Academic literature on the topic 'Una storia semplice'

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Journal articles on the topic "Una storia semplice"

1

Ania, Gillian. "Leonardo Sciascia: Una storia vernmente semplice." Italian Culture 15, no. 1 (1997): 325–34. http://dx.doi.org/10.1179/itc.1997.15.1.325.

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2

Mortara, Ariela. "La pubblicitŕ č ancora l'anima del commercio? Vecchie e nuove strategie per vendere i prodotti." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116005.

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Abstract:
Questo saggio ripercorre le tappe evolutive della comunicazione pubblicitaria soffermandosi sull'evoluzione delle teorie che sono state applicate alla pubblicitŕ per comprenderne il funzionamento. Dopo una breve introduzione sulla storia della pubblicitŕ, vengono tratteggiate le fasi che hanno portato all'attuale scenario in cui la pubblicitŕ, da semplice supporto alle vendite, č diventata un fenomeno complesso e multiforme.
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3

Cortiana, Fiorello. "Conoscenza e partecipazione al tempo di Internet." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 29–37. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003004.

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Abstract:
Internet sta cambiando - in parte ha giŕ cambiato - i confini della conoscenza, il sistema delle relazioni, la politica. Lungi dall'essere un semplice supporto informativo che succede al telegrafo, al telefono, alla radio, al televisore, al calcolatore elettronico, esso realizza una estensione delle relazioni sociali con una potenzialitŕ di elaborazione mai conosciuta prima nella storia dell'umanitŕ, uno spazio pubblico illimitato, un bene pubblico decisivo all'interno dei processi che la comunitŕ umana sta vivendo in questo passaggio di millennio. Anche se non mancano i tentativi di controllarlo...
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4

Braović Plavša, Mira, and Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt." Hum, no. 25 (February 4, 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Abstract:
Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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5

ARCHINARD, MARGARIDA. "LES CADRANS SOLAIRES RECTILIGNES." Nuncius 3, no. 2 (1988): 149–81. http://dx.doi.org/10.1163/182539178x00358.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Gli orologi solari rettilinei, sia quelli per fasce di latitudini particolari che quelli universali, derivano da una concezione assai complessa, nonostante oggi sia abbastanza semplice verificarne la validità astronomica grazie alla trigonometria sferica.Eppure, il processo intellettuale che, all'epoca, portò alla loro creazione fu certamente di natura geometrica.Sistematicamente trascurato negli antichi trattati di gnomonica, tale processo viene qui ricostituito, partendo dal menaeus di Vitruvio, che sta alla base della struttura geometrica di tali meridiane.Abbiamo altresì esaminato tutte le fonti storiche, attualmente conosciute, per cercare di scoprire l'origine degli orologi solari rettilinei e di tracciarne la storia.
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6

Marini, Alessandro. "Sciascia on screen, tra pamphlet e thriller. Due riletture postume: 'Porte aperte' e 'Una storia semplice'." Incontri. Rivista europea di studi italiani 27, no. 2 (2012): 23. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.8288.

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7

Tagliagambe, Silvano. "Il Metaverso come ambiente e risorsa." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 28–42. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037003.

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Abstract:
Il concetto di Metaverso è introdotto come antidoto a un pensare per modelli. Una definizione accettabile di Metaverso è la seguente: "una rete massicciamente scalata e interoperabile di mondi virtuali 3D renderizzati in tempo reale, che possono essere sperimentati in modo sincrono e persistente da un numero effettivamente illimitato di utenti, e con continuità di dati, come identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti". La definizione proposta sottolinea il Metaverso come uno spazio di interazione, capace di far convergere e la dimensione fisica e quella virtuale: parlare nel caso del Metaverso di "gemelli" ha il significato non di una semplice rappresentazione/simulazione, come nel caso dei modelli, ma di un flusso bidirezionale di dati, capace di generare una relazione non trascurabile tra le due dimensioni. Nel Metaverso, differentemente da ciò che avviene in qualunque modello, non solo si vive, ma si è posti di fronte a un "gemello digitale", capace di condensare tutti gli aspetti e tutte le pieghe della personalità. Se è vero che la vita non ha bisogno di perfezione, secondo l'insegnamento di Jung, ma di completezza, completezza significa sapersi osservare e vedere anche il proprio lato oscuro, la propria ombra. Nel Metaverso l'Io è nudo: questa circostanza può indurre più facilmente a riflettere sulla realtà della propria ombra e del rapporto con essa.
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Colombo, Alessandro. "ORDINE E MUTAMENTO NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (1997): 373–401. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024862.

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Abstract:
IntroduzioneSe è vero che i silenzi e le omissioni di una disciplina dicono, a volte, più di quanto dicano le sue parole, la riflessione post-bellica delle relazioni internazionali ha meno da dire sul mutamento internazionale di quanto questo abbia da dire sulle relazioni internazionali.Quando si tireranno le somme della storia della politica internazionale del nostro secolo, infatti, essa apparirà come una successione di mutamenti colossali: dalla fine degli imperi asburgico, ottomano e germanico all'indomani della prima guerra mondiale, a quella degli imperi coloniali dopo la seconda, fino a quella dell'impero russo-sovietico che ha chiuso anche simbolicamente il Novecento. Tanto più sorprendente, quindi, è il fatto che di questi processi non sia rimasta quasi traccia nell'analisi scientifica della politica internazionale. Con alcune lodevoli eccezioni, fino alla fine degli anni settanta la gran parte dell'analisi della politica internazionale si concentrò su elementi statici, quando non finì per essere pura e semplice teoria del bipolarismo. Diversi elementi giocarono a favore di questa scelta (Gilpin 1989, 4-6): la priorità, consueta nelle scienze sociali, dell'analisi statica rispetto all'analisi dinamica (Schumpeter 1979), resa ancora più pervasiva dal successo della teoria dei sistemi; il progressivo declino di quella che K.J. Holsti definì la «grande teoria» (Holsti 1971), cioè dei tentativi di costruire una teoria generale delle relazioni internazionali; la contraddizione tra i colossali mutamenti che avvenivano nel Terzo Mondo e la matrice euro-occidentale della disciplina; la mancanza, soprattutto, di una «domanda» di teorie del mutamento, annullata anch'essa nel «lungo presente» del confronto bipolare.
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9

Dall'Olmo, Christian, Roberto Gallo, and Nereo Zamperetti. "Il Comitato di Etica per la Pratica Clinica dell’Aulss 8 Berica di Vicenza e la Legge 219/2017: storia di un impegno informativo e formativo. La nascita dello spazio di Consulenza Etica per le DAT." Medicina e Morale 70, no. 2 (2021): 167–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.935.

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Abstract:
Il Comitato Etico per la Pratica Clinica (CEPC) dell’Aulss N. 8 Berica di Vicenza si fatto promotore nei due anni che hanno seguito la pubblicazione della Legge 219/2017, di una intensa attivit di formazione e informazione sulle importanti novit da essa introdotte. In particolare stato redatto un testo, pubblicato sul sito aziendale, avente l’obiettivo da un lato di spiegare ai non addetti ai lavori il senso e lo scopo della legge, dall’altro di fornire una indicazione semplice e concreta del percorso da fare per redigere una Disposizione Anticipata di Trattamento (DAT) e cos registrarla in via ufficiale. Molte altre attivit formative, rivolte in alcuni casi ai professionisti sanitari, in altri alla cittadinanza in generale, sono seguite alla pubblicazione del documento. Una iniziativa particolarmente innovativa stata la creazione di uno spazio di Consulenza Etica per le DAT, uno sportello di ascolto dove un componente del CEPC, un professionista sanitario in possesso di una laurea in filosofia e di un master in consulenza etica, per una mattina al mese si rende disponibile a fornire informazioni sulle DAT, ad aiutare nella redazione di una nuova DAT oppure a leggere e analizzare una DAT gi predisposta. Un piccolo gruppo di lavoro del CEPC, allo scopo di rispondere alla richiesta di un gran numero di utenti di uno strumento che potesse aiutarli a redigere una DAT, ha elaborato e sottoposto all’approvazione del Comitato un documento intitolato “Guida per preparare e personalizzare una Disposizione Anticipata di Trattamento”, pubblicato anch’esso sul sito aziendale.
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10

Jardilino Maciel, Antonio Frank. "Uno sguardo sulla questione della temporalità." Perspectivas 4, no. 2 (2020): 23–51. http://dx.doi.org/10.20873/rpv4n2-58.

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Abstract:
Nel contesto scientifico la plasticità e l’epigenesi sono divenuti due dei concetti più pregnanti del nostro tempo. Il primo, dislocato dal suo ambito originario, cioè l’estetica, continua a rivelare il suo potenziale filosofico, scientifico ed epistemologico. Nel pensiero di Catherine Malabou, la plasticità ha subito una vera e propria metamorfosi concettuale – dalla plasticità della temporalità alla plasticità cerebrale –, riferendosi alla capacità di ricevere e dare una forma. Allo stesso tempo, la “bomba al plastico” è una sostanza che provoca violentissime deflagrazioni. Nel primo caso, la plasticità ha una valenza positiva, venendo concepita come una sorta di lavoro “scultoreo” in senso biologico. La plasticità struttura l’identità, costituisce la sua storia, la temporalità e l’avvenire di una soggettività vivente. Nel secondo, la plasticità è una pura negazione. Nessuno pensa alla “plasticità cerebrale” come il lavoro radicale del negativo all’opera nelle lesioni cerebrali, nella deformazione o nella rottura delle connessioni neuronali, nelle sofferenze psichiche, nelle strutturazioni che avvengono nel vivente, nei traumi vari, nelle catastrofi naturali e politiche, nelle malattie neurodegenerative. Nella sua evoluzione teorica la plasticità verrà articolata in stretta relazione con lo sviluppo neuronale. La neuroplasticità, come concetto scientifico, ci consente di stabilire un ancoraggio biologico alla questione della formazione e decostruzione della soggettività e della temporalità. In questo senso, la plasticità non è il semplice riflesso del mondo, ma è frutto di un’istanza biologica conflittuale che rivela la forma di un altro mondo possibile. Da un lato, l’elaborazione di un pensiero dialettico in ambito neuronale, inteso come sviluppo neuroplastico, ci permette di uscire dalla stretta alternativa tra riduzionismo e antiriduzionismo, la quale è sempre rappresento il limite teorico della filosofia occidentale degli ultimi anni. Dall'altro, è possibile assumere il carattere trascendentale del pensiero totalmente connessa alla sua materialità. La nozione di epigenesi, in questo caso, si afferma come una “nuova forma di trascendentale”. Come figura biologica l’epigenesi si pone come condizione di possibilità della conoscenza e della razionalità rivelando, pertanto, la sua caratteristica a priori. Per mezzo delle nozioni di plasticità ed epigenesi il tempo può essere indagato in stretta connessione con la vita, con lo sviluppo organico del vivente, oltre che a permetterci una nuova visione della soggettività.
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