Academic literature on the topic 'Tutela del risparmio'

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Journal articles on the topic "Tutela del risparmio"

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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi, and Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Fornaciari, Luca. "Il prospetto di raccordo nella comunicazione economico-finanziaria consolidata." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 81–106. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004004.

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Abstract:
Il lavoro approfondisce la funzione informativa del prospetto di raccordo tra i valori di sintesi d'esercizio e quelli di gruppo nell'ambito della comunicazione economico- finanziaria consolidata. Attraverso un'analisi empirica compiuta sui prospetti redatti da un campione di cento società quotate alla Borsa Valori di Milano, sono offerte alcune considerazioni sulla capacità degli schemi presentati di soddisfare le finalità informative per le quali vengono redatti. Obiettivo del contributo è aumentare la chiarezza, la trasparenza e la comparabilità dei prospetti redatti, al fine di una migliore tutela del risparmio. In particolare, tale finalità è perseguita attraverso la presentazione di due possibili schemi che dovrebbero consentire di superare le carenze emerse dall'indagine.
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Pascucci, Paolo. "Note sparse su alcuni contenuti della contrattazione collettiva di secondo livello." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (February 2023): 99–109. http://dx.doi.org/10.3280/pri2021-001007.

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Abstract:
L'Autore sintetizza i temi salienti della contrattazione di secondo livello in Italia, partendo dal welfare aziendale, campo su cui il sindacato può esercitare la propria capacità di rappresentanza effettiva dei bisogni reali dei lavoratori, oggi messa a rischio dalle profonde trasformazioni del sistema produttivo. In materia retributiva, l'Autore osserva come alcune prestazioni di welfare aziendale siano in grado di garantire efficacemente quell'esistenza libera e dignitosa di cui all'art. 36 Cost., anche se sotto l'occhio vigile della contrattazione aziendale, necessario per evitare che il welfare aziendale si realizzi a detrimento della componente monetaria (con possibili effetti negativi anche sul piano previdenziale). La crescente importanza della contrattazione aziendale emerge in materia di organizzazione del lavoro: dalle nuove regole sulle mansioni, dopo il Jobs Act, alla destrutturazione del tempo e del luogo di lavoro, in particolare, nel lavoro agile, il ruolo della contrattazione aziendale appare indispensabile a tutela dello smart worker e della sua salute e sicurezza. Infine, si auspica una contrattazione collettiva aziendale che promuova la tutela dell'ambiente (premi di risultato collegati ad obiettivi di risparmio energe-tico, mobilità sostenibile, ecc.) e la partecipazione dei lavoratori.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Calenda, Giorgio, and Umbro Sciamannini. "Le tecnologie tutte italiane per la prevenzione delle infezioni nosocomiali." Journal of Advanced Health Care, August 24, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-013.

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Abstract:
Prevenire il 30% delle infezioni contratte dai pazienti durante e dopo il ricovero ospedaliero è l’obiettivo di medici, politici e associazioni di pazienti per arginare quest’emergenza sanitaria, che conta mezzo milione di casi all’anno e che uccide -numeri alla mano- più degli incidenti stradali: ogni anno le regioni pagano indennizzi milionari alle famiglie che hanno subito danni nella sanità. Una tecnologia innovativa tutta italiana è stata messa a punto per porre una valida ed efficace barriera, sulle infezioni e sepsi d’organo, in ambito delle strutture Ospedaliere ad alta tecnologia. La gamma è denominata ABT 9000 ed ABT 3000 realizzate dopo circa 20 anni di ricerca. Da una attenta analisi emerge la necessità di tutela prima, durante e dopo l’attività lavorativa in ambito sanitario: mettere a disposizione degli operatori tecnologie sempre innovative per la loro protezione, per quella ambientale e, in sostanza, generare automaticamente l’innalzamento della qualità lavorativa e –più in generale- di tutto l’ambiente. Il controllo del rischio biologico-chimico reale, effettivamente validato in ABT, diminuisce lo stress professionale, migliora il microclima di lavoro, abbatte i costi delle gravissime infezioni o sepsi d’organo con meno utilizzo di antibiotici e relativa antibiotico resistenza, dovuta all’uso sempre maggiore di antimicrobici sofisticati ad alto peso. Altro aspetto migliorativo –non meno importante– è quello di poter ottenere un elevato miglioramento dei tempi di lavoro. In tal senso, una sola apparecchiatura ABT 9000 si stima possa catturare circa 24 tonnellate annue (ipotizzando un pieno al giorno) e inertizzare con un’azione biologica (denaturazione/inibizione) i nuclei interni alle Rna resistenti, presenti nel Dna. Inoltre, viene garantita la difesa ambientale nel rispetto degli accordi stato-regione tra Ministero della Salute e quello dell’Ambiente -la tecnologia soddisfa infatti l’art. 214 del dLg 152/2006 inerente la riduzione di rifiuti speciali e la loro gestione in sicurezza- oltre che il risparmio che la Struttura ottiene non dovendo affidare i rifiuti liquidi a ditta specializzata per il loro smaltimento. Il sistema è unico ed esclusivo, dotato di due patent PCT internazionali e realizzato nel rispetto delle recenti normative ISO 62366 Usability al servizio delle risorse umane impiegate. La nuova proposta “ABT” fornisce ulteriori vantaggi sulla gestione delle risorse umane, migliorando le condizioni psico-fisico-relazionali e organizzative che ne caratterizzano il lavoro all’interno delle aziende sanitarie.
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Antonucci, Antonella. "Fra Opacitt E Regole Tossiche: Il Ruolo Degli Scenari Probabilistici. Scritto per Il Convegno 'Salvataggio Bancario E Tutela Del Risparmio' (Between Opacity And Toxic Rules: The Role Of Probabilistic scenarios. Written For The Conference 'Banking Rescue And Saving Protection')." SSRN Electronic Journal, 2016. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2734576.

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Dissertations / Theses on the topic "Tutela del risparmio"

1

Magliari, Alessandro <1979&gt. "Profili costituzionali della tutela del risparmio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/743/1/Tesi_Magliari_Alessandro.pdf.

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Magliari, Alessandro <1979&gt. "Profili costituzionali della tutela del risparmio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/743/.

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Degni, Filippo <1977&gt. "Profili pubblicistici della tutela del risparmio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1848/1/Filippo_Degni_-_Tesi_dottorato_sui_profili_pubblicistici_della_tutela_del_risparmio.pdf.

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Degni, Filippo <1977&gt. "Profili pubblicistici della tutela del risparmio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1848/.

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Signorelli, Annalisa. "L’arbitrato nei rapporti asimmetrici: tutela dell’investimento e del risparmio nell’era tecnologica." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2022. http://hdl.handle.net/11385/220162.

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Abstract:
L’arbitrato nel sistema degli ADR e i rapporti asimmetrici. L’arbitrato internazionale in materia di investimenti. L’arbitrato nel settore finanziario e bancario. Il rapporto asimmetrico incumbent-investitore. La digitalizzazione delle procedure arbitrali in materia finanziaria. Stato dell’arte e prospettive evolutive.
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ZAMPINO, GIUSEPPA. "Il bail in nel nuovo sistema di risoluzione delle crisi bancarie: impatto sulla tutela del risparmio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241195.

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Abstract:
I noti eventi di crisi recenti hanno evidenziato la necessità di stabilire dispositivi adeguati a livello normativo per prevenire i fallimenti bancari e contenere sistematicamente gli effetti negativi. A tal fine, la direttiva europea BRRD (2014/59 / UE) è stata utile per preparare le procedure per risolvere il fallimento degli enti creditizi al fine di garantire l'uniformità delle norme tra gli Stati membri dell'UE. In particolare, sono presi in considerazione l'inquadramento degli interventi prodromici (piani di risanamento ed early intervention) alla risoluzione e le particolari fasi in cui quest'ultima si articola Tra le tecniche individuate, un potere significativo è assegnato ad un'autorità ad hoc per svalutare o convertire in azioni le passività della banca in crisi (in un ordine prestabilito), a condizione che alcuni requisiti siano soddisfatti. Pertanto, ci riferiamo al bail-in, un dispositivo che consente di gravare sul recupero delle banche su azionisti e creditori piuttosto che sui contribuenti. Pertanto, intendo analizzare esaminare le condizioni eccezionali in base alle quali la direttiva europea consente l'esclusione dell'applicabilità del bail-in sulle passività altrimenti consentite. La ricerca intende, quindi, analizzare il bail in, concentrandomi sui possibili effetti che la sua applicazione potrebbe avere sulle decisioni di investimento e, più in generale, sull'attività bancaria. Il bail-in pone questioni di educazione finanziaria, di correttezza delle pratiche commerciali bancarie e di adeguata informazione della clientela cui i servizi – bancari o finanziari – sono offerti. È necessaria una efficace e completa diffusione delle informazioni che vengono prima ancora dell’informativa precontrattuale che dovrebbe trovar spazio nella fase di formazione del contratto bancario o di investimento. Il presente lavoro cerca di porre una riflessione su siffatte problematiche.
The well-known recent crisis events have highlighted the need to establish suitable devices at the regulatory level to prevent bank failures, as well as systemically contain the negative effects. To this aim, the European BRRD Directive (2014/59 / EU) was adepte to prepare procedures for resolving failure of credit institutions in order to ensure uniformity of the rules among the EU member states. the classification of the prodromal interventions (restoration plans and early intervention) to the resolution and the particular phases in which the latter is articulated are taken into consideration. Among the techniques identified, a significant power is assigned to an authority ad hoc to write down or to convert in shares the liabilities of the bank in crisis (in a predetermined order), on condition that some requirement are satisfied. Therefore, we refer to bail-in, a device that allows to burden the recovery of banking on shareholders and creditors rather than on taxpayers. Therefore, we intend to examine the exceptional conditions under which the European Directive allows the exclusion of the applicability of the bail-in on liabilities otherwise permitted. The research want, then, to analyze the bail in, focusing on the possible effects that its application could have on investment decisions and, more generally, on banking. Bail-in raises issues of financial education, the correctness of banking business practices and the adequate information of customers to whom banking or financial services are offered. It is necessary an effective and complete dissemination of the information that comes even before the pre-contractual information that should find space in the phase of formation of the banking or investment contract. The present work tries to reflect on such problems.
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Fiordiponti, Filippo. "Evoluzione delle tutele del risparmio alla luce dei conflitti d'interessi degli intermediari finanziari." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242078.

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Abstract:
L’analisi trae origine dal dettato Costituzionale in particolare dall’art. 47 per il quale “il risparmio è incoraggiato e tutelato dalla Repubblica in tutte le sue forme”, tale articolo attribuisce un duplice ruolo alle istituzioni, cioè creare dei presupposti per un equilibrato sviluppo del mercato, e nel contempo intervenire a tutela delle finalità pubbliche laddove vi fossero interessi meritevoli. Considerata la centralità che il risparmio riveste, il lavoro quindi cerca di evidenziare nel dettaglio l’intera filiera dei prodotti finanziari, dalla loro creazione fino al post-trading, mettendo in luce le difficoltà che i risparmiatori costantemente si trovano dinanzi, su tutte, l’esposizione al rischio di conflitti di interesse. Questo tema oggi più che mai attuale, trova manifestazione in diversi campi del vivere sociale, dall’attività politica, economica a quella finanziaria, e nonostante le diverse discipline che il conflitto conosce, tuttavia si dimostra ancora un’entità sfuggente e non ben definita. Il lavoro focalizza l’attenzione sul conflitto nell’intermediazione mobiliare e, dunque, nel rapporto contrastante che viene a delinearsi tra gli intermediari finanziari e la classe dei risparmiatori, in particolare dei piccoli risparmiatori, che non disponendo di una conoscenza adeguata e di un set informativo completo spesso sono meno tutelati. Si passa così ad approfondire l’evoluzione legislativa, in particolare il ruolo del legislatore comunitario, da ultimo intervenuto con la direttiva Mifid, 2004/39/CE in merito alla regolamentazione dei mercati finanziari, che ha disciplinato i servizi di investimento prestati dagli intermediari ai clienti, l’organizzazione dei mercati regolamentati e le diverse sedi di negoziazione degli strumenti finanziari. Il recepimento in Italia di tale direttiva comunitaria rappresenta la modifica legislativa di maggior rilevanza dopo l’adozione del Testo Unico della Finanza (TUF) nell’ambito dei mercati finanziari e dei servizi finanziari, destinata a mutare sensibilmente i rapporti tra intermediari ed investitori, attraverso un complesso articolato di norme, finalizzato all’innalzamento del livello di tutela del cliente ed alla creazione di un mercato unico europeo dei servizi finanziari.
The article n. 47 of the Italian Constitution states that “saving is encouraged and safeguarded by the Republic in all its forms”. This article attributes a double role to institutions: it regulates a balanced development of the market and defends the interests of public institutions. This work tries to analyze the financial products from their stipulation to the post trading, underlining the difficulties and risks that savers usually meet. This issue is very frequent in every fields of social life, from the political to the economic and financial activities. This survey focus on the conflict between the financial intermediaries and the savers, especially the small savers, that lacking an adequate financial knowledge are less protected. Than this work analyzes the various different laws promulgated in the latest years among which the directive Mifid (Market in Financial Instruments Directive) 2004/39/CE about the regulation of financial market promulgated by the EU. This EU directive regulates the type of investment, the organization of the markets and the institutions that are allowed to supply this service. In Italy this issue has always been regulated only by the Tuf (Consolidated Law on Finance); nowadays, besides the Tuf (Consolidated Law on Finance) this directive has been assimilated and it has modified the relationship between intermediaries and investors. This has improved the defence of savers contributing to create a European single market of financial services.
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Suma, Letizia. "Risparmio e tutela ambientale: vantaggi economici ed ecologici derivanti dall'uso dei tetti verdi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6442/.

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Abstract:
Il fenomeno dell’urbanizzazione ha fatto sì che crescesse il numero delle abitazioni a scapito delle aree verdi ma, in un’ottica di sostenibilità umana, la tutela degli ecosistemi naturali diventa un obiettivo imprescindibile. Le infrastrutture verdi nascono proprio con questo scopo: cercare soluzioni per fare non solo convivere ma collaborare la natura e l’uomo. Con piccoli accorgimenti come le coperture verdi, le pavimentazioni permeabili, i “rain garden” si sfruttano le caratteristiche degli elementi già presenti in natura per avere benefici sia per la qualità dell’aria, sia per la tutela da catastrofi come allagamenti. In questa trattazione vedremo nel dettaglio come queste infrastrutture possano giovare all’uomo economicamente e ecologicamente analizzando i possibili benefici derivanti del tetto verde dell’Università di Bologna.
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Books on the topic "Tutela del risparmio"

1

Sabbatelli, Illa. Tutela del risparmio e garanzia dei depositi. [Padova]: CEDAM, Casa editrice dott. Antonio Milani, 2012.

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Adalberto, Alberici, Bilancia Paola, and Rivolta Gian Carlo M, eds. Tutela del risparmio, authorities, governo societario. Milano: Giuffrè, 2008.

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3

Miglionico, Andrea. La tutela del risparmio fra intervento pubblico e gestione privata. Napoli: Jovene, 2011.

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Tonello, Matteo. Corporate governance e tutela del risparmio: Convergenza internazionale e competizione tra modelli regolamentari. Padova: CEDAM, 2006.

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5

Pietro, Abbadessa, and Cesarini Francesco, eds. La legge per la tutela del risparmio: Un confronto tra giuristi ed economisti. Bologna: Il mulino, 2007.

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6

Controlli sul mercato finanziario e responsabilità penale: Posizioni di garanzia e tutela del risparmio. Bologna: Bononia University Press, 2009.

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7

Nisco, Attilio. Controlli sul mercato finanziario e responsabilità penale: Posizioni di garanzia e tutela del risparmio. Bologna: Bononia University Press, 2009.

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Barcellona, Mario. Mercato mobiliare e tutela del risparmio: L'intermediazione finanziaria e le responsabilità di banche e Consob. Milano: Giuffrè, 2009.

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9

Barcellona, Mario. Mercato mobiliare e tutela del risparmio: L'intermediazione finanziaria e le responsabilità di banche e Consob. Milano: Giuffrè, 2009.

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10

Lanzi, Alessio, and Alberto Cadoppi. I reati societari: Commentario aggiornato alla Legge 28 dicembre 2005 n. 262 sulla tutela del risparmio. Padova: CEDAM, 2007.

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Conference papers on the topic "Tutela del risparmio"

1

Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Basso, Marzia. "Paesaggi in movimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Abstract:
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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