Academic literature on the topic 'Unione europea relazioni esterne'

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Journal articles on the topic "Unione europea relazioni esterne"

1

Favilli, Chiara. "I principali atti adottati dall'Unione europea in dieci anni di politica di immigrazione e di asilo." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (September 2009): 13–28. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003002.

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2

Guasconi, Maria Eleonora. "Prove tecniche di politica estera: la Comunitŕ economica europea e lo sviluppo del dialogo euro-arabo negli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002002.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce i negoziati che, all'indomani dello shock petrolifero del 1973, si svolsero tra i nove membri della Comunitŕ economica europea e i paesi della Lega araba nella cornice della cooperazione politica, mettendo in luce il tentativo europeo di trovare una via d'uscita autonoma alla crisi energetica degli anni Settanta. Grazie a un'ampia documentazione archivistica, l'autrice dimostra che, pur tra numerose difficoltŕ e ostacoli, attraverso il dialogo euro-arabo la Comunitŕ sperimentň per la prima volta, dopo gli accordi di Yaoundé/Lomé, un'esperienza di relazioni collettive con un gruppo di paesi terzi, promuovendo un negoziato che, seppur limitato a questioni economiche che esulavano dal petrolio, portň ad alcuni significativi risultati, come la dichiarazione di Venezia del 1980, considerata una pietra miliare della posizione europea nei confronti del conflitto arabo-israeliano. La ricostruzione dello svolgimento del dialogo euro-arabo rappresenta inoltre un interessante esempio della crescita della dimensione delle relazioni esterne della Cee durante gli anni Settanta.
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Dissertations / Theses on the topic "Unione europea relazioni esterne"

1

Cisotta, Roberto. "Le relazioni esterne dell'Unione Europea in materia economica e monetaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3161.

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Abstract:
2007/2008
La trattazione prende le mosse, nel cap. 1, da un inquadramento generale delle relazioni economiche e finanziarie a livello globale. Viene delineato anzitutto il quadro storico di riferimento, con particolare attenzione al periodo seguente al secondo conflitto mondiale e ai decenni successivi. Tali cenni storici sono utili alla ricostruzione del sistema così come esso si presenta oggi, con riferimento tanto al settore economico inteso in senso lato, quanto in particolare al mondo delle relazioni in campo monetario. Al §§ 1.5 si presenta il sistema complessivo delle norme giuridiche che nell’ordinamento internazionale sovrintendono a questo particolare tipo di relazioni: il diritto internazionale dell’economia e, come settore specifico di questo, il diritto internazionale monetario. Si procede ad enuclearne le specificità – in particolare rispetto al complessivo corpus del diritto internazionale – con riguardo al problema delle erosioni alla sovranità subite dagli Stati in queste materie, alla vigenza anche in questo settore del principio dell’eguaglianza sovrana degli Stati (messa in discussione da un parte della dottrina), alla funzione di accertamento del diritto e della risoluzione delle controversie. Viene posto anche il problema della vigenza di alcune particolari norme consuetudinarie in questa materia, concernenti soprattutto i doveri di collaborazione degli Stati. Viene quindi enucleato il concetto di sovranità monetaria e le eventuali limitazioni cui questa è sottoposta. Infine si prendono in considerazione le pratiche di currency board e currency substitution, fornendone una valutazione dal punto di vista del diritto internazionale monetario e si definiscono i concetti di area monetaria, sistema monetario e gli altri messi a punto dalla dottrina per classificare i diversi gradi di integrazione monetaria realizzabili tra Paesi. Al § 1.6 viene presentato il concetto di Ordine economico internazionale e viene ricordato il tentativo di instaurazione di un Nuovo Ordine Economico Internazionale (NOEI). Infine si presentano le ultime evoluzioni dei caratteri del governo dell’economia internazionale, il quale, anche a detta di diverse voci dottrinali, può essere meglio qualificato come governance. L’esposizione di cui al cap. 1 è utile poiché l’Unione europea (UE) – sulla cui azione è concentrata l’attenzione in questo studio – si pone come attore delle relazioni economiche e monetarie globali e si ritrova ad agire nell’ambiente che si è presentato, restando quindi sottoposta alle norme che lo reggono. Nel cap. 2 si analizza il versante interno del governo dell’economia, cioè l’apparato normativo e istituzionale che l’Unione si è data per l’esercizio delle competenze acquisite in materia economica e monetaria. Dopo aver ripercorso le principali tappe storiche che hanno segnato il conferimento da parte degli Stati membri di competenze alla Comunità prima e all’Unione poi in materia – con riferimenti alla situazione più generale, così come presentata nel cap. 1 – vengono presentati gli obiettivi, previsti in particolare dal Trattato istitutivo della Comunità Europea (TCE), per la Politica economica e la Politica monetaria (§ 2.2); si rileva già in prima battuta come non sia possibile ridurle facilmente ad unità dal punto di vista del livello di integrazione accettato dagli Stati e degli strumenti messi a disposizione delle Istituzioni comunitarie. I termini monetario, e soprattutto economico, si intendono in tutto il lavoro come riferiti a quelle due Politiche, e ai limiti di oggetto e di strumenti da cui esse sono caratterizzate nel sistema del TCE. Si fa riferimento alla possibilità di paralare di una Costituzione economica dell’Unione europea (§ 2.2.1) e si procede quindi a presentare più analiticamente l’apparato di norme poste dal TCE per le due citate Politiche, segnatamente nel suo Titolo VII (§§ da 2.3 a 2.4.2). Si delinea il profilo degli organi specialmente preposti al perseguimento di quelle politiche, con particolare attenzione all’assetto del Sistema Europeo di Banche centrali (SEBC) e allo status della Banca Centrale europea (BCE), così come essi sono delineati dal TCE e come è stato possibile meglio inquadrare grazie ai contributi della dottrina e della giurisprudenza (§§ da 2.5 a 2.5.3). Al § 2.5 si presentano le novità che si avranno qualora dovesse entrare in vigore il Trattato di Lisbona, la maggiore delle quali è l’attribuzione dello status di Istituzione dell’Unione alla BCE. Nel cap. 3 iniziano ad affrontarsi gli aspetti generali dell’azione esterna dell’UE in campo economico e monetario. Essa si pone come uno degli attori di quelle relazioni, così come presentate al cap. 1, di cui sono ordinariamente protagonisti gli Stati, altre Organizzazioni internazionali, nonché altri soggetti anche non dotati di soggettività propria nell’ambito dell’ordinamento internazionale (come le banche centrali nazionali, che quindi agiscono ordinariamente come organi degli Stati). Al § 3.1 viene presentato il problema generale della soggettività nel diritto internazionale di enti diversi dagli Stati sovrani. Al § 3.1.1 si procede ad analizzare la situazione dell’Unione europea, giungendo alla conclusione che essa è ormai da considerarsi un soggetto autonomo di diritto internazionale, ricomprendente anche le sue articolazioni interne, come la stessa Comunità europea. Lo stesso è da dirsi per la BCE, alla quale non va quindi riconosciuta soggettività autonoma, come pure vorrebbe una parte della dottrina (§ 3.1.2). Nei §§ successivi si affrontano i problemi riguardanti il sistema che l’UE si è data per la gestione delle sue relazioni esterne in generale. In esso infatti rientra anche l’intrattenimento di rapporti in materia economica e monetaria, il quale è quindi sottoposto – in linea generale – ai medesimi principi generali. In particolare, si ha attenzione alle regole stabilite in questo campo con riguardo alla CE; infatti, pur essendo l’UE nel suo complesso il soggetto in capo al quale va riconosciuta la titolarità dei rapporti e delle conseguenti situazioni soggettive, va tenuto presente che essa la suo interno prevede regole diverse per la gestione delle relazioni esterne. Si prendono in considerazione in particolare tre profili: l’esistenza di competenze esterne, oggetto di una risalente ed elaborata giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee (§§ da 3.2.1 a 3.3.1; al § 3.3.2 si analizzano anche le novità in argomento presenti nel Trattato di Lisbona), il procedimento previsto – in generale – per la negoziazione e la conclusione di accordi con Stati terzi o altre Organizzazioni internazionali (§ 3.4) e la prassi di rapporti con altre Organizzazioni internazionali (§ 3.5). Nei cap. 4 e 5 si affronta lo studio delle relazioni esterne in materia economica e monetaria, utilizzando le conclusioni cui si è giunti nei cap. precedenti. Innanzitutto si affronta il problema – che in prima approssimazione si presenta di più semplice soluzione – della competenza esterna in campo economico (§ 4.1.1). Riguardo ad essa il principio del parallelismo delle competenze esterne con quelle interne e gli altri messi a punto dalla giurisprudenza portano a possibilità di azione esterna dell’Unione piuttosto limitate. E’ da ritenersi che alcune possibilità di azione anche in campo economico, possano essere attratte nella sfera dell’UE nell’ambito dei rapporti con altre Organizzazioni internazionali (e il riscontro di questa possibilità viene cercato nel cap. 5, dedicato alla materia – v. infra). Si analizza quindi l’art. 111, disposizione speciale dettata dal TCE per ciò che riguarda la materia monetaria (§§ da 4.2 a 4.2.8). In un’ampia analisi vengono affrontati tutti i nodi problematici che caratterizzano la disposizione, in particolare quei par. di essa che disciplinano la politica di cambio e la conclusione di accordi in materia monetaria (a loro volta rientranti tra gli strumenti di politica di cambio, o anche di diverso tipo); vengono inoltre affrontate le questioni relative alla competenza (e alle eventuali residue competenze statali), agli effetti degli accordi e alle possibilità di controllo giurisdizionale e, infine ai rapporti con alcune disposizioni dello Statuto del SEBC, contenute in un Protocollo allegato al TCE (e condividenti con questo il medesimo rango). Nel § 4.3 viene presentato il nuovo testo che disciplinerà queste materie nel Trattato di Lisbona, rilevandone la scarsa portata innovativa rispetto all’attuale. Più articolata sarebbe invece nel nuovo Trattato l’individuazione degli obiettivi e dei principi ispiratori della complessiva azione esterna dell’UE, con riferimenti più chiari di cui si gioverebbe anche la gestione dei rapporti in campo economico e monetario. In conclusione del cap. 4, vengono passate in rassegna le prime applicazioni pratiche delle disposizioni dell’art. 111 TCE che sono state analizzate (§§ da 4.4 a 4.4.6). Infine, nel cap. 5 sono oggetto di studio le relazioni dell’UE con altre Organizzazioni internazionali, nonché consessi informali (come ad es. il G-7/8). Disposizione di riferimento è il par. 4 dell’art. 111 TCE; alla sua analisi testuale e allo studio delle implicazioni di carattere sistematico legate all’opzione tra le diverse possibilità interpretative si dedica ampio spazio (§§ da 5.1 a 5.2.1). Esso disciplina la procedura per l’adozione di posizioni della Comunità (dell’UE) su questioni “di particolare importanza per l’unione economica e monetaria” e per la decisione dei modi in cui essa debba essere rappresentata nei fori internazionali rilevanti nel settore; la formulazione ha fatto supporre a più di un autore la possibilità di estendere l’operatività della disposizione anche a questioni non esclusivamente monetarie (benché l’art. 111 sia inserito nel capo 2, relativo alla sola politica monetaria). Ma è stato il Consiglio europeo nel 1997, al di fuori della procedura prevista dall’art. 111 TCE, a dare le prime soluzioni “pragmatiche” (secondo un’espressione utilizzata in dottrina) per la rappresentanza dell’UE nei più importanti di questi fori; tali soluzioni erano esplicitamente tese a provocare cambiamenti il meno profondi possibili nei modi di rappresentanza e quindi negli assetti dei fori internazionali coinvolti. Vengono quindi passati in rassegna i rapporti dell’UE con le principali Organizzazioni internazionali e i consessi informali operanti nel settore. Particolare importanza rivestono le relazioni col Fondo monetario internazionale (FMI), cui è dedicato ampio spazio (§ 5.3.1). Di esso possono far parte solo “Stati”, ma gran parte dei suoi ambiti di attività rientrano ormai nella sfera delle competenze dell’Unione. All’interno di essa tuttavia, vi sono – come visto nel cap. 2 – diverse Istituzioni e organi con compiti e prerogative proprie che operano nell’ambito delle Politiche economica e monetaria. Di qui la necessità di dar vita ad un complicato intreccio di sedi e metodi di coordinamento per esprimere la posizione dell’UE. Ciò è reso ancora più difficile dal modo in cui è organizzato il processo decisionale nel FMI e dai criteri di voto utilizzati. Vengono quindi presentati i rapporti dell’UE con la Banca Mondiale (§ 5.3.2), con la Banca dei Regolamenti internazionali (in cui è in effetti presente la BCE, § 5.3.3), con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (§ 5.3.4), nonché col G-7/8 (§ 5.3.5) e con altri consessi informali (§ 5.3.6). Infine, al § 5.4 viene analizzato il nuovo testo che disciplinerà l’assunzione di decisioni sulla rappresentanza e l’assunzione di posizioni nel Trattato di Lisbona. Tale nuova disposizione offre alcuni spunti innovativi, che potrebbero prestarsi a diverse letture; la prassi mostrerà quale verrà privilegiata dalle Istituzioni.
XXI Ciclo
1976
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2

Martinez, Fucini Diana <1987&gt. "Unione Europea e donne mediterranee: un'analisi disciplinare dei programmi regionali di assistenza esterna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5529.

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Abstract:
The purpose of this thesis is to analyse the complex system of aid through which the European Union relates to the women of the Mediterranean area. The dissertation is introduced by a short historical framework, which trades the evolution of European institutions in the euro-mediterranean area, from the Barcelona Process, to the European Neighbourhood Policy to the Union for the Mediterranean. This section explores the policies dedicated to the respect of human rights and women’s rights in this geographical area, starting from the Sixties and arriving to the Arab revolutions of 2011. Later on, a theoretical framework is drawn, exploring the existing literature about the research subject and the contextual factors that have a strong influence on its evolution. The analysis is subdivided into three main sections: rhetorical, which outlines the ideologies and identity politics laying behind the relationship between the Mediterranean shores; legislative, which frames the institutionalization of gender mainstreaming; and geopolitical, which delves into the relationship between aid and strategic geopolitical interests. After designing a theoretical framework, the work moves on to the actual study of the programmes in favour of women, focusing on the programs implemented at a regional level by the European Neighbourhood Partnership, in the years between 2006 and 2014. Next, it sketches the regional aid programmes implemented by the Union of the Mediterranean, stressing the differences between these and the ENP Programmes. Finally, the last chapter of the thesis outlines the current situation, focusing on the Italian Semester at the European Union and alluding to the NissaTV project, recently implemented throughout the whole region.
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3

Adiletta, Antonio <1991&gt. "EPA Unione Europea Giappone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17185.

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Abstract:
La firma del trattato internazionale più grande mai negoziato dall’Unione Europea avviene il 17 luglio 2018. L’obiettivo dell’Economic Partnership Agreement tra UE e Giappone è quello di creare una zona commerciale aperta che tocca oltre 600 milioni di persone, pari a un terzo dell’intero valore degli scambi commerciali a livello globale. Si tratta di un accordo win on win tra due mondi lontani che si avvicinano attraverso regole e obiettivi chiari e trasparenti. Per capire gli effetti di questo accordo, è necessario approfondire il contesto nel quale viene messo in atto ed è quindi necessario capire anche il punto di vista di Cina e USA che, al contrario delle due parti contraenti dell’EPA in questione, sono in lotta per contendersi la leadership globale. È importante capire anche quelle che sono le differenze tra iniziative come la BRI (Belt and Road Initiative), che rappresenta l’obiettivo di Pechino di unificare i mercati africani ed euroasiatici, e l’EPA. Verrà approfondita anche quella che è la nuova politica commerciale e geopolitica degli Stati Uniti, il principale alleato di UE e Giappone, in totale contrasto con i valori espressi dall’EPA. I negoziati dell’EPA, infatti, seppur inizialmente si concentrano sull'impatto economico, sulle barriere non-tariffarie classiche, come gli standard alimentari e sulla regolamentazione di nuova generazione, si focalizzano poi maggiormente sul progresso graduale di liberalizzazione commerciale sugli incrementi di efficienza e sulla maggiore integrazione normativa. L'impatto più significativo a lungo termine dell’accordo di partenariato tra Unione Europea e Giappone, deriva dall’attuazione di politiche a sostegno di un'ampia gamma di settori oltre al commercio. L’EPA è il perfetto esempio di come portare avanti trattative rispettose, caratterizzate dalla perseveranza e cooperazione tra alleati. È un accordo vantaggioso per tutti. Lo spirito di un accordo commerciale deve portare all’allineamento degli standard di livello inferiore con gli standard più elevati come le norme internazionali, anche se questo non significa semplificare il commercio reciproco, ma rafforza a sua volta gli standard per la comunità internazionale. In questo modo si crea una sorta di manuale commerciale globale, al quale i terzi che desiderano commerciare con l'Europa o il Giappone devono attenersi, dando luogo a una formulazione di comuni regole commerciali globali. L'EPA fornisce una base per la reciprocità che crea condizioni di parità tra Europa e Giappone.
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Merlini, Irma <1990&gt. "Relazioni bilaterali tra Serbia - Unione Europea: focus Serbia - Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9688.

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Abstract:
In questa tesi viene analizzata la Serbia nel suo cammino verso l’Unione Europea, lasciandosi alle spalle una storia dal carattere socialista per inserirsi a pieno nel libero mercato attraverso riforme economiche e legislative, dando una particolare attenzione agli investimenti diretti esteri delle imprese italiane sul territorio serbo come risulta negli ultimi anni. La tesi è divisa in quattro capitoli. Il primo capitolo espone le informazioni generali sulla Serbia e le principali tappe storiche che l’hanno portata a quella che è oggi dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Il secondo capitolo prende in analisi il progetto di adesione Europea, priorità strategica per la Serbia cercando di mantenere negli ultimi anni un solido budget pubblico come dimostrazione del suo sviluppo e impegno, una delle priorità di tutte le economie europee. Nel capitolo successivo viene descritto il quadro giuridico economico a cui la Serbia si dovrà conformare se vuole entrare a far parte dell’Unione Europea. Nell’ultimo capitolo della tesi si analizza la forte cooperazione economica tra Italia e Serbia, in cui l’Italia da ormai 15 anni continua ad avere il ruolo di partner principale soprattutto nel settore del commercio e degli investimenti in Serbia.
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5

Di, Bianco Stefania <1986&gt. "Unione Europea tra federalismo e utopia dell'unione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12926.

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Abstract:
L'oggetto della mia tesi è l'analisi del processo di costruzione dell'Unione Europea, a partire dalla nascita delle teorie del federalismo e dal confronto fra gli esponenti del pensiero federalista e gli esponenti della dottrina del funzionalismo sul modello che essa avrebbe dovuto assumere, fino a considerare l'Unione Europea di oggi, il cui progetto di futuro federale ha dimostrato di essere un'utopia. L’elaborato evidenza l’idea di federalismo e gli esempi di federalismo che si sono succeduti nel corso della storia. Successivamente affronta il processo di costruzione dell’Unione Europea e la nascita delle idee federali in Europa, focalizzandosi sullo scontro tra federalismo e funzionalismo, per poter arrivare alla conclusione sulla sua natura. L'elaborato prende in considerazione lo scenario attuale, caratterizzato da questioni che hanno sconvolto la scena internazionale, quali appunto il caso Brexit, la questione dei migranti e il problema dell'indipendenza della Catalogna. Si affronta inoltre il ruolo che gli Stati Uniti hanno svolto nel processo di integrazione e i cambiamenti nello scenario europeo avvenuti in seguito all'amministrazione di Donald Trump. Infine l'elaborato offre una panoramica generale sullo scenario europeo attuale e sul ruolo svolto dal nostro Paese nel processo di costruzione dell'Unione.
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PIROZZI, NICOLETTA. "L'UNIONE EUROPEA E LA GESTIONE DELLE CRISI DOPO LISBONA: UN NUOVO MODELLO PER AFFRONTARE LE SFIDE ALLA SICUREZZA NEL XXI SECOLO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1803.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è di valutare che tipo di modello per la gestione delle crisi l’Unione Europea (UE) ha elaborato attraverso l’adozione e l’attuazione del Trattato di Lisbona, ma anche di capire che impatto ha prodotto la sua interazione con lo scenario internazionale di sicurezza. L’analisi è condotta a tre livelli: (1) strategico – elaborazione o revisione di concetti, politiche e documenti quadro; (2) istituzionale – creazione e riorganizzazione delle strutture di riferimento e dei processi decisionali; (3) operativo – pianificazione e gestione delle missioni civili e militari sul terreno. Lo scopo finale è quello di verificare se l’approccio dell’UE alla gestione delle crisi può considerarsi efficace per affrontare i possibili scenari futuri e come possa essere migliorato sulla base delle esperienze più recenti.
The objective of this thesis is to assess what kind of crisis management model the European Union (EU) has elaborated through the adoption and implementation of the Treaty of Lisbon and what is the impact produced by its interaction with the international security context. The analysis is conducted at three different levels: (1) strategic – elaboration or review of concepts, policies and framework documents; (2) institutional – establishment or reorganization of structures and decision-making process; (3) operational – planning and conduct of civilian and military missions on the ground. The final aim is to evaluate whether the EU’s approach to crisis management will be able to face up possible future scenarios and how this model might be improved on the basis of most recent experiences.
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PIROZZI, NICOLETTA. "L'UNIONE EUROPEA E LA GESTIONE DELLE CRISI DOPO LISBONA: UN NUOVO MODELLO PER AFFRONTARE LE SFIDE ALLA SICUREZZA NEL XXI SECOLO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1803.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è di valutare che tipo di modello per la gestione delle crisi l’Unione Europea (UE) ha elaborato attraverso l’adozione e l’attuazione del Trattato di Lisbona, ma anche di capire che impatto ha prodotto la sua interazione con lo scenario internazionale di sicurezza. L’analisi è condotta a tre livelli: (1) strategico – elaborazione o revisione di concetti, politiche e documenti quadro; (2) istituzionale – creazione e riorganizzazione delle strutture di riferimento e dei processi decisionali; (3) operativo – pianificazione e gestione delle missioni civili e militari sul terreno. Lo scopo finale è quello di verificare se l’approccio dell’UE alla gestione delle crisi può considerarsi efficace per affrontare i possibili scenari futuri e come possa essere migliorato sulla base delle esperienze più recenti.
The objective of this thesis is to assess what kind of crisis management model the European Union (EU) has elaborated through the adoption and implementation of the Treaty of Lisbon and what is the impact produced by its interaction with the international security context. The analysis is conducted at three different levels: (1) strategic – elaboration or review of concepts, policies and framework documents; (2) institutional – establishment or reorganization of structures and decision-making process; (3) operational – planning and conduct of civilian and military missions on the ground. The final aim is to evaluate whether the EU’s approach to crisis management will be able to face up possible future scenarios and how this model might be improved on the basis of most recent experiences.
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Bernardi, Jacopo <1993&gt. "Le Politiche di Assistenza allo Sviluppo di Giappone e Unione Europea: il Caso del Vietnam." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17294.

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Abstract:
L’elaborato si propone di mostrare e analizzare le differenze e similitudini nell’approccio dell’Unione Europea e del Giappone nei confronti della regione del Sudest Asiatico, prendendo come esempio specifico la presenza dei due attori internazionali in Vietnam. Entrambe le potenze hanno infatti aumentato la cooperazione con questa nazione asiatica negli ultimi anni: per il Giappone è una delle nazioni riceventi di Aiuti Pubblici allo Sviluppo più importanti, oltre che un alleato fondamentale nel mantenimento dello stato di diritto nel Mar Cinese Meridionale in funzione di contenimento delle mire espansionistiche cinesi; per l’Europa è la possibile porta d’ingresso per il mercato del Sudest Asiatico oltre che un importante mercato di importazione, come dimostrano il Partnership and Cooperation Agreement del 2012 e il Free Trade Agreement recentemente concluso. Il Giappone e l’Unione Europea hanno intensificato gli sforzi di cooperazione, rafforzando quello che è sempre stato considerato il lato debole della relazione Stati Uniti-Unione Europea-Giappone. Il nuovo EPA e la EU-Japan Connectivity Partnership sembrano però la svolta necessaria nelle relazioni tra le due potenze, che sembrano pronte a fronteggiare l’iniziativa cinese in Asia. L’elaborato vuole quindi mettere a confronto le diverse metodologie dei due attori in una nazione come il Vietnam, che potrebbe fornire un esempio per le future aree di cooperazione possibili tra le due potenze negli anni futuri.
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GARIBALDI, IDA MARINA ELISABETTA SELVAGGIA. "I rapporti euro-atlantici dopo l'undici settembre 2001: correnti politico-intellettuali negli Stati Uniti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/322.

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Abstract:
Questo lavoro analizza le relazioni tra Stati Uniti ed alleati europei dal 1989 ad oggi, con particolare approfondimento del periodo successivo all'undici settembre 2001. L'ipotesi di ricerca è basata sulla convinzione che gli attentati del 2001 abbiano avuto un impatto fondamentale sulla relazione euro-atlantica, accelerando tendenze centrifughe già presenti nel rapporto. La tesi è composta da un'analisi storica, da sette capitoli e dalle conclusioni. L'analisi storica esamina i cambiamenti strutturali nella relazione transatlantica dopo il 1989. I capitoli 1 e 2 presentano le correnti politiche determinanti nel formulare la politica estera americana dopo il 2001, con particolare riferimento al movimento neoconservatore. I capitoli 3 e 4 analizzano la definizione di impero moderno , la questione se gli Stati Uniti siano o meno un impero e la possibilità che l'Unione europea (UE) diventi una superpotenza. I capitoli 5, 6 e 7 approfondiscono tre nodi gordiani : il futuro della NATO; la Russia tra Stati Uniti e UE; e la relazione triangolare tra Stati Uniti, Cina e UE. Infine, le conclusioni riassumono le debolezze del rapporto tra Stati Uniti ed alleati europei, evidenziano come esse siano peggiorate dopo gli attentati del 2001 e presentano i pericoli in cui la relazione potrebbe incorrere in futuro.
This dissertation studies the relationship between the United States and its European allies from the end of the Cold War to the present, with a focus on the period following the terror attacks on September 11, 2001. The primary conclusion is that 9/11 accelerated divisive trends within transatlantic alliance. The dissertation has an historical introduction, seven chapters and the conclusions. The historical introduction analyzes the structural changes occurred within the transatlantic relationship after 1989. Chapters 1 and 2 discuss the political movements and ideas that shaped American foreign policy after 9/11, with a focus on the neoconservative movement. Chapters 3 and 4 define the idea of modern empire ; its use in reference to the United States; and the idea that the European Union is becoming a superpower able to counterbalance the United States. Chapters 5, 6 and 7 focus on three looming challenges within the transatlantic relationship: the future of NATO; relations with Russia; and the rise of China. The conclusions summarize the weaknesses of the relationship between the United States and its European allies; highlight how they deteriorated after 9/11; and describe the dangers that lay ahead for the transatlantic alliance.
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GARIBALDI, IDA MARINA ELISABETTA SELVAGGIA. "I rapporti euro-atlantici dopo l'undici settembre 2001: correnti politico-intellettuali negli Stati Uniti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/322.

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Abstract:
Questo lavoro analizza le relazioni tra Stati Uniti ed alleati europei dal 1989 ad oggi, con particolare approfondimento del periodo successivo all'undici settembre 2001. L'ipotesi di ricerca è basata sulla convinzione che gli attentati del 2001 abbiano avuto un impatto fondamentale sulla relazione euro-atlantica, accelerando tendenze centrifughe già presenti nel rapporto. La tesi è composta da un'analisi storica, da sette capitoli e dalle conclusioni. L'analisi storica esamina i cambiamenti strutturali nella relazione transatlantica dopo il 1989. I capitoli 1 e 2 presentano le correnti politiche determinanti nel formulare la politica estera americana dopo il 2001, con particolare riferimento al movimento neoconservatore. I capitoli 3 e 4 analizzano la definizione di impero moderno , la questione se gli Stati Uniti siano o meno un impero e la possibilità che l'Unione europea (UE) diventi una superpotenza. I capitoli 5, 6 e 7 approfondiscono tre nodi gordiani : il futuro della NATO; la Russia tra Stati Uniti e UE; e la relazione triangolare tra Stati Uniti, Cina e UE. Infine, le conclusioni riassumono le debolezze del rapporto tra Stati Uniti ed alleati europei, evidenziano come esse siano peggiorate dopo gli attentati del 2001 e presentano i pericoli in cui la relazione potrebbe incorrere in futuro.
This dissertation studies the relationship between the United States and its European allies from the end of the Cold War to the present, with a focus on the period following the terror attacks on September 11, 2001. The primary conclusion is that 9/11 accelerated divisive trends within transatlantic alliance. The dissertation has an historical introduction, seven chapters and the conclusions. The historical introduction analyzes the structural changes occurred within the transatlantic relationship after 1989. Chapters 1 and 2 discuss the political movements and ideas that shaped American foreign policy after 9/11, with a focus on the neoconservative movement. Chapters 3 and 4 define the idea of modern empire ; its use in reference to the United States; and the idea that the European Union is becoming a superpower able to counterbalance the United States. Chapters 5, 6 and 7 focus on three looming challenges within the transatlantic relationship: the future of NATO; relations with Russia; and the rise of China. The conclusions summarize the weaknesses of the relationship between the United States and its European allies; highlight how they deteriorated after 9/11; and describe the dangers that lay ahead for the transatlantic alliance.
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Books on the topic "Unione europea relazioni esterne"

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Alessandra, Bitumi, D'Ottavio Gabriele, and Laschi Giuliana 1962-, eds. La comunità europea e le relazioni esterne, 1957-1992. Bologna: CLUEB, 2008.

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2

Luigi, Daniele, ed. Le relazioni esterne dell'Unione europea nel nuovo millennio. Milano: Giuffrè, 2001.

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3

Oltre i confini: L'Ue fra integrazione interna e relazioni esterne. Bologna: Il mulino, 2011.

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