Journal articles on the topic 'Trattatisti'

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Merida, Raphael. "Aspetti del parlato nell'oratoria sacra secentesca: tra retorica e pragmatica." Rhetorica 38, no. 2 (May 1, 2020): 180–99. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2020.38.2.180.

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Abstract:
Il saggio esamina alcuni trattati di retorica pubblicati tra la fine del Cinque e l'inizio del Seicento. Partendo dall'analisi di alcune retoriche cinquecentesche, passando dal confronto tra due dei maggiori esponenti teorici dell'oratoria sacra, Francesco Panigarola e Paolo Aresi, e arrivando ad alcuni trattatisti del primo Seicento, il contributo si concentrerà prevalentemente sulle informazioni retoriche relative alla pragmatica, ossia tutto ciò che nella predicazione riguarda l'uso della voce e dei gesti. L’actio infatti si configura come un'importante chiave di lettura per l'interpretazione della predica cinque e secentesca e permette di individuare come e quanto il parlato intervenga sullo scritto.
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D’Ascia, Luca. "L’impero machiavellico L’immagine della Turchia nei trattatisti italiani del Cinquecento e del primo Seicento." Quaderns d’Italià 15 (November 2, 2010): 99. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.278.

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Coronella, Stefano. "Spigolature: I primi trattatisti della partita doppia al di fuori dell'Italia / La nascita del termine "azienda": Giovanni Domenico Peri (1638)." CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no. 2 (December 2015): 83–86. http://dx.doi.org/10.3280/cca2015-002005.

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4

Borello, Benedetta. "I trattatisti, le zie fate e le rivalita tra fratelli e sorelle : adulti e bambini si raccontano storie sul loro posto in famiglia." Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, no. 123-2 (December 15, 2011): 409–20. http://dx.doi.org/10.4000/mefrim.621.

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5

Cura Curà, Giulio. "Lessicologia provenzale. II. «Cazual» nella trattatistica." Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 10, no. 2 (December 23, 2022): 365–73. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18702.

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Abstract:
Questa breve nota studia impiego e accezioni dell’aggettivo cazual, ‘provvisto di casi, declinabile’, quale tecnicismo della trattatistica grammaticale provenzale, dove è usato in relazione alla declinazione bicasuale. Esso compare nel Trecento ed è usato soprattutto nelle Leys d’Amors, da cui lo riprendono i loro epigoni (anche in area catalana).
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Catanorchi, Olivia. "La trattatistica de miseria hominis nel primo Rinascimento." Viator (English and Multilingual Edition) 41 (January 2010): 377–91. http://dx.doi.org/10.1484/j.viator.1.100739.

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Ricci, Maria Teresa. "L'ideale dell’otium e la modernità:." EXILIUM Revista de Estudos da Contemporaneidade 2, no. 2 (June 22, 2021): 125–40. http://dx.doi.org/10.34024/exilium.v1i2.12221.

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Abstract:
L’articolo propone una breve storia della nozione di “otium” dall’antichità ai nostri giorni. Mostra come nella Greciaantica la vita oziosa viene considerata onorevole e come invece vengono condannati il “lavoro”, inteso nel senso di assenza dilibertà, e la ricerca della ricchezza come fine a se stessa. Queste idee riappaiono nel corso della storia, ad esempio, nella trattatistica del comportamento che fiorisce nel Rinascimento, negli ideali cortigiani, cosi’ come tra le classi marginali della società.
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8

Bernardoni, Virgilio. "La teoria della melodia vocale nella trattatistica italiana (1790-1870)." Acta Musicologica 62, no. 1 (January 1990): 29. http://dx.doi.org/10.2307/932826.

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9

Crivella, Giuseppe. "L’oeil-araignée. Sistemi descrittivi come scatole ottiche nei "Salons" di Diderot. Una lettura a partire dalle tesi di Hamon." e-Scripta Romanica 8 (November 3, 2020): 36–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.08.03.

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Abstract:
Il testo si propone di analizzare le modalità di funzionamento dei sistemi descrittivi nei Salons di Diderot. Recuperando il fitto reticolo di definizioni operative messe a punto da Philippe Hamon nel noto testo Du descriptif, il nostro studio sviluppa una serie di analisi finalizzate a mettere in luce la distanza della prassi descrittiva di Diderot rispetto alle enunciazioni teoriche della trattatistica retorica a lui anteriore o coeva, puntando l’attenzione soprattutto su un uso assolutamente originale del pantonimo all’interno dei Salons.
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Monorchio (book author), Giuseppe, and Antonio Franceschetti (review author). "Lo specchio del cavaliere: il duello nella trattatistica e nell'epica rinascimentale." Quaderni d'italianistica 19, no. 1 (April 1, 1998): 166–67. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v19i1.9630.

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Brunello, Claudia. "Dal ragionamento alla persuasione: retorica dell'esempio e modelli argomentativi nel Filippo di Isocrate." Rhetorica 39, no. 4 (2021): 387–409. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2021.39.4.387.

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Abstract:
L'articolo indaga i procedimenti argomentativi su cui Isocrate fonda la propria efficacia persuasiva, ponendo particolare attenzione all'uso degli exempla storici. A questo scopo, il Filippo offre un caso di studio interessante per individuare le indicazioni di tipo metaletterario con cui l'autore introduce e descrive il proprio ragionamento. L'analisi permette così di osservare le tracce di una consapevolezza teorica antecedente alla Retorica ad Alessandro e alla trattatistica aristotelica. Il confronto con Aristotele soprattutto consente di misurare la distanza tra i due autori nella concettualizzazione dei processi argomentativi e di definire in termini più appropriati la collocazione di Isocrate nella storia della retorica antica.
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Valentino, Gennaro. "Simulazione e dissimulazione a sostegno di politica e amore sullo sfondo della trattatistica del Cinquecento." Lingüística y Literatura 42, no. 80 (July 30, 2021): 12–28. http://dx.doi.org/10.17533/udea.lyl.n80a01.

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Abstract:
Si propone l’analisi di due costituenti rinascimentali ben approfonditi nella precettistica e trattatistica del Cinquecento: la simulazione e dissimulazione. Attraverso lo studio di alcuni trattati precettistici, riflettiamo non solo sul fatto che nel Cinquecento queste pratiche comportamentali fossero riconducibili alla sfera dell’esteriorità, ma ragioneremo anche sul fatto che esse, mutuate dalla politica, si riversassero nella vita privata dell’individuo aiutandolo a raggiungere la «felicità amorosa», per dirla come Piccolomini. Si tenta di tracciare il fil rouge che collega gli scritti politici di Machiavelli e Guicciardini con La Raffaella, di Piccolomini, mettendo in luce gli obbiettivi conseguibili attraverso l’uso di tali pratiche comportamentali.
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Paternoster, Annick. "Istruzione, lavoro, voto. L’emancipazione femminile nella trattatistica comportamentale dall’unificazione al primo dopoguerra." Italianist 38, no. 3 (September 2, 2018): 334–51. http://dx.doi.org/10.1080/02614340.2018.1515869.

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Alessio, Gian Carlo. "L'ars dictaminis nel Quattrocento italiano: eclissi o persistenza?" Rhetorica 19, no. 2 (2001): 155–73. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2001.19.2.155.

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Abstract:
Con particolare riferimento alle norme tramandate dai manuali composti tra la seconda meta dell'XI secolo e la fine del Quattrocento vengono individuate ed esaminate nel loro manifestarsi in testi rappresentativi del genere le linee di sviluppo dell'ars dictaminis. Questo consente di accertare che nel XV secolo l'ars dictaminis mantiene ancora un ruolo primario non solo come normativa per la scrittura dell'epistola ma anche come corpus di regole riferibili alla composizione di qualsiasi testo, scritto ed orale; in questo periodo la normativa contenuta nei trattati si compone di una mescolanza di elementi tradizionali, che provengono soprattutto dalla trattatistica del XIII secolo, e di innovazione, attraverso spunti dottrinari che hanno la loro prima origine nel XIV secolo.
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Briatore, Samuele. "Suono e acustica nella trattatistica gesuitica del Seicento. Il caso di Mario Bettini." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 49, no. 2 (May 15, 2015): 322–37. http://dx.doi.org/10.1177/0014585815583287.

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Librandi, Rita. "Operatori di definizione per le glosse della trattatistica in volgare (secc. XIII–XIV)." Zeitschrift für romanische Philologie 134, no. 4 (November 7, 2018): 1093–113. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0071.

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Abstract:
Abstract The article analyzes the way to introduce glosses in the vernacular treatises and it therefore concentrates both on Tuscan texts of the 13th and 14th centuries dealing with astronomy, physics, natural philosophy, moral and religious arguments and on the comments of Latin and vernacular works. Corpus OVI database (www.ovi.cnr.it) was used for text search. The study focuses on the connectors between the definiéndum and the defìniens and then deals with the particles or expressions that introduce a gloss and that we have named definition operators. Three operators in particular are used systematically in the vernacular treatises: cioè, tanto è a dire quanto e non è altro che. Cioè introduces a gloss that either simplifies the term being glossed, or provides a variant that facilitates the reader’s comprehension. Whereas tanto è a dire quanto is employed to define loan words from Latin, Greek, Arabic, sometimes even from French, namely terms external to the vernacular language in which the author is writing, while non è altro che introduces a definition based on authority, an undisputable truth, or one that is believed to be undisputable. The constancy and the frequency with which we find especially the last two operators (tanto è a dire quanto and non è altro che) in the genre of texts analyzed make us think of ways followed with awareness by authors, commentators and translators and easily recognized by readers.
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Bistagne, Florence. "Pontano, Castiglione, Guazzo : facétie et normes de comportement dans la trattatistica de la Renaissance." Cahiers d’études italiennes, no. 6 (May 15, 2007): 183–92. http://dx.doi.org/10.4000/cei.860.

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Julia, Dominique. "PATRIZI (Elisabetta). – La trattatistica educativa tra rinascimento e controriforma. « L’Idea dello scolare » di Cesare Crispolti." Histoire de l'éducation, no. 113 (January 1, 2007): 163–65. http://dx.doi.org/10.4000/histoire-education.1384.

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Arienzo, Alessandro. "LA TRADIZIONE POLITICA DELLA RAGION DI STATO TRA UMANESIMO E MODERNITÀ." Revista Ideação 1, no. 43 (June 6, 2021): 67. http://dx.doi.org/10.13102/ideac.v1i43.7226.

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Abstract:
L’espressione ragion di Stato nasce nel contesto della cultura politica del tardo Rinascimento con una pluralità di significati e usi che non è affatto riducibile – come spesso accade nel dibattito comune e pubblicistico – al solo ricorso alla forza, al segreto, o a strumenti eccezionali da parte del detentore del potere politico. Dal suo primo emergere nella cultura politica italiana di fine Cinquecento essa appare invece come parte determinante di un più complessivo processo di razionalizzazione politica che accompagna il consolidarsi degli stati territoriali moderni. In questo contributo vorrei illustrare i discorsi e le pratiche di governo che si affermano, tra fine XVI e inizio XVII secolo, in Italia ma non solo, nell’ambito della trattatistica sulla ragion di Stato. Per poi argomentare le ragioni per le quali essi contribuiscono a segnare tanto un percorso differente, anche se non necessariamente alternativo, al pensiero politico classico, quanto a consolidare gli assetti moderni della statualità, pur differenziandosi dal paradigma della sovranità
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Guidi, Andrea. "Armi proprie” e machiavellismo militare: con alcune note sul concetto di “autore” nella trattatistica del Cinquecento." Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy 11, no. 2 (June 13, 2022): 285–95. http://dx.doi.org/10.5209/ltdl.80659.

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Abstract:
La circolazione dell’Arte della guerra di Machiavelli ha dato un fondamentale contributo allo sviluppo della cultura militare europea in volgare del Cinquecento. Questo saggio analizza alcuni specifici aspetti della ricezione di quest’opera nella produzione scrittoria militare del tempo e in particolare si concentra su quegli elementi di pensiero legati al tema delle “armi proprie” fortemente propagandato dal libro machiavelliano. A questo proposito, si è qui deliberatamente scelto di offrire l’esempio di due opere diverse per natura ideologica e altezza cronologica: l’una risalente alla prima metà del Cinquecento, l’altra originatasi nell’ambito delle guerre di religione e della diaspora dei protestanti francesi in area elvetica. Si tratta, in effetti, di due libri che permettono di comprendere sfumature poco note del processo di riuso di certi concetti machiavelliani che all’epoca potevano essere considerati politicamente controversi. Al tempo stesso, le due opere sono capaci di far risaltare le difficoltà che emergono ogni volta che si prova ad applicare il moderno concetto di autore a testi nati in un contesto caratterizzato da un continuo riutilizzo e dalla rielaborazione di temi ed elementi ascrivibili a una lunga e articolata tradizione di scrittura militare che si sviluppò lungo il corso del secolo, la quale, tuttavia, aveva trovato un momento di passaggio cruciale nel contributo di Machiavelli
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Ostenc, Michel. "Elisabetta Patrizi, La trattatisca educativa tra Rinascimento e Controriforma. L’« Idea dello scolare » di Cesare Crispolti." Archives de sciences sociales des religions, no. 138 (June 1, 2007): 97–251. http://dx.doi.org/10.4000/assr.6922.

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Salamone, Nadia Cannata. "Alle origini della trattatistica sul volgare nel primo Cinquecento: LeAnnotationi sul vulgare ydiomadi Angelo Colocci (ms. Vat. lat. 4831)." Italianist 26, no. 2 (November 2006): 197–222. http://dx.doi.org/10.1179/026143406x151782.

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Nobile, Marco Rosario. "Rinascimento alla francese: Gabriele Licciardo, architettura e costruzione nel Salento della metà del Cinquecento." Artigrama, no. 30 (December 9, 2022): 193–219. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2015308140.

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Abstract:
L’architettura salentina del XVI secolo offre ricchezza e profondità di riferimenti ma anche ostacoli posti contestualmente da una documentazione incompleta e priva di riscontri sicuri. Di questa labilità di assunti è intrisa la vicenda della personalità che viene considerata risolutiva, quella più nota alla storiografia architettonica: Gabriele Licciardo. Questo studio parte da una ricostruzione plausibile della biografia del maestro alla luce delle poche notizie esistenti e dell’architettura costruita. Per individuare aspetti utili ad inquadrare il caso Licciardo occorre osservare fabbriche del Salento che sono accomunate da sperimentazioni significative nel campodelle volte in pietra: l’abside (volta impostata su una geometria semi ennagonale e chiave pendente con figurazioni scultoree) della chiesa di Santa Croce a Lecce o il grande vano quadrato posto in corrispondenza dell’ala nord del castello di Cavallino (volta a spigoli vivi). Si tratta di soluzioni costruttive che non sembrano avere radici né nella tradizione costruttiva salentina né nella trattatistica italiana, mentre delineano gli esordi di una solida tradizione locale. I riferimenti possibili denunciano un milieu extra peninsulare e un bagaglio di conoscenze che hanno relazioni indirette con le soluzioni teorizzate da Philibert Delorme. Il mondo francese si affaccia quindi in Salento, rendendo all’improvviso problematici i paradigmi su cui si è basata la costruzione storiografica. Gli indizi sinora emersi e le riflessioni qui proposte obbligano a tirare conclusioni diverse da quelle sinora postulate in merito alla provenienza di Licciardo e soprattutto alla sua formazione.
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CAMEROTA, FILIPPO. "DANIELA LAMBERINI, Il Sanmarino. Giovanni Battista Belluzzi architetto militare e trattatista del Cinquecento, 2 voll. (I. La vita e le opere, II. Gli scritti). Firenze: Leo S. Olschki Editore, 2007. XVI+840 pp., ISBN 978 88 222 5660 7." Nuncius 24, no. 1 (January 1, 2009): 212–14. http://dx.doi.org/10.1163/221058709x00268.

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Adams, Nicholas. "Daniela Lamberini. Il Sanmarino: Giovan Battista Belluzzi architetto militare e trattatista del Cinquecento. 2 vols. Vol. 1, Vita e le opere. Vol. 2, Gli scritti. Arte e Archeologia: Studi e Documenti 30. Florence: Leo S. Olschki, 2007. xii + 388, 449 pp. + 81 color and 51 b/w pls. index. illus. tbls. bibl. €195. ISBN: 978–88–222–5660–7." Renaissance Quarterly 61, no. 4 (2008): 1259–60. http://dx.doi.org/10.1353/ren.0.0321.

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Nuovo, Angela. "Profilo di Storia della Bibliografia. Alfredo Serrai , Fiammetta SabbaStoria della Bibliografia. (Il bibliotecario, n. s. 4) Vol. 1: Bibliografia e cabala. Le enciclopedie rinascimentali, Vol. 2: Le enciclopedie rinascimentali, II. Bibliografi universali, Vol. 3: Vicende ed ammaestramenti della Historia literaria, Vol. 4: Cataloghi a stampa. Bibliografie teologiche. Bibliografie filosofiche. Antonio Possevino, Vol. 5: Trattatistica biblioteconomica, Vol. 6: La maturità disciplinare. Indice dei volumi I—VI. Vol. 7: Storia e critica della catalogazione bibliografica, Vol. 8: Sistemi e tassonomie, Con un'appendice sulla storia della catalogazione delle stampe. Vol. 9: Manualistica, didattica, e riforme nel sec. XVIII, Vol. 10: Specializzazione e pragmatismo: i nuovi cardini della attività bibliografica. Vol. 11: Indici dei volumi I–X. Alfredo Serrai , Maria Cochetti , Maria Grazia Ceccarelli , Margherita Palumbo , Gabriella Miggiano , Marco Menato , Vesna Stunic." Papers of the Bibliographical Society of America 101, no. 2 (June 2007): 249–52. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.101.2.24293951.

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"IL DUELLO NEL RINASCIMENTO E IL RIPENSAMENTO ETICO SUL DUELLO DI FRANCESCO PATRIZI." Studia Polensia 01, no. 01 (November 15, 2012): 9–29. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2012.01.01.01.

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Abstract:
In questa prima parte del saggio ci soff ermeremo in modo particolare al periodo che intercorre tra la seconda metà del XV secolo e la prima metà del XVI secolo, in quanto è in questo lasso di tempo che si trovano serie e chiare testimonianze riguardanti la questione del duello. E questo sia nelle opere letterarie che in quelle riguardanti la precettistica. Per quanto riguarda quelle di precettistica, oltre al gran numero di trattati, è da tener presente anche il gran numero delle loro riedizioni, specialmente di quelli più famosi. Dove, oltre all'immancabile comunanza d’interessi fra poeti epici e trattatisti del duello, si noterà anche una sostanziale identità terminologica - per esempio sia i poeti sia i trattatisti ritengono che il duello sia una ‘prova’ di giudizio fi nale. Questo non comporta, nel contempo, una convergenza di convinzioni fi losofi che, in quanto, come si vedrà, il duello letterario diff erisce da quello reale proprio per la sua diversa comprensione fi losofi ca del combattere. Pertanto con la presente relazione si cercherà di dispiegare la problematica che questo istituto di per sé ha comportato nel periodo storico preso in considerazione. Il duello infatti si configurava come una questione sociale tutt'altro che irrilevante per la sua connotazione ambivalente di ordalia – quale forma particolare di rapporto fra uomo e sacro – e di inculpata tutela – quale forma particolare di ricorso alla violenza privata a tutela di un fondamentale diritto naturale. In tutti e due i casi si tratta di una forma di onore, sia individuale sia nobiliare, del quale il Patrizi ne discuterà la fondatezza interpretandolo specialmente in qualità di virtù. In questa defi nizione dell'onore – che il Patrizi aff ronta con un gusto platonico – si possono scorgere questioni di alta portata politica, che ponevano sotto varia forma la questione dei rapporti tra individuo e Stato. In tal modo il duello d’onore assumeva un aspetto decisivo per quanto riguardava le sue connotazioni sociali e politiche inserendosi nel più ampio dibattito comprendente il problema dell'uso della violenza e dei confi ni fra violenza privata e violenza pubblica, fra faida e bellum iustum.
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DAMIAN, Otilia-Ștefania. "LINGUA E STILE DELLA TRATTATISTICA RINASCIMENTALE: LA TRANSILVANIA DI ANTONIO POSSEVINO (1583)." Annals of the University of Craiova. Series Philology. Linguistics 44, no. 1-2 (November 18, 2022). http://dx.doi.org/10.52846/aucssflingv.v44i1-2.67.

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Abstract:
The paper aims to analyse the language and style of an Italian Renaissance treatise, Antonio Possevino’s Transylvania, which the author wrote in 1583 and revised for publication in the following years. Despite Possevino’s self-censorship, the publication of the book was stopped by the internal censorship of the Society of Jesus. The paper focuses on the direct tradition of the work, highlighting the language used by Possevino in the manuscripts studied and in the published editions, following the selection that the author makes at the morphological, lexical and syntactic levels. Its aim is to understand how and why Possevino adapts the form of his work to the informational content of the book.
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Cerrato, Daniele. "Trastullo delle donne di Faustino Perisauli da Tredozio: un unicum nella Querelle des femmes." Estudios Románicos 31 (May 2, 2022). http://dx.doi.org/10.6018/er.506711.

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Abstract:
The aim of our study is to analyse Faustino Perisauli’s Il Trastullo delle donne within the Querelle des Femmes. Perisauli's poem in octaves, which is a response to the misogynist text Sonaglio delle donne composed by Bernardo Giambullari, is one of the few examples of compositions in verse within the debate on female dignity that had already been developed in the fourteenth century with texts such as Ahi lasso che li boni e li malvagi de Guittone d'Arezzo. Following his example, Perisauli proclaimed himself an advocate of the female sex and refuted some of the prejudices and accusations addressed to women. He introduces a whole series of arguments that would also be used by the 16th-century “defenders of women” in their dialogues and by the women writers of the 16th and 17th centuries. Addressing his antagonist to all men in general, the author of the Trastullo thus seems to propose in his text, albeit in a playful manner, a different model of masculinity. L’obiettivo del nostro studio è analizzare Il Trastullo delle donne di Faustino Perisauli all’interno della Querelle des Femmes. Il poemetto in ottave di Perisauli che costituisce la risposta al testo misogino Sonaglio delle donne composto da Bernardo Giambullari rappresenta uno dei pochi esempi di composizioni in versi nell’ambito del dibattito sulla dignità femminile già sviluppatosi nel Trecento con testi come “Ahi lasso che li boni e li malvagi” de Guittone d’Arezzo. Seguendo il suo esempio, Perisauli si autoproclama paladino del sesso femminile e confuta alcuni dei pregiudizi e delle accuse rivolte alle donne. Introduce tutta una serie di argomenti di cui si serviranno anche i “difensori delle donne” cinquecenteschi nei loro dialoghi e le trattatiste del Cinquecento e del Seicento. Rivolgendosi al suo antagonista ma a tutti gli uomini in generale l’autore del Trastullo sembra dunque proporre nel suo testo seppur in maniera giocosa, un modello differente di mascolinità. L’obiettivo del nostro studio è analizzare Il Trastullo delle donne di Faustino Perisauli all’interno della Querelle des Femmes. Il poemetto in ottave di Perisauli che costituisce la risposta al testo misogino Sonaglio delle donne composto da Bernardo Giambullari rappresenta uno dei pochi esempi di composizioni in versi nell’ambito del dibattito sulla dignità femminile già sviluppatosi nel Trecento con testi come “Ahi lasso che li boni e li malvagi” de Guittone d’Arezzo. Seguendo il suo esempio, Perisauli si autoproclama paladino del sesso femminile e confuta alcuni dei pregiudizi e delle accuse rivolte alle donne. Introduce tutta una serie di argomenti di cui si serviranno anche i “difensori delle donne” cinquecenteschi nei loro dialoghi e le trattatiste del Cinquecento e del Seicento. Rivolgendosi al suo antagonista ma a tutti gli uomini in generale l’autore del Trastullo sembra dunque proporre nel suo testo seppur in maniera giocosa, un modello differente di mascolinità.
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Duraccio, Caterina. "“I pessimi costumi de’ tristi mariti fuggir si devono”. Cristoforo Bronzini contro la violenza sulle donne." Cartaphilus. Revista de investigación y crítica estética, no. 19 (April 19, 2022). http://dx.doi.org/10.6018/cartaphilus.485301.

Full text
Abstract:
The object of study of this article is the analysis of the Eighth Day of the Second Week of the work by Cristoforo Bronzini entitled Dialogo Della Dignità e della nobiltà delle donne, published in 1628. Bronzini offers examples of virtuous marriage and lashes out against the violent behavior of husbands, following an intertextual line that refers to other authors of the Querelle des Femmes. His work is fully ascribed to the tradition of Italian treatises in defense of the dignity of women, from the request for access to education and all fields of knowledge to equality in marriage. In this context, he affirms the need for mutual love, criticizes the violent manners of husbands and proposes examples of men who respect women, who are characterized by a masculinity that is imposed with dialogue and not with force. Oggetto di studio del presente articolo è l’analisi della Giornata Ottava della Settimana Seconda del trattato di Cristoforo Bronzini intitolato Dialogo della Dignità e della Nobiltà delle donne e pubblicato nel 1628. Bronzini offre esempi matrimoniali virtuosi e si scaglia contro i comportamenti violenti dei mariti, seguendo una linea intertestuale che rimanda ad altri autori e autrici della Querelle des Femmes. L’opera dell’autore marchigiano si ascrive appieno nella tradizione della trattatistica italiana in difesa della dignità delle donne, dalla richiesta di accesso all’istruzione e a tutti i campi del sapere alla parità in ambito matrimoniale. In questo contesto afferma la necessità dell’amore reciproco, critica le maniere violente dei mariti e propone esempi di uomini rispettosi delle donne, che vengono caratterizzati da una mascolinità che si impone con il dialogo e non con la forza.
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