Academic literature on the topic 'Unione economica e monetaria'
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Journal articles on the topic "Unione economica e monetaria"
Costabile, Lilia. "Istitutions for Social Well-Being: alcune risposte." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (August 2009): 103–11. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-003005.
Full textFourçans, André. "European Monetary Union: Theory and Practice (*)." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 1 (April 1, 1991): 3–20. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345162.
Full textFadda, Sebastiano. "Unione Europea. Una governance economica da cambiare." ARGOMENTI, no. 41 (October 2014): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/arg2014-041001.
Full textCerfeda, Walter. "La di-unione europea e il patto euro plus." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003005.
Full textGuazzarotti, Andrea. "La politica monetaria: il modello ibrido dell'UEM." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2021): 47–71. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001003.
Full textBieler, Andreas. "Swedish Trade Unions and Economic and Monetary Union." Cooperation and Conflict 38, no. 4 (December 2003): 385–407. http://dx.doi.org/10.1177/0010836703384003.
Full textWhyman, Philip. "British Trade Unions and Economic and Monetary Union." Industrial Relations: A Journal of Economy and Society 41, no. 3 (July 2002): 467–76. http://dx.doi.org/10.1111/1468-232x.00257.
Full textLishchynskyy, Ihor Orestovych, and Mariia Volodymyrivna Lyzun. "SOCIAL EFFICIENCY OF EUROPEAN ECONOMIC AND MONETARY UNION." SCIENTIFIC BULLETIN OF POLISSIA 1, no. 1(13) (2018): 184–88. http://dx.doi.org/10.25140/2410-9576-2018-1-1(13)-184-188.
Full textCeli, Giuseppe, Andrea Ginzburg, Dario Guarascio, and Annamaria Simonazzi. "Una Unione divisiva. Una prospettiva centro-periferia della crisi europea." Il Politico 252, no. 2 (January 19, 2021): 195–98. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.522.
Full textVoskanyan, Mariam, and Ani Galstyan. "Exchange rate regulation in economic unions: The case of Euroasian Economic Union." St Petersburg University Journal of Economic Studies 37, no. 1 (2021): 140–65. http://dx.doi.org/10.21638/spbu05.2021.106.
Full textDissertations / Theses on the topic "Unione economica e monetaria"
Cisotta, Roberto. "Le relazioni esterne dell'Unione Europea in materia economica e monetaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3161.
Full textLa trattazione prende le mosse, nel cap. 1, da un inquadramento generale delle relazioni economiche e finanziarie a livello globale. Viene delineato anzitutto il quadro storico di riferimento, con particolare attenzione al periodo seguente al secondo conflitto mondiale e ai decenni successivi. Tali cenni storici sono utili alla ricostruzione del sistema così come esso si presenta oggi, con riferimento tanto al settore economico inteso in senso lato, quanto in particolare al mondo delle relazioni in campo monetario. Al §§ 1.5 si presenta il sistema complessivo delle norme giuridiche che nell’ordinamento internazionale sovrintendono a questo particolare tipo di relazioni: il diritto internazionale dell’economia e, come settore specifico di questo, il diritto internazionale monetario. Si procede ad enuclearne le specificità – in particolare rispetto al complessivo corpus del diritto internazionale – con riguardo al problema delle erosioni alla sovranità subite dagli Stati in queste materie, alla vigenza anche in questo settore del principio dell’eguaglianza sovrana degli Stati (messa in discussione da un parte della dottrina), alla funzione di accertamento del diritto e della risoluzione delle controversie. Viene posto anche il problema della vigenza di alcune particolari norme consuetudinarie in questa materia, concernenti soprattutto i doveri di collaborazione degli Stati. Viene quindi enucleato il concetto di sovranità monetaria e le eventuali limitazioni cui questa è sottoposta. Infine si prendono in considerazione le pratiche di currency board e currency substitution, fornendone una valutazione dal punto di vista del diritto internazionale monetario e si definiscono i concetti di area monetaria, sistema monetario e gli altri messi a punto dalla dottrina per classificare i diversi gradi di integrazione monetaria realizzabili tra Paesi. Al § 1.6 viene presentato il concetto di Ordine economico internazionale e viene ricordato il tentativo di instaurazione di un Nuovo Ordine Economico Internazionale (NOEI). Infine si presentano le ultime evoluzioni dei caratteri del governo dell’economia internazionale, il quale, anche a detta di diverse voci dottrinali, può essere meglio qualificato come governance. L’esposizione di cui al cap. 1 è utile poiché l’Unione europea (UE) – sulla cui azione è concentrata l’attenzione in questo studio – si pone come attore delle relazioni economiche e monetarie globali e si ritrova ad agire nell’ambiente che si è presentato, restando quindi sottoposta alle norme che lo reggono. Nel cap. 2 si analizza il versante interno del governo dell’economia, cioè l’apparato normativo e istituzionale che l’Unione si è data per l’esercizio delle competenze acquisite in materia economica e monetaria. Dopo aver ripercorso le principali tappe storiche che hanno segnato il conferimento da parte degli Stati membri di competenze alla Comunità prima e all’Unione poi in materia – con riferimenti alla situazione più generale, così come presentata nel cap. 1 – vengono presentati gli obiettivi, previsti in particolare dal Trattato istitutivo della Comunità Europea (TCE), per la Politica economica e la Politica monetaria (§ 2.2); si rileva già in prima battuta come non sia possibile ridurle facilmente ad unità dal punto di vista del livello di integrazione accettato dagli Stati e degli strumenti messi a disposizione delle Istituzioni comunitarie. I termini monetario, e soprattutto economico, si intendono in tutto il lavoro come riferiti a quelle due Politiche, e ai limiti di oggetto e di strumenti da cui esse sono caratterizzate nel sistema del TCE. Si fa riferimento alla possibilità di paralare di una Costituzione economica dell’Unione europea (§ 2.2.1) e si procede quindi a presentare più analiticamente l’apparato di norme poste dal TCE per le due citate Politiche, segnatamente nel suo Titolo VII (§§ da 2.3 a 2.4.2). Si delinea il profilo degli organi specialmente preposti al perseguimento di quelle politiche, con particolare attenzione all’assetto del Sistema Europeo di Banche centrali (SEBC) e allo status della Banca Centrale europea (BCE), così come essi sono delineati dal TCE e come è stato possibile meglio inquadrare grazie ai contributi della dottrina e della giurisprudenza (§§ da 2.5 a 2.5.3). Al § 2.5 si presentano le novità che si avranno qualora dovesse entrare in vigore il Trattato di Lisbona, la maggiore delle quali è l’attribuzione dello status di Istituzione dell’Unione alla BCE. Nel cap. 3 iniziano ad affrontarsi gli aspetti generali dell’azione esterna dell’UE in campo economico e monetario. Essa si pone come uno degli attori di quelle relazioni, così come presentate al cap. 1, di cui sono ordinariamente protagonisti gli Stati, altre Organizzazioni internazionali, nonché altri soggetti anche non dotati di soggettività propria nell’ambito dell’ordinamento internazionale (come le banche centrali nazionali, che quindi agiscono ordinariamente come organi degli Stati). Al § 3.1 viene presentato il problema generale della soggettività nel diritto internazionale di enti diversi dagli Stati sovrani. Al § 3.1.1 si procede ad analizzare la situazione dell’Unione europea, giungendo alla conclusione che essa è ormai da considerarsi un soggetto autonomo di diritto internazionale, ricomprendente anche le sue articolazioni interne, come la stessa Comunità europea. Lo stesso è da dirsi per la BCE, alla quale non va quindi riconosciuta soggettività autonoma, come pure vorrebbe una parte della dottrina (§ 3.1.2). Nei §§ successivi si affrontano i problemi riguardanti il sistema che l’UE si è data per la gestione delle sue relazioni esterne in generale. In esso infatti rientra anche l’intrattenimento di rapporti in materia economica e monetaria, il quale è quindi sottoposto – in linea generale – ai medesimi principi generali. In particolare, si ha attenzione alle regole stabilite in questo campo con riguardo alla CE; infatti, pur essendo l’UE nel suo complesso il soggetto in capo al quale va riconosciuta la titolarità dei rapporti e delle conseguenti situazioni soggettive, va tenuto presente che essa la suo interno prevede regole diverse per la gestione delle relazioni esterne. Si prendono in considerazione in particolare tre profili: l’esistenza di competenze esterne, oggetto di una risalente ed elaborata giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee (§§ da 3.2.1 a 3.3.1; al § 3.3.2 si analizzano anche le novità in argomento presenti nel Trattato di Lisbona), il procedimento previsto – in generale – per la negoziazione e la conclusione di accordi con Stati terzi o altre Organizzazioni internazionali (§ 3.4) e la prassi di rapporti con altre Organizzazioni internazionali (§ 3.5). Nei cap. 4 e 5 si affronta lo studio delle relazioni esterne in materia economica e monetaria, utilizzando le conclusioni cui si è giunti nei cap. precedenti. Innanzitutto si affronta il problema – che in prima approssimazione si presenta di più semplice soluzione – della competenza esterna in campo economico (§ 4.1.1). Riguardo ad essa il principio del parallelismo delle competenze esterne con quelle interne e gli altri messi a punto dalla giurisprudenza portano a possibilità di azione esterna dell’Unione piuttosto limitate. E’ da ritenersi che alcune possibilità di azione anche in campo economico, possano essere attratte nella sfera dell’UE nell’ambito dei rapporti con altre Organizzazioni internazionali (e il riscontro di questa possibilità viene cercato nel cap. 5, dedicato alla materia – v. infra). Si analizza quindi l’art. 111, disposizione speciale dettata dal TCE per ciò che riguarda la materia monetaria (§§ da 4.2 a 4.2.8). In un’ampia analisi vengono affrontati tutti i nodi problematici che caratterizzano la disposizione, in particolare quei par. di essa che disciplinano la politica di cambio e la conclusione di accordi in materia monetaria (a loro volta rientranti tra gli strumenti di politica di cambio, o anche di diverso tipo); vengono inoltre affrontate le questioni relative alla competenza (e alle eventuali residue competenze statali), agli effetti degli accordi e alle possibilità di controllo giurisdizionale e, infine ai rapporti con alcune disposizioni dello Statuto del SEBC, contenute in un Protocollo allegato al TCE (e condividenti con questo il medesimo rango). Nel § 4.3 viene presentato il nuovo testo che disciplinerà queste materie nel Trattato di Lisbona, rilevandone la scarsa portata innovativa rispetto all’attuale. Più articolata sarebbe invece nel nuovo Trattato l’individuazione degli obiettivi e dei principi ispiratori della complessiva azione esterna dell’UE, con riferimenti più chiari di cui si gioverebbe anche la gestione dei rapporti in campo economico e monetario. In conclusione del cap. 4, vengono passate in rassegna le prime applicazioni pratiche delle disposizioni dell’art. 111 TCE che sono state analizzate (§§ da 4.4 a 4.4.6). Infine, nel cap. 5 sono oggetto di studio le relazioni dell’UE con altre Organizzazioni internazionali, nonché consessi informali (come ad es. il G-7/8). Disposizione di riferimento è il par. 4 dell’art. 111 TCE; alla sua analisi testuale e allo studio delle implicazioni di carattere sistematico legate all’opzione tra le diverse possibilità interpretative si dedica ampio spazio (§§ da 5.1 a 5.2.1). Esso disciplina la procedura per l’adozione di posizioni della Comunità (dell’UE) su questioni “di particolare importanza per l’unione economica e monetaria” e per la decisione dei modi in cui essa debba essere rappresentata nei fori internazionali rilevanti nel settore; la formulazione ha fatto supporre a più di un autore la possibilità di estendere l’operatività della disposizione anche a questioni non esclusivamente monetarie (benché l’art. 111 sia inserito nel capo 2, relativo alla sola politica monetaria). Ma è stato il Consiglio europeo nel 1997, al di fuori della procedura prevista dall’art. 111 TCE, a dare le prime soluzioni “pragmatiche” (secondo un’espressione utilizzata in dottrina) per la rappresentanza dell’UE nei più importanti di questi fori; tali soluzioni erano esplicitamente tese a provocare cambiamenti il meno profondi possibili nei modi di rappresentanza e quindi negli assetti dei fori internazionali coinvolti. Vengono quindi passati in rassegna i rapporti dell’UE con le principali Organizzazioni internazionali e i consessi informali operanti nel settore. Particolare importanza rivestono le relazioni col Fondo monetario internazionale (FMI), cui è dedicato ampio spazio (§ 5.3.1). Di esso possono far parte solo “Stati”, ma gran parte dei suoi ambiti di attività rientrano ormai nella sfera delle competenze dell’Unione. All’interno di essa tuttavia, vi sono – come visto nel cap. 2 – diverse Istituzioni e organi con compiti e prerogative proprie che operano nell’ambito delle Politiche economica e monetaria. Di qui la necessità di dar vita ad un complicato intreccio di sedi e metodi di coordinamento per esprimere la posizione dell’UE. Ciò è reso ancora più difficile dal modo in cui è organizzato il processo decisionale nel FMI e dai criteri di voto utilizzati. Vengono quindi presentati i rapporti dell’UE con la Banca Mondiale (§ 5.3.2), con la Banca dei Regolamenti internazionali (in cui è in effetti presente la BCE, § 5.3.3), con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (§ 5.3.4), nonché col G-7/8 (§ 5.3.5) e con altri consessi informali (§ 5.3.6). Infine, al § 5.4 viene analizzato il nuovo testo che disciplinerà l’assunzione di decisioni sulla rappresentanza e l’assunzione di posizioni nel Trattato di Lisbona. Tale nuova disposizione offre alcuni spunti innovativi, che potrebbero prestarsi a diverse letture; la prassi mostrerà quale verrà privilegiata dalle Istituzioni.
XXI Ciclo
1976
Nidasio, Gerolamo Daniele <1994>. "Fino a dove può spingersi la politica monetaria? Analisi comparativa delle politiche monetarie di Giappone e Unione Europea all’indomani della crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13393.
Full textLIONELLO, LUCA. "Trasferimenti di sovranità nell'Unione Economica e Monetaria alla luce della crisi del debito." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11372.
Full textThe thesis aims to provide a critical analysis of the development of the Economic and Monetary Union (EMU) in the light of the sovereign debt crisis. Since 2009 a number of measures have been progressively implemented, which have limited the autonomy of Member States in exercising their sovereign prerogatives and have granted EU institutions new powers in key policy areas. The research will investigate the ongoing transfers of sovereignty from national to European level focusing on the transformation of both the Economic and the Monetary Union. In the first chapter, it will consider the original features of the EMU, from its introduction at the intergovernmental conference of Maastricht until the ratification of the Lisbon Treaty. The second chapter will focus on the creation of rescue and stabilization mechanisms put in place to save Member States from imminent default and to ensure the financial stability of the Eurozone as a whole. The third chapter will study the interventions of the European Central Bank during the crisis considering how the necessity to protect the single currency has developed its role and extended its mandate. The fourth chapter will focus on the reform of the economic governance through the fiscal discipline of Member States. The fifth chapter will take into consideration the reform of the banking governance and the establishment of the European Banking Union, which was finally introduced to stop the vicious cycle between the debt and banking crisis. By developing the thesis, the analysis will consider each reform from the point of view of its legality, effectiveness and democratic legitimacy.
LIONELLO, LUCA. "Trasferimenti di sovranità nell'Unione Economica e Monetaria alla luce della crisi del debito." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11372.
Full textThe thesis aims to provide a critical analysis of the development of the Economic and Monetary Union (EMU) in the light of the sovereign debt crisis. Since 2009 a number of measures have been progressively implemented, which have limited the autonomy of Member States in exercising their sovereign prerogatives and have granted EU institutions new powers in key policy areas. The research will investigate the ongoing transfers of sovereignty from national to European level focusing on the transformation of both the Economic and the Monetary Union. In the first chapter, it will consider the original features of the EMU, from its introduction at the intergovernmental conference of Maastricht until the ratification of the Lisbon Treaty. The second chapter will focus on the creation of rescue and stabilization mechanisms put in place to save Member States from imminent default and to ensure the financial stability of the Eurozone as a whole. The third chapter will study the interventions of the European Central Bank during the crisis considering how the necessity to protect the single currency has developed its role and extended its mandate. The fourth chapter will focus on the reform of the economic governance through the fiscal discipline of Member States. The fifth chapter will take into consideration the reform of the banking governance and the establishment of the European Banking Union, which was finally introduced to stop the vicious cycle between the debt and banking crisis. By developing the thesis, the analysis will consider each reform from the point of view of its legality, effectiveness and democratic legitimacy.
BRAGOLI, DANIELA. "THREE ESSAYS ON OPEN ECONOMY MACROECONOMICS AND POLICY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/624.
Full textThe present work is made of three different essays, the first is an extension of a two region general equilibrium model (Benigno JIE 2004), with the intent of calculating optimal weights for EU inflation using micro data on the level of price rigidities, the second and the third have as main focus financial and currency country crises, with the task of selecting the most important variables in terms of crisis prediction by means of a descriptive statistics methodology called transvariation analysis. While the second essay focuses on univariate transvariation, the third extends the methodology to a multivariate framework. The last two essays are based on two different datasets. The first studies the most recent deep financial crises of the 1990s and the source is IMF, International Financial Statistics, the second uses a vast sample of currency crisis episodes taken from Frankel and Rose (1996) dataset made of annual data on more than one hundred developed countries from 1971 through 1992 and defining currency crash as a large change of nominal exchange rate that is also a substantial increase in the rate of change of nominal depreciation. The source in this case is World Bank, World Development Indicators.
BRAGOLI, DANIELA. "THREE ESSAYS ON OPEN ECONOMY MACROECONOMICS AND POLICY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/624.
Full textThe present work is made of three different essays, the first is an extension of a two region general equilibrium model (Benigno JIE 2004), with the intent of calculating optimal weights for EU inflation using micro data on the level of price rigidities, the second and the third have as main focus financial and currency country crises, with the task of selecting the most important variables in terms of crisis prediction by means of a descriptive statistics methodology called transvariation analysis. While the second essay focuses on univariate transvariation, the third extends the methodology to a multivariate framework. The last two essays are based on two different datasets. The first studies the most recent deep financial crises of the 1990s and the source is IMF, International Financial Statistics, the second uses a vast sample of currency crisis episodes taken from Frankel and Rose (1996) dataset made of annual data on more than one hundred developed countries from 1971 through 1992 and defining currency crash as a large change of nominal exchange rate that is also a substantial increase in the rate of change of nominal depreciation. The source in this case is World Bank, World Development Indicators.
Erlandsson, Mattias. "On monetary integration and macroeconomic policy." Göteborg : Dept. of Economics, School of Economics and Commercial Law, [Nationalekonomiska institutionen, Handelshögsk.], Univ, 2003. http://www.handels.gu.se/epc/archive/00002715/01/Erlandsson.avhandl.pdf.
Full textMachado, Celsa Maria Carvalho. "Monetary and Fiscal Policies Interactions in a Monetary Union With Country-size Asymmetry." Tese, Faculdade de Economia da Universidade do Porto, 2007. http://hdl.handle.net/10216/7566.
Full textDoctoral Programme in Economics
As interacções entre as políticas monetária e orçamental numa união monetária podem ser condicionadas, de forma crucial, pela existência de países com diferentes dimensões. Pequenos E grandes países geram desiguais externalidades e podem possuir distintos poderes de negociação no jogo político da estabilização macroeconómica. As interacções estratégicas resultantes de diferentes objectivos de política e de comportamentos não cooperativos podem desempenhar um papel fundamental na política económica levada a cabo numa união monetária com países de dimensão assimétrica. Neste contexto, analisamos as políticas de estabilização óptimas, cooperativas e não cooperativas, através de um modelo Novo-Keynesiano com fundamentos microeconómicos e que modeliza uma união monetária constituída por dois países, sob dois cenários de política diferentes. Um cenário em que os instrumentos de política orçamental e monetária exercem ambos o seu papel de estabilização exclusivamente através do lado da procura, sem qualquer consequência na acumulação de dívida pública; e um outro cenário onde a política orçamental afecta a procura e a oferta mas em que os impostos lump sum são insuficientes para assegurar o equilíbrio orçamental. Em cada um dos cenários, deriva-se a combinação óptima de políticas estratégicas avaliando, igualmente, os efeitos de alguns arranjos institucionais (cooperação, regras orçamentais e a opção por um banco central conservador) e do nível de endividamento público sobre a eficácia das políticas de estabilização. Constata-se que a dimensão assimétrica dos países qualifica significativamente as interacções estratégicas da política orçamental e monetária. Um pequeno país, suportando maiores externalidades e beneficiando menos da estabilização promovida pela política monetária comum, terá de realizar uma política orçamental mais activa e, como seria de esperar, enfrenta maiores custos de estabilização do que um grande país. Além do mais, a avaliação do bem-estar social obtido sob jogos de política alternativos releva que um país grande obtém uma melhor estabilização quando a política orçamental lidera e que, portanto, pode oferecer resistência à cooperação. Também se verifica que grandes e pequenos níveis de endividamento público determinam especializações diferentes dos instrumentos de política na realização da estabilização económica. Tendo em conta apenas os custos de estabilização macroeconómica, observa-se que, numa união monetária com elevado nível de dívida pública, o país grande tem incentivos a aumentar o seu endividamento enquanto o pequeno pode desejar ser mais disciplinado. Numa união monetária em que o nível médio de dívida pública é pequeno, podem ocorrer incentivos contrários: o pequeno país pode sentir-se estimulado a aumentar a dívida pública permanentemente.
Country-size asymmetry may crucially shape the monetary and fiscal policy interactions in a monetary union. Small and large countries cause different cross-border effects and may have different bargaining power in a stabilization policy game. Strategic interactions arising from different policy objectives and non-cooperative policies might play a significant role in the actual policymaking of a country-size asymmetric monetary union. We analyze cooperative and non cooperative optimizing stabilization policies in a micro-founded New-Keynesian two-country monetary union model, under two policy scenarios. One, where monetary and fiscal policy instruments exert their stabilization roles exclusively through the demand channel without any consequence on debt sustainability; other, where fiscal policy has both demand and supply-side effects but where lump-sum taxes are not enough to ensure fiscal policy solvency. We derive optimal strategic policy mix within an asymmetric country-size monetary union, and assess the effects of some institutional arrangements (cooperation, fiscal constraints, weight-conservative central bank) and of public debt on the effectiveness of policy stabilization. We found that country-size asymmetry within a monetary union qualifies meaningfully monetary and fiscal policy strategic interactions. A small country, suffering larger externality effects and benefiting less from a common monetary policy for stabilization purposes, has to optimally rely on a more active fiscal policy and, as expected, it experiences more welfare costs than a larger country. Furthermore, welfare evaluation of the alternative policy games shows that a large country achieves a better stabilization performance under fiscal leadership and that it may resist to a policy cooperation arrangement. We also found out that large and small debt levels condition the stabilization assignments of the different policy instruments. Moreover, in a large-debt monetary union, and focusing exclusively on stabilization costs, the large country may face incentives to raise public debt while the small country may prefer to be more disciplined. In a small-debt monetary union, reverse incentives can occur: a small country may face incentives to raise debt permanently.
Machado, Celsa Maria Carvalho. "Monetary and Fiscal Policies Interactions in a Monetary Union With Country-size Asymmetry." Doctoral thesis, Faculdade de Economia da Universidade do Porto, 2007. http://hdl.handle.net/10216/7566.
Full textDoctoral Programme in Economics
As interacções entre as políticas monetária e orçamental numa união monetária podem ser condicionadas, de forma crucial, pela existência de países com diferentes dimensões. Pequenos E grandes países geram desiguais externalidades e podem possuir distintos poderes de negociação no jogo político da estabilização macroeconómica. As interacções estratégicas resultantes de diferentes objectivos de política e de comportamentos não cooperativos podem desempenhar um papel fundamental na política económica levada a cabo numa união monetária com países de dimensão assimétrica. Neste contexto, analisamos as políticas de estabilização óptimas, cooperativas e não cooperativas, através de um modelo Novo-Keynesiano com fundamentos microeconómicos e que modeliza uma união monetária constituída por dois países, sob dois cenários de política diferentes. Um cenário em que os instrumentos de política orçamental e monetária exercem ambos o seu papel de estabilização exclusivamente através do lado da procura, sem qualquer consequência na acumulação de dívida pública; e um outro cenário onde a política orçamental afecta a procura e a oferta mas em que os impostos lump sum são insuficientes para assegurar o equilíbrio orçamental. Em cada um dos cenários, deriva-se a combinação óptima de políticas estratégicas avaliando, igualmente, os efeitos de alguns arranjos institucionais (cooperação, regras orçamentais e a opção por um banco central conservador) e do nível de endividamento público sobre a eficácia das políticas de estabilização. Constata-se que a dimensão assimétrica dos países qualifica significativamente as interacções estratégicas da política orçamental e monetária. Um pequeno país, suportando maiores externalidades e beneficiando menos da estabilização promovida pela política monetária comum, terá de realizar uma política orçamental mais activa e, como seria de esperar, enfrenta maiores custos de estabilização do que um grande país. Além do mais, a avaliação do bem-estar social obtido sob jogos de política alternativos releva que um país grande obtém uma melhor estabilização quando a política orçamental lidera e que, portanto, pode oferecer resistência à cooperação. Também se verifica que grandes e pequenos níveis de endividamento público determinam especializações diferentes dos instrumentos de política na realização da estabilização económica. Tendo em conta apenas os custos de estabilização macroeconómica, observa-se que, numa união monetária com elevado nível de dívida pública, o país grande tem incentivos a aumentar o seu endividamento enquanto o pequeno pode desejar ser mais disciplinado. Numa união monetária em que o nível médio de dívida pública é pequeno, podem ocorrer incentivos contrários: o pequeno país pode sentir-se estimulado a aumentar a dívida pública permanentemente.
Country-size asymmetry may crucially shape the monetary and fiscal policy interactions in a monetary union. Small and large countries cause different cross-border effects and may have different bargaining power in a stabilization policy game. Strategic interactions arising from different policy objectives and non-cooperative policies might play a significant role in the actual policymaking of a country-size asymmetric monetary union. We analyze cooperative and non cooperative optimizing stabilization policies in a micro-founded New-Keynesian two-country monetary union model, under two policy scenarios. One, where monetary and fiscal policy instruments exert their stabilization roles exclusively through the demand channel without any consequence on debt sustainability; other, where fiscal policy has both demand and supply-side effects but where lump-sum taxes are not enough to ensure fiscal policy solvency. We derive optimal strategic policy mix within an asymmetric country-size monetary union, and assess the effects of some institutional arrangements (cooperation, fiscal constraints, weight-conservative central bank) and of public debt on the effectiveness of policy stabilization. We found that country-size asymmetry within a monetary union qualifies meaningfully monetary and fiscal policy strategic interactions. A small country, suffering larger externality effects and benefiting less from a common monetary policy for stabilization purposes, has to optimally rely on a more active fiscal policy and, as expected, it experiences more welfare costs than a larger country. Furthermore, welfare evaluation of the alternative policy games shows that a large country achieves a better stabilization performance under fiscal leadership and that it may resist to a policy cooperation arrangement. We also found out that large and small debt levels condition the stabilization assignments of the different policy instruments. Moreover, in a large-debt monetary union, and focusing exclusively on stabilization costs, the large country may face incentives to raise public debt while the small country may prefer to be more disciplined. In a small-debt monetary union, reverse incentives can occur: a small country may face incentives to raise debt permanently.
Machado, Celsa Maria Carvalho. "Monetary and Fiscal Policies Interactions in a Monetary Union With Country-size Asymmetry." Doctoral thesis, Faculdade de Economia da Universidade do Porto, 2007. https://repositorio-aberto.up.pt/handle/10216/112885.
Full textBooks on the topic "Unione economica e monetaria"
Colegio de Economistas de Madrid., ed. El horizonte de la union economica y monetaria. Madrid: Colegio de Economistas de Madrid, 1996.
Find full textRamón, Cuadrado Roura Juan, and Mancha Navarro Tomás, eds. España frente a la union economica y monetaria. Madrid: Editorial Civitas, 1996.
Find full textButi, Marco. Politica economica nell'Unione economica e monetaria europea: Uno studio della Commissione europea. Bolonia: Societa editrice il Mulino, 1999.
Find full textSecchi, Carlo. Verso l'euro: L'Unione economica e monetaria motore dell'Europa unita. Venezia: Marsilio, 1998.
Find full textJuan, Ayuso, ed. El mercado monetario español en la Unión monetaria. [S.l.]: Banco de España, Servicio de Estudios, 1999.
Find full textAhijado, Manuel. Uniones monetarias en Europa: Lecciones históricas para la Unión Económica y Monetaria Europea. Madrid: Pirámide, 1999.
Find full textNieto Solís, José Antonio, 1959- and Abad Carlos 1960-, eds. La economía española ante la Unión Monetaria Europea. Madrid: Editorial Síntesis, 1997.
Find full textGros, Daniel. European monetary integration. London: Longman, 1992.
Find full textManuel, Ahijado, and Navascués Guillot Miguel, eds. Lecturas sobre unión económica y monetaria europea. Madrid: Ediciones Pirámide, 1998.
Find full textMonetarna unija u okviru evropske zajednice. Beograd: Institut za evropske studije, 1993.
Find full textBook chapters on the topic "Unione economica e monetaria"
Szász, André. "Economic Union." In The Road to European Monetary Union, 154–64. London: Palgrave Macmillan UK, 1999. http://dx.doi.org/10.1057/9780230599475_17.
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Full textAtkinson, Brian. "Economic and Monetary Union." In Applied Economics, 434–46. London: Macmillan Education UK, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-14250-7_26.
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