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Dissertations / Theses on the topic 'Tutela diritti fondamentali'

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CHERUBINI, SANDRA. "Diritto del commercio internazionale e tutela dei diritti fondamentali dei fanciulli." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054295.

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Marangia, Francesco Giovanni. "La famiglia nella prospettiva della tutela dei diritti fondamentali." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/396.

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Abstract:
Il presente lavoro prende le mosse dall'analisi del diritto di famiglia nel nostro ordinamento, mettendo opportunamente in rilievo come la Costituzione italiana riconosca e tuteli la famiglia legittima, cioe' fondata sul matrimonio, attribuendole la dignita' di societa' naturale, gruppo intermedio tra lo Stato ed il cittadino, e di formazione sociale ove si sviluppa la personalita' dei suoi membri alla quale riconosce pertanto i diritti inviolabili. Il sistema di garanzia collettiva dei diritti fondamentali creato con la CEDU non dedica alla famiglia uno spazio particolarmente significativo e preferisce parlare di rispetto per la famiglia e per la vita privata. Nonostante un quadro normativo di riferimento in materia di famiglia non molto articolato, la Corte europea, ribadendo la natura di strumento vivente della CEDU, ha piu' volte interpretato ed applicato l'art. 8 in numerose sentenze, dando vita ad un orientamento ormai consolidato. Le decisioni scelte ed esaminate nella tesi sviluppano la tematica delle ingerenze del potere pubblico nella vita familiare e scandiscono uno spazio intangibile riservato alla famiglia, talvolta estremamente compresso, ma, comunque, mai esautorato di tutti i suoi contenuti.
Job anticipates takes the movements from the analysis of the right of family in our ordering, opportunely putting in relief as the Italian Constitution recognizes and protections the legitimate family, that is founded upon the marriage, attributing her dignity of natural society, intermediate group between the State and the citizen, and of social formation where develops the personality of its members to which it recognizes therefore the inviolable rights. The system of collective guarantee of the fundamental rights created with the CEDU doesn't devote a particularly meaningful space to the family and prefers to speak of respect for the family and for the private life. In spite of a normative picture of reference in family matter not much articulate one, the European Court, restating the nature of instrument living of the CEDU, has many times over interpreted and applied the art. 8 in numerous sentences, creating to a guideline by now consolidated. The decisions chosen and examined in the thesis develop the thematic one of the interferences of the public power in the familiar life and spell a classified intangible space to the family, sometimes extremely compressed, but, however, never deprived of authority of all its contents.
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DI, LOLLO MARTINA. "La tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori nel commercio internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98921.

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Abstract:
Il benessere derivante da un’economia sostenibile è uno dei valori protetti dal diritto internazionale; partendo da questa considerazione, la ricerca si propone di analizzare i possibili punti di contatto tra interessi di natura economica e valori di natura non economica, da sempre considerati confliggenti. Risulta fondamentale, a tal fine, la disamina della disciplina del sistema multilaterale che fa capo all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e, successivamente, di quella contenuta negli accordi di libero scambio (Free Trade Agreements, FTAs) a portata regionale e/o bilaterale. Nel corso del Novecento il diritto del commercio internazionale ha subito profondi cambiamenti dovuti all’istituzione dell’OMC nel 1995; una delle principali innovazioni apportate dal nuovo sistema multilaterale è sicuramente costituita dal meccanismo di soluzione delle controversie gestito dal Dispute Settlement Body (DSB). Nell’elaborato vengono analizzate, più in generale, le competenze dell’Organizzazione, tutte orientate a favorire la piena liberalizzazione del commercio internazionale, attraverso l’eliminazione degli ostacoli agli scambi e il divieto di comportamenti protezionistici o discriminatori degli Stati. Tuttavia, è proprio in virtù del processo di globalizzazione e della correlata estesa partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alle relazioni economiche internazionali che si pone l’esigenza di una maggiore considerazione dei non-economic values. Tra le tematiche più dibattute, desta particolare interesse quella relativa all’incidenza che l’abbattimento progressivo di ogni forma di ostacolo alla liberalizzazione degli scambi determina sulla garanzia dei diritti fondamentali dei lavoratori in una dimensione individuale e collettiva; ciò, dal momento che il lavoro costituisce un fattore produttivo primario nell’economia globale. Come ampiamente osservato, il dibattito in ordine alla possibilità di inserire una clausola sociale nel diritto dell’OMC, attraverso la quale realizzare l’integrazione dei “core labour standards”, così come definiti dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), nel sistema multilaterale, risulta non privo di criticità, quanto tendenzialmente infruttuoso a causa dei limiti statutari dell’OMC. I Paesi in via di sviluppo, rappresentanti la maggioranza dei membri dell’Organizzazione, infatti, si sono sempre mostrati contrari all’adozione di una disciplina che stabilisse delle restrizioni alla liberalizzazione al fine di salvaguardare i non-trade concerns. Muovendo da tali considerazioni, la ricerca pone in evidenza l’assunto per cui al di là dei progressi compiuti sul piano interpretativo, grazie al ruolo svolto dai panels e dall’Organo d’Appello dell’OMC nell’integrazione di valori non economici nel sistema multilaterale, soluzioni alternative sono state individuate sul piano regionale e bilaterale. Tra le soluzioni individuate, vi è quanto previsto dal North American Agreement on Labour Cooperation, Side Agreement in materia sociale concluso nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra USA, Canada e Messico nel 1992 (NAFTA); detto ultimo accordo verrà presto sostituito dall’US-Mexico-Canada Agreement (USMCA), siglato il 30 novembre 2018 e appena ratificato dalle Parti. In tale contesto, costituisce ulteriore oggetto di trattazione il Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement (CAFTA-DR), accordo regionale di libero scambio ai sensi del quale gli Stati Uniti hanno promosso, nel 2010, un’azione contro il Guatemala, in relazione all’asserita violazione dei core labour standards da parte di tale ultimo Stato; il procedimento rappresenta infatti il primo caso in assoluto nella prassi applicativa di una clausola sociale presente in un accordo di libero scambio, nell’ambito del quale sono state sollevate una serie di questioni di rilievo giuslavoristico di considerevole risonanza. Sulla scorta delle argomentazioni accennate, la ricerca dimostra come sebbene appaia certamente più agevole stabilire un equilibrio tra interessi economici e valori di natura non economica a livello regionale e bilaterale, non siano tuttavia da escludere possibili progressi futuri nell’ambito dell’OMC, grazie all’incoraggiante opera propulsiva svolta dai panels e dall’Organo d’Appello sul piano interpretativo.
The benefits due to a sustainable global economy are included in the range of values protected by international law; starting from this consideration, the principal scope of the research is to analyze the points of contact between economic interests and non-economic values, which have always been considered as inconsistent. In this perspective, it is necessary to examine the multilateral system regime within the World Trade Organization (WTO) and then, to study the provisions contained in the Free Trade Agreements (FTAs) concluded at a regional and/or at a bilateral level. During the twentieth century, international trade law has radically changed because of the institution of the WTO in 1995; one of the main innovations of the multilateral trading system is the new dispute settlement mechanism managed by the Dispute Settlement Body (DSB). The thesis analyzes, more in general, the competences of the WTO, which are all addressed to the aim of promoting a full international trade liberalization, through the removal of obstacles to trade and the prohibition of protectionist or discriminatory national measures. However, because of the globalization and the growing participation of developing countries in economic relations that the need of a greater consideration for non- economic values arises. Among the most debated issues, the one relating to the influence that the progressive elimination of any form of obstacle to trade liberalization has on the protection of fundamental rights at work in an individual dimension, as much as in a collective one, assumes great importance; that is because work represents a primary factor in the productive process and, in general, in global economy. As widely observed in this dissertation, the debate relating to the possibility of an inclusion of a social clause in WTO law, in order to achieve the integration of the “core labour standards” within the multilateral system, as established by the International Labour Organization’s (ILO), is characterized by some critical points and tendentially conducts to poor results because of the structural limits within the WTO. More specifically, developing countries, which represent the majority of the members of the Organization, have never agreed on the adoption of a restrictive legal framework with specific limits, like non- trade values. Starting from these considerations, the thesis comes to the conclusion that beyond the progress made thanks to the role played by the interpretative activity of the WTO panels and its Appellate Body in attempting to integrate non-economic values into the multilateral system, other alternative solutions have been identified at a regional and bilateral level. Among the solutions mentioned, it is interesting to consider the provisions contained in the North American Agreement on Labour Cooperation, a Side Agreement in social matters adopted in the context of the Free Trade Agreement between USA, Canada and Mexico in 1992 (NAFTA); this last FTA will be replaced by the US-Mexico-Canada Agreement (USMCA), a new agreement signed on November, the 30th, 2018 and currently just ratified by the Parties. In the same context, the dissertation takes into account the Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement (CAFTA-DR), that is a free trade agreement within the meaning of which the United States have undertaken a legal action against Guatemala in 2010, based on the alleged violation of the core labour standards; in particular, the proceeding represents the first case in absolute in the practice of a social clause application within a FTA, in which the panel has examined a range of important labour law issues. On the basis of these considerations, the research shows that although it seems to be easier to find an equilibrium between economic interests and non- economic values at a regional or bilateral level, we should not exclude future progress within WTO, thanks to the encouraging interpretative activity made by the panels and the Appellate Body.
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De, Vittor Francesca. "Immunità degli stati dalla giurisdizione e tutela dei diritti umani fondamentali." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2004. http://www.theses.fr/2004STR30002.

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Abstract:
La thèse proposée est une analyse des effets que l'exigence d'une protection effective des droits de l'Homme peut produire sur les règles du droit international coutumier concernant les moyens pour faire valoir la responsabilité de l'Etat. Suite à la violation des droits fondamentaux, la solution plus accessible aux individus est la saisie des tribunaux internes pour obtenir des dommages-intérêts de la part d'Etat étranger. Ces recours sont refusés en application de la règle de l'immunité juridictionnelle. Nous analysons les théories qui proposent une exception à la règle de l'immunité applicable en cas de violation des droits fondamentaux. Nous soulignons les raisons pour lesquelles ces théories ne sont pas convaincantes. Dans la deuxième partie, nous remarquons, que la solution juridictionnelle de ces questions qui relèvent des rapports diplomatiques peut être inopportune. Nous cherchons une solution alternative, susceptible de concilier l'exigence d'une protection des droits de l'Homme avec le maintien de l'immunité juridictionnelle, nous proposons une adaptation de la protection diplomatique aux exigences contemporaines
We propose an analysis about the effects that the necessity of an effective protection of human right can produce on the international customary law concerning State accountability and responsability. In case of violations of fundamental rights, the easiest solution for the individual is to hold internal courts in order to obtain financial compensations from the foreign State. These recours are refused in application of the State immunity rules. We analyse theories which propose an exception to the immunity rule in case of fundamental human rights violations. We underline the reasons why these theories are not convincing. In the second part, we note that the jurisdictional solution of these questions, which are usually relevant for diplomatic relations, can be inopportune. We look for an alternative solution which could make a conciliation between human rights and jurisdictionnal immunity of foreign State, we propose an adaptation of diplomatic protection to actual exigencies
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Di, Lorenzo Nadia. "La tutela dei diritti fondamentali del minore vittima di sottrazione internazionale." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1618.

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Abstract:
La tutela internazionale del fanciullo è un settore cruciale del diritto in quanto coinvolge il trattamento di un soggetto particolarmente vulnerabile e più esposto alla violazione dei diritti fondamentali. La sottrazione internazionale di minore ne è l esempio più significativo: la problematica dell affidamento della prole, soprattutto se caratterizzata da una connotazione di trans nazionalità, impone nuove sfide agli ordinamenti giuridici nazionali. Le frontiere diventano causa di violazione dei diritti fondamentali del bambino tutte le volte in cui un genitore decide di trasferire o trattenere il figlio lontano dal luogo di sua residenza abituale e dal genitore esercente il droit de garde. In questo caso, la reazione dell ordinamento giuridico nazionale appariva insufficiente, tanto che è intervenuta la normativa internazionale in chiave suppletiva regolando innanzitutto i problemi di diritto internazionale privato e processuale, con particolare riferimento alla vexata quaestio dei conflitti di giurisdizione e della legge applicabile per dirimere la controversia. Ma le soluzioni internazionalprivatistiche, se da una parte appaiono necessarie per incardinare legittimamente un procedimento che abbia ad oggetto l affidamento conteso della prole, dall altro sono insufficienti per tutelare la posizione del minore. Per questa ragione oggi non si può non parlare di normativa avente ad oggetto la protezione del fanciullo sottratto, senza riferirsi al principio del best interests of child e, più specificatamente, alla tutela dei diritti fondamentali della vittima del legal kidnapping
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SANNA, SILVIA. "Tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori e disciplina del commercio internazionale." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2003. http://hdl.handle.net/11565/4050831.

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FORTI, MIRKO. "La tutela dei diritti fondamentali nel contesto cibernetico. Profili di diritto interno, internazionale e dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1006960.

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Abstract:
The main goal of this research is to define a complete human rights framework which could be relevant in the context of cyberspace, therefore to analyze how this kind of rights are enforced and protected under European Union law. Furthermore, my thesis would like to underline any deficit of the European legislation in this respect, thus proposing any improvements to guarantee effective enforcement of the human rights framework in the context of cyberspace. The first part of the thesis aims to address a preliminary issue, namely what is cyberspace and how this new ‘environment’ can be defined. Furthermore, to evaluate the actual human rights enforcement in this context, it is necessary to answer a very important question: what rules should govern cyberspace? In other words, the thesis intends to analyze the topic of cyber governance, with the purpose of individuating what entities can establish their rules over this new domain. The second introduces the several human rights relevant into the cyberspace, proposing also a complete analysis of each one of them, to evaluate their effectiveness and enforcement.
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MANFREDINI, FRANCESCA. "MANDATO D¿ARRESTO EUROPEO E TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI: IL CONTROLLO DI PROPORZIONALITÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/627518.

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Abstract:
The European Arrest Warrant (EAW) represents the first instrument based on the principle of mutual recognition in criminal matters. Its approval aimed expressly at replacing the lengthy extradition procedures that existed among European countries, in order to achieve a more effective cross-border judicial surrender procedure. According to the statistics concerning the use of the EAW, this goal has been accomplished. Anyway, its great success has risen many issues concerning the correct balance between freedom and security. From this perspective, this PhD Thesis analyses the Framework Decision 2002/584/GAI, the Italian implementation law, as well as the most significant judgments of the Italian Supreme Court and of the European Court of Justice. In the last chapter, the Author focuses on the related problem consisting in the excessive use of the EAW, suggesting the introduction of a proportionality test – led by the issuing judicial authority as well as by the executing one – which could represent a suitable path to reach a balance between repressive needs and protection of fundamental rights.
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FANFARILLO, SARA. "La tratta di esseri umani nel diritto internazionale: tra lotta al crimine transnazionale organizzato e tutela dei diritti fondamentali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1088.

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Rampone, Jessica. "Tortura, tra abusi e tutela dei diritti fondamentali della persona nel sistema giuridico sovranazionale e nazionale." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2020. http://hdl.handle.net/11579/115130.

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GAZZETTA, CRISTINA. "Il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali tra ordinamento interno e norme internazionali nella Federazione Russa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/929.

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TACCI, Lorena. "La garanzia del pubblic hearing nel processo penale italiano e il contesto europeo di tutela dei diritti fondamentali coinvolti." Doctoral thesis, Palermo, 2015. http://hdl.handle.net/10447/105645.

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SABBI, Luca (ORCID:0000-0002-9083-621X). "La tutela dei diritti fondamentali del contribuente tra diritto di difesa ed attuazioni del contraddittorio nella dialettica processuale. Una prospettiva europea e comparata." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26689.

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Dal, Monte Fiorella <1985&gt. "La tutela dei diritti fondamentali e l'applicazione del diritto della concorrenza nel mercato digitale : un approccio comparato tra Unione europea e Stati Uniti d’America." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12904.

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Abstract:
La tematica studia i diritti fondamentali tra cui, in particolare, la dignità umana e la tutela dei dati personali, pregiudicati dall’uso delle nuove tecnologie e dai meccanismi dell'economia digitale. Invero, le logiche di mercato, anche digitale, seguono i meccanismi della concorrenza e mettono in gioco il valore della dignità e il diritto alla privacy che si trovano ad essere bilanciati con le libertà economiche. La ricerca parte da uno studio specifico dell'ordinamento giuridico dell’Unione Europea per sviluppare alcune considerazioni comparate in merito all’ordinamento giuridico statunitense.
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GALATERI, DI GENOLA E. SUNIGLIA ELENA. "La politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea e il fenomeno del social dumping. La tutela dei diritti sociali fondamentali." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/587.

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BERNARDONI, PIETRO. "DIRITTI FONDAMENTALI E PREVENZIONE DEL TERRORISMO NEL SISTEMA MULTILIVELLO. ALLA RICERCA DI UN BILANCIAMENTO TRA ESIGENZE DI SICUREZZA E TUTELA DELLE LIBERTÀ AI MARGINI DELLA 'MATERIA PENALE'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852161.

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Abstract:
La tesi si incentra sull’analisi di alcuni degli strumenti di prevenzione del terrorismo alla luce del relativo statuto garantistico; in particolare, si sono considerate le blacklists elaborate da ONU e Unione europea nonché le misure di prevenzione disciplinate dal d. lgs. 6 settembre 2011, n. 159, nel tentativo di individuare il filo comune che unisce tali misure apparentemente assai distanti tra loro. In quest’ottica, il lavoro si muove lungo una duplice direttrice: da un lato, l’individuazione delle garanzie che devono presidiare gli istituti di prevenzione, anche alla luce della loro natura giuridica nell’ottica del concetto di “materia penale” di origine convenzionale; dall’altro, la ricostruzione della disciplina degli istituti, in base alle fonti e alla giurisprudenza nazionale e sovranazionale. Tale analisi è contenuta, principalmente nei capp. III e IV, dedicati rispettivamente all’individuazione di un possibile statuto garantistico valevole per il diritto della prevenzione e alla ricostruzione della disciplina positiva degli istituti considerati. A questa parte, che costituisce il fulcro del lavoro, sono premessi due capitoli con funzione di inquadramento teorico (cap. I) e storico (cap. II). Il primo capitolo, infatti, vuole fornire un quadro di riferimento delle coordinate concettuali in cui ci si muove nella parte successiva del lavoro; esso è suddiviso idealmente in tre parti, che rappresentano i tre assi portanti dell’intera tesi. Il primo asse, quello delle garanzie, è oggetto di attenzione nell’ottica della ricostruzione del concetto di “materia penale” di origine convenzionale; il secondo, per certi versi contrapposto al precedente, è incentrato sulla ricostruzione del concetto di “sicurezza”, intesa come il bene giuridico alla cui tutela è volto l’intero apparato preventivo antiterrorismo. Infine, l’ultimo asse rappresenta un tentativo di sintesi dei due ambiti già delineati, attraverso il c.d. meccanismo del bilanciamento in chiave di giudizio di proporzionalità. Lo schema adottato nel primo capitolo è quindi riproposto nella parte successiva e centrale del lavoro, cui si è già fatto cenno: il tema delle garanzie è ripreso e approfondito nel cap. III; nel cap. IV, poi, si analizzano gli istituti elaborati dal legislatore nazionale e sovranazionale con lo scopo di garantire la “sicurezza”; nel quinto ed ultimo capitolo si tenta di vagliare – in un’ottica di bilanciamento – i meccanismi predisposti a tutela di istanze securitarie alla luce delle indefettibili garanzie individuali. È in questa sede che si è cercato di avanzare anche qualche proposta di rimodulazione del sistema, al fine di eliminare alcuni degli aspetti di incompatibilità di esso con i diritti fondamentali. Il tema della natura giuridica degli istituti esaminati, nella prospettiva in cui ci si è posti, risulta quindi sdrammatizzato dalla centralità attribuita al criterio di proporzionalità come strumento di bilanciamento tra contrapposte esigenze. Allo stesso modo, categorie come “diritto penale del nemico”, “diritto penale di lotta” e “diritto dell’emergenza”, oggetto di analisi nel primo capitolo, sono poco utilizzate in chiave critica. La prospettiva che si è scelto di privilegiare, infatti, non è quella di una valutazione onnicomprensiva in termini di legittimità-illegittimità dell’intero sistema, ma, piuttosto, un’analisi il più possibile puntuale e specifica degli istituti esaminati alla luce dello statuto garantistico elaborato dalle Corti dei diritti.
The thesis focuses on some of the terrorism prevention tools in the light of the related guarantee statute; in particular, the listing systems developed by the UN and the European Union were considered, as well as the prevention measures governed by Legislative Decree 6 September 2011, no. 159; the attempt is to identify the common thread that unites these apparently very distant measures. From this point of view, the work moves along a twofold direction: on the one hand, the identification of the guarantees that must guard the prevention institutes, also in light of their legal nature in the perspective of the conventional concept of "criminal matter"; on the other hand, the reconstruction of the discipline of the institutes, based on national and supranational sources and jurisprudence. This analysis is contained mainly in Chapters III and IV, dedicated respectively to the identification of a possible guarantee statute valid for the prevention system as a whole and the reconstruction of the positive discipline of the institutions considered. This part, which constitutes the main focus of the work, is preceded by two chapters, with function of theoretical (Ch.. I) and historical framework (Ch. II). The first Chapter, in fact, wants to provide a frame of the conceptual coordinates in which we move in the next part of the work; it is ideally divided into three parts, which represent the three pillars of the entire thesis. The first axis, that of guarantees, is the object of attention by reconstructing the conventional and constitutional concept of "criminal matter"; the second, in some ways opposed to the previous one, focuses on the analysis of the concept of "security", understood as the value that the entire preventive anti-terrorism system is aimed at protecting. Finally, the last axis represents an attempt to synthesize the two areas already outlined, through the so-called balancing mechanism in terms of proportionality. The scheme adopted in the first Chapter is therefore re-proposed in the following and central part of the work, which has already been mentioned: the issue of guarantees is taken up and elaborated on in Chap. III; in Chap. IV, then, the analysis focuses on the institutes elaborated by the national and supranational legislator with the aim of guaranteeing “security”; in the fifth and final Chapter, an attempt is made to sift - with a view to balancing - the mechanisms set up to protect security claims in the light of fundamental individual guarantees. It is here that attempts have also been made to put forward some proposals for remodeling the system, in order to eliminate some of the aspects of its incompatibility with fundamental rights. The issue of the legal nature of the institutes examined, in the perspective in which it has been placed, is therefore played down by the centrality attributed to the criterion of proportionality as a balancing tool between opposing needs. Similarly, categories such as "enemy criminal law", "struggle criminal law " and "emergency law", even if considered in the first Chapter, are not used critically. The chosen perspective, in fact, is not that of an all-encompassing evaluation in terms of legitimacy-illegitimacy of the entire system, but, rather, an analysis that is as precise and specific as possible of the institutions examined in the light of the guarantee statute. elaborated by the Courts of Rights.
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Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.

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Abstract:
The thesis inquires into the features of EC regulation of family relationships. Respect for family life is a fundamental right recognised by the European Union. Protection of family life arises as a spill-over effect of EC free movement, immigration and sex equality law. It also constitutes an object of EC private international law. Legislation and case-law demonstrate the emergence of a principle of respect throughout the Member States of the European citizens personal and family status as a condition for effective free movement. Such a principle may prevent the application of national laws denying recognition of a family status acquired in another Member State. However, the recognition of status may be inhibited by the necessity to protect general interests of the Member States, whose legitimacy is to be assessed by the European Court of Justice. The principle of recognition of status also deserves a role within the enactment of EC private international law in family matters under art. 65 EC. In conclusion, EC action in family matters is aimed at promoting mutual recognition of family status between the Member States, rather than at harmonising family laws
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CHIODAROLI, BENEDETTA. "IL DIRITTO FONDAMENTALE ALLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI NELL'UNIONE EUROPEA E I TERRITORI DI CONFINE: RIFLESSIONI CRITICHE SULLA TUTELA DEI NON-EU CITIZENS." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/127987.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca approfondisce il tema del diritto alla protezione dei dati personali nell’Unione europea dei non-EU citizens, nell’ambito delle politiche UE di gestione dell’immigrazione e controllo delle frontiere. Muovendo dall’esame del quadro giuridico di riferimento, si evidenzia la natura di diritto fondamentale sancita dall’art. 8 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e meglio precisata dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE. La ricerca illustra, in seguito, l’applicazione del diritto in questione nel contesto settoriale prescelto ed approfondisce, in particolare, due principali tematiche: l’ampio e controverso utilizzo dei large-scale databases previsti dalla disciplina UE in tali ambiti – dal sistema Schengen, istitutivo del SIS, ai più recenti VIS, EURODAC, EES, ETIAS; il tema della prevista interoperabilità dei databases, la cui realizzazione, anche alla luce del Nuovo Patto UE sulla Migrazione e l’Asilo, sembra porre in discussione l’effettiva tutela dell’art. 8 Carta per i non-EU citizens. Infine, si propongono alcune riflessioni critiche sul bilanciamento degli interessi in gioco (tutela dei dati personali vs. gestione efficace del fenomeno migratorio, tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico), attraverso l’analisi di alcune pronunce della Corte di giustizia e dell’esempio concreto dei sistemi di riconoscimento facciale automatico.
The research focuses on the EU right to data protection of non-EU citizens in the fields of migration and borders control. Once outlined the current legal framework of such right in the EU, it is highlighted the nature of fundamental right enshrined by Article 8 of the EU Charter of Fundamental Rights and better defined by the EU Court of justice case law. The application of right to data protection in the mentioned fields is scrutinized from two different perspectives: the use of sectoral large-scale databases (SIS, VIS, EURODAC, EES, ETIAS); the controversial interoperability of such databases, which appears extremely challenging for the actual respect of Article 8 also within the framework of the EU New Pact on Migration and Asylum. Finally, some critical remarks on the balancing between data protection and other general interests of the EU (efficient management of migration and borders control) are offered, through the analysis of certain EU Court of Justice rulings and the case of automatic facial recognition techniques.
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BOTTIGLIERI, MARIA. "Il diritto al cibo adeguato. Tutela internazionale, costituzionale e locale di un diritto fondamentale “nuovo”." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2015. http://hdl.handle.net/11579/105576.

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Monti, Enrica <1989&gt. "Il diritto al cibo adeguato nel contesto globale. Riconoscimento, tutela e giustiziabilità di un "nuovo" diritto fondamentale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9107/1/E.%20MONTI%20%281%29.pdf.

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Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare i due significati più noti della c.d. sicurezza alimentare, articolati in food safety e food security, al fine di verificare se entrambi possano dirsi adeguatamente perseguiti e realizzati nell’attuale assetto giuridico globale. Le problematiche relative alla sicurezza ed alla sostenibilità alimentare sono, quindi, affrontate sotto una duplice prospettiva, ossia affiancando alla imprescindibile disamina delle regole concernenti i processi di produzione, distribuzione e consumo di alimenti, la rilevanza giuridica e la tutela costituzionale del diritto al cibo quale diritto fondamentale della persona, che riguarda l’esistenza in tutta la sua complessità. A tale scopo si è compiuta un’indagine quanto più ampia e trasversale, avente ad oggetto i diversi modelli di tutela e giustiziabilità di tale diritto previsti ed adottati a livello internazionale, europeo e nazionale. La ricerca dimostrerà come anche all’interno del nostro ordinamento siano ravvisabili le basi ed i fondamenti costituzionali per la tutela del diritto al cibo adeguato e come sia le Istituzioni pubbliche che, soprattutto, i vari attori della società civile stiano iniziando a dare attuazione a tale “nuovo” diritto fondamentale.
The thesis' goal is to analyze the two most renown meanings of food security, between food safety and food security itself, with the end to verify if both of them are adequately prosecuted and implemented in the current global legal framework. Problems related to food safety and sustainability are analyzed from a dual perspective, which comprises the examination of the production, distribution and consumption rules and the constitutional protection of the right to food as a basic right, which concerns human existence in all its complexity. To that end, the research has been kept the more broad and ample as possible and it targets different models of protection and justiciabilitiy on a international, european and national level. The research will show how the constitutional basis for the right to adequate food are to be found in our own legal system and how both public institutions and components of the civil society are implementing this "new" basic right.
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Gentile, Francesca <1994&gt. "CEDU e diritto tributario: un'analisi delle tutele fondamentali tra profili di convergenza, contrasto e criticità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13223.

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Abstract:
Scopo del presente lavoro è l’analisi delle garanzie che la CEDU offre al contribuente. Per molto tempo, gli studiosi del diritto hanno trascurato tale tematica in ragione di una concezione retrograda autoritativa del rapporto Fisco-contribuente, che la CorteEDU ha in origine fatto propria e che ha costituito avvallo all’orientamento che vuole l’intera materia tributaria esclusa dall’ambito applicativo della CEDU. Il quadro tratteggiato è nel tempo significativamente mutato, potendosi affermare con certezza che la CEDU non si disinteressi affatto del diritto tributario. Si configura, pertanto, in ambito europeo, una tutela multilivello dei diritti fondamentali (assicurata dal diritto nazionale, dal diritto UE e dalla CEDU) anche con riguardo alla materia tributaria. Le garanzie CEDU non sono comprimibili dal diritto interno e dunque, in caso di violazione, è possibile invocare la tutela di un giudice sovranazionale. Da qui l’interesse allo studio delle tutele convenzionali al contribuente. Il contesto internazionale ha ormai assunto un ruolo imprescindibile anche nell’ambito prettamente interno; si è quindi deciso di approfondire l’analisi tenendo in considerazione il quadro normativo nazionale per meglio comprendere i punti di coincidenza, di eventuale collisione e di possibile espansione delle suddette tutele, nonché il complesso sistema di garanzia che la multilevel protection comporta, da un lato, incrementando le garanzie di effettività per il singolo, dall’altro, rendendo difficoltosa la composizione delle varie fonti concorrenti e i rapporti fra le relative giurisdizioni di legittimità.
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Fornaciari, B. "LA DIRETTIVA 2012/13/UE SUL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE.LA CONOSCENZA NEL PROCESSO PENALE FRA UNIONE EUROPEA E ORDINAMENTO INTERNO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/369477.

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Abstract:
La presente ricerca si propone di analizzare la Direttiva 2012/13/UE sul diritto all'informazione nei procedimenti penali ed il suo impatto sul sistema processuale italiano. L'analisi prende le mosse da un primo capitolo dedicato al sistema multilivello delle fonti: sul panorama nazionale e sovranazionale, infatti, la direttiva è solo l'ultima norma, in ordine di tempo, a disciplinare il diritto fondamentale alla conoscenza dell'indagato e dell'imputato. Necessario quindi apprestare una panoramica delle fonti che garantiscono la protezione multilevel dei diritti, e descrivere le loro reciproche interazioni. Imprescindibile, poi, un approfondimento sulla tutela dei diritti nello Spazio di Libertà Sicurezza e Giustizia dell'UE, con un'attenzione particolare all'era post-Lisbona ed al valore aggiunto che le direttive ex art. 82 co. 2 TFUE possono portare sul sistema multilevel. Il secondo ed il terzo capitolo sono dedicati all'analisi normativa della fonte europea. La trattazione si muove lungo le tre visuali prospettiche che la norma europea attribuisce al diritto all'informazione: diritto alla conoscenza dei propri diritti; diritto alla conoscenza dell'accusa; diritto alla conoscenza degli atti di indagine. Le disposizioni europee vengono continuamente integrate con la giurisprudenza della Corte EDU, che inietta di significato le norme della direttiva e fornisce gli standards di tutela laddove non specificati. Vengono messe in rilievo le disposizioni più innovative, che consentono alla direttiva di non essere solo “codificazione” del case law di Strasburgo, ma fonte autonoma e progredita di diritti. Il capitolo finale è infine focalizzato sull'impatto che la direttiva ha prodotto sul sistema processuale interno. La trattazione è suddivisa tra l'analisi delle modifiche apportate dalla normativa di attuazione italiana, d. lgs. 101/2014, e la disamina delle sue lacune: il legislatore ha dato luogo ad un intervento minimalista, omettendo di dare esecuzione proprio alle disposizioni europee più innovative che avrebbero permesso al nostro sistema di essere in linea con i dettami sovranazionali. Particolare attenzione è data al tema delle modifiche all'imputazione e al principio Iura novit curia, sulla scorta dei punti saldi elaborati dalla Corte EDU nel noto caso Drassich. In conclusione, vengono proposti gli scenari futuri che potrebbero conseguire all'efficacia diretta della direttiva e alla penetrazione, per il suo tramite, delle norme CEDU nell'ordinamento giuridico nazionale.
The present research examines the European Directive on the right to information in criminal proceedings (Directive 2012/13/EU, hereinafter ‘the Directive’), assessing the impact that it is likely to have on the Italian legal system. Before analyzing the legislation, the thesis provides an historical overview of the status of human rights safeguards in the EU and a description of its multi-layered system of protection. Starting from the early ECJ case law setting out a ‘human rights theory’, the research moves on to consider the Charter of Nice and the development of a European Area of Criminal Justice, until the Stockholm Program and the entry into force of the Lisbon Treaty. In addition, it addresses the question as to whether and to what extent the directives ‘of new generation’ based on art. 82 par. 2 TFEU bring an added value to the aforementioned human rights protection system. Chapters 2 and 3 of the research focus on the analysis of the legislation and on the three meanings that the Directive attaches to the right to information in criminal proceedings, namely, the right to information about rights, the right to information about accusation, and the right to information about case file. The effort is shedding some light on the most innovative prescriptions, while at the same time highlighting how much the EU legislation owes to the ECtHR case law, which is used as a yardstick for the evaluation and interpretation of the Directive. Finally, Chapter 4 addresses the Italian implementing legislation (d. lgs. 101/2014) and the impact of the Directive on our legal system. It finds that the NIM is highly unsatisfactory, as the Italian legislator has failed to comply with the most innovative EU standards. In this regard, the research illustrates the impact of EU prescriptions on the jurisdiction of national judges, in particular, the impact of the ‘new’ right to information about accusation. It concludes that Italian judges can (in)directly apply ECtHR case law standards due the direct effect of the Directive (which can be regarded as an ‘ECtHR case-law codification’).
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PENSABENE, LIONTI Tommaso. "RICONOSCIMENTO E TUTELA MULTILIVELLO DEI DIRITTI FONDAMENTALI: ASPETTI PROBLEMATICI E IPOTESI COMPOSITIVE." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95504.

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GIGLIO, Virginia. "La cooperazione giudiziaria contro il terrorismo tra esigenze repressive e tutela dei diritti fondamentali." Doctoral thesis, 1995. http://hdl.handle.net/1814/4639.

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BENVENUTI, SARA. "Corte o corti? La tutela dei diritti fondamentali in Francia tra cooperazione e competizione." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/817274.

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Abstract:
Pluralità degli ordinamenti giuridici, crisi dello Stato e de-statizzazione del diritto, dialogo tra corti e multiformità dei sistemi di tutela dei diritti fondamentali certamente costituivano già elementi qualificanti il novecento giuridico e non possono non darsi acquisiti nella contemporaneità, anche francese. Quest’ultima, tuttavia, presenta aspetti di interesse e di atipicità, e non solo per le dottrine e gli artifici retorici elaborati al fine di sottrarsi al processo avanzante di integrazione europea ed internazionalizzazione del diritto costituzionale. Il c.d. “controllo di convenzionalità” assume in Francia tratti peculiari, configurando un complesso, e talvolta confuso, sistema multilivello di protezione giurisdizionale dei diritti e delle libertà fondamentali. Un sistema di tutela, quello francese, che, almeno sino alla riforma costituzionale del 2008, vedeva come protagoniste indiscusse, accanto alle corti europee, le giurisdizioni ordinarie e amministrative, ed in particolare la Cour de cassation ed il Conseil d’État. La recente previsione della question prioritaire de constitutionnalité, strumento di protezione accentrato e successivo dei diritti e delle libertà garantiti dalla Costituzione, rimesso al Conseil constitutionnel, seppur filtrato dall’intervento necessario delle corti supreme, sembra, invece, mutarne in parte il funzionamento, venendo a configurare un inedito raccordo tra controllo di convenzionalità e controllo di costituzionalità. Il lavoro intende sviscerarne, in chiave comparatistica, gli aspetti più problematici, soffermandosi in particolare sui momenti di criticità che il mutato contesto giuridico francese sembra aver evidenziato nei rapporti interni, tra corti nazionali, ed esterni, tra corti nazionali e sovranazionali. Interessante sarà verificare se la rete giudiziaria ormai delineatasi dietro l’apparato “mitologico” di facciata potrà superare la logica gerarchica, porsi dal punto di vista dei diritti ed alimentarsi, seppur competitivamente, nella circolarità dei rapporti, delle interpretazioni, verso il raggiungimento di standards più elevati di tutela.
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MASCIOTTA, COSTANZA. "La tutela dei diritti fondamentali tra Corte costituzionale e Corte edu alla prova di questioni eticamente controverse." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1082892.

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Abstract:
Il presente contributo si incentra sulla disamina delle tecniche di giudizio impiegate dalla Corte costituzionale, in ambito interno, e dalla Corte edu, a livello convenzionale, in riferimento ad alcune tematiche “sensibili”, suscettibili di alimentare un vivace dibattito non solo giuridico, ma anche sociale, morale, culturale e politico, tali da impegnare la coscienza collettiva oltreché individuale.Partendo dall’analisi delle tecniche decisorie impiegate a Roma e a Strasburgo, l’obiettivo è quello di individuare i tratti qualificanti la tutela offerta dai due sistemi di giustizia in ambiti eticamente sensibili e, nondimeno, verificare quale sia il rispettivo tasso di “creatività” in rapporto alla sfera di discrezionalità politica riservata al legislatore.
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Favi, Alessandra. "La costruzione di uno standard comune europeo per la tutela giurisdizionale effettiva del richiedente protezione internazionale." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1272184.

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Abstract:
Oggetto della presente ricerca è quello di esaminare e valutare in quale misura il diritto dell'Unione europea contribuisca a garantire la tutela giurisdizionale effettiva del richiedente la protezione internazionale. Infatti, a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il 1° dicembre 2009, profondi mutamenti hanno investito sia le fonti di diritto primario dalle quali discende l’obbligo per gli Stati membri di assicurare l’effettività della tutela giurisdizionale, sia l’assetto istituzionale relativo alla materia dell’asilo, ove ormai l’Unione gode di piene competenze e poteri. In particolare, ciò si è tradotto nell’adozione, da parte del legislatore dell’Unione, di una pluralità di atti normativi i quali hanno progressivamente determinato la “proceduralizzazione” della materia e una maggiore armonizzazione (se non uniformità) della disciplina, compreso l’aspetto della tutela giurisdizionale che gli Stati membri sono tenuti ad assicurare ai richiedenti asilo. Allo stesso modo, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona hanno determinato cambiamenti anche riguardo il peso delle istituzioni, politiche e giurisdizionali, nel settore considerato. In tale contesto, il ruolo centrale acquisito sia dal legislatore dell’Unione nel definire, in maniera sempre più dettagliata, le garanzie integranti la tutela processuale del richiedente asilo, sia dalla Corte di giustizia, soprattutto attraverso le sue pronunce rese in via pregiudiziale, ha fatto sì che emergesse uno standard di tutela giurisdizionale effettiva nel settore dell’asilo che gli Stati membri sono tenuti ad assicurare nei propri ordinamenti. Contestualmente, il mutato quadro di diritto primario, sebbene abbia avuto il pregio di esplicitare l’importanza che la tutela giurisdizionale effettiva ormai riveste nell’ordinamento UE, ha però contribuito, attraverso una pluralità di fonti rilevanti, a rendere più “sfuggente” la definizione dei contorni di tale nozione e, soprattutto, degli obblighi che ne derivano. Si è quindi cercato di capire se lo standard di tutela giurisdizionale effettiva nel settore della protezione internazionale, come emerge attraverso la legislazione secondaria e la giurisprudenza della Corte di giustizia, sia conforme alle disposizioni di diritto primario che, secondo modalità diverse, pongono l’esigenza di assicurare siffatta tutela.
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FALORNI, FEDERICO. "Proporzionalità e tutela dei diritti fondamentali. L'esperienza costituzionale di Canada, Italia e Stati Uniti a confronto." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1155200.

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Abstract:
Il concetto di proporzionalità, nell’ambito del sindacato di costituzionalità delle leggi, può assumere molteplici accezioni e sfumature e si presta ad essere approfondito sotto plurimi aspetti. In particolare, nel presente lavoro la proporzionalità viene analizzata nell’accezione di tecnica interpretativa, impiegata dai giudici costituzionali per prendere decisioni che coinvolgono diritti fondamentali. L’attenzione è, pertanto, rivolta principalmente al “test di proporzionalità”, vale a dire a quello standard argomentativo, articolato in tre o quattro fasi, mediante il quale è possibile ricostruire il percorso logico interpretativo seguito dai giudici e, di conseguenza, scandire le singole valutazioni svolte dai medesimi. Il presente lavoro si propone di esaminare lo schema argomentativo della proporzionalità all’interno dell’esperienza costituzionale di Canada, Italia e Stati Uniti, attraverso la selezione e lo studio della giurisprudenza costituzionale più rilevante sul tema.
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QUATTROCCHI, ALESSANDRO. "Il diritto della prevenzione e la tutela dei diritti fondamentali: dal contrasto alla criminalità organizzata verso la costituzione di un modello europeo di confisca." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104443.

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Abstract:
Il tema delle misure di prevenzioni assume preminente centralità nella riflessione sul ruolo contemporaneo del diritto penale, orientata al superamento del primato della pena detentiva e, al contempo, al contrasto dei fenomeni di criminalità, in specie nella loro dimensione collettiva e transnazionale. Siffatta centralità è rinsaldata dalla progressiva presa di consapevolezza, nelle diverse sedi di produzione normativa e applicazione giurisprudenziale, che un più efficace sistema di contrasto al crimine, in particolare quello organizzato, è quello capace di inciderne le fondamenta economiche. In questa prospettiva, dunque, appare di particolare importanza lo studio del sistema prevenzionistico nella dimensione nazionale e sovranazionale, con specifico riferimento alla sua declinazione patrimoniale. Il presente lavoro intende quindi rendere conto della travagliata evoluzione che ha interessato il diritto della prevenzione, prendendo le mosse dalle leggi di pubblica sicurezza che per prime lo hanno contemplato fino a giungere al recente Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Delineati i presupposti applicativi e ripercorse le più significative e dibattute questioni interpretative del vigente sistema prevenzionistico, tanto personale quanto patrimoniale, la ricerca si sofferma sulla confisca di prevenzione, sulla problematicità della sua natura giuridica nonché sulle potenzialità del suo utilizzo strumentale all’erosione dei patrimoni criminali e sulla sua importanza strategica ai fini del contrasto del fenomeno associativo mafioso. Successivamente, l’indagine si concentra sui riflessi sovranazionali e sulla portata europea assunta dall’istituto della confisca, attraverso la ricostruzione del complesso iter normativo avviato dalle istituzioni europee e da ultimo sfociato nell’adozione della direttiva sul congelamento e sulla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato (Direttiva 2014/42/UE). Direttiva cui l’Italia ha inteso dare esecuzione per mezzo del decreto legislativo del 29 ottobre 2016, n. 202, intervenendo chirurgicamente su singole disposizioni anziché cogliendo l’occasione per una revisione organica della materia, al pari di quello che sembra in procinto di accadere in Germania, alla luce del recente progetto legislativo di recepimento della direttiva. Al contrario di quello italiano, infatti, il legislatore tedesco sembra intenzionato a realizzare un intervento riformistico di più ampio respiro volto, tra l’altro, a introdurre per la prima volta una forma di confisca di beni di provenienza delittuosa in assenza di condanna dichiaratamente ispirata alla confisca di prevenzione italiana. Infine, lo studio si concentra sul tema della tutela dei diritti fondamentali e sulla loro potenziale attitudine a circoscrivere il campo di applicazione delle misure di prevenzione, personali e soprattutto patrimoniali. In particolare, si indaga dapprima la cittadinanza costituzionale del sistema prevenzionistico nella prospettiva delle pronunce della Corte costituzionale. Successivamente, ci si sofferma sui profili di tensione con il sistema multilivello di tutela dei diritti fondamentali, come integrato dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, evidenziando in che modo abbia inciso sulla portata dell’istituto, ad esempio attraverso la giurisdizionalizzazione del relativo procedimento. Infine, si conclude vagliando la portata assunta dal diritto di proprietà in seno all’eurozona e ci si interroga sulla legittimità della sua compressione ad opera della confisca, in vista del soddisfacimento delle preminenti esigenze di contrasto ed eradicazione della criminalità organizzata, in specie di stampo mafioso, e di ablazione dei patrimoni illecitamente accumulati. In questa prospettiva, alla stregua di un’attenta opera di bilanciamento tra gli interessi contrapposti, non sembra revocabile in dubbio la conclusione secondo cui il diritto di proprietà, ancorché assorto al rango di diritto fondamentale alla stregua del primo protocollo addizionale alla CEDU e dell’art. 17 CDFUE, debba cedere il passo alle istanze tutorie della sicurezza (art. 5 CEDU e art. 6 CDFUE), nonché della libertà di impresa (art. 16 CDFUE) e, più in generale, di iniziativa economica, che l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nell’economia e il conseguente accumulo di patrimoni illeciti idonei a falsare il libero gioco della concorrenza pregiudicano significativamente, rendendo così prevalente l’esigenza della loro rimozione e, per l’effetto, rendendo sacrificabili perfino i diritti reali in vista del conseguimento di tale obiettivo. Tutto ciò nella consapevolezza che il mai sopito dibattito dottrinario e la riflessione giurisprudenziale sulle misure di prevenzione e i sempre più numerosi interventi delle Sezioni unite, in particolare sulla natura giuridica della confisca di prevenzione, rappresentano un’importante occasione per delineare in modo organico i principi di tale istituto, fondamentale in seno a una efficace strategia di politica criminale antimafia. Sono infatti maturi i tempi per una organica sistematizzazione della materia, che la emancipi dall’area di diffidenza o dal ruolo ancillare e subalterno rispetto al diritto penale classico e le attribuisca il ruolo che merita, coerentemente alle garanzie dei diritti fondamentali, in specie il diritto di difesa e il contraddittorio, in una dimensione coerente e pienamente rispondente ai principi della Costituzione e delle altre Carte dei diritti fondamentali.
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BARBARESCHI, SIMONE. "Accentramento e diffusione del giudizio di costituzionalità. Un’analisi delle recenti tendenze centripete della Corte costituzionale italiana alla luce delle potenzialità applicative derivanti dall’incremento e dalla struttura delle disposizioni a tutela dei diritti fondamentali." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1384821.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce, quasi per caso, da una ricerca sul valore della sicurezza giuridica e del precedente nella giurisprudenza costituzionale. Al dir il vero, il risultato di quest’indagine, se non fosse per la lettura di alcuni classici sul tema, fu assai deludente, ma fortunatamente portò chi scrive a studiare varie decisioni attuali della Corte costituzionale (...)
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D'Alessandro, Felice. "Il diritto fondamentale alla salute fra sistema interno di responsabilità civile ed ordinamento comunitario." Thesis, 2010. http://hdl.handle.net/10955/859.

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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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