, fazem face ao recebimento do Outro,de modo a favorecer a coexistência ética.
The identification of relationships between the way people from middle and upper classes inhabit Brazilian cities, generally in vertical condominiums without contact with the outside, and the dark side of individualism (Taylor, 2011) that explains the need to live among the supposedly equal, led this thesis to build a theoretical alignment between urbanism and philosophy. The indifference to the Other, that is, the unknown inhabitant of the public space, derives from it is being understood, as a priority, as hostile (DERRIDA, 1974 and LEITÃO, 2009) since it, reduced to the world of the subject (inhabitant) thus it is identified. Such positioning in relation to the Other reflects an ethics that is born from the subject (I) and that has Ontology as its substrate (factors such as socio-cultural and economic factors are consequent of this condition). This thesis presents another foundation, that was developed by the Lithuanian philosopher Emmanuel Lévinas (1906-1995), who proposes an inversion and brings the ethics to the first condition of philosophy, when it postulates the ethics of alterity. The notion is that one must coexist and respond to the interpellation of the Other regardless of who he is, since he is not subject to apprehension of the subject. It follows from the questioning that propelled the development of this thesis: are there urban architectural properties based on the ethics of alterity The hypothesis is that they exist, but they have not yet been identified. Its aim is to identify the principles of the ethics of alterity that can be related to the urban architectural properties to propose spatial predicates of otherness. The selected objects of analysis were two streams of urbanism thinking: (i) the functionalist, through the Document elaborated at the Fourth Congress of Architecture and Urbanism (CIAM): the Athens Charter, and (ii) the humanist, through the Documents prepared by the group of urbanistic architects Team 10 in the last two Architecture and Urbanism Congresses - IX and X CIAMs: the Habitat Charter and the Doorn Document. The critical contribution of Jane Jacobs contained in her book Death and Life in the Great American Cities (1961) was also the subject of humanism. We used the content analysis method (BARDIN, 1977) on the urban architectural properties of the spatial clipping referring to the relationship between the buildings (the space of the subject), the threshold spaces (ethics) and public spaces from the other). The results were related to the philosophical bases of the ethics of alterity. Finally, it is shown that its foundations integrate the two distinct currents of urbanism expressed in different spatial predicates of otherness. The welcoming shade of the buildings that are suspended for the different people and the solidarity approach of those buildings that bend for all, among others, face the reception of the Other, in order to favor ethical coexistence.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Rebourg, Alain. "L' urbanisme d'Augustodunum." Lille 3, 1993. http://www.theses.fr/1993LIL3A002.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Maillot, Jean-Luc. "Intercommunalité et urbanisme." Montpellier 1, 1995. http://www.theses.fr/1995MON10049.

Full text
Abstract:
L'intercommunalité dans le domaine de l'aménagement de l'espace fait aujourd'hui figure de symbole. Sa réussite ou son échec décidera de l'avenir même de la décentralisation en France. En 1982 - 1983 le législateur a privilégié le cadre communal que l'acuité des questions d'aménagement et l'ampleur des enjeux économiques condamnent immanquablement à une nécessaire démarche de solidarité intercommunale. L'analyse de l'évolution actuelle et des obstacles, notamment constitutionnels, à la coopération intercommunale dans le domaine de l'aménagement de l'espace permet de définir les voies d'un développement futur.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Naspolini, Vicente. "Paradigmas do urbanismo." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/92292.

Full text
Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-graduação em Urbanismo, História e Arquitetura da Cidade, Florianópolis, 2009
Made available in DSpace on 2012-10-24T07:32:33Z (GMT). No. of bitstreams: 1 269341.pdf: 2016178 bytes, checksum: 3a5665ec66a67d2e06c83003048c0ed5 (MD5)
Esta dissertação tem como tema as teorias sobre a cidade e o urbanismo, focando mais especificamente na obra teórica do sociólogo francês François Ascher. O urbanismo vem passando por uma crise paradigmática desde os anos 60/70, após longo tempo de hegemonia da corrente modernista. De lá para cá, tem-se assistido a uma profusão de opiniões, debates e discursos com o objetivo de darem conta de um devir da cidade que se torna cada vez mais incerto e inquietante. Nos últimos anos, alguns temas têm direcionado as reflexões urbanísticas: globalização cultural e econômica, generalização das tecnologias da informação e comunicação, governabilidade e gestão, dispersão urbana. O estudo focou-se sobre o pensamento de Ascher como fio condutor para abordar esses temas contemporâneos, ao mesmo tempo em que se analisa a própria contribuição do francês. Apresentou-se, assim, suas análises dos eventos históricos recentes, hipóteses de evolução, conceitos elaborados, como "metápole", as defesas por uma governança urbana, gestão estratégica da cidade e pela adoção de novos princípios de urbanismo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

Arrussul, Luciano Godoy. "Arquitetura, urbanismo, educação." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/handle/123456789/106644.

Full text
Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-graduação em Urbanismo, História e Arquitetura da Cidade, Florianópolis, 2009
Made available in DSpace on 2013-12-05T21:49:07Z (GMT). No. of bitstreams: 1 271450.pdf: 23595088 bytes, checksum: 674b50302bb8a7e11878e06db8d572f7 (MD5)
Este estudo tem por objetivo apreender o processo de formação da cidade de Santa Maria, a localização no estado do Rio Grande do Sul, o contexto social, político e econômico e as vinculações educacionais que permitiram a implantação da primeira universidade federal no interior do país. Visa também apresentar o Plano Piloto do Campus da Universidade Federal de Santa Maria, sua elaboração, sua construção e seu desenvolvimento ao longo das décadas. O campus da Universidade Federal de Santa Maria, projetado pelos arquitetos Oscar Valdetaro e Roberto Nadalutti em 1960, apresenta um partido de implantação axial e um princípio de composição elementar, caracterizado pela decomposição do programa de necessidades em unidades com funções repetidas, tratadas de maneira semelhante e unidades com funções especiais, tratadas de maneira individual. O Campus vem recebendo ao longo dos anos novas construções que por sua escala ou qualidade arquitetônica descaracterizam sua unidade inicial. Este estudo, em último caso, tem por objetivo divulgar o projeto referido e assim, contribuir para sua efetiva preservação.
This study aims at understanding the process of forming the city of Santa Maria, the location in the state of Rio Grande do Sul, the social, political and economic and educational ties that enabled the deployment of the first federal university in the country. It also seeks to make the Pilot Plan of the Campus of Universidade Federal de Santa Maria, its development, its construction and its development over the decades. The campus of the Universidade Federal de Santa Maria, designed by architects Oscar Valdetaro and Roberto Nadalutti in 1960, has a broken implementation of axial and a principle of elemental composition, characterized by the decomposition of the program needs in units with several functions, treated similarly and units with special functions, handled on a individual. The campus has received over the years as new construction on its scale and architectural quality weakened its initial drive. This study, in the case, aims to disseminate the project report and thus contribute to their effective preservation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

Diana, Aviles Merens, Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa, and Fernandez Gonzales Ruth Mery. "Urbanismo-AR158-201201." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2012. http://hdl.handle.net/10757/630252.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
35

Diana, Aviles Merens, and Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa. "Urbanismo-AR158-201202." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2012. http://hdl.handle.net/10757/630253.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
36

Diana, Aviles Merens, and Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa. "Urbanismo-AR158-200902." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2009. http://hdl.handle.net/10757/630247.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
37

Diana, Aviles Merens, Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa, and Aguilar Zavala Juan David. "Urbanismo-AR158-201001." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2010. http://hdl.handle.net/10757/630248.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
38

Diana, Aviles Merens, and Aguilar Zavala Juan David. "Urbanismo-AR158-201002." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2010. http://hdl.handle.net/10757/630249.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
39

Diana, Aviles Merens, and Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa. "Urbanismo-AR158-201101." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2011. http://hdl.handle.net/10757/630250.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
40

Diana, Aviles Merens, and Shigyo Kobayashi De Segami Viviana Rosa. "Urbanismo-AR158-201102." Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2011. http://hdl.handle.net/10757/630251.

Full text
Abstract:
La asignatura constituye la primera del área de Urbanismo y tiene como tema principal la ciudad su estructura y morfología vista como fenómeno dinámico y complejo. Dota a los estudiantes de la capacidad de observar la realidad urbana con sensibilidad permitiéndoles analizar científicamente su desarrollo de forma integral.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
41

Isoldi, Ana Luiza Godoy. "A mediação como mecanismo de pacificação urbana." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2008. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/8079.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-26T20:27:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ana Luiza Godoy Isoldi.pdf: 623359 bytes, checksum: ceb4b0757ce471daea2a9047c48dcea6 (MD5) Previous issue date: 2008-05-12
This study aims to identify adequate resolution mechanisms for conflicts in the urban environment, especially those regarding urbanistic policies, for the purpose of concretizing the diffuse interests, collective or individual, public or private, in an ampler, more effective and efficient way, within the context of a Democratic Constitutional State, which requires public participation in city administration. The analysis iniciates with the new trends in Urbanistic Law and Legislation, which include a consensual public administration, describes several means to settle disputes either by agreement or by stipulation, with their respective mechanisms, that integrate the conflict resolution system, especially in what regards mediation and, finally, analizes social community mediation as a tool for urban pacification, as well as the possibilities of urbanistic mediation, mainly when it is applied simultaneously with the urbanistic instruments. The research method was reading of the bibliographic repertoire about the subject in the field of Legal Science, with contributions from other disciplines as well. The results led to the accomplishment of the intended objectives, especially by the identification of an adequate route for the resolution of urbanistic disputes, markedly in the context of judicial case administration
Este trabalho tem como objetivo identificar mecanismos adequados para a solução de conflitos no cenário urbano, especialmente os conflitos urbanísticos, com o fim de concretizar os interesses difusos, coletivos e individuais, públicos e privados, de modo mais amplo, eficiente e efetivo, no contexto do Estado Democrático de Direito, que exige a participação popular na gestão da cidade. O estudo parte das novas tendências do Direito Urbanístico, o que inclui a Administração Pública consensual, discorre sobre os modos autocompositivos e heterocompositivos, e respectivos mecanismos, que integram o sistema de solução de conflitos, especialmente sobre a mediação e, por fim, analisa a mediação social comunitária como mecanismo de pacificação urbana, bem com as possibilidades acerca da mediação urbanística, principalmente quando aplicada junto aos instrumentos urbanísticos. O método de pesquisa foi a leitura do repertório bibliográfico sobre o tema no âmbito da Ciência do Direito, com aportes de outras disciplinas. Os resultados levaram ao cumprimento de seu objetivo, especialmente ao identificar uma via adequada para a solução de conflitos urbanísticos, notadamente no contexto do gerenciamento de causas judiciais
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
42

Farias, Ana Carolina Carvalho. "Taxonomia do urbanismo tático: uma proposta para leitura, compreensão e articulação das táticas urbanas emergentes." Universidade Federal de Goiás, 2018. http://repositorio.bc.ufg.br/tede/handle/tede/8507.

Full text
Abstract:
Submitted by Erika Demachki (erikademachki@gmail.com) on 2018-05-22T18:27:39Z No. of bitstreams: 2 Dissertação - Ana Carolina Carvalho Farias - 2018.pdf: 29542893 bytes, checksum: 53b0284234a19e601a1df1bf59490dc0 (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5)
Approved for entry into archive by Luciana Ferreira (lucgeral@gmail.com) on 2018-05-23T11:46:51Z (GMT) No. of bitstreams: 2 Dissertação - Ana Carolina Carvalho Farias - 2018.pdf: 29542893 bytes, checksum: 53b0284234a19e601a1df1bf59490dc0 (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5)
Made available in DSpace on 2018-05-23T11:46:51Z (GMT). No. of bitstreams: 2 Dissertação - Ana Carolina Carvalho Farias - 2018.pdf: 29542893 bytes, checksum: 53b0284234a19e601a1df1bf59490dc0 (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5) Previous issue date: 2018-04-11
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
Cities are formed by a set of official practices supported by their normative institutions, and also by unofficial practices, that escape the norms and that bring other possibilities, other urgencies. The term tactical urbanism began to be used in the first decade of the 21st century to designate such practices in urbanism, referring generally to temporary, informal and somewhat contentious urban interventions in official practices and contemporary cities. However, the theoretical, artistic and political references of the practitioners of Tactical Urbanism refer to a much broader and complex role of practices that are often presented as an alternative to the Neoliberal Urbanism, currently hegemonic in the production of cities. However, there is still a certain theoretical and methodological gap regarding the tactical movements of urban production, which make it difficult to understand their capabilities and analyze their effects. In this sense, this research tried to construct a conceptual panorama on the Tactical Urbanism, exemplified with several practitioners and practices, sometimes called as such, sometimes indifferent to the term but within it. For this, a Taxonomy of Tactical Urbanism was elaborated, which brings eleven categories of analysis, elaborated in eighty-four subcategories, with the purpose of providing a reading for such practices and facilitating the articulation between their ideas, agents and objectives. For the elaboration of the Taxonomy, forty practices were charted and cataloged, exemplifying the various narratives that compose the discourse of urban tactics, representative of the work of great exponents of this discourse and also of the urban realities of the five continents. The Taxonomy is available on online platform, which allows the processing of complex data and collaborative data feeding. In this study, we demonstrate several ways of using the Taxonomy of Tactical Urbanism, among them, the triangulation between specific categories with the objective of verifying how Tactical Urbanism contributes in the fight for the right to the city, in the constitution of urban commons and in the confrontation with Neoliberal Urbanism. This articulation allowed us to conclude that the tactical self-denominated practices, closer to what was popularized with the label of Tactical Urbanism, present generally fragile arrangements as alternative possibilities to the neoliberal city, while the practices that are better able to promote the right to the city and to experience the constitution of commons, are those that take the tactic beyond the tactic, combining it in strategic movements, more aligned with the traditional struggles for urban justice. Such a conclusion reveals the need for critical thinking to better subsidize such actions, helping to circumvent the pitfalls and enhance the capacities of collaboration, participation and empowerment of multitude, which Tactical Urbanism can bring as contributions to the construction of more just cities.
As cidades são formadas por um conjunto de práticas oficiais sustentadas por suas instituições normativas e, também, por práticas não oficiais, que escapam às normas e que trazem outras possibilidades, outras urgências. O termo Urbanismo Tático passou a ser utilizado na primeira década do Século XXI para designar tais práticas em urbanismo, referindo-se, geralmente, a intervenções urbanas temporárias, informais e de certa forma contestadoras às práticas oficiais e às cidades contemporâneas. Porém, as referências teóricas, artísticas e políticas dos praticantes do Urbanismo Tático remetem a um rol muito mais amplo e complexo de práticas que se colocam, frequentemente, como alternativa ao Urbanismo Neoliberal, atualmente hegemônico na produção das cidades. No entanto, há ainda um certo vazio teórico e metodológico no que diz respeito aos movimentos táticos da produção urbana, que dificultam compreender suas capacidades e analisar seus efeitos. Nesse sentido, esta pesquisa buscou construir um panorama conceitual sobre o Urbanismo Tático, exemplificado com diversos praticantes e práticas, ora autodenominadas como tal, ora indiferentes ao termo mas enquadráveis a ele. Para tanto, foi elaborada uma Taxonomia do Urbanismo Tático, que traz onze categorias de análise, esmiuçadas em oitenta e quatro subcategorias, com o objetivo de fornecer uma leitura para tais práticas e facilitar a articulação entre suas ideias, seus agentes e objetivos. Para a elaboração da Taxonomia foram cartografadas e catalogadas quarenta práticas, exemplificativas das várias narrativas que compõem o discurso das táticas urbanas, representativas do trabalho de grandes expoentes desse discurso e, também, das realidades urbanas dos cinco continentes. A Taxonomia encontra-se disponível em plataforma on line, que permite o tratamento de dados complexos e a alimentação colaborativa de dados. Neste estudo, são demonstradas várias formas de utilização da Taxonomia do Urbanismo Tático, dentre elas, a triangulação entre categorias específicas com o objetivo de verificar como o Urbanismo Tático contribui na luta pelo direito à cidade, na constituição de comuns urbanos e no enfrentamento ao Urbanismo Neoliberal. Tal articulação permitiu concluir que as práticas autodenominadas táticas, mais próximas daquilo que se popularizou com a etiqueta do Urbanismo Tático, apresentam arranjos geralmente frágeis como possibilidades alternativas à cidade neoliberal, enquanto as práticas que reúnem maiores condições de promoverem o direito à cidade e de experimentarem a constituição de comuns, são aquelas que levam a tática para além da tática, combinando-a em movimentos estratégicos, mais alinhados com as tradicionais lutas por justiça urbana. Tal conclusão revela a necessidade de o pensamento crítico melhor subsidiar tais ações, ajudando a contornar as ciladas e a potencializar as capacidades de colaboração, participação e empoderamento da multidão, que o Urbanismo Tático pode trazer como contribuições para a construção de cidades mais justas.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
43

Peña, Vera Mauricio Fabián. "LOS PROCESOS DE TRANSFORMACIÓN EN LAS ÁREAS METROPOLITANAS DE LAS CIUDADES POSTINDUSTRIALES: CONTRAURBANIZACIÓN EN SANTIAGO DE CHILE." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2015. http://hdl.handle.net/10251/54112.

Full text
Abstract:
[EN] Trying to observe the changes that have occurred in territorial morphology; and how this is an input for urban planners, this research thinks about the forces, pressures, characteristics and consequences that were generated in the period 1992-2002 at the Metropolitan Area of Santiago de Chile (AMS), which underwent a similar process to phenomenon called counter-urbanization, which occurred in metropolitan areas of the post-industrialized countries. For this, first part of the research focuses on characterizing the recent past of urban transformations, particularly that referred to rural and urban space; the metropolitan area concept, describing the main models of urban development, particularly in United States and Europe, as well as its structure and main features in the Latin American context. Consequently, it is important to clearly define what is meant by the city and its different types through history, how have been migration processes that have transformed the way of inhabiting their setting through the years as a mixture of economic and social processes, etc. Various concepts used in the international literature on the idea of Counter-urbanization are analyzed in depth, in order to delve into the trends and emphasis has been given through the texts in time, as well as from different points of view of these: urban, social and economic, contributing to knowledge from a literal meaning to a translation in contemporary realities. In summary, was studied and characterized the Metropolitan Area of Santiago de Chile (AMS), since its foundation, crossing periods of Industrialization and neoliberal age, until the return to democracy, and how over time have been going deep transformations in its urban area and its rural environment. Straightaway, as now, with the different tools developed territorial planning, with increased infrastructure and economic improvement, have been changing travelling modes and affecting the environment. Finally it's concluded through a census analysis oriented research objectives, where the main social economic and environmental dynamics were studied at AMS; mobility and transport factors that have influenced migration processes in relation to others matters that may be present in the metropolitan areas of postindustrial cities in developed countries, that lived similar transformation processes developed in last decades.
[ES] En procura de observar los cambios que se han producido en la morfología territorial; y, como aporte para los planificadores urbanos, la presente investigación reflexiona acerca de cuáles han sido las fuerzas, presiones, características y consecuencias que generaron en el período intercensal 1992 y 2002 que el Área Metropolitana de Santiago de Chile (AMS), experimente un proceso semejante al fenómeno de la contraubanización, acontecido en las áreas metropolitanas de los países postindustrializados. Para ello, una primera parte de la investigación se avoca a caracterizar el pasado reciente de las transformaciones urbanas, particularmente lo que se refiere al espacio rural y urbano; lo que se entiende por área metropolitana, retratando los principales modelos de desarrollo urbano, particularmente en Estados Unidos y Europa, así como también su estructura y características principales en la realidad latinoamericana. Es importante para ello poder definir claramente lo que se entiende por ciudad y sus distintas tipologías a través de la historia, cuales han sido los procesos migratorios que han transformado la manera de habitar su entorno a través de los años, producto de los distintos procesos económicos, sociales etc. De manera importante se analizan los distintos conceptos que se manejan en la literatura internacional sobre el concepto de Contraurbanización, a fin de profundizar en las distintas tendencias y énfasis que se le han dado a través de los escritos, desde los distintos puntos de vista urbanísticos, sociales y económicos, aportando al conocimiento tanto de su interpretación más literal como de su tra- ducción en realidades contemporáneas. De manera sintetiza se estudia y caracteriza el Área Metropolitana de Santiago de Chile (AMS), desde su era fundacional pasando por los períodos de Industrialización y neoliberización hasta el retorno a la democracia, y como a través del tiempo ha ido sufriendo profundas transformaciones tanto en su área urbana como en su entorno rural. Como en la actualidad, con los distintos instrumentos de planificación territorial que se han desarrollado, con el aumento de las infraestructuras y la mejora económica, se han ido modificando los modos de traslado e incidiendo en el medio ambiente. Finalmente se concluye a través de un análisis censal orientado a los objetivos de la investigación, donde se estudian las principales dinámicas sociales, económicas y ambientales del AMS; los factores de movilidad y transporte que han incidido en los procesos migratorios, en relación con aquellos que pudieran estar presentes en las áreas metropolitanas de las ciudades postindustriales de países desarrollados y que desarrollaron procesos de transformación similares, en décadas anteriores.
[CAT] En procura d'observar els canvis que s'han produït en la morfologia terri- torial; i, com a aportació per als planificadors urbans, la present recerca reflexiona sobre quins han sigut les forces, pressions, característiques i conseqüències que van generar en el període intercensal 1992 i 2002 que l'Àrea Metropolitana de Santiago de Xile (AMS), experimente un procés semblant al fenomen de la contraubanización, esdevingut en les àrees metropolitanes dels països postindustrializados. Per a açò, una primera part de la recerca es reclama a caracteritzar el passat recent de les transformacions urbanes, particularment el que es refereix a l'espai rural i urbà; el que s'entén per àrea metropolitana, retratant els principals models de desenvolupament urbà, particularment en Estats units i Europa, així com també la seua estructura i característiques principals en la realitat llatinoamericana. És important per a açò poder definir clarament el que s'entén per ciutat i les seues diferents tipologies a través de la història, cuales han sigut els processos migratoris que han transformat la manera d'habitar la seua entorn de través dels anys, producte dels diferents processos econòmics, socials etc. De manera important s'analitzen els diferents conceptes que es manegen en la literatura internacional sobre el concepte de Contraurbanización, a fi d'aprofundir en les diferents tendències i èmfasis que se li han donat a través dels escrits, des dels diferents punts de vista urbanístics, socials i econòmics, aportant al coneixement tant de la seua interpretació més literal com de la seua traducció en realitats contemporànies. De manera sintetitza s'estudia i caracteritza l'Àrea Metropolitana de Santiago de Xile (AMS), des de la seua era fundacional passant pels períodes d'Industrialització i neoliberización fins a la tornada a la democràcia, i com a través del temps ha anat patint profundes transformacions tant en la seua àrea urbana com en el seu entorn rural. Com en l'actualitat, amb els diferents instruments de planificació territorial que s'han desenvolupat, amb l'augment de les infraestructures i la millora econòmica, s'han anat modificant les maneres de trasllat i incidint en el medi ambient. Finalment es conclou a través d'una anàlisi censal orientat als objectius de la recerca, on s'estudien les principals dinàmiques socials, econòmiques i ambientals de l'AMS; els factors de mobilitat i transport que han incidit en els processos migratoris, en relació amb aquells que pogueren estar presents en les àrees metropolitanes de les ciutats postindustriales de països desenvolupats i que van desenvolupar processos de transformació similars, en dècades anteriors.
Peña Vera, MF. (2015). LOS PROCESOS DE TRANSFORMACIÓN EN LAS ÁREAS METROPOLITANAS DE LAS CIUDADES POSTINDUSTRIALES: CONTRAURBANIZACIÓN EN SANTIAGO DE CHILE [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/54112
TESIS
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
44

Sánchez, Torrents Jordi. "La ciutat emergent: de l'urbanisme a la ciutat hiperrealitzada." Doctoral thesis, Universitat Ramon Llull, 2012. http://hdl.handle.net/10803/98252.

Full text
Abstract:
Aquesta tesi presenta un proposta teòrica per analitzar la ciutat i la seva transformació; d'una ciutat planificada, continguda en els seus murs, de pedra i de maó, lligada al temps i a l'espai a una ciutat desbocada i planetària, en xarxa, fragmentada, sense geografia ni història, infovirtual generada per les TIC. La tesi es divideix en tres grans blocs. Per una banda, en el primer bloc, es presenta la 'ciutat projectada' que recull la idea fonamental que la ciutat ha estat construïda tant amb els fils de !'instrumental físic com amb el de les idees. D'altra banda, un segon bloc, titulat la 'ciutat realitzada' on s'exposen algunes de les teories d'aproximació a la ciutat moderna i contemporània fent especial èmfasi en les teories de la ciutat lligades a l'espectacle i el consum. Per últim, el tercer bloc, gira al voltant de la noció de 'ciutat hiperrealitzada'; una ciutat infovirtual que accelera i emfasitza els atributs de la ciutat contemporània. La ciutat queda fragmentada a bocins mentre la línia entre realitat i il•lusió s'aprima. La ciutat hiperrealitzada és el reflex d'una nova manera de pensar.
Esta tesis presenta una propuesta teórica para analizar la ciudad y su transformación; de una ciudad planificada, contenida en sus muros, de piedra y de ladrillo, atada al tiempo y al espacio a una ciudad desbocada y planetaria, en red, fragmentada, sin geografía ni historia, infovirtual generada por las TIC. La tesis se divide en tres grandes bloques. Por un lado, en el primer bloque, se presenta la 'ciudad proyectada' que recoge la idea fundamental que la ciudad ha sido construida tanto con los hilos del instrumental físico como con el de las ideas. Por otro lado, un segundo bloque, titulado la 'ciudad realizada' en la cual se exponen algunas de las teorías que nos aproximan a la ciudad moderna y contemporánea remarcando muy especialmente las teorías sobre la ciudad vinculadas al espectáculo y al consumo. Por último, el tercer bloque, gira alrededor de la noción de 'ciudad hiperrealizada'; una ciudad infovirtual que acelera y acentúa los atributos de la ciudad contemporánea. La ciudad queda fragmentada en pedazos y aparece una nueva manera de pensar a tono con el pensamiento contemporáneo que adelgaza la línea entre realidad y la ilusión.
This thesis presents a theoretical framework for the analysis of the city in its transformation; from a planned city, contained within its walls, made of mortar and stone and settled in time and space, to an unbridled, planet-wide city, networked, fragmented, unbound from geography and history, infovirtual and ICT-generated. The thesis is divided in three sections. The first one introduces the "projected city", reviews the fundamental idea that a city is built with physical tools as much as it is built with ideas. The second section, titled the "realized city", puts forward some theories to approach the modern, contemporary city, making special emphasis in models that deal with the concepts of entertainment and consumerism in the city. The third and last section pertains to the "hyperrealized city"; an infovirtual city that speeds up and brings out all the qualities of the contemporary city. The city itself is shattered, and a new way of thinking about it is born, all while the line between reality and illusion gets ever thinner.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
45

Canino, Dario. "Sintaxis del espacio de los complejos forenses de las ciudades de fundación romana en Italia y su influencia en el urbanismo de las fundaciones romanas en Hispania hasta época Julio-Claudia." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/667484.

Full text
Abstract:
La ricerca consente una conoscenza più approfondita dei complessi forensi: delle loro fasi edilizie, della loro evoluzione, delle loro funzioni e delle architetture più significative che si trovano al loro interno. Si attesta come il foro prenda forma in base alle esigenze della città in quel determinato momento in cui esiste. Si configura come un’entità, di certo caratterizzata da una più o meno variabile forma di monumentalità ma allo stesso tempo pronta ad adattarsi a ciò di cui i suoi fruitori hanno bisogno e ad esprimere ciò che i suoi costruttori (intesi come finanziatori) intendono comunicare. Sin dall’inizio, lo spazio forense si caratterizza per la varietà di funzioni che può ospitare, una peculiarità che lo distingue non solo come realtà di valore architettonico ma che gli fornisce anche un grande valore antropologico. Il foro costituiva il centro politico-religioso urbano, ma anche il luogo di mercato e di svolgimento di eventi e spettacoli pubblici. Progressivamente, però, si svolse il trasferimento di alcune funzioni, ossia quelle relative agli spettacoli ludici e quelle commerciali, in modo tale da isolare le funzioni amministrative e cultuali, conferendo ad esse sempre maggiore rilievo. Questo isolamento ha trovato come tipica espressione architettonica quella del complesso forense concepito come un monumento unitario e non più come un aggregato di strutture diverse e connesse tra loro in vario modo. Il foro si trasforma da centro di convergenza e di guida della vita economico-sociale di tutto il territorio della civitas, in luogo dove risiede e si espone l’autorità. In definitiva, il foro isolato e monumentale è anche una conseguenza del venire meno della partecipazione attiva del popolo alla vita politico-amministrativa della città, che sarà gestita da magistrati locali scelti tra una sempre più ristretta cerchia di persone. Questo tipo di foro si sviluppò soprattutto nelle aree provinciali. L’argomento più rilevante del lavoro è certamente quello che riguarda i percorsi strutturali dei complessi forensi, i quali variano a seconda della natura stessa dei fora. Il tipo di sintassi spaziale adottato definisce il carattere del messaggio che il complesso forense intende trasmettere nel momento in cui ha preso forma (prima edificazione o ristrutturazione che sia). È possibile riconoscere due diverse tipologie: la prima, a percorso diretto; la seconda a percorsi biassiali bipolari. In genere, il messaggio è di natura cultuale nei casi dei fora a percorso diretto mentre è di natura politica, nel senso di rappresentazione della grandiosità dell’impero e della sua efficacia funzionale, nei casi dei percorsi biassiali e bipolari. A partire dall’età di Augusto, la morfologia urbana divenne uno strumento per mobilitare l’opinione pubblica e i percorsi istituiti all’interno dei complessi forensi, ma anche della città in generale, dovevano condurre al suo consenso. Dall’età augustea, dunque, l’analisi dei percorsi strutturali costituisce un elemento fondamentale nello studio dei complessi forensi. La ricostruzione dei rapporti tra gli spazi e, di conseguenza, dei percorsi necessari per raggiungerli è, infatti, direttamente correlata a necessità funzionali e a significati politico-culturali che non si potrebbero individuare con la semplice analisi architettonica. Il fenomeno dell’evergetismo è strettamente collegato con quello del culto imperiale che, seppure in misura variabile, ha interessato tutte le piazze delle città romane di età imperiale. Le sistemazioni iniziali delle città erano realizzate a spese dello stato mentre un reale processo di monumentalizzazione, in genere, non poteva avvenire finché non si fosse formata una élite capace di impegnarsi nel finanziamento di grandi imprese costruttive. La costruzione o la monumentalizzazione di un foro, inoltre, può essere strettamente correlata alla necessità di fornire alla città tutte le nuove strutture necessarie a seguito di un cambiamento di status giuridico.
The research allows a more in-depth knowledge of the fora, about their construction phases, evolution, functions and most significant architectures which are located inside them. It attests how the forum takes shape according to the needs of the city at that moment in which it exists. It is configured as an entity, certainly characterized by a more or less variable form of monumentality, but at the same time, ready to adapt to what its users need and also to express what its builders (intended as financiers) intend to communicate. From the beginning the forum is characterized by various functions, a peculiarity that distinguishes it, not only as a reality of architectural value, but also provides great anthropological value. Certainly the forum constituted the urban political-religious center, but also the place of market and of events and public performances. Little by little, there is a transfer of some functions, namely, those related to ludic events and to commerce, in order to isolate the administrative function, giving it an increasingly greater importance. This isolation has found as a typical architectural expression, that of the forum conceived as a unitary monument and no longer as a set of different structures. The forum changes from a center of convergence and guidance of the economic and social life of the whole territory of the civitas, in a place where authority resides and exposes itself. The isolated and monumental forum is also a consequence of the disappearance of the active participation of the citizens in the political and administrative life of the city, which will be managed by local magistrates chosen from an increasingly narrow circle of people. This type of forum, conceived as a unitary complex, was developed mainly in the provincial areas. The most relevant topic of the work, concerns the structural paths of the fora. The type of spatial syntax adopted defines the character of the message that each forum intends to transmit when it takes shape (in its first construction or in its subsequent restructuring). It is possible to recognize two types of structural trajectories: the first, with a direct trajectory; the second with biaxial-bipolar trajectory. In general, the message is of a cultual type in the case of a direct trajectory, while it is of political nature in cases of biaxial-bipolar trajectories. From the time of Augustus, urban morphology became a useful tool to mobilize public opinion and even the internal paths of the fora had to lead to imperial consent. Therefore, from the Augustan age, the analysis of the structural paths is a fundamental element in the study of fora. In fact, the reconstruction of the relationships between the spaces and, consequently, the identification of the paths necessary to reach them, is directly related to functional needs and to political-cultural meanings that, generally, can not be identified with a simple architectural analysis. The phenomenon of the evergetism has involved all the Roman cities and it is a phenomenon closely related to that of the imperial cult that, although in varying degrees, has also interested all the squares of the Roman cities of the imperial era. The first structures in the fora were certainly built at the expense of the state, while a real process of monumentalization, in general, could not take place until an elite was formed, capable of engaging in the financing of large constructive companies. Furthermore, the construction or the monumentalisation of a forum can be closely linked to the need to provide the city with all the new structures necessary as a result of a change in legal status.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
46

Cavalcanti, Andrei de Ferrer e. Arruda. "Cidade sinfônica: a cidade representada em Berlin: Die Sinfonie der Großstadt." Universidade Federal da Paraíba, 2015. http://tede.biblioteca.ufpb.br:8080/handle/tede/8317.

Full text
Abstract:
Submitted by Viviane Lima da Cunha (viviane@biblioteca.ufpb.br) on 2016-06-29T13:15:17Z No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 9261150 bytes, checksum: 9d3504c160aeaff8098462fb8826e2bf (MD5)
Made available in DSpace on 2016-06-29T13:15:17Z (GMT). No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 9261150 bytes, checksum: 9d3504c160aeaff8098462fb8826e2bf (MD5) Previous issue date: 2015-09-29
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
In the universe of research that make intercession between film and architecture and urbanism, a framework dominated by panoramic approaches is identified. In contrast, the present study aims deepening this relationship by looking at intercessions in a specific movie - Berlin: Die Sinfonie der Großstadt (Walter Ruttmann, Germany, 1927). Representative of the film genre known as 'urban symphonies', the film builds in its narrative a generic day in the late 1920s of Berlin; thus, makes room to try to understand the historical context, the customs of the, then called, Weimar Republic, the centre of a rich architectural and urban culture, embryo of the modern movement, which propagated at the time by the publications by the Bauhaus, the Novembergruppe , and the magazine G: Material Elementaren zur Gestaltung. In this research, it is questioned the film's ability to represent, as well as an episode of the urban history of Berlin for showing the daily life in the city, to also represent an episode of the history of town planning, as it uses cinema’s own tools to allude to a functionality and rationality desired by theorists and planners of the time, represented here by architect Ludwig Hilberseimer’s theory. On the path, this research will deal with the relationship between cinema and the city, in addition to film, architectural and urban culture of the time that is expressed in the film and the avant-garde theories that marked the twentieth century.
No universo das pesquisas que fazem intercessão entre o cinema e a arquitetura e urbanismo, se identifica um quadro onde predominam as abordagens panorâmicas. Em oposição, a presente pesquisa tem por meta se aprofundar nesta relação ao observar intercessões em um filme específico - Berlin: Die Sinfonie der Großstadt (Walter Ruttmann, Alemanha, 1927). Representativo do gênero cinematográfico conhecido como ‘sinfonias urbanas’, o filme constrói em sua narrativa um dia genérico na Berlim do final da década de 1920; com isso, abre espaço para se procurar entender o contexto histórico, os modos, costumes da então República de Weimar, centro de uma rica cultura arquitetônica e urbanística, embrionária do movimento moderno, que se propagava na época através de publicações da Bauhaus, do Novembergruppe, da revista G: Material zur Elementaren Gestaltung. Na pesquisa questiona- se a capacidade do filme de representar, além de um episódio da história urbana de Berlim, por mostrar o dia a dia na cidade, representar também um episódio da história do urbanismo, por utilizar-se de ferramentas próprias do cinema para aludir a funcionalidade e racionalidade almejadas pelos teóricos urbanistas da época, representados pela teoria do arquiteto Ludwig Hilberseimer. No percurso será tratada a relação entre cinema e cidade. além de se mergulhar na cultura cinematográfica, arquitetônica e urbanística deste momento que é expressa no filme e nas teorias de vanguarda que marcaram o século XX.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
47

Schutzer, José Guilherme. "Dispersão urbana e apropriação do relevo na macrometrópole de São Paulo." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8135/tde-12042013-104250/.

Full text
Abstract:
Esta pesquisa apresenta um retrato da dispersão urbana que ocorre na região da Macrometrópole de São Paulo sobre a ótica da apropriação do relevo. Quais são os compartimentos de relevo que estão sendo ocupados pelas peças urbanas que se dispersam sobre a área anteriormente utilizada pelos usos relativos ao mundo rural, e em que medida essas peças urbanas residenciais, industriais ou mistas, diferem da morfologia de suas congêneres da cidade compacta, e as consequências ambientais decorrentes dessa forma de apropriação. A partir de uma proposta metodológica de abordagem estratégica do relevo na escala regional, e tendo como base categorias de análise da geomorfologia, este trabalho identifica no processo de dispersão, além de uma tendência de ocupação indiscriminada, e sem critérios ambientalmente claros, de todos os tipos de compartimento de relevo, inclusive daqueles que se pode considerar como compartimentos ambientais estruturantes da paisagem regional para a regulação dos processos naturais e de sua ocorrência não conflituosa com os usos urbanos. Essa ocupação dispersa, que impacta esses compartimentos ambientais estruturantes, é realizada tanto pelas camadas de alta e de baixa renda, como também pelos usos industriais e de comércio atacadista, embora esses grupos apresentem predominância em vetores de dispersão diferentes.
This research presents a portrait of the urban sprawl that occurs in the large metropolitan area of São Paulo, in view of the allocation of relief. Which relief sectors are occupied by urban works that disperse over the region formerly used by the rural area, and to what extent these residential, industrial or mixed urban works differ from the morphology of its equivalents in a compact city, and the environmental consequences resulting from this form of allocation. From a methodological proposal for a strategic approach to relief on a regional scale, and based on analytical categories of geomorphology, this paper identifies the dispersion process and a trend of indiscriminate occupation, without clear environmental criteria, of all types of relief sectors, including those that can be considered as environmental zones of regional landscape designated for the regulation of natural processes and their occurrence without conflict with urban uses. This dispersed occupation, which impacts these environmental zones is performed by both levels of high and low income, but also by industrial uses and wholesale trade, although these groups predominate in different dispersal vectors.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
48

Bisson, Brieuc. "Au-delà de l’urbanité : une approche géopsychologique du sentiment d’urbanité." Thesis, Rennes 2, 2019. http://www.theses.fr/2019REN20046.

Full text
Abstract:
Face au processus de métropolisation et de densification des espaces urbains quel sens donner à l’urbanité du point de vue des individus? Dans le cadre d’une thèse portant précisément sur cette dimension individuelle des rapports à la ville, nous nous concentrons sur ce que nous définissons comme le sentiment d’urbanité, défini comme un état affectif et cognitif d’un individu caractérisant son rapport aux espaces urbains et/ou à la ville. Cet état est variable et relatif selon des composantes variables selon les individus : les pratiques urbaines individuelles, les parcours résidentiels passés, le capital spatial et les représentations individuelles de la ville. Afin de chercher à comprendre comment ce sentiment d’urbanité se construit chez les individus, nous avons opté pour une méthodologie en deux temps. Un premier temps consacré à des parcours photos commentés, puis un second temps consacré à un questionnaire en ligne. Ce travail permet de mettre en avant trois principaux niveaux de construction du sentiment d’urbanité chez les individus. Un premier niveau collectif très largement partagé par les individus, un second niveau plutôt social et fonction du groupe social (appartenance sociale, appartenance générationnelle) et un troisième niveau individuel fonction des expériences individuelles de la ville. L’objectif de cette thèse est aussi, par une approche compréhensive, de chercher à confronter des catégories établies (ville, urbain) à la parole habitante pour parvenir à bâtir des définitions et des catégories théoriques enrichies de réalités individuelles vécues ou perçues. Ce qui revient aussi à répondre à la question qu’est-ce qu’être urbain dans un monde urbain diffus ?
Regarding the process of metropolisation and densification of urban areas, what sense should urbanity have from individuals’ point of view ? This PhD dissertation proposes a framework based on the individual dimension of relationships with the city. We focus on what we define as the « sense of urbanity », namely the emotional and cognitive state of an individual characterizing his relationship to urban spaces and/or the city. This state is variable and relative according to individuals components : individual urban practices, past residential journeys, space capital and individual representations of the city. In order to understand how this sense of urbanity is built at the individual scale, we opted for a two-step methodology based on commented photo trails and on an online questionnaire. This work highlights three levels in the way that individuals build their sense of urbanity : a collective level widely shared by individuals, a social level related to the social group (social belonging, generational belonging) and a level based on the individual experiences of the city. Through a comprehensive approach, this PhD dissertation proposes to compare established categories (city, urban) to the living word in order to build definitions and theoretical categories enriched with lived or perceived individual realities. This also comes down to answering the question what is urban in a fragmented urban world?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
49

Santana, Andréa Vieira de. "Formação do urbanista para a participação comunitária." Faculdade de Arquitetura, 2013. http://repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/15151.

Full text
Abstract:
Submitted by Francisco Costa (xcosta@ufba.br) on 2014-04-08T13:14:36Z No. of bitstreams: 1 dissertação.pdf: 11930680 bytes, checksum: ce42440d86f0587a88b947dd23927d36 (MD5)
Approved for entry into archive by Eleonora Guimaraes (esilva@ufba.br) on 2014-07-08T14:40:35Z (GMT) No. of bitstreams: 1 dissertação.pdf: 11930680 bytes, checksum: ce42440d86f0587a88b947dd23927d36 (MD5)
Made available in DSpace on 2014-07-08T14:40:36Z (GMT). No. of bitstreams: 1 dissertação.pdf: 11930680 bytes, checksum: ce42440d86f0587a88b947dd23927d36 (MD5)
CAPES
A pesquisa sobre a formação de urbanistas para o trabalho com participação comunitária é relevante, pois cada vez mais a Política Urbana do Brasil traz, como um dos requisitos, a participação da população. Porém, como ocorre essa formação? Existe, nas Instituições de Ensino Superior em Arquitetura e Urbanismo, uma formação que capacite os profissionais do urbanismo para desenvolver trabalhos de intervenção urbana com participação comunitária? Se existe a formação, como ela é desenvolvida? Quais as técnicas e metodologias utilizadas? O estudo analisa os fundamentos teóricos da participação comunitária e os saberes necessários a essa formação. Depois, como o ensino nas Instituições de Ensino Superior, dos cursos de Arquitetura e Urbanismo de Salvador, contribuem para o trabalho com comunidades. Para isso, foi feita uma revisão bibliográfica sobre a temática, levantamento de documentos e planos de curso, entrevistas sobre a importância de discutir o tema da participação e de propor atividades práticas para lidar com as comunidades. Analisaram-se as experiências desenvolvidas com participação comunitária, as percepções que docentes e discentes tiveram com esse tipo de atividade e os desafios que enfrentaram. Embora a pesquisa investigue a formação de urbanistas, na área de Arquitetura e Urbanismo, espera-se que o conhecimento produzido possa ser uma contribuição a outros profissionais que trabalham como a participação comunitária, já que as metodologias de participação e a análise da prática de ensino e aprendizagem indicam que existe um caminho em construção.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
50

Anunciação, Pedro Fernandes da. "Urbanismo organizacional: modelo de alinhamento relacional entre urbanismo funcional, informacional e tecnológico." Doctoral thesis, Universidade de Évora, 2005. http://hdl.handle.net/10174/11185.

Full text
Abstract:
"Sem resumo feito pelo autor"; O mundo contemporâneo tem vindo a crescer em conhecimento mas também em complexidade e rapidez. É um vasto sistema interactivo onde a procura de equilíbrio entre forças económicas, tecnológicas e sociais gera turbulência ao ambiente de actuação das organizações. Esta turbulência, alicerçada nas tecnologias de informação e comunicação, encontra reflexo na possibilidade crescente de acesso a novos mercados, no aumento da concorrência, na perda de tangibilidade dos produtos e serviços, na facilidade de acesso à informação, na virtualização dos mercados e organizações, no incremento da velocidade económica, entre outros, cujos impactos tendem para uma "universalização" na procura de respostas às necessidades emergentes daí resultantes. A informação circula sem fronteiras e as transacções processam-se, por via electrónica, à velocidade das tecnologias. As decisões ou actuações materializadas em locais geograficamente remotos podem ter (ou têm) consequências inesperadas em mercados distintos. Como nos diz Davis [1987], "actualmente as organizações inserem-se num ambiente económico onde tudo é possível a qualquer hora e em qualquer lugar", sendo a manifestação mais evidente a deslocação progressiva do mundo físico para o mundo virtual. Os "tempos" são novos, bem como os paradigmas que lhe estão associados. Emergem novas dimensões (virtualidade, ubiquidade, urbanidade, etc) que, de forma silenciosa e "aparentemente" inofensiva, se vão infiltrando nas estruturas económicas e organizacionais, assumindo um carácter de permanência e vitalidade no respectivo funcionamento e desenvolvimento. O "cenário" ou contexto económico actual é o de mudança permanente. A "omnipresença" permanente deste sentimento de mudança resulta da procura de equilíbrio perante ambientes económicos, tecnológicos, sociais, políticos e culturais, e da respectiva tentativa de ajustamento constante com o objectivo da sobrevivência numa economia mundial cada vez mais competitiva [Kirkbridge 1993]. Esta procura de equilíbrio induz o desenvolvimento da capacidade de aprendizagem organizacional e de gestão dos factores de mudança, como factores catalisadores da experiência de gestão. Stacey [1993] menciona três vectores que, no que diz respeito ao contexto de mudança, preocupam a gestão das organizações: • Descontinuidade versus Continuidade • Integração versus Diferenciação • Complexidade versus Instabilidade A descontinuidade é, provavelmente, uma das preocupações mais sentidas pela gestão. Trata-se da percepção de que a velocidade de mudança está a crescer, de que o resultado é cada vez mais incerto e imprevisível e de que a mudança tende, actualmente, a ser uma ruptura com o passado, em vez de se apresentar como um desenvolvimento contínuo e progressivo a partir do mesmo. Exemplos da imprevisibilidade e incerteza são-nos dados pela redução do ciclo de vida dos produtos e pela facilidade da sua substituição, pela velocidade de inovação tecnológica, pelo aumento de competição, entre outros. A necessidade de continuidade pressupõe capacidade de ajustamento e desenvolvimento de novos modelos e instrumentos de gestão organizacionais adequados às novas exigências do mercado. Outra das preocupações da gestão é a necessidade de integração2 de actividades e organizações, resultante da crescente interligação do mundo dos negócios. O aumento da concorrência, o surgimento de novos produtos, a diferenciação tecnológica, o esmagamento das margens comerciais, entre outros factores, têm originado uma tendência para a externalização do conjunto de actividades não pertencentes ao core-business e para a procura de parcerias, delas resultando, por consequência, necessidades de interligação e integração de actividades, processos, informação, etc. A necessidade de harmonização das actividades no funcionamento dos diferentes agentes económicos resulta de um esforço de integração, cada vez mais universal, que dá origem a novos requisitos no domínio organizacional e dos respectivos sistemas de suporte, por forma a gerar capacidades5 de resposta através do cruzamento de actividades, procedimentos e objectivos. Veja-se o caso da divergência nos sistemas de notação interna de risco das instituições financeiras que originou a necessidade de se conceber uma metodologia conceptual, bem como a definição de processos de gestão e de sistemas de atribuição de notação de risco supra-organizacionais [Basileia 2000]. Por último, a complexidade, intimamente associada à integração dos negócios e à crescente descontinuidade das mudanças. O problema da complexidade reside na dificuldade de gestão e controlo do conjunto de factores, internos e externos, essenciais à boa condução das respectivas actividades. O âmbito dessas dificuldades têm vindo a crescer como resultado, entre outros, da velocidade crescente do mercado, da necessidade de integração das actividades entre os actores económicos, dos novos ciclos de vida dos produtos, requerendo, essencialmente, redução dos tempos de decisão, rapidez e segurança na acção. Também as sinergias criadas pela inovação tecnológica, aliadas à possibilidade de actuação em qualquer mercado, à redução dos preços de comercialização, bem como introdução à de produtos concorrentes ou substitutos, fruto da inovação tecnológica, aumentam significativamente a insegurança na gestão das organizações. Tudo isto tem potencializado a complexidade das actividades das organizações e da respectiva administração. Esta complexidade económica e organizacional tem-se materializado numa participação em rede, cujas dificuldades organizacionais crescem na mesma medida das exigências referentes à integração das actividades nas diversas cadeias de valor, pressupondo uma partilha de objec-tivos, estratégias, recursos, informação, sistemas, tecnologias e, sobretudo, compromissos. É neste contexto económico que, tendo como referência os eixos-chave apontados por Massey, Wheeler e Keen [2000], nomeadamente a ubiquidade, mobilidade, complexidade e interactividade, importa saber pensar a organização muito para além da perspectiva formal e singular. Necessariamente, há que passar a enquadrá-la numa perspectiva plural e sistémica, salientando a lógica da ordem, da organização e da disciplina inserida num contexto vasto de inter-relacionamento econômico. Importa também saber enquadrar e articular de forma coerente e harmoniosa os diversos componentes dos sistemas organizacionais de acordo com os desafios existentes, não só no âmbito funcional como também no informacional e tecnológico. Isto requer uma postura partilhada de cooperação entre as diversas entidades, internas e externas, no sentido de criar uma plataforma comum para a integração dos diversos sistemas existentes [Krovi 2001], por forma a desenvolver uma gestão adequada relativamente à articulação dos sistemas de suporte organizacional (funcional, informacional e tecnológico). Assumindo como verdade inquestionável que o impacto dos sistemas de informação (SI) e das tecnologias de informação e comunicação (TIC) nas organizações e na gestão é actualmente de tal forma significativo que, para além do léxico introduzido, se torna praticamente impossível enquadrar novos desenvolvimentos organizacionais e de gestão sem que o respectivo âmbito ou papel seja devidamente considerado, importa procurar, através deles, novas soluções organizacionais para os desafios económicos emergentes, optimizando o respectivo potencial no funcionamento e na competitividade organizacional. Se até há bem pouco tempo a tradicional importância dos SI/TIC se circunscrevia a cenários de melhoria de produtividade, eficiência e eficácia operacional, actualmente a sua adopção vai muito para além da melhoria da performance organizacional. A sua importância faz-se sentir a dois níveis. A nível interno, no apoio de forma crescente às estratégias organizacionais, da produção ao marketing, da comercialização à distribuição ou ao serviço aos clientes, o que pode influenciar fortemente a posição competitiva da empresa no mercado; a nível externo, na transformação radical da relação cliente-fornecedor, com importantes implicações no desenvolvimento de novos produtos [Nambisan 2002], na geração de novos modelos e oportunidades de negócio, novos processos e relacionamento ao longo de toda a cadeia de valor, conduzindo a novos níveis de produtividade [Feeny 2001]. A importância actual dos SI/TIC faz-se sentir sobretudo ao nível da integração económica, quer numa perspectiva intra-organizacional quer inter-organizacional, o que tem permitido superar a visão clássica das actividades económicas e dos sistemas de informação, cuja missão, particularmente no que se refere aos SI, se referia ao desempenho das distintas funções operacionais de forma isolada, ao serem considerados como simples sistemas de tratamento de dados, passando estes a assumir um papel preponderante no contexto económico relacional. Todos estes desafios "propõem" à gestão uma atenção cuidada e, sobretudo, uma capacidade de análise e compreensão, através da aprendizagem, da necessidade de eficiência e eficácia no "saber fazer' organizacional, que se traduz numa procura permanente de um equilíbrio entre a inovação tecnológica e o desenvolvimento económico e organizacional. Para tal, os requisitos sistémicos de concepção e organização harmoniosa do sistema organizacional num contexto relacional, através dos seus sub-sistemas funcionais, informacionais e tecnológicos, exigem modelos adequados aos desafios emergentes e um conhecimento profundo dos mesmos, por forma a perspectivar o desenvolvimento das actividades de negócio(s) e da organização(ões), evitando uma lógica pontual de tratamento casuístico das actividades desenvolvidas e dos desafios surgidos. Sabendo que, muitas das iniciativas de mudanças profundas ou de larga escala colapsam frequentemente sob o peso da respectiva complexidade, importa saber gerir e governar os sistemas por forma a que não fiquem presos nos princípios da era industrial, inviabilizando novos desenvolvimentos [Hirschhorn 2002]. É tempo de conceber e desenvolver novos modelos [Manville e Ober 2003]. Neste sentido, assistimos a uma época excitante para os gestores, profissionais, investigadores e para a gestão, em geral, na medida em que depende de todos, nomeadamente, das suas capacidades e qualidades científicas, profissionais e humanas, a concepção de modelos que permitam pilotar e gerir a mudança, no sentido do adequado usufruto das significativas oportunidades para a utilização, com sucesso, do potencial dos SI e das TIC na melhoria de muitas das facetas da vida organizacional e social [DeSanctis, Dickson e Price 2000]. É neste espírito que se insere este trabalho, na vontade e ambição de poder apresentar uma contribuição para uma abordagem gestiva e organizacional aos desafios com que se deparam as organizações, nomeadamente no domínio dos sistemas de informação, mas também com a noção da responsabilidade da solução apresentada. O modelo concebido e apresentado procura assegurar o funcionamento sistémico organizacional, em geral, e informacional, em particular, num contexto relacional. As soluções pragmáticas que possam ser concebidas através desta abordagem pressupõem inovação e ousadia na reestruturação ou reorganização dos recursos e sistemas organizacionais.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography