Dissertations / Theses on the topic 'Tutela multilivello dei diritti'
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Nardocci, C. "LE DISCRIMINAZIONI ETNICO-RAZZIALI NEL SISTEMA MULTILIVELLO DI TUTELA DEI DIRITTI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/261871.
Full textScuto, F. "La tutela dei diritti degli immigrati irregolari in un'ottica di costituzionalismo multilivello." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/43560.
Full textMazzoni, Nicoletti Marco. "La tutela dei diritti umani tra Italia ed Europa. Il fenomeno della multilevel protection." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422974.
Full textCon la presente tesi di dottorato dal titolo “La tutela dei diritti umani tra Italia ed Europa. Il fenomeno della multilevel protection”, si intende svolgere una disamina del sistema “multilivello” di tutela dei diritti umani nel contesto europeo. Tale ambito di indagine, noto sotto la locuzione di “spazio giuridico europeo”, racchiude i singoli ordinamenti nazionali, l’Unione europea, nonché il sistema creato con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). In particolare, il lavoro si struttura in tre capitoli, dei quali, il primo, dedicato ad una riflessione sulla storia e sulla teoria generale dei diritti dell’uomo, costituisce il necessario punto di partenza dal quale prendere le mosse per un approfondimento sui diritti fondamentali e gli strumenti preposti alla loro tutela. Il secondo capitolo intende analizzare analiticamente i soggetti che agiscono nello “spazio giuridico europeo” di tutela dei diritti fondamentali e ne costituiscono, pertanto, i protagonisti. Tale analisi muove dall’esame delle forme e degli strumenti preposti a tutela dei diritti umani dalla Costituzione italiana; in specie l’indagine si concentra sull’art. 2 Cost. e sulle argomentazioni tese ad offrire una risposta al quesito – che attraverso la multilevel protection si rinnova – se tale disposizione configuri una formula riassuntiva dei diritti singolarmente enumerati dal testo costituzionale, i quali costituirebbero pertanto una serie chiusa, ovvero se esso consenta, attraverso interpretazioni di tipo estensivo, l’apertura del catalogo ad altri diritti non enumerati. Successivamente l’analisi si sposta verso l’ordinamento nato dalla Convenzione che, sorta quale sistema di protezione dei diritti nei confronti degli Stati a seguito delle tragiche esperienze degli anni Trenta e Quaranta, ha sin da principio assunto il ruolo di vero e proprio “baluardo” della tutela dei diritti umani. Chiude il secondo capitolo l’approfondimento dell’ordinamento comunitario e della giurisprudenza della Corte di Giustizia. Quest’ultima, infatti, sin dai celebri casi Stauder del 1969 e Internationale Handellsgeselschaft del 1970, ha espressamente dichiarato la propria competenza a giudicare anche in materia di diritti fondamentali assumendo, in tal modo, l’ulteriore ruolo di garante del rispetto dei diritti fondamentali nel silenzio dei trattati comunitari, almeno sino all’approvazione della Carta di Nizza. Da ultimo, il terzo capitolo, affronta l’evoluzione dei rapporti fra gli ordinamenti “protagonisti” della mutilevel protection anche alla luce del Trattato di Lisbona che, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha introdotto due riforme essenziali in tema di diritti fondamentali: l’attribuzione di una piena efficacia normativa alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in virtù del richiamo ad essa fatto nel nuovo art. 6, par. 1 TUE, nonché la previsione dell’adesione dell’Unione alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. A conclusione dell’attività di ricerca condotta nel presente elaborato si osserva come la prossima adesione dell’Ue alla CEDU rappresenti insieme una aporia ed un traguardo a seconda del punto di vista dal quale la si osservi: nazionale ovvero sovranazionale. Una aporia in quanto l’adesione, incidendo sull’annoso problema del rango e dell’efficacia della CEDU rispetto al sistema delle fonti del diritto interno, potrebbe comportare la possibilità dell’applicabilità diretta della Convenzione, con il conseguente riconoscimento in capo ai giudici comuni di un potere diffuso di disapplicazione della norma nazionale in contrasto con le disposizioni convenzionali. In tal senso l’art. 6, co. 2, del TUE (nonostante l’adesione sia un processo ancora in fieri), ha già cominciato a produrre i primi effetti “destabillizzanti” sulla giurisprudenza italiana (cfr. C.d.S. n. 1220 del 2010 e T.A.R. Lazio n. 11984 del 2010) che ha evidenziato rinnovate tendenze a procedere alla disapplicazione delle norme interne contrarie alla CEDU, contravvenendo a quelle che erano state le precise indicazioni enunciate dalla Corte costituzionale nelle celebri sentenze nn. 348 e 349 del 2007. A tutt’altre conclusioni si è giunti invece analizzando le conseguenze che potrebbero derivare della prevista adesione ai rapporti fra CEDU e UE. L’accessione dell’Unione europea al sistema del Consiglio d’Europa costituisce infatti lo strumento ideale, l’”anello mancante”, per conseguire un importante e complesso obiettivo: elevare lo standard di tutela dei diritti dell’uomo nello “spazio costituzionale europeo”
BERNARDONI, PIETRO. "DIRITTI FONDAMENTALI E PREVENZIONE DEL TERRORISMO NEL SISTEMA MULTILIVELLO. ALLA RICERCA DI UN BILANCIAMENTO TRA ESIGENZE DI SICUREZZA E TUTELA DELLE LIBERTÀ AI MARGINI DELLA 'MATERIA PENALE'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852161.
Full textThe thesis focuses on some of the terrorism prevention tools in the light of the related guarantee statute; in particular, the listing systems developed by the UN and the European Union were considered, as well as the prevention measures governed by Legislative Decree 6 September 2011, no. 159; the attempt is to identify the common thread that unites these apparently very distant measures. From this point of view, the work moves along a twofold direction: on the one hand, the identification of the guarantees that must guard the prevention institutes, also in light of their legal nature in the perspective of the conventional concept of "criminal matter"; on the other hand, the reconstruction of the discipline of the institutes, based on national and supranational sources and jurisprudence. This analysis is contained mainly in Chapters III and IV, dedicated respectively to the identification of a possible guarantee statute valid for the prevention system as a whole and the reconstruction of the positive discipline of the institutions considered. This part, which constitutes the main focus of the work, is preceded by two chapters, with function of theoretical (Ch.. I) and historical framework (Ch. II). The first Chapter, in fact, wants to provide a frame of the conceptual coordinates in which we move in the next part of the work; it is ideally divided into three parts, which represent the three pillars of the entire thesis. The first axis, that of guarantees, is the object of attention by reconstructing the conventional and constitutional concept of "criminal matter"; the second, in some ways opposed to the previous one, focuses on the analysis of the concept of "security", understood as the value that the entire preventive anti-terrorism system is aimed at protecting. Finally, the last axis represents an attempt to synthesize the two areas already outlined, through the so-called balancing mechanism in terms of proportionality. The scheme adopted in the first Chapter is therefore re-proposed in the following and central part of the work, which has already been mentioned: the issue of guarantees is taken up and elaborated on in Chap. III; in Chap. IV, then, the analysis focuses on the institutes elaborated by the national and supranational legislator with the aim of guaranteeing “security”; in the fifth and final Chapter, an attempt is made to sift - with a view to balancing - the mechanisms set up to protect security claims in the light of fundamental individual guarantees. It is here that attempts have also been made to put forward some proposals for remodeling the system, in order to eliminate some of the aspects of its incompatibility with fundamental rights. The issue of the legal nature of the institutes examined, in the perspective in which it has been placed, is therefore played down by the centrality attributed to the criterion of proportionality as a balancing tool between opposing needs. Similarly, categories such as "enemy criminal law", "struggle criminal law " and "emergency law", even if considered in the first Chapter, are not used critically. The chosen perspective, in fact, is not that of an all-encompassing evaluation in terms of legitimacy-illegitimacy of the entire system, but, rather, an analysis that is as precise and specific as possible of the institutions examined in the light of the guarantee statute. elaborated by the Courts of Rights.
ARTARIA, RICCARDO. "La proprietà fra Costituzione e carte europee." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/45606.
Full textNatali, Karma <1986>. "La Tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7718/1/Natali_Karma_Tesi.pdf.
Full textAim of the present paper is to analyze the recent developments on the subject of the protection of the rights of the detained persons resulting from the recent innovations brought by the d.l. December 23rd, 2013, n°146 (converted into Law February 21st, 2014, n° 10). There is little doubt the main topic is the “jurisdictional complaint”, a long-awaited yet controversial tool with a troublesome task: settling the order’s jurisdictional debt towards the rights of the detained persons. There are two different perspectives to this analysis. The first part will pinpoint the juridical positions protected by the remedy displayed by the conjunction of artt. 35-bis and 69 clause ord. penit, while part number two will analyze the dynamic aspect: we will move from the inquiry on the complaint’s object to the process by which both detained and interned persons may employ it. The result is but the screenshot of a system heavily wounded by the backlash of years of clumsy penitentiary politics and absence of an aware legislator. In this condition, this very system can only find in the supranational authorities its true drive towards the progress of the rights of the detained persons.
CUOCO, CLAUDIA. "La tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/202217.
Full textThe research talks about the matter of the effectiveness of the prisoners’ rights in the Italian rules and regulations. It starts listing the positions that have a punctual protection due to their positive recognition in the criminal laws and in the Constitution, as well as in the international treaties. Then it tells about the stages of the evolution -from an administrative to a jurisdictional conception- in the executive phase of a criminal trial, highlighting the current lacks of warranties. It refers, particularly, to the opinion of the Italian Supreme Court (verdict n. 26/1999) about the incompleteness of the in force jurisdictional system about prisoners’ rights protection. At last, no measures adopted by the Italian parliament since the judges’ reprimand, it tries to build up the co-ordinates of a positive warranty system, respectful of the jurisdictional parameter, by illustrating the position of jurists and the experience of the Courts, which both, in the last years, are trying to test practical solutions in order to ensure effective rights to prisoners.
FERRI, Marcella. "La tutela dei diritti culturali nel diritto internazionale dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28977.
Full textDI, LOLLO MARTINA. "La tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori nel commercio internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98921.
Full textThe benefits due to a sustainable global economy are included in the range of values protected by international law; starting from this consideration, the principal scope of the research is to analyze the points of contact between economic interests and non-economic values, which have always been considered as inconsistent. In this perspective, it is necessary to examine the multilateral system regime within the World Trade Organization (WTO) and then, to study the provisions contained in the Free Trade Agreements (FTAs) concluded at a regional and/or at a bilateral level. During the twentieth century, international trade law has radically changed because of the institution of the WTO in 1995; one of the main innovations of the multilateral trading system is the new dispute settlement mechanism managed by the Dispute Settlement Body (DSB). The thesis analyzes, more in general, the competences of the WTO, which are all addressed to the aim of promoting a full international trade liberalization, through the removal of obstacles to trade and the prohibition of protectionist or discriminatory national measures. However, because of the globalization and the growing participation of developing countries in economic relations that the need of a greater consideration for non- economic values arises. Among the most debated issues, the one relating to the influence that the progressive elimination of any form of obstacle to trade liberalization has on the protection of fundamental rights at work in an individual dimension, as much as in a collective one, assumes great importance; that is because work represents a primary factor in the productive process and, in general, in global economy. As widely observed in this dissertation, the debate relating to the possibility of an inclusion of a social clause in WTO law, in order to achieve the integration of the “core labour standards” within the multilateral system, as established by the International Labour Organization’s (ILO), is characterized by some critical points and tendentially conducts to poor results because of the structural limits within the WTO. More specifically, developing countries, which represent the majority of the members of the Organization, have never agreed on the adoption of a restrictive legal framework with specific limits, like non- trade values. Starting from these considerations, the thesis comes to the conclusion that beyond the progress made thanks to the role played by the interpretative activity of the WTO panels and its Appellate Body in attempting to integrate non-economic values into the multilateral system, other alternative solutions have been identified at a regional and bilateral level. Among the solutions mentioned, it is interesting to consider the provisions contained in the North American Agreement on Labour Cooperation, a Side Agreement in social matters adopted in the context of the Free Trade Agreement between USA, Canada and Mexico in 1992 (NAFTA); this last FTA will be replaced by the US-Mexico-Canada Agreement (USMCA), a new agreement signed on November, the 30th, 2018 and currently just ratified by the Parties. In the same context, the dissertation takes into account the Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement (CAFTA-DR), that is a free trade agreement within the meaning of which the United States have undertaken a legal action against Guatemala in 2010, based on the alleged violation of the core labour standards; in particular, the proceeding represents the first case in absolute in the practice of a social clause application within a FTA, in which the panel has examined a range of important labour law issues. On the basis of these considerations, the research shows that although it seems to be easier to find an equilibrium between economic interests and non- economic values at a regional or bilateral level, we should not exclude future progress within WTO, thanks to the encouraging interpretative activity made by the panels and the Appellate Body.
BUBULA, FABIO AUGUSTO. "Lingue e tutela dei diritti nel processo penale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/46802.
Full textThe thesis reconstructs the role that at present linguistic experts (interpreters and translators) have within the Italian criminal procedure, according to law, scholarship and jurisprudence. The analysis is made from the point of view of the supranational framework, that is the European Convention of the Human Rights and the EU law, in particular the Directive 2010/64/EU on the right of interpretation and translation and the Directive 2012/29/EU on the protection of the victim. Through a punctual comparison, the aim is to realize which opinions and case law are intended to be abandoned or challenged and which perspectives has the legislator bound to enforce the EU Directives.
Aumenta, Sergio Felice. "La tutela dei diritti dei fedeli nel processo contenzioso amministrativo canonico /." Roma : Pontificia università lateranense : Mursia, 1999. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb390522371.
Full textFaini, Fernanda <1979>. "Data society. Governo dei dati e tutela dei diritti nell'era digitale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8365/1/Faini_Fernanda_tesi.pdf.
Full textThe data form our digital self and constitute the foundation of every human activity. The government of data society passes from data governance and the law is called upon to regulate the faces assumed by data, information and knowledge in contemporary society and to protect the involved rights. In a reality characterized by open administrations and digital citizenship, this work aims to examine the tools of knowledge related to the different data configurations, identified in closed data and in the related faces of disclosure (proactive and reactive), in open data and in big data. The analysis of the tools of knowledge makes it possible to understand the issues that arise in law: the intricate connections of data reveal intricate connections of rights, which must be balanced in order to protect the individual and the democratic society. This work examines the discipline and the issues of the rights most involved in data governance, specifically right to know, identity, right to be forgotten, copyright and data protection. In conclusion, the work suggests a balance between rights in data governance based on the central role of the individual, in particular on the dignity and the development of the individual himself. The protection of the rights can be based on a preventive and technological approach by default and by design and on the accountability of the subjects, imagining solutions capable of minimizing the risks of asymmetry, control and surveillance, such as open big data and forms of collective protection; the renewal of law is based on a global and multistakeholder construction that is guided by an ethical approach. The role of law and the force of rights are necessary for the governance of data society and for the protection of the individual in the digital age: ubi data society, ibi ius.
SANNA, SILVIA. "Tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori e disciplina del commercio internazionale." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2003. http://hdl.handle.net/11565/4050831.
Full textCHERUBINI, SANDRA. "Diritto del commercio internazionale e tutela dei diritti fondamentali dei fanciulli." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054295.
Full textMarangia, Francesco Giovanni. "La famiglia nella prospettiva della tutela dei diritti fondamentali." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/396.
Full textJob anticipates takes the movements from the analysis of the right of family in our ordering, opportunely putting in relief as the Italian Constitution recognizes and protections the legitimate family, that is founded upon the marriage, attributing her dignity of natural society, intermediate group between the State and the citizen, and of social formation where develops the personality of its members to which it recognizes therefore the inviolable rights. The system of collective guarantee of the fundamental rights created with the CEDU doesn't devote a particularly meaningful space to the family and prefers to speak of respect for the family and for the private life. In spite of a normative picture of reference in family matter not much articulate one, the European Court, restating the nature of instrument living of the CEDU, has many times over interpreted and applied the art. 8 in numerous sentences, creating to a guideline by now consolidated. The decisions chosen and examined in the thesis develop the thematic one of the interferences of the public power in the familiar life and spell a classified intangible space to the family, sometimes extremely compressed, but, however, never deprived of authority of all its contents.
Chiarelli, Chiara <1991>. "L'arte contemporanea e la tutela dei diritti patrimoniali dell'artista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13501.
Full textTonini, Valeria. "La tutela internazionale dei diritti contrattuali degli investitori esteri." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427503.
Full textValeria Tonini XXII Ciclo LA TUTELA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI CONTRATTUALI DEGLI INVESTITORI ESTERI RIASSUNTO Oggetto della presente ricerca è stata la possibile ricostruzione di ipotesi di tutela sul piano del diritto internazionale generale e pattizio a favore dei diritti contrattuali che gli investitori esteri assumono essere stati violati da parte dello Stato di accoglimento dell’investimento stesso. Al ridimensionamento del ruolo della protezione diplomatica negli ultimi vent’anni ha contribuito fortemente il sistema creato dalla rete di appositi trattati bilaterali e multilaterali regionali, mediante l’introduzione del treaty based arbitration. Un ruolo determinate nella ricerca è stato assunto dalla definizione di investimento, specialmente nell’ambito del diritto internazionale convenzionale: alla maggiore estensione della nozione di investimento si accompagna, infatti, l’allargamento del campo di applicazione dei trattati in materia. Dottrina e giurisprudenza arbitrale internazionale hanno tentato di contenere le cd. “asset based definitions” frequentemente adottate nei trattati bilaterali: la valorizzazione degli elementi del rischio e del contributo allo sviluppo dello Stato ospite ha contribuito a circoscrivere l’estesa categoria diritti contrattuali suscettibile di valutazione economica. Dal punto di vista del diritto pattizio, le possibili forme di una tutela di tali diritti contrattuali oggetto dei trattati d’investimento sono rinvenibili sostanzialmente in due tipi di clausole in essi contenute: in primo luogo le umbrella clauses. L’interpretazione prevalentemente restrittiva, fondata sull’impossibilità di trasformare la violazione di un obbligo posto nel diritto interno in un illecito internazionale, può trovare un limite nel momento in cui si riconosce che gli Stati nei trattati d’investimento abbiano espressamente voluto convenire in tale senso. È qui che il criterio interpretativo dell’effetto utile risulta determinante al fine di ricostruire una forma di tutela azionabile dagli investitori. In secondo luogo, l’evoluzione dell’obbligo di trattamento equo e giusto ha portato ad includervi la tutela delle legittime aspettative, ed in particolar modo quelle che hanno ad oggetto il mantenimento dell’apparato normativo e regolamentare che l’investitore è in grado di conoscere nel momento in cui si predispone ad avviare l’investimento nello Stato di accoglimento e che riguardano specificamente tale operazione economica. Da ciò si può trarre la naturale riduzione del campo di applicazione delle umbrella clauses in quanto ne vengono esclusi gli obblighi assunti dallo Stato ospite per contratto Permangono ridotte le aspettative di tutela dal punto di vista del diritto internazionale generale. Da un lato, tuttavia, è possibile prevedere un’incidenza su almeno due aspetti ultimamente molto dibattuti: lo stato di necessità e la regola del previo esaurimento dei ricorsi interni. Nel primo caso nel senso di un ampliamento del concetto di interesse essenziale, nel secondo nella direzione di una definitiva erosione della esigenza del previo esaurimento. Dall’altro si assiste all’adozione di nuove clausole di stabilizzazione nei contratti d’investimento (le c.d. clausole di rinegoziazione) la cui efficacia sul piano del diritto internazionale potrebbe essere garantita o mediante l’invocazione del principio di buona fede o attraverso un’applicazione estensiva del minimum standard treatment. Proprio nel rapporto tra minimum standard treatment e obbligo di trattamento equo e giusto è possibile prospettare una maggiore valorizzazione del vincolo contrattuale: il rilievo assunto dal criterio di specificità quale parametro di legittimazione delle aspettative degli investitori permette di delineare un all’allargamento della tutela del trattamento equo e giusto proprio ai diritti contrattuali.
MORONI, LORENZO. "Nuovi equilibri tra la tutela della concorrenza e la tutela dei diritti sociali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/346895.
Full textZanovello, Francesca. "Usucapione "privata" e "pubblica" nella prospettiva della giurisprudenza CEDU. La tutela multilivello del diritto di proprietà." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422401.
Full textLa tesi dottorale si intitolata “Usucapione “privata” e “pubblica” nella prospettiva della giurisprudenza CEDU: la tutela multilivello del diritto di proprietà”. Il lavoro si articola in tre capitoli: prima si affronta il rilievo che il diritto di “proprietà” assume sul piano anche sovranazionale (tutela “multilivello” del diritto di proprietà), precisando il rapporto tra le diverse fonti; poi si passa all’esame della disciplina dell’usucapione e dell’adverse possession (del diritto inglese) alla luce della giurisprudenza della Corte eur. dir. uomo sul tema; in fine il lavoro si conclude con la trattazione della discussa ammissibilità dell’usucapione “pubblica” in relazione alle pronunce di Strasburgo in materia di “espropriazione indiretta”. Nel primo capitolo si compie un’analisi delle diverse fonti nazionali (Costituzione, Codice civile e leggi speciali) e sovranazionali (art. 1 del 1° Prot. add. alla Conv. eur. dir. uomo, art. 17 della Carata dir. UE) che oggi vengono in gioco in tema di tutela del diritto di proprietà, evidenziandone le divergenze e valorizzando il ruolo dei giudici (Corte costituzionale, Corte. eur. dir. uomo, Corte di Giustizia UE) che ne operano il coordinamento. Si affronta il problema del difficile raccordo tra il modello economico-sociale di proprietà dell’ordinamento interno e la diversa concezione propria della Conv. eur. dir. uomo (art. 1 del 1° Prot. add.) e della Carta dir. UE (art. 17), ove il diritto di proprietà trova collocazione tra le libertà fondamentali, senza alcun riferimento alla “funzione sociale”. Per evitare un’insuperabile rottura tra i due modelli si prospetta la soluzione di un dialogo tra giudici che, nell’operare il coordinamento delle diverse fonti, ripudia ogni lettura in chiave gerarchica delle stesse. L’incidenza del diritto europeo e la contrapposizione che talora si crea tra tutela della proprietà nel “sistema CEDU” e nell’ordinamento nazionale fanno sorgere dei dubbi circa la compatibilità con il diritto sovranazionale anche di istituti di antica tradizione giuridica come l’usucapione. Questa, infatti, conduce alla perdita del diritto di proprietà senza la corresponsione di alcun indennizzo e in assenza di garanzie procedimentali. La questione prende spunto, come evidenziato nella seconda parte del lavoro, dal caso J.A. Pye relativamente al quale si è pronunciata la Corte eur. dir. uomo (CORTE EUR. DIR. UOMO, 15.11.2005, n. 44302/02, J.A. Pye Ltd (Oxford) v. the United Kingdom; CORTE EUR. DIR. UOMO (G.C.), 30.08.2007, n. 44302/02, J.A. Pye Ltd (Oxford) v. the United Kingdom). In tale occasione si è dubitato della compatibilità dell’adverse possession con l’art. 1 del 1° Prot. add. alla Conv. eur. dir. uomo proprio perché l’istituto consentiva la perdita della proprietà senza corresponsione di un indennizzo e in assenza di garanzie procedimentali. La Grande Chambre, in senso difforme dalla pronuncia di primo grado della Corte eur. dir. uomo, ha qualificato l’istituto come un’ipotesi di regolazione dell’uso dei beni (art. 1 del 1° Prot. add., 2° comma) e ha escluso la violazione dell’art. 1 del 1° Prot. add., non senza perplessità da parte dei giudici dissenzienti. Si è conseguentemente passati all’esame dell’istituto nazionale dell’usucapione, senza estendere in modo automatico le conclusioni dei giudici di Strasburgo alla disciplina interna, date le diversità strutturali rispetto all’adverse possession. Si è comunque concluso per la compatibilità dell’usucapione con il “sistema CEDU” in quanto funzionale al perseguimento di un interesse generale (di certezza giuridica) nel rispetto del principio di “giusto equilibrio”; questa infatti consente al proprietario di contrastare l’altrui possesso prima dell’intervenuta usucapione o di contestare il perfezionamento della fattispecie acquisitiva successivamente, senza eccessivi oneri di vigilanza e controllo, considerate le condizioni che il possesso deve presentare per consentire l’usucapione e il termine ragionevolmente lungo richiesto per il suo perfezionamento. Nel terzo capitolo si passa all’esame dell’usucapione “pubblica” e ci si interroga sulla sua compatibilità con il “sistema CEDU”. Si solleva la questione dell’ammissibilità dell’istituto, non solo in ragione delle maggiori difficoltà nel ricostruire un possesso utile ad usucapire il bene a favore della P.A. occupante, ma soprattutto per il timore che si configuri un’ipotesi di “espropriazione indiretta” in contrasto con la giurisprudenza della Corte eur. dir. uomo. Riconosciuta la difficoltà di espungere del tutto dall’ordinamento l’istituto, si è prospettata la possibilità di un’interpretazione rigorosa e di restringerlo ai soli casi di occupazione usurpativa (pura) in cui difetta del tutto l’esercizio di un potere pubblicistico e il collegamento dell’opera con l’interesse pubblico, mancando la stessa dichiarazione di pubblica utilità. Il lavoro si propone pertanto di evidenziare come l’indubbio rilievo assunto dal diritto di proprietà sul piano sovranazionale (in particolare nel “sistema CEDU”) incida sul diritto interno, dando luogo a una rilettura (non a una passiva eliminazione) anche di istituti propri dell’ordinamento nazionale.
AYTANO, CHIARA. "Verso la semplificazione delle forme di tutela giurisdizionale dei diritti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/202119.
Full textThe theme of the thesis is the analyst of the form of safeguarding simplified because changed by of the basic rules of controlling and training in a lawsuit, from the point of view of speeding up and deflationary to the contentious. In particular, the enquires were made into the aspects of the safeguard summary, in its different classifications based on the authorities and the different trial applications, - from the chamber procedure to the new procedure summary – the light is on the main constitution of the correct trial and rights of the defence of the sides, although the annulling of the institution of the company abbreviated procedure, looked into side by side with the similar procedure expected in the administration trial, which represents a model process that one hopes can become newly adopted in the civil procedure. The aim of this brief close examination of this subject is therefore to show and share the idea of the authorities of the civil law trial that maintains and values the elasticity of the form of the trial and surely works properly in civil justice and also is perfectly compatible with the constitutional picture.
CHIARENZA, ANTONELLA. "La libertà di stabilimento in ambito europeo e la tutela dei diritti dei lavoratori." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241912.
Full textThe considerations of this doctoral dissertation originate from two legal cases (known as Viking and Laval) that submit to the Court of Luxembourg the conflict between economic freedoms and social rights and, therefore, between two opposite interests (companies and workers). For lack of specific rules, the European judge solves such cases in a way that seems balanced to all appearances, but that in effect recognizes the economic supremacy which is at the root of the foundation of the European community. These rulings represent the opportunity to begin to think about the relationship between social rights and economic freedoms in a particular dimension as the European one. After explaining the main differences between the European contest and the national ones, in particular the Italian situation, I analysed the settlement’s freedom and workers’rights: in both cases it is possible to specify a patrimonial and a non-patrimonial dimension. The critical moment occurs when the patrimonial spirits of these rights come into conflict. The survey on which my dissertation is based shows from the very beginning the diabolic face of settlement’s freedom on all cases when it is exerted in order to exploit the territorial differences between workers’ national tutelage. In this case the economic competition is fulfilled through the juridical competition and expresses its incapacity to act with ordinary instruments; the juridical competition in its turn expresses a different juridical level between the countries. Also, there is a question concerning the settlement’s freedom: when is it possible a legitimate exercise of it, and when is there an abuse? The awareness of the two inseparable components that coexist in every law – the patrimonial and the non-patrimonial one – points out the importance of a true connection between substantial and procedural rules: the rule that establishes the law to be applied in the case of settlement’s freedom ends up causing consequences on individual rights. After these considerations we come to the last question: which economy for which labour law or which labour law for which economy; but the answer is completely different from the options that have been proposed and represents the outcome of my research and the conclusion of my doctoral dissertation.
De, Vittor Francesca. "Immunità degli stati dalla giurisdizione e tutela dei diritti umani fondamentali." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2004. http://www.theses.fr/2004STR30002.
Full textWe propose an analysis about the effects that the necessity of an effective protection of human right can produce on the international customary law concerning State accountability and responsability. In case of violations of fundamental rights, the easiest solution for the individual is to hold internal courts in order to obtain financial compensations from the foreign State. These recours are refused in application of the State immunity rules. We analyse theories which propose an exception to the immunity rule in case of fundamental human rights violations. We underline the reasons why these theories are not convincing. In the second part, we note that the jurisdictional solution of these questions, which are usually relevant for diplomatic relations, can be inopportune. We look for an alternative solution which could make a conciliation between human rights and jurisdictionnal immunity of foreign State, we propose an adaptation of diplomatic protection to actual exigencies
Di, Lorenzo Nadia. "La tutela dei diritti fondamentali del minore vittima di sottrazione internazionale." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1618.
Full textCeleste, Alessia <1985>. "IL CONCORDATO PREVENTIVO : DIRITTI E GARANZIE A TUTELA DEI LAVORATORI SUBORDINATI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3874.
Full textZaru, Davide. "La tutela internazionale dei diritti umani: verso la "costituzionalizzazione" dell'ordine internazionale?" Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427421.
Full textLa presente ricerca si è proposta anzitutto di ricostruire il dibattito in dottrina teso ad indagare l’emergenza nell’ordine internazionale di una costituzione internazionale. Sulla base di tale indagine, abbiamo ricavato una definizione di costituzionalizzazione che riteniamo trasversale e applicabile ai diversi approcci presi in considerazione. Sarebbe da intendersi per costituzionalizzazione dell’ordine internazionale quel processo di creazione di una teoria tendente alla clarificazione/istituzionalizzazione dei meccanismi per lo svolgimento delle seguenti funzioni costituzionali: da una parte, la creazione delle regole che disciplinano la produzione ed esecuzione delle norme, la definizione della soggettività e della giurisdizione, così come la struttura, la divisione e la distribuzione delle sfere di giurisdizione, nonché – in secondo luogo – la funzione di controllo del potere pubblico e orientamento delle sue finalità, attraverso la definizione e attuazione dei valori giuridici fondamentali della Comunità internazionale. Non abbiamo scelto di aderire a quelle posizioni che vedono allo stato la possibilità di rintracciare nell’ordinamento internazionale un unico strumento che integri adequatamente le soprammenzionate funzioni, si tratti della Carta delle Nazioni unite, o in aggiunta ad esso di una serie di “trattati dell’ordine mondiale”, e che pertanto concentrano la loro analisi in una comparazione tra tali strumenti e le costituzioni al livello nazionale. La nostra ipotesi di lavoro è invece consistita nel confrontare il regime del diritto dei diritti umani, tanto da una prospettiva materiale quanto istituzionale, con la griglia interpretativa delle funzioni costituzionali. Da una prospettiva materiale, l’affermazione per cui il diritto dei diritti umani svolge un ruolo costituzionale si giustifica attraverso le peculiarità che caratterizzano la formazione e la resistenza delle norme sui diritti umani di diritto generale, ed il ricorso alle numerose soluzioni innovative integrate nell’ambito di produzione e attuazione di tale diritto convenzionale, le quali mirano ad un efficace adattamento di tali norme alla situazione speciale della tutela di individui. Inoltre, abbiamo sottolineato la predisposizione del diritto dei diritti umani a dare origine a regimi oggettivi il rispetto della cui integrità costituisce un interesse legittimo ed un dovere morale di ciascuno Stato partecipante a tale regime, se non addirittura un obbligo. Nell’analisi dell’influenza positiva del diritto dei diritti umani sulla costituzionalizzazione dell’ordine internazionale anche da un punto di vista istituzionale, si è messo l’accento sulle complesse modalità di garanzia di tale diritto, non limitandosi ad una considerazione degli effetti formali dell’atto finale del controllo, ma riconoscendo che meccanismi di controllo non-giurisdizionali, possono avere effetti altrettanto efficienti e funzionali. Gli organi giurisdizionali di garanzia, come quelli non-giurisdizionali di tutela dei diritti umani, svolgono la medesima attività sostanziale, in quanto entrambi determinano anzitutto i fatti rilevanti, sussumono poi tali fatti sotto le norme pertinenti, per valutarli e determinare quindi se quei fatti si concretano o meno nella violazione delle norme alle quali sono stati ragguagliati. Nonostante non si rivelino in grado di portare all’adozione, contro lo Stato responsabile, di provvedimenti atti a vincolare giuridicamente la condotta di tale Stato, gli organi di controllo non-giurisdizionale sono idonei ad individuare le infrazioni delle norme internazionali cui attengono, ad instaurare un dialogo con lo Stato al fine di determinare la cessazione dell’illecito ed eventualmente giustificano l’attivarsi di altri soggetti nell’attuazione della responsabilità. Nella dimostrazione della valenza costituzionale del diritto dei diritti umani da un punto di vista sia materiale che istituzionale, si è di fatto insistito sull’esigenza di applicare in maniera rigorosa ma piena al diritto dei diritti umani gli istituti esistenti del diritto internazionale, come ad esempio il regime della responsabilità dello Stato. In questo senso, riteniamo che un approccio costituzionale offra una griglia interpretativa utile a valorizzare la forza giuridica di tale diritto, come la pregnanza giuridica dei momenti diversi dell’accertamento e del controllo del diritto dei diritti umani, nonché i gradi diversi di accountability di ciascun attore che partecipa alle attività di controllo o accertamento dell’esecuzione dei diritti umani, contrastando pertanto quegli approcci che vedono nei diritti umani dei valori etici che occorre prendere in considerazione, o ‘mainstream’, nell’azione governativa. In conclusione, l’incisività delle funzioni costituzionali promosse dal diritto dei diritti umani risulta chiara se si prendono in considerazione con maggiore dettaglio le seguenti considerazioni: la capacità di tale diritto di facilitare un’osmosi materiale tra ordinamento internazionali e ordinamenti interni e ordinamenti sui generis; l’alto grado di osservanza spontanea degli Stati alle decisioni degli organi di controllo, che si giustifica con l’importanza attribuita a tale corpus giuridico; la capacità di tale diritto di porre in essere regimi oggettivi caratterizzati dalla tutela di interessi comunitari, e di garantirne l’integrità; la capacità di alimentare una logica cooperativa per la promozione e protezione dei diritti garantiti; la capacità di modificare radicalmente le finalità del diritto internazionale.
Iosia, Davide. "La tutela dei diritti umani nel partenariato euro-mediterraneo. Focus sul Maghreb." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1370.
Full textCOCCO, Annalisa. "La sharing economy, fra esigenze di mercato e tutela dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/97989.
Full textThe work analyses the so-called Sharing Economy and its implications in civil law, outlining the development over time and its salient features through the original framework proposed by the European Commission – in the exploratory opinion on New Sustainable Economic Models – and by the Parliamentary Intergroup on Technological Innovation, who wrote the Sharing Economy Act. The study examines several well-known electronic platforms, paying particular attention to the ‘worthiness’ profiles emphasized by the legislator to encourage activities that contribute to a more sustainable consumption through the sharing of goods. The functional approach to the phenomenon bases on solidarity among users the rationale of special treatment for operations falling within the ‘Sharing Economy’, still invoked without real uniformity of views. The role of the electronic platform in the context of negotiation between users is analyzed by relating the actual impact on their agreement to its liability provided by law according to the principle of Net Neutrality. Looking at the agreement concluded between users in the context of the platform, it is supported the qualification as a ‘contract’ according to Articles 1321 et seq of the Civil Code, differing from the doctrinal options that consider them merely friendly or ‘pure courtesy’ agreements. It implies the applicability of contract law and the enhancement of the substantial profile which identifies functional links between contracts, determining their regulation and liability issues. Within the framework of the so-called Digital Economy, it is highlighted the value of the personal interaction between users, making it crucial for the validity and the diachronic regulation of individual relationships. Making a comparison between the American ‘Relational Contracts’ and the Italian ‘Long-term Contracts’, it is underlined the similarity and the differences concerning the ‘Sharing Contracts’, connoted by own distinctive features which link them to an economy in which the peculiarities of the operators have assumed new importance, bringing the Sharing Economy closer to an ‘Intimate Economy’. In light of the value assumed by the personal relationship between users, it is also discussed the degree of freedom given to the subjects in the choice of the counterparty, considering the principles of equality and equal treatment in the context of virtual communities. Concerning the AirBnb platform, there is a reconstruction of some discriminatory episodes reported by users to examine provisions of the anti-discrimination legislation and its application in balance with the right to choose the contractual counterparty. Lastly, by enhancing the factual profile of the transactions concluded online, it is proposed a distinction based on the evaluation of the concrete circumstances depending both on the trading methods set by the platform and on the users’ sharing of goods. Thus, the applicability of the prohibition of discrimination – and the consequent invalidity of the contract – is recognized in all the cases in which there is not effective sharing of goods with an unjustified discriminatory effect for the user. Following the express provision of Article 3 of Directive 2000/113/CE, the prohibition of discrimination is inapplicable to transactions concerning private and family life, which is involved exclusively in cases where users share their residential property with others.
Beltrame, Federica <1990>. "LA TUTELA DEI DIRITTI E DEGLI INTERESSI: IL CASO DELLA GIURISDIZIONE ESCLUSIVA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10250.
Full textRollo, Giorgia <1994>. "Nella fabbrica del mondo: strumenti e problematiche relative alla tutela dei diritti dei lavoratori in Cina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15723.
Full textSARTOR, ELISABETTA. "La giustiziabilità dei diritti dei lavoratori: tecniche di tutela tra effettività ed efficienza del sistema giustizia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3458544.
Full textThe thesis aims to analyze the main characteristics of the labor ritual, from its origins (19th century) to the present day. In particular, the first Section deals with some of the critical issues that characterize labor procedures today, while the second part is dedicated to the issue of access to justice and the interpretative powers of the labor judge.
Foti, Alessandro. "Il diritto alla salute. Tutela multilivello nei sistemi giurisdizionali nazionale, internazionale e sovranazionale." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1591.
Full textBrigido, Marcello. "Il Copyright Informatico: tutela dei diritti d'autore nella produzione e sviluppo di software." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textBERTARELLI, CHIARA. "TUTELA DEI DIRITTI E TIME LIMITS: UNO STUDIO ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233253.
Full textMANFREDINI, FRANCESCA. "MANDATO D¿ARRESTO EUROPEO E TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI: IL CONTROLLO DI PROPORZIONALITÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/627518.
Full textVARESANO, BRIGIDA. "I CRIMINI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE: NUOVE PROSPETTIVE DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/791194.
Full textThe principle of individual criminal responsibility plays a crucial role among all the different strategies to face the manifold criminal phenomena which currently undermine cultural heritage. Against the recent historical background, where the cultural heritage has been intentionally injured because of iconoclastic waves, the present research pursues a main objective, which can be summarized into the following query: is it possible to affirm the consolidation of the principle of the individual criminal responsibility vis-à-vis the intentional destruction of cultural property committed during peace time? In order to solve this question, the research follows the reasoning adopted by international criminal courts in order to affirm the principle of individual criminal responsibility for violations of international law. In particular the present work, which consists of two parts, aims to ascertain the fulfillment of the three criteria enunciated by the international criminal courts: (a) the existence of rules of international law laying down a specific obligation to protect cultural property; (b) the production of serious consequences in case of violation of such rules; (c) the generalized criminalization, into national legal systems, of a such offence. Consequently, the first part of the work – of an introductive character – is addressed to a systematic overview of the relevant legal framework, whose evolution highlights how the international tools have been characterized by either a progressive extension of cultural good notion, or an evolution of the pursued ratio legis. Therefore, the analysis takes moves from the ius in bello norms which have granted an immunity to cultural property, based on its civilian character and aiming to prevent those damages which are typically caused by armed conflicts. Finally, and especially, it considers those norms of a wider scope which – embracing the broader notion of cultural heritage – have interpreted the cultural property protection as a constituent part of the human rights protection system. Thus, addressing the attention on the most recent achievements of this evolutional process, the research turns to those legal instruments – such as Article 27 of the Universal Declaration of Human Rights (1948) and Article 15 of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights (1966) – whereby the international obligations related to cultural property could be interpreted as tools to defend a humankind interest, namely the peaceful enjoyment of the cultural rights: i.e. the right to take part to cultural life, as well as the right to have a cultural identity. However, the pivot of the present research is its second part, which is focused on the consequences deriving from the violations of the relevant international rules protecting cultural property and, consequently, from the cultural rights infringements. Indeed, the second part intends to establish whether the Rome Statute provisions has been overtaken by new rules of customary international law, according to which the intentional destruction of cultural heritage constitutes, besides a war crime, even a crime against humanity. To this scope, the analysis deals with the reactions that international actors have implemented for facing the iconoclasm plague. In order to ascertain the criminalization degree, the work firstly focuses on the pertinent case-law of the international criminal tribunals: indeed it is known that the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia before, and the Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia then, have already condemned the intentional attacks directed against cultural sites as crimes against humanity sub specie of persecution. Ultimately, the object of the last part is represented by the national legal systems, whereby it is given to retrace the criminal relevance degree which is recognized to the destruction of cultural heritage.
SICCARDI, ILENIA. "DELITTO DI TORTURA: UN PASSO IN AVANTI NELLA TUTELA DEI DIRITTI UMANI IN ITALIA?" Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1046415.
Full textTalking about torture seems anachronistic today. It recalls the battles waged against it in the period of the Enlightenment. However, it is a phenomenon that «emerges forcefully from the past and threatens to have a future». It reappears in wars, in dictatorships in prisons and as an instrument in the fight against international terrorism. It is after the terrorist attacks of 11 September 2001 that the discourse regarding the legitimacy or otherwise of torture practices has returned, completely uncovering that Pandora's box that seemed to have been closed definitively by the Enlightenment. In this delicate historical moment governed by insecurity and fear due to the rampant terrorist phenomena, various issues resurface such as that of security, the state of emergency, the criminal law of the enemy. These are precisely the issues that risk losing sight of the fundamental rights of the human person, which are sacrificed in the face of the need for security and ever more pervasive forms of seeking proof. Only belatedly, on the impulse of the not rare convictions of the Strasbourg Court for violation of art. 3 of the ECHR, Italy has adapted to the 1984 UN Convention against torture by introducing, with law no. 110 of 2017, an (already) controversial offending case under art. 613-bis (torture), whose legislative drafting caused a lot of discussion right away. Faced with the new case and its defects in formulation, it seems appropriate to ask whether it would have been desirable to remain in the previous situation or whether its approval represents, in any case, a step forward for the protection of human rights. It will therefore be appropriate to start from a survey of the supranational order and then analyze the solutions adopted in the criminal laws of all European countries which will be divided by models according to a greater or lesser correspondence of the crime of torture introduced in the respective Criminal Codes to definition of the term contained in art. 1 of the 1984 UN Convention. The "vertical" and "horizontal" comparison will make it possible to identify which characteristics a "good crime of torture" should have, from a regulatory point of view, to establish some guidelines that attempt to solve the numerous interpretative problems posed by the unfortunate formulation of art. 613-bis of the Criminal Code and to answer the question on which the doctrine is wondering: "better a bad law than no law?".
Ponzetta, Lorella <1988>. "Tutela dei diritti sociali tra ordinamento interno e Unione Europea: aspetti problematici e prospettive future." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8108/1/ponzetta_lorella_tesi.pdf.
Full textThis study deals with the issue of workers’ social rights in the background of the economic crisis. The economic crisis has highlighted a set of problems about the sustainability of social rights, in a period in which the worrying level reached by public debts of many European States has led EU to reinforce the economic governance, imposing upon the States to respect some unflexible measures. As is known, in Italy, since 2011, some reforms are being adopted in the field of the work market and pensions, in the perspective both of tackling the high level of the unemployment and to decrease public expenses, as recommended by EU. Above all, during the period of the economic crisis, many criticisms have been addressed against Europe, because of its lacking level of democracy and, also, of an almost exclusive interest on economic and monetary aspects. Which space is reserved to social rights inside the European legal system? What kind of role has been conducted by the Charter of Nice on the protection of workers’ social rights, recognised by that document? In order to find a answer to these questions, it has been chosen to examine the Court of justice’s jurisprudence, after the Treaty of Lisbon’s came into force, with regards to the European social policy. The results of this research allow to prove that workers’ social rights are enhanced in a more satisfying way when they are functional to the growth of the historical fundamental principles of the EU, as, for example, the formal equality principle. The road of workers’ social rights seems uncertain, but not interrupted. Nevertheless, more satisfying results could be pursued if the Court considered those rights as a means for the fulfillment of the human being and not, instead, of the market.
Colucci, Stefania <1988>. "Le organizzazioni non-governative per la tutela dei diritti reali delle donne nella Cina contadina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4134.
Full textBarbieri, Claudia <1986>. "Le mutilazioni genitali femminili: tra la tutela dei diritti umani e lo "scontro tra culture"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4383.
Full textGravagno, Valeria. "La tutela dei diritti umani nelle clausole di condizionalità dell' UE e delle istituzioni finanziarie multilaterali." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/472.
Full textRampone, Jessica. "Tortura, tra abusi e tutela dei diritti fondamentali della persona nel sistema giuridico sovranazionale e nazionale." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2020. http://hdl.handle.net/11579/115130.
Full textFORTI, MIRKO. "La tutela dei diritti fondamentali nel contesto cibernetico. Profili di diritto interno, internazionale e dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1006960.
Full textBonetalli, P. "Le sanzioni economiche del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la tutela dei diritti umani." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2006. http://hdl.handle.net/2434/60528.
Full textGAZZETTA, CRISTINA. "Il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali tra ordinamento interno e norme internazionali nella Federazione Russa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/929.
Full textFANFARILLO, SARA. "La tratta di esseri umani nel diritto internazionale: tra lotta al crimine transnazionale organizzato e tutela dei diritti fondamentali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1088.
Full textMASTELLONE, Pietro. "La cooperazione fiscale internazionale. Contributo allo studio dell’equilibrio fra contrasto all’evasione fiscale internazionale e tutela dei diritti del contribuente." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28802.
Full textTACCI, Lorena. "La garanzia del pubblic hearing nel processo penale italiano e il contesto europeo di tutela dei diritti fondamentali coinvolti." Doctoral thesis, Palermo, 2015. http://hdl.handle.net/10447/105645.
Full textScantamburlo, Mirko. "Le "Querelae" di inofficiosità. Contributo allo studio della tutela dei legittimari in diritto romano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422702.
Full textThe aim of the research is the analysis of the rise and the development of forced heirship in roman law through the study of "actions on inofficiosity", i.e. querela inofficiosi testamenti, querela inofficiosae donationis and querela inofficiosae dotis. The first one is a remedy against wills written in breach of officium pietatis: the deceased does not mention or disinherits unfairly the closest relatives, by bequeathing them nothing or less more. On the contrary, the other querelae are remedies against donations or dowries which de cuius made during his life and which violate the succession interests of the closest relatives. The work is designed in six chapters, where the main characters of the above remedies are described: querela inofficiosi testamenti is the main subject due to its ancient origin, the most frequent confirmation in the sources and its prominent role. The querela inofficiosi testamenti itself is also the matrix of the other two legal actions. The first chapter is intended to inquire the origin of the remedy against inofficiosum testamentum, which is related to the judging activity of centumviri. The second chapter is entirely dedicated to tracing the judicial discipline of querela inofficiosi testamenti, which could be proposed both to the centumviri through the agere sacramento rite or before the extra ordinem judge. The main features of inofficiosum testamentum are analysed in the third chapter: the active entitled, the statute of limitations, the subsidiarity, the retroactivity of rescinding effectiveness, the possible intervention and independent appeal by legatees and other beneficiaries of singular inheritance, the subordination to the failure to confer the legitime and its declaratory or constitutive nature. The postclassical developments of querela inofficiosi testamenti are examined in the fourth chapter by studying imperial constitutions from Diocletian age to Justinian age. The fifth chapter is focused on Justinian legislation about querela inofficiosi testamenti through the partition between the constitutions included in Codex repetitae praelectionis and the ones coming from Novellae. Ultimately, the sixth chapter describes querela inofficiosae donationis and querela inofficiosae dotis.
Fornaciari, B. "LA DIRETTIVA 2012/13/UE SUL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE.LA CONOSCENZA NEL PROCESSO PENALE FRA UNIONE EUROPEA E ORDINAMENTO INTERNO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/369477.
Full textThe present research examines the European Directive on the right to information in criminal proceedings (Directive 2012/13/EU, hereinafter ‘the Directive’), assessing the impact that it is likely to have on the Italian legal system. Before analyzing the legislation, the thesis provides an historical overview of the status of human rights safeguards in the EU and a description of its multi-layered system of protection. Starting from the early ECJ case law setting out a ‘human rights theory’, the research moves on to consider the Charter of Nice and the development of a European Area of Criminal Justice, until the Stockholm Program and the entry into force of the Lisbon Treaty. In addition, it addresses the question as to whether and to what extent the directives ‘of new generation’ based on art. 82 par. 2 TFEU bring an added value to the aforementioned human rights protection system. Chapters 2 and 3 of the research focus on the analysis of the legislation and on the three meanings that the Directive attaches to the right to information in criminal proceedings, namely, the right to information about rights, the right to information about accusation, and the right to information about case file. The effort is shedding some light on the most innovative prescriptions, while at the same time highlighting how much the EU legislation owes to the ECtHR case law, which is used as a yardstick for the evaluation and interpretation of the Directive. Finally, Chapter 4 addresses the Italian implementing legislation (d. lgs. 101/2014) and the impact of the Directive on our legal system. It finds that the NIM is highly unsatisfactory, as the Italian legislator has failed to comply with the most innovative EU standards. In this regard, the research illustrates the impact of EU prescriptions on the jurisdiction of national judges, in particular, the impact of the ‘new’ right to information about accusation. It concludes that Italian judges can (in)directly apply ECtHR case law standards due the direct effect of the Directive (which can be regarded as an ‘ECtHR case-law codification’).
GALATERI, DI GENOLA E. SUNIGLIA ELENA. "La politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea e il fenomeno del social dumping. La tutela dei diritti sociali fondamentali." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/587.
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